Di Andrea Caldart Cagliari, 1 settembre 2024 - Erano in migliaia i sardi che manifestavano consci della imponente devastazione ambientale che le multinazionali della finanza energetica, vogliono compiere in terra sarda.
La Sardegna con i suoi ultramillenari nuraghi, terra di “Atlantide”, non si capisce perché dovrebbe diventare da sola, una gigantesca ventola, in favore di un colonialismo ritinteggiato “green” pallido.
Perché deve essere violentata e distrutta in tutta la sua cultura agropastorale e patrimonio naturale, compromettendo per sempre il paesaggio, l'ambiente, l'economia, ma soprattutto la cancellazione dei valori del territorio sardo.
Nei volti dei molti amministratori locali che hanno partecipato alla manifestazione, si percepiva uno sconforto nel vedersi impoveriti, sfruttati e anche raggirati dalla politica regionale e nazionale che non ammetterà mai che parte di loro, sono i veri complici della speculazione eolica, partorita sotto i governi Conte e Draghi.
Non è certo una novità la strumentalizzazione politica senza evidenze scientifiche del catastrofismo climatico, in favore di un corporativismo totalitario che in questo caso, vuole pilotare la depredazione della Sardegna.
Il coraggio di chi ha manifestato, dimostra invece la consapevolezza che, la politica sarda è sotto l’azione prepotente della geopolitica speculativa del capitalismo di sorveglianza, il quale vuole sottrarre la terra al popolo sardo, in un autentico furto nel nome di una fantomatica pubblica utilità.
Ma sebbene il problema sia gravissimo e non solo in Sardegna, bisogna constatare che, la maggior parte ancora si volta dall’altra parte, sapendo benissimo cosa sta accadendo.
Ora come ora ci sono solo due strade affinché questa piaga verde venga non solo bloccata, ma totalmente accantonata e la prima è quella che la Presidente Todde impugni, secondo l’art. 51 dello Statuto Speciale, questa legge nazionale lesiva degli interessi economici dell’Isola, mentre la seconda è che sia la stessa Meloni, sempre su richiesta della Presidente Todde, a ritirare concessioni emesse per i lavori di impianto delle torri eoliche e dei pannelli fotovoltaici, perché è solo il governo nazionale ad oggi, che ha il poter di farlo.
Sarà difficile che le due discepole orfane del draghismo più vile e falso lo facciano, ma se non accadrà, la Sardegna diverrà una giungla di catafalchi di metallo, alla mercè di vili affaristi, colonia e discarica dell’Italia.