Di Andrea Caldart Cagliari (Quotidianoweb.it), 6 novembre 2024 - Le api, si sa, sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità e per la sicurezza alimentare globale.
Oltre l'80% delle piante da fiore e il 70% delle colture alimentari dipende infatti dall'impollinazione, processo di cui le api sono le principali protagoniste.
Senza di loro, si metterebbero a rischio molte delle risorse alimentari su cui contiamo quotidianamente, dalle verdure alla frutta, ma anche il cotone e numerose piante medicinali. Tuttavia, l’esposizione ai pesticidi minaccia gravemente le loro funzioni vitali, mettendo in pericolo non solo le colonie, ma anche l’equilibrio degli ecosistemi.
Il Fipronil è un pericolo invisibile, un pesticida comunemente usato in agricoltura, è tra i più dannosi per le api. Questa sostanza, penetrando nel loro organismo, colpisce i neuroni e compromette il sistema nervoso. I danni al cervello, soprattutto nelle aree legate all’apprendimento e alla memoria, limitano le capacità delle api di orientarsi, comunicare e trovare fonti di cibo. Anche l’abilità delle api di ricordare i percorsi e trasmettere informazioni alla colonia viene gravemente compromessa, portando a un forte calo della produttività e, nei casi più gravi, alla morte dell’intera colonia.
Di fronte a questa situazione, il team dell’Università Nazionale della Colombia a Bogotà ha scelto di investire nella ricerca di un integratore “salva api” che possa aiutare le stesse a sviluppare una maggiore resistenza ai pesticidi.
Lo studio, ancora in fase sperimentale, si concentra sull’utilizzo di nutrienti e sostanze naturali che possano agire come veri e propri scudi, aiutando le api a metabolizzare e tollerare meglio le tossine a cui sono esposte nei campi coltivati.
Il risultato sia in laboratorio che nei campi è stato straordinario e ora si punta a capire quanto queste stesse molecole naturali che sono, flagonoidi, pigmenti vegetali, metaboliti secondari derivanti dalle piante, possano proteggere l’uomo in quanto sono un’ottima fonte di sostanze antiossidanti e anti invecchiamento.
Secondo la professoressa Carolina Ríos, a capo del progetto, “le api svolgono un ruolo insostituibile per il nostro ecosistema e la nostra economia. Se non interveniamo rapidamente, le conseguenze saranno catastrofiche per tutti. Il nostro obiettivo è sviluppare un integratore che sia compatibile con la dieta naturale delle api e che possa fornire loro un supporto per sopravvivere all’esposizione ai pesticidi.”
I primi test di laboratorio sono promettenti: i nutrienti naturali sopra menzionati, selezionati per le loro proprietà antiossidanti e detossificanti, sembrano aiutare le api a migliorare la risposta immunitaria e a ridurre l’accumulo di tossine.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che c’è ancora molto da fare e la speranza è quella di perfezionare una formulazione che possa essere distribuita agli apicoltori e che possa facilmente integrarsi nella dieta delle api senza effetti collaterali.
Il progetto dell’Università di Bogotà è solo uno dei tanti che, a livello mondiale, puntano a contrastare il declino delle api. Organizzazioni ambientaliste, università e istituti di ricerca stanno collaborando per promuovere pratiche agricole rispettose della biodiversità e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori.
L’integratore in via di sviluppo all’Università di Bogotà rappresenta una speranza concreta, ma anche un invito a non sottovalutare il valore della biodiversità.
Preservare le api significa preservare la vita stessa, e solo attraverso azioni concertate e investimenti nella ricerca sarà possibile assicurare un futuro sostenibile per le generazioni future.