C'è chi gioisce per un sogno acchiappato e chi piange per uno sfumato. Toyota concede il poker nella top class, Ferrari stravince in GT, mentre fra i prototipi LMP2 si consuma la delusione di Kubica
di Matteo Landi
Ultimo giro di corsa. Il pilota cinese Ye Yifei è al comando della classifica riservata alle vetture LMP2, prototipi meno prestazionali delle Hypercar, e al sesto posto assoluto. Si sta per consumare una bella storia. Quella di un equipaggio composto anche dallo svizzero Louis Delétraz e dal pilota di F1 Robert Kubica. Il polacco, riserva Alfa Romeo nella massima serie, può aggiungere una gemma ad un curriculum che vede spiccare un prezioso trionfo targato 2008, quando correva per BMW in F1, all'interno di una carriera interrotta dal terribile incidente che nel 2011 ha lasciato i segni sul suo fisico. Ma di certo non sul suo morale. Robert ha saputo reagire, e con tenacia ha saputo ricostruirsi una carriera. Sta per mettere la ciliegina sulla torta quando assiste dal box alla resa della sua vettura. Il prototipo, condotto per la fase finale di corsa da Ye, si ferma in pista. Mancano pochi chilometri, 24 ore sono alle spalle. La magia di Le Mans per loro si trasforma in un terribile incubo, mentre la loro Oreca viene superata dalla gemella del team WRT. Una parte del box esplode, per il successo di Robin Frijns, Ferdinand Hadsburg e Charles Milesi. Con loro festeggiano i vincitori assoluti Mike Conway, Kamui Kobayashi e José María López, capaci di portare al successo la Toyota, che festeggia la conquista della quarta Le Mans consecutiva, nell'anno del debutto dei nuovi prototipi Hypercar. Categoria che nel 2023 vedrà l'ingresso della Ferrari, finalmente decisa a voler competere per l'assoluta. Intanto la casa del Cavallino Rampante ha festeggiato un importante doppio trionfo fra le GT.
Ferrari festeggia un meraviglioso doppio trionfo
Se in F1 il piatto piange, è con le Gran Turismo che la Ferrari si toglie oggi grandi soddisfazioni. Nella categoria top, la GTE-PRO, la Casa di Maranello è stata ben rappresentata da due equipaggi: il n°51 composto da James Calado, Côme Ledogar e dall'italiano Alessandro Pier Guidi ed il n°52 formato da Daniel Serra, Miguel Molina e dal nostro Davide Rigon. La n°52 si è ben comportata fino a quando il cedimento di uno pneumatico non gli ha distrutto parte della carrozzeria costringendola ad una lunga sosta forzata. Più fortunata è stata la n°51 che, nonostante i tanti detriti presenti sulla pista a causa dei numerosi incidenti che hanno vivacizzato soprattutto la notte di Le Mans, non è incorsa in gravi inconvenienti. Pier Guidi si è reso autore di una gara magistrale. Sempre all'attacco, costantemente rapidissimo. Nelle prime ore le Corvette, più delle Porsche, sono state una spina nel fianco delle Rosse. Poi la Ferrari 51 di AF Corse ha fatto il vuoto. Neanche l'aggiustamento del Balance of Performance (in GT i commissari affibbiano handicap tecnici per livellare le prestazioni delle diverse vetture) avvenuto nel lungo weekend di gara ha tarpato le ali alla Ferrari 488. Porsche e Corvette niente hanno potuto contro lo strapotere delle Rosse. L'italiano di Tortona, classe 1983, già campione del mondo endurance nel 2017, ha così condotto in porto un trionfo che da lustro al Cavallino Rampante. A Maranello hanno gioito anche per il trionfo nella seconda categoria GT, la GTE-AM, arrivato grazie a Niklas Nielsen, Francois Perrodo ed al nostro Alessio Rovera, capaci di tenere a bada l'agguerita concorrenza Aston Martin. Un doppio successo prestigiosissimo per il Cavallino Rampante.
Avvio bagnato ed una notte insidiosa. Ancora una volta Le Mans regala emozioni e storie uniche
Già pioveva mentre John Elkann sventolava la bandiera al via di quella che per molti è la gara più importante del mondo. Mentre le gocce di pioggia bagnavano la giacca del Presidente Ferrari, le belve della Le Mans scalpitavano dietro la safety car. Al rientro della vettura di sicurezza la pista bagnatissima ha subito indotto molti piloti all'errore. Dei cinque prototipi della categoria regina due sembravano già fuori uso quando una delle due Glickenhaus ha tamponato la Toyota n°8. Se per la vettura giapponese non è stato difficile rimontare, più difficoltà ha avuto l'equipaggio dell'imprenditore statunitense. James Glickenhaus, produttore cinematografico, regista, imprenditore e grande collezionista di auto, ha coronato il sogno di veder competere delle vetture con suo nome nell'olimpo del motorsport e quando a fine gara le sue vetture hanno tagliato il traguardo in quarta e quinta posizione il vulcanico uomo d'affari americano ha salutato gli uomini del suo box con un applauso. Una pioggia fitta prima, ed una notte ricca di insidie poi, hanno messo in difficoltà le 61 vetture che hanno disputato la gara francese. In un brutto incidente è incappato l'equipaggio composto da Tatiana Calderón, Sophia Flörsch e Beitske Visser, costringendole alla resa. Ancora una volta resta imbattuto il record femminile del 1930, quando una vettura condotta da Odette Siko e Marguerite Mareuse transitò sotto la bandiera a scacchi in settima posizione. Molte sono state le vetture che nonostante brutte collisioni sono riuscite a tornare ai box per le riparazioni. Non è riuscito all'equipaggio italiano della Cetilar Racing, composto da Antonio Fuoco, Roberto Lacorte e Giorgio Sernagiotto. Un brutto schianto contro le protezioni ha gravemente danneggiato la loro Ferrari e per loro Le Mans è finita anzitempo. Nella categoria "Innovative Car" ha corso l'equipaggio della Association SRT41. Il team gestito dal quadriamputato racing driver Frédéric Sausset, ha condotto in pista una Oreca LMP2 opportunamente modificata per consentire agli ex-motociclisti Takuma Aoki e Nigel Bailly di disputare la gara, con Matthieu Lahaye, nonostante la loro disabilità. Un'uscita di pista ed una lunga sosta non ha impedito all'equipaggio di portare a termine la 24 ore in 32esima posizione.
Un avvio burrascoso, una notte difficile, poi un caldo mattino a scaldare uomini e motori. Alle 16 il sole bacia l'asfalto del Circuit de la Sarthe ma le emozioni sono quelle del lungo bellissimo tramonto. Grazie Le Mans, all'anno prossimo.