Di Emilio Graziuso (*) – 4 settembre 2021 Anche nel periodo estivo appena trascorso sono pervenute alla nostra rubrica varie richieste di chiarimento in merito a vicende riguardanti il diritto di famiglia ed in particolare l’assegno divorzile.
Oggi rispondiamo, quindi, ad una di esse.
Se l’ex marito è beneficiario di assegno divorzile, lo stesso può chiedere un aumento dello stesso se colpito da una malattia invalidante?
La domanda che è stata posta - per quanto possa sembrare riferita ad un caso isolato (statisticamente, infatti, l’assegno divorzile è riconosciuto nella maggior parte delle ipotesi in favore delle ex mogli) – riguarda una fattispecie che, nell’ultimo periodo, è stata, sempre più spesso, sottoposta al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
Di recente, un caso analogo a quello sottoposto alla nostra “Agorà” è stato affrontato dalla Corte di Cassazione, la quale ha sancito che la piena legittimità dell’aumento dell’assegno divorzile - del quale era beneficiario l’ex marito, data la notevole sperequazione reddituale tra le parti – disposto dalla Corte d’Appello che si era occupata della vicenda.
Più in particolare, secondo la Corte di Cassazione, i motivi che, nella fattispecie dalla stessa esaminata, giustificano l’aumento dell’assegno sono essenzialmente due:
1) grave patologia invalidante che aveva costretto l’ex marito a lasciare il proprio lavoro;
2) spese indispensabili per assistenza medica che assorbivano integralmente le somme percepite a titolo di trattamento pensionistico.
Ancora una volta la Suprema Corte pone, quindi, l’accento sulla “funzione preminentemente assistenziale” dell’assegno divorzile, evidenziando che a giustificare l’attribuzione dell’assegno non è, di per sé, lo squilibrio o il divario delle condizioni reddituali degli ex coniugi al momento del divorzio né, tantomeno, il peggioramento delle condizioni di colui o colei che richiede l’assegno rispetto al tenore di vita goduto durante il matrimonio.
Ciò che giustifica il riconoscimento al diritto all’assegno divorzile è la mancanza di indipendenza o autosufficienza economica, intesa quale impossibilità di condurre una esistenza quantomeno dignitosa ed autonoma con mezzi propri.
Ma come si individua la soglia dell’indipendenza economica al di sotto della quale l’ex coniuge può avere diritto (sussistendone i presupposti) all’assegno divorzile?
Sempre la Corte di Cassazione ci offre alcuni fondamentali parametri.
Più in particolare, nell’esaminare la singola fattispecie, occorrerà avere riguardo alle indicazioni provenienti, in un determinato momento storico, dalla coscienza collettiva.
In altri termini l’individuazione della soglia di indipendenza economica non coinciderà con la soglia della pura sopravvivenza e, comunque, non potrà eccedere il livello di normalità che l’Autorità Giudiziaria, nei singoli casi, dovrà individuare proprio in virtù della detta coscienza collettiva della quale il Giudice dovrà farsi interprete.
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Autore (*)
"Avv. Emilio Graziuso - Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca.
Svolge la professione forense dal 2002 occupandosi prevalentemente di diritto civile, bancario – finanziario e diritto dei consumatori.
Docente ai corsi di formazione della prestigiosa Casa Editrice Giuridica Giuffrè Francis Lefebvre ed autore per la stessa di numerose pubblicazioni e monografie.
Relatore a convegni e seminari giuridici e curatore della collana "Il diritto dei consumatori" edita dalla Key Editore.
Responsabile nazionale del Coordinamento "Dalla Parte del Consumatore"
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