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La Città di Guastalla, il Teatro Ruggeri e l A.N.P.I. Guastalla propongono "Cronache di una inconfessabile vergogna", lettura scenica da I sommersi e i salvati di Primo Levi e L'istruttoria di Peter Weiss a cura di Antonella Panini ore 9,30 e 11,15 per le scuole, ore 21.00 per tutti.

Reggio Emilia, 25 gennaio 2016

In occasione della Giornata della Memoria Mercoledì 27 gennaio 2016, alle ore 9,30 e 11,15 per le scuole e alle ore 21 per tutti, la Città di guastalla, il Teatro Ruggeri e l A.N.P.I. Guastalla propongono "Cronache di una inconfessabile vergogna", lettura scenica da "I sommersi e i salvati" di Primo Levi e "L'Istruttoria" di Peter Weiss a cura di Antonella Panini.

Dall'ultimo Libro di Primo Levi arriva diretta una riflessione analitica e un monito all'umanità

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.
Primo Levi

Dall'aula del Tribunale di Francoforte sul Meno tra il 63 e il 65 si ascoltano testimoni e imputati, nel processo contro gli Ufficiali SS e i funzionari del Lager di Auschwitz.
L'istruttoria di Weiss racconta teatralmente quel processo in cui si giudica il più grande crimine commesso dall'umanità contro se stessa.

Per questa lettura scenica, Antonella Panini, orchestra brani da L'istruttoria con le parole di Primo Levi del suo I sommersi e i salvati che suonano a commento e riflessione degli atti processuali e rispondono a domande e temi contemporanei di urgente attualità. Si creano così in scena due piani della memoria e del tempo: quello del ricordo e quello dell'oblio, quello del passato e quello del presente. L'accento è posto non solo sulle atrocità testimoniate ma su ciò che ha generato una tal degenerazione umana, affinchè la memoria non sia ricordo ma responsabilità nell'agire quotidiano di ognuno e attenzione al presente.

in scena Marco Morellini e Laura Pazzaglia (Ars Ventuno Drama) Fiorello Tagliavini, Aldo Buti, Gianmarco Gradellini.

giorno memoria guastalla rid

Lunedì, 25 Gennaio 2016 12:54

Beckett e Pinter al Teatro Due di Parma

Samuel Beckett e Harold Pinter a Teatro Due: con "Catastrofe – Il linguaggio della montagna, Il bicchiere della staffa, Il nuovo ordine mondiale", per la regia di Massimiliano Farau, si affronta il complesso rapporto tra oppressi e oppressori. In scena fino al 31 gennaio. -

di Cristina Pedretti

Parma, 25 gennaio 2016

Sono le opere di due grandissimi autori teatrali del Novecento quelle che andranno in scena al Teatro Due di Parma fino alla fine di gennaio: "Catastrofe" di Samuel Beckett, un breve ma intenso atto unico, farà infatti da premessa ai tre testi di Harold Pinter, "Il bicchiere della staffa", "Il linguaggio della montagna" e "Il nuovo ordine mondiale", raccolti insieme in uno spettacolo unico. I lavori di questi due esponenti del Teatro dell'assurdo innescano una profonda riflessione sul tema dell'oppressione e dei rapporti umani (anche politici) dominati dalla violenza.

Samuel Beckett scrisse "Catastrofe" nel 1982 per il Festival di Avignone, evento durante il quale molti intellettuali dimostrarono il loro supporto a Vaclav Havel, il drammaturgo cecoslovacco dissidente che fu imprigionato e perseguitato per diversi anni a causa della sua lotta per la difesa dei diritti civili, e che divenne poi il primo presidente della Repubblica Ceca. A Beckett, il fatto che ad Havel, come punizione, fosse stato proibito di scrivere, sembrò la massima espressione di oppressione, e in "Catastrofe" mise in scena proprio questa condizione, rappresentando il rapporto tra un attore e il suo regista: umiliato e totalmente sottomesso, il primo, e despota inesorabile il secondo. Le tre opere di Pinter ("Il bicchiere della staffa" del 1984, "Il linguaggio della montagna" del 1988 e "Il nuovo ordine mondiale" del 1991) analizzano l'oppressione e la prevaricazione messe in atto con la tortura, con la manipolazione e la mistificazione del linguaggio, con l'alterazione dell'identità personale.

«In questi tre agghiaccianti atti unici – sostiene il regista Massimiliano Farau – Pinter ci fa entrare nei "luoghi chiusi dell'oppressione": camere della tortura, carceri segrete, algide sale colloquio. E ci pone un fondamentale interrogativo: che cosa può trasformare un normale essere umano in un torturatore? Perché non possiamo illuderci che i torturatori siano dei mostri. Sarebbe troppo facile e soprattutto ci farebbe cadere nel loro stesso autoinganno: quello di pensare che il male sia altrove, fuori di noi, facilmente identificabile. Come regista sento che è essenziale affrontare Nicolas, gli aguzzini de "Il linguaggio della montagna", Des e Lionel nel "Nuovo ordine mondiale" non come meri villains, ma come esseri umani. Come esempi della condizione in cui chiunque di noi può precipitare in circostanze estreme e in nome della "giusta causa". Come paradigmi degli effetti che un cocktail micidiale fatto di principio di autorità, paura, bisogno di appartenenza, istinto di morte, possono produrre sulle coscienze».

Lo spettacolo andrà in scena sabato 30 gennaio alle ore 21; domenica 31 gennaio alle ore 16. Sul palco: Cristina Cattellani, Paola De Crescenzo, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Gian Marco Pellecchia, Bruna Rossi, Emanuele Vezzoli, Mattia Gambetta e Tommaso Vaja.

Pubblicato in Cultura Parma

La Biblioteca Delfini ospiterà Violetta Bellocchio, Giuliana Altamura e Carolina Crespi, fra le autrici dell'antologia di racconti Quello che hai amato (Utet 2015). Appuntamento sabato 23 gennaio alle ore 17.

Modena, 22 gennaio 2016

Sabato 23 gennaio alle ore 17 la Biblioteca Delfini ospiterà VIOLETTA BELLOCCHIO, GIULIANA ALTAMURA e CAROLINA CRESPI, fra le autrici dell'antologia di racconti Quello che hai amato (Utet 2015), che racchiude undici storie in cui si parla d'amore per oggetti, situazioni, città o persone che hanno segnato la vita di chi le racconta. L'evento è in collaborazione con l'associazione culturale l'Asino che vola.

Violetta Bellocchio è scrittrice e collaboratrice per alcune testate giornalistiche. Per Mondadori ha pubblicato il romanzo 'Sono io che me ne vado' (2009) e il memoir 'Il corpo non dimentica' (2014), per Minimum Fax un racconto nell'antologia 'L'età della febbre' (2015). Dal 2013 è la curatrice della rivista online "Abbiamo le prove" (abbiamoleprove.com), un contenitore di storie nonfiction scritte da donne italiane, vincitore del Macchianera Italian Award come miglior sito letterario del 2014. Nel 2015 ha curato per Utet l'antologia 'Quello che hai amato'.

Giuliana Altamura è ricercatrice universitaria e scrittrice. Con il suo prima romanzo 'Corpi di Gloria' si è aggiudicata il Premio Rapallo Carige Opera Prima 2014. Collabora alla rivista online "Abbiamo le prove" e nel 2015 ha pubblicato un racconto nell'antologia 'Quello che hai amato' (Utet 2015).

Carolina Crespi è scrittrice e collaboratrice per alcune testate giornalistiche. Ha pubblicato le raccolte 'Quello che mi rimane' (Giraldi Editore 2008) e 'Il futuro è pieno di fiori' (No Reply 2012). Nel 2010 ha vinto il premio Chiara Giovani con il racconto 'Asfalto Tremante'. Collabora alla rivista online "Abbiamo le prove" e nel 2015 ha pubblicato un racconto nell'antologia 'Quello che hai amato' (Utet 2015).

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Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Sabato, 23 Gennaio 2016 10:03

Quei ragazzi "Tra le onde nel cielo"

Nel cinquantesimo anniversario della tragedia aerea in cui rimasero vittime sette giovani atleti della Nazionale Italia di nuoto, il loro allenatore e un giornalista Rai, sarà proiettato a Brema il trailer del docufilm scritto e diretto da Francesco Zarzana. L'anteprima nazionale invece, sarà a Modena, il prossimo 20 febbraio, nell'ambito di Buk Festival.

Di Manuela Fiorini

Modena, 23 gennaio 2016

Daniela Samuele, aveva 16 anni ed era una giovane promessa del nuoto italiano. Bruno Bianchi ne aveva 23, era il capitano della nazionale italiana di nuoto ed era stato per sedici volte primatista italiano nello stile libero. Nella squadra di atleti, che avrebbe dovuto partecipare al meeting di Brema del 1966, c'erano anche Amedeo Chimisso, 20 anni, primatista dei 200 metri a dorso, Sergio De Gregorio, anche lui ventenne, detentore di cinque titoli italiani assoluti, Carmen Longo, 19 anni, bolognese, campionessa italiana negli stili rana e misto, Luciana Massenzi, 21 anni, stileliberista e dorsista, primatista nei 100 metri dorso e detentrice di quattro titoli assoluti e Chiaffredo Rora, detto Dino, 21 anni, uno dei quattro nuotatori italiani ad avere detenuto un record europeo nei 100 metri dorso. Ad accompagnarli in Germania per quella occasione così importante c'erano anche Paolo Costoli, ex nuotatore e allenatore, e il giornalista sportivo Nico Sapio, che seguiva il nuoto italiano per la Rai. Il 28 gennaio il gruppo sale su un aereo della Lufthansa, preso in extremis, tra voli persi e appuntamenti rimandati. Il destino è in agguato. Il velivolo si schianta in fase di atterraggio all'aeroporto di Brema, forse a causa di un nubifragio. Muoiono tutte e 46 le persone a bordo. Nonostante la tragedia che ha decimato la Nazionale Italiana, le gare di Brema si disputarono comunque. Sui blocchi di partenza che avrebbero dovuto occupare i nostri atleti vengono deposti dei mazzi di fiori.

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                                                                  foto della troupe

Nel cinquantesimo anniversario della tragedia, per ricordare gli atleti azzurri arriva il docufilm "Tra le onde nel cielo", scritto e diretto da Francesco Zarzana, siciliano di nascita e modenese di adozione, scrittore, giornalista, autore teatrale ed ex nuotatore, già autore del libro L'ultima bracciata. Brema, 1966: la tragedia dimenticata della nazionale italiana di nuoto (Infinito Edizioni). Il film, di 80 minuti, include parti recitate a testimonianze di familiari, amici e compagni di squadra degli atleti scomparsi. Tra gli attori che, invece, daranno il volto ai protagonisti, ricostruendo la vicenda, ci saranno Laura Efrikian nei panni di Maria Andreani, insegnante di liceo di Carme Longo, Marco Morandi, nel ruolo di Dino Buzzati, e poi le attrici Claudia Campagnola, Elena Polic Greco, Lucia Fossi e Lucia Bendia.

Abbiamo incontrato Francesco Zarzana per farci raccontare la genesi del docufilm, il cui trailer sarà presentato a Brema il prossimo 28 gennaio con sottotitoli in tedesco. La versione integrale, invece, sarà proiettata in anteprima nazionale sabato 20 gennaio, alle ore 21, alla Tenda di viale Molza, a Modena, nell'ambito di BUK, il festival della piccola e media editoria, tra gli sponsor della pellicola insieme all'associazione Progettarte.

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Perché hai scelto di raccontare la tragedia di Brema?

"Sono stato un nuotatore agonista da ragazzo e partecipavo ogni anno a una gara chiamata Coppa Caduti di Brema ma non sapevo che cosa fosse. Da adulto mi sono reso conto che questa tragedia era stata subito dimenticata. È nata in me la voglia di saperne di più, di "conoscerli", di scoprire come fosse la loro vita, quali le loro passioni, aspirazioni, gioie, dolori. E che cosa sia davvero successo in quel tragico viaggio del 28 gennaio 1966. Sono così riuscito a raccogliere molto materiale, con pazienza certosina. E mi sono affezionato a questi giovani. Così, a ridosso del 50° anniversario, ho fortemente voluto fare questo lavoro sulla memoria emotivamente forte".

Quali sono state le difficoltà di girare un docufilm indipendente e le sfide e le emozioni nel vederlo "nascere" giorno dopo giorno?

"Ho creato un gruppo di lavoro straordinario e, ancora una volta, ho realizzato un sogno. Il mio motto, infatti, è "l'impossibile può realizzarsi". Non nego che le difficoltà economiche sono state enormi perché per accedere a un qualche fondo bisogna essere esageratamente strutturati. Nonostante tutto, alla fine, ce l'abbiamo fatta.

Tra gli interpreti ci sono nomi come Marco Morandi e Laura Efrikian. Come li hai convinti a partecipare al tuo progetto?

"Marco e Laura sono dei cari amici ed è bastato raccontare loro quello che volevo realizzare. Hanno accettato immediatamente. Così come le altre attrici: Claudia Campagnola, Lucia Fossi, Elena Polic Greco e Lucia Bendia. Le riprese sono state davvero emozionanti e abbiamo condiviso tutte le scelte".

Che cosa ti auguri per "Tra le onde nel cielo?"

"E' un lavoro di memoria che parla di una sciagura aerea, ma non è un docu-film triste. Spero che questo lavoro serva a far conoscere il più possibile questa storia troppo presto dimenticata".

Il docufilm si autofinanzia attraverso il crowfunding, un metodo molto americano che solo recentemente sta iniziando a prendere piede anche in Italia. Come mai questa scelta, anch'essa coraggiosa e non per esempio, i fondi per la cultura?

"Come dicevo prima, ai fondi pubblici non si riesce ad accedere perché bisogna essere esageratamente strutturati. Il crowdfunding che abbiamo attivato ha raccolto molto poco. In Italia non esiste questa cultura come negli Usa, dove grandi film sono finanziati dal pubblico. Si è reticenti a fare una donazione on line, malgrado i siti sono sicurissimi. Speriamo che in futuro questo metodo possa prendere piede anche da noi".

Francesco Zarzana è anche autore della canzone Among the way in the sky, che fa da colonna sonora alla pellicola. Musicata dalla musicista francese Valérie Marie, con gli arrangiamenti di Lorenzo Maiani, è interpretata da Eleonora Mazzotti, finalista al festival di Castrocaro 2010.
Chi, invece, volesse contribuire con una donazione, può farlo attraverso la piattaforma di crowfunding www.indiegogo.com/projects/tra-le-onde-nel-cielo-round-2#/ dove si possono trovare anche informazioni sul progetto, sul cast, sulla vicenda storica e una documentazione fotografica sulla tragedia di Brema e scatti della realizzazione del film.

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Una mostra collettiva di sette artisti dell'associazione UCAI sul tema del Nudo e la figura con PAOLO BOTTIONI, MARIANGELA CANFORINI, NARÌ CASELLI, FRANCA ORSI, RENZO RABBONI, ARNALDO ROSI, SAURO TESSONI. -

Parma, 22 gennaio 2016

L'associazione UCAI è lieta di presentare una collettiva in cui sette artisti si sono uniti per un confronto, diversificato per tecniche, sul tema del Nudo e figura. Inaugurazione sabato 23 gennaio alle ore 17.00 presso la Galleria S.Andrea via Cavestro 6, Parma. Dal 23 gennaio al 4 febbraio 2016. Aperta ad ingresso gratuito da martedì a sabato 10-12 e 16-19. Domenica 16-19, lunedì chiusura.

PAOLO BOTTIONI:
"... L'idea si completa lungo il suo farsi. In questa trascrizione sono i colori, le strutture, le scansioni di colore che creano il ritmo dell'intera opera, l'opera si completa quando il sentimento ( il colore ) viene espresso in modo completo. Solo allora l'opera, con i suoi accordi o contrasti, esprime una parte dei ricordi e si completa con nuove sensazioni e emozioni."P.Bottioni

MARIANGELA CANFORINI:
"Le emozioni più intime e segrete sono violentemente proiettate ad animare i volti, a rendere irruenti ed irrefrenabili i gesti, in una essenzialità di scenografia, di vesti, di rimandi che sopprime ogni dettaglio inutile, tutto ciò che nasconde il corpo e la sua fisicità, perché è linguaggio sensibile, carnale che rimanda ogni gesto, ogni azione. Nelle opere di Mariangela Canforini è il corpo che parla, che racconta, che si impone mescolando comportamenti, movimenti, espressioni e sentimenti". Marzio Dall'Acqua
NARÌ CASELLI:

"...un disegno pulito, un tratto sicuro ma morbido e sfumato, giocato in chiaroscuri ben resi nelle profondità prospettiche dei volumi in particolare nell'uso di matite, carboncino o sanguigna... antiche tecniche per gli studi preparatori dei maestri italiani o fiamminghi che in Narì Caselli diventano opera finita in cui ha saputo catturare uno sguardo o un gesto e riproporli con intensità ..." Annalisa Mombelli

FRANCA ORSI:
Franca Orsi riesce ad imprimere al suo tratto quell'armonia di colori e di forme che solo la profonda conoscenza della tecnica a pastello e sanguigna possono trasmettere. Non desidera "discorrere" con il pubblico, ma accoglierli in un proprio mondo interiore che si palesa tramite una pacatezza ed una dolcezza che, anche nelle rappresentazioni più intense, ci fanno sentire ospiti rispettosi, ci guidano curiosi nel suo incanto personale" F. Moisè

RENZO RABBONI:
"...Sia i paesaggi che le figure sono concepiti con quella modalità che lo storico dell'arte austro-inglese Ernst H.Gombrich lega al "principio del testimone oculare", cioè al fatto che ogni artista cerca di inserire nel proprio quadro anche lo spettatore, suggerire la posizione chiave dalla quale guarderà l'opera. Rabboni fa partecipare l'osservatore all'opera succedendo uno spazio che si irraggia anche dietro a chi guarda, ovviamente facendolo riflettere nell'opera". Marzio Dall'Acqua

ARNALDO ROSI:
"Prediligendo come soggetto la figura umana, l'attività pittorica è stata prevalentemente indirizzata all'esecuzione di nudi e ritratti. La naturale propensione per il disegno lo ha indotto a preferire la tecnica del pastello evolutasi poi in una sorta di pittura fra la tempera e l'encausto, che consisterebbe nel fissaggio a caldo, dei pigmenti puri in polvere, su un fondo (intonaco) di quarzo mescolato a colla..." A.Rosi

SAURO TESSONI:

"...è questo ordine, questo equilibrio a far credere all'incantesimo dell'immobilità, ma a ben vedere c'è sempre un assolo splendente, una deflagrazione solare, squillante. La pittura di Tessoni è il canto corale della vita in un'estate che sembra non finire mai: un inno alla gioia." Manuela Bartolotti

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La Libreria Ubik di Parma, in collaborazione con l’Associazione culturale Massimo Boscaini promuove “Progetto Dante”, iniziativa volta ad aiutare chi ha più bisogno: ciascun lettore può donare 50 centesimi al momento dell'acquisto di libri, ai quali ne verranno aggiunti altrettanti da parte della libreria.

Parma, 21 Gennaio 2016 -

Si intitola “Progetto Dante” e ha come scopo quello di aiutare Stefano, un uomo che vive per strada dopo aver perso il lavoro.

A lanciarlo sono state la Libreria Ubik di Parma e l'Associazione culturale Massimo Boscaini che hanno preso spunto da una celebre frase pronunciata nel 2010 dall'allora ministro Giulio Tremonti: "Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia".

Al contrario, però, di cultura si può vivere o, quantomeno, tramite essa sostenere chi non ha più nulla e si trova costretto a chiedere l'elemosina.

Il “Progetto Dante” prevede che, per aiutare Stefano, ciascun lettore possa donare 50 centesimi al momento dell'acquisto di libri, ai quali ne verranno aggiunti altrettanti da parte della libreria.

“Grazie al vostro e al nostro amore verso i libri - recita il cartello che illustra l'iniziativa - potremo aiutare una persona in difficoltà. Magari cominciando proprio da una copia della Divina Commedia”

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Crediamo – spiega Salvo Taranto, uno dei due titolari della Ubik di Parma insieme a Giovanni Musumeciche non ci sia modo migliore per dimostrare quanto poco fondamento abbia una dichiarazione come quella dell'ex ministro: provare a dare da mangiare, proprio tramite la cultura, a chi in questo momento non può permettersi nulla. Il libro, insomma, non soltanto come pane per la mente”.

Al fianco della libreria in questo progetto compare l'Associazione culturale Massimo Boscaini,  realtà sorta a Parma per promuovere la musica classica ed offrire borse di studio a giovani musicisti. Tra le sue fila il maestro Romano Franceschetto, uno dei maggiori baritoni italiani.

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The Verdi Ballets: omaggio della giovane danza ai ballabili dalle Opere di Verdi al Teatro Verdi di Busseto, domenica 24 gennaio ore 17.30 e ore 20.30. Il gala vedrà sul palco la presenza di due danzatori ospiti: Rebeca Zucchegni e Davide Vagnetti. Regia Arturo Cannistrà, Fondazione Nazionale Danza. Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo. -

Parma, 23 gennaio 2016

E' divenuto ormai un appuntamento consueto quello realizzato da Parma OperArt in collaborazione con la Fnasd, e per la regia di Arturo Cannistrà della Fondazione Nazionale Danza, per quanto riguarda la danza nel cartellone teatrale del Teatro Verdi di Busseto.
Il primo spettacolo della giovane danza – le scuole di danza del territorio nazionale – è un omaggio al Maestro Verdi con "The Verdi ballets" domenica 24 gennaio con due spettacoli: pomeridiano alle 17.30 e serale alle 20.30.
Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo 2016.

Le coreografie del 24 gennaio sono ispirate ai ballabili dalle opere del Maestro Verdi che, non solo è nel cuore di tutti i melomani, ma è anche presente nella vita dei danzatori italiani. La musica di Verdi ha fornito un contributo essenziale al balletto, il Cigno di Busseto è riuscito a dimostrare il proprio estro e versatilità, amalgamando all'interno del contesto operistico anche la danza. I ballabili Verdiani risalgono al periodo parigino, poiché all'Opéra di Parigi venivano espressamente richieste opere che contenessero al suo interno almeno un balletto o comunque delle parti danzate. Capita così che Verdi debba metter mano allo spartito ed inserire appositamente la danza nelle primière parigine. Ciò ha fatto in modo che siano giunti a noi questi "capolavori della danza".
Oltre ad "Otello", "Aida", "Vespri siciliani", il programma del 24 gennaio prevede anche altri brani Verdiani che ben si prestano alla danza sebbene non rientrino proprio tra i "ballabili" Verdiani, i coreografi delle varie scuole del Veneto, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Calabria e Repubblica di San Marino, hanno fatto un pregevole lavoro.

Il gala vedrà sul palco la presenza di due danzatori ospiti: nello spettacolo del pomeriggio Rebeca Zucchegni, di Rieti, giovane talento di soli 15 anni, ma già astro nascente della danza internazionale, e allo spettacolo serale Davide Vagnetti, danzatore dalla presenza scenica di indubbio magnetismo.
Durante lo spettacolo verrà assegnato, come di consueto, un riconoscimento ad una grande personalità della danza: il 24 gennaio tale riconoscimento alla carriera verrà assegnato a Gino Labate, Maestro, Coreografo e Direttore di grandi eventi di danza.

Per informazioni e biglietteria: IAT di Busseto, 0524 92487, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.bussetolive.com 

(Fonte: ufficio stampa Parma Operart)

Giovedì, 21 Gennaio 2016 10:02

Omaggio al Maestro Verdi con "The Verdi ballets"

The Verdi Ballets: omaggio della giovane danza ai ballabili dalle Opere di Verdi al Teatro Verdi di Busseto domenica 24 gennaio, ore 17.30 e ore 20.30. Danzatori ospiti: Rebeca Zucchegni e Davide Vagnetti. Regia Arturo Cannistrà, Fondazione Nazionale Danza. Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo. -

Parma, 21 gennaio 2016

E' divenuto ormai un appuntamento consueto quello realizzato da Parma OperArt in collaborazione con la Fnasd, e per la regia di Arturo Cannistrà della Fondazione Nazionale Danza, per quanto riguarda la danza nel cartellone teatrale del Teatro Verdi di Busseto.
Il primo spettacolo della giovane danza – le scuole di danza del territorio nazionale – è un omaggio al Maestro Verdi con "The Verdi ballets" domenica 24 gennaio con due spettacoli: pomeridiano alle 17.30 e serale alle 20.30.
Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo 2016.

Le coreografie del 24 gennaio sono ispirate ai ballabili dalle opere del Maestro Verdi che, non solo è nel cuore di tutti i melomani, ma è anche presente nella vita dei danzatori italiani. La musica di Verdi ha fornito un contributo essenziale al balletto, il Cigno di Busseto è riuscito a dimostrare il proprio estro e versatilità, amalgamando all'interno del contesto operistico anche la danza. I ballabili Verdiani risalgono al periodo parigino, poiché all'Opéra di Parigi venivano espressamente richieste opere che contenessero al suo interno almeno un balletto o comunque delle parti danzate. Capita così che Verdi debba metter mano allo spartito ed inserire appositamente la danza nelle primière parigine. Ciò ha fatto in modo che siano giunti a noi questi "capolavori della danza".
Oltre ad "Otello", "Aida", "Vespri siciliani", il programma del 24 gennaio prevede anche altri brani Verdiani che ben si prestano alla danza sebbene non rientrino proprio tra i "ballabili" Verdiani, i coreografi delle varie scuole del Veneto, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Calabria e Repubblica di San Marino, hanno fatto un pregevole lavoro.

Il gala vedrà sul palco la presenza di due danzatori ospiti: nello spettacolo del pomeriggio Rebeca Zucchegni, di Rieti, giovane talento di soli 15 anni, ma già astro nascente della danza internazionale, e allo spettacolo serale Davide Vagnetti, danzatore dalla presenza scenica di indubbio magnetismo.
Durante lo spettacolo verrà assegnato, come di consueto, un riconoscimento ad una grande personalità della danza: il 24 gennaio tale riconoscimento alla carriera verrà assegnato a Gino Labate, Maestro, Coreografo e Direttore di grandi eventi di danza.

Per informazioni e biglietteria: IAT di Busseto, 0524 92487, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.bussetolive.com 

(Fonte: ufficio stampa Parma Operart)

Martedì, 19 Gennaio 2016 12:39

"Lo Schiaccianoci Acrobatico": un sogno senza tempo

Una versione rinnovata del classicissimo balletto che tutti ricordiamo. Le coreografie di Lev Ivanov magistralmente eseguite dal Balletto russo di San Pietroburgo. La Compagnia ha calcato i palchi di piú di 20 Paesi nel mondo con il suo stile unico e i virtuosismi dei suoi interpreti. -

- di Pietro Razzini -

Parma, 19 gennaio 2016

Rivivere per una notte la magia dell'atmosfera natalizia e immergersi in un sogno senza tempo è stato il dono che, all'inizio del nuovo anno, il prestigioso Balletto russo di San Pietroburgo ha offerto al pubblico del Teatro degli Arcimboldi di Milano. Come? Grazie alla messa in scena de "Lo Schiaccianoci Acrobatico", il 15 e il 16 gennaio nella realtà lombarda.



LA NUOVA PROPOSTA Le musiche immortali di Tchaikovsky hanno accompagnato una versione rinnovata del classicissimo balletto che tutti ricordiamo come una bella favola che incanta fin da bambini. La compagnia russa si è dimostrata al passo con i tempi, utilizzando la tecnologia e la commistione artistica per aggiornare e rendere ancora più memorabile l'opera.
 Durante lo spettacolo, giochi di luci, trucchi di magia, salti vertiginosi e acrobazie spettacolari creano una miscela riuscitissima con le raffinate variazioni e i passi a due del balletto classico.



LA SCENA Lo spettatore non può che rimanere estasiato da ogni cambio di scena: si passa da un magnifico salone delle feste ricco di colori, alla dimensione onirica riprodotta con elementi visivi suggestivi, capaci di aprire scenari sempre più curiosi e misteriosi come boschi innevati (in cui danzano fiocchi di neve) e la Montagna dei Dolciumi. Gli splendidi abiti e le scenografie si fondono gli uni con gli altri creando quadri in movimento che affascinano e appagano gli occhi. Le musiche composte per la prima volta tra il 1891 e il 1892 dal grande maestro russo Piotr Ilych Tchaikovsky completano un racconto magico perfetto.



LA COMPAGNIA Le coreografie di Lev Ivanov sono magistralmente eseguite dai ballerini e acrobati del Balletto russo di San Pietroburgo: una nuova generazione di giovani talentuosi che attinge alle tradizioni del balletto russo e cresce artisticamente alla famosa Accademia Vogánova. La Compagnia ha calcato i palchi di piú di 20 Paesi nel mondo con il suo stile unico e i virtuosismi dei suoi interpreti, elogiati dalle critiche dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi; dalla Russia ai Paesi Bassi. 

La creatività e l'intensità dello spettacolo riescono a trascinare gli spettatori in un mondo incantato per più di due ore, ma certamente immagini e suoni rimarranno ben più a lungo tra i loro ricordi piú significativi.



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Riaperta la Pinacoteca Stuard. Taglio del nastro nel pomeriggio di ieri alle presenza del sindaco Federico Pizzarotti e dell'assessore Laura Maria Ferraris. Il museo si avvale ora di un nuovo percorso espositivo che si può ammirare gratuitamente con opere che erano custodite all'interno del palazzo municipale. -

Parma, 14 gennaio 2016 - tutte le foto nella galleria in fondo al testo, ph. Francesca Bocchia -

La Pinacoteca Stuard è di nuovo aperta al pubblico con importanti e significative novità e da ieri è possibile ammirare gratuitamente il nuovo percorso espositivo. Il giorno di Sant'Ilario è stato scelto per il taglio del nastro da parte del sindaco Federico Pizzarotti e dell'assessore Laura Maria Ferraris.
L'inaugurazione, tenutasi nel pomeriggio di ieri, ha permesso ai numerosi presenti di beneficiare del nuovo percorso espositivo, guidati dall'esperto d'arte Alessandro Malinverni, assegnista presso il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell'Università di Milano, nonché curatore del nuovo allestimento.

Grazie a questo intervento l'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma offre ai visitatori nuove sezioni espositive, ripensando il percorso museale e garantendo, attraverso la valorizzazione delle opere più significative, la maggior parte delle quali fa parte della collezione di Asp Ad Personam, una migliore esperienza di visita.

Il museo si arricchisce ora di diverse opere, prima negate al grande pubblico, provenienti dalla sede del Municipio, quali L'apparizione di Cristo a Santa Maria Maddalena di Agostino Carracci, il Paesaggio con cavalieri di Ilario Spolverini, il San Giovanni Evangelista di Giovanni Riccò, il Fior di loto e l'Esodo di Amedeo Bocchi.

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Pubblicato in Cronaca Parma
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