Venerdì, 31 Maggio 2013 13:45

Crisi, Bernardini (Lega Nord): uso moneta complementare aiuta imprese Regione provveda

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Bologna, 31 maggio 2013 -

Si chiama Emiro (nome composto dalle due abbreviazioni Emi e Ro) e potrebbe fornire una risposta alla crisi che investe le imprese dell'Emilia-Romagna . È la "moneta complementare" messa a punto in un progetto, ideato da una società fondata a Bologna, che si ispira al recente successo del Sardex: il circuito di credito commerciale che permette dal 2010 a circa 800 imprenditori dell'isola di pagare beni e servizi tramite una sorta di moneta locale a "chilometro zero".


Ne è convinto Manes Bernardini (Lega nord) che in un'interrogazione chiede alla Giunta regionale se intenda, tramite apposito progetto di legge, "introdurre la moneta complementare in Emilia-Romagna (Emiro) e fornire alle imprese della nostra Regione un nuovo strumento utile ad affrontare la difficile crisi economica".
"L'idea di fondo – sottolinea l'esponente del Carroccio - è semplice, quella di una banca virtuale in cui ogni azienda apre il suo conto corrente digitale (senza però pagare un solo euro di interessi): all'attivo ci sono i servizi forniti alle altre ditte, al passivo i beni acquistati da qualcun altro".
"In un momento di crisi di liquidità – commenta ancora Bernardini – è fondamentale sfruttare la leva della moneta complementare sia per acquisire la clientela a scapito della concorrenza sia per trovare nuovi fornitori da cui acquistare senza utilizzare denaro. La novità consiste nella capacità di monetizzare in beni e servizi i crediti accumulati con le vendite".
Il consigliere ricorda che nella vicina Lombardia il neo governatore ha rilanciato di recente l'ipotesi di una moneta complementare all'euro, per offrire un'alternativa concreta alla fame di liquidità delle imprese, alla scarsità di credito offerto dalle banche e alle turbolenze dei mercati finanziari. "Anche importanti associazioni di categoria dell'Emilia-Romagna, ad esempio Unindustria Bologna, - riferisce Bernardini -  hanno pensato ad una sorta di baratto che permetta alle aziende emiliane di 'liberarsi' dall'incubo di pagamenti in ritardo, articoli invenduti, fornitori che scappano e interessi delle banche sempre più alti".

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)