È quanto rileva in una nota Domenico Mamone, presidente del sindacato datoriale Unsic.
“In questi giorni moltissima gente ha preferito ricorrere al commercio elettronico, favorendo per lo più le multinazionali del settore, anziché utilizzare i punti vendita fisici su strada – sottolinea il sindacato. “Dal momento che a gennaio l’incidenza dei contagiati sulla popolazione è stata molto alta – oggi si stima che almeno una persona su cinque abbia avuto il Covid, ma la percentuale potrebbe essere anche più elevata a causa degli asintomatici – quanto è successo in questo periodo non ha avuto impatto molto differente dal lockdown di due anni fa per molti settori economici. Le conseguenze di questo ‘lockdown di fatto’ sono state rilevanti non soltanto sulla socialità, ma in particolare sul commercio”.
L’Unsic ha consultato i dati di tracciamento di Google Maps, che fotografano gli spostamenti, evidenziando che nel primo mese del 2022 c’è stata una riduzione superiore al 20 per cento rispetto a gennaio 2020, cioè ad uno stesso mese ma in periodo prepandemico.
“Dalla nostra rete di oltre tremila uffici in tutta Italia sappiamo che più o meno la metà dei consumatori sta evitando bar e ristoranti per paura di un contagio, ed è minore non di molto la percentuale di coloro che evitano di viaggiare o di fare acquisti nei negozi. Appare insomma necessario un intervento governativo perlomeno per una riduzione delle tasse e per la proroga degli ammortizzatori sociali Covid”.