Roma 9 gennaio 2021 - Lo stanziamento complessivo a disposizione è pari a 4,2 milioni di euro e prevede una copertura fino al 90% della spesa ammessa a finanziamento, sino ad un massimo di 300mila euro a progetto. Ben otto le tematiche di ricerca: miglioramento genetico, riduzione degli input esterni, trasformazione dei prodotti, florovivaismo, piante officinali e piante aromatiche, l’agroecologia, meccanizzazione, sviluppo sostenibile del territorio e tutela ambientale, forestale e paesaggistica.
“Con questo bando miriamo al miglioramento delle produzioni biologiche, all’innovazione dei processi produttivi, al trasferimento tecnologico, alla fruizione e diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – I progetti di ricerca devono tendere al consolidamento e allo sviluppo del settore e, attraverso il coinvolgimento obbligatorio sin dal primo momento di almeno una azienda agricola biologica, avere una applicazione concreta dei risultati sulle realtà produttive. In questo modo, potremo fare davvero innovazione e permettere alle nostre imprese – conclude L’Abbate – di creare quel valore aggiunto che può essere determinante per la competitività sui mercati nazionale e internazionale”.
Il progetto di ricerca, della durata non superiore ai 36 mesi, dovrà infatti coinvolgere almeno una impresa agricola biologica o relative associazioni, prevedendo un’attività di sperimentazione presso le aziende coinvolte, realizzare un video rivolto al mondo della formazione e alla realtà rurale in cui sono sinteticamente raccontate la storia e le fasi cruciali della ricerca, un’ampia diffusione dei risultati, accessibili gratuitamente, attraverso conferenze, pubblicazioni, video, banche dati o software open source. L’Italia è tra i Paesi leader in Europa per l’agricoltura biologica con una estensione dedicata di 2 milioni di ettari, pari a oltre il 15% della superficie nazionale, focalizzata soprattutto nelle regioni del Sud Italia (Sicilia, Puglia, Calabria) e in Emilia-Romagna, e quasi 80.000 operatori coinvolti. Tra i principali orientamenti produttivi: prati a pascolo, colture foraggere, cereali, olivo e vite.