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La Crociera dell'Ospedale Vecchio si trasforma in galleria culturale. Un'importante opera di valorizzazione e riqualificazione di un luogo dal prezioso valore simbolico per l'Oltretorrente e per tutta la città, in vista di Parma 2020.

Parma -

Dopo la demolizione delle Aule Rosse dell’Università di Parma di circa due settimane fa, sono iniziati da un paio di giorni i lavori di valorizzazione e riqualificazione della Grande Crociera dell’Ospedale Vecchio

L’ingente intervento rientra nell'ambito del progetto integrato denominato: “Il futuro della memoria – Costruzione di percorsi nel tempo e nella contemporaneità: arte, ricerca e tecnologia digitale”, promosso dal Comune in collaborazione con l'Università degli Studi di Parma, in vista di Parma 2020 Capitale della Cultura (VIDEO)per trasformare la crociera dell'Ospedale Vecchio in galleria culturale, quale fulcro dell’intero complesso.

Il progetto beneficia di un contributo di 1 milione e 300 mila euro nell'ambito di un bando regionale per progetti di qualificazione di beni ambientali e culturali nell'ambito del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR-FESR) relativo al periodo 2014-2020.

L’edificio è un monumento dall’importante valore simbolico, ma ad oggi poco noto. I lavori in corso, volti alla valorizzandone degli aspetti architettonici e monumentali, oltre che al consolidamento di alcune parti strutturali, permetteranno alla Crociera dell’Ospedale Vecchio di assumere a tutti gli effetti la rilevanza meritata nel tessuto urbano dell'Oltretorrente e divenire fulcro  del percorso di arte, storia e cultura dell’intera città in previsione di.

 

Galleria fotografica in esclusiva per Gazzetta dell'Emilia & dintorni a cura di Francesca Bocchia 

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Pubblicato in Cronaca Parma

Resilient: presso Forma Meravigli a Milano, quaranta fotografie che raccontano i reportage realizzati da Marco Gualazzini in Africa dal 2009 al 2018. Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro che hanno portato l’autore ad esplorare il continente alla ricerca di storie e vicende inedite. 

Parma -

Ha inaugurato ieri, presso le sale di Forma Meravigli a Milano, la mostra Resilient del fotografo parmigiano Marco Gualazzini (intervista). L’esposizione a cura di Alessandra Mauro raccoglie, per la prima volta in una mostra, circa quaranta fotografie che raccontano i reportage realizzati dall’autore in Africa dal 2009 al 2018.

La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento; Marco Gualazzini nel suo lavoro cerca di testimoniare in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di resilienza straordinaria e insieme drammatica.  

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Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro di quasi dieci anni che hanno portato l’autore ad esplorare l’Africa alla ricerca di storie e vicende inedite. Storie che nessuno vorrebbe sentire. È il caso delle sue immagini del Congo, paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra (ogni anno vengono stuprate 15.000 donne) o il Mali tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana.

Nei suoi reportage Gualazzini documenta le condizioni del Sudan del Sud e della Somalia, uno tra i paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti. Durante il suo ultimo viaggio, nel 2018, il fotografo ha testimoniato la grave crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, dovuta alla desertificazione come conseguenza del cambiamento climatico.

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Le immagini, di grande forza compositiva e impatto giornalistico, compongono un racconto fotografico straordinario e importante e ci regalano uno sguardo ravvicinato, partecipe e attento, sulla nostra realtà.

La mostra è accompagnata dal libro omonimo edito da Contrasto.

Forma Meravigli, un’iniziativa di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano MonzaBrianza Lodi e Contrasto.

A questo link l'intervista a Marco Gualazzini

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia

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Pubblicato in Cultura Parma

Una giornata con il Club dei 27 per i 118 anni dalla morte di Giuseppe Verdi: le celebrazioni fra Roncole Verdi, Parma e Milano. Curiosità e iniziative del Club parmigiano che onora il Maestro con iniziative volte a creare cultura e tramandarne la memoria.

Parma -

Fra le tante iniziative del Club dei 27 volte a creare cultura e tramandare la memoria del Maestro Giuseppe Verdi, non possono certo mancare le ricorrenza annuali per celebrare il Cigno di Bussetto nei giorni di nascita e morte. Domenica 27 gennaio, infatti a 118 anni dalla scomparsa del Maestro, si è tenuta la consueta celebrazione.

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LE CELEBRAZIONI PER I 118 ANNI DALLA MORTE DI GIUSEPPE VERDI

In mattinata è stata deposta una corona di fiori alla casa natale di Roncole Verdi, in provincia di Parma, e posto un mazzo di rose nella camera da letto, mentre nel pomeriggio una rappresentanza dei soci si è recata a Milano presso il Gran Hotel et de Milan, dove Giuseppe Verdi scelse di soggiornare dal 1872 e in cui morì il 27 gennaio del 1901. Negli ultimi anni, infatti quando Verdi vi soggiornava, prendeva sempre alloggio nella suite n.105 posta al primo piano.

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La giornata si è poi conclusa presso la Casa di riposo Giuseppe Verdi - che fu fatta erigere con l'obiettivo di ospitare i musicisti anziani e che negli ultimi anni ospita anche giovani studenti di musica, meritevoli e bisognosi, che siano iscritti a scuole di musica riconosciute in Milano - per deporre una corona di fiori sulla tomba del Maestro e una rosa rossa sulla tomba di Giuseppina Strepponi, seconda moglie del Maestro.

Prima della partenza verso la città meneghina, si è tenuta anche una toccante e partecipata cerimonia presso il Foyer del Teatro Regio di Parma dove sono intervenuti oltre all'Assessore alla cultura, Michele Guerra, il responsabile programmazione artistica del Teatro Regio, Cristiano Sandri e, in rappresentanza di tutte le associazioni musicali, la Presidente di Parma Lirica, Cristina Bersanelli. Al termine della cerimonia, il Maestro Massimo Fiocchi Malaspina, accompagnato alla pianola dal Maestro Claudio Cirelli, ha diretto i coristi della Corale Verdi e del Coro del Teatro Regio, che hanno intonato il "Va pensiero" dal Nabucco di Verdi.

 

IL GRAND HOTEL ET DE MILAN E LA SUITE DI GIUSEPPE VERDI

Il Grand Hotel et de Milan è tuttora esistente ed operante, in Via Alessandro Manzoni n. 29, a circa quattrocento metri dal Teatro alla Scala. Qui è visitabile, quando disponibile e per gentile concessione della direzione, la suite Verdi, all'interno della quale è ancora conservato lo scrittoio utilizzato dal Maestro durante i suoi soggiorni, mentre il letto sul quale si è addormentato per sempre si trova a Villa Verdi in Sant'Agata. Nella stanza si trova pure un enorme dipinto, una stampa ed un busto del Maestro, mentre un altro ritratto è conservato nella meravigliosa hall dell'albergo.

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IL CLUB DEI 27

Il Club dei 27, che ha attualmente sede presso la Casa della Musica di Parma, risale al 1958, quando in un bar paninoteca del centro di Parma - la Grotta Mafalda - si riunirono i diversi frequentatori del Teatro Regio, accomunati dalla passione per la lirica e in particolare per le opere di Giuseppe Verdi.

Per iniziativa del titolare Emilio Medici e di Carlo Ziveri, fondarono l'associazione di Appassionati Verdiani "Grotta Mafalda", in cui il nome di ogni membro rappresentava, come accade ancora oggi, un'opera del Maestro. Divenuto subito punto di ritrovo per i nomi più importanti della lirica, quali Tebaldi, Corelli, Del Monaco, Tucker, Milnes, Domingo, solo per citarne alcuni, nel 1974 prese poi il nome attuale di "Gruppo Appassionati Verdiani – Club Dei 27" dandosi uno statuto con la finalità di "onorare e di ricordare il Maestro Giuseppe Verdi, quale genio musicale tra i più insigni di ogni tempo, e far sempre meglio conoscere e sempre più apprezzare, soprattutto alle più giovani generazioni, tramite ogni iniziativa utile allo scopo, il Maestro Verdi e le sue creazioni musicali".

 

LE INIZIATIVE DEL CLUB DEI 27

Tra le iniziative più significative è l'onorificenza "Cavaliere di Verdi", che viene conferita a quei personaggi che nella loro attività hanno tenuto alto e portato in tutto il mondo il nome e le opere del Maestro, il premio "Tu conosci Verdi ?" riservato alle classi quarte e quinte delle scuole elementari di Parma e provincia, e le manifestazioni celebrative ufficiali, che si svolgono ogni anno il 10 ottobre e il 27 gennaio, nelle ricorrenze della nascita e della morte.
Nel 2013, in occasione del bicentenario verdiano, si sono aggiunte nuove iniziative divenute ricorrenti, quali "Fuoco di gioia", il concerto benefico organizzato ogni anno durante il Festival Verdi e "I giovani per Verdi" l' evento ideato per consentire ai giovani cantanti lirici di cimentarsi in arie verdiane.

 

Il Fotoracconto della giornata a cura di Francesca Bocchia

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Pubblicato in Cultura Parma
Lunedì, 28 Gennaio 2019 18:11

Cinzia Felloni porta un po’ di Parma a Sanremo

La cantante di origine parmigiana sarà protagonista durante le serate del 69° Festival della canzone italiana degli eventi collaterali che si terranno nei teatri adiacenti all’Ariston. Per lei quella sanremese da una settimana “da favola”, tra interviste, video musicali e abiti da sogno. 

PARMA -  

Ci sarà anche un po’ di Parma al prossimo Festival di Sanremo. E a portarcelo sarà la cantante Cinzia Felloni, che nelle serate che vanno dal 7 al 9 febbraio parteciperà a una serie di eventi collegati al festival che si terranno nei teatri adiacenti all’Ariston, tra cui il Palafiori e il celebre Casinò.

E quella di Cinzia si preannuncia già come un’esperienza da sogno, come ci racconta: “Sono una cantante di piano bar e per parecchi anni mi sono esibita insieme a diverse orchestre di liscio che mi hanno formata. Ho un vasto repertorio, che spazia dal liscio alle canzoni dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Dopo 25 anni di esibizioni in sagre di paese, circoli, feste private e sale da ballo, l’anno scorso sono stata invitata alla Mostra del Cinema di Venezia, per rappresentare la mia città, Parma. In quell’occasione ho incontrato artisti famosi e manager, tra cui Daniele Morelli dell’Agenzia Luna di Ravenna, che mi ha notata e mi ha così invitata a partecipare agli eventi collegati al 69° Festival di Sanremo”.

Ma l’esperienza sanremese di Cinzia non si fermerà alle esibizioni canore, anzi, si preannuncia come una vera e propria favola.

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“Farò anche da modella per Daniela Michelli, in arte Midart, stilista e regista di Trieste, che ha in progetto un film-omaggio ad Anonimo Veneziano. Si intitolerà “Lei è ritornare a Venezia”, nel quale io avrò una parte importante. Per l’occasione, poi, indosserò un abito creato dalla stilista, chiamato “Spuma di mare”. Gli accessori e le borse mi saranno invece forniti da Stefy Go, un brand che veste anche il Parma Calcio”.

Durante le serate del festival, poi, sarà proiettato anche un video di Nicola Marchese, a cui Cinzia ha collaborato, con l’interpretazione del brano “Mondo”, originariamente cantato da Riccardo Fogli. Il video è stato in gran parte girato al 5.Lab del Cubo di Parma.

Dopo l’esperienza sanremese, poi, Cinzia Felloni presenterà presso la Libreria Feltrinelli di via Farini, a Parma, il prossimo 28 febbraio, alle ore 18, il suo ultimo Cd di cover.

“Mi aspettano tanti altri impegni in questo 2019, perché il mio futuro si baserà sulla musica”, ha commentato soddisfatta la cantante parmigiana.

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Un testo che parte da storie sportive per diventare poi un affresco storico, poetico, musicale. Il rigore che non c'era con Marco Caronna, Jvonne Giò, Alessandro Nidi regia di Marco Caronna produzione International Music and Arts. Martedì 16 aprile 2019 presso Teatro Regio di Parma - ore 21,00.

Parma -

Dopo il grande successo riscosso a Parma con “2001: Odissea nello Spazio”FEDERICO BUFFA torna nella nostra città con il suo spettacolo "Il rigore che non c'era". L'appuntamento è per martedì 16 aprile 2019, alle ore 21:00, presso il Teatro Regio, grazie a CAOS ORGANIZZAZIONE SPETTACOLI e ARCI PARMA.

Il più grande Storyteller italiano, giornalista e telecronista sportivo, riprende la sua avventura teatrale, con un testo che parte da storie del mondo dello sport per diventare poi un affresco storico, poetico, musicale

"Il rigore che non c'era" è quell'evento, magari improvviso, che ha cambiato la storia di una partita, è quella metafora, magari improvvisa, che ha cambiato la storia di una vita... In un luogo non collocato nel tempo e nello spazio, personaggi ad un bivio, davanti ad una scelta, condannati a raccontare e a raccontarsi.

Buffa così inizia il suo percorso, che passa dalla storia di Sendero Luminoso a quella di George Best, da Leo Messi al millesimo gol di Pelè. Ancora storie intrecciate tra loro, come quella di Elis Regina e di Garrincha, il tutto punteggiato dalla musica, che sottolinea, impreziosisce e accompagna le parole.
Sullo sfondo, un palazzo, due finestre dalle quali compare una sorta di angelo, custode e disincantato, interpretato da Jvonne Giò; in scena con Federico Buffa, uno strampalato attore, del quale veste i panni Marco Caronna, ed un pianista, Alessandro Nidi, compagni di viaggio nello scoprire che quella volta, quel rigore...ha cambiato la storia di tutti...

 

FEDERICO BUFFA

Federico Buffa (Milano, 28 luglio 1959) è un giornalista, e telecronista sportivo italiano. Oltre alla sua attività di telecronista di basket e commentatore sportivo, Buffa ha condotto alcune trasmissioni antologiche sempre a tema sportivo, nelle quali ha dimostrato - secondo Aldo Grasso - di "essere narratore straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni" in possesso di uno stile avvolgente ed evocativo.

 

Biglietti in prevendita: sono disponibili tramite il circuito www.ticketone.it e a partire da martedì 29 gennaio alle ore 9,30 presso l'Arci Provinciale di Parma - (Via Testi, 4 – PR)

Per ulteriori informazioni: Arci Parma tel. 0521 706214 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Un grande fotografo, un parmigiano vero, una persona attenta al mondo circostante, capace di cogliere in uno scatto l’essenza di un’emozione. Spesso, purtroppo, della sofferenza. Marco Gualazzini, porta a Milano la sua mostra “Resilient”: un progetto che sarà visibile al pubblico a partire da giovedì 31 gennaio, nelle splendide sale della Fondazione Forma in Via Meravigli.

Appuntamento alle ore 18.30 per l’inaugurazione. A seguire, spazio fino al 24 marzo, dal mercoledì alla domenica (tra le 11 e le 20) per osservare i suoi lavori. L’ingresso è gratuito.

Com’è nata l’idea di questa esposizione?

“La mostra è figlia della pubblicazione di un libro dal medesimo titolo: “Resilient”. È il risultato di un lungo lavoro fatto sul mio archivio personale: dieci anni di attività in Africa. Per questo doppio impegno, volume ed esposizione, devo ringraziare il collezionista d’arte Giampaolo Cagnin e Roberto Koch, editore dell’agenzia “Contrasto” per cui lavoro. È grazie a loro che ho iniziato questo viaggio a ritroso ne tempo”.

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Che significato ha per lei “Resilient”?

“Non è stato facile riassumere dieci anni di Africa. Dal 2009 ho collezionato tantissimi servizi, molto diversi tra loro. Ho seguito le crisi più grandi del continente fino a ottobre 2018. Sono partito da reportage che avevano come tema l’islamismo radicale, sono incappato quasi per caso nel Congo, terra con molti altri problemi indipendenti dal fattore religioso. E ancora, la Somalia che dal 2011, quando l’ho vista per la prima volta, sta cambiando anno dopo anno”.

Su che base ha scelto le fotografie?

“Il libro parte dai tanti traumi di un intero continente. La resilienza nasce in risposta a questi drammi. La mostra è una conseguenza del volume,  è un lavoro fatto in sottrazione nei confronti delle immagini pubblicate nel libro. Ho scelto gli scatti cercando di raccontare tutto il percorso che ho vissuto”.

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Cosa le ha regalato “Resilient”?

“Mi ha dato la possibilità di rileggere i miei servizi con un occhi diverso, più maturo. Già dal 2015 devo ammettere di aver avuto modo di aggiungere una certa dose di consapevolezza al mio lavoro. La necessità di preparare un libro mi ha messo davanti all’obbligo di riflettere sul percorso che ho fatto”.

E cosa è scaturito da questa riflessione?

“In questi dieci anni ho raccontato il dolore degli altri. É il mestiere che faccio. Guardare indietro mi è servito per capire se sono stato coerente con le scelte che avevo fatto. Un grande fotografo come Paolo Pellegrini ha affermato che ogni dieci anni è fondamentale fare il punto della situazione per capire ciò che è stato realizzato: sono contento di aver avuto questa opportunità che da solo, forse, non avrei fatto mia”. 

Pietro Razzini

Foto della Mostra a questo link

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Camminata della Candelora: visita gratuita al Castello di Felino e al Museo del Salame organizzata dall’associazione Natura e Vita con il patrocinio del Comune. Domenica 3 febbraio, con partenza alle ore 8,45 dal Circolo Bertani di San Michele Tiorre.

Parma -

L'Associazione Natura e Vita con il patrocinio del Comune di Felino organizza la seconda edizione della “Camminata della Candelora” che, su proposta dell'Amministrazione Comunale, quest'anno farà tappa al Castello di Felino.

L'iniziativa è in programma per domenica 3 febbraio 2019 con ritrovo alle ore 08,45 presso il Circolo Sociale Bertani di S. Michele Tiorre e avrà una durata complessiva di 3 ore e mezzo. Alle ore 10 è previsto l’arrivo al Castello di Felino con visita al maniero e al Museo del Salame; conclusa la visita, a tutti i partecipanti sarà offerto un aperitivo. Alle ore 11,15 ci si rimetterà in cammino per tornare a San Michele Tiorre.

Per prendere parte alla camminata, gli organizzatori richiedono un equipaggiamento idoneo: occorre quindi munirsi con scarponi o scarpette con suola Vibram o similare. L’Organizzazione declina ogni responsabilità per eventuali danni arrecati a persone e/o cose nel  corso della giornata.

In caso di maltempo l’escursione sarà annullata.

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A Reggio Emilia l’Africa di Sebastião Salgado 30 anni di reportage in 100 immagini del celebre maestro in mostra al ‘Binario49’ e allo ‘Spazio Gerra’. Il fotografo ha concesso gratuitamente l’esposizione delle sue opere, ammirato dall’impegno multiculturale e di coesione sociale nel quartiere della stazione.

Reggio Emilia -

“Oltre un anno fa – raccontano Khadija Lamami e Claudio Melioli di Casa D’Altri, che gestisce il Caffè letterario Binario 49 - ci siamo messi in testa di provare a portare in questo quartiere della Stazione, nella nostra città, una mostra fotografica di Sebastiao Salgado, per amore della sua opera e perché ci piacciono le sfide, perché sentivamo che era giusto farlo, o almeno provarci. L'abbiamo cercato con creatività, dall'altra parte del mondo, facendogli arrivare il nostro progetto e spiegando l’impegno che con l’associazione portiamo avanti per riqualificare uno luogo degradato e svuotato di contenuti quale era il Binario49 prima del nostro arrivo, per riportare al centro un quartiere. Gli abbiamo raccontato di noi, del quartiere, di come lo vediamo e di come viene visto, di come ci piacerebbe che diventasse. Alla fine è successo: una domenica mattina, Salgado ci chiama al telefono. Per dirci: ‘Ragazzi, so che mi state cercando per fare qualcosa a cui tenete molto. Sono qui, ditemi… ’ ”

Il passo successivo è stata la collaborazione con lo Spazio Gerra. A dieci anni dall'inizio delle sue attività – spiega Stefania Carretti di Ics - Spazio Gerra ha accolto con piacere l'invito dell'associazione Casa d'Altri di collaborare e mettere a disposizione le proprie competenze e i propri spazi per facilitare l'arrivo a Reggio Emilia una grande mostra, quale è Africa di Sebastião Salgado. Filo conduttore l'impegno comune in un'ottica di scambio e reciprocità, per instaurare una costruttiva sinergia tra il centro storico e uno dei quartieri di Reggio Emilia, portando così il pubblico dei due spazi al di fuori dei propri abituali ambiti di riferimento.

Questo celebre testimone del nostro tempo si è calato ed ha apprezzato il progetto di coesione sociale e scambio culturale di ‘Caffè letterario Binario49’ nel quartiere della Stazione centrale, oltre a quello di innovazione e contemporaneità di ‘Spazio Gerra’ nel centro storico, a Reggio Emilia.

Intuito inoltre il valore del ponte tra il quartiere multiculturale della Stazione e il suo quartiere più antico, il centro storico, il fotografo brasiliano, maestro riconosciuto tra i più importanti del nostro tempo, ha deciso che 100 fotografie, riunite nell’esposizione Africa, siano in mostra gratuitamente, nei due luoghi di cultura contemporanea reggiani, in una anteprima assoluta per l’Italia, che costituisce la prima esposizione di sempre di Salgado a Reggio Emilia e che si apre il 9 febbraio (ore 17 – Evento inaugurale) al Caffè letterario Binario49 di via Turri e proseguirà contemporaneamente nello stesso luogo e allo Spazio Gerra di piazza 25 Aprile fino al 24 marzo 2019.

 

REALTÀ E DIGNITÀ NELLA FOTOGRAFICA DI SEBASTIÃO SALGADO

La fama di Sebastião Salgado è legata ai reportage sulla vita delle popolazioni povere ed emarginate, nei luoghi più remoti del Pianeta. Con le sue foto Salgado fa toccare con mano gli effetti prodotti da guerre, carestie, malattie, deforestazioni e condizioni climatiche ostili, riuscendo sempre a cogliere l’essenza di momenti unici, nel rispetto della dignità e del valore assoluto della persona.
Salgado è molto vicino ai destini dei migranti e con i suoi scatti ha voluto più volte richiamare l'attenzione del pubblico sulle loro sofferenze. Durante i primi viaggi nel continente africano, per conto dell'Organizzazione mondiale del Caffè, Salgado inizia a conoscere l'Africa comprendendo immediatamente che per trovare delle soluzioni ai problemi del Terzo mondo, era necessario che questi venissero documentati. Inizia così una missione cui dedica 30 anni della sua vita. Lo strumento che lo porterà a realizzare i suoi progetti sarà la macchina fotografica, con la quale produce oltre 40 reportage, immortalando tribù dalla Namibia al Sudan, la natura travolgente dei paesaggi della regione dei Grandi laghi, seguendo rotte e destini dei rifugiati in ogni parte del continente durante periodi storici e mutamenti climatici differenti.

 

SEBASTIÃO SALGADO - AFRICA

A cura di Lélia Wanick Salgado

L’esposizione Africa, vincitrice premio del pubblico M2-El Mundo per la migliore mostra nell’ambito di PhotoEspaña 2007 è un vero e proprio omaggio alla storia, ai popoli e ai fenomeni naturali del continente Africano, ma anche una denuncia.

Reggio Emilia, 10 febbraio – 24 marzo 2019
Evento inaugurale: sabato 9 febbraio ore 17 - Binario49

Sedi espositive:
Binario49 - via Turri 49, Reggio Emilia www.b49.it  |Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | 347.5889449
Spazio Gerra - piazza 25 Aprile, Reggio Emilia www.spaziogerra.it | 0522.585654

Giorni e orari di apertura:
venerdì, sabato, domenica: 10-13 / 15-20
Apertura straordinaria di Spazio Gerra in occasione dell’inaugurazione sabato 9 febbraio: 18.30-23.
Nelle altre giornate, apertura su prenotazione. Ingresso libero

 

 

 

Molte e di elevato pregio sono le testimonianze lasciate in Emilia Romagna da quel Genio Universale che rispondeva al nome di Leonardo Da Vionci. Da Parma a Cesenatico passando da imola, Leonardo ha arricchito la regione delle sue opere.

di LGC, Parma 23 gennaio 2019 - Da pittoriche a ingegneristiche e topografiche, l'Emilia Romagna potrebbe venire riscoperta solo ripercorrendo le tappe di Leonardo da Vinci. Un'occasione quindi da non perdere soprattutto per quei centri minori che dovrebbero innalzare il tasso di permanenza turistca, e Parma è uno di quelli.

Sulla questione celebrativa, il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti, ha interrogato la Giunta: "Quali sono gli eventi programmati per ricordare l'artista e scienziato italiano?"

"La Regione ha intenzione di promuovere gli eventi organizzati sui territori emiliano-romagnoli per celebrare il 500° anniversario della morte dell'artista e scienziato Leonardo da Vinci?".
A chiederlo è ilconsigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti, che ha depositato un'interrogazione nella quale chiede, ad oggi, quali "siano gli eventi programmati per ricordare il 500° anniversario della morte di Leonardo Da Vinci" e se la Giunta di viale Aldo Moro "abbia intenzione di darne visibilità attraverso i propri canali di comunicazione".
"Anche alla luce del sensibile aumento dei visitatori registrati dai Musei civici di Imola ritengo – sottolinea il consigliere del Carroccio - che la ricorrenza della morta di un artista e scienziato, che ha dato lustro al nostro Paese, come Leonardo Da Vinci, possa rappresentare un'occasione – da non perdere - di ulteriore sviluppo per il turismo della città del Santerno. E' evidente che per ottimizzare le celebrazioni e gli eventi già programmati per Da Vinci, occorrerebbe anche un maggiore impegno da parte della Regione Emilia-Romagna, la quale, anziché seguire le orme di quanto sta facendo – ad esempio – la Lombardia, sembra ferma al palo".
"Pertanto, proprio nell'anno in cui ricorre l'anniversario della morte di Leonardo, ricorrenza molto sentita sotto il profilo cultural e turistico in tutto il territorio romagnolo, ci aspettiamo che la Regione non solo faccia la propria parte, ma la pubblicizzi anche adeguatamente attraverso tutti i suoi canali di comunicazione" conclude Marchetti.

 

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Debutta martedì 22 gennaio il primo progetto di FOI Young: il sodalizio tra la Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti e l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti “A. Peri - C. Merulo”. La vera Compagnia del Cigno si trova a Reggio Emilia.

Reggio Emilia -

Si trova a Reggio Emilia la vera “compagnia del Cigno”. È quella che sta coltivando la Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti che, grazie al sodalizio con l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti “A. Peri - C. Merulo”, ha messo in piedi un fecondo e prestigioso progetto di tutoring dedicato ai giovani musicisti talentuosi del conservatorio reggiano. 

Si chiama FOI Young, un sistema virtuoso che crea progetti sinfonici e operistici costruiti ad hoc, in cui le prime parti della Filarmonica affiancano i giovani studenti nelle performance. 

Il primo frutto di FOI Young si intitola “Shakespeare in music” e debutta martedì 22 gennaio alle ore 9.00 al Teatro Cavallerizza per il pubblico delle scuole, nell'ambito dei progetti educational de “I Teatri di Reggio Emilia”

I giovani talenti del Peri suoneranno insieme ai professionisti della FOI in un’opera diretta da Valentino Corvino, eclettico direttore d'orchestra, compositore violinista italiano che si è esibito in tutto il mondo e la voce di Roberta Giallo, cantautrice, autrice, performer teatrale e scrittrice. 

Le musiche saranno di Henry Purcell e Elvis Costello. Sul palco si esibiranno gli attori della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”.

“Uno degli obiettivi primari della FOI Bruno Bartoletti - ha detto Manlio Maggio presidente della FOI - consiste nell'intessere continuative relazioni con il territorio delle terre verdiane, cui, ricordiamolo, appartiene anche Reggio Emilia. Con i musicisti più rappresentativi della FOI siamo sempre alla ricerca di progetti musicali innovativi che possano raggiungere il pubblico giovane e, allo stesso tempo, catturare l’interesse e la curiosità negli studenti, in modo da favorire in loro sia la tecnica di esecuzione che la passione per la musica”.

“Come Istituto siamo molto orgogliosi che questo progetto prenda il via – ha detto Marco Fiorini, direttore dell’Istituto Peri-Merulo -. Lo scopo di una Scuola di Formazione è anche quello di fornire concrete occasioni di sfide professionali per i giovani allievi che contribuiranno a formare i musicisti del domani, capaci di inserirsi in una orchestra d’alto livello come quella della FOI Bruno Bartoletti”.

 

Pubblicato in Cultura Reggio Emilia
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