Food vintage, una mostra sulle Mille Miglia, una esposizione di auto d'epoca e tanto altro: nuovi orizzonti per la rassegna internazionale di antiquariato modernariato e collezionismo vintage che, nella sua 34 esima edizione, dal 3 all'11 ottobre, apre all'arte d'avanguardia. -
Parma, 1 ottobre 2015 – di Cigno Nero -
Parole chiave: sperimentazione, creatività, contaminazione. La 34esima edizione di Mercanteinfiera Autunno, non risparmierà sulle novità.
La rassegna internazionale di modernariato, antichità e collezionismo vintage, che dal 3 all'11 ottobre sarà di scena alle Fiere di Parma, vivrà in spazi che si trasformeranno in una vera e propria città antiquaria, accogliendo le novità di espositori e delle centinaia di operatori provenienti da ogni parte d'Europa.
L'antiquariato d'alta gamma, ebanisteria del Settecento, modernariato e oggetti di design raffinato, fino ad arrivare alle suggestioni più vintage e pop saranno affiancati da una prima mostra che riporta al fascino del food "vintage" e da una seconda, questa volta in città, che guarda all'incompiuto: un viaggio nelle opere "mai realizzate" di artisti che si sono poi affermati nel panorama internazionale.
Quali sono gli ingredienti giusti per il piatto perfetto? Le dosi che garantiscono un impeccabile equilibrio del gusto? Nella passione contemporanea dell'arte culinaria, il cibo è ormai diventato imperativo. E Fiere di Parma risponde appunto con una mostra collaterale "Cosa bolliva in pentola", una raccolta di manifesti pubblicitari del '900 e antichi ricettari realizzata in collaborazione con Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como. Un gioco di memoria e presente, pubblicità e sperimentazione visiva, per comprendere l'evoluzione del cibo e scoprire i caratteri distintivi della cucina del secolo scorso. Una molteplicità di illustrazioni pubblicitarie che diventano così un vero e proprio excursus nella storia del nostro Paese. Le illustrazioni saranno affiancate da un percorso olfattivo con "odori antichi" ricreati dalla creatrice di fragranze di Genova Caterina Roncati.
L'esposizione sarà affiancata dalla mostra fotografica "Per un pugno di miglia" curata da Attilio Facconi dove tra volti di piloti e vicende, viene raccontata la competizione più famosa al mondo, la Mille Miglia. In mostra una foto inedita di Tazio Nuvolari alla guida di un bolide con stemma sabaudo.
Spazio poi agli appassionati del collezionismo automobilistico, con Mercanteinauto, una esposizione di auto d'epoca arricchita in questa edizione da una mostra unica di BMW a cura di Claudio Baroni, uno dei più importanti collezionisti in Europa, e ad Archi&Parchi, lo spazio dedicato ai pezzi d'epoca per ambienti esterni che, anche in omaggio a Expo porterà in tavola antichi sapori - ortaggi e frutti ormai scomparsi dalla nostra alimentazione - ricreando le vecchie cucine contadine
Mercanteinfiera infatti porta in città, a Palazzo Pigorini, in occasione del fuorisalone della cultura - Mercanteinfiera OFF - che si terrà a Parma dal 25 settembre al 31 ottobre, una mostra d'avanguardia "MoRe spaces. Percorsi nell'archivio del non realizzato", dedicata alle opere "incompiute" di artisti internazionali che spaziano da concept architettonici a pittorici, tutti, per motivi tecnici, ideologici, economici, o morali, rimasti rigorosamente nel cassetto. La mostra sarà affiancata da un ricco programma di talks dove l'incompiuto sarà esplorato nella letteratura, nella musica e nella cucina.
Con Open Data Monuments, il primo database fotografico digitale regionale libero e gratuito: l'Emilia Romagna apre i suoi archivi digitali agli utenti del web. -
Parma, 30 Settembre 2015 –
Nasce Open Data Monuments, il primo database fotografico digitale regionale libero e gratuito. Un'iniziativa promossa da Regione Emilia Romagna e APT Servizi Emilia Romagna, in collaborazione con il Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), che raccoglie oltre 7 mila immagini ad alta definizione che raccontano e documentano le bellezze artistiche e paesaggistiche dell'Emilia Romagna. Il tutto disponibile on line e gratuitamente.
E' la prima volta che una regione italiana rende disponibile, liberamente il proprio patrimonio territoriale per immagini, in un'ottica di condivisione e diffusione a fini di promozione turistica. Open Data Monuments nasce dalla partecipazione a Wiki Loves Monuments, il più grande concorso fotografico digitale al mondo che esalta i patrimoni locali. La sua particolarità è quella di raccogliere gli scatti realizzati in tre anni da 542 fotografi per professione o per passione, per un totale di 453 soggetti. L'archivio sarà ulteriormente arricchito di altre 6.000 immagini provenienti dall'edizione 2015 di Wiki Loves Monuments.
La mostra si appoggia ad un semplice motore di ricerca dedicato, accessibile dal sito www.cittadarte.emilia-romagna.it, che fornisce agli utenti risultati da parole chiave multiple. Tutte le 7031 immagini sono disponibili in rete per il free download (senza limiti di quantità) ed il libero riuso, trattandosi di foto rilasciate con licenza di "Creative Commons", ne consente, citandone l'autore, l'utilizzo legale da parte di chiunque, privati e operatori economici, enti pubblici e mezzi d'informazione.
Con questa iniziativa Apt e la Regione Emilia Romagna confermano l'importanza delle potenzialità offerte dal web, vera e propria risorsa collettiva per la diffusione massiva di capitali locali, capace di rendere libera la conoscenza e promuovere la cultura.
«In un mondo, anche quello del turismo, dominato dalle immagini -sottolinea Andrea Corsini, Assessore regionale al Turismo - l'Emilia Romagna riesce sempre a distinguersi ed affascinare con il suo "volto" sempre in bilico tra antico e contemporaneo, "alto" e "basso", popolare ed aristocratico. Da anni investiamo nel web e proprio il web, con Wiki Loves Monuments, ci ha permesso di coinvolgere anno dopo anno migliaia di persone attorno alla narrazione fotografica di questa affascinante terra. Oggi questo vasto patrimonio di identita' ed estetica viene messo, per la prima volta, a disponibilita' gratuita di chiunque. Un'altra bella opportunita' di visibilita' per l'Emilia Romagna e la sua offerta di vacanza».
E' stata inaugurata nel Palazzo della Pilotta di Parma la terza edizione della Festa Internazionale della Storia: convegni, mostre e momenti di apprendimento. -
Parma 30 Settembre 2015 -
Sabato 26 settembre è stata inaugurata ufficialmente la terza edizione della Festa Internazionale della Storia-Parma, due giornate intense che hanno riscontrato il pieno successo delle scuole promotrici degli eventi.
Alla cerimonia di apertura, nella cornice suggestiva del Palazzo della Pilotta, erano presenti Rolando Dondarini dell'Università di Bologna, Presidente della Festa Internazionale della Storia, Laura Ferraris, Assessore alla cultura del Comune di Parma, Manuela Catarsi della Soprintendenza Archeologia Emilia Romagna, Luigi Allegri Direttore del Dipartimento Lettere, Arti, Storia e Società dell'Università di Parma, Cecilia Morelli in rappresentanza del Direttore dell'Azienda Ospedaliera di Parma, Massimo Fabi, il Direttore del Mup Marzio dall'Acqua ed il Presidente della Famija Pramzana Maurizio Trapelli.
Primo grande momento di coinvolgimento e spettacolo è stato il flash mob che ha animato Piazzale della Pace, organizzato dall'Itis e dalla Scuola Media di Montechiarugolo per riaffermare il ripudio della guerra, seguito dall'esibizione degli sbandieratori di Fornovo.
Ma gli appuntamenti sono stati tanti: inaugurate due mostre a Palazzo Giordani, quella degli ex allievi del Liceo delle Scienze umane, intitolata "Vecchie fotografe senza storia", e quella della Scuola Media di Calestano, dedicata al centenario della Prima Guerra Mondiale, "Tracce di memoria", organizzata in collaborazione con il Gruppo Alpini di Calestano.
Bardi è stato il teatro nel quale si è affrontato il tema della Seconda Guerra Mondiale, mentre a Neviano si è svolto un convegno su Matilde e Arduino fra Parma e Reggio al tempo di Canossa, presieduto da Paolo Bonacini dell'Università di Bologna. Su "Matilde di Canossa: l'attualità di una donna di potere di 900 anni fa" ha parlato a Palazzo del Governatore Paolo Golinelli, dell'Università di Verona.
Proprio ieri mattina, due classi dell'Istituto Giordani hanno vissuto una intensa ed emozionante mattinata a Palazzo Giordani con la visita guidata dell'artista Alessandra Stivani alla mostra "I bambini del '44", completata poi da una lezione di Umberto Savini sulla strage di Marzabotto, seguita dalle testimonianze di parenti delle vittime in occasione del 70 esimo anniversario.
La mostra è aperta fino al 9 ottobre e molte delle iniziative andranno avanti fino all'11 ottobre. Per tutti i dettagli sul programma è possibile consultare il sito www.festadellastoria.unibo.it
Fondazione Cariparma aderisce alla XIV edizione di INVITO A PALAZZO. Arte e storia nelle banche e nelle fondazioni di origine bancaria col patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Sabato 3 ottobre 2015 dalle 10.00 alle 19.00. Nella stessa giornata a Palazzo Bossi Bocchi, ore 10, inaugurazione della mostra "Il Cibo, l'Arte e la Storia nelle Collezioni d'Arte di Fondazione Cariparma". -
Parma, 29 settembre 2015 -
Fondazione Cariparma partecipa alla XIV edizione dell'iniziativa "Invito a Palazzo", la manifestazione promossa dall'Abi (Associazione Bancaria italiana) che ogni anno, per un'intera giornata, mette in mostra opere d'arte e capolavori conservati nelle sedi storiche delle banche italiane (e, da quest'anno, su invito dell'Acri - Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa, anche di numerose Fondazioni di origine bancaria) normalmente chiuse al pubblico: sabato 3 ottobre, dalle ore 10 alle 19 (orario continuato), anche Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione Cariparma, sarà infatti aperto al pubblico, con la possibilità di visitare il notevole patrimonio delle Collezioni d'Arte ivi conservate.
L'iniziativa s'inserisce nell'ambito degli interventi promossi dal settore bancario per valorizzare il patrimonio artistico nazionale e a sostegno della cultura quale motore di sviluppo per il Paese.
Il Presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, ha dichiarato: "Le Fondazioni di origine bancaria sono da sempre attente all'arte e alla cultura: una vocazione che hanno ereditato dalle originarie Casse di Risparmio, ma che nel tempo hanno profondamente innovato, nelle modalità e negli obiettivi, unendo alla salvaguardia delle bellezze del passato la creazione di occasioni per farne un volano per lo sviluppo socio-economico e l'occupazione giovanile. Dal 2012 le loro collezioni d'arte sono accessibili online tramite il catalogo multimediale realizzato dall'Acri "R'accolte", che mette liberamente a disposizione del vasto pubblico di internet immagini e informazioni relative a oltre 12.000 opere d'arte. Partecipare a Invito a Palazzo sarà l'occasione per mostrarle dal vero all'interno dei magnifici edifici che le custodiscono e sempre più le valorizzano anche con mostre tematiche".
Nella stessa giornata, sempre a Palazzo Bossi Bocchi, alle ore 10, è prevista l'inaugurazione della mostra "Il Cibo, l'Arte e la Storia nelle Collezioni d'Arte di Fondazione Cariparma", una coinvolgente esposizione (dal 3 ottobre al 13 dicembre 2015) che, cogliendo le sollecitazioni proposte da Expo 2015 e alimentato dalle ricche Collezioni d'Arte di Fondazione Cariparma, si offre come caleidoscopico approccio al tema del cibo.
(Fonte: ufficio stampa Fondazione Cariparma)
Sabato 26 settembre, presso il Monastero di San Pietro, è in programma un pomeriggio interamente dedicato alla figura di Matilde di Canossa. Si comincia con la presentazione del Romanzo di Matilda di Elisa Guidelli e si prosegue con una Santa Messa celebrata dal nuovo vescovo di Modena Mons. Erio Castellucci. -
Modena, 25 settembre 2015 -
Il 24 luglio 1115 moriva Matilde di Canossa, una delle figure più significative e controverse del Medioevo italiano ed europeo. Ago della bilancia tra impero e papato, abile stratega e, soprattutto, donna forte e determinata in un mondo governato dagli uomini.
Sabato 26 settembre, a partire dalle 16.30, nella suggestiva cornice del Monastero di San Pietro (in via San Pietro 1), a Modena, l'Associazione I Semi Neri dedica un pomeriggio al ricordo della Grancontessa. Si comincia nell'Aula di Santa Scolastica con la presentazione del "Romanzo di Matilda" di Elisa Guidelli (leggi qui l'intervista all'autrice), che sarà preceduta da una breve introduzione del contesto storico e politico nel quale si svolgono le vicende narrate tenuta da Gabriele Sorrentino, scrittore e storico modenese.
Il Romanzo di Matilda narra la vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni di Matilde di Canossa. Un romanzo storico che racchiude campagne militari, storie d'amore tormentate e intriganti, ma anche indovine che predicono il futuro e giochi di potere tra nobili che abitano in rocche e castelli inespugnabili, tutto attorno alla personalità, i segreti, i sentimenti di Matilda, una donna guerriera sulla quale l'autrice ha condotto meticolose ricerche per oltre un decennio. Nella migliore tradizione del romanzo storico, i fatti realmente accaduti si intersecano con la finzione narrativa che evoca le emozioni e i sentimenti che a volte le fonti faticano a trasmettere al lettore moderno. Il risultato è una lettura piacevole e intrigante della storia di una donna di potere e di forte carisma, narrata con una prosa vivace e accattivante
Alle 18.30, Monsignor Erio Castellucci, nuovo Arcivescovo di Modena-Nonantola celebrerà una Santa Messa in ricordo di Matilde, grande sostenitrice e benefattrice della Chiesa. L'accompagnamento musicale delle cerimonia religiosa è affidata alla Corale Agape di San Felice sul Panaro (Mo), diretta dal maestro Diego Magagnoli, con il maestro Luciano Diegoli all'organo.
L'evento ha come fine quello di fare conoscere e valorizzare il Complesso Monastico di San Pietro a Modena, uno dei luoghi storici più significativi della nostra città. "Abbiamo voluto dedicare questo pomeriggio a Matilde di Canossa", spiega Daniela Ori, presidente dell'associazione I Semi Neri e ideatrice dell'evento, "un personaggio eccezionale, protagonista assoluta della nostra storia. Donna di potere in un mondo di uomini, Matilde lottò per difendere da un lato le sue terre, dall'altro per sostenere e promuovere la riforma di Papa Gregorio VII. Crediamo che sia importante ricordare questo personaggio, per questo abbiamo unito in un solo evento tre aspetti: una breve conferenza storica sul periodo della lotta per le investiture, la presentazione di un suggestivo romanzo storico appena uscito e una cerimonia religiosa".
Per l'occasione i partecipanti potranno anche visitare la Spezieria Acetaia Monastica san Mauro ( www.spezieriaonastica.it ).
Recitare per crescere, imparare a conoscere se stessi, prevenire il bullismo e la violenza di genere, ma anche per superare il disagio e acquisire fiducia in se stessi. Ne parliamo con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena. -
Modena, 26 settembre 2015 - di Manuela Fiorini – foto Peso Specifico Teatro, Dante Farricella, Valeria Pi. -
Può il teatro aiutare a superare ansie, disagi e paure? Si possono "toccare con mano" e sperimentare esperienze, anche forti, come la violenza sulle donne, il bullismo o la discriminazione di genere, attraverso il filtro rassicurante della recitazione? E, ancora, può il teatro aiutarci a crescere, contribuendo alla nostra formazione personale, rinsaldare l'autostima e la sicurezza di sé?
Ne abbiamo parlato con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena, che, dal 2009, porta avanti un lavoro di ricerca prevalentemente basato sulla messa in scena di drammaturgie originali. Gli elementi chiave del lavoro sono la formulazione di una scrittura scenica sempre nuova, l'utilizzo di segni metaforici o archetipici per riferirsi indirettamente alla contemporaneità, il dialogo tra diversi linguaggi, il confronto con elementi provenienti da altre forme artistiche, intesi come fonte di ispirazione e possibilità di indagine tecnica. Tra le attività della compagnia, ci sono anche i laboratori teatrali dedicati ai ragazzi e incontri di Teatro Terapia.
In che modo la recitazione, il teatro, possono contribuire alla formazione o a superare per esempio, ansie, paure, e altri disagi?
"Gli interventi psicopedagogici a mediazione teatrale sono molto utili con bambini e ragazzi per affrontare tematiche quali il bullismo, la differenza di genere o le dinamiche di gruppo. Inoltre, il laboratorio teatrale può essere un'occasione importante per esplorare il proprio Sè e il rapporto con il gruppo, inteso come fonte di supporto e confronto costante. Il processo creativo è l'elemento fondamentale e costituente del laboratorio, mentre la messa in scena finale, quando è prevista, non è che il corollario del percorso stesso. La scelta di affrontare un tema d'indagine dal quale partire per scrivere i propri testi o proporre le improvvisazioni, diviene essenziale per affrontare il proprio mondo interno nel rapporto con la realtà sociale. Attraverso la drammatizzazione, non solo vengono esternati vissuti e disagi interni, ma si ha la grande opportunità di vedere punti di vista differenti e modalità nuove di interpretazione e reazione. La creatività, così stimolata, diviene l'elemento essenziale per trascendere la vita quotidiana, nella quale l'azione è spesso ripetitiva e automatica. L'Eros, come forza vitale, erompe nella propria vita per fornire soluzioni e ipotesi nuove e contribuire allo sviluppo dell'essere umano, qualunque età anagrafica egli abbia".
Come si svolge la teatro terapia? A chi e per quali disagi è indicata?
"La teatro terapia è un metodo che affianca tecniche psicologiche con elementi teatrali, attraverso un lavoro pre-espressivo, sul personaggio e sull'azione scenica. Si portano "in scena" i propri vissuti per rielaborarli mediante un percorso volto all'armonizzazione di corpo, voce e psiche. Questa metodologia può essere affrontata attraverso sedute individuali o di gruppo ed è uno strumento molto adatto per coloro che desiderano approfondire la conoscenza di parti di Sé e rafforzare il proprio Io, agendo su stress, angosce e blocchi emotivi. Viene integrato spesso a percorsi di psicoterapia ma senza sostituirsi ad essi".
Tu sei psicologa clinica e drammaturga/regista, come si conciliano queste tue "anime"?
"Devo dire che il tempo mi ha permesso di comprendere in profondità i punti di convergenza di queste due aree. Il Teatro si offre come strumento prezioso sia nell'ambito della prevenzione che in quello della terapia, utilizzando la scrittura e la messa in scena come occasione di crescita ed esplorazione delle diverse parti di Sé, in relazione con l'Altro e il proprio contesto sociale. Per questo motivo, oltre a produrre e distribuire gli spettacoli della mia compagnia, lavoro nella formazione, in progetti psicopedagogici a mediazione artistica e nell'ambito della teatro terapia".
Uno dei temi più "sentiti"è quello della violenza, contro le donne, ma anche contro chi è più debole, o diverso, senza contare forme meno eclatanti, come quella psicologica o verbale. A riguardo, ti sei occupata della sceneggiatura originale di Barbablù. Qual è il tema e come l'archetipo della favola si inserisce nella modernità?
"Barbablu è uno spettacolo che attraversa le dinamiche della violenza trasversalmente per aprire a quella parte del Sé a contatto con la ferita e permettere una riflessione prima di tutto emotiva, ma anche cognitiva, delle dinamiche di dipendenza e violenza. Nel finale ho rappresentato un ipotetico tribunale dove il popolo gioca a turno il ruolo di accusato e accusatore, in un eterno ciclo che pare esistenziale. In realtà ho voluto parlare del dolore, dello svilimento e della sfiducia che spesso l'essere umano vive su di sé in prima persona, senza avere strumenti per compensare e trasformare questa mancanza. Così il circolo della violenza si instaura nel rapporto con se stessi e con gli altri, creando dinamiche di difficile scioglimento. Importante è stata per me l'interpretazione di Clarissa Pinkola Estés in "Donne che corrono coi lupi", dove si parla di Barbablu prima di tutto come persecutore interno. Lo spettacolo fa parte di un progetto molto più ampio, composto da diverse azioni volte ad approfondire l'indagine sulle dinamiche della violenza. Abbiamo attivato già da quattro anni un percorso di Educazione alle emozioni a mediazione teatrale per le scuole primarie, sostenuto dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Modena. Prossimamente condurrò un Percorso terapeutico-formativo con donne che hanno subito violenza".
Gli spettacoli della compagnia sono stati rappresentati e accolti con favore in Francia. Pensi che all'estero ci sia più apertura e favore verso forme di teatro e sceneggiature originali rispetto all'Italia?
"Abbiamo avuto la fortuna di partecipare due volte al Festival "Avignon off", una vetrina internazionale importante. Con "Barbablu" credo di aver toccato un archetipo universale che riguarda la ferita e il bisogno d'amore. Il modo in cui abbiamo utilizzato il linguaggio del corpo, l'uso della voce fatta di versi e suoni che pescano nell'infanzia, sono elementi che hanno permesso un riscontro emotivo molto diretto da parte degli spettatori e questo si è tradotto in un successo di pubblico e critica. Avignone ci ha dato la possibilità di verificare il lavoro davanti a persone provenienti da paesi e culture molto diversi tra loro, aiutandoci a comprenderne l'efficacia. Inoltre, il festival può essere una grande occasione di visibilità, se si riesce a suscitare interesse negli operatori che programmano in tutto il mondo. In Italia il sistema è chiuso e involuto su se stesso, spesso i direttori artistici non rispondono neppure agli inviti. Non è facile far vedere il proprio lavoro se non si ha una grossa produzione o dei canali preferenziali".
Progetti per il futuro?
Dopo aver gestito per quattro anni il TeTe - Teatro Tempio di Modena, siamo in attesa di trovare una nuova sede dove continuare il nostro lavoro di produzione e formazione. Per quanto riguarda i nostri spettacoli, siamo impegnati nella distribuzione di "Barbablu" e di "Alice a quel Paese", il nostro lavoro per bambini. In cantiere c'è poi il proseguimento de "Il meritato riposo" presentato l'anno scorso, durante la nostra rassegna "Margini, sotto forma di studio". Si tratta di un mio testo, finalista al premio di drammaturgia "Avamposti d'autore", dedicato alla figura della matematica e filosofa Ipazia. Ci sarà prossimamente anche una nuova produzione per la regia di Santo Marino sul tema del naufragio. Naturalmente, proseguiamo le collaborazioni con scuole, enti pubblici e altre realtà sociali".
INFO
Peso Specifico Teatro
www.pesospecificoteatro.org
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Gli scavi, iniziati nel 2006 sulle prime colline di Sassuolo, hanno riportato alla luce un tempio dedicato alla dea, oltre a suppellettili, ex voto, vasellame e oggetti di uso comune. La mostra "Minerva Medica", allestita nei locali di Paggeriarte di Sassuolo fino al 18 ottobre, consentirà ai visitatori di ammirare una ricostruzione in 3D e i numerosi reperti. -
Modena, 26 settembre 2015 - di Manuela Fiorini -
Per un archeologo deve essere un'emozione incredibile quando la terra restituisce una pietra, un ciotolo, una scheggia di ceramica, un'iscrizione che ripaga dalle fatiche degli scavi. Ancora di più quando, da un piccolo frammento, si capisce che, là sotto, ci deve essere di più. Come nel caso di Montegibbio, località sulle prime colline vicino a Sassuolo, nel modenese, dove la tenacia e la fatica del team guidato dagli archeologi Francesca Guandalini e Donato Labate, ha permesso di riportare alla luce un santuario dedicato a Minerva. Il tempio è emerso in prossimità dell'omonima salsa, il maggior vulcano di fango d'Italia, che da due secoli non dà segni di attività.
Proprio la presenza di un paesaggio naturale fatto di crateri, vulcani e coni dai quali ribolle un fango caldo, che, solidificandosi, crea un paesaggio lunare, fa presupporre che, nell'antichità, i celti prima, i romani poi, abbiano avuto, dapprima, un timore reverenziale, per accorgersi successivamente delle proprietà benefiche e curative di argilla, fanghi, acqua salmastra e gas naturale.
Proprio le caratteristiche del sito hanno sviluppato la credenza che, quel luogo, fosse un punto di comunicazione tra il mondo delle divinità telluriche e gli esseri umani. Nell'area padana, i Romani concentrarono nella figura di Minerva le divinità femminili di origine celtica legate alle acque e ai riti purificatori e di guarigione, invocandola come Minerva Memor e Minerva Medica. Memor perché si ricordava delle preghiere dei fedeli e medica perché si prendeva cura di loro donando i benefici influssi curativi dei fanghi delle acque e delle polle di petrolio che le erano stati consacrati.
Proprio a causa dei fenomeni legati al vulcanesimo di fango, il santuario di Minerva ha una storia piuttosto travagliata. Un primo tempio viene costruito sulla "salsa di Minerva" in età Repubblicana, circa nel II secolo a.C, ma viene distrutto dopo pochi decenni da una catastrofe naturale, probabilmente un terremoto. La struttura viene poi ripristinata e ampliata alla metà del I sec a.C. La salsa, prima delimitata da un recinto, è collegata da una scala posta a valle del santuario, mentre si presume che le pareti fossero ricoperte da affreschi policromi. Presumibilmente, nei pressi del tempio era attiva una fornace per la cottura di laterizi, vasellame e statuette votive. All'inizio del II sec d.C., un secondo terremoto distrugge il santuario, che rimane abbandonato fino al III sec d.C, quando viene costruita al suo posto una casa colonica con un pozzo per attingere acqua dalla salsa di Minerva.
Abbiamo chiesto a Francesca Guandalini, direttrice scientifica dello scavo, le fasi peculiari della scoperta.
"Gli scavi, spiega l'archeologa, "sono iniziati nel 2006. Abbiamo capito che si trattava di un santuario dedicato a Minerva in seguito al ritrovamento di una coppa incisa in cui è riportato il nome della dea "Ego Minervae sum": io coppa sono dedicata alla dea Minerva. Del santuario sono rimaste solo alcune parti. E' stato infatti costruito in prossimità di paleo salse, cioè paleo vulcani di fango, che sono stati sia la causa della sua nascita sia il motivo delle sue ripetute distruzioni. La difficoltà maggiore si è manifestata proprio durante lo scavo per riportare il tempio alla luce: in una parte le strutture sono scese di alcuni metri rispetto al loro piano originario e ciò ha comportato grosse difficoltà durante le operazioni".
Qual è l'importanza di questa scoperta per il territorio?
"Si tratta di un rinvenimento importante, poiché non solo è stato riportato alla luce un santuario di età romana, ma sono stati resi noti anche gli effetti distruttivi causati dall'attività delle salse. Diciamo che il lavoro degli archeologi è stato sempre accompagnato da quello dei geologi. Grazie al loro lavoro, oggi conosciamo meglio il nostro territorio anche da un punto di vista geologico"
C'è qualche reperto di particolare importanza che è venuto alla luce?
"La coppa di Minerva e i vari vasetti graffiti sono di grande importanza storica. Gli affreschi rinvenuti sono particolarmente belli ed interessanti: se si avesse la possibilità di rimontarli e ricomporli tutti, avremmo alcune pareti romane integralmente visibili".
Che cosa si potrà vedere nella mostra "Minerva Medica"
"La mostra è corredata di pannelli particolarmente grandi e scenografici, che illustrano alcuni significativi reperti ritrovati e che raccontano la storia del sito e di un bel video esplicativo in cui lo scavo si può rivedere in 3d".
INFO
La mostra Minerva Medica si può visitare fino al 18 ottobre, presso la Galleria Paggeriarte in Piazzale della Rosa, Sassuolo. Orari: Domenica 27 settembre, 4 ottobre, 11 ottobre e 18 ottobre 2015 dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.00. Dal 21 settembre al 17 ottobre, dal lunedì al sabato, solo su prenotazione telefonando all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Sassuolo: tel. 0536/1844801 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Ingresso gratuito.
Dal 24 al 27 settembre a Piacenza più di cento eventi tra incontri e dibattiti. Inaugurazione questo pomeriggio con il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. L'ingresso a tutti gli eventi in programma è libero fino ad esaurimento posti. -
Piacenza, 24 settembre 2015 - in allegato tutto il programma scaricabile -
Quale significato riveste il "futuro" per il diritto? Certamente, non si tratta di fare "previsioni", di guardare dentro una palla di vetro. Se c'è un tratto che caratterizza i nostri tempi difficili, di sfide inedite e perdita di certezze, è proprio quello dell'imprevedibilità e dell'estrema difficoltà nel governare i cambiamenti, nell'elaborarne un senso complessivo.
In quanto tecnica di regolazione dei conflitti, il diritto è un riduttore dell'incertezza, che serve anche a rassicurare dalle paure, stabilizzando. Ma in quanto sistema normativo, mira a orientare la società, a rendere possibili i cambiamenti sulla base di un'idea di "dover essere", senza distruggere le strutture portanti della convivenza. In questo senso, il diritto si declina inevitabilmente al futuro.
Da qui la scelta del Futuro come tema dell'edizione 2015 del Festival del Diritto che si inaugura oggi a Piacenza e che vedrà fino al 27 settembre più di cento eventi tra incontri e dibattiti.
L'idea è quella di approfondire i contenuti possibili di questa apertura sul futuro dei sistemi giuridici, in un dialogo costante tra giuristi e studiosi di altre discipline (sociologi, economisti, filosofi ecc.), esponenti della società civile e responsabili delle istituzioni, cittadini e operatori del settore.
Oggi pomeriggio, alle ore 17.30, il direttore scientifico, Stefano Rodotà, inaugura il Festival con un ospite di eccezione: il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano; insieme discuteranno sul tema L'Europa del diritto e il nuovo ordine mondiale.
Quattro giorni densi di incontri e riflessioni, sempre più consapevoli che il futuro si costruisce passo dopo passo nel nostro presente.
Il Festival del Diritto, ideato dagli Editori Laterza e diretto da Stefano Rodotà, è promosso dal Comune e dalla Provincia di Piacenza, Università Cattolica, Politecnico di Milano, Fondazione di Piacenza e Vigevano, patrocinato dalla Regione Emilia Romagna. Partner dell'evento sono Iren Gruppo e Tecnoborgo, sponsor Enel, Piacenza Infrastrutture e Unicredit. Editor della manifestazione è Geminello Preterossi.
Le variazioni al programma di venerdì 25
A causa della concomitanza con l'assemblea generale Onu, in calendario domani a New York nel 70° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non potrà essere presente al Festival del Diritto. Il previsto incontro a Palazzo Gotico, alle ore 11, sul tema "Un mondo ingovernabile?" si svolgerà ugualmente, con l'intervento del giornalista Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica "Limes", editorialista de "La Repubblica" e "L'Espresso", docente di Studi Strategici all'Università Luiss di Roma. L'introduzione sarà affidata a Massimiliano Panarari, massmediologo e saggista.
Per l'appuntamento delle 12, "Il futuro del diritto della difesa", a cura del Consiglio nazionale forense, le relatrici saranno Giovanna Fava e Celestina Tinelli, con l'introduzione di Rino Sica.
Alle ore 15, nel dibattito "Amianto: giustizia e diritti" a cura dell'associazione Ambiente e Lavoro Emilia Romagna, Raffaele Guariniello sarà sostituito da Gianfranco Colace, sostituto procuratore a Torino.
Alle 17, l'incontro "Euro e democrazia" in calendario sempre al Salone dei Depositanti di Palazzo Galli, coordinato dalla giornalista del "Il Sole 24Ore" Rossella Bocciarelli, vedrà la partecipazione di Giuliano Amato e Lucrezia Reichlin, ma non della giornalista e saggista Barbara Spinelli.
Il programma completo è scaricabile nel file in fondo al testo o disponibile su www.festivaldeldiritto.it
L'ingresso a tutti gli eventi in programma è libero fino ad esaurimento posti.
“Q.B.” è il primo romanzo di Marco Bellabarba, esperto di comunicazione con una grande passione per l’arte culinaria, in particolare per la pasticceria. Il suo è il racconto di un viaggio a tratti ironico ed amaro verso una maggiore consapevolezza di sé, nel quale amore, lavoro, amicizia e cucina si incontrano.
Di Chiara Marando - Giovedì 24 Settembre 2015 -
Tutti, prima o poi, ci lasciamo trascinare da una quotidianità che non ci soddisfa fino in fondo, ripetiamo movimenti, viviamo situazioni che divengono déjà vu perché non abbiamo il tempo di fermarci a riflettere…o meglio non ce lo prendiamo.
Rimaniamo lì, come intrappolati in una vita che soffoca le passioni, rassegnati dal dover accantonare quei sogni che tardano a realizzarsi nonostante l’impegno e le energie profuse, altalenanti in un lavoro precario che ben poco somiglia a quello per cui si è tanto faticato.
Ma non si può proprio fare nulla per cambiare? E’ veramente questa l’unica via percorribile?
Perché non proviamo a rallentare, a prendere fiato ed osservare il mondo che ci scorre intorno, analizzarlo e capire che la nostra strada può essere un’altra….basta saperla vedere.
Questo è quello che si trova a fare Paolo, 32enne che poco a poco vede sgretolarsi i suoi obiettivi, un lavoro prestigioso all’estero ed il matrimonio con la sua amata Deborah, per ritrovarsi single e con un impiego, che mai si sarebbe aspettato di ricoprire, come agente di vendita per le strade di Roma.
“Ah Paolo, non dimenticarti che il Giappone è sempre lì. Con o senza Deborah.
Anche a Deborah era venuto da ridere. Alla fine aveva raggiunto il risultato. In realtà non ero nemmeno troppo sorpreso. Sapevo che il Giappone non l’aveva mai entusiasmata. Ma ciò che mi faceva pensare era il modo estremamente lapidario con cui aveva condotto la conversazione. A lei il Sol Levante non interessava. Punto. Era stata rapida, noncurante. Avrei dovuto intuire qualcosa. Almeno immaginare la possibilità che Deborah, quella sera, stesse facendo ben altro che liquidare la mia proposta.
Stava liquidando me.”
Ma è proprio quando tutto sembra più grigio, quando non si riesce a vedere una soluzione, che il destino ti offre una via d’uscita. Per Paolo sarà una pausa estiva trascorsa ad apprendere l’arte culinaria tra pentole e fornelli nella cucina di Luisa, chef brillante e fantasiosa ma anche donna profonda e gentile, che gli farà ritrovare la voglia di tentare e mettersi in gioco.
Ecco allora che, come per una dolce magia, le più piccole attività quotidiane, quelle considerate insignificanti o completamente ignorate fino a poco prima, risplendono di nuova luce e divengono un’occasione continua per scoprire profumi, sapori e sensazioni ma anche, e soprattutto, per concedersi dei momenti dedicati semplicemente a sé stessi ed alle persone più vicine.
“Avocado tagliato a cubetti, pomodorini, cipolla tritata. Un po’ di olio d’oliva a emulsionare e qualche scaglia di grana padano sopra. Tutto su una fetta di pane ancora calda e croccante.
I miei incisivi affondavano in un delizioso mix di consistenze e sapori che si sposavano perfettamente tra loro. No, non me lo ricordavo il sapore dell’avocado, ma anche se lo avessi mangiato tutti i giorni, mi avrebbe sorpreso comunque: preparato a quel modo era semplicemente fantastico.”
“Q.B” scritto da Marco Bellabarba (Robin Edizioni) racchiude tutto questo: un romanzo condito con alcune ricette da cui farsi ispirare, ma anche momenti di inaspettata suspense, nel quale amore, lavoro, amicizia e cucina si incontrano per raccontare quanto la vita possa cambiare in un attimo regalando sorprese inattese, quanto ancora ci sia da scoprire ed imparare, quanto “a volte non basti osservare, ma anche aggiungere” per trovare la direzione giusta.
Trovarsi a Milano e sentirsi a Hollywood. Il festival MITO Settembre Musica ha chiuso, lunedì, l'edizione 2015 con una grande serata dalle mille sorprese: l'Hollywood night dance closing party. -
Parma, 23 settembre 2015 - di Pietro Razzini -
LA LOCATION
Per una notte il Teatro Franco Parenti di Milano si è trasformato in uno spazio fuori dal tempo, circondato dalle luci sfavillanti dei riflettori e delle immagini del cinema americano, dalle sonoritá delle colonne sonore piú conosciute e amate, dalle performance di cantanti e acrobati che rendono ancor piú magico ogni momento. Ad accogliere il numeroso pubblico presente alla serata, una splendida piscina con fontana al centro, raggiunte attraverso un sentiero di fiaccole profumate, sorvolate dalla musica di un pianoforte bianco e dai movimenti aggraziati di una ballerina classica, entrambi sospesi nel vuoto. L'interno, ugualmente spettacolare, era diviso in due sale principali con musica dal vivo e una sala d'accoglienza dai colori e dalle insegne dorate, in perfetto stile hollywoodiano. La pedana centrale ospitava una band che ha brillantemente dato l'avvio alla serata.
L'EVENTO
In primo piano l'intrattenimento per il pubblico in tutte le sue forme più belle. Un percorso di coinvolgimento sempre più alto che lo spettatore ha vissuto in diversi passaggi. Lo stupore visivo nel vedere acrobati volteggianti, il piacere dell'ascolto di brani cantati dal vivo come "Singing in the Rain", "Diamonds are a Girl's Best Friend" o "Bye Bye Baby", la gioia nel potersi unire a questa splendida festa danzando nella platea del teatro, convertita in pista da ballo per l'occasione. E per i più romantici, un'intera area allestita a cinema, con proiezioni di scene di vecchi film musicati live da un pianista presente in sala. Due ore e mezza sorprendenti, che difficilmente saranno dimenticate dai partecipanti alla serata.
I PROTAGONISTI - La regia di Andrée Ruth Shammah, l'allestimento di Barbara Petracca, le coreografie di Susanna Beltrami, gli interventi volanti gestiti da Mymoon e quelli musicali a cura di Festival MITO, hanno reso unica questa serata di fine estate. Gabriele Comeglio ha sapientemente diretto una Big Band Jazz Company semplicemente eccezionale che ha accompagnato le esibizioni di voci mature e giovani che si sono alternate sul palco. Guest star della serata, accolto da calorosissimi applausi, Massimo Lopez, instancabile animale da palcoscenico, imitatore brillante e performer di grande livello artistico. Tra i brani più belli: "Strangers in the Night", "New York New York" e "I've Got You Under My Skin".
La vivacità e il calore del pubblico hanno infiammato una magnifica serata dal tema americano, ma dal calore 100% italiano. Un connubio sempre vincente.
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