"Abbiamo raggiunto l'obiettivo di abbattere sensibilmente i costi per il riscaldamento del plesso scolastico di via Simonini, ma anche di ridurre l'inquinamento a beneficio della collettività". Parole di Stefano Costi, sindaco di Casina che così preannuncia l'inaugurazione della nuova centrale a biomassa, prevista per sabato 10 ottobre alle ore 11. Una centrale che manderà in pensione tre vecchie caldaie di oltre 20 anni d'età.
Il polo scolastico di via Simonini è composto da tre strutture e frequentato da un centinaio di studenti di scuole elementari, materne, oltre che dal Centro Arcobaleno, riservato di giorno a disabili. Si trova lungo la strada comunale che sale verso Giandeto, prima del centro sportivo.
"Per la realizzazione di questo impianto abbiamo ottenuto un importante finanziamento dal Piano di sviluppo rurale della Regione di 400 mila euro, a fondo perduto– commenta il sindaco Costi -. Per questo ringrazio la Regione Emilia Romagna, oltre che alle maestranze che si sono attivate per la sua realizzazione e messa in opera già da quest'anno scolastico". Un intervento che è il linea con la riduzione di gas climalteranti e polveri sottili in atmosfera dato "che la soluzione scelta è molto efficiente, meno inquinante di una stufa a legna di una abitazione e prevede la sostituzione di combustibile fossile (gas metano di rete) con combustibile rinnovabile (biomassa legnosa), in una filiera cortissima".
"Questa caldaia a cippato – dettaglia Tommaso Manfreda, assessore ai lavori pubblici – è stata realizzata a tempo record: iniziata lo scorso ottobre si è conclusa ad agosto, pur con l'emergenza coronavirus in mezzo. La nuova struttura è composta da una parte riservata allo stoccaggio di 30 mc di cippato e da un altra riservata alla caldaia vera e propria. Una coclea girevole ne garantisce l'automatismo di rifornimento. Arriveremo a ottenere un risparmio del 30% rispetto alle bollette del precedente consumo di metano e ridurremo sensibilmente i costi di manutenzione. Mediamente in un anno si spendevano 35.000 euro di riscaldamento. Delle vecchie caldaie una rimarrà di scorta".
Come combustibile vengono utilizzate biomasse rinnovabili fornite da un'azienda del territorio dell'Unione montana dell'Appennino reggiano. Prosegue Manfreda: "abbiamo come obiettivo anche quello di riuscire ad arrivare a scaldare le scuole utilizzando gli sfalci e le potature prodotti dai cittadini di Casina , opportunamente stoccati e cippati. In futuro avremo quindi un doppio vantaggio, il primo di ridurre la notevolmente il costo dello smaltimento del verde all'Isola ecologica, il secondo è quello di avere la materia prima per riscaldare le nostre scuole quasi a costo zero".