Con riferimento alle numerose notizie apparse di recente sui media e contenute in segnalazioni pervenute all’Autorità di bacino distrettuale forniamo informazioni e chiarimenti sul processo di predisposizione e approvazione del Piano Speciale di interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico e sul ruolo esercitato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, nel rispetto delle proprie competenze istituzionali e in base all’aggiornamento della pianificazione di bacino
Il Piano Speciale (previsto all’articolo 20-octies, comma 2, lettera c del DL 61/2023, convertito con L.100/2023) è stato redatto dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, in stretto raccordo con la Regione Emilia-Romagna e la Struttura di supporto al Commissario Straordinario, mettendo a sistema i diversi contributi emersi e sviluppati nell’ambito di un ampio Gruppo di lavoro, costituito con l’Ordinanza 22/2024 del Commissario Straordinario. Tale gruppo di lavoro è composto, oltreché dalle amministrazioni soprarichiamate, dalle Autorità idrauliche (ARSTPC, ANBI e AIPo), ARPAE e ATERSIR, ISPRA e Comando Carabinieri Forestale della Regione Emilia-Romagna, da diverse Università, fra cui in particolare quella di Bologna e Modena-Reggio, nonché da ANCI, UPI e Città metropolitana di Bologna in rappresentanza dei livelli di governance del territorio. Il Gruppo di lavoro si è inoltre avvalso del supporto tecnico specialistico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Gruppo Ferrovie dello Stato e dell’Accademia Nazionale di Agricoltura.
Il Piano speciale si è articolato:
· in una versione preliminare, predisposta entro il 31 marzo 2024 ed approvata con determina del 23 aprile 2024 del Commissario Straordinario, agli esiti dei pareri favorevoli espressi da Regione, Autorità di bacino e Amministrazioni statali competenti nella seduta della Cabina di Coordinamento del 22 aprile 2024;
· in una versione definitiva, predisposta entro fine giugno 2024, trasmessa dalla Struttura a supporto del Commissario straordinario a metà luglio 2024 alle Amministrazioni statati competenti per l’acquisizione dei rispettivi pareri ed attualmente in attesa di approvazione da parte del Commissario Straordinario, previa convocazione della Cabina di Coordinamento.
Il Piano speciale preliminare di fine marzo 2024 contiene il quadro delle criticità idrauliche, sul reticolo idrografico naturale e su quello secondario di bonifica, e di versante sul territorio collinare e montano, e individua le strategie e le prime linee d’intervento utili per la pianificazione e programmazione degli interventi di carattere strutturale e non, oltreché gli indirizzi non strutturali
per la pianificazione urbanistica, le delocalizzazioni e l’adeguamento dei ponti. Tali indirizzi sono stati recepiti come Misure temporanee di salvaguardia ai sensi degli art. 65 e 68 del D.Lgs 152/2006 (Decreto Segretario Generale Autorità di bacino distrettuale n. 32 del 6 maggio 2024) allo scopo di associare agli stessi la necessaria cogenza giuridica, nelle more dell’aggiornamento della pianificazione di bacino. In sintesi, il Piano speciale preliminare, con le associate misure di salvaguardia suddette, anticipa quindi alcuni dei contenuti pianificatori che saranno recepiti, approfonditi e adeguatamente sviluppati nell’aggiornamento della pianificazione di bacino. Il Piano speciale definitivo di fine giugno 2024 si configura come un aggiornamento e completamento di quello preliminare, sulla base dei contributi sviluppati dal Gruppo di lavoro, e si integra con la programmazione delle proposte complessive degli interventi e delle misure di carattere strutturale e non strutturale da finanziare ed attuare per il conseguimento delle strategie e degli obiettivi del piano medesimo. Tale programmazione si basa sul quadro delle esigenze formalizzato dalla Regione Emilia-Romagna e predisposto anche sulla base degli esiti delle attività del Gruppo di lavoro di cui sopra e delle conoscenze al momento disponibili dagli studi in corso per l’aggiornamento della pianificazione di bacino. Si tratta di una programmazione di interventi strategici, in alcuni casi anche innovativi quali la tracimazione controllata nei tratti arginati, il cui fabbisogno complessivo ammonta a circa 4,6 miliardi di euro ed il cui finanziamento è stato articolato su un orizzonte temporale dei prossimi 12 anni. Preliminarmente, ed in parte parallelamente, alla predisposizione del Piano speciale, si sono inoltre sviluppate le attività che hanno portato alla programmazione, con Ordinanze del Commissario Straordinario, degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità, attività che non hanno coinvolto l’Autorità di bacino né in fase di predisposizione degli elenchi né in fase approvativa degli stessi. I più recenti eventi del settembre 2024 hanno confermato il quadro delle criticità evidenziate nel Piano Speciale, sottolineando l’urgenza di mettere in atto le strategie ed avviare il finanziamento degli interventi definiti nel Piano stesso, anche secondo criteri di priorità ed in continuità con le somme urgenze attivate in fase di emergenza e con gli interventi più urgenti programmati con le Ordinanze di cui sopra. È inoltre necessario evidenziare che la crono programmazione del Piano speciale potrà e dovrà essere aggiornata nel tempo in conseguenza del completamento delle attività in corso per l’aggiornamento della pianificazione di bacino e dell’avanzamento delle progettazioni degli interventi. In relazione all’aggiornamento della pianificazione di bacino, più volte sopra citato, è necessario rammentare che l’intero territorio colpito dagli eventi del maggio 2023 e settembre 2024 è quello delle ex Autorità di bacino interregionali e regionali del Reno, bacini Romagnoli e Conca Marecchia, oggi soppresse. Tale territorio è stato ricompreso nelle competenze del Distretto del Po solo a seguito dell’attuazione del DPCM 4 aprile 2018, mentre inizialmente (D.lgs 152/2006) era assegnato alle competenze del Distretto dell’Appennino Settentrionale. In conseguenza di tale annessione, è stata condivisa fra Autorità di bacino, Regione Emilia-Romagna e Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, già prima degli eventi di maggio 2023, la necessità di aggiornare i sei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) presenti su tali bacini, a suo tempo predisposti dalle ex Autorità regionali e interregionali, anche al fine armonizzarli e conseguentemente ricomprenderli nel PAI del Po. Relativamente al reticolo idrografico principale, le attività di studio per tale aggiornamento sono state avviate ad inizio 2024, con completamento previsto nel 2025, e rientrano nell’ambito di un’ampia serie di attività tecnico scientifiche finalizzate ad approfondire anche i fenomeni di dissesto di versante e necessarie alla definizione dei nuovi quadri conoscitivi di riferimento per l’aggiornamento della pianificazione di bacino. Infine, si evidenzia che attualmente il personale in servizio nella Segreteria tecnica dell’Autorità di bacino è pari a circa il 50% di quello previsto nella dotazione organica e che, nonostante le diverse richieste effettuate, anche nell’ambito di dispositivi legislativi straordinari legati all’emergenza, questa Autorità di bacino non ha beneficiato di alcun provvedimento per assunzioni straordinarie, del tutto analoghe a quelle viceversa recentemente approvate a favore di altre Autorità di bacino distrettuali. Anche a fronte dell’estensione del distretto idrografico e delle numerose e continue emergenze che hanno colpito anche altre parti del distretto medesimo, un adeguato e tempestivo aggiornamento della pianificazione di bacino, conseguente anche ad eventi alluvionali, non può prescindere da un rafforzamento delle dotazioni di risorse umane della Segreteria Tecnica dell’Autorità di bacino.