Lunedì, 10 Marzo 2014 13:06

Reggio Emilia - Quote rosa? Serve un cambiamento culturale

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Cinzia Rubertelli, candidata sindaco Grande Reggio-Progetto Reggio Cinzia Rubertelli, candidata sindaco Grande Reggio-Progetto Reggio

Cinzia Rubertelli, candidata sindaco Grande Reggio-Progetto Reggio prende posizione sulla questione di genere che sta interessando il dibattito sull'Italicum alla Camera -

Reggio Emilia, 10 marzo 2014 -

"Non servono le quote rosa ma un forte cambiamento culturale per mettere le donne nella condizione di occupare ruoli di rilevanza pubblica. Un'organizzazione socio-economica ferma a quarant'anni fa e lacune sempre più grandi nel nostro welfare, ricadono come macigni sulle spalle delle donne che nei fatti, per la maggioranza dei casi, tra lavoro e famiglia non hanno tempo per dedicarsi ad altro.

Pensiamoci: a chi spetta, in ogni famiglia, il compito della cura di bambini, anziani, disabili e in generale delle persone non autosufficienti? E ancora: le aperture di uffici, esercizi commerciali e servizi pubblici tutti sincronizzati negli stessi orari non rappresentano almeno un ostacolo nella missione di ogni donna di tenere insieme tutto?

Considerazioni molto pragmatiche, mi fanno pensare che non abbiamo bisogno di nuove norme per offrire alle donne la possibilità di assumere impegni pubblici. Qualche strumento ce l'abbiamo già: basta volerlo usare.

Dal mio osservatorio di imprenditrice penso per esempio al telelavoro. Ci sono tantissime mansioni che potrebbe essere svolte senza muoversi da casa consentendo a ogni donna di acquistare tempo per la famiglia, ma generando anche benefici collettivi come la riduzione dell'inquinamento e del traffico, e benefici economici come un miglioramento della produttività che sempre si accompagna a un miglioramento della qualità della vita delle persone.

Si dovrebbe poi parlare della conciliazione scuola-lavoro. Se io mamma finisco di lavorare alle 13 e mio figlio esce da scuola alle 13 come faccio ad arrivare in tempo a prenderlo? Oggi in alcuni casi posso pagare una piccola somma – laddove piccola è relativo – per tenerlo a scuola 15 minuti in più. Ma anche pagando, l'efficacia di questa soluzione dipende da dove io lavoro e da dove va a scuola mio figlio. Si potrebbe quindi pensare che il comune si faccia carico del balzello, ma anche progettare di estendere l'orario del dopo-scuola.

A livello amministrativo ragionerei anche su un ripensamento degli orari dei servizi pubblici e delle modalità di fruizione. Per fare un qualsiasi certificato o documento in comune oggi bisogna calcolare almeno due ore di permesso dal lavoro o di tempo libero sottratto alla famiglia. E se invece lo stesso certificato si potesse fare on line, la sera dopo che i bambini sono andati a dormire, senza il problema del traffico, del parcheggio e della fila allo sportello? Ci impegneremo per informatizzare e razionalizzare la macchina amministrativa, che sia davvero al servizio dei cittadini.

Le quote rosa insomma hanno un senso solo inserite in una visione complessiva di riforma della società. E dobbiamo dirci con molta franchezza che si tratta per lo più di piccoli investimenti ma con un grandissima incidenza sulla qualità della vita di ciascuna persona e, indirettamente, di ciascuna famiglia e ciascuna impresa. Chi si sottrarrà alla responsabilità?"

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

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