Di Francesco Graziano Bologna, 9 luglio 2023 - Ho cominciato a svolgere questa professione pochi anni fa e posso dire- a distanza di tempo – di aver incontrato persone belle e persone brutte.
Oggi mi dico onorato di vergare i miei articoli su questo quotidiano composto da persone competenti e per bene ma racconterò di nuovi piccoli – tranquilli, sarà un articolo breve – accadimenti.
Tralascio la storia squallida di “ giornalisti” che finiscono su rai tre perché si occupano di mafia e fanno lavorare in nero (ricordo che una legale felsinea me l’ha confermato: trattasi di pratica illegale, ergo chi la commette finisce in manette) aspiranti giornalisti mandandoli in focolai in epoca Covid in un periodo dove ancora non v’erano i vaccini e gli hub dove fare la “ punturina”, come scriverebbe qualcuno, ancora non occupavano i marciapiedi disastrati delle nostre strade.
Personalmente di aver esposto il “ braccio per la patria”, come si esprime un quotidiano considerato di destra ma che su alcune posizioni è molto, anzi moltissimo contiguo a certo mondo anarchico di stampo emiliano-romagnolo che ho avuto il piacere di ascoltare su youtube, non mi interessa.
Ciò che oggi voglio comunicare ai lettori è ben altro. Il giornalismo può essere una professione meravigliosa ma anche rappresentare una caverna di Platone ( i giornali in fondo sono questo) che proiettano ombre che altro non sono che pie illusioni che ti lasciano tranquillo nel tuo fortino senza farti correre il rischio di assaporare la verità che è soggettiva ( a volte) ma sempre avvicinabile seppur con una certa approssimazione come ti ripetono nei corsi di deontologia della professione.
Un giornale, considerato l’house organ di un partito fondato da un comicarolo da strapazzo ( non sono del tutto d’accordo, seppur all’acqua di rose o tra le righe le critiche ci sono state) che sapeva della mia triste vicenda a cui andai incontro, una volta messo piede nel mondo dell’informazione, perché – nascondendo i nomi beninteso – raccontai nella rubrica delle lettere questa storiaccia ad uno dei fondatori mi diede ascolto.
Il collega in questione mi mandò una mail gelosamente conservata nel mio archivio e datata 11/07/2022 dove mi risponde: Quando può mi chiami al ( segue numero di telefono) Sono cose di cui è meglio parlare”.
Basta, mi ero deciso; volevo raccontare quello che era successo visto che i miei coetanei parlano tanto ma più passano gli anni più noto che stanno diventando come “ loro”, luridi omertosi. Vermi schifosi, fate pena.
Sia come non sia lo scambio “ epistolare” continuò. Mi si fece presente che una firma di punta di questo foglio di informazione che alcuni considerano di partito, mi avrebbe contattato ed in effetti così avvenne.
Ebbene sapete cosa rispose la bravissima cronista ( dato oggettivo) quando mi lamentai della brutta pratica di ricattare gli aspiranti pubblicisti scrivendo loro o de visu dicendogli: “ Lavori gratis per noi due anni e poi attraverso una retribuzione fittizia ti prendi il tesserino?”. “ Guarda che abbiamo cominciato tutti così”. Risposta di un giornale di solito letto dalla gente che piace alla gente che piace e, visto che nel lessico italiano è stato introdotto il neologismo “virostar”, sappiate che al vertice della piramide si trova un “ giornastar”, esempio di giovani che lo idolatrano come se fosse Montanelli.
La Pratica “ penalmente perseguibile” (ODG Docet) che – quando ancora mi trovavo nella fase terribile di cercare una redazione che mi facesse svolgere i 24 mesi per diventare pubblicista- purtroppo ancora oggi è diffusa come un cancro che ha divorato l’organismo con le sue metastasi. La professionista da me consultata per altre questioni ( sempre per vedere se c’erano gli estremi per mettere nei guai qualche presunto “ malfattore”) mi ha raccontato che l’ordine fa regolarmente queste segnalazioni alla Procura ma se la Procura non indaga l’ordine non può fare altro ( sott’inteso, non può certo tagliare teste).
Proprio perché “ tutti fanno così” la notizia non uscì sul giornale. Con una scusa ieri tramite WA ho contattato i due cronisti con più di quarant’anni di carriera sulle spalle.
Risultato: uno si dimostrò infastidito perché gli ho ricordato che a frequentare i salottini televisivi, con le “ femministe” odierne, talmente spaventate di invecchiare che si fanno illuminare la faccia facendo consumare non so quanti kilowatt al povero editore della trasmissione ( onestamente l’effetto si ottiene, si “ scrive” anche con la luce e questa signora sembra una “ splendida quarantenne”) e rovinandosi la faccia con il botulino, è bravissimo.
L’altra che – telefonicamente – mi rispose “ guarda che abbiamo cominciato tutti così” su WA mi ha scritto questo, non ricordandosi forse precisamente del nostro colloquio: “ (…) Per quel che mi riguarda non posso dispensare consigli né altro. Posso solo dirti come è successo che sono diventata giornalista ( tranquilla, in una frase hai spiegato tutto). Ma non credo che possa esserti utile avendo io 50 anni e avendo iniziato questo mestiere molti lustri fa in un’epoca molto diversa da questa. E quando dico molto diversa ti assicuro che non esagero”.
Appello alla Procura: FATE LE indagini perché più passa il tempo più questo lavoro sta diventando una “cagata pazzesca”.
Una buona politica a tutti, distraetevi pure a Riccione, per informarvi ci sono sempre i The Giornalisti ( voglio uccidermi).
Buone vacanze, ci si risente ad agosto.