Parametrato alle 230 giornate lavorative annuali, fanno una scadenza ogni 3 (tre) giorni.
Questo il risultato di un'indagine specifica realizzata dal Centro Studi di CNA, che ha preso in esame i soli adempimenti fiscali gravanti su una piccola impresa individuale manifatturiera che ha adottato la contabilità ordinaria, che svolge una decina di operazioni all'anno con l'estero e che gestisce un appalto e un subappalto.
Ventidue adempimenti da assolvere senza battere ciglio, pena sanzioni salatissime che generano un carico operativo od economico (a seconda che l'impresa affidi questa attività ad un dipendente o che la commissioni ad un soggetto esterno): una volta l'anno c'è Unico, la dichiarazione Irap o la presentazione del modello degli studi di settore. Ma l'Iva vede 12 scadenze l'anno, la Tares 4, 3 l'autocertificazione Iva delle ritenute sugli appalti. E via dicendo fino ad arrivare a settanta appuntamenti con il fisco in un solo anno.
Peraltro, in questo calcolo non sono state comprese altre incombenze, come quelle legate alla sicurezza e all'ambiente, per continuare con altre questioni più locali (imposta pubblicità, occupazioni suolo pubbliche, eccetera eccetera).
Si tratta della prova provata del peso economico che la burocrazia ha per le imprese, soprattutto quelle più piccole, per le quali l'incidenza è sicuramente maggiore rispetto alle aziende di grandi dimensioni.
Una riforma fiscale equa, non solo in termini di aliquote, deve necessariamente affrontare anche queste problematiche.
In allegato "Studio CNA sugli adempimenti delle imprese"
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)