Qual é la risposta dell'Esecutivo dei "patrioti"? L' esenzione, per gli anni 2024 e 2025, dell' IRPEF agricola per i redditi dominicali e agricoli sotto i 10.000 euro e la riduzione del 50% per i redditi compresi tra 10.000 e 15.000, nonché la proroga di sei mesi, fino al 30 giugno 2024, per l'obbligo di assicurazione concernente i mezzi agricoli che non circolano (e poi?).
Il tutto dovrebbe essere inserito nel decreto-legge n. 215/2023 (c.d. "Milleproroghe") in corso di conversione alle Camere mediante appositi emendamenti. Non si pensa, invece, minimamente a calmierare i costi di produzione, a ridurre la burocrazia, a contrastare le pratiche sleali nella filiera, a rivedere la PAC, uno dei pilastri fondamentali dell'Unione Europa.
Ora, è certamente vero che quest'ultimo aspetto non dipende direttamente dal Governo italiano, ma egli ben potrebbe far sentire maggiormente la sua voce a Bruxelles attraverso, ad esempio, la previsione del criterio della reciprocità: le regole UE, in altri termini, dovrebbero valere anche per le imprese agricole extra UE che vogliono vendere i loro prodotti nel territorio dell'Unione. Intanto, la Repubblica popolare cinese diventa il quinto produttore di latte a livello mondiale e l'India investe miliardi nella zootecnica.
Le recenti dichiarazioni del Ministro con portafoglio dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, per cui da un lato non sono state toccate le agevolazioni sul gasolio agricolo (diversamente dalla Francia), dall'altro si sono raddoppiati i fondi del Piano di Ripartenza e Resilienza nell'ambito agricolo non sono né particolarmente dirimenti, né convincenti. Anzi, proprio con particolare riferimento a questo ultimo aspetto, il passaggio da 5 a 8 miliardi di euro non é indice di ulteriori fondi aggiuntivi, bensì l'ennesima presa in giro del Governo. Nel PNRR, infatti, all’interno della missione "Economia Circolare e Agricoltura Sostenibile", sono previsti complessivamente 5,27 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 1,2 miliardi di euro a titolo di Fondo Complementare, mentre nell’ambito dell’intervento 2 "Sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile", sono destinati 2,8 miliardi di euro. In conclusione, sia sul piano interno, sia sul piano "comunitario" manca una visione d'insieme idonea a rendere la nostra agricoltura un'eccellenza mondiale.
Meglio, allora, volare a Kiev...
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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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