Di Alessia Iorio Parma, 29 maggio 2021 - La finalità del “Controllo di gestione” è quella di guidare l’azienda in una determinata direzione, sfruttando al meglio le risorse a disposizione per poter conseguire gli obiettivi prefissati.
E’ necessario che l’attività di controllo rispetti i cosiddetti 7 segreti per essere efficace: all’interno di esso è fondamentale riportare solo i datiessenziali, in tempi veloci, utilizzando un linguaggio comprensibile a tutti,cercando di essere il più possibile praticicon obiettivi raggiungibili, conferendo personalizzazione alle procedure ed infine applicare tutti e sei i punti precedenti in modo costante.
Gli strumenti del controllo di gestione sono: la pianificazione e il budget, l’analisi di bilancio, la contabilità analitica ed infine il reporting.
Alla base di qualsiasi azione aziendale ci deve essere una pianificazione, ovvero l’individuazione di obiettivi ben definiti, una sorta di piano d’azione, che influenzerà le scelte aziendali. Pianificare è stato definito come “un punto di forza, per competere in un mondo di imprevisti”, quindi vedere in anticipo cosa può succedere finanziariamente.
Il budget è uno degli elementi utilizzati nel controllo di gestione, al fine di preventivare
i fatti aziendali, basandosi su dati non certi ma su delle previsioni, le quali vengono fissate sulla base degli obiettivi che si vogliono conseguire. Queste previsioni vengono fatte per singole aree aziendali.
Grazie al budget si creano previsioni da confrontare successivamente con i risultati effettivamente conseguiti (consuntivo), per poi verificare quanto le previsioni si siano avvicinate alla realtà; tale attività è possibile ricorrendo al calcolo degli scostamenti.
All’interno dell’azienda è importante considerare attentamente i costi, i quali si dividono in costi fissi e variabili, i primi sono costi che l’impresa sostiene a prescindere dalla produzione (esempio l’affitto, l’azienda continuerà a pagarlo anche se il fatturato in quel mese dovesse essere nullo). I costi variabili invece sono costi che variano a variare del volume di produzione.
L’impresa grazie ai costi e ricavi ha la possibilità di stabilire il BEP (break even point),o punto di pareggio, ovvero il punto in cui costi e ricavi si eguagliano, al di sotto del quale andremo incontro a perdite e al di sopra del quale si realizza un utile.
Il “Break even analysis” serve invece ad anticipare le azioni e individuare il volume di produzione al disotto del quale non conviene scendere. Un altro indicatore è il Margine di sicurezza,il quale ci dice di quanto l’impresa può diminuire il fatturato senza rischiare di far fronte alle perdite.
Oltre alla Contabilità Generale,che è obbligatoria e fornisce informazioni generiche sull’impresa andando ad individuare il suo reddito di esercizio, l’azienda utilizza anche la Contabilità Analitica, la quale, a differenza della prima,serve a fare delle previsioni sull’andamento economico delle varie aree in cui l’azienda è divisa (centri di costo, di responsabilità e per commessa) ed è facoltativa.
Per verificare effettivamente quale sia l’andamento delle varie aree aziendali bisogna individuare i costi relativi, per fare ciò, bisogna fare una distinzione tra i costi: diretti e indiretti.
I costi diretti sono i costi direttamente imputabili all’oggetto di costo, perché sappiamo che sono stati generati da quella determinata area (ad esempio i costi delle materie prime, della manodopera diretta...), mentre i costi indiretti, sono costi non direttamente imputabili all’oggetto di costo perché non generati esclusivamente da una determinata area (come i costi per le pulizie, il personale...) e questi costi verranno attribuiti ai vari oggetti tramite una base di riparto.
In conclusione, non lasciamo che le cose accadano ma facciamo in modo che accadano. Evitando di vivere alla giornata la gestione della liquidità ma soprattutto pianificare e monitorare periodicamente gli indici.
Tavola Farnesiana Consulting
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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.
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