Giovedì, 17 Novembre 2022 06:54

L’aeroporto di Parma con la pista allungata risulterà meno schiacciato tra gli aeroporti di Linate, Bologna, Bergamo e Verona? In evidenza

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Riceviamo e pubblichiamo dalla Associazione Nocargoparma - 

Parma 16 novembre 2022 - Era il 2011 quando il Fatto Quotidiano intitolava “Aeroporto Verdi in crisi”. Da allora la politica locale e nazionale è intervenuta con annunci di rischio chiusura, fallimento, liquidazione.

La motivazione sempre la stessa: un aeroporto civile-commerciale a prevalenza passeggeri, con bacino di traffico irrisorio, fagocitato e schiacciato tra gli aeroporti di Linate, Bologna, Bergamo, Rimini, Forlì e Verona.

Ma nel 2018 viene proposto un Masterplan che stravolge il territorio con un obiettivo ambizioso: un aeroporto Cargo. Ovvero una prospettiva del tutto anomala e incongruente. Nello stesso bacino di traffico, infatti, l’attività cargo è monopolizzata dalla pista di 3000 metri di Brescia Montichiari, di Bergamo e anche di Malpensa.

L’interrogativo che emerge è evidente: è una operazione che contraddice la politica di qualsiasi Piano Nazionale Aeroporti e costituisce uno spreco finanziario ed economico, destinato al fallimento.

Negli ultimi 10/20 anni, l’aeroporto di Parma era stato dimenticato, al punto che le edificazioni circostanti sembrano state autorizzate, a fronte della Legge n. 58 del 1963 del Piano di rischio (Codice della Navigazione - Parte Aeronautica, D.Lgs n.96/2005 e D.Lgs n.151/2006 e 2011), delle cosiddette servitù aeronautiche.

Al punto che a tutt’oggi non è stata ancora insediata la Commissione Aeroportuale (ex DM 31/10/97 art. 5) per la definizione della Zonizzazione acustica con l'identificazione delle Zone A, B e C. La stessa definizione delle Mappe di Vincolo e del Piano di Emergenza Esterno, due riscontri fondamentali per autorizzare l'attività aerea, sarebbero in attesa di elaborazione.

Se si annota come il Masterplan proposto prefigura una estensione del sedime aeroportuale, finalizzata all’allungamento della pista verso arterie di elevato scorrimento del Paese, con ricadute sul rischio terzi (definizione curve di isorischio), lo scenario acuisce ulteriori criticità

L’aeroporto di Parma con la pista allungata risulterà meno schiacciato tra gli aeroporti di Linate, Bologna, Bergamo e Verona? No! La pista allungata allungherà anche le distanze da quello che il Piano Nazionale degli aeroporti definisce il quarto aeroporto Cargo del Paese? Ancora no! Quindi, la sopravvivenza del Verdi deve necessariamente registrare un masterplan alternativo, al fine di concepire compatibilità e coesistenza con il territorio e la comunità dei cittadini.

Associazione Nocargoparma

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