Reggio Emilia 18 febbraio 2021 - Il nono “Rapporto sulla coesione sociale” realizzato dalla Camera di Commercio, infatti, offre l’immagine di una sofferenza diffusa, mettendo in evidenza, in particolare, i contraccolpi che nel 2020 hanno riguardato salute, economia e scuola, con effetti ancora presenti nella nostra provincia e prospettive di ripresa che viaggiano a ritmi decisamente rallentati rispetto alle previsioni antecedenti l’ondata di contagi ripresa in autunno.
“Il prezzo pagato innanzitutto in termini di decessi e di sofferenze individuali e familiari – sottolinea il Commissario straordinario della camera di Commercio, Stefano Landi – è molto alto, e il nostro primo pensiero va proprio a coloro che sono stati colpiti così pesantemente dagli effetti del Covid, con 29.000 contagiati e oltre 1.000 decessi. Il sistema sanitario si è certamente distinto – come rilevano i dati del Rapporto curato da Gino Mazzoli, psicosociologo – per qualità ed efficienza, ma insieme al ringraziamento a tutti gli operatori e le autorità sanitarie per quanto hanno fatto, esprimiamo innanzitutto la nostra solidarietà e vicinanza a chi più duramente ha pagato gli effetti della malattia”.
Il rapporto camerale curato da Gino Mazzoli analizza, insieme alle ripercussioni registrate proprio sul fronte sanitario, tutte le principali criticità e le situazioni di crisi che la pandemia ha generato.
“Tra queste – spiega Landi – vi è certamente quella economica, che ha visto ridursi del 9,1% il valore aggiunto della nostra provincia, ha registrato un’esplosione della cassa integrazione e un’inversione di tendenza del tasso di disoccupazione, previsto a fin anno al 4,3% rispetto al 4% del 2019 e nonostante un avvio di 2020 all’insegna della flessione”.
“Come Camera di Commercio – prosegue il Commissario straordinario – abbiamo messo in atto ogni misura possibile per contrastare le difficoltà in costante aumento, concentrandoci in particolare sul credito nella prima fase emergenziale, poi sui ristori (in particolare per le imprese turistiche) e sulla continuità degli investimenti a sostegno dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione, con un impegno complessivo di 3,5 milioni di euro”.
“Ora – conclude Landi - stiamo lavorando intensamente sulla valorizzazione dei patrimoni locali che riguardano cultura, turismo e prodotti tipici del territorio, ma è evidente che il perdurare della pandemia rende urgenti nuovi interventi di sostegno da parte del Governo, chiamato ad implementare decisamente sia i cosiddetti “ristori” finalizzati alla tenuta del sistema imprenditoriale, sia gli investimenti e gli aiuti finalizzati al rilancio dell’economia”.
“Il Rapporto sulla coesione sociale 2020 redatto dalla Camera di Commercio – sottolinea il Presidente della Provincia, Giorgio Zanni – è uno straordinario strumento di analisi dei punti di forza e di debolezza del nostro territorio e di comprensione dei disagi delle nostre comunità e non può che certificare le ripercussioni, dirette e indirette, che la pandemia sta producendo anche nella nostra provincia. Anche quest'anno sono tanti gli indicatori che, specie se raffrontati con quelli del resto della regione e del Paese evidenziano, pur in un contesto di grande difficoltà, la tenuta del sistema reggiano, peraltro confermata dalla maggioranza delle classifiche sulla qualità della vita. Dopo sette anni consecutivi di crescita, alcuni dati devono invitarci a massimizzare lo sforzo collettivo per trovare una rapida via d’uscita dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti ricadute economiche e sociali. Fra questi, l’incremento delle persone inattive, il calo del reddito disponibile delle famiglie e la diminuzione del numero di imprese”.
“Proprio il tessuto imprenditoriale – prosegue Zanni - necessita di una particolare attenzione in primis in termini di aiuto e sostentamento diretto da parte dello Stato, ma soprattutto per quanto riguarda gli investimenti. Insieme a meno burocrazia, a una maggiore chiarezza nelle comunicazioni e ai fondi del Recovery Plan che arriveranno dall’Ue e dovranno essere investiti in modo adeguato per risultare una delle basi del rilancio di tutto il settore imprenditoriale reggiano, vero e proprio patrimonio di tutti, grazie alla sua forza e solidità”.
“Due dati in particolare – conclude il Presidente della Provincia - invitano a un’ulteriore riflessione. Il primo è l’alta percentuale, con punte fino all'80%, di persone sconosciute ai servizi sociali che tra marzo e giugno hanno richiesto i buoni-spesa governativi: una misura di sostegno diretto in molti casi rafforzata dai Comuni con ulteriori fondi messi a disposizione delle famiglie in difficoltà, ma anche di altre categorie, fra cui i commercianti, con riduzione e scontistica delle imposte locali. Il secondo è il formidabile lavoro che il focus sul volontariato e solidarietà del Rapporto ha evidenziato: su questo straordinario tratto distintivo della nostra terra e della nostra comunità e sulla collaborazione istituzionale con la quale abbiamo affrontato questa e altre emergenze, dobbiamo puntare per percorrere il non semplice cammino che ancora ci attende e per ripartire, tutti insieme, con rinnovata fiducia”.
“Reggio Emilia nell'anno del Covid – interviene Luca Vecchi, Sindaco del Comune di Reggio Emilia - è pienamente dentro una dinamica nazionale ed internazionale che vede la lotta alla pandemia al primo posto. Ritengo che nei mesi alle spalle siano stati fatti enormi sforzi per fronteggiare questa situazione, a cominciare dalla prova di grande efficienza data dal nostro sistema sanitario territoriale. Come Comune capoluogo abbiamo molto velocemente rimodulato tanti servizi, stretto ancora di più alleanze col mondo dell'associazionismo e del volontariato”.
“Sul piano dei ristori si è riusciti grazie al Governo e alla Regione – prosegue Vecchi - a mettere a disposizione di tante categorie economiche diversi milioni di euro. Abbiamo notato che hanno aderito a queste chiamate anche tante persone nuove, che non avevano mai richiesto sussidi. Con risorse proprie l'Amministrazione comunale ha inoltre aiutato il mondo del commercio, della cultura, dello sport. Sono stati messi in campo sgravi fiscali, misure di rateizzazione dei pagamenti. Sulla scuola con il progetto "scuola diffusa" abbiamo provato a trovare soluzioni per i più giovani, per permettere loro di andare in classe in sicurezza”.
“Continueremo a lavorare in questo senso anche nell'anno in corso – conclude il Sindaco del Comune Capoluogo -. Ringrazio i tantissimi che si sono messi a disposizione per distribuire pacchi per le famiglie in difficoltà, per portare farmaci e spesa a casa degli anziani, per continuare a essere comunità. Nulla come il Covid, credo, ha messo in chiaro il fatto che possiamo uscire da questa emergenza assieme, non uno per uno”.
Le indicazioni del rapporto
Il rapporto camerale curato da Gino Mazzoli, come si è detto, orienta tanta parte degli approfondimenti alle conseguenze generate dal Covid.
Economia. Sul fronte economico, le ricadute sui fatturati hanno determinato una flessione del 9,1% del valore aggiunto provinciale.
Le sofferenze più rilevanti si sono registrate nell’industria che, nel 2020, ha registrato una contrazione del 12,6% (il fatturato è sceso di più in quelle di minori dimensioni, con un -14,4%), seguita dai servizi con un calo del 7,7% del valore aggiunto. In quest’ambito, il prezzo più alto è stato pagato dalla filiera turistica (in primo luogo la ristorazione) e dal dettaglio non alimentare, con vendite in calo del 5%, mentre la grande distribuzione e il dettaglio alimentare non hanno subito perdite.
In decisa flessione, poi, anche le esportazioni, che si sono ridotte del 13,1%; per queste è comunque atteso un rimbalzo dell’8,4% nel 2021, mentre per il valore aggiunto la crescita non andrà oltre il 5,9%
Quanto alla consistenza del sistema imprenditoriale, il 2020 non ha portato sostanziali variazioni, con una flessione del numero delle imprese limitata allo 0,2%
Lavoro e redditi delle famiglie. “Nell’ambito del lavoro – spiega Mazzoli – le ripercussioni sull’occupazione sono state decisamente mitigate dal blocco dei licenziamenti, ma il ricorso agli ammortizzatori sociali è senza precedenti. Basti pensare che i 36,7 milioni di ore autorizzate nel 2020 rappresentano più del doppio di quelle autorizzate nel 2010 in presenza della crisi avviatasi nel 2008”.
Gli iscritti nelle liste di disoccupazione hanno superato, contemporaneamente, le 50.000 unità e i nuovi contratti attivati si sono ridotti del 29%
“Nonostante l’incremento relativamente contenuto del tasso di disoccupazione (passato dal 4 al 4,3% dopo un avvio d’anno che lasciava ipotizzare un decremento) – prosegue Mazzoli – è evidente che la pandemia ha determinato condizioni di fragilità lavorativa che dovranno essere presidiate con analisi e azioni che affianchino prospettive di ripresa produttiva che restano al di sotto del valori bruciati con la stessa pandemia”.
Una fragilità – osserva il Rapporto – che riguarda anche le famiglie. Nonostante le previsioni parlino di un recupero tanto nel 2021 (+2,8%) che nel 2022 (+2,5%), il reddito delle famiglie, dopo sette anni di crescita, appare in flessione del 2,3% e, contemporaneamente, si è ampliata la fascia dei richiedenti buoni spesa ai comuni (8.400), che nel 64% dei casi risultano sconosciuti ai servizi sociali
Sanità. Il Rapporto della Camera di Commercio evidenzia che Reggio Emilia è stata – sia nella prima che nella seconda ondata del virus - tra le prime province come numero di contagi. Da marzo 2020 a gennaio 2021 sono, infatti, quasi 5.500 ogni 100 mila abitanti i positivi della provincia di Reggio Emilia rispetto ai circa 4.900 dell’Emilia-Romagna e ai poco più di 4.200 dell’Italia.
Complessivamente i contagiati risultavano 29.092 da inizio pandemia al 31 gennaio scorso, mentre i decessi sono stati 1.003 nello stesso periodo.
La nostra provincia, però, arretra decisamente nella triste graduatoria relativa classifica dei decessi.
Complessivamente i contagiati risultavano 29.092 da inizio pandemia al 31 gennaio scorso, mentre i decessi sono stati 1.003 nello stesso periodo.
Il tasso di letalità, dunque, è stato pari al 3,4%, leggermente al di sotto di quello nazionale (3,5%) e di molte altre aree analogamente colpite dalla pandemia.
“Questo significa – afferma Mazzoli – che il sistema sanitario territoriale - grazie ad una ramificata ed efficiente rete di servizi – è stato capace di intervenire rapidamente per tracciare assicurare cure ai contagiati”.
Scuola. Evidenti appaiono le criticità determinate dalla pandemia. “Gli aspetti psico-sociali – sottolinea Gino Mazzoli emergono con forza, con particolare riferimento all’aumento del ricorso allo psicologo scolastico, al rischio di una minor messa in gioco dei ragazzi, al tema cruciale della socializzazione in fase adolescenziale, all’abbandono scolastico su base etnica. Su questi temi occorrerà vigilare ed aprire un confronto attento, che vale anche per gli aspetti più positivi che in questa fase si sono comunque visti: il riconoscimento, innanzitutto, del ruolo sociale centrale che l’istituzione scolastica svolge nelle nostre comunità, ma anche il valore delle forzate sperimentazioni didattiche, la formazione alle tecnologie per ragazzi, insegnanti e famiglie, il rapporto scuola-famiglie e l’attenzione alle competenze trasversali degli studenti, a partire ad a quelle di auto-organizzazione”.