Martedì, 14 Gennaio 2025 16:08

Anno nuovo vita vecchia: Le proteste dei trattori tornano in tutte le piazze d’Europa In evidenza

Scritto da Dario Lucisano

Come recita il celebre detto, anche quest’anno l’Epifania si è portata via ogni festa, ma il fuoco delle proteste arde più forte di qualsiasi falò per l’arrivo dei Re Magi.

Di Dario Lucisano (Quotidianoweb.it) Roma 13 gennaio 2025 - A un anno dai grandi moti che hanno scosso l’intero continente, i trattori degli agricoltori europei sono tornati a occupare le piazze comunitarie. I lavoratori di categoria, insomma, hanno inaugurato il 2025 all’insegna delle proteste, scattate simbolicamente in occasione del gran gala di apertura della presidenza di rotazione polacca presso il Consiglio Europeo.

Il 3 gennaio, gli agricoltori polacchi sono scesi in piazza nella capitale Varsavia per contestare le politiche europee che regolano il settore. Il motto di quest’anno è “5 x STOP”, e richiama le cinque politiche che colpiscono direttamente il settore agricolo del Paese e, in generale Vecchio Continente: 1) l’economia nazionale (e internazionale); 2) la totale demolizione delle foreste e del settore della pesca; 3) le importazioni dall’Ucraina; 4) il Green Deal; 5) l’accordo commerciale UE-Mercosur.

Il primo dei punti saldi della contestazione degli agricoltori è autoesplicativo, e, denunciano i lavoratori, sotto gli occhi di tutti: l’economia polacca, come quella europea in generale, è in uno stato di assoluta perdizione, e si focalizza ormai da anni sul solo settore della cosiddetta “difesa”. A tal proposito basterebbe citare il fantomatico “Rapporto Draghi”, in cui lo stesso banchiere sottolinea lo stato di sostanziale subalternità alle politiche alleate in cui vige l’economia comunitaria. Qui, Draghi consiglia agli Stati di destinare una buona parte delle risorse nazionali proprio sul settore bellico e delle armi, per dare un nuovo slancio all’economia.

Se poi si volge lo sguardo a studi indipendenti e autorevoli quali quelli dell’istituto per gli studi della pace di Stoccolma (SIPRI), il più antico e importante centro di ricerca di peace studies al mondo, limitandosi alla sola Polonia, si può notare come negli ultimi cinque anni le spese per l’industria militare di Varsavia siano più che triplicate.

Degli altri punti avevamo già parlato in occasione delle proteste dell’anno passato. Secondo gli agricoltori, le politiche forestali dell’UE, come in generale tutto il Green Deal, introdurrebbero iniziative “di tutela dell’ambiente” solo per modo di dire, mancando di riconoscere le identità territoriali e le specificità locali, e imponendo criteri generalizzati troppo restrittivi, insostenibili per il settore. Stessa cosa per quanto riguarda la regolamentazione delle attività di pesca. I vantaggi di cui godrebbe l’Ucraina nei vari regolamenti di sostegno varati dall’UE, invece, ne avvantaggerebbero sproporzionatamente le materie prime e i prodotti che entrano nel mercato europeo, come sottolineato anche dai trasportatori nel corso di tutto il 2024.

L’accordo UE-Mercosur, invece, è stato siglato a dicembre, e deve ora venire ratificato dai singoli Paesi; esso rischierebbe di causare lo stesso problema già denunciato dagli agricoltori per quel che concerne la competitività ucraina, immettendo nel mercato prodotti a bassa regolamentazione, privi dei vincoli di sorta (ambientali, produttivi, di denominazione, sui macchinari, etc…) che sono obbligati a rispettare contadini e allevatori europei.

Gli agricoltori polacchi sono stati spalleggiati dai colleghi di tutto il continente. Analoghe proteste – per analoghi motivi – sono infatti arrivate anche in Spagna e in Francia, dove, esattamente come in Polonia, sono stati messi in atto blocchi stradali e autostradali, picchetti davanti agli edifici governativi, e marce dei trattori.

In verità, le proteste erano già state rilanciate a novembre 2024 proprio in Francia. A metà mese, gli agricoltori parigini hanno lanciato un appello per avviare la “nuova rivolta agricola”, avanzando un blocco generalizzato del trasporto di generi alimentari. Oggetto principale della protesta proprio l’accordo UE-Mercosur, che non era ancora stato firmato, per il quale i trattori hanno marciato fino a Bruxelles, mentre i grandi leader europei si trovavano a Rio de Janeiro per il G20 per portare avanti le trattative.

METATESTO: A un anno dalle grandi marce dei trattori, gli agricoltori europei tornano in piazza per protestare contro le politiche comunitarie.

HASHTAG: #agricoltori #UE #Green Deal #Ue-Mercosur

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