Venerdì, 10 Luglio 2015 10:04

Matilde di Canossa, una vita da romanzo In evidenza

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Esce per Meridiano Zero l'ultimo libro di Elisa Guidelli, nota anche come Eliselle, che nel "Romanzo di Matilda" racconta la vita, i lutti, le lotte, la caduta e il riscatto di una delle figure femminili più affascinanti del Medioevo. -

Di Manuela Fiorini -

Modena, 10 luglio 2015 –

E' Matilde di Canossa (1046 – 1115), la Grancontessa che, nel Medioevo, regnò su un territorio che si estendeva dal Lago di Garda al Lazio, la protagonista del Romanzo di Matilda, l'ultima fatica della scrittrice Elisa Guidelli, che esce in questi giorni per Meridiano Zero. Nato dopo una lunga genesi, durata dieci anni, tra ricerca e stesura, il volume di 380 pagine si legge tutto d'un fiato, perché non ha nulla della didascalità di una biografia o di un saggio, ma, piuttosto, la piacevolezza del romanzo storico, con alcuni tratti fantastici e altri squisitamente erotici, che rendono la lettura ancora più appassionante. Il lettore viene trasportato in un viaggio indietro nel tempo, tra intrighi di corte, battaglie, amori, tradimenti, lutti e riscatti. Di alcuni personaggi ci si innamora, per altri sorge un'antipatia spontanea, segno evidente della maestria dell'autrice nel dipingerne i tratti e delinearne la personalità. Matilde, Enrico IV, papa Gregorio VII, ma anche Pier Damiani, Beatrice di Lorena, Goffredo il Gobbo e molti altri, escono dai libri di storia per conquistare la fantasia e l'immaginario del lettore che si appassiona alle loro vicende, trepidando, sognando, sperando insieme a loro. Abbiamo incontrato l'autrice, Elisa Guidelli, per parlare insieme del Romanzo di Matilda.

Matilde di Canossa, uno dei personaggi femminili più importanti e "anomali", nel suo essere donna, del Medioevo. Che cosa ti ha colpito di questa figura, al punto di scrivere un romanzo in cui è la protagonista?

"Il mio primo incontro con Matilde è stato nella primissima infanzia, quando mio padre mi portò in visita al castello di Canossa. Avrò avuto forse 5, 6 anni, e mi colpì moltissimo il racconto di quella donna medievale così potente ma anche così apparentemente sola. La passione per lei è cresciuta con me, si è formata sia in autonomia, con ricerche personali, sia attraverso gli studi universitari. Di lei mi ha sempre colpito il suo essere donna in un mondo di uomini, la sua grazia e la sua determinazione nell'accettare il suo destino e nel portare a termine il suo compito su questa terra, nel periodo drammatico che si è trovata a vivere. La sua potenza e il suo ricordo riecheggiano ancora oggi, a ragione, non solo in Italia ma in tutto il mondo, segno che il suo passaggio è stato determinante per la Storia"

Matilda può considerarsi un personaggio "moderno" per i suoi tempi, ma anche per quelli attuali, dove la condizione femminile e le sue conquiste non sempre sono date per acquisite. Secondo te, che cosa ha contribuito a fare di lei quello che è stata? Carattere, determinazione o circostanze storiche?

"Nei classici libri di storia di Matilde si accenna appena, nel capitolo della lotta per le investiture, dove sembra quasi una semplice castellana che si trova a preparare il banchetto per gli ospiti di rilievo al suo castello, Gregorio VII ed Enrico IV, nell'umiliazione di Canossa. E invece se uno va a cercare bene, si trova davanti una figura che nel corso dei secoli ha goduto e subito qualunque genere di strumentalizzazione, ma che nonostante le diverse interpretazioni date al suo ruolo e alla sua esistenza è stata e continua ad essere molto amata. Di fatto, credo, perché la memoria e l'eredità che ha lasciato storicamente ma anche umanamente è stata grandiosa, lasciandone traccia sul territorio che ha amministrato da diplomatica e guerriera, implacabile ma generosa".

Per scrivere questo romanzo hai impiegato dieci anni tra ricerca e stesura. Come ti sei documentata e quali sono state le difficoltà che hai incontrato lungo questo cammino?

"Le difficoltà sono state tante. Quando affronti un tema del genere, non ti senti mai pronta per iniziare a scrivere, c'è sempre un nuovo libro da leggere, un nuovo saggio da studiare, perché le sfaccettature del personaggio sono innumerevoli e tu vuoi tutte le informazioni del mondo. Poi ti rendi conto che devi fare un primo passo, e allora il problema è cosa lasciare, cosa non scrivere, perché le informazioni che hai sono troppe. E devi selezionare. Ho visitato mostre, cercato e letto libri e saggi introvabili, poi alla fine mi sono detta che era il momento di partire per il mio personale viaggio alla ricerca della "mia" Matilda. E così è stato".

Nel romanzo hai inserito anche l'elemento fantastico. Per esempio, la strega che Matilda incontra prima da bambina e poi da adulta che le predice il suo destino, oppure la "punizione divina" che colpisce gli avversari del Papa. Come mai questa scelta e come si integra con la parte storica?

"La strega è una mia invenzione, ma è coerente con una certa letteratura e con la storia del Medioevo, una sorta di topos che mi era congeniale al racconto e che ho voluto inserire per rendere più appassionante la vicenda. La punizione divina e altre citazioni su sogni e visioni che ho messo nel romanzo, invece, fanno parte delle informazioni che ho raccolto sul conflitto tra papa e imperatore: venivano utilizzate nelle cronache, di una parte e dell'altra, per avvalorare le proprie posizioni e screditare gli avversari. Rendeva il mio romanzo un po' più "gotico", e questo mi piaceva"

Come dice il titolo "Il romanzo di Matilda" non vuole essere una biografia, ma, appunto, un'opera di narrativa. Senza svelare troppo, quali sono gli elementi di fantasia che hai inserito e che non trovano invece un riscontro storico?

"Le storie d'amore che ho inserito sono un parto della mia fantasia, anche se non per questo meno plausibili. Siamo un po' troppo bacchettoni, e spesso sostengo che i nostri "antenati" sapessero godersi la vita molto meglio di noi, nonostante le raccomandazioni sulla continenza e sulla castità di certi predicatori. Altri elementi riguardano il rapporto tra Matilda ed Enrico, abbastanza difficile da inquadrare: io li ho resi nemici, ma potrebbe essere che per un periodo di tempo i loro rapporti fossero più distesi".

C'è stata una parte della storia che ti è piaciuta di più scrivere e magari un'altra che ti ha creato più difficoltà o il caratteristico "blocco dello scrittore"?

"Il blocco dello scrittore è un'invenzione, credo. Certo è che per alcuni snodi del romanzo la preparazione è stata più pesante e la scrittura più insidiosa. Le battaglie cruciali, ad esempio, Sorbara, Monteveglio, e naturalmente il racconto dell'umiliazione di Enrico IV a Canossa hanno richiesto risorse mentali e di pazienza certosina parecchio esose. Poi il bello è che quando rileggi dici: "ma davvero ho scritto io 'sta roba?". Quando scrivi e ti lasci assorbire totalmente dalla materia, sei come in trance".

Tu oltre che scrivere libri tuoi, vendi anche quelli degli altri, essendo libraia. Dalla tua esperienza, c'è un ritorno del romanzo storico?

"In realtà non c'è mai stato un vero e proprio abbandono. Romanzi storici continuano a uscire, alcuni vanno meglio di altri, si riciclano sotto diverse forme come i thriller storici, ma la produzione non diminuisce e ne vengono sfornati parecchi dedicati a ogni epoca, soprattutto da parte degli autori stranieri. E mi auguro che questa tendenza continui: io sono una fruitrice di storici da sempre, e che modo migliore c'è di imparare la storia divertendosi attraverso le emozioni?".

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                           Elisa Guidelli foto di Patrizia Cogliati

Elisa Guidelli, è laureata in Storia Medievale e lavora come libraia. Già autrice del romanzo storico FrancigenaNovellario a.D. 1107, ha al suo attivo, con lo pseudonimo di Eliselle, numerosi romanzi, tra cui Nel paese delle ragazze suicide, Ecstasy Love, Fidanzato in affitto, Le avventure di una Kitty Addicted, il noir La Fame e la commedia Amori a tempo determinato (Sperling & Kupfer). E' uscita inoltre con la guida Centouno modi per diventare bella, milionaria e stronza (Newton Compton).