Venerdì, 20 Dicembre 2013 13:19

Smog Parma, altro giorno nero

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Il record tocca i 22 giorni di veleni -

Parma, 20 dicembre 2013 -

Ieri la nube tossica è tornata intensa in città, 84 microgrammi contro i 50, soglia massima consentita, 76 sforamenti dall'inizio dell'anno contro i 35 consentiti.
L'inquinamento, in attesa di pioggia o neve, si mantiene su livelli altissimi e pericolosi.
Ieri tutta la regione è andata oltre i limiti.
Dopo 22 giorni di smog ieri il carico di inquinamenti ha raggiunto il suo massimo livello: 84 microgrammi di media regionale fra tutte le province.
Denunciamo ancora una volta una situazione drammatica.
Ma ventidue giorni consecutivi di smog fuori legge hanno lasciato il segno?
Sinceramente crediamo di no.
Di fronte alla miriade di problemi che azzoppano lo Stivale, l'inquinamento è l'ultima delle preoccupazioni. Davanti ad uno sfratto la purezza dell'aria viene dopo, in coda, dopo aver dato un tetto a una famiglia che soffre.
Eppure l'ambiente e il clima sono elementi indispensabili anche per lo sviluppo e la ricchezza di un territorio. E senza questi ingredienti anche l'economia è destinata al disastro.
Specie quando un luogo è universalmente noto come "food valley".
Colpisce l'enorme ritardo dell'imprenditoria locale nell'affrontare un tema così indissolubilmente legato al successo delle loro imprese.
Le categorie si presentano puntuali solo quando è ormai tardi, a contrastare decisioni di limitazione del traffico obbligate e imposte da un minimo di buon senso, oltre che dalle leggi.
Se ci si ritrova solo quando il semaforo è diventato rosso qualcosa è mancato lungo la strada.
Senza territorio (sano) non c'è marchio o prodotto di eccellenza che tenga.
Se i mulini sono neri la farina è sporca.
Eppure siamo ancora alla fase del bianchetto, del nascondere errori anche marchiani, e non son ciliegie.
La nostra insistenza va nella direzione di affrontare il problema, invece che dimenticarselo in tempi di grassa e farci tornare il mal di testa (non solo in senso figurato) in tempi di magra.
E' evidente che torneremo e cadremo sugli stessi temi a cadenza regolare.
In stasi di vento, inversione termica, alta pressione, Parma e il bacino padano respirano ciò che hanno liberato in aria, anche per intere settimane. Se è Pm10 d'inverno (gli impianti termici incrementano il loro negativo contributo) sarà ozono nei mesi estivi, con cerchi di influenza che si allargano a dismisura coinvolgendo, specie d'estate, anche le colline e le media altitudini.
Ma cosa intendiamo per azione?
L'inquinamento uccide più degli incidenti stradali.
Ha un costo sociale enorme.
Prevenire è anche economicamente conveniente.
Oggi chiediamo un segnale di area vasta, un'azione condivisa da tutta la Pianura Padana, un blocco dello smog antropomorfo sincronizzato, finalizzato a registrarne gli effetti.
Vorremmo assistere ad una grande scena madre, un territorio che si ferma davanti all'evidente emergenza sanitaria in atto, spaventato dalle azioni delle proprie mani.
Ma questa è solo una manifestazione di richiamo, di sollecitazione e presa di coscienza, a favore di tutti i cittadini coinvolti, in qualunque posizione sociale si trovino.
Il nocciolo è l'azione che segue.
Se è vero che le polveri sono cancerogene chi le immette in atmosfera ne diviene diretto responsabile.
Facile continuare a fingere, tanto tutto si mischia e nessuno riesce a indicare il colpevole.
Se ci sono enti deputati ai controlli vanno fatti emergere tutti gli eccessi e i punti di emissione da monitorare e da ridurre.
Non deve più essere accettato un silenzioso inquinare senza che nessuno ne senta la responsabilità e affronti un cambiamento.
Se il sistema attuale dei controlli e dei limiti emissivi ha fallito il dovere di una comunità responsabile è quello di modificare queste leggi per raggiungere lo scopo per cui sono nate, proteggere le persone e l'ambiente.
Non per umanità o illuminismo ma per pura visione economica.
Il mio mulino vince quando rimane bianco senza bianchetto.

(fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

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