Venerdì, 01 Settembre 2023 09:22

L' internazionalizzazione delle imprese In evidenza

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Di Fabrizio Carbognani 1 settembre 2023 - Internazionalizzare un’impresa vuol dire crescere al di là dei propri confini, cercando di penetrare nuovi mercati, trovare nuovi clienti e partner all’estero per espandere il business di un’azienda. Molte imprese intraprendono un processo di internazionalizzazione per cercare nuove opportunità di guadagno, per occupare un segmento nel quale è presente un competitor o perché il mercato è saturo.

Carbognani.jpegPer avere successo però, un’impresa deve pensare strategicamente all’internazionalizzazione, pianificando con grande cura ogni fase e facendosi aiutare dagli strumenti e dai partner più adatti. Internalizzazione in buona sostanza vuole dire cercare e attaccare nuovi mercati profittevoli, creare nuovi rapporti con le imprese, i possibili clienti e le istituzioni nei territori scelti dall’azienda. 

  • informazioni sui comportamenti di pagamento delle aziende
  • informazioni pubbliche sul 100% delle aziende italiane
  • cinque annualità di bilancio
  • indici sul 100% delle società di capitali

I Business Report sono inoltre realizzati attraverso un processo di raccolta e trasformazione dei dati che li caratterizza in base ai diversi livelli di approfondimento. I report a valore aggiunto sono costruiti su modelli statistici che permettono una valutazione rapida e affidabile sull’azienda, come:

  • Failure Score:esprime la probabilità che un’azienda possa cessare l’attività lasciando obbligazioni non pagate sul mercato, quali protesti e pregiudizievoli.
  • Rating:è un indicatore sintetico sull’affidabilità commerciale di un’azienda.
  • Delinquency Score: calcola la probabilità che un’azienda paghi i propri business partner con grave ritardo rispetto a quanto stabilito.
  • Fido:suggerisce l’affidamento commerciale massimo consigliato.
  • Paydex Score:è un punteggio che si costruisce sulla valutazione della performance storica dei pagamenti versi i fornitori. Si esprime in un punteggio da 0 a 100, dove sul valore massimo troviamo la miglior performance e sul minimo quella peggiore.

Le informazioni contenute nei Report Aziende possono avere come oggetto anche imprese con sede legale all’estero, localizzata al di fuori del territorio nazionale. I rapporti di interscambio tra imprese di paesi diversi sono oggi sempre più frequenti, ed è per questo motivo che avere informazioni precise e aggiornate sulle aziende estere può orientare efficacemente le scelte strategiche di chi è intenzionato ad affrontare processi di internazionalizzazione o desidera conoscere meglio un competitor attivo sul mercato.

I Report informativi sulle imprese estere possono contenere informazioni commerciali molto specifiche, che tengono conto delle normative vigenti in ogni Paese. In virtù dell’eterogeneità dei mercati nel più ampio contesto internazionale, le aziende si muovono in uno scenario di business che può essere molto diverso rispetto a quello nazionale, risultando quindi più difficile da conoscere nel dettaglio; la ricerca di informazioni preliminari assume un ruolo chiave per intraprendere qualsiasi tipo di attività che coinvolga imprese situate all’estero. Le informazioni contenute nei Report Aziende possono essere estremamente utili per orientare le scelte delle diverse funzioni aziendali all’interno di un’impresa, in particolare per figure come CFO e Credit Manager. L’elaborazione di queste informazioni restituisce dati precisi e affidabili, fondamentali per tutti coloro che hanno il compito di prendere delle decisioni e instaurare partnership commerciali con altre imprese. In altre parole, i dati contenuti nei Report sono degli ottimi indicatori che possono guidare la selezione di fornitori e clienti da parte del responsabile acquisti.

La stessa tipologia di informazioni presenti nei Report può, in altri casi, interessare chi in azienda si occupa dell’analisi dei competitor. Infatti, lo studio del mercato di riferimento impone sempre un’analisi dello scenario competitivo e quindi una valutazione approfondita sulle realtà che si pongono in concorrenza all’interno del nostro business. Le informazioni contenute nei Report Aziende possono dare indicazioni precise sulle imprese presenti sul nostro mercato di riferimento, fornendo dati che guidano il processo decisionale dell’impresa e in particolare le scelte di chi si occupa di marketing trategico.

La pianificazione strategica delle attività è fondamentale per tutti i soggetti che operano nel mondo delle imprese.

Il marketing strategico, nello specifico, è programmazione di ampio respiro.

Ogni azienda, infatti, ha necessità di pianificare obiettivi di lungo periodo, che tengano conto della redditività globale e del proprio portfolio di prodotti/servizi, mirando alla massimizzazione del fatturato ed al conseguimento di risultati di successo.

È bene considerare che la durata di un piano di marketing strategico può estendersi dai tre ai cinque anni e, se costruito in maniera perfetta, potrà aiutare l’azienda ad eccellere nel proprio settore di riferimento.

Prima di tutto, però, bisogna chiarire un concetto specifico: pianificare significa organizzare attraverso regole precise, per sfruttare al massimo tutti gli strumenti messi a disposizione del marketing strategico, nonché per raggiungere obiettivi di crescita e di guadagno, fondamentali all’interno di un’impresa.

Il marketing non è più soltanto mera vendita. Superato questo concetto ormai obsoleto, bisogna fare i conti con la realtà, comprendendo, oggi più che mai, come tradurre le idee di business in strategie concrete.

La definizione di marketing strategico è stata ripresa da molti autori, non soltanto da Peter Drucker, il quale sosteneva che dovesse essere visto come un processo composto da più fasi: partendo da un’analisi del mercato e dei competitor, passando per la selezione del target di riferimento e lo studio dei trend di settore, fino ad arrivare allo sviluppo di un preciso programma di marketing e di strategie di posizionamento per soddisfare le esigenze del mercato.

Philip Kotler, invece, considerava il marketing strategico come un’attività che ha luogo all’interno del processo di gestione strategica, legata principalmente allo sviluppo del posizionamento di marketing e dei programmi a livello di prodotti e mercati. Sostanzialmente, il marketing strategico si concentra su come sviluppare un vantaggio competitivo attraverso i driver della pianificazione. Portare valore dovrebbe tradursi per un’azienda nell’ avere una visione completa del mercato e dei suoi cambiamenti, nonché notevoli capacità nel saper analizzare e definire strategicamente le opportunità di valore da sfruttare nel corso del tempo.Gli strumenti operativi del marketing strategico, in pratica, costituiscono il supporto necessario ad una filosofia aziendale orientata alla creazione di valore ed all’ascolto delle motivazioni del cliente, per essere capaci di accorciare le distanze tra domanda e offerta.

La formula vincente? Attuare un mix perfetto di strategia e di innovazione.

Un’azienda deve saper progettare il piano di marketing strategico, mantenendo al contempo le operatività in essere giorno per giorno.

I processi di business devono essere misurati, bisogna conoscere e misurare periodicamente il ritorno degli investimenti strategici.

A questo punto viene da chiedersi: qual è il valore percepito e generato dal cliente? Qual è la capacità di retention e di loyalty?Quali sono i principali risultati delle strategie di marketing? Le risposte a tutte queste domande presuppongono che l’azienda abbia una visione d’insieme e che sia in grado di stabilire un processo di gestione del valore.

Tutto ciò che è stato pianificato deve tradursi in operatività. Il marketing operativo, infatti, riguarda il vero e proprio lavoro sul campo, il vero e proprio atto di “sporcarsi le mani” per tradurre in risultati concreti  gli obiettivi delineati nella strategia.

Il marketing strategico non è contrapposto a quello operativo, ma rappresenta un supporto fondamentale all’altro, entrambi devono integrarsi perfettamente. Le sinergie e le complementarietà dei due sono assolutamente necessarie.In pratica, usando una metafora, mentre il marketing strategico funge da guida dell’azienda, quello operativo è il mezzo attraverso il quale il business raggiunge i risultati o meglio le “destinazioni” sperate.

Senza false pretese, un approccio strategico può ottenere un impatto rivoluzionario sulla vita di un’impresa, perché chi lavora oggi nel marketing deve considerare la complessità e la rapidità dei cambiamenti del mercato, così come delle esigenze della clientela.

Ogni colpo sferrato dal marketing strategico, e messo in atto da quello operativo, sarà misurato sulla base del risultato. La vita delle aziende si fa sempre più difficile e complessa, ricca di leve di marketing articolate e performanti, soprattutto per chi pera nel digitale.

Social network, newsletter, blog, piattaforme di advertising, le aziende devono porre un’attenzione specifica al pensiero strategico, così come a tutte le azioni che possono compiere. Lasciamo che il marketing strategico tracci la strada da prendere. Il resto è da farsi.

In cosa consiste il marketing strategico? Quali sono i passi fondamentali da compiere nell’elaborazione di un piano perfetto?

Andiamo a guardare con attenzione le diverse fasi del processo:

1. Studio del mercato (Analisi della domanda, dei potenziali di mercato e della concorrenza)

L’impresa deve compiere una serie di indagini volte a determinare le dimensioni del mercato, il trend evolutivo della domanda, nonché il grado di competitività di clienti, fornitori, nuovi competitor, etc.

Tutta questa serie di indagini consentono al team di pianificazione di individuare le strategie precedentemente messe in atto e valutare il successo del piano strategico complessivo nei confronti dei risultati finanziari.

Alla fine, è bene procedere anche ad un’analisi SWOT che consideri punti di forza e di debolezza dell’azienda, così come opportunità e minacce del mercato.

In questa fase del marketing strategico, le aziende possono comprendere le risorse sulle quali investire e le sfide che si troveranno a fronteggiare.

2. Segmentazione (Classificazione dei clienti in classi dai bisogni omogenei)

È il momento di individuare, all’interno del mercato di riferimento, i segmenti dei clienti, distinguendoli sulla base di diversi parametri (demografici, sociali, comportamentali, etc.) e che andranno a costituire un punto fondamentale per le successive fasi.

La segmentazione è indispensabile al marketing strategico, perché in questo modo l’azienda può analizzare al meglio le caratteristiche dei consumatori e sviluppare strategie efficaci con il minimo costo. Inoltre, è l’ideale per ricercare nuove possibilità, seppur costoso per l’impresa.

In questa fase, aumenta la sensibilità dell’azienda ai mutamenti della domanda favorendo l’adattamento dell’offerta, nonché aiuta nella ricerca dei vantaggi competitivi perché vengono effettuati continui confronti con la concorrenza.

3. Targeting (Scelta del segmento da colpire)

Dopo aver definito i vari segmenti, gli strateghi del marketing dovranno scegliere i gruppi target da colpire, il vero serbatoio potenziale di affari.

A questo punto l’azienda decide su chi focalizzare tutti gli sforzi cercando di garantire un prodotto/servizio capace di assicurare un ottimo rapporto prezzo/soddisfazione.

4. Posizionamento (Individuazione del bisogno da soddisfare e del prodotto da offrire)

Questa è l’ultima fase, che segna il passaggio dalla pianificazione strategica a quella operativa di marketing. Attraverso l’individuazione del giusto marketing mix, il processo sarà completo e l’azienda potrà differenziarsi rispetto alla concorrenza.

Per collocare la propria offerta commerciale ed effettuare efficaci scelte di posizionamento, è doveroso selezionare gli strumenti di marketing più appropriati.

Un esempio? Il ciclo di vita del prodotto, che descrive l’andamento delle vendite di un nuovo prodotto dal lancio sul mercato fino al suo declino.

Il piano di marketing strategico, l’abbiamo detto all’inizio, si fonda prima di tutto sulla definizione degli obiettivi organizzativi.

Questi devono essere chiari e misurabili, al fine di fornire ai responsabili aziendali una base per effettuare le scelte giuste e valutare in itinere il progresso della pianificazione. Ma quali sono i reali vantaggi del marketing strategico?

Una strategia viene formulata e sviluppata perché si vogliono raggiungere determinati obiettivi, che dovranno diventare risultati concreti.

Prima di tutto, è fondamentale per la determinazione delle aree di business dell’impresa. Inoltre, aiuta a trovare nuove opportunità considerando segmenti di mercato, ciclo di vita del prodotto e bisogni della domanda, così da generare competitività e quindi un vantaggio competitivo duraturo.

Il marketing strategico porta, senza dubbio, a risultati nel lungo periodo, perché si fonda sull’analisi sistematica e continuativa dei bisogni del mercato, sviluppando nuovi concetti di prodotto e aiutando l’azienda nel suo percorso di crescita.

Nessun percorso è semplice, ma la sfida è unica: vincere.

Per farlo, tutti gli sforzi di un’azienda devono essere rivolti a coltivare figure professionali che sappiano fronteggiare il marketing strategico e sappiano mettere in atto le attività più efficaci in termini operativi. La pianificazione strategica di marketing fornisce le solide basi razionali per le successive operazioni dell’azienda.Il piano informa tutte le parti interessati sugli obiettivi istituzionali e viene sottoposto a cambiamenti continui per soddisfare le esigenze in evoluzione.

Ciò non può che portare a benefici e vantaggi sia per i professionisti che lavorano sia per l’azienda stessa e i suoi clienti.

In un contesto sempre più incentrato sull’economia globalizzata quindi la spinta all’internalizzazione delle imprese, piccole o grandi aziende che siano, passa solamente attraverso una corretta strategia di business development capace di stimolare un processo di crescita, sviluppo e innovazione all’estero. Internazionalizzare un’azienda significa crescere oltre i confini nazionali, per trovare nuovi mercati, trovare nuovi clienti e partner e implementare così il business aziendale. Ogni impresa acquisisce un’immagine internazionale nel momento in cui una componente estera entra nei processi aziendali. In circostanze simili si concretizza la possibilità di vendere i servizi o i prodotti all’estero, comprare da fornitori stranieri, produrre fuori dai confini nazionali e si spalancano le porte verso nuove opportunità di finanziamento.

Oggi l’internazionalizzazione delle imprese è una pratica molto interessante proprio perché il mercato globale impone sfide diverse dal passato, nuove strategie per essere competitivi e sviluppare un business di successo. Dunque con l’internazionalizzazione si spalancano nuove opportunità di guadagno e nuove strade, un processo magari da avviare perché è saturo il mercato corrente. Per un business vincente oltre i confini nazionali però le aziende devono agire strategicamente, con una pianificazione a 360 gradi e con il supporto di partner e mezzi adeguati.  Questo perché spesso quando le imprese approcciano in totale autonomia i mercati esteri rischiano di soffrire una situazione di disagio iniziale. Le difficoltà in genere sono relative alla scarsa conoscenza del territorio, della lingua e dei sistemi politici ed economici dei Paesi esteri. I vantaggi dell’internazionalizzazione delle imprese non mancano ma neanche le difficoltà, quindi meglio muovere ogni passo nella direzione giusta.

Per ciascuna impresa ricercare nuove opportunità di sviluppo all’estero è un’azione possibile soltanto attraverso una lungimirante e strategica pianificazione. Senza determinati presupposti molto difficilmente sarà possibile internazionalizzare l’impresa. Il fine principe del progetto sarà dunque quello di riuscire a rendere l’impresa maggiormente competitiva a livello internazionale, una maniera efficace per sostenere al meglio il confronto con il mercato globale. A tal proposito, diventa essenziale la definizione di un modello di business trasparente e concentrare gli sforzi verso la ricerca delle risorse economiche necessarie in base al campo di interesse e al Paese destinatario degli investimenti.Selezionare il mercato ed il Paese di riferimento è un passaggio chiave. Le aziende devono valutare fattori geografici, demografici, economici, ma soprattutto culturali. Per questo motivo, è molto importante condurre un’attenta ricerca di mercato, adottando un approccio sistematico nella sua selezione.È dunque opportuno analizzare due elementi: attrattività e accessibilità del mercato, ovvero la probabilità di trovare operatori interessati ai prodotti o servizi offerti dall’impresa la possibilità di gestire il nuovo mercato nella prosecuzione dei rapporti commerciali.Le variabili macro-economiche. Le variabili da considerare nella fase di screening preventivo del Paese e del mercato di riferimento si distinguono quindi in 3 categorie principali.

1.Geografia: dimensioni del Paese, condizioni climatiche caratteristiche morfologiche.

2.Demografia: sviluppo demografico, numero di abitanti, stratificazione della popolazione per classi di età e densità della popolazione.

3.Indicatori economici: prodotto interno lordo (PIL), PIL pro-capite, disponibilità di spesa pro-capite per consumi personali, distribuzione del reddito.

Le strategie da mettere in campo per l’internazionalizzazione delle imprese quindi sono di diversa natura, anche se all’interno dei progetti appaiono comuni alcune caratteristiche. 

1.una minuziosa autovalutazione dell’azienda nel suo complesso, con un occhio particolare alla capacità produttiva dell’azienda e delle sue  capacità, nel breve e medio periodo, per determinare le risorse da destinare ai mercati esteri.In considerazione di ciò, solitamente si effettua un’analisi patrimoniale, economica e finanziaria basata sui dati di bilancio di almeno tre annualità, , con il chiaro scopo di risalire alle risorse umane e finanziarie da investire sul mercato estero.

2.uno studio di approfondimento rivolto a capire come e dove investire le relative risorse. Trattasi di una vera e propria indagine sul mercato di interesse e sugli aspetti che esercitano un’influenza sul mercato

3.Indicatori economici: prodotto interno lordo (PIL), PIL pro-capite, disponibilità di spesa pro-capite per consumi personali, distribuzione del reddito.

4.Aspetto geografico del Paese estero (dimensioni del paese-condizioni climatiche-caratteristiche morfologiche)

5.Demografia: sviluppo demografico (numero di abitanti, stratificazione della popolazione per classi di età e densità della popolazione.)

6.Il sistema politico

7. L’individuazione dei flussi principali d’investimento

8. L’analisi sui modi di esportazione e l’individuazione dei mezzi di distribuzione da usare 

Terminata la fase di analisi analitica si procede alla stesura del documento di programmazione fondamentale per descrivere dettagliatamente la fattibilità progettuale e completa di ogni punto chiave del progetto imprenditoriale stesso. il Business Plan.

Quest’ultimo è uno strumento indispensabile di programmazione dello sviluppo internazionale, consente di descrivere un progetto in tutte le sue parti e valutarne la fattibilità e l’interesse economico.In ambito internazionale il Business Plan è lo strumento cardine per pianificare la strategia aziendale di M/L periodo, ottimizzare e controllare l’uso delle risorse disponibili, misurare e valutare le prestazioni, migliorare la comunicazione interna tra le funzioni aziendali coinvolte e gestire i rischi che possono venire avanti. In altre parole fornisce all’imprenditore e al Management, ma anche ai potenziali finanziatori e investitori, gli elementi necessari a comprendere se l’idea imprenditoriale è realizzabile e con quali mezzi.Internazionalizzare le attività della propria azienda è sicuramente una scelta difficile e complessa che deve essere accompagnata da un adeguato processo di trasformazione degli aspetti finanziari, della struttura organizzativa, il posizionamento sul mercato e la gestione delle risorse umane.Il documento di Business Plan per un progetto di sviluppo dell’impresa all’estero si suddivide in tre macro-aree:

  • Parte introduttiva che contiene gli aspetti descrittivi ed essenziali dell’idea progettuale.
  • Parte tecnico-operativa che analizza le condizioni di mercato e del contesto competitivo nonché quelle tecnologiche per lo sviluppo dell’idea imprenditoriale. In altre parole analizza i prodotti/servizi offerti e definisce l’idea imprenditoriale.Parte economico-finanziaria che contiene le stime di rendimento economico e di performance finanziaria del progetto.

Il Business Plan è uno strumento essenziale per la valutazione di fattibilità tecnica ed economico- finanziaria di un progetto di sviluppo imprenditoriale all’estero.Altri elementi di fondamentale importanza sono lo studio del Paese e del mercato di riferimento, la ricerca di eventuali partner e la valutazione di “Accordi di Cooperazione” (joint-venture, accordi commerciali contratti di fornitura etc…). Assolutamente necessaria anche la valutazione di un partner in grado di seguire le attività necessarie all’ottenimento di contributi pubblici e finanziamenti agevolati.

Per confrontarsi al meglio con la competizione del mercato globale, rivestono quindi un ruolo primario le strategie di internazionalizzazione. Strategie che possono essere divise principalmente nelle seguenti macro tipologie:

di sviluppo: nei casi in cui il mercato straniero venga pensato quale prolungamento di quello nazionale. Gli assi principali della strategia di sviluppo possono essere identificati nei punti seguenti:

-esportazioni: implicano grossi investimenti ma espongono a rischi bassi. Con l’implementazione delle esportazioni viene mantenuta la produzione in un solo Paese e i beni saranno esportati nelle differenti aree geografiche;

-concessione di licenze: una strategia che permette l’uso della tecnologia proprietaria da parte di aziende straniere, che così ottengono l’autorizzazione alla produzione e alla distribuzione dei prodotti dell’impresa. Una tipologia strategica utile soprattutto quando mancano le risorse interne da utilizzare per la politica espansiva;

-franchising: il ricorso alla formula del franchising è particolarmente indicato per le vendite al dettaglio, una strategia che permette un’espansione meno impegnativa dal punto di vista finanziario e burocratico;

-partnership: concordare delle strategiche alleanze è una politica commerciale che facilita l’accesso ai mercati nuovi e consente un più veloce allineamento con gli standard tecnici. Inoltre, questa strategia dà l’opportunità di contenere le spese in virtù di una fattiva condivisione di reti di distribuzione e fornitura;

di diversificazione: nel caso in cui un’azienda scegliesse di realizzare prodotti nuovi, espandendosi così in ambiti affini rispetto al campo di interesse. Una tipologia di strategia tramite i mercati esteri da mettere in atto soprattutto quando:

-c’è la volontà di una ripartizione dei rischi su diverse aree, in modo tale da non essere toppo vincolati a un solo settore;

-di fronte a una situazione di stallo delle vendite riconducibile a un calo delle possibilità garantite dal mercato;

-si acquisisce la forte consapevolezza di possedere risorse tali da competere in altri business con successo;

-si può fruire dell’immagine di un marchio in altri campi.

  • Naturalmente ogni impresa decide di fare un passo del genere nella piena consapevolezza dei suoi mezzi e per ottimizzare la propria attività sotto ogni punto di vista. 
  • la valutazione del rischio (c.d. “rischio paese”) e la scelta del canale di ingresso.
  • Fase di elaborazione e strategia che prevede: l’elaborazione della strategia di ingresso e il piano di marketing, la pianificazione fiscale e contrattualistica, la ricerca di finanza.

Fase attuativa che prevede: affiancamento all’Export Manager o, comunque, al personale direttamente impegnato sul campo, l’organizzazione delle vendite in loco e la gestione All’interno del Business Plan la parte di analisi del mercato è uno strumento chiave che consente agli imprenditori di verificare la situazione del paese target, i potenziali clienti e la concorrenza al fine di individuare i mercati esteri più interessanti e maggiore potenziale.

Normalmente un’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats) va a completare l’analisi di mercato in quanto vuole individuare i punti di forza e di debolezza interni, quei fattori esterni che possono influenzare il successo del progetto, la ricerca delle aree di miglioramento e la pianificazione degli interventi necessari a raggiungere gli obiettivi di internazionalizzazione.

All’interno della SWOT dovrà trovare posto anche la valutazione del c.d. “rischio paese” che comprende la mappatura di tutte le fonti di possibili difficoltà che si incontrano quando si esporta o si investe al di fuori del proprio paese. I rianta parte del proprio fatturato/investimento allocato all’estero è a rischio che devono essere valutati quando si vuole investire in un paese estero sono generalmente di carattere politico, economico, finanziario ed operativo. L’attenta analisi e il monitoraggio del rischio paese è finalizzata sostanzialmente a valutare se e quanta parte del proprio fatturato/investimento allocato all’estero è a rischio.

In conclusione, è innegabile che l’internazionalizzazione possa rappresentare una carta vincente per le imprese. A fare la differenza, però, sono la progettualità, la capacità di analisi e l’affiancamento di professionisti in grado di strutturare una strategia adeguata alle caratteristiche dell’azienda e agli specifici mercati d’interesse. Strategia in cui non può mancare, ad esempio, un piano d’azione per la ricerca e l’ottenimento di contributi pubblici e finanziamenti agevolati. 

L’internalizzazione delle imprese avviene mediante la diplomazia conomica. La diplomazia economica italiana è l’attività del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale volta a sostenere le imprese italiane all’estero e a favorire la crescita del Paese in differenti ambiti. Coordinati dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina – che a sua volta è in raccordo costante con Istituzioni, Enti, Associazioni, Imprese, Centri di ricerca ed Università – gli oltre 450 uffici diffusi in tutto il mondo e comprendenti Ambasciate, Consolati, Unità dell’Agenzia ICE e dell’Enit, oggi integrati nelle rappresentanze diplomatiche e consolari, Istituti Italiani di Cultura, Uffici degli Addetti Scientifici e Tecnologici, sono impegnati quotidianamente per promuovere in un’ottica integrata l’Italia nelle sue componenti economica, culturale e scientifica.

Gli obiettivi strategici cui si ispira quotidianamente la diplomazia economica sono:

  • sostenere le aziende nella penetrazione commerciale dei mercati emergenti e a consolidarsi in quelli tradizionali;
  • sostenere l’attività internazionale delle Autonomie territoriali;
  • attrarre in Italia investimenti produttivi, flussi turistici e brillanti talenti;
  • promuovere gli investimenti italiani all’estero.

Aumentare la presenza nei mercati esteri dell’Italia è una delle principali missioni della Farnesina, impegnata costantemente per favorire la migliore riuscita delle nostre imprese all’estero, contribuendo alla crescita del nostro Paese.

Per adempiere a questo compito, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e in particolare la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, mette a disposizione degli operatori molteplici strumenti e attività.

Sostegno alle imprese: azioni dell’Amministrazione centrale e degli uffici all’estero, verso i Governi stranieri e le Organizzazioni Internazionali, volte a sostenere gli interessi del sistema imprenditoriale italiano nella penetrazione dei mercati, nell’acquisizione di contratti e commesse, nella realizzazione di investimenti, nella gestione di criticità, nella partecipazione ai negoziati internazionali economici e commerciali.

Coordinamento e promozione delle iniziative di internazionalizzazione – organizzazione insieme agli altri attori preposti all’internazionalizzazione delle imprese, di eventi promozionali, quali in particolare: missioni di operatori economici nei mercati che presentano maggiori opportunità, Presentazioni Paese in Italia, Business Forum in Italia o all’estero, Study Tour di delegazioni istituzionali e imprenditoriali straniere, Incontri B2B.

Informazione: notizie in tempo reale su caratteristiche e opportunità dei mercati esteri, commesse e gare, iniziative di sistema attraverso strumenti informatici completamente gratuiti accessibili dal sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Analisi: studio delle tendenze evolutive del sistema economico internazionale e dei singoli mercati esteri per favorire il corretto matching geo-settoriale nelle strategie delle imprese; elaborazioni analitiche e statistiche sull’andamento del commercio estero e sull’interscambio commerciale settoriale dell’Italia, suddiviso per aree, Paesi di provenienza e destinazione, a cura dell’Osservatorio Economico

Dal 1 gennaio 2020, le competenze in materia di internazionalizzazione delle imprese sono passate dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Economica (MAECI) con il decreto legge n.104 del 21 settembre 2019, convertito nella legge n.132 del 18 novembre 2019.Il nuovo assetto istituzionale rafforza la cooperazione in materia di commercio estero fra i vari enti istituzionali italiani con sedi all’estero e la rete diplomatica del MAECI  nell’intento di ottimizzare le attività di promozione e sostegno all’export delle imprese italiane che da sempre chiedono di avere un unico interlocutore al quale rivolgersi, che le assista nel processo di internazionalizzazione e sia in grado di interagire con le autorità estere del Paese ospitante.La riforma ha reso più efficaci ed efficienti le azioni di sostegno all’export, evitando la duplicazione di iniziative e favorendo una strategia unitaria, ma sempre condivisa con tutti gli attori istituzionali e con il mondo produttivo attraverso i lavori della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione che definisce le risorse e le linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione all’estero e di internazionalizzazione del sistema economico italiano.

Co-presieduta dal Ministro degli Affare Esteri e dal Ministro dello Sviluppo Economico, a cui si uniscono i Ministri degli altri dicasteri con competenze di commercio estero, nonché i rappresentanti delle istituzioni territoriali e del mondo imprenditoriale, la Cabina di Regia è l’espressione diretta dell’impegno di Governo, per mettere a sistema le iniziative dei diversi attori e concentrare l’uso delle risorse finanziarie verso obiettivi specifici e condivisi.In questo contesto, già fortemente orientato a fare dell’export un asset fondamentale per la crescita economica del Paese e per contrastare la crisi economica causata dalla pandemia Covid, a giugno del 2020 è stato firmato dal Ministro De Maio il “Patto per l’Export”, sottoscritto dal Governo italiano, insieme alle associazioni di categoria rappresentative delle diverse realtà imprenditoriali del Paese.

La strategia del “Patto per l’Export” è stata organizzata in sei pilastri: Comunicazione, Formazione/Informazione, E-commerce, Sistema fieristico, Promozione integrata e Finanza agevolata.Molte delle attività promozionali relative ai pilastri vengono finanziate sui fondi del Piano Straordinario di sostegno del Made in Italy e attrazione degli investimenti (PSMI)  gestito dall’Agenzia ICE sotto l’indirizzo e la vigilanza del MAECI.Sia le iniziative promozionali finanziate con il Piano Straordinario di sostegno del Made in Italiy, che quelle finanziate con il Piano Promozionale Ordinario, sono selezionate dall’Agenzia ICE di concerto con la Rete Diplomatica e la Direzione Generale per il Sistema Paese del MAECI, seguendo le linee guida indicate dalla Cabina di Regia per l’Italia Internazionale e perseguendo gli obiettivi indicati nel Patto per l’Export.

L’Agenzia ICE, braccio operativo dell’attività promozionale del governo, ha svolto un ruolo strategico nella ridefinizione delle modalità di attuazione delle iniziative promozionali durante la pandemia, accelerando il processo di digitalizzazione dei servizi, incrementando gli accordi di e-commerce con i principali Marketplace internazionali e quelli con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), realizzando attività formative online sulle opportunità offerte dai canali digitali e creando in pochi mesi la piattaforma  Fiera Smart 365 e B2B Virtuali  per svolgere delle fiere virtuali durante la pandemia.

Numerose sono state anche le agevolazioni introdotte dall’Agenzia a sostegno delle aziende che hanno partecipato alle iniziative promozionali: annullamento delle quote di partecipazione già fatturate; rimborso delle spese già sostenute e offerta a titolo gratuito di un modulo espositivo allestito in tutte le manifestazioni organizzate dall’ICE che si svolgeranno fino a dicembre 2021, in qualsiasi parte del mondo.

Si indicano, infine, alcuni collegamenti al sito dell’Agenzia ICE che consentono di accedere alle iniziative promozionali in corso da 4 angolazioni diverse, in modo che ciascun operatore possa seguire il percorso di ricerca più adatto alle proprie esigenze.

Servizi

In questa sezione l’utente troverà quali servizi può richiedere ad ICE, fra informazione, formazione, promozione e consulenza per conoscere i mercati esteri, individuare nuove opportunità, consolidare le relazioni internazionali.

Settori

In questa sezione l’utente può selezionare il settore produttivo di interesse, per avere un panorama completo dei mercati internazionali e delle iniziative attive per lo specifico settore di suo interesse

Mercati

In questa sezione l’utente può selezionare il mercato di interesse e le relative iniziative in corso.

Eventi

In questa sezione l’utente può selezionare oltre 400 iniziative promozionali, in corso ed in archivio, per la promozione del il Made in Italy nel mondo.

Strumenti finanziari per l’internazionalizzazione

A seguito della riforma del 2019 in materia di commercio internazionale, il MAECI esercita le funzioni di indirizzo e controllo dei fondi pubblici che sostengono l’internazionalizzazione delle imprese italiane esportatrici: il Fondo 394/81, il Fondo 295/73 e il Fondo di Venture Capital, gestiti da SIMEST e amministrati da comitati interministeriali presieduti dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese.Il Comitato Agevolazioni, composto da rappresentanti MAECI, MEF, MISE e Regioni, amministra i fondi 394/81 e 295/73, mentre il Comitato di Indirizzo e Rendicontazione, a cui partecipano rappresentanti MAECI, MEF e MISE, amministra il Fondo di Venture Capital.

II Fondo rotativo 394/81 è destinato all’erogazione di finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione, in regime “de minimis” (Regolamento UE n. 1407/2013), a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri, con una riserva di destinazione delle risorse annue per il 70% alle PMI.

Il decreto n. 18/2020, ha inoltre istituito il Fondo per la Promozione Integrata indicando, tra le sue finalità, la concessione di cofinanziamenti a fondo perduto fino al 50% dei finanziamenti agevolati a valere sul Fondo 394/81, secondo criteri e modalità stabiliti dal Comitato Agevolazioni.

II Fondo 295/73 è destinato alla concessione di contributi in conto interessi finalizzati al sostegno alle esportazioni. Il Fondo consente agli esportatori italiani di offrire ai propri committenti esteri condizioni di pagamento dilazionato a un tasso di interesse fisso agevolato, mediante lo strumento del Credito Acquirente (contributo al compratore estero per ridurre il costo complessivo del proprio finanziamento per l’acquisto dei beni/servizi italiani) o del Credito Fornitore (contributo al venditore italiano, che minimizza il tasso di interesse richiesto dalla banca per liquidare dei titoli di pagamento rilasciati dall’acquirente estero alla società italiana).

Il Fondo di Venture Capital consente di acquisire quote di capitale di imprese estere controllate da società italiane, in co-partecipazione con i fondi propri di SIMEST, a fronte di un progetto di internazionalizzazione, con l’obiettivo di favorire la proiezione estera e lo sviluppo delle stesse.  Una seconda linea operativa, avviata nel 2022, ha l’obiettivo di sostenere l’espansione sui mercati esteri delle start-up e delle PMI innovative italiane, in collaborazione con CDP Venture Capital. Gli interventi possono essere diretti, tramite l’acquisizione di quote di partecipazione al capitale di società italiane o estere, o indiretti, mediante la sottoscrizione di quote di fondi per il venture capital o in fondi che investono in fondi di venture capital.

Nel quadro del PNRR, la Farnesina è inoltre responsabile della misura “Rifinanziamento e ridefinizione del Fondo 394/81 gestito da SIMEST”, che ha l’obiettivo di sostenere la transizione digitale e la sostenibilità ambientale delle PMI italiane. Lo stanziamento complessivo è di 1,2 miliardi di euro.

 Emergenza Ucraina

Nel 2022, l’operatività del fondo 394/81 è stata estesa al sostegno delle imprese italiane colpite dalle conseguenze del conflitto in Ucraina, sia per quanto riguarda le esportazioni, sia per le difficoltà di approvvigionamento.

In particolare, gli strumenti sono:

  • Sostegno alle imprese italiane esportatrici in Ucraina e/o Federazione Russa e/o Bielorussia”;
  • Sostegno alle imprese esportatrici con approvvigionamenti da Ucraina e/o Federazione Russa e/o Bielorussia.

A partire dalle ore 9.00 del 3 maggio 2023, le aziende potranno presentare le domande di finanziamento per l’operatività del Fondo 394/81 relativa all’emergenza in Ucraina, fino alle ore 18.00 del 31 ottobre 2023.