Martedì, 17 Aprile 2018 16:02

Il settore del vino in Italia: tendenze, dinamiche competitive e prospettive di sviluppo nell'Industry Book 2018 di UniCredit

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Oggi nell'ambito del Vinitaly, UniCredit ha organizzato un workshop per presentare agli operatori del settore l'Industry Book 2018, lo studio che UniCredit conduce annualmente sulle tendenze, le dinamiche competitive e le prospettive di sviluppo e crescita del settore.

Buoni i risultati registrati dall'Emilia Romagna che, emerge dal report, con oltre 5milioni e 600mila ettolitri, corrispondenti al 12,4% del totale nazionale, nel 2017 si piazza in terza posizione tra le regioni italiane per produzione vinicola.
L'Emilia Romagna si distingue poi non solo per i volumi ma anche sul fronte della qualità: il 67% della produzione regionale (oltre 3milioni e 700mila ettolitri) è costituita infatti da vini DOP o IGP (dato produzione di vini certificati 2015-2017).
La ricerca ha quindi evidenziato come, in linea con la crescente domanda di vini biologici, anche in Emilia Romagna sia proseguita l'espansione della coltivazione biologica della vite. In regione, infatti, la superficie di vigne a coltivazione biologica si attesta intorno ai 3mila ettari, con una crescita del 20,4% tra 2015 e 2016.

Più in generale, l'Industry Book 2018, partendo da dati "macro" su fenomeni inerenti i consumi e la produzione di vino su scala mondiale, individua numerose tendenze ed evidenze a livello nazionale e regionale e traccia un quadro prospettico su dinamiche cruciali come l'andamento dei flussi di export.
Volumi di produzione: l'OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) stima nel 2017 una produzione mondiale pari a 247 milioni di ettolitri (-8% a/a). In questo quadro l'Italia ha chiuso il 2017 con una produzione di circa 46 milioni di hl.

Consumi

Nell'arco degli ultimi 15 anni i consumi globali di vino sono aumentati da 228 a 242 mln di hl. In particolare nel 2016 si registra una crescita del +6,1% rispetto al 2015, ciò anche grazie al contributo delle economie emergenti sudamericane e asiatiche. La Cina ha più che raddoppiato i suoi consumi, mentre gli Stati Uniti risultano oggi il primo mercato mondiale, con oltre 30 milioni di hl che pesano il 24% sui consumi totali. L'Italia è in terza posizione per consumi, con oltre 21 milioni di hl. Ad oggi, per la domanda mondiale, non sono ancora disponibili i dati definitivi per il 2017, ma l'OIV stima una forchetta compresa tra 240,5 e 245,8 mln di hl.

Scambi internazionali

Nell'ultimo quinquennio gli scambi internazionali in volume si sono saldamente attestati sopra i 100 mln di hl (67 mln di hl nel 2001). Le importazioni hanno raggiunto i 102 mln di hl nel 2017 (+4,8% rispetto al 2016). La crescita in valore è ancora più evidente: le esportazioni sono più che raddoppiate passando dai 15 miliardi di euro nei primi anni duemila ai 31 mld di euro nel 2017 (+6,6% rispetto al 2016). In questo quadro l'Italia detiene una quota del 20% del totale export in valore, con 21 mln di hl venduti (+3,7% a/a) corrispondenti a quasi 6 mld di euro in valore (+6,4% a/a). Dall'analisi emerge come qualità e prezzi giochino un ruolo strategico nella concorrenza globale. Nel confronto tra i prezzi medi degli ultimi due quinquenni, l'Italia si colloca in posizione intermedia (2,6 euro/l) tra il premium francese (5,7 euro/l) e il low price spagnolo (1,1 euro/l) e questo le ha consentito maggiori margini di crescita.

Outlook

Il fatturato del settore nel 2017 è stimato intorno a 11,3 miliardi di euro, in aumento del 2,7% nonostante il calo dei volumi, grazie al rialzo dei prezzi registratosi tra agosto e dicembre (+21% a/a in media). Anche per il 2018 si stima una crescita del settore, in termini di valori della produzione, dell'1,8%.
L'export del vino italiano dovrebbe chiudere il 2018 con un'ulteriore crescita del 3,4%. Gli spumanti sono il segmento trainante, grazie soprattutto alle buone performance del Prosecco. Il segmento mostra una crescita a due cifre nelle esportazioni 2017 (+11,6%), tendenza che dovrebbe confermarsi anche nel 2018 con +10%
L'intero settore ha un elevato potenziale di export da valorizzare. Nel 2016, Sace stimava che il settore del vino avrebbe potuto aumentare le proprie esportazioni di quasi il 30% in un triennio, reindirizzando le proprie vendite sui mercati esteri a maggior potenziale di crescita della domanda. A fine 2017, il target proposto da Sace rimane comunque più elevato di quasi il 20% sui livelli attuali di export.

Secondo un'elaborazione UniCredit su dati NOMISMA WINE MONITOR i Paesi più interessanti per l'export di vino italiano nel 2020 saranno:
- per i vini fermi: la Cina, dove sono previste vendite in aumento del 25,5%, il Canada (+12,5%) e gli USA (+9,1%)
- per gli spumanti: la Svizzera, che dovrebbe registrare un +33,9%, il Regno Unito (+31,8%) e il Canada (+31,1%)
- Vini DOP e IGP: Con 543 prodotti certificati, l'Italia detiene il primato in Europa su un totale di 1.586 vini certificati, seguita da Francia (435), Grecia (147), Spagna (131), Portogallo (40). Nel 2017 i vini DOP e IGP hanno rappresentato i due terzi della produzione totale, generando un valore alla produzione di 6,8 miliardi di euro.

Performance economico-finanziaria

L'analisi UniCredit su un campione di 689 imprese produttrici di vino che hanno depositato il bilancio negli ultimi 5 anni conferma la buona performance del settore nel periodo 2012-2016, con una crescita del fatturato ad un tasso medio annuo del 3,9%. Guardando alle imprese per fasce di fatturato, si rileva un andamento migliore delle imprese medio-grandi rispetto alla media settoriale, confermando che in questo settore la dimensione aiuta a posizionarsi meglio sul mercato, soprattutto con riferimento alla rete di vendita.
I margini del settore nell'ultimo quinquennio sono aumentati ad un tasso medio annuo del 6,2% riflettendo il progressivo posizionamento delle imprese su una tipologia qualitativa migliore.

 

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