Oggi al ritorno da una pausa estiva veloce e certamente ricordata per le temperature torride e decisamente insolite per la latitudine, abbiamo deciso di chiedere al nostro Sommelier Andre Senoner di condurci in una delle zone più vocate e blasonate del Mondo.
Andre a te la parola !
Tenuta Le Potazzine nasce nel 1993 in seguito ad un lungo percorso durato ben diciannove anni presso Tenuta Greppo- alias Biondi Santi.
E' qui infatti Gigliola Giannetti, donna di grande carattere, carisma e tenacia da vendere, fonda la sua tenuta vitivinicola a circa 800 m.s.l.m sul del versante nord est di Montalcino in una zona conosciuta per essere molto boschiva e ventosa.
Attualmente l’azienda vanta cinque ettari vitati di cui 3,5 attorno alla tenuta e gli altri 1,5 in una zona più alta. L’età media delle vigne è sopra i 25 anni di vita e le vede collocate nella zona di Sant’Angelo in Colle e nella zona opposta.
Il nome “cinciallegre” è tipico di questa zona di Montalcino, vocata alla campagna, tanto che il nome veniva già usato dalla nonna materna per chiamare in modo affettuoso le nipoti Sofia e Viola, le stesse che ora affiancano la madre nella conduzione aziendale.
Azienda che pone grande attenzione alla fermentazione naturale, che per scelta non usa lieviti addizionati e non effettua alcun controllo della temperatura, ma predilige lunghe macerazioni per avere dei vini molto eleganti, raffinati e femminili. Questi gradi vini si traducono in uno stile per nulla potente come talvolta riscontriamo a Montalcino, ma al contrario sobrietà e velluto. Pensate che della tipologia Brunello di Montalcino Riserva, ne sono state prodotte solo 4 annate (2004, 2006, 2011 e 2015) e questo perché la si produce di rado e solo quando alcune annate sono davvero meritevoli di tanta espressione.
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Il simbolo aziendale delle “cinciallegre”
Una curiosità sul nome che da origine a Montalcino. Il suo collegamento diretto ci porta a Mons Ilcius (monte dei lecci), riferito alla forte presenza in zona dei lecci (albero tipico della zona), visibile anche sullo stemma del consorzio di tutela.
Pensate che la sua nascita risale addirittura all’Ottocento, quando si iniziò a sperimentare la pratica della produzione del vino, attività che avrà come vero precursore nella produzione del Brunello di Montalcino, proprio quel Clemente Santi nel 1869, citato prima, il farmacista.
Montalcino dagli anni ottanta crebbe per numero di cantine e fece da apripista a quel movimento enoturistico italiano fatto di visite guidate, ritrovi ed accoglienza, tutte nel bellissimo borgo cittadino.
Dal 1999 molti riconoscimenti lo consacrano nel Mondo ed è per questo che certamente Tenuta Le Potazzine e tra le dieci cantine di rifermento per stile e qualità a rappresentare al meglio questo territorio nel Mondo.
Il clima è influenzato in gran parte dalle ampie colline circondate da boschi che proteggono le vigne dai venti troppo freddi, nonché oliveti e soprattutto da un gran numero di edifici in pietra che testimoniano la centenaria coltivazione, proprio all’interno delle mura cittadine infatti è possibile trovare il ristorante di famiglia chiamato la “Vineria di Tenuta le Potazzine.
Il terreno è ricco di argilla e galestro con presenza ferrosa nel sottosuolo che garantisce una buona profondità idrica specialmente nei periodi più critici di siccità.
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All’interno della cantina
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Nella bottaia solo legni francesi
Rosso di Montalcino 2017
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La tipologia Rosso di Montalcino e di grande valore e troppo spesso sottovalutata ma che invece merita più spazio soprattutto sulle nostre tavole.
Molto adatta anche ad abbinamento con piatti di pesce come il cacciucco, è di grande eleganza gustativa, per un vino dal frutto rosso deciso lungo, croccante, tannico e dalla presenza alcolica elegante e struggente.
“Ho bevuto il 2010 di questo vino e wow anche il rosso dispone di grande longevità ve lo assicuro!”
Abbinamento con cacciucco alla livornese o se preferite la carne ad una bella fiorentina al sangue.
Brunello di Montalcino 2016
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Brunello di Montalcino un vero vino suadente e femminile che fa emergere note di violetta, spirito balsamico, spezie dolci, nota di caffè, con una buona spalla acida decisa e dal bellissimo equilibrio gustativo al palato.
Ho avuto il piacere di provare anche l’annata 2014 ed era davvero spettacolare!
Tannino elegantissimo, qui l’acidità di una annata difficile e piovosa è stata fondamentale per donare questa longevità alla bottiglia.
Abbinamento con anatra cotta alla brace, salsa koji (fatta con l’orzo fermentato e montato con il burro) e bacche di sambuco.
da L'Equilibrista @lequilibrista27
Andre Senoner @andre_somm_