Lunedì, 04 Settembre 2023 08:11

“Lettere al Direttore” - L’agonia di Monte Sant’Angelo, perla del Gargano, ma che non brilla più da tempo

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Gentile Direttore,

ho scelto di trascorrere l’estate del 2023 a Monte Sant’Angelo, paese in cui ho vissuto fino alla maggiore età. Da allora – sono nato nel 1977- tante cose sono cambiate. In peggio, però. Il rientro - seppure momentaneo – in Puglia, mi ha indotto a riflettere su quello che il mio paese era un tempo e sulle condizioni in cui versa, ora.

Cos’è, oggi, Monte Sant’Angelo?

Esso si presenta come un aggregato urbano abbandonato a sé stesso, che soffre di tutti i mali del Sud e privo della speranza di redimersi.

E’ un paese dove manca l’aula consiliare. Quanti comuni in Italia ne sono privi? Le pratiche di buona amministrazione, adottate e realizzate da comuni virtuosi, a Monte Sant’Angelo risultano totalmente assenti. Gli abitanti del comune garganico, esclusi coloro i quali fanno parte della tifoseria partigiana ad oltranza, si mostrano rassegnati o, tutt’al più, disabituati solo ad immaginare un territorio diverso da quello in cui vivono. Di residenti ne sono rimasti in pochi, in verità. Il calo demografico è costante: dal 2017 al 2022, la popolazione è diminuita di 177 unità all’anno, quasi il doppio rispetto ai quindici anni precedenti. E non può essere diversamente. Nel comune dell’Arcangelo Michele sembra sia in vigore l’autogestione individuale: grava l’assenza del governo della città, distante dai problemi della comunità locale. L’élite municipale resta blindata nel Palazzo.

Si prenda, per cominciare il lungo elenco dei disastri esistenti, l’arredo urbano, che mostra tutto il suo degrado: strade dissestate, carenti di segnaletica verticale e orizzontale; verde pubblico non curato; bagni pubblici chiusi; suppellettili varie vetuste, ormai sul punto di implodere su sé stesse. I diversi cantieri di lavori pubblici paiono bloccati: durante il tempo di vacanza trascorso in paese, non ho mai visto le maestranze al lavoro.

Anche il cimitero non se la passa bene.

Altro che luogo dove si onorano i cari defunti! La situazione è penosa: i servizi igienici, posti appena varcato l’ingresso, presentano muri scrostati e anneriti, la sala mortuaria è inagibile. Nel complesso, ci si accorge della scarsa attenzione dedicata al camposanto.

Stesso discorso vale per la biblioteca comunale, ridotta a deposito. Sebbene ubicata nel centro storico, essa sconta il disinteresse degli amministratori locali: nessun acquisto di nuovi libri, nessun abbonamento a periodici e/o quotidiani locali e nazionali. Il medesimo stato di abbandono vale anche per il museo civico e per gli eremi di Pulsano, alcuni di questi ultimi già interessati da crolli.

Le frazioni comunali sono anch’esse dimenticate. Pur essendo un paese di montagna, l’assistenza sanitaria è precaria. Ne è testimone quello che una volta era l’ospedale locale, in cui i vari reparti sono stati dismessi da tempo. Mancano le strutture primarie di una comunità, quali cinema, librerie.

Da tali premesse, è facile dedurre l’inesistenza di potenziali ipotesi di sviluppo. Se una volta Monte Sant’Angelo aveva un peso determinante nel contesto garganico, al giorno d’oggi rischia di scomparire. Politiche per invertire la rotta, purtroppo, non se ne vedono. E’ paradossale l’esistenza di un territorio caratterizzato da un ecosistema unico per le sue molteplici bellezze naturali (senza tralasciare il ricco patrimonio storico di cui è dotato: castello, chiese, abbazie, monumenti, ecc..), che mal si concilia con la dilagante povertà socio-economica presente. E’ fuorviante la comunicazione sui canali istituzionali locali (social media), che spesso non rispondono a logiche informative: la censura è quasi diventata una procedura per bloccare il confronto civile e democratico. E’ questa la capitale della cultura?

Per quanto tempo ancora potrà resistere un paese di montagna, abbandonato al suo destino?

03.09.2023

Matteo Pio Impagnatiello