Appare evidente infatti, girando in questi giorni, come città e centri storici dei paesi stiano già di fatto vivendo un vero e proprio lockdown i cui effetti si stanno traducendo in un sostanziale azzeramento degli incassi poiché manca la domanda anche se le attività sono aperte e operative.
Il rischio più volte paventato di un effetto devastante sul tessuto delle imprese locali, messo in evidenza già la scorsa primavera attraverso l’indagine realizzata con Format Research, rischia oggi di diventare triste realtà: 2.800 operatori del terziario potrebbero chiudere senza più riaprire con conseguenze dirette sui livelli occupazionali per 10.000 lavoratori che perderebbero il posto.
Servono pertanto interventi urgenti ad ogni livello e risorse certe e immediate per far fronte a questa situazione drammatica in cui è seriamente a rischio la tenuta economica e sociale.
A livello provinciale registriamo con soddisfazione che le richieste avanzate nei diversi comuni sono state in molti casi recepite e apprezziamo lo sforzo delle Amministrazioni di aver messo in atto misure concrete a sostegno delle imprese seppur nei limiti dei propri poteri e delle proprie disponibilità economiche.
Azioni che da sole non potranno tuttavia garantire la sopravvivenza delle tante attività del terziario. In quest’ottica sono necessari ulteriori interventi, sia a livello territoriale che nazionale, tra i quali incentivi fiscali ai proprietari che applicheranno forti riduzioni sui canoni di locazione per tutto il 2021, riduzione di tariffe e tasse locali, con particolare riferimento a quella dei rifiuti, sospensione dei mutui e dei leasing bancari, prosecuzione della cassa integrazione almeno fino a giugno 2021, credito d'imposta per gli affitti estesi a tutte le attività nelle diverse zone a prescindere dal colore e detassazione o rottamazione dei magazzini. Servono inoltre contributi a fondo perduto, determinati in proporzione alle perdite di fatturato annuale e a prescindere dal colore delle zone in cui insiste l’attività, per sostenere il costante fabbisogno di liquidità delle imprese, nonché l’ammissione agli indennizzi del d.l. "ristori bis" anche per le attività commerciali all’ingrosso e al dettaglio che sono state escluse dal DPCM del 3 novembre.
Di tutto questo hanno bisogno gli operatori che sono ormai allo stremo e che vedono seriamente compromessa la continuità di impresa: è questo il grido di allarme che Ascom lancia per cercare di sostenere , pur nel rispetto della sicurezza e della salute pubblica, l’economia in generale.
Vittorio Dall’Aglio
Presidente Ascom Parma