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Di Nicola Comparato - Il nome dell'attuale regione Basilicata, che ha Potenza come capoluogo e Matera come seconda città di provincia, risale al XIII secolo, dal greco "Basilikos", funzionario del re, termine utilizzato per indicare i governanti bizantini. Tuttavia in epoca romana, questo territorio veniva chiamato Lucania, toponimo probabilmente derivato dal nome del popolo che abitava queste terre, i Lucani, ma forse anche dal termine latino lucus o dal greco lykos (Bosco e Lupo).

E da qui il termine "lucano" per definire gli abitanti della Basilicata, termine che amano e preferiscono di gran lunga piuttosto che "Basilischi" o ancor peggio "Basilicatesi".

La Lucania è anche una terra di leggende, streghe e lupi mannari, e oggi, ne narreremo una proprio collocata nel periodo natalizio. La leggenda del "Lupo Mannaro di Rotondella".

Rotondella è un villaggio situato lungo la costa Jonica in provincia di Matera, denominato "Balcone dello Jonio" per la sua posizione geografica. La leggenda narra, come ci riporta Rudy Marranchelli esperto del territorio ove è ambientata la storia, che il 24 dicembre e a Rotondella tutto è pronto per celebrare la vigilia di Natale. Pupazzi di neve, alberi di Natale, luci e decorazioni. Il paese è in festa, ma non tutti partecipano ai festeggiamenti. Chiuso dentro una piccola casetta situata presso il Canale Ruggero, il lupo mannaro ne sta in disparte, isolato dal resto della popolazione.

"Nei piccoli borghi lucani, in un passato non molto lontano, - narra Rudy Marranchelli - si usava nelle sere d'inverno raccontare ai più piccoli, davanti il calore e la luce del fuoco, storie che tramandandosi da nonni a nipoti, stimolavano la fantasia, creavano stupore, incuriosivano e affascinavano sostituendo i programmi televisivi a cui oggi siamo un po' tutti abituati. A Rotondella (MT) queste storie antiche e magiche si chiamano "palmurie", confesso che mi sono fatto raccontare diverse di queste storielle da mia nonna, anche appartenendo a una generazione diversa, incuriosito e affascinato da una narratrice d'eccezione.
Nel periodo Natalizio non mancava una vicenda che da secoli teneva i giovani del paese allertati, quella del LUPO MANNARO rotondellese.
Naturalmente l'identità della persona affetta da questa maledizione era ignara anche ai "cantastorie" da focolare che, tenendo alta la tensione, non mancavano mai di raccomandazioni per evitare di essere sbranati dalla belva o solo morsi per poi condividerne la maledizione durante tutte le notti di luna piena.
Il lupo mannaro era sicuramente un uomo, nato nella notte a cavallo tra il 24 e il 25 dicembre, la doppia natura derivava proprio dalla data della nascita (nessun bambino poteva nascere lo stesso giorno di Cristo) e dal fatto che i genitori non avevano adottato, per tempo, i riti capaci di allontanare la bestia. Sarebbe bastato passare tre volte il bimbo davanti la "bocca" di un forno ardente o fare una croce con il carbone sotto i piedi per scacciare il maligno.
Essere condannato dalla nascita, secondo i racconti rotondellesi, aveva però un grande vantaggio, la mutazione avveniva solo durante la notte di Natale, tra il 24 e il 25 dicembre di ogni anno. Questo ha permesso al licantropo rotondellese di controllare la "maledizione" soffrendo in solitudine, lontano dal centro abitato.
Molto prima del tramonto, infatti, usava lasciarsi accompagnare dalla moglie in un magazzino rurale, posto sul tratturo, la vecchia strada, che collega Rotondella con Canale Ruggero, farsi chiudere a chiave per poi essere liberato la mattina del 25, quando il sole era già alto. La moglie aveva un ordine preciso prima di aprire il lucchetto, chiedere al marito di bussare 3 volte sulla porta, una misura di sicurezza per evitare un femminicidio sul confine tra i comuni di Rotondella e Nova Siri delimitato proprio dal Canale Ruggero.
Ogni anno, ogni vigilia, solo con un pastizz (prodotto da forno tipico di Rotondella, calzone ripieno di carne condita con uova e formaggio) un fiasco di vino e il dolore che solo una creatura "di confine" può comprendere, ossia non appartenere né alla condizione naturale né a quella soprannaturale, l'isolamento evitava alla "bestia" di commettere delitti o trasmettere una pena ancora più grande (perché chi viene morso vive la mutazione ogni notte di plenilunio).
Una storia anche di amore, di una moglie che comprende la condanna del marito, né compatisce la sofferenza della mutazione mentre si strappa i vestiti dal dolore e spesso nel rientrare in paese si ferma ad ascoltare le grida di tormento e rabbia, gli ululati, che la gente di Rotondella scambia per il vento che soffia sulle pietre taglienti del canale. Del marito che ha a cuore la sicurezza della propria amata, riempiendola di raccomandazioni, cosciente che è l'unica persona di cui può fidarsi. Di una coppia capace di custodire il segreto e controllare la terribile bestia.
Oggi il tratturo che porta da Canale Ruggero a Rotondella non è più utilizzato da "lavandaie", pastori e contadini, ma é solo un semplice e simpatico percorso turistico. Se qualche volta sulla strada in questo periodo che segue il 25 dicembre troviamo una scarpa rotta o qualche brandello di stoffa facciamo finta di nulla, custodiamo il segreto in silenzio, sapendo come sfuggire ai morsi del lupo."

La storia è finita e pronta per essere raccontata ai nostri bimbi il prossimo 24 dicembre.

Ringraziamo Rudy Marranchelli per l'affascinante e suggestivo racconto e per la foto del "tratturo", la vecchia strada, che da Canale Ruggero porta a Rotondella.

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Rudy Marranchelli

 

 

 

 

A Parma, apertura straordinaria della chiesa di San Francesco in fase di restauro, consentita da volontari in collaborazione con i frati e i tecnici, avviene nei giorni festivi e prefestivi dal 23 dicembre al 6 gennaio. Sempre secondo queste fasce orarie: mattina dalle 10.00 alle 12.00 e pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00. Per maggiore chiarezza ecco il calendario dei giorni di apertura:

domenica 23 dicembre 2018

lunedì 24 dicembre

martedì 25 dicembre

Oltre alle altre celebrazioni, il giorno di Natale si terrà anche la celebrazione dei Vespri alle ore 17.30 in Chiesa di San Francesco, presieduti da Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma.

mercoledì 26 dicembre

sabato 29 dicembre

domenica 30 dicembre

martedì 1 gennaio 2019

sabato 5 gennaio

domenica 6 gennaio

L’accesso è dal Convento e Oratorio con ingresso da Strada Del Prato, 4 Parma.

 

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia

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E' prevista entro il 2019 l'apertura del museo archeologico di Noceto, ospitato dalla struttura polifunzionale del Centro Culturale Biagio Pelacani, dove verrà allocata la Vasca Votiva, il reperto dell'Età del Bronzo unanimemente definito dagli esperti "unicum " a livello europeo, rinvenuto in maniera incidentale nel 2004 durante alcune opere di scavo per urbanizzazioni.

A dare la certezza che Noceto finalmente potrà rendere visitabile il suo reperto è la notizia della aggiudicazione dei lavori di adeguamento delle opere murarie, impiantistiche e di rimontaggio della Vasca , avvenuta a seguito di una procedura di gara indetta dal Comune di Noceto e gestita tramite la centrale Unica di Committenza, che si è conclusa con l'affidamento alla ditta S.A.M. Carpenteria srl di Montella (Avellino) per l'importo contrattuale di Euro 310 mila Euro, con un ribasso del 18 per cento sulle somme poste a base d'asta.
L'aggiudicazione si inserisce nel progetto più generale dell'importo complessivo di Euro 770mila Euro, suddiviso in due distinti segmenti: il primo di 570mila Euro gestito dal Comune di Noceto che ricomprende appunto le opere strutturali ed impiantistiche di adeguamento dei locali, ed il secondo di 200mila Euro gestito dal Segretariato Regionale Ministero Beni Culturali relativo alle opere di allestimento museale con riferimento alle teche espositive ed agli arredi.

Particolarmente lunga ed articolata la fase di elaborazione del progetto, che ha previsto la sinergia di Enti diversi legati da uno stretto rapporto di partenariato con il Comune di Noceto, la Soprintendenza Archeologica ed il Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dell'Emilia Romagna.

Sta così finalmente per concludersi quel percorso ultradecennale che ha visto il Comune di Noceto con particolare riferimento al sindaco Fabio Fecci, lavorare con determinazione all'obiettivo di rendere visitabile questo eccezionale patrimonio archeologico, diventando così la cabina di regia di un progetto del valore complessivo di oltre 1.700mila Euro basato sulla sinergia di enti e soggetti altamente specializzati – l'Università degli Studi di Milano, la Soprintendenza Archeologica della Regione Emilia Romagna - e soprattutto il motore di quella ricerca di finanziamenti esterni che hanno visto la partecipazione del Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Emilia Romagna e della Fondazione Cariparma, indispensabili per portare alla luce il reperto, restaurarlo, ricomporlo e musealizzarlo.

<< Un progetto che ritengo importantissimo per il nostro Comune >> sottolinea il sindaco Fabio Fecci
<< che puntiamo possa inserire Noceto in una rete turistico – culturale di respiro internazionale. Abbiamo lavorato veramente tanto, impegnandoci nel ricercare ogni strada per ottenere i finanziamenti necessari, che sono arrivati, continuando in maniera sistematica nel monitorare ogni passaggio, incalzando per accelerare i tempi e soffrendo per i ritardi che purtroppo abbiamo dovuto subire. Sono convinto che in qualunque Stato ci sarebbero state "le corse" per aggiudicarsi la paternità di un ritrovamento di questo eccezionale valore, in realtà Noceto è stato nel tempo spesso lasciato solo a combattere una battaglia che comunque, alla fine, è stata vinta >>.

E che sarà un museo veramente molto suggestivo e concepito con criteri d'avanguardia da un team di architetti dalle esperienze maturate in contesti internazionali, già lo anticipano gli elaborati progettuali, basati sull'obiettivo di voler ricreare il fascino dello scavo che dalla terra ha fatto emergere la vasca, che verrà svelata solo alla fine del percorso museale, lungo il quale saranno collocati tutti gli oggetti in essa rinvenuti. Grande cura è stata inoltre posta nella scelta dei materiali e delle strutture espositive, che oltre a mostrare i reperti avranno anche contenuto didascalico, e saranno integrate da un percorso grafico narrativo costituito da testi, immagini, ricostruzioni e fotografie.

Ausili multimediali racconteranno l'Età del Bronzo con riferimento alla sua storia di terramare nei villaggi padani, sullo sfondo audio di suoni particolarmente evocativi per ricreare la voce della natura, per restituire un ambiente dall'impatto emotivo particolarmente forte e capace di emozionare il visitatore e renderlo parte attiva di una scoperta che ha il suo fascino anche nel lasciargli spazio per una personale chiave interpretativa.

Pubblicato in Archeologia Parma

Lo scorso settembre abbiamo ospitato le troupe della Rai ed il 23 dicembre alle ore 9.40 su Rai 1, potremo vedere la puntata di “Paesi che vai” dedicata alla nostra città.

Paesi che vai” racconterà il patrimonio culturale, artistico, archeologico, enogastronomico e agroalimentare del territorio di Parma attraverso la storia di Maria Luigia.

Livio Leonardi, ideatore e conduttore del programma, ci porterà, sulle tracce della Duchessa “più amata dai Parmigiani”, e ripercorrerà la sua vita partendo dalla Reggia di Colorno, nella quale Maria Luigia arrivò il 19 Aprile del 1816, le residenze più amate dalla Duchessa come la Rocca Sanvitale di Fontanellato, il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino, la Rocca Sanvitale di Sala Baganza e, infine, arriverà al Teatro Regio una delle tante opere pubbliche realizzate da Maria Luigia in quegli anni. 

Non mancheranno le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio raccontate attraverso le filiere, le fasi di lavorazione e produzione che le portano ad essere scrigni di gusto nel mondo.

 

Fonte: Comune di Parma

 

Una notte magica al Teatro Nazionale “Che Banca!” di Milano. Lunedì 17 dicembre, il coro gospel “The Soul Children of Chicago” si esibirà nella metropoli lombarda dando vita all’appuntamento natalizia per eccellenza, quello a cui non è possibile rinunciare. Solo una notte, purtroppo, per una serata raffinata, entusiasmante e ricca di contenuti emozionanti, a partire dalle ore 21.

I PROTAGONISTI -

Fondato nell’ottobre del 1981, il coro gospel “The Soul Children of Chicago” è diretto da Walt W. Whitman Jr. Le sue origini sono particolari: nato come programma per giovani a rischio appartenenti alle comunità afro-americana della città statunitense, si è trasformato in un’esperienza di vita che ha iniziato a girare il mondo, dando la possibilità ai giovani di esprimere se stessi, la loro creatività e la loro esuberante energia attraverso la musica. Oggi la compagine si è affermata fra i cori di maggior qualità nel panorama internazionale. Nella sua lunga attività oltre mille bambini e ragazzi hanno fatto parte di questo famoso coro gospel di Chicago, ragazzi di età compresa tra i 7 e i 17 anni

CHE SUCCESSO -

Ma non è finita qui: il sogno manifestato da Walt Whitman al momento dell’inizio del progetto è andato addirittura oltre le sue aspettative. Sono stati prodotti molti album tra cui My time my favor (2010), Reaching the Nation (2005), Generation X (1999), We are one (1996), Growing up (1996), Live and blessed (1991) e This is the day (1990). Sono stati organizzati concerti che hanno catturato l’attenzione di miliardi di persone come l’esibizione durante la cerimonia di apertura del campionato mondiale di calcio in Sudafrica. Sono state attuate collaborazioni importanti con Harry Belafonte, Neil Diamond, Gladys Knight, Celine Dion, Stevie Wonder, Whitney Houston e Mariah Carey. Infine, ma non meno importante, questi artisti hanno vinto un prestigioso Stellar Award e un Grammy, esibendosi alla Casa Bianca per i presidenti Clinton, Bush Sr., Reagan e Nixon (oltre ad aver cantato nel Kid’s inaugural concert per i festeggiamenti del secondo mandato di Barak Obama).

Pietro Razzini

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A Palazzo Magnani, giovedì 13 dicembre, un incontro per approfondire la conoscenza di un luogo di arte e cultura della città. Giovedì 13 dicembre 2018, ore 9.30-12.00, Palazzo Magnani – Sala Carracci (via Zamboni 20, Bologna)

La giornata, destinata principalmente agli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, ma aperta a tutti coloro che sono interessati, intende presentare questo spazio come un luogo ideale per attività di studio, di ricerca e mediazione. La storia e l'importanza del fregio dei Carracci, delle opere della Quadreria e le innovative mostre di arte contemporanea che sono state realizzate rendono questo spazio un posto ideale per sperimentare attuali e significative strategie di comunicazione e mediazione dell'arte. La conoscenza del prestigioso patrimonio artistico racchiuso in questo Palazzo è la premessa necessaria per avviare e ideare futuri progetti di fruizione artistica anche attraverso le nuove tecnologie.

Questo appuntamento fa parte delle iniziative realizzate nell'ambito del progetto artistico della Quadreria di Palazzo Magnani, a cura della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e di UniCredit.

Intervengono:
Enrico Fornaroli, Direttore Accademia Belle Arti di Bologna
Silvia Spadoni, Docente di Didattica dei linguaggi artistici, Accademia Belle Arti di Bologna
Francesca Lui, Storica dell'arte e docente di Storia dell'arte Moderna, Accademia Belle Arti di Bologna
Martina di Toro, Fiammetta Cantini e Michele Luccioletti, studenti Diplomati, Accademia Belle Arti di Bologna

 

13 Dicembre 2018 – Salone dei Carracci - PROGRAMMA

9.30-10.00 Saluti istituzionali e introduzione alla giornata
Prof. Enrico Fornaroli Direttore Accademia Belle Arti Bologna

10.00 – 11.00 Natura e Storia nel fregio dei Carracci
Prof.ssa Francesca Lui, storica dell'arte e docente di Storia dell'arte Moderna all'Accademia di
Belle arti Bologna.

11.00-11.30 Elena Rossoni
La collaborazione tra il Polo Museale Emilia Romagna - Pinacoteca Nazionale di Bologna e l'Accademia
di Belle Arti: progetti di valorizzazione realizzati e prospettive future

11.30-12.00 Fiammetta Cantini – Michele Luccioletti
Presentazione del progetto vincitore del concorso "Idee per la Quadreria di Palazzo Magnani"

Coordina e modera l'incontro
Prof.ssa Silvia Spadoni, Docente di Didattica dei linguaggi artistici- Accademia di Belle Arti
Bologna

Natale a Parma: il libretto degli eventi in città nel periodo delle festività natalizie è arrivato: un comodo strumento per essere sempre aggiornati su concerti e spettacoli, ma anche mostre, aperture straordinarie ed iniziative benefiche dall'8 dicembre al 13 gennaio. 

Parma -

L'assessorato alla Cultura del Comune di Parma ha realizzato anche quest'anno il libretto Natale a Parma, che raccoglie gli eventi in programma in città nel periodo delle festività natalizie, da sabato 8 dicembre fino a domenica 13 gennaio. 

Il libretto sarà in distribuzione presso lo IAT - Ufficio informazione e accoglienza turistica di Piazza Garibaldi e nelle altre sedi comunali, fra cui il DUC, la Casa della musica, i Musei Civici e le Biblioteche.

 “Natale a Parma permette di avere un colpo d’occhio completo su tutto quello che accade in città nel periodo delle feste - commenta l’assessore alla Cultura Michele Guerra non soltanto nel campo degli eventi culturali, ma anche in altri ambiti, grazie alla collaborazione degli altri Settori del Comune di Parma, delle istituzioni e delle associazioni cittadine, affiancandosi al programma di Racconti di Natale proposto dal nostro assessorato”. 

Il libretto infatti raccoglie non solo un fitto programma di concerti e spettacoli, ma anche iniziative a scopo benefico, mercatini dell’artigiano e incontri dedicati ai bambini, agli adulti e alle famiglie, insieme alle informazioni su visite guidate, orari, aperture straordinarie e giorni di chiusura in occasione delle festività delle esposizioni e dei musei, facendone uno strumento utile sia per i cittadini sia per i turisti.

Il formato digitale di Natale a Parma è scaricabile qui sotto!

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Venerdì, 07 Dicembre 2018 16:05

Grande danza al Teatro della Luna di Milano

Un weekend dedicato alla grande danza, quello che attende il Teatro della Luna. Il programma è ricco, accattivante, capace di legare la grandiosità del titolo e l’eccellenza artistica. La sera di Sant’Ambrogio si comincia con il Lago dei Cigni.

L’8 dicembre, poi, si prosegue con Lo Schiaccianoci. Un doppio appuntamento capace di fare innamorare tanti curiosi e di soddisfare chi già ama questo mondo. Ecco allora che il palcoscenico del Teatro della Luna diventa, stasera e domani, la casa della tradizione con i due titoli più amati del repertorio di balletto classico. I due balletti sono proposti dal Classical Russian Ballet, fondato a Mosca nel 2004 da HassanUsmanov, direttore artistico della compagnia e principale ballerino. Famosa in tutto il mondo, presenta in Italia il suo repertorio classico con un corpo di ballo che proviene dalle più importanti accademie di danza quali il Bolshoi e la Vaganova.

STASERA -  È l’emblema della magia sulle punte tra tecnica, virtuosismi e passione. Il Lago dei Cigni porta in scena il Principe Siegrfried, Odette e Odile, cigno bianco e cigno nero, variazioni, passi a due e assoli che hanno fatto la storia della danza. Il balletto si sviluppa in due atti e quattro scene, con le musiche PëtrIl'ičČajkovskij e le coreografia Marius Petipa. Non bisogna essere esperti del settore per conoscere questa opera: il Lago dei Cigni è il balletto, in tutto e per tutto. È il simbolo di un’arte che regala emozioni.

DOMANI SERA - Domani, invece, il palco del Teatro della Luna sarà illuminato da “Lo Schiaccianoci”. Si tratta del balletto dall’atmosfera natalizia per eccellenza. Un vero e proprio mix tra fiaba, sogno e realtà. Dalla Danza Russa al Valzer dei Fiori e alla Danza dei Fiocchi di Neve, dalle deliziose caratterizzazioni delle bambole meccaniche alla battaglia per giocattoli tra i topi e i soldati, fino al lieto fine, reso sublime dalla grazia e dal virtuosismo del grandpas de deux, che racchiude tutta l’arte e il talento dei solisti che lo interpretano. In questo caso il balletto è in due atti ed è basato sulla fiaba di Hoffman.

Pietro Razzini

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Sulle tracce del secondo conflitto mondiale: la visita nel rifugio antiaereo n.11 – San Paolo di Parma con Andrea Di Betta, Presidente della sezione locale dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione. 

Parma - 

E’ una passeggiata domenicale lo storytelling sulla guerra aerea a Parma. Nel primo weekend di shopping natalizio, si attraversa la città, il traffico ed i pedoni alla ricerca degli ultimi segni e tracce del secondo conflitto mondiale.

Il panorama urbano è sempre lo stesso, quotidiano fin quasi banale, ma Andrea Di Betta, Presidente della sezione locale dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione (ANCFARGL), evidenzia i residui delle esplosioni e della Storia nell’intreccio cittadino. Ed è una scoperta di testimonianze vive perché ogni tanto qualche partecipante racconta di ricordi di famiglia o personali, allargando sempre di più gli orizzonti di questa esplorazione urbana che diventa così condivisione di una Memoria.

Il racconto si sviluppa dall’Oltretorrente, attraversando i ponti sino agli spazi contemporanei della Ghiaia e della Pilotta. E poi scende nelle radici della Città, dentro il rifugio antiaereo n.11 – San Paolo, - sito sotto l’ex Convento benedettino che oggi ospita la biblioteca Guanda e l’Istituto storico della Resistenza - dove tutte le parole si condensano in un interessante allestimento di oggetti, piccoli testimoni della quotidianità degli allarmi e dei bombardamenti, donati dai partecipanti precedenti in un circolo virtuoso di conservazione del Passato recente di Parma. 

Questa iniziativa si è resa possibile grazie ad Adriano Arganini del FAI Giovani ed all’ausilio di ArcheoVea Impresa Culturale Srl. Un successo veramente inaspettato che verrà riproposto con il nuovo anno.

Per informazioniQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. 

Andrea di Betta

Foto a cura di Francesca Bocchia 

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Un evento straordinario, quello tenutosi ieri sera, all’Auditorium Paganini di Parma. Federico Buffa ha incantato i tantissimi presenti, raccontando, insieme alla Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Alessandro Nidi, l’affascinante storia di “2001: Odissea nello Spazio”, il leggendario capolavoro di Stanley Kubrick, pietra miliare del cinema del Novecento.

Lo spettacolo dal titolo “L’Odissea di Kubrick” è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Parma – Assessorato alla cultura, Settore Casa della Musica e International Music and Arts per rendere omaggio, a 50 anni dall'uscita nelle sale cinematografiche, a “2001: Odissea nello Spazio”, il film capolavoro della storia del cinema.

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Narratore straordinario, Federico Buffa, giornalista e telecronista sportivo, ha saputo rapire con il suo stile unico, avvolgente ed evocativo, i tantissimi presentiAccompagnato dalla Filarmonica Arturo Toscanini, è riuscito a portare lo spettatore in un viaggio nel mondo del film e del suo creatore, tra passato e futuro. In un luogo fuori dal tempo, sulle note dei brani che hanno forgiato il mondo musicale della cinematografia di Kubrick, il grande storyteller italiano racconta l’odissea del regista nel dare corpo alla storia dell’umanità dalla sua alba e oltre l’infinito.

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Lo spettacolo “L’Odissea di Kubrick” si avvale, oltre che della regia e drammaturgia di Cecilia Gragnani e della direzione musicale di Alessandro Nidi, del disegno luci di Manuel Luigi Frenda. 

Con la presenza dei solisti Valentina Violante (violino), Diana Cahanescu (violoncello) e Gian Piero Fortini (oboe) sono stati eseguiti alcuni brani simbolo del cinema di Kubrick, a partire dal possente Così parlò Zarathustra di Richard Strauss, simbolo musicale del film, all’Adagio da Gajane di Khačaturjan, al Bel Danubio blu di Johan Strauss, alla Sonata per violoncello in Mi minore RV 40 Largo di Vivaldi, alla Sarabanda dalla Suite in Re minore HWV 437 di Händel, all’Adagio dal Concerto per violino e oboe in Do minore BWV 1060R di Bach, alla Cavatina di Figaro da Il barbiere di Siviglia di Paisiello, alla sinfonia dalla Gazza Ladra di Rossini, agli estratti da Atmosphères di Ligeti, e dalla Suite 2001 Odissea nello Spazio di Alex North.

 

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia

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