Segnali di rallentamento dell'economia regionale. Il clima di fiducia è in leggero peggioramento e emergono le prime flessioni per la produzione, per il fatturato e gli ordinativi.
Unioncamere Emilia-Romagna: Si riscontra un rallentamento. È necessario proseguire con convinzione nel valorizzare le capacità distintive dei settori e delle imprese manifatturiere
Intesa Sanpaolo: Continua la crescita robusta del credito alle famiglie mentre si fermano i prestiti all'industria e calano i finanziamenti a medio-lungo termine per investimenti in macchinari, in conseguenza della debolezza del quadro economico
Confindustria Emilia-Romagna: L'economia regionale comincia a risentire del clima di fiducia in peggioramento. Occorre uscire dalla campagna elettorale permanente e dare certezze all'economia. Dal Governo ci aspettiamo interventi di medio e lungo periodo che puntino alla crescita e a far ripartire gli investimenti pubblici e privati
Nei primi tre mesi del 2019 emergono segnali di rallentamento per produzione, fatturato e ordini per l'industria manifatturiera. Performance positive per i settori legno e mobile, ancora segno positivo per industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto, stop nell'industria alimentare, flessione per metallurgia e lavorazioni metalliche, rosso per la moda.
Le esportazioni crescono, ma con un ritmo più lento.
È questa l'immagine dell'economia regionale che si evidenzia dall'indagine congiunturale sul primo trimestre 2019 sull'industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
In base ai risultati della rilevazione, si registra un rallentamento della dinamica produttiva delle piccole e medie imprese dell'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna che si riduce dello 0,7 per cento rispetto all'analogo periodo del 2018, con una chiara inversione di tendenza rispetto ai tre mesi precedenti (+0,6 per cento).
Così è anche per il valore delle vendite che si è ridotto dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018, subendo un'inversione di tendenza rispetto al risultato del trimestre precedente (+1,3 per cento), più marcata rispetto alla produzione.
Al rallentamento della dinamica della produzione e del fatturato, interno ed estero, e si è associato un appesantimento della tendenza negativa del processo di acquisizione degli ordini, che ha subìto una flessione tendenziale dell'1,9 per cento. Si tratta di un segnale prospettico piuttosto negativo. Anche i soli ordini pervenuti dall'estero hanno subito un ulteriore peggioramento rispetto del trimestre precedente (-0,4 per cento), accusando una flessione tendenziale dell'1,0 per cento.
Il grado di utilizzo degli impianti si è attestato al 76,3 per cento, un dato leggermente inferiore rispetto al livello del 77,8 per cento riferito allo stesso trimestre dell'anno precedente.
Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini risulta pari a 10,3 settimane, in calo rispetto al dato del trimestre precedente (10,9 settimane).
Riguardo ai settori, la crescita della produzione più rapida si riscontra nella piccola industria del legno e del mobile che registra l'aumento del fatturato (+1,8 per cento). Resta il segno positivo nelle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto. L'industria alimentare si arresta: il fatturato non riesce a salire più dello 0,2 per cento. Flette lievemente l'aggregato delle altre industrie manifatturiere, si riduce per la metallurgia e le lavorazioni metalliche, mentre è profondo il calo per il sistema moda che vive la peggiore condizione congiunturale tra i settori considerati, con un crollo della produzione (-5,8 per cento) e del fatturato complessivo (-4,6 per cento).
Riguardo alle classi dimensionali, la flessione è stata generalizzata, ma è apparsa marcata la correlazione positiva tra attività e dimensione d'impresa: l'andamento congiunturale è risultato meno grave al crescere della dimensione aziendale. In particolare, per le imprese minori la produzione è scesa del 2,2 per cento, mentre la flessione della produzione non è andata oltre un -0,7 per cento per le piccole imprese e un -0,3 per cento per le imprese medio-grandi.
Con riferimento ai dati diffusi dall'Istat, le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a circa 15.536 milioni di euro e hanno fatto segnare un incremento del 5,2 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'andamento regionale appare comunque notevolmente migliore rispetto a quello delle vendite all'estero del complesso della manifattura italiana (+1,9 per cento).
Il segno positivo ha prevalso in quasi tutti i settori. Il risultato regionale è da attribuire principalmente all' industria dei macchinari e delle apparecchiature, che ha realizzato il 28,5 per cento delle esportazioni regionali. Gli altri contributi più rilevanti sono stati quelli forniti dall'industria dei mezzi di trasporto con una crescita dell'8,4 per cento e dalle vendite all'estero dell'altra manifattura (+28,9 per cento). Seguono gli apporti della metallurgia e dei prodotti in metallo e della chimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche (+7,5 per cento). Risulta invece sostanzialmente fermo l'export delle industrie della ceramica e vetro (+0,1 per cento) e delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (+0,5 per cento). Segno rosso per il legno (-2,5 per cento).
A fare da traino alle esportazioni regionali di prodotti dell'industria manifatturiera sono i mercati d'Europa che coprono il 66,2 per cento del totale (+ 4,0 per cento), in particolare verso l'Unione europea, con una quota del 59,1 per cento (+5,2 per cento). Nell'area dell'euro si segnala la crescita più contenuta del mercato tedesco (+3,8 per cento), e francese (+2,3 per cento). Fuori dell'area dell'euro, prosegue il boom nel Regno Unito (+20,2 per cento). Al di fuori del continente europeo, crollo delle esportazioni verso il mercato turco (-34,2 per cento), effetto della crisi economica e della svalutazione della lira.
La crescita sui mercati americani non è andata oltre il 2,4 per cento, risultato determinato dalle vendite negli Stati Uniti (+2,7 per cento). L'export regionale si rafforza sui mercati asiatici (+14,0 per cento). In particolare le esportazioni destinate in Cina, dopo il rallentamento dei due trimestri precedenti, riprendono una frenetica corsa (+24,1 per cento). Segno rosso verso l'Oceania.
Secondo l'indagine Istat, l'occupazione dell'industria in senso stretto ha chiuso il primo trimestre a poco più di 548 mila unità, con una crescita del 7,57 per cento, pari a oltre 38 mila unità, rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso. Il risultato positivo è da attribuire sia agli occupati alle dipendenze, che sono risultati oltre 495 mila, con un aumento del 6,0 per cento, pari a quasi 28 mila unità, sia all'occupazione autonoma, che è salita del 7,0 per cento a quasi 47 mila unità.
Sulla base dei dati del Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2019, le attive dell'industria in senso stretto regionale, che costituiscono l'effettiva base imprenditoriale del settore, a fine marzo 2019 risultavano 44.535 (pari all'11,1 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 447 imprese (-1,0 per cento) rispetto all'anno precedente. La flessione è la meno ampia dal 2012.
«I risultati dell'indagine congiunturale confermano una fase di leggero rallentamento –dichiara Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna –. È quindi necessario proseguire con convinzione nel valorizzare le capacità distintive dei settori e delle imprese manifatturiere che rappresentano un elemento fondamentale per l'economia del territorio, attraverso azioni mirate a sostenerne la produttività e l'innovazione, per garantirne la competitività sui mercati. La manifattura storicamente partecipa in percentuale consistente alla creazione di valore aggiunto ed è un patrimonio prezioso di competenze delle aziende e del made in Italy».
A marzo 2019 il credito bancario in Emilia-Romagna, secondo l'analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha registrato il proseguimento della dinamica positiva dei finanziamenti alle famiglie consumatrici mentre i prestiti alle imprese si sono indeboliti ulteriormente, come conseguenza del calo dell'attività produttiva e dell'incertezza delle prospettive.
«Nonostante le condizioni di accesso al credito continuino ad essere favorevoli, le aziende emiliano-romagnole non sono immuni dalle tensioni commerciali internazionali. – commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – Di conseguenza, la pianificazione degli investimenti è stata condizionata da una diffusa incertezza sul medio termine. Un dato che è emerso chiaramente anche dalle evidenze del recente Monitor sui Distretti regionali. Ciò nonostante, l'Emilia-Romagna continua a porsi all'avanguardia nel panorama imprenditoriale nazionale. In tutto il 2018 infatti, Intesa Sanpaolo ha comunque erogato oltre 1 miliardo e 600 milioni di nuovo credito a medio-lungo termine, di cui il 58% alle imprese e il 42% alle famiglie».
Per il sistema bancario dell'Emilia-Romagna, il 2019 si è avviato con un ulteriore indebolimento dei prestiti alle imprese, risultati complessivamente stagnanti a marzo (-0,1% a/a il dato corretto per le cartolarizzazioni, meglio rispetto al -0,6% del sistema nazionale). In particolare, è proseguita la rapida frenata del trend dei prestiti all'industria la cui crescita si è fermata a marzo a +0,1% a/a, dopo una media 2018 del 4,1% (al netto delle sofferenze), restando comunque migliore rispetto all'andamento nazionale (-1,9% a/a a marzo 2019). Inoltre, dopo quasi 4 anni di incrementi senza soluzione di continuità, i finanziamenti a medio-lungo termine destinati agli investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto, sono tornati in negativo, con una variazione del -4,0% a/a a marzo, che conferma i primi segni di indebolimento emersi a fine 2018. In Emilia-Romagna, il calo è stato più marcato rispetto a quanto emerso a livello nazionale e nel Nord-Est (-0,8% a/a e -2,3% rispettivamente a marzo 2019). A livello provinciale, la riduzione dei prestiti per investimenti in macchinari è diffusa, con l'eccezione di Bologna, che si conferma continuativamente in crescita (+2,2% a/a), e di Parma (+7,1%), che presumibilmente risente del trascinamento della ripresa emersa a metà 2018. All'opposto, la contrazione è molto forte a Piacenza, Modena e Forlì-Cesena (-13,3% a/a, -10,6% e -9,8% nell'ordine), che si sono confermate le più deboli, seguite da Ravenna e Rimini (-8,8% e -8,3%). Reggio Emilia e Ferrara hanno mostrato un calo più moderato (-3,5% a/a e -4,6%).
Una crescita robusta continua a caratterizzare lo stock dei prestiti alle famiglie consumatrici che, trainato dai mutui e dal credito al consumo, anche a marzo 2019 ha visto un ulteriore rafforzamento della dinamica a +3,0% a/a in Emilia-Romagna. In particolare, i prestiti per acquisto abitazioni hanno accelerato leggermente a +2,6% a/a, rispetto al ritmo medio del 2,1% nel 2018. L'andamento è sostenuto dalla crescita delle erogazioni di mutui residenziali, rimasta a due cifre in Regione anche nel 1° trimestre 2019, pari a +17,7% a/a, una dinamica superiore alla media nazionale, che ha subito un forte rallentamento a +1,2%. L'andamento delle erogazioni di mutui è coerente con la crescita delle compravendite di immobili residenziali, pari a +11,4% a/a in Emilia-Romagna nel 1° trimestre 2019, più forte del sistema nazionale (+8,8% a/a). Gli stock di mutui sono cresciuti in tutte le province, addirittura del 4,1% a/a a Bologna che resta la più dinamica, seguita a distanza, ancora una volta, da Forlì-Cesena e Modena col +2,6%. Una solida dinamica, ancorché più moderata, è evidente per Piacenza e Parma (+2,3% a/a). Reggio-Emilia (+1,6%), Ravenna e Rimini (entrambe col +1,4%) confermano una crescita dello stock di mutui più contenuta. Ferrara consolida il recupero emerso a fine 2018, col +1,7%.
Nei primi mesi del 2019 si sono consolidati i risultati conseguiti nel 2018 nella riduzione dei rischi del sistema bancario dell'Emilia-Romagna. Nel 1° trimestre, il ritmo di emersione delle sofferenze delle imprese si è stabilizzato sull'1,9% (annualizzato) raggiunto nell'ultimo quarto del 2018, il valore più basso da metà 2009 e chiaramente sotto la media nazionale. Dal lato dello stock di sofferenze, sono state realizzate ulteriori riduzioni. In Emilia-Romagna le sofferenze delle imprese sono scese a marzo 2019 all'8,6% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, livello confermato ad aprile, con un calo di 0,9 punti percentuali rispetto a fine 2018, restando su valori più bassi della media nazionale (9,4% a marzo e aprile).
«I numeri dell'economia regionale – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – confermano i timori sul rallentamento della crescita che avevamo già evidenziato l'anno scorso. I primi mesi del 2019 sono caratterizzati da un peggioramento del clima di fiducia, su cui influiscono negativamente, oltre alle debolezze strutturali del Paese, la campagna elettorale permanente e una lettura dei fenomeni economici condizionata dal continuo scontro politico. In questa fase occorre dare certezze all'economia e alle imprese. Dal Governo ci aspettiamo in tempi rapidi politiche industriali che puntino a far ripartire gli investimenti pubblici e privati e costruire una visione di medio e lungo periodo per la crescita del Paese».
Secondo il Centro Studi Confindustria le condizioni dell'economia italiana restano deboli: la produzione industriale ha un andamento negativo, i consumi interni non accelerano, l'export cresce a ritmi più bassi, gli investimenti risultano in flessione soprattutto in ragione di aspettative e fiducia in peggioramento.
La perdita di slancio del commercio internazionale si ripercuote sulle esportazioni dell'Italia e dell'Emilia-Romagna, che ancora tengono ma che, insieme ad un andamento della domanda interna molto debole, fanno aumentare il rischio di un ulteriormente rallentamento.
«Per l'Emilia-Romagna – conclude il Presidente di Confindustria regionale Ferrari − prevediamo certamente una tenuta migliore rispetto alla media del Paese, anche se la forte esposizione ai mercati internazionali e il peso che l'export ha sulla crescita regionale non consentono di abbassare la guardia».
La decisione del Cda al termine dell'assemblea dei soci di Modena. Presentato il nuovo logo della cooperativa leader nei servizi integrati di facility.
Reggio Emilia, 1 luglio 2019 – Roberto Olivi è stato confermato presidente di Coopservice per i prossimi tre anni. Lo ha stabilito il consiglio d'amministrazione della cooperativa, che si è riunito al termine dell'Assemblea dei Delegati di sabato 29 giugno, a Modena.
Olivi, 58 anni, è presidente di Coopservice dal 2010. Laureato in economia all'Università di Modena, è entrato in Coopservice sin dalla sua nascita, nel 1991. All'interno della cooperativa ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali: responsabile area Igiene e Sanificazione; direttore della divisione Sicurezza; Direttore Generale. Olivi è anche presidente di Servizi Italia, membro del Consiglio Territoriale Centro Nord di Unicredit e della direzione nazionale di Legacoop.
L'assemblea dei delegati ha provveduto al rinnovo parziale del Cda. Oltre a Olivi sono stati confermati: Marco Cozzolino, Andrea Di Gennaro e Gavino Satta. Tre i nuovi ingressi: Antonio Paglialonga, Luca Baracchi, Lucia Chiatti. Il Cda della cooperativa è composto in maggioranza da donne.
Nel corso dell'assemblea dei soci è stato presentato il nuovo logo della cooperativa, che richiama i valori strategici di Coopservice: la centralità delle persone e l'identità cooperativa, la propensione all'innovazione, la sostenibilità ambientale e sociale.
Il Gruppo Coopservice, che comprende anche Servizi Italia, quotata in Borsa, ha chiuso il 2018 con un fatturato di 933 milioni di euro (+8,2%) e 22.214 occupati (+6,9%).
Martedì 2 luglio, ore 21 Bologna, Chiostro di San Domenico, Piazza di San Domenico 13 EUROPA, CONFINI NAZIONALI E BARRIERE LOCALI con Marta Dassù e Angelo Panebianco.
Bologna
L'ultimo appuntamento di questa nona edizione delle Serate nel Chiostro, in collaborazione con il Centro San Domenico, è martedì 2 luglio alle ore 21.00 con Marta Dassù e Angelo Panebianco che discutono di "Europa, confini nazionali e barriere locali". In questo dialogo lo sguardo si sposta sugli ostacoli all'integrazione, sui condizionamenti esterni e sui vincoli interni all'Unione. La formazione dei due relatori, specialisti nell'area delle Relazioni internazionali, li porta a prendere in considerazione le dinamiche globali che condizionano le politiche europee e il posizionamento dell'Unione nello scacchiere internazionale.
"Europa, forza gentile" è il titolo di questa edizione della rassegna che si svolge nel suggestivo Chiostro di San Domenico, tre serate per riflettere, a poche settimane dalle Elezioni europee, sull'Europa e sull'Occidente, al bivio della nostra tradizione democratica che deve scegliere la strada per un'Europa forte e gentile.
Marta Dassù è Senior Advisor, European Affairs, The Aspen Institute e direttrice di Aspenia, la rivista di Aspen Institute Italia. È stata Viceministro italiano agli Affari Esteri dal novembre 2011 al febbraio 2014. È membro del Consiglio di Amministrazione di Leonardo, Trevi Finanziaria, Fondazione Eni Enrico Mattei e Falck Renewables. È Vice Presidente del Centro Studi Americani. Fa parte del Comitato Direttivo dell’Istituto Affari Internazionali; siede nel board del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti e dello European Council on Foreign Relations; è membro del Comitato Scientifico della LUISS School of Government di Roma. Editorialista de La Stampa e autrice di vari saggi e libri, tra i quali ricordiamo Mondo privato e altre storie (Bollati Boringhieri, 2009) ed Europa sfida per l'Italia (Luiss University Press, 2017).
Angelo Panebianco è stato professore ordinario di Scienza politica all’Università di Bologna dove ha tenuto corsi di Geopolitica e Relazioni internazionali. È autore per il Mulino, fra gli altri, di Modelli di partito (1982, pubblicato in sei lingue), L’analisi della politica(a cura di, 1989), Le relazioni internazionali (1992), Guerrieri democratici (1997), Il potere, lo stato, la libertà (2004), L’automa e lo spirito (2009), nel 2019 è uscito All'alba di un nuovo mondo (insieme a S. Belardinelli). Da trent’anni è editorialista del «Corriere della Sera».
Le serate sono gratuite e aperte fino a esaurimento dei posti disponibili.
Gli incontri sono prenotabili agli indirizzi //Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo./ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per evitare la fila di ingresso sarà possibile ritirare prima dell'evento il biglietto al Centro San Domenico dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 13 in Piazza San Domenico 12, e dalle ore 15 alle 18 presso la portineria del Convento di S. Domenico, Piazza San Domenico 13.
In caso di maltempo gli incontri si terranno nella Sala Bolognini del Centro San Domenico.
Per tutte le serate sarà possibile parcheggiare su Piazza San Domenico - lato sinistro della Basilica.
di Mario Vacca Parma 30 giugno 2019 - La procedura di allerta è una delle novità più importanti introdotte con il nuovo codice della crisi e dell'insolvenza di impresa che è volta ad individuare un'emersione anticipata della crisi allo scopo di evitare la dispersione del patrimonio aziendale e la genesi di problemi a tutta la filiera.
Tali misure di allerta sono state introdotte affinché le imprese adottino in maniera del tutto autonoma le misure occorrenti per rimuovere le cause della crisi mediante una riorganizzazione dell'attività aziendale.
L'articolo 14 del codice della crisi impone agli organi di controllo societari l'obbligo di verificare che l'organo amministrativo monitori costantemente l'adeguatezza dell'assetto organizzativo dell'impresa, il suo equilibrio economico finanziario e il prevedibile andamento della gestione, nonché di segnalare immediatamente allo stesso organo amministrativo l'eventuale esistenza di fondati indizi della crisi.
Alla base di questo "sistema di allerta" è stato previsto un obbligo di segnalazione sia da parte degli organi di controllo interno societario sia da parte dei creditori pubblici qualificati individuati nell'Agenzia delle Entrate, nell'Istituto della previdenza sociale e nell'agente della riscossione delle imposte.
Per quanto concerne gli assetti organizzativi si tratta di predisporre una sorta di manuale, approvato dall'organo amministrativo, che descriva modalità e controlli da predisporre ai fini identificare tempestivamente l'eventuale esistenza di squilibri gestionali che porterebbero l'azienda in crisi. L'esperienza e le specifiche situazioni che affronterà l'impresa nel corso della gestione permetteranno di aggiornare continuamente siffatto documento; Si può affermare in pratica che trattasi di regole di buon governo dell'impresa e di modelli procedimentalizzati (coerenti, idonei e controllabili) per salvaguardare la continuità aziendale.
L'organo di controllo interno è obbligato a instaurare un dialogo efficiente con l'organo amministrativo al fine di individuare tutte le soluzioni possibili per evitare la crisi d'impresa o per apportare adeguate modifiche gestionali laddove si individuassero fondati indizi della genesi della crisi; nell'ipotesi che l'organo amministrativo non risponda adeguatamente gli organi di controllo sono tenuti ad attivare la procedura di allerta «esterna» mediante sollecita ed idonea segnalazione all'organismo di composizione della crisi d'impresa.
La segnalazione tempestiva, da parte dell'organo di controllo all'organismo di composizione della crisi, comporta l'esonero dalla responsabilità solidale degli organi di controllo societari per le conseguenze pregiudizievoli poste in essere dall'organo amministrativo in difformità dalla prescrizioni ricevute.
Ulteriori obblighi nascono anche in capo ai creditori pubblici qualificati quali l'Agenzia delle Entrate, la quale è sanzionata dall'inefficacia del titolo di prelazione spettante ai crediti del quale essa è titolare, qualora non attivi tempestivamente la segnalazione all'organismo di composizione della crisi d'impresa.
Riguardo all'Agenzia delle Entrate, il legislatore ha ritenuto opportuno monitorare il solo debito Iva, facendo riferimento ai debiti iva scaduti e non versati pari ad almeno il 30% dei volumi di affari del periodo a cui si riferisce l'ultima liquidazione. Per l'Inps si è fatto riferimento ad un ritardo di oltre sei mesi nel versamento di contributi previdenziali di ammontare superiore alla metà di quelli dovuti nell'anno precedente, in ogni caso superiore ad euro 50.000; Ai fini dell'Agente della Riscossione si è tenuto conto dei compiti ad esso affidati e dei tempi necessari per la sua attivazione, pertanto l'inadempimento viene ritenuto rilevante quando la sommatoria dei crediti affidati per la riscossione limitatamente ai crediti autodichiarati o definitivamente accertati e scaduti da oltre novanta giorni superi, per le imprese individuali, la soglia di euro 500.000 e, per le imprese collettive, la soglia di euro 1.000.000.
Con le limitazioni degli istituti bancari nella concessione di credito alle imprese a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, molte imprese hanno ritenuto opportuno ricorrere al finanziamento tributario, ovvero alla sospensione o alla rateizzazione – sovente dell'iva – delle imposte tributarie al fine di procurare la liquidità necessaria per la sopravvivenza dell'impresa. Con il codice appena promulgato e gli obblighi sorti in capo ai creditori pubblici qualificati, le imprese troveranno ulteriori difficoltà nel reperimento della liquidità necessaria al buon governo dell'impresa.
Al riguardo di rende sempre più necessario un "navigatore digitale" della conduzione aziendale, un buon comandante e tanta formazione.
Editoriale: - E' proprio vero che mangiano i bambini? - atte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita. - Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole. -Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!" -
SOMMARIO Anno 18 - n° 26 30 giugno 2019
1.1 editoriale - E' proprio vero che mangiano i bambini?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati instabili e probabili sorprese dagli acreaggi USA.
7.1 vino e agrofarmaci Vino, l'Informatore Agrario: per i vitigni resistenti meno della metà degli agrofarmaci usati sui convenzionali
7.2 sport eventi Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!"
8.2 meccanizzazione e fiere Querelle Eima-Sima: FederUnacoma fa esposto al Cema
9.1 ambiente Consorzio Emilia Centrale, bilancio ok passa all'unanimità l'esame-voto del nuovo Consiglio
9.2 mangimi Emilcap, anno da record di produttività e ricavi per il non OGM
10.1 ambiente Bonifiche, gli interventi in montagna
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Nella culla dei sistemi educativi per l'infanzia è emersa una storia "horror" che ha dell'incredibile e del mostruoso. Il precedente fiorentino del "Forteto" non ha insegnato nulla?
di Lamberto Colla Parma 30 giugno 2019 - L'incredibile storia "Horror" si è sviluppata proprio nel luogo d'eccellenza mondiale per l'assistenza e l'educazione dei bambini.
Il sistema degli "asili" di Reggio Emilia è rinomato in tutto il mondo e da ogni continente vengono in pellegrinaggio alla città del tricolore per apprendere il sistema educativo timbrato Reggio Emilia. (RAI News).
Certamente quello che è emerso a Bibbiano e dintorni (Reggio Emilia) sembra uscito dalla mente di un "giallista noir" con i fiocchi. Dalla location, Reggio Emilia, la culla di un approccio educativo che pone al centro il bambino come portatore di diritti ben precisi, ai metodi utilizzati per sottrarre i figli alle famiglie d'origine per destinarli a altri, "amici" compresi.
Dall'alterazione dei disegni dei bambini con l'introduzione di immagini pornografiche sino al lavaggio del cervello durante le sedute di psicoterapia anche con l'uso di impulsi elettrici, spacciati ai piccoli come "macchinetta dei ricordi". Un sistema che avrebbe "alterato lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari".
Ma non è tutto, pare addirittura, che in alcuni (almeno due) casi i bimbi venissero sottoposti a sevizie proprio nelle nuove destinazioni affidatarie.
Produzione di false relazioni, terapeuti travestiti da personaggi "cattivi" delle fiabe in rappresentazione dei genitori, induzione di falsi ricordi di abusi sessuali generati attraverso impulsi elettrici per alterare lo stato della memoria dei piccoli in prossimità dei colloqui giudiziari.
E' questo il quadro delineato dai Carabinieri di Reggio Emilia scaturito dalla indagine "Angeli e Demoni" sulla rete dei servizi sociali della Val D'Enza, nel Reggiano.
Per ora sono 18 le persone indagate tra i quali anche il primo cittadino di Bibbiano (PD), finito agli arresti domiciliari insieme alla responsabile del servizio sociale integrato dell'Unione di Comuni della Val d'Enza, una coordinatrice del medesimo servizio, un'assistente sociale e due psicoterapeuti di una Onlus di Torino.
Nemmeno la fantasia popolare più radicale, come quella appunto che è riuscita a trasmettere in tutto il mondo la leggenda che i "Comunisti mangiano i bambini" avrebbe potuto pensarla meglio, o peggio a secondo del punto di vista.
Una situazione impossibile da credere per le atrocità indotte a dei piccoli marmocchietti innocenti e a degli altrettanti innocenti genitori ai quali sono stati sottratti i loro affetti con accuse false e infamanti di stupro e o di tossicodipendenza.
Un quadro da brividi soprattutto se la sceneggiatura si pensa contestualizzata nella civilissima "emilia", culla della cultura, dell'educazione civica, del tricolore e della solidarietà.
Nel caso i fatti venissero accertati, e passati in giudicato, già perché la speranza che tuto quanto descritto sia solo un incubo e come tale svanisca, allora la pena dovrà essere certa e senza sconti.
Gli "orchi" col colletto bianco devono essere emarginati per sempre da questa società.
A proposito, dello scandalo fiorentino del "Forteto" non si sente più nulla...?
(Immagine copertina: La Democrazia cristiana a difesa dei bambini contro il comunismo. Manifesto (1948). Immagine tratta dal libro di Stefano Pivato (Il Mulino "Madre salva i tuoi figli! dal Bolscevismo, Vota Democrazia Cristiana)
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(Bomarzo - Parco dei Mostri)
di Mario Vacca, Parma 23 giugno 2019 - Il Nuovo istituto delle procedure di allerta può costituire l'occasione per introdurre una vera cultura imprenditoriale volta a valorizzare il ruolo dell'imprenditore e dei suoi manager.
Il codice della crisi d'impresa oltre a disciplinare e migliorare istituti già esistenti tenta di prevenire le condizioni su cui si fonda la crisi e l'insolvenza individuando nelle procedure di allerta e nella composizione degli OCRI (Organismo di composizione della crisi d'impresa) la soluzione ideale, situazione che nella realtà modifica articoli del codice civile.
Il legislatore da individuato dei parametri per capire quando l'impresa è in crisi ed obbliga l'impresa ad assumere idonei modelli organizzativi con adeguati sistemi di controllo. Le procedure di allerta sono finalizzate all'emersione anticipata della crisi e salvaguardare la continuità aziendale. Si chiede all'imprenditore di non aspettare il momento nel quale ci sarà l'insolvenza nel tentativo di diminuire le simulazioni di una continuità che non esiste, chiarendo una volta per tutte che la crescita di fatturato non finanziato è l'anticamera dell'inferno.
Il legislatore ha demandato al consiglio nazionale dei dottori commercialisti l'individuazione degli indici generali che ogni impresa dovrà adottare ma ha previsto già delle valvole di sicurezza per evitare indicatori troppo rigidi, consentendo alle imprese di elaborare indici personalizzati attestati da un professionista, inserendo le giustificazioni in nota integrativa. Ha anche individuato alcune categorie di imprese che necessitano di indici particolari (startup innovative, società in liquidazione, società costituite da meno di due anni, Pmi innovative). Tutti individuati entro dicembre 2019 ed inseriti nella nota integrativa del bilancio al 31/12/2019.
In pratica i sistemi introducono aspetti organizzativi ed operativi. I primi risponderebbero alla domanda di cosa deve fare l'imprenditore per organizzare adeguatamente l'impresa e quindi tentare di fare un auto analisi per comprendere come organizzare al meglio attività di gestione, mentre l'aspetto di tipo operativo sarebbe dotarsi di un sistema di rilevazione del rischio crisi con l'utilizzo di indicatori che andranno ad analizzare squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario al fine di evidenziare la sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e quindi delle prospettive di continuità aziendale. Gli indicatori dovranno sicuramente tener presente anche aspetti qualitativi come l'onorabilità dei vertici, il settore in cui opera l'azienda, presenza o meno di incentivi pubblici, etc ed andranno letti in senso negativo, ovvero evidenziando l'impossibilità di una continuità.
La norma detta le disposizioni di modalità organizzative e di composizione dell'organismo (OCRI) volto a gestire le procedure di allerta e le modalità di individuazione dei parametri tesi ad individuare l'insorgere della situazione di crisi. Ai sensi dell'Art. 19 del codice il debitore può formulare Istanza all'OCRI – segnalazione che può pervenire anche dagli organi di controllo societari (sindaci o revisori) o da creditori pubblici qualificati - affinché l'Organismo fissi un termine non superiore a tre mesi – prorogabile fino ad un massimo di ulteriori tre mesi solo in caso di positivi riscontri delle trattative – per la ricerca di una soluzione concordata della crisi d'impresa, incaricando il relatore di seguire le trattative. I creditori hanno il dovere di collaborare lealmente con il debitore e con i soggetti preposti alle procedure di allerta e composizione assistita della crisi e di rispettare gli obblighi di riservatezza sulla situazione del debitore e sulle iniziative assunte .
Il legislatore ha posto l'accento sulla riservatezza in quanto da più parti ci si è resi conto che una delle cause per cui l'emersione della crisi non è tempestiva e si evidenzia quando ormai è troppo tardi è la paura dell'imprenditore nel pubblicizzare la condizione dell'azienda a clienti e competitors con le conseguenza che tali esternazioni potrebbero comportare a livello di credibilità.
Gli strumenti di allerta e le procedure di composizione della crisi devono diventare l'occasione per lo sviluppo di una cultura volta ad una maggiore responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti nella vita aziendale, dall'imprenditore alle banche passando per i creditori onde valorizzare la natura negoziale di questi processi, introducendo efficienza e rapidità indotta da capacità decisionale fatta di competenza e professionalità.
A questo fine si ritiene che divenga centrale il ruolo di professionisti esperti nel controllo di gestione e nella risoluzione di crisi d'impresa che affianchino l'imprenditore nelle scelte strategiche e nella conduzione operativa dell'azienda.
Misura di Allerta – Un sistema dal quale non si scappa, che porta il debitore a scoprire le carte da subito.
Editoriale: - . Più popolare di lui, solo George Washington - Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa. - Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea -FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool". - Nuovi Obblighi del Made in Italy-
SOMMARIO Anno 18 - n° 25 23 giugno 2019
1.1 editoriale
Più popolare di lui, solo George Washington
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte sempre più su, il burro non arresta la caduta. Grana: qualche novità
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa.
7.1 sicurezza alimentare Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea
7.2 sport eventi FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool".
8.2 italian sounding Nuovi Obblighi del Made in Italy
9.1 sanità e zanzare Sanità. Stop alle zanzare
10.1 eventi export Il Parmigiano Reggiano vola a New York
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Chissà se George Washington, con il quale Trump dichiara di condividere il medesimo tasso di popolarità, utilizzasse Twitter alla pari del miliardario presidente. Con "manteniamo grande l'america, Trump ha dato il via alla nuova campagna elettorale.
di Lamberto Colla Parma 23 giugno 2019 -
Donald Trump ha avviato ufficialmente la campagna elettorale per la conquista di un secondo mandato presidenziale, con la stessa veemenza che l'ha contraddistinto nella prima e nel corso del suo primo esercizio presidenziale.
Keep America Great.
Manteniamo grande l'America è il nuovo slogan con il quale il tycoon statunitense ha marchiato la campagna elettorale 2020 a sottolineare come con lui gli Stati Uniti siano tornati grandi e rispettati nel mondo.
E da questo punto di vista non si può certamente smentire. In Politica estera gli USA sono tornati prepotentemente alla ribalta in ogni questione e in modo molto diretto da parte dello stesso presidente. In modo molto provocatorio con dichiarazioni spesso ben poco diplomatiche, Donald Trump è intervenuto a gamba tesa in ogni situazione delicata in ogni angolo della terra, dalla questione coreana al caos diplomatico europeo, prendendo di petto la politica espansionistica cinese piuttosto che la questione mediorientale e l'avversario iraniano accusato di essere lo Stato destabilizzatore dell'area.
Però, a ben osservare, a differenza dei suoi predecessori, a fronte di toni infuocati, non ha fatto sparare un solo proiettile, al massimo ha fatto fare qualche gretto alle sue portaerei ma null'altro.
E non è cosa di poco conto per un capo di stato considerato un guerrafondaio irresponsabile e dipinto dai suoi detrattori e dalla maggior parte dei media un soggetto inaffidabile.
Non fece in tempo a "salire in cattedra" che subito i poteri forti e tradizionali statunitensi si scateenarono contro di lui cercando di minare dalla base la sua presidenza. Il potente procuratore generale , forte della complicità del capo dell'FBI al quale a più riprese si affiancarono altri dello stesso staff presidenziale, non riuscì a portare a conclusione le accuse. Lo scorso marzo, in una infrmativa al Congresso americano, il ministro della Giustizia Usa, William Barr e il suo vice, Rod Rosenstein,hanno scritto che il procuratore speciale, Robert Mueller, non ha trovato prove di cospirazione di Donald Trump e del suo staff con la Russia per interferire sulle presidenziali del 2016. Non sono state inoltre riscontrate prove sufficienti per incriminare il presidente per ostruzione della giustizia, ma l'inchiesta "neanche lo esonera".
Con quella ultima frase sibillina i detrattori di Trump si sono lasciati aperti la porta per proseguire nell'opera di demonizzazione del Presidente e contrastare la avanzata a un secondo mandato presidenziale.
La popolarità di Trump in effetti è sempre stata elevatissima, popolare nella vasta periferia degli USA, il miliardario è invece osteggiato nei "palazzi" nei grandi centri urbani. Per ora il popolo ha vinto e il tycoon l'ha premiato portando la disoccupazione al valore più basso della storia economica a stelle e strisce.
Così come George Washington, con il quale divide la popolarità, sconfisse gli inglesi, Donald Trump vuol sconfiggere i suoi oppositori interni e i tre quarti del mondo. Certo, che con tutto qello che ha subito in questi primi tre anni di presidenza, avere ancora tanto entusiasmo fa pensare che sia "pazzo" o al contrario molto più intelligente e forte di quanto cerchino di farci credere.
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di Guido Zaccarelli Mirandola 22 giugno 2019 - Illusione e delusione hanno la stessa radice nel gioco, la dimensione ludica nella quale spesso l'uomo si ritrova nel corso della propria vita. Il prefisso "il" ci porta all'interno del gioco mentre il prefisso "del" invita ad uscire. Il gioco diventa il terreno fertile per aspettare qualcosa, che dipende dagli altri, ai quali le persone spesso fanno ricadere le proprie responsabilità, nel caso di mancata adesione alle loro aspettative. Una mancata vincita al gioco, una partita di calcio persa all'ultimo secondo, un esame che non ha prodotto gli esiti sperati.
Momenti nei quali ognuno di noi si è certamente imbattuto nel corso della propria vita, come nel caso di una persona che afferma di essersi messa in gioco partecipando ad una prova, e non superandola, è rimasta profondamente delusa dal risultato. A questo punto si chiede il perché e afferma che le persone avanzano a forza di conoscenze e spintoni.
Come si nota, non c'è nessun riferimento al motivo che ha portato al mancato successo. La delusione è un sentimento negativo che le persone provano e attribuiscono spesso ad altri, liberandosi dal peso della responsabilità sperando che questo consenta di vivere più serenamente la quotidianità, perché si liberano del senso di colpa. Non è facile attribuire a se stessi il peso della sconfitta. L'analisi del testo riferito al caso sopra riportato, pone in evidenza come la persona si sia messa in gioco, (illusione) partecipando ad una prova e non avendola superata (non era preparata, non specifica) è uscita sconfitta (delusione), attribuendo ad altri il mancato superamento dell'esame. Il gioco è regolato da principi e da regole ben precise e per praticarlo occorrono conoscenze, competenze e saperi i quali opportunamente combinati sono in grado di accompagnare l'uomo verso il risultato finale.
Mettersi in gioco significa" mettersi alla prova", e come tale, essere sottoposti ad un giudizio altrui che per natura è frutto di coincidenze che spesso sfuggono al controllo soggettivo e ad una analisi reale della situazione, perché il gioco, qualsiasi esso sia, è sempre immerso nell'alveo della competizione, sia che si affronti nella dimensione ludica che professionale: una gara tra amici al bar, una competizione agonistica o partecipare ad un esame dove il risultato finale prevede l'accesso al mondo del lavoro.
È l'uomo che sceglie, in base al contesto, il valore associato al risultato finale, mescolando tra loro stati situazionali soggettivi e oggettivi che sono frutto del momento e della circostanza e non osservati con occhio critico. In ogni caso l'illusione e la delusione, in misura diversa, intervengono sempre nella fase in cui viene espresso il verdetto finale condizionando gli stati emotigeni della persona e lo spettro dell'aspettativa.
La parola aspettativa, nella sua etimologia latina, è formata dal prefisso ex, che significa fuori, e spectare che porta l'uomo a guardare fuori dal tempo presente, nel quale sta vivendo la realtà che lo circonda, proiettando l'immagine di sé in un'altra dimensione temporale, un mondo possibile, la cui esistenza è vera solo in presenza della condizione se: «se è vero, allora»: è vero che se partecipo al concorso lo vinco e posso accedere al lavoro?. È vero nel caso in cui è presente un mondo di cui le persone immaginano l'esistenza, dove ipotizzano che le cose possono accadere e nel quale riversano tutte le proprie speranze e aspettative. Se ottengo il lavoro tanto ambito ecco che l'illusione abbandona la strada del mondo reale per entrare nel mondo possibile, che a sua volta diventa reale per la presenza di luoghi e di persone che vivono il tempo di una nuova esistenza. Anche nel mondo possibile è presente l'illusione e la delusione perché è vissuta da uomini che decidono le regole del gioco. La delusione delle persone affiora anche quando non vengono rispettate le regole del gioco, modificando le aspettative dei partecipanti che vivono l'attesa come un momento di grande illusione, per accorgersi al termine che il risultato finale non corrisponde ai precetti iniziali.
Contesti diversi che prendono strade diverse e che portano entrambe a vivere la delusione. La delusione si vince con il coraggio del fare quotidiano, allontanandosi dall'illusione che limita l'azione dell'uomo e con la saggezza del fare popolare che offrono entrambi strumenti di grande opportunità per cambiare la strada intrapresa e aprire le porte a nuove aspettative, consapevoli dell'opportunità offerta dal momento e del fatto che la strada non è sempre in discesa, (illusione) ma anche in salita (delusione) e occorre affrontarla, perché una volta raggiunta la sommità, il panorama che si osserva è unico in ogni suo aspetto.
L'attesa invita l'uomo a dare l'opportunità al tempo di respirare, di prendere fiato, e donare all'aspettativa il valore che si aspetta di ricevere e di evitare di addossare agli altri il mancato raggiungimento della vetta perché è tutto nella mani dell'uomo. Per scalare la montagna bisogna attrezzarsi, come raggiungere le profondità delle acque marine. Aspettare l'aspettativa è vivere l'attesa per prepararsi al meglio ad affrontare il viaggio, e sarà un successo.
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Maria Luisa Gatti, etimologia e Filosofia, Strategie comunicative del filosofo nel «Cratilo di Platone, 2006
Aristotele, Metafisica, Volume 3 a cura di Giovanni Reale, Vita e pensiero, 1993
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaP/platonejhkldfvcmxxsw.htm
https://www.soluzionidimpresa.it/Active_Learning/mod/resource/view.php?id=17
http://www.filosofico.net/cratilo.htm
https://www.studentville.it/appunti/vita-e-filosofia-di-cratilo/
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)