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Euro: finanza globale neoliberista, il potere della BCE In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 27 dicembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Vent’anni di Euro, vent’anni di Neuro politiche monetarie che, attraverso l’utilizzo della moneta unica, hanno portato a disparità economiche tra i Paesi membri, in quanto non c'è la possibilità di regolare autonomamente la politica monetaria nazionale.

Inoltre, alcune nazioni potrebbero trovarsi in situazioni economiche diverse e avere esigenze diverse, ma sono obbligate a seguire quelle politiche monetarie comuni.

Ci sono anche i sostenitori dell'euro che vedono nella moneta unica europea, un mezzo per promuovere l'integrazione economica e la stabilità nella regione.

L'idea era che un'unione monetaria potesse facilitare gli scambi commerciali, ridurre i rischi legati ai tassi di cambio, e rafforzare la cooperazione economica tra i paesi membri.

Ma a distanza da quel 28 febbraio 2002, considerando dove il nostro Paese è piombato, è evidente la falsificazione dell’Euro-mito perché, la sua gestione non proprio democratica con decisioni chiave prese da istituzioni finanziarie internazionali o da élite economiche, piuttosto che attraverso un processo democratico diretto, ormai sono un fatto notorio.

È un tema di cui si fatica a parlarne perché mette in evidenza l’enorme contrasto tra il ruolo del governo, della democrazia e della libertà dell'economia di mercato.

Il dibattito tra Stato e settore privato, così come tra democrazia e privatizzazione è complesso, e spesso dipende dalle diverse visioni politiche ed economiche.

Mentre alcuni vedono la privatizzazione come un modo per liberare il potenziale economico, altri temono che possa minare i principi democratici e amplificare le disuguaglianze.

Ma la realtà che ci circonda, sempre più dimostra che le politiche di privatizzazione, portano ad una concentrazione eccessiva di potere economico nelle mani di pochi, a discapito della maggioranza della popolazione e della democrazia stessa.

Cartelli di veri e propri poteri lobbisti, hanno preso il posto della governance europea, l'influenzando e distorcendo politiche economiche e sociali, personalizzandole a vantaggio di interessi economici particolari, ma a discapito del bene pubblico.

La preoccupazione che ormai è un dato di fatto, è che le decisioni chiave sono influenzate da gruppi di pressione potenti che agiscono nei corridoi del potere.

Pensiamo alle conseguenze di scelte assurde fatte a suon di DCPM sciorinati ogni 10 giorni, per coprire ogni inutilità che un rigurgito di cittadini andava nelle piazze ad urlare, ma che alla fine quelle scelte hanno contribuito ad aumentare la piaga della povertà assoluta, togliendo la dignità ai cittadini per portarli ad essere i nuovi schiavi economici.

L'esplosione dell'inflazione, specialmente sui beni di consumo primari, cha ha avuto un impatto significativo nei cittadini, soprattutto quelli con redditi fissi o bassi, andando ad eliminare il ceto medio e ad impoverire un italiano su 10.

Per non parlare della disoccupazione, la precarizzazione del lavoro e il calo della natalità che hanno interagito tra loro, contribuendo a un contesto socioeconomico complesso e devastante per le future generazioni.

Altro mito “fiabesco” della destra meloniana il blocco navale che invece è stato “sfatato” con lo sblocco navale, contribuendo ad un’immigrazione selvaggia, non gestita efficacemente, alimentando tensioni sociali, finendo ad alterare il mercato del lavoro, determinando una competizione tra le risorse disponibili e le scelte relative alle dinamiche sociali.

Ma lo spettacolo degli sprechi non si attenua se pensiamo al contesto nel quale si sono sviluppate le “dinamiche” della pandemia, o il degrado in cui versa l’istruzione pubblica, ma si continua a preferire l’aumento della spesa militare e la forzata digitalizzazione.

Tutto sotto copyright BCE con voleri e diktat veicolati da decisioni prese a livello sovranazionale, come quelle adottate dall'UE o dalla NATO e dalle lobby finanziarie e industriali ad esse collegate.

Nella battaglia per la nostra indipendenza democratica e monetaria, è arrivato il momento di rottamare questo Euro che è stato il primo vero atto di strumentalizzazione forzata, per una colonizzazione che ha contribuito a de costituzionalizzare la democrazia, la libertà tra i cittadini, facendo degenerare l’industrializzazione economica del nostro Paese.

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