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La parola ha un peso, può essere una piuma e posarsi lievemente sulle ali dell'anima, può diventare una pietra tagliente e oscurare la luce dello Spirito

Di Guido Zaccarelli Mirandola 16 marzo 2019 - La parola è il mezzo con il quale l'uomo si relaziona con il mondo circostante attribuendo agli oggetti della realtà un valore simbolico legato al contesto, al significato e al suo significante. L'azione della parola è sempre legata al contesto ambientale e al suo limite informativo che visti nel loro insieme, condizionano fortemente l'azione messa in atto dalle persone nel loro atto comunicativo, ovvero il trasmettere e ricevere informazioni tra di loro.

Il contesto, in generale, svolge soprattutto la funzione di arricchire e completare il senso del linguaggio e suggerisce all'individuo la scelta di una parola rispetto ad un'altra. La parola ha un peso, può essere una piuma, e posarsi lievemente sulle ali dell'anima, o una pietra tagliente in grado di oscurare la luce dello Spirito. Il contesto si può ampliare o restringere secondo le esigenze presenti nell'interazione comunicativa.

Il senso precisa la direzione che l'interlocutore deve seguire per comprendere e si completa con le diverse sfumature create dall'applicazione particolare di una parola posta in una cornice specifica: tutto ciò che "circonda" una data parola, la situazione, i vincoli culturali, contribuisce al completamento del significato. Fondamentale è sempre la pertinenza, legata al contesto, intesa come l'insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli, spaziali, temporali, relazionali e culturali presenti in un qualsiasi scambio comunicativo. La parola è l'espressione autentica della verità. Il venir meno a questa condizione, afferma Socrate, significa applicare l'arte del compromesso e questo non fa bene alla parola e nemmeno all'arte del proferire.

La parola deve essere imbevuta di verità per assumere l'importanza che il contesto le assegna. Il tempo consolida la fiducia nella persona quando la parola è tenuta in vita dalla sorgente della verità, smarrirla, è un attimo, un battito d'ali. Il significato rimanda al contenuto espresso con la parola, il significante rimanda all'insieme dei segni visivi e fonetici che riportano al significato. Ad esempio: alla lavagna è riportata la parola gatto.

La parola viene impiegata come vettore per spiegare alle persone in ascolto il significato visivo della parola gatto, in questo caso attraverso un disegno essenziale del gatto. Nel nostro caso, il significato è il concetto mentale che rimanda al gatto. Il significante è l'espressione vocale del gatto, (la parte fisicamente percepibile che corrisponde all'insieme dei segni visivi e fonetici che riportano al gatto). La parola come si vede agisce sul piano dell'espressione e del contenuto entrando in modo diretto a contatto con tutti gli organi di senso della persona che in base alle condizioni definite dal contesto, e dalla sua situazione psicofisica, accoglie la parola assegnando valori completamenti differenti in base alle circostante, mettendo in atto reazioni positive, negative o neutre. La scelta della parola è fondamentale per stabilire la nascita, la continuità o l'uscita di scena da qualsiasi atto comunicativo.

La parola mette in azione le persone, agendo sulla funzione referenziale che riguarda il contesto, sulla funzione emotiva, sulle funzione conativa, che usa le espressioni per convincere l'interlocutore, sulla funzione poetica per donare alla parola l'effetto e in ultimo sulla funzione metalinguistica che rimanda alla spiegazione.

La parola deriva dal latino parabola e ha lo scopo di semplificare espressioni complesse e articolate e nel tempo ha dato vita alla parola balistica, che sappiamo essere una branchia della fisica che studia il moto di un proiettile. La parabola conduce a immaginare la traiettoria disegnata da una parola quando viene emessa e quando viene ricevuta da un interlocutore, al pari di un proiettile il cui risultato finale dipende dalla forza di gravità e dalla forza impressa nella fase di sparo. La parabola già alla fine dell''800 ha iniziato a vedersi applicata nelle costruzioni e in modo particolare nei ponti trovando oggi espressioni di autentica bellezza e rarità architettonica.

La parola quando viene pronunciata disegna una traiettoria che dipende dalla forza espressa e dal peso che viste nel loro insieme, determinano l'altezza e la distanza della caduta. Una parola espressa con dolcezza diventa lieve e pronta a raggiungere in volo gli strati alti dell'atmosfera, sospinta dal vento caldo della verità in attesa di posarsi sulle ali dell'anima.

La verità è l'energia che tiene in vita la parola. Una stretta di mano, che vale oltre la parola scritta o pronunciata, dove il significato e il significante si uniscono nel segno della fiducia. Le traiettorie variano in base alle parole. Piume che diventano pietre taglienti con le facce aguzzine che disegnano una traiettoria di breve durata per raggiungere taglienti gli strati più intimi dell'essere umano, offuscando la luce dello Spirito.

Un terremoto che spazza via le consapevolezze tenute in vita dalla forza della verità alimentando la spirale del disagio, e della fiducia in se stessi e negli altri. Un labirinto dove le parole perdono il loro significato etimologico incapaci di dare risposte ai mille perché. Spesso non ci sono risposte. Cercarle, significa perdere tempo per l'impossibilità di calarsi nell'anima altrui.

Occorre dare prova di sé e iniziare a disegnare una nuova parabola dove la parola è al centro dell'atto comunicativo in grado di educare le persone all'uso umano della parola stessa. Solo in questo modo potremo fare emergere la sua verità.

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.

Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/ 
https://www.itals.it/nozion/noza.htm 
https://fabiogabetta.wordpress.com/2009/12/27/socrate-e-platone-reificazione/ 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia

L'ascolto, è accogliere l'altro in se stessi aprendo le porte al dolce sentire dell'anima. È la predisposizione naturale dell'uomo ad accogliere che unisce l'ascolto dell'uomo con l'empatia dell'introspezione altrui: «empatia, essere nell'altro per sentire».

Di Guido Zaccarelli Mirandola 8 marzo 2019 - Un cammino che inizia osservando la persona alla ricerca della melodia per trovare l'accordo musicale con cui intonare i versi da dirigere verso l'ascolto. Intonare significa dare tono, infondere colore, immergere le parole nell'intenso percepire l'intero spettro dell'arcobaleno dei suoni. Il suono è una energia in movimento che si muove invisibile verso colui che ascolta al quale accordare la giusta tonalità per rendere l'ascolto melodioso.

Accogliere il suono è infondere un movimento di prossimità emotivo ed affettivo che avvicina, riducendo la distanza con l'altro, perché l'ascolto inizia quando la distanza è prossima ad entrambi e tutte le tonalità confluiscono in un solo punto evitando di sfuggire alla comprensione. L'orecchio è il mezzo fisico che permette l'ascolto, la cui parola in ebraico allude alla divinità che nutre l'anima. Porgere l'orecchio significa «donare l'attenzione all'altro evitando di ascoltare senza sentire, nel suo significato più ampio che significa percepire».

La percezione è una parola composta formata dal prefisso per che induce il movimento. Significa, lasciarsi attraversare. L'orecchio è quindi il canale che abilita l'ascolto preparando l'uomo al sentire le sensazioni che provengono dal mondo esterno. La difficoltà sta nel porgere l'orecchio rendendo sensibile, o meno, l'uomo all'ascolto, perché «sentire è qualcosa che proviene dal cuore e che emoziona». L'ascolto agisce su diversi livelli. Semplificando, procede verso l'esterno e verso l'interno.

Fuori l'ambiente è denso di informazioni e l'ascolto deve agire come filtro per non appesantire il lavoro quotidiano della mente. È anche denso di emozioni che annegano il sentire nella incapacità di filtrare la densità dei suoni e la profonda intonazione di cui dispongono. «Si ascolta ciò che si vuole sentire e non viceversa», perdendo informazioni di rara bellezza. La ragione e l'emozione coordinano il sentire orientandolo ora in un verso, ora nell'altro. Importante è non pregiudicare l'equilibrio costantemente ancorato nella sua fortezza per aprire le porte al disagio e alle preoccupazioni. «non ti ascolto, non voglio sentire le tue parole». «quanto sento, mi angoscia».
«Parlami di te, sono in ascolto, le tue parole mi fanno sentire bene, piene di gioia e di energia».

Quante volte queste frasi sono uscite dal nostro cuore e attraverso la voce hanno prodotto il suono che è giunto all'orecchio dell'altro, deciso a sentire oppure a non sentire le nostre parole?. Tantissime volte. Il disagio che s'instaura nelle persone, nel quotidiano, come nelle relazioni professionali, porta ad una sorta di abbandono soggettivo che avvolge la dimensione cognitiva ed affettiva.

Le persone desiderano essere ascoltate e sentire espresso dagli altri il valore della propria identità e del proprio pensiero. Riformulare continuamente il contesto è fondamentale per sostenere l'ascolto e permettere all'altro di sentire confermato ciò che ha appena espresso. Questo significa, essere accolti, nel dialogo attivo che allontana la presenza dei pregiudizi che pesano come macigni sulle emozioni chiudendo la porta alla relazione. È fondamentale in questo caso l'applicazione del Principio di Cooperazione di Paul Grice che afferma: «fornite i vostro contributo così come richiesto, al momento opportuno dagli scopi o dall'orientamento del discorso nel quale siete impegnati». Grave è la condizione nella quale non prestare ascolto a se stessi. Quando l'uomo non è in grado di accogliere i segnali provenienti dal movimento del cuore, ha perso la sfida con la propria identità, ed il suo essere uomo nel mondo. «Accogliere l'ascolto significa entrare in relazione con il prossimo avviando un cammino d'empatia reciproca che appaga il tempo del sentire».

«Del resto poche sono le occasioni nelle quali incontri delle imbarcazioni che si affiancano e che donano il proprio tempo al reciproco ascolto. Quelle sono le Tue poche e uniche certezze, le tue àncore di salvezza che ti sostengono e ti confortano nel tuo viaggio. Sono le uniche barche che remano con te. Perché tutte le altre hanno fretta di navigare verso il loro orizzonte indistinto. Spesso è difficile comunicare alle barche. È ancora più faticoso parlare alla gente che si affida sempre più alla rotta tracciata da un pilota automatico, che appare anch'esso disorientato, rischiando di portare tutti al di fuori del corso ideale della vita, di indicare dove sta la morale e invece dove abita l'opportunismo»..... «A volte incontriamo mondi troppo lontani da noi dai quali è meglio prendere le distanze e lasciare loro il tempo necessario per riflettere sulla opportunità o meno di condividere il nostro progetto»..... «E così dentro la sfera del mio silenzio mi abbandono a me stesso. Perché ho bisogno, in certi momenti, di stare in rada a riflettere da solo. Di ancorarmi ad un ormeggio tranquillo alla ricerca di un punto, per scrutare l'orizzonte e attendere che la nuvolaglia si alzi. Non importa quanto, anche solo per un poco. In attesa che si apra un varco e appaia una luce, là in fondo, dove il cielo e il mare si toccano con un dito».

Tratto dal saggio: dalla Piramide al cerchio, la persona al centro dell'azienda, pagina 29

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia

Parmigiano Reggiano: Carlo Mangini nuovo direttore marketing, trade marketing e sviluppo commerciale del Consorzio. Manager ligure laureato in economia aziendale all'università di Genova, Mangini ha una lunga esperienza nel settore alimentare. Il suo incarico sarà pienamente operativo dal 14 marzo 2019.

Reggio Emilia, 6 marzo 2019 – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha istituito un nuovo ruolo direttivo al quale affidare le politiche di sviluppo commerciale, di valorizzazione del marchio e di rafforzamento di tutto il team dedicato alla gestione degli investimenti di marketing. Un potenziamento che si inserisce nel solco della politica innovatrice inaugurata dal presidente Nicola Bertinelli al momento del suo insediamento, avvenuto ad aprile 2017.

Il nuovo ruolo direttivo è stato affidato a Carlo Mangini, manager ligure laureato in economia aziendale all'università di Genova. Mangini ha maturato lunga esperienza nel settore del largo consumo contribuendo - prima come direttore commerciale e infine nel ruolo di direttore generale commerciale - alla crescita di un marchio leader in uno dei mercati più dinamici dell'alimentare, quello della frutta secca e disidratata.

Il profilo professionale richiesto dalla presidenza doveva avere una consolidata esperienza nel settore dell'agrifood, ottime relazionali con le principali insegne distributive e una chiara visione degli scenari commerciali in modo da anticipare le risposte attese dal consumatore. Tutte caratteristiche che sono state riscontrate nella figura di Carlo Mangini e che sono state alla base dei suoi recenti successi professionali.

Partecipando ad un recente comitato esecutivo ed al CDA del 25 febbraio 2019, Mangini ha avuto l'opportunità di indicare alcune aree progettuali che impegneranno la sua direzione, ricevendo la condivisone di tutti i consiglieri presenti.

Il suo incarico sarà pienamente operativo dal 14 marzo 2019, data che coinciderà con la presenza del Consorzio ad un importante convention che si terrà a Milano e a cui parteciperanno tutte le principali imprese produttive e distributive del largo consumo.

 

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Domenica, 03 Marzo 2019 06:56

#essereLaConoscenzaCondivisa

Cos'è La Conoscenza Condivisa®?: «è il nome che identifica in modo univoco il comportamento delle organizzazioni che mettono la persona al centro del loro ecosistema.

Di Guido Zaccarelli Mirandola (MO) 3 marzo 2019 - Il punto di partenza è la creazione di luoghi di lavoro felicitanti dove le persone entrano in azienda spinte dal desiderio del fare, e non solo dal bisogno del fare posto in relazione alla retribuzione. Donano la propria conoscenza agli altri fondando il comportamento sul principio di reciprocità: «un dare senza perdere un prendere senza togliere».

La conoscenza sommersa (trattenuta) si scioglie rendendosi disponibile agli altri che trovano giovamento dalla disponibilità offerta dall'incontro con nuove forme di sapere. Questo significa: #essereLaConoscenzaCondivisa. Identificarsi in un modello etico e culturale che rappresenta l'espressione autentica del cambiamento da ricondurre a fattore comune per una ampia e condivisa applicazione sociale ed imprenditoriale. Molte organizzazioni stanno muovendo i loro primi passi verso una maggiore valorizzazione delle persone e l'accresciuta consapevolezza che il futuro è nelle mani della conoscenza e dei suoi valori. Insieme formano l'energia nella quale anche i giovani devono dissetarsi per trovare una loro precisa identità, dove credere nei propri mezzi e «nel valore che rappresenta la meritocrazia applicata in ogni contesto della società civile».

#essereLaConoscenzaCondivisa significa individuare le aziende disponibili a convergere verso un modello di organizzazione unico nel quale tutti possono identificarsi in un progetto per raggiungere una vasta platea di soggetti e diventare un punto di riferimento imprenditoriale e organizzativo nazionale. Possiamo ipotizzare che tutto questo possa #essere un mondo possibile? È nella comune consapevolezza che «l'imprenditore nasce per fare impresa e oggi fare l'imprenditore è una grande impresa».

Come possiamo aiutare le nostre imprese a sviluppare modelli imprenditoriali che possano competere con i mercati globali?. Avviando un cammino di educazione culturale che inizi a muovere i primi passi nella scuola, nelle famiglie e nelle istituzioni per aggiungere un modo nuovo di vivere le relazioni tra le persone. Nella lettera enciclica Laudato Si' del Santo Padre Francesco, sulla cura della casa comune, troviamo il seguente pensiero: «Perché continui ad essere possibile offri¬re occupazione, è indispensabile promuovere un'e¬conomia che favorisca la diversificazione produtti¬va e la creatività imprenditoriale». Il futuro è nelle idee che le persone mettono a disposizione delle imprese per competere e trovare continuamente soluzioni ad elevato valore aggiunto, per evitare l'uscita anticipata dalla realtà imprenditoriale. #essereLaConoscenzaCondivisa significa sostituire la competizione, l'avidità e l'individualismo economico al bene comune, quale via d'accesso alla felicità dei singoli e dell'intera comunità aziendale.

Quanto costa all'azienda il fare senza pensare? I costi intangibili legati alla mancata condivisione dei saperi e dell'applicazione naturale della buona volontà, accrescono i costi complessivi dell'azienda, che per mantenere elevato il profilo di competitività, deve continuamente cercare soluzioni per non rimanere intrappolata nelle maglie del fallimento. Ancora per voce del Santo Padre Francesco: «La riduzione dei posti di lavoro ha anche un impatto negativo sul piano economico, attraverso la progressiva erosione del "capitale sociale", ossia di quell'insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile. In definitiva, prosegue, «i costi umani sono sempre anche costi economici e le disfunzioni economiche comportano sempre anche costi umani. Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immedia¬to è un pessimo affare per la società».

La presenza della tecnologia 4.0 stimola gli imprenditori ad adottare strumenti tecnologici ad elevato valore aggiunto, per accrescere i livelli di produttività e della qualità. Di riflesso, la strategia agisce sulla contrazione del personale che necessita di piani formativi trasversali per consentire ai lavoratori di rimanere in contatto con il mondo produttivo che si muove ad altissima velocità. Come uscire da questo vortice che sembra non perdere tutta la forza che ha in corpo?.

La strada è segnata: #essereLaConoscenzaCondivisa dove stimolare il dialogo e la passione tra le persone, sostenere l'ascolto e la cooperazione e il senso di appartenenza. Promuovere la libertà per una gestione partecipata dove è forte il senso di responsabilità perché «una persona felice è l'albero della vita della nostra azienda» che diventa parte attiva del cambiamento. Il futuro è qui innanzi a NOI. Non attendiamo il domani, iniziamo già da oggi a mettere a frutto il dono della Conoscenza Condivisa.

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia

C'è un giorno nella vita di ogni persona nella quale la luce dell'alba s'offusca al primo chiarore del mattino, riflettendo i propri raggi dorati nella penombra di una nuova esistenza che avanza improvvisa e senza un perché. Incurante, avvolge ogni istante del tempo di qualcosa di surreale che spinge l'uomo a cambiare lo sguardo sul mondo e l'accordo musicale con l'armonia delle cose.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 23 febbraio 2019 - La realtà si manifesta in modo diverso e tutto non è più uguale a qualche istante prima, sospesa nel vuoto, sola con se stessa, in compagnia della solitudine: «essere soli con se stessi». Cosa significa essere soli?: «essere avvolti nel mantello del vuoto».

Uno spazio che si crea istantaneo e che allontana i frastuoni dell'ambiente circostante, immergendo l'individuo in un luogo dove viene a meno il respiro, il contatto con la realtà, quel mondo possibile che esiste solo innanzi alla condizione se, allora: «Ulisse sbarcò a Itaca immerso in un sonno profondo». Un mondo vero "solo se" effettivamente le cose andarono effettivamente come narrato nei testi mitologici. Gli occhi fissano il vuoto e anche il silenzio s'ammutolisce. L'uomo inizia a camminare come un funambolo sulla corda che unisce se stesso e un punto sconosciuto, l'estremo al quale ogni persona non vorrebbe mai tendere, quando scompare una persona cara, quando vai in vacanza e il posto vicino a te è vuoto, quando ricevi una notizia che stravolge i tuoi sentimenti.

Come nel caso di un lavoratore quando si presenta al mattino in azienda e il tornello non gira come il giorno precedente, perché è stato licenziato. In queste e altre circostanze, l'uomo viene avvolto da un profondo senso di smarrimento trovandosi con il mondo capovolto ai suoi piedi e completamente «solo con se stesso in compagnia della solitudine», immerso in molteplici domande senza un perché, fino a spingerlo sull'orlo del precipizio, completamente in bilico tra il sentiero battuto della sua esistenza e un futuro incerto e senza speranza. Ecco entrare in scena la solitudine che diventa amica del quotidiano affiancando l'uomo in ogni circostanza, invisibile, instancabile ma soprattutto implacabile. «Ti chiama, ti dà ordini. E tu mestamente ubbidisci riconoscendo in Lei l'autorità. Un'amicizia sempre più intima fino a renderti completamente schiavo del momento, che oscilla tra i sorrisi del passato e il caos del presente». Un nubifragio arrivato all'improvviso che spazza via come uno tsunami le radici dell'identità dell'uomo fino a sradicare le certezze facendole scivolare nel profondo dell'anima. La discesa è rapida come lenta sarà la risalita fino a raggiungere la luce di una nuova alba. Un percorso in discesa senza barriere fino a raggiungere ad elevata velocità la parte più intima dell'IO.

Un luogo dove ambire di sostare solo quando la serenità è l'ossigeno che continuamente tiene in vita l'esistenza della felicità. Il tempo avanza e la vita scorre ancora sulla corda del funambolo, incontrando sul proprio cammino argini resistenti che consentono di mantenere l'equilibrio e altri molto deboli che fanno ondeggiare la fune con movimenti pericolosi, come nella poesia "La solitudine" di Alda Merini: «Ci sono momenti di solitudine che cadono all'improvviso come una maledizione, nel bel mezzo di una giornata. Sono i momenti in cui l'anima non vibra più». Ma dietro l'angolo ecco di nuovo un argine resistente che riporta l'uomo nella condizione di equilibrio.

La solitudine sempre lì accanto: «andiamo, è l'alba di un nuovo giorno» e insieme, mano nella mano, prendere la strada del giorno che sta per cominciare. «E così ad ogni alba, ma non per sempre». C'è un giorno nella vita di ogni persona nella quale la luce dell'alba s'illumina al mattino di gioia riflettendo i propri raggi dorati nella speranza di una vita dispersa, che trova il coraggio di mettersi a nuovo. È il momento magico della vita, dove l'uomo si sveglia e chiama a sé la solitudine: «andiamo, è l'alba di un nuovo giorno».

L'uomo prende per mano la solitudine e insieme prendono la strada del giorno che sta per cominciare. È un giorno diverso dal precedente. È il momento della rinascita dove non si è più soli con se stessi, dove non si dipende dalla solitudine, ma è l'uomo che domina la solitudine, riconquistando la propria identità e la voglia di vivere continuamente in contatto con la realtà che chiede ogni giorno di vivere senza un perché.

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Cosenza, 15 febbraio 2019 - Sala degli Specchi della Provincia di Cosenza - La Conoscenza Condivisa, per un nuovo modello di organizzazione scolastica.

Il Mirandolese Guido Zaccarelli, autore della Conoscenza Condivisa®, è stato invitato a Cosenza per partecipare, come relatore, al seminario dal titolo "La Conoscenza Condivisa, per un nuovo modello di organizzazione scolastica".

Il seminario si è proposto di suggerire azioni e comportamenti orientati ad offrire una diversa prospettiva con la quale osservare la struttura delle organizzazioni scolastiche ancora oggi centrate sul modello piramidale, un modello burocratico e dirigistico che rappresenta uno degli aspetti di maggiore criticità delle nostre scuole, per la difficoltà nell'avviare e sostenere processi di miglioramento e raggiungimento dei fini e della missione assegnati dalla nostra Costituzione.

Il contributo di Zaccarelli è stato quello di diffondere i principi e i valori della Conoscenza Condivisa, da applicare a tutta l'organizzazione scolastica nazionale, dove garantire ad ogni componente la partecipazione attiva e la corresponsabilità nelle scelte e nei risultati dell'agire formativo, capace di favorire e di stimolare anche un clima positivo e motivante per i diversi attori coinvolti nel processo educativo ed in quello organizzativo.

Cos'è la Conoscenza condivisa?: «è il nome che identifica il comportamento delle organizzazioni scolastiche che mettono la Persona al centro della scuola». È la presa cosciente dell'innesto culturale di una nuova consapevolezza scolastica: «per vincere le sfide offerte dalla globalizzazione le organizzazioni scolastiche devono creare al loro interno luoghi di lavoro felicitanti dove le persone condividono in forma paritetica la conoscenza».

Serve una nuova azione educativa, formativa e culturale necessaria per tracciare la strada di una nuova realtà organizzativa, da verticale a circolare dove la persona è al centro. Il mondo in cui viviamo è di fronte a grandi cambiamenti e la velocità con la quale la realtà muta ai nostri occhi è incessante e spesso imprevedibile. Negli ultimi anni la nostra società ha subito l'azione di media e di strumenti altamente tecnologici che hanno moltiplicato le potenzialità comunicative di ogni individuo soprattutto grazie alla nascita del pianeta Internet, dove le persone possono condividere in rete la conoscenza.

L'intera organizzazione scolastica non può rimanere distante dai continui mutamenti che stanno caratterizzando la società contemporanea, ma essere attenta per cogliere i segnali in anticipo ed essere proattiva nell'adeguare se stessa ai desideri e ai bisogni della società contemporanea. La scuola del futuro deve prevedere un modello circolare dove ognuno è parte integrante di un disegno collettivo che ha al centro la funzione che legittima la stessa esistenza delle istituzioni scolastiche, l'insegnamento-apprendimento, aperto alla possibilità di scambio di esperienze "tra pari", che sono proprie delle comunità di apprendimento, ove il sapere dell'uno viene messo a disposizione dell'altro, in un processo circolare ricorrente di costruzione della conoscenza con ampi riflessi nell'agire educativo.

La condivisione della conoscenza fonda le sue radici sul bene comune, essenza irrinunciabile per assicurare alla nostra scuola l'apertura al cambiamento e alla comprensione della complessità dei saperi contemporanei e di spalancare le porte alla reciproca attivazione di preziosi processi di apprendimento per fare crescere l'identità sociale e consentire alle persone di sentirsi attrici protagoniste e parte attiva del cambiamento.

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GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Quante volte entrando in libreria abbiamo detto a noi stessi: «questo libro è mio».

Di Guido Zaccarelli Mirandola 16 febbraio 2019 - Un libro è l'incontro con un'emozione, è il vivere una esperienza che contagia, a volte inebriante per l'energia che promana e la forza dirompente di cui dispone, orientata a dare ombra ad una identità piena di luce oppure di catapultarla in una gioia irrefrenabile, cambiando o rinforzando il senso della vita. Come innanzi ad un incontro inatteso, dove un petalo scivola da una mano e viene raccolto prima che il suo lento ondeggiare sfiori il terreno per riporlo da dove era partito.

È il momento dove l'ascolto s'inebria di armonia fino a raggiungere la profondità dei sentimenti pronti a dire: «ho incontrato la persona della (mia) vita». Il libro è come una goccia d'acqua, immersa nel mare che ondeggia in mezzo alle altre, camuffandosi senza dire nulla di sé fino a raggiungere in silenzio la riva. Un rivolo d'acqua che incanala nella sabbia bagnata insieme a tante altre disperdendosi all'istante, senza lasciare traccia. Potevano incontrare mari tranquilli e accompagnare alati la traversata delle navi, incontrare onde vigorose che s'infrangevano contro l'imbarcazione, increspandosi ad ogni sobbalzo dello scafo o infrangersi sulle rocce dal volto aculeo fino a diventare sbuffi rumorosi d'acqua marina. Il libro è l'incontro con la storia della vita pensando a volte che sia solo nostra. La realtà è comune a tutti agli uomini. Ciò che cambia è la posizione delle note nel pentagramma, alcuni brani iniziano con il DO basso altri con il DO alto, altri ancora con qualsiasi altra nota; nel mezzo, tra una e le altre, le sfumature dell'arcobaleno che inneggiano all'armonia della vita.

Quando il musicista segue con lo sguardo le note disposte sul pentagramma, segue idealmente il percorso della sua vita; il lettore segue la linea tracciata dall'autore che l'aiuta a muoversi tra gli estremi della sua fantasia e il lento, o rapido oscillare, nell'arco vitale della propria esistenza. L'incontro con se stessi è la scintilla che tiene incollato il lettore al racconto, come i sentimenti tengono uniti le persone quando si muovono oltre le pagine della prefazione del libro che stanno scrivendo insieme a quattro mani. È il prodotto del caso dove l'energia del momento si concentra in una luce che aspettava da tempo di essere scoperta, in viaggio tra stelle di lunga durata e meteoriti che transitano senza lasciare un segno dietro di sé. Ognuna di loro ha un suo angolo di celebrità e molte caratteristiche in comune a tante altre.

Qui nasce l'incontro con il linguista e antropologo russo, poi divenuto sovietico, Vladimir Propp.

Egli studiando 400 fiabe di magia russe, scoprì che «in ogni fiaba le azioni erano sempre le stesse e realizzate dagli stessi personaggi». Lo studio ha permesso di individuare otto categorie di personaggi che svolgono 31 funzioni, che si muovono in uno schema dove i personaggi sono prima in equilibrio, poi avviene la rottura, successivamente l'eroe compie azioni importanti fino al ripristino dell'equilibrio iniziale.

«Leggere di altri significa leggere di se stessi» dove il lettore s'immedesima nel personaggio fino ad assumere le sembianze, facendosi accompagnare dall'autore sulla filigrana della narrazione per condurlo a vivere la storia immersa nell'emozione, vissuta tra la fabula e l'intreccio. Nella fabula il racconto si distende nel seguire la cronologia degli eventi, seguendo una disposizione logica e naturale; diversamente l'intreccio riguarda il modo con il quale l'autore presenta al lettore il suo testo narrativo, spesso modificando le regole temporali di svolgimento naturale degli accadimenti. Tutto questo reso possibile dalla narrazione che consente di trattare un argomento accaduto in precedenza (flashback) oppure di anticipare gli eventi successivi (flashforward), entrambi arricchiti dalla dimensione emotiva.

Preso il libro dallo scaffale, il lettore inizia a sfogliare le pagine come fossero i petali di un fiore, soffermandosi su una di esse dove avviene l'incontro con una parola, con una frase in armonia con il proprio pensiero fino a scuotere la saggezza dell'anima. Passaggi alati e rapidi alla ricerca di conferme, o di smentite, che prendono il volo dissipandosi o consolidandosi in pochi istanti, il tempo con il quale il cuore comanda alla voce silenziosa di salire dal profondo dell'introspezione: «questo libro è mio».

La sete è tanta e forte è il desiderio di dissetarsi immergendo il cuore e l'anima nel racconto. «Lì inizia il percorso della vita». Un filo conduttore dove l'uomo cammina sul dorso delle parole incontrando la punteggiatura che limita o amplia lo sguardo del pensiero. Brevi periodi segnati da un punto che ferma per un istante il tempo per concedere una sosta, breve o lunga che sia, per riprendere il fiato. Uno spazio bianco dove riprendere il cammino lineare della vita, segnata a pochi passi con una virgola, una pausa, per legare il discorso di prima con quello successivo dove lo sguardo arretra, o avanza, precipitosamente alla ricerca di un altro punto, oppure di un'altra virgola che renda grazia il momento.

Ogni periodo fa storia a sé: «è una frase tra due punti». Poi ne vengono altri e nel cammino ecco apparire due punti destinati ad aprire un nuovo discorso sena chiudere il precedente, ma dando più voce al passato per comprendere meglio se stessi e spiegare gli altri, a volte senza un perché, a volte ponendo le domande, altre volte incontrando un punto esclamativo. Le persone nella vita incontrano la punteggiatura, segni grafici invisibili nel quotidiano ma scritti nelle pagine del libro della propria vita. Le parole si susseguono, le une dopo le altre, scorci di vita che seguono la strada incontrando le note musicali della punteggiatura, da ascoltare per vivere e assaporare uno stato di grazia unico e irripetibile. È nel silenzio che la punteggiatura trova se stessa e la forza di esprimere tutto il valore presente nei segni. Sensazioni che messe in campo spingono a sfogliare con le dita le pagine fino a fermarsi su di una. Decidere se continuare o riporlo nello scaffale da dove era stato preso. Sono istanti di vita vissuti nel breve tempo che trascorre tra una punteggiatura e l'altra, uno spazio infinitesimale di profonda emozione. Attimi che non tornano, se non colti nella loro essenza, al contrario di un testo scritto dove è possibile ritornare sui propri passi. «Siamo NOI gli autori della nostra esistenza».

Spetta al lettore decidere se andare oltre o fermarsi, fissare lo sguardo o volgerlo altrove, consapevole che camminando incontrerà sempre la punteggiatura che inneggia alla vita: «questo è il libro della (mia) vita, lo conservo per sempre».

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia

Il ROI è un indicatore di bilancio importante che mette in evidenza quanto rende il capitale investito da un imprenditore, o azionista, in un azienda. Lo aiuta a valutare la scelta da compiere innanzi alla decisione.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 8 febbraio 2019 - Non è interesse di questo articolo entrare nei dettagli dell'indicatore, né di prenderne in considerazione altri, ma essere un luogo d'incontro dove fare convergere riflessioni, e fare nascere suggerimenti e proposte, che possano aiutare le persone a rivedere i meccanismi che animano il «welfare culturale, sociale ed economico» della nostra nazione. Prima che la globalizzazione facesse il suo ingresso sul palcoscenico dell'economia del terzo millennio, abbracciando i mercati dell'intero continente, la formazione scolastica italiana riusciva a formare studenti con conoscenze e competenze altamente specializzate, che incontravano immediatamente il favore del mondo del lavoro e la possibilità di essere inseriti in breve tempo in contesti aziendali fiorenti.

La globalizzazione ha mutato gli scenari cambiando le previsioni degli analisti sulle previsioni future e spingendo la scuola ad adottare modelli didattici più aderenti ai nuovi modelli di business, superando i contenuti di molte materie considerate fino a qualche tempo prima pietre miliari intoccabili. Cosa è successo?

Che la crisi innestata al termine degli anni 2000 ha indotto le imprese a chiudere, se legati a modelli organizzativi e produttivi ancorati al motto: «abbiamo sempre fatto così», oppure a modificare le linee di produzione e i modelli di business per competere all'esterno dei propri distretti produttivi nazionali. L'economia ha ripreso a correre veloce sul binario dell'innovazione e la formazione scolastica ha continuato per molto tempo a formare gli studenti con i modelli didattici predenti l'arrivo della crisi, senza avvertire l'opportunità del momento. Il mondo ha iniziato a girare in modo sempre più veloce grazie alla presenza della tecnologia 4.0 che ha ulteriormente accelerato l'inserimento in azienda di modelli organizzativi completamente innovativi.

La scuola ha iniziato a implementare la nascita di nuovi modelli didattici. È nata una nuova consapevolezza che ha coinvolto tutto il corpo decenti nel mettere a frutto le conoscenze e competenze per formare i giovani al futuro globale. Il mondo economico nazionale mostra ancora segni di sofferenza dovuti al vento della globalizzazione e alla mancanza di una serenità e sicurezza imprenditoriale che non aiutano ad assorbire gli studenti che lasciano la scuola per entrare a fare parte del mondo produttivo. La tecnologia ha ridotto drasticamente la presenza di lavoratori che devono approdare ad assumere competenze specifiche in ambiti costantemente soggetti a trasformazioni.

«Il gap che si è creato, ovvero il surplus della forza lavoro giovanile, viene colmato mettendosi in viaggio oltre i confini nazionali con il solo biglietto di andata alla ricerca di un luogo di lavoro disposto a valorizzare l'identità personale e professionale dei giovani».

Terre lontane ma prossime agli ideali e alle passioni che governano le persone nel loro fare quotidiano. La parte restante spesso subisce il momento e si adegua alle circostanze soffrendo l'impossibilità di godere di una dimensione lavorativa appagante. La situazione è molto delicata.

Il ROI, abbiamo detto, essere un indicatore di bilancio. Poniamoci a questo punto una domanda: «quanto costa alla nazione investire nel «welfare culturale, sociale ed economico» della popolazione giovanile, se al termine del percorso scolastico si reca all'estero con il solo biglietto di andata, incontrando stati o nazioni che non hanno investito una sola moneta nella loro istruzione, formazione ed educazione?»

La risposta è in mano ad ogni singolo lettore che potrà fare propria la riflessione in base alla singole esperienze e prospettive socio culturali. Corre l'obbligo avviare un'azione sociale ed economica che veda negli investimenti rivolti al mondo dell'impresa, delle infrastrutture e della cultura, la possibilità di generare nuovi fronti occupazionali in grado di assorbire le conoscenze e le competenze generate dalla didattica nazionale, per creare un modello circolare che si autoalimenta grazie alla spinta propulsiva dei giovani che mettono a frutto i doni ricevuti dalla formazione nella propria nazione. Tutto questo al fine di contrastare la fuga delle persone all'estero: « Adesso partono anche famiglie e over 60. I dati dei connazionali residenti negli altri Paesi: 140 mila nuovi iscritti nel 2018, sono sempre di più i giovani laureati. Fonte: La Stampa - Francesca Sforza - 07 Febbraio 2019».

Solo in questo modo saremo in grado di generare un nuova condizione di benessere sociale e personale sostenuto dalla fiducia dei giovani verso la nazione e della nazione che si affida ai giovani per crescere nel bene comune.

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 07 Febbraio 2019 17:47

Come si diventa marketing manager?

Parlare di marketing manager vuol dire fare riferimento a una serie di figure professionali che, pur essendo accomunate dal marketing, hanno specializzazioni e mansioni differenti: dal web marketing manager al brand manager, passando per il product manager, a mutare non sono solo i compiti svolti, ma anche le competenze richieste. Nel caso di un product manager, per esempio, la responsabilità è quella di coordinare e di programmare le attività che devono garantire il successo di un certo prodotto. Il manager è chiamato, dunque, a definire gli obiettivi dal punto di vista commerciale per ciò che riguarda le quote di mercato, il fatturato e le vendite; in base a tali obiettivi, devono essere pianificate delle strategie di marketing ad hoc che consentano di attuarli. Questo vuol dire, tra l'altro, individuare i mezzi di comunicazione da sfruttare per le campagne promozionali, ma anche decidere il prezzo da proporre e scegliere la confezione migliore.

Il brand manager e il web marketing manager

Un'altra figura di rilievo nell'ambito del marketing management è quella del brand manager, che è coinvolto nella promozione di una linea di articoli o di servizi a partire dalla loro ideazione, tenendo conto anche della loro presentazione. Il brand manager può essere considerato come il soggetto a cui compete la messa a punto della strategia globale del marchio, e per questo motivo egli di solito è a capo di un gruppo di product manager. Un'altra delle sue mansioni consiste nel verificare che le tattiche scelte dall'impresa siano in linea con la formazione della cosiddetta brand image.

Passando al web marketing manager, il coordinamento delle risorse digitali è il compito principale di tale professionista, dal quale dipendono molte delle azioni che conducono alle vendite. Landing page, siti web e motori di ricerca sono solo alcuni degli ambiti in cui sono impegnati i web marketing manager, sempre più importanti in una società altamente digitalizzata come quella attuale, in cui non si può fare a meno di lavorare online. Grazie agli strumenti di web analytics, alle tattiche Seo e alle strategie Sem, possono essere ottenuti i risultati desiderati, comunque suscettibili di variazioni nel caso in cui le strategie scelte debbano essere corrette. 

Il ruolo degli account manager

La promozione di un servizio o di un prodotto dipende anche dal modus operandi degli account manager, che sono chiamati a individuare le strategie di vendite e a definire la loro evoluzione. Non si tratta di semplici agenti commerciali, ma di figure che devono sviluppare accordi commerciali in virtù delle importanti responsabilità gestionali che sono state loro attribuite. Anche la creazione di pacchetti pensati per i clienti e la gestione dei budget rientrano nel novero delle funzioni di un account manager, che proprio per questo motivo deve dimostrarsi eclettico e versatile.

La formazione

Le competenze economiche sono indispensabili per un marketing manager, ed è per questo che è consigliabile una laurea in scienze economiche, magari supportata da un marketing management di BBS. In alternativa, può essere utile una laurea in scienze della comunicazione: molto dipende dal tipo di percorso lavorativo che si ha intenzione di intraprendere.

Perché c'è bisogno di un master?

Nel contesto del percorso di formazione di un aspirante marketing manager il master ha un ruolo essenziale, soprattutto in considerazione del fatto che la maggior parte dei corsi universitari esclude la trattazione di temi come il search engine marketing o la search engine optimization, che oggi sono indispensabili per chi affronta il marketing sul web. Gli strumenti a disposizione delle aziende per promuoversi sono in costante evoluzione, ed è bene non lasciarsi sorprendere dai cambiamenti delle tecnologie.

Pubblicato in Lavoro Emilia

Dalla Piramide al cerchio inizia il suo cammino ispirandosi al cosmo, all'origine delle cose, dove tutto è ordine, frutto di una esplosione generatrice di vita, perché «la vita è gioia di vivere».

Di Guido Zaccarelli Mirandola 1 febbraio 2019 - Le persone avvertono da tempo il desiderio di cambiamento del loro stile di vita lavorativo, sempre più esposto ai ritmi frenetici del lavoro che viaggia alla velocità della luce.

Il Cosmo respira comportandosi come un polmone, inspira ed espira, si comprime e si dilata, offrendo la vita agli uomini che vivono sulla terra. Il respiro è l'abitudine che tiene in vita le persone, così come il gesto del «dono della conoscenza» è il respiro che tiene in vita le aziende. Per Platone, l'universo è sferico perché «la sfera è la figura geometrica per eccellenza»; mentre pulsa ruota su se stesso mostrandosi all'occhio dell'uomo luminoso al centro: «la luce della vita».

Per raggiungere l'idea del cosmo occorre inventarsi una strategia che consenta di prendere il modello piramidale e immaginarlo circolare togliendo, come affermava Michelangelo: «il marmo in eccesso». Per farlo è necessario ricorrere inizialmente al concetto, all'idea, che porti l'uomo a dare inizio alla fase di trasformazione, alla nascita di un nuova esplosione violenta che rompa gli schemi ancestrali sui quali sono stati costruiti i modelli organizzativi delle imprese. Superare la frase: «abbiamo sempre fatto così».

Lo scopo è portare l'uomo in una nuova dimensione prospettica che lo guidi a disegnare un cerchio sul foglio di carta per osservare la realtà da una posizione differente rispetto al modello piramidale che vive ogni giorno quando entra in contatto con il mondo del lavoro. Le persone disposte in forma circolare avranno la possibilità di osservare la luce dell'azienda da prospettive differenti e l'azienda, con un semplice movimento, avviare rapidamente qualsiasi tipo di relazione paritetica con i lavoratori, in modo diretto o rivolte all'insieme. Per fare questo è necessario fare ruotare su se stessa la piramide imprimendo sempre maggiore energia fino a quando l'immagine che ne deriva è un cerchio che vede la luce nel suo centro: la Persona.

L'immagine allegata mostra uno schema piramidale e uno circolare dove sono stati disposti in cerchio i lavoratori. Nella figura a forma di piramide alcune persone rientrano nello schema mentre altre rimangono esterne al sistema. Non solo, la gerarchia non consente di vedere verso l'alto ma solo in linea orizzontale e verso il basso: l'alto, un miraggio. Relazioni che scompaiono a vantaggio del rapporto gerarchico. Le persone disposte in forma circolare appartengono ad un nuovo cosmo che respira offrendo ai lavoratori la possibilità di ricevere tutti la stessa luce e di relazionarsi con gli altri, e con l'azienda, in forma paritetica. Le persone che prima erano all'esterno del modello piramidale, spesso inascoltate e valorizzate, rientrano a pieno titolo nel modello organizzativo circolare, contribuendo al successo dell'impresa. Si evita il ricorso alla esternalizzazione, coincidente con l'aumento dei costi tangibili, e intangibili, e la contrazione della identità aziendale, cuore pulsante di ogni tipo di organizzazione.

Ogni persona è in grado di definire il suo spazio cosmico consapevole di essere un micro cosmo che ruota, e respira, in forma circolare nell'universo dell'impresa. Pensiamo allo sport, e nello specifico, ai giocatori quando si uniscono prima della partita, o al termine, per condividere in cerchio i risultati, le strategie e gli obiettivi comuni. Sono tutti comportamenti che aiutano a creare la logica del gruppo e alimentare il significato dell'appartenenza verso la visione comune. Il cerchio è simbolo della regolarità assoluta, è il cuore nevralgico e pulsante dove transitano e si costruiscono le relazioni sociali. Esso si muove come la sfera di Maurits Cornelis Escher dove sulla superficie lucida si riflette tutto l'ambiente circostante, e come si vede nell'immagine, le persone sorridono.

Un modo per riportare il mondo infinito, in un punto finito, da cui far nascere un nuovo infinito che pulsa di una nuova energia: «la Persona al centro». L'organizzazione del futuro, se vuole rimanere in vita, deve vivere gli stessi attimi che hanno coinciso con l'origine della vita solare, per costruire un modello cosmico a immagine della persona. «Rivolgo ogni giorno lo sguardo al cielo, mentre navigo in mare aperto alla ricerca della felicità».

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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