All'inizio del XX secolo, enfatizzando il desiderio che chi riceva la Comunione comprenda, almeno per quanto è umanamente possibile, il grande mistero della trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo (la c.d. transustanziazione), la Chiesa ha riservato la Comunione agli adolescenti (12-14 anni) e agli adulti. Ai bambini piccoli era, invece, proibito di avvicinarsi all’altare. Il grande Papa Pio X, pontefice dal 1903 al 1914, ha cambiato le regole, decretando che i bambini "nell’età della ragione" (verso i sette anni) potessero ricevere l’Eucaristia. Il Pontefice ha spiegato perché aveva abbassato il limite di età, basandosi sul fatto che Gesù ha sempre valorizzato molto i bambini.
Scrive: "Di qual affetto particolare abbia Cristo sulla terra amato i bambini, ne fan chiara testimonianza i sacri Evangeli, dai quali si apprende com’Egli gioisse di trovarsi in mezzo a loro, come usasse imporre su di loro le mani, stringerli al seno e benedirli, mal sopportando che venissero respinti dai suoi discepoli, cui diresse quelle gravi parole: «Lasciate stare i piccolini e non impedite loro che vengano a me; imperocchè di tali è il regno dei cieli»".
L'intento di Giuseppe Sarto era chiaro, ossia dare ai fanciulli la possibilità di ricevere la Sacra Comunione più spesso possibile, mantenendosi uniti a Gesù, che li avrebbe stretti al Suo cuore. Nel decreto "Quam singulari" del 1910 il pontefice di Riese spiega come "l'età della discrezione per ricevere la Santa Comunione è quella in cui il bambino conosce la differenza tra il Pane eucaristico e il pane ordinario e materiale e può quindi avvicinarsi all'altare con una giusta devozione". A lui il grande merito di aver portato Cristo ai bimbi e questi a Lui.
(*) Daniele Trabucco (Costituzionalista)
Daniele Trabucco (Costituzionalista)