Martedì, 20 Giugno 2023 07:02

Emergenza incendi boschivi: il nuovo business di Bill Gates e del potere occulto dei fondi d’investimento In evidenza

Scritto da

di Gloria Callarelli (https://fahrenheit2022.it/) 16 giugno 2023 -

Quella delle emergenze è diventata una vera ossessione per la cricca globalista. Sarà il gusto per il macabro, o sarà che questo termine, dopo l’affaire Covid, è pretesto per imporre qualsiasi decisione economico-governativa mondialista. Fatto sta che il WEF, World Economic Forum di Klaus Schwab, guarda caso sempre solerte e con invidiabili doti di preveggenza, ha già lanciato il nuovo allarme: quello degli “incendi boschivi“. Questione di coerenza, forse, con il modus operandi dei progetti del NWO (New World Order) iniziati con il Covid.

Ovviamente la faccenda, scusate il gioco di parole, puzza di bruciato. Negli Usa sono già partiti lockdown e mascherine per salvare la popolazione di New York e dintorni investita dal fumo delle decine e decine di incendi divampati in Canada. Guarda caso già si parla di eventi accaduti a causa del cambiamento climatico, con riferimento diretto ad eventuali pericolose conseguenze sulla salute delle persone costrette ad inalare il fumo dei roghi. Si parla di gestione delle foreste da regolamentare, e di stagione senza precedenti per quanto riguarda l’entità del fenomeno in Canada, in particolare in Quebec. Non sono però chiare le cause di questi episodi e la fretta di liquidarli a prescindere con la solita lettura propagandista sul clima non può convincerci. Ci chiediamo: si può effettivamente escludere il dolo? E se, come probabile, non si può escludere il dolo, non in tutti i casi almeno, cui prodest?

Nel frattempo al Forum di Davos pare abbiano già trovato la soluzione al (nuovo?) problema. Scrivono: “È stata istituita una coalizione globale FireAId per sfruttare i successi dell’implementazione iniziale dell’iniziativa e aumentare la consapevolezza globale per affrontare gli incendi sfruttando la potenza delle tecnologie di intelligenza artificiale. Dare priorità all’intelligenza artificiale nella previsione e prevenzione degli incendi boschivi migliorerà l’efficienza dei costi, l’efficacia e la capacità degli sforzi di mitigazione degli incendi boschivi su larga scala”.

Si parla di piattaforma che comprende “società di dati e intelligenza artificiale specializzate nella modellizzazione del clima e degli incendi boschivi, nonché aziende direttamente e indirettamente colpite dagli incendi boschivi all’interno delle loro catene di approvvigionamento e modelli di business”. Da comprendere il significato della frase: modellizzazione del clima e degli incendi boschivi. E’ di certo già diventato questione di transizione digitale ed ecologica. E quindi avanti con il business della robotica e dell’AI (Artificial Intelligence) e proviamo a capire di cosa stiamo parlando.

Nella coalizione FireAId di cui parlano a Davos, troviamo innanzitutto la Microsoft e Google. Entrambe hanno Blackrock e Vanguard, fondi d’investimento “padroni del mondo”, tra i principali azionisti. In Microsoft c’è ancora Bill Gates che detiene al momento l’1,39 % delle azioni. Poi troviamo aziende statunitensi attive nel settore aerospaziale e della Difesa (la Lockheed Martin cui fanno riferimento risulta il maggior contraente militare degli Stati Uniti), la NASA, altre organizzazioni senza scopo di lucro ambientaliste come la Conservation International, dove la difesa dell’ambiente è l’unico mantra conosciuto, e dove in qualità di vicepresidente troviamo l’attore Harrison Ford e nel board anche il fratellastro di Bezos. Presidente del Consiglio d’amministrazione è Peter A. Seligmann, uomo appoggiato dai Clinton. Nella coalizione anche un’azienda leader nella fornitura di dati satellitari, tale Planet Labs, che collabora sempre con la NASA, e dulcis in fundo la Hewlett Packard Enterprise che, nemmeno a dirlo, è azienda leader nell’AI quotata in borsa e ha tra i maggiori azionisti sempre i noti fondi d’investimento Vanguard e Blackrock di cui sopra.

Insomma, tu chiamale se vuoi, lobby. O ennesimo pretesto per costruire la società del controllo transumanista.

Infine da Davos il velato, ma neppure troppo, ordine supremo: “È imperativo che i governi e gli sviluppatori tecnologici lavorino insieme per creare un ambiente che consenta la perfetta integrazione delle tecnologie di intelligenza artificiale per l’interesse pubblico. Le organizzazioni e i governi sono invitati a unirsi a questo sforzo globale e a plasmare un futuro in cui l’intelligenza artificiale e le tecnologie basate sui dati siano sfruttate per guidare un cambiamento positivo”. Il best interest sopra tutto e tutti. Se pubblico poi, fa ancora più effetto.

Dove c’è un’emergenza, dunque, le lobby, le multinazionali, le massonerie, i Bill Gates ci sono. Potere e business pure. Alla jella non crediamo, nemmeno alle coincidenze. A voi, cari complottisti, le dovute conclusioni.

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