"Anche dalla audizione odierna è emerso quanto è ormai provato e cioè che ad ogni livello l'organizzazione a misura di donna è più efficiente e redditizia, oltre ovviamente a concorrere all'equità sociale- riassume a fine seduta la presidente Mori-, ma l'attuale sistema, purtroppo, ancora non ha culturalmente compreso la soggettività femminile come fattore di progresso e forte cambiamento".
Ad aprire i lavori la consigliera di Parità della Regione Emilia-Romagna, Rosa Amorevole, che ha sottolineato come "la discriminazione e la conciliazione siano i due principali temi su cui viene richiesto il mio intervento, l'organizzazione del lavoro è completamente peggiorata, finendo così per accrescere la conflittualità interna".
I tecnici dell'assessorato regionale al Lavoro hanno invece illustrato alcuni dati legati principalmente al tema dell'occupazione: "In Emilia-Romagna non abbiamo visto ridursi l'occupazione, c'è stata semmai una sostituzione; ci sono 23.000 occupate in più rispetto al 2010, ma nel frattempo è aumentato anche il numero delle disoccupate perché molte donne si sono affacciate sul mercato del lavoro per andare ad integrare il reddito familiare, mentre si è ridotta la qualità dell'occupazione, con un maggiore ricorso al tempo determinato e al part-time, che spesso viene imposto alle lavoratrici".
Nei circa dieci interventi che si sono susseguiti dopo le due relazioni introduttive, gli ospiti dell'audizione (rappresentanti della società civile, di organizzazioni sindacali o di categoria, di associazioni di volontariato) hanno affrontato i temi più diversi: in molti si sono concentrati su problemi concreti sui posti di lavoro, dalla situazione occupazionale di diverse categorie alla scarsa presenza femminile nei vertici della società e al "gender casting", cioè l'abitudine di considerare il genere come un fattore durante i colloqui di lavoro, passando per le differenze di genere nella retribuzione, per arrivare alle aggressioni, alle discriminazioni e alle molestie. Per quanto riguarda le politiche di conciliazione, le richieste più frequenti hanno riguardato la flessibilità degli orari, politiche di incentivazione per l'accesso ai nidi, il contrasto ai contratti atipici, la promozione dell'anzianità attiva, maggiore attenzione ai programmi di rientro al lavoro post-maternità, il sostegno all'aggregazione e associazione tra professionisti, a partire dal co-working femminile e fino ad arrivare al co-housing.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)