A livello provinciale nel bimestre marzo-aprile registra il calo più consistente del numero di iscrizioni Piacenza (-65,2%), seguita da Modena (-59,2%) e Parma (-57,3%). Si difendono le imprese di Ferrara (-29,4%), Bologna (-39,3%) e Ravenna (44,5%). Vicine al 50% le province di Forlì-Cesena (49,2%), Rimini e Reggio Emilia, entrambe con il 51,4%.
Esaminando il trend delle iscrizioni per sezione Ateco si evince che a marzo-aprile 2020 le iscrizioni crollano in maniera più accentuata per le Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-62,7%), le Attività manifatturiere (-60,1%), le Costruzioni (-56,6%), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-56,4%), il Trasporto e magazzinaggio (-56%) e le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-54,3%).
"Quello che chiediamo è un'azione poderosa da parte delle istituzioni e delle banche, per ridare ossigeno alle imprese - commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna nonché vice presidente vicario nazionale di Confartigianato Imprese -. Alla politica chiediamo maggiore velocità nelle risposte, meno burocrazia e una strategia che dia fiducia ai comparti più sofferenti: turismo, costruzioni e attività ricettive. Serve un piano straordinario, con misure rapide ed efficaci anche sul piano della liquidità alle imprese, perché non c'è tempo da perdere. Ciò che si temeva maggiormente è ora davanti ai nostri occhi. Accanto alla realtà della pandemia, che ha messo in difficoltà i territori dal punto di vista sanitario, ora la congiuntura ci mostra una grave emergenza economica".
(In allegato l'analisi completa di Confartigianato)