Venerdì, 02 Giugno 2017 09:04

Di che pasta sei? Scegli quella giusta per te. In evidenza

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Quanto italiana è la pasta che mangiamo? Quali sono le insidie che può nascondere il grano utilizzato per produrre l'alimento più consumato? Vero e falso sull'alimento più mangiato. Come scoprire i grani qualitativamente superiori e libero da micotossine, furosine.

di Alexa Kuhne

2 giugno 2017 

La pasta è una di quelle cose che ci fa sentire orgogliosamente italiani.
Se ci pensate, è l'alimento più semplice e più 'maritabile'.
Solo apparentemente però. Perché la pasta è il risultato di un sapiente impasto di acqua e semola, a cui vengono date centinaia di fogge diverse e che poi viene essiccato. Questo avviene da secoli, dal tempo degli Etruschi.
La pasta, però, percorre un lungo tragitto, prima di arrivare nel piatto. Durante questo viaggio, passando per mulini, pastifici e magazzini fa delle tappe che possono essere insidiose.
I nemici che si possono nascondere dentro un appetitoso e fumante piatto sono pesticidi, metalli pesanti, micotossine.
Facciamoci delle domande, allora, e chiediamoci, in prima battuta, da dove provenga tutto questo grano che mangiamo, visto che siamo i primi consumatori di pasta al mondo, con 26 kg procapite all'anno.
Intanto, le importazioni di grano da Turchia, Ucraina e Canada sono in continuo aumento, incentivate da leggi che non tutelano di certo i produttori italiani.
Coldiretti sostiene che un pacco di pasta su tre sia fatto con materia prima straniera. Tanto si vende lo stesso.

Il secondo interrogativo che ne deriva è: quanta qualità c'è davvero in un pacco di linguine o di maccheroni?
Il primo dato che deve indurci a riflettere è l'indice di glutine alto presente nella pasta, perché questo elemento rende la farina più elastica e lavorabile.
Anche in questo caso, la legge non viene incontro al consumatore.

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Solo di recente il Ministero delle politiche agricole ha elaborato una bozza di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria della filiera della pasta, basata sulla ripartizione fra Italia, paesi Ue, paesi non Ue. Ma manca il nulla osta dell'Unione europea.
Dove non vogliono arrivare le leggi arriva però la ricerca scientifica che si sta direzionando verso soluzioni alternative.
Sono le varietà di grani 'antichi' a sostituire quelli più utilizzati. Varietà meno tenaci, ma più ricche di antiossidanti e anche di sapore, nonché molto meno infiammanti.
In Italia, ormai, di coltivazioni antiche ce ne sono molte. Esse non hanno bisogno di essere trattate con erbicidi e fertilizzanti.
I nemici che si insidiano nel grano sono il glisofato, le micotossine e i problemi collegati ai climi umidi.
Il glisofato, un erbicida, per esempio, si trova nell'acqua e contamina anche la pasta.
Le micotossine sono un pericolo che viene dalla natura. Parassiti e molecole tossiche che possono attecchire nel grano, soprattutto in condizioni di forte umidità. Spesso sottovalutiamo quanto siano importanti la macinatura e la trafilatura, che in realtà sono dei fondamentali indicatori di qualità. Solo che non ci è dato sapere più di tanto, poiché le informazioni sul tipo di lavorazionesulle confezioni scarseggiano.

Necessario è sapere di che semola si tratti, di quanti proteine e carboidrati siano contenuti, quale sia la provenienza, quali i metodi di essiccazione e di trafilatura o quale acqua venga utilizzata.
La qualità viene prima di tutto determinata dalla semola, che necessita di una molitura perfetta.
E' sempre preferibile la macinatura a pietra, perché mantiene i principi nutrizionali, conservando il germe di grano, la parte viva che di solito viene scartata, perché 'invecchia' più precocemente il prodotto.

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La trafilatura è un altro elemento che fa la differenza: a bronzo rende la pasta più ruvida e porosa.

Temperature di impasto e di essiccazione danno un prodotto qualitativamente migliore. Se si usa una temperatura superiore a 80 gradi si produce la furosina, una sostanza tossica che però non è dato obbligo di indicare sul pacco di pasta, che aggredisce l'intestino compromettendo la digestione. I produttori, per fare più in fretta, aumentano le temperature di essiccazione. Diffidare, per esempio, dalla pasta che non scuoce mai, prodotta con un glutine molto tenace.

L'acqua che non presenta amido è indicatore del fatto che siano state usate alte temperature.
Fare un alimento semplice come la pasta è un'arte che in realtà richiede una lavorazione puntigliosa. Il risultato sarà, se si seguono determinate regole, un prodotto buono e davvero sano. Sta a noi non prendere la prima a portata di mano sullo scaffale ma scegliere attentamente quella giusta.

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