Bentornata Formula 1, bentornata Ferrari! Vince Vettel, davanti ad un Hamilton velocissimo. Raikkonen va sul podio. A Maranello hanno tanto lavoro da fare ma intanto cominciano con una bella sbornia australe.
di Matteo Landi
Il tempo dei fatti è arrivato. Fiumi di parole si sono sprecati durante un inverno di ipotesi, speranze, opportunità. Ma non a Maranello. Il silenzio "assordante" dei mesi che hanno separato l'ultima gara 2017 dalla prima di questa nuova stagione, è stato rotto solo da qualche dichiarazione di Marchionne riguardo la gestione della Formula 1 da parte dei nuovi padroni di Liberty Media, tenendosi invece abbottonato quando c'era da esprimersi sulla riscossa Ferrari che i tifosi tanto invocavano. Alle parole di Vettel ed Hamilton nel dopo qualifica del sabato, con l'inglese baldanzoso e sorridente che quasi si faceva burla della mimica facciale assente di Raikkonen, il più serio dei tre durante la press conference, sono seguiti i fatti. Ed i fatti ci hanno consegnato una Ferrari protagonista, festosa con Vettel vincitore e Raikkonen terzo dietro ad un cupo Hamilton che, arpionata la prima pole position dell'anno, sperava in qualcosa di meglio. Saranno tante le pole Mercedes quest'anno, perchè è la specialità di casa Hamilton e la Mercedes va forte, tanto forte. E' senza dubbio la vettura più veloce del lotto, ma la gara si gioca domenica e con queste nuove velocissime vetture dotate di un'aerodinamica estrema, sensibile in negativo alle scie, con le quali superare è divenuto ancor più difficile, la strategia è divenuta determinante. Al termine di questo Gran Premio d'Australia si contano pochi sorpassi, ma lo spettacolo, scaturito da una lotta sui decimi di secondo, da una tensione costante, da una lotta fra uomini, non è venuto meno. Quel tipo di spettacolo che è la vera essenza della Formula 1. La pista di Melbourne è particolare, un cittadino piuttosto veloce, atipico. I responsi di questa domenica non sono da prendere come oro colato e la vittoria Ferrari non significa che a Maranello lotteranno per il mondiale ma quant'è bello vedere la Rossa tagliare il traguardo davanti a tutti, quant'è stato bello sentire l'inno italiano cantanto a squarciagola dai meccanici della Scuderia. Bentornata Formula 1, bentornata Ferrari!
Vettel veloce, fortunato e più solido di Hamilton. Mercedes superiore ma non basta
La gara di oggi è stata l'ulteriore dimostrazione di quanto i risultati dei test invernali vadano presi con le molle. Dopo le prove di Barcellona gli addetti ai lavori vedevano favorita la solita Mercedes, con la Red Bull pronta a contendere il successo allo squadrone tedesco e la Ferrari terza incomoda. Vettel e Raikkonen avevano sparato dei temponi ma tanti davano merito del risultato all'utilizzo delle gomme più morbide della vasta gamma Pirelli di quest'anno e ad un carico di carburante irrisorio. La pole position stratosferica di Hamiton sembrava dar ragione all'opinione comune. L'inglese era riuscito a stare davanti ai due piloti Ferrari di 6 decimi, un distacco abissale per la Formula 1 odierna. Ma quanto lo specialista della pole aveva messo del suo e quanto era dovuto alla velocità della sua Mercedes? Difficile da dire, considerando che è venuta meno la prestazione del compagno Bottas, a muro nell'ultima parte delle qualifiche dopo un errore pacchiano, inaccettabile da uno che guida per i campioni del mondo in carica, dominatori dell'era power unit. Sicuramente i tanti che vedevano una Red Bull in palla si erano sbagliati riguardo alle performance Red Bull, ottime ma appena inferiori a quelle Ferrari: Verstappen si è dovuto accontentare della quarta posizione ad un soffio da Vettel, Ricciardo, penalizzato di tre posizioni in griglia per non aver rallentato a dovere in prova quand'era esposta la bandiera rossa, addirittura dell'ottava posizione. Ed in gara per gli alfieri della squadra austriaca è andata anche peggio. Verstappen, poco lucido fin dal via quando ha perso la posizione nei confronti della Haas di Magnussen, nel tentativo di sopravanzare il danese ha esagerato ed è finito in testacoda. Per lui tante sbavature in una gara che ha terminato sesto. Due posizioni dietro al compagno Ricciardo: solido, veloce, mai sopra le righe, l'australiano ha cercato di artigliare il podio, ma nel finale non è riuscito a superare un Raikkonen che ha fatto le spalle larghe, facendo valere la sua grande esperienza. Il finlandese è stato il vero asso nella manica Ferrari. Ad una Mercedes che ha corso con una sola punta, Bottas è partito quindicesimo ed ha tagliato il traguardo mestamente ottavo, ha fatto contraltare una Ferrari forte della presenza al vertice di entrambi i piloti. Raikkonen è partito bene ed ha lungamente tenuto il passo del leader Hamilton. Quando il pilota Ferrari è entrato ai box per il suo cambio gomme la Mercedes ha reagito immediatamente chiamando alla medesima operazione Hamilton. Vettel, fino a quel momento terzo, si è così ritrovato in testa. Il tedesco ha tenuto un buon ritmo ma la sua sosta ai box lo avrebbe fatto finire inevitabilmente alle spalle dell'inglese e del finlandese. Questo sarebbe successo in una gara "lineare" ma Melbourne riserva spesso sorprese, e l'imprevisto, la Haas di Grosjean ferma a bordo pista in posizione scomoda dopo un pit stop maldestro, è arrivato nel momento migliore per la Ferrari. Vettel ha potuto compiere il pit stop in regime di Virtual Safety Car, e l'obbligo per tutti a procedere ad andatura limitata gli ha permesso di uscire dai box davanti ad Hamilton.
Che finale! Bentornata Formula 1!
L'ultima parte di gara è stata un concetrato di emozioni. Il tedesco è rimasto lucido mentre Hamilton gli fiatava sul collo. L'inglese non poteva credere ai suoi occhi, davanti aveva la Rossa del rivale Vettel. Forte di una Mercedes ultracompetitiva aveva ancora molti giri per compiere quel sorpasso che non gli è poi riuscito. E' rimasto costantemente negli scarichi del leader ma nel momento di massima pressione è uscito di pista perdendo due preziosi secondi. Hamilton si è messo nuovamente alla caccia di Vettel ricucendo lo strappo in pochi giri. Nel finale è arrivata la resa dell'inglese, chiamato dal suo box a tirare i remi in barca per salvaguardare gli stanchi pneumatici (questo ufficialmente, ma si ipotizza un piccolo "problema" di motore) e la gara è finita con un Vettel festoso, a pugno alto nonostante uno scomodo ed invadente Halo, con i meccanici gioiosi al muretto ed un'alba rossa quasi insperata. A Maranello dovranno lavorare molto, c'è comunque da chiudere un innegabile gap prestazionale con Mercedes, ma gli strateghi ed i meccanici del box Rosso, ed i piloti Vettel e Raikkonen, hanno dimostrato che si può indurre all'errore Hamilton, per non parlare di Bottas, e sfruttare l'ostentata sicurezza di Wolff e compagni a proprio vantaggio.
Haas è la quarta forza del mondiale, ma spreca tutto. McLaren ne approfitta ed Alonso torna a sorridere
Oltre alla lotta al vertice è da rilevare la prestazione messa in mostra da due outsiders, di cui uno di lusso: Haas e McLaren. I primi hanno conquistato in qualifica una strepitosa terza fila, con Magnussen davanti a Grosjean. In gara entrambi i piloti sono partiti alla grande: Magnussen ha lungamente occupato la quarta posizione dando filo da torcere a Verstappen, inducendolo ad un errore da principiante. L'olandese non ha perso la sua proverbiale velocità ma resta un baby fenomeno, più baby che fenomeno. Anche Grosjean al via è scattato bene e si è fatto sempre più grande negli specchietti del compagno Magnussen quando Verstappen si è tolto di mezzo. Sembrava una gran domenica da ricordare per il team americano ma è divenuta un vero incubo: al box entrambi i piloti hanno vissuto la stessa sventura con i meccanici che hanno avvitato male un pneumatico. Tradotto: ritiro per entrambi ed enorme occasione gettata al vento. Grazie anche alle disavventure Haas in casa McLaren si è vissuto il ritorno nelle posizioni che contano: i vertici sono ancora un miraggio ma, come dice Alonso, con la power unit Renault adesso possono lottare. Quinto lo spagnolo, nono Vandoorne, due vetture a punti: bene così. Male invece la ex collaboratrice degli inglesi, la Honda, nuova partner della Scuderia Toro Rosso: nei test invernali sembrava aver trovato quell'affidabilità e quella prestazione che ancora non aveva raggiunto dal suo ritorno in Formula 1 ma la prima gara del 2018 riporta i giapponesi alle tensioni vissute negli ultimi anni. Hartley ha terminato la gara in ultima posizione, 15esimo, Gasly si è ritirato. In queste condizioni è impossibile comprendere quale sia il reale valore della vettura progettata da Toro Rosso. E' certo invece che in Honda dovranno lavorare alacremente se non vogliono deteriorare il loro rapporto con il gruppo Red Bull, considerando che la possibile futura join venture con la "squadra madre" sarà fatta solo se in questo 2018 performance ed affidabilità saranno a livelli accettabili.
Prossima tappa Bahrain
Con il primo Gran Premio alle spalle si dovrà attendere due settimane per vedere all'opera le nuove monoposto sul circuito del Bahrain: una pista completamente diversa da quella australiana. Lì ci faremo un'idea più precisa riguardo le prestazioni delle diverse vetture. Mercedes sarà sicuramente competitiva, impossibile non tenere conto di quanto visto a Melbourne. In Ferrari rimangono con i piedi per terra ma adesso sono sicuri di poterli battere. Intanto godiamoci questo dolce risveglio in Rosso.