Dopo Francia e Regno Unito anche l'Italia tenta la strada del divieto di commercializzazione delle auto e delle moto a gasolio e benzina. Quali le controindicazioni?
Ekoclub Roma, 10 agosto 2017 -
In piena allerta calore e la questione migranti che ha messo in fibrillazione le ambasciate di Italia, Tripoli e Parigi, la Commissione Ambiente e la Commissione Lavori pubblici del Senato ha approvato una risoluzione che invita l'esecutivo ad adottare, già dalla legge di bilancio 2018, politiche che portino ad una maggiore mobilità sostenibile.
L'obiettivo finale è, alla pari di quanto già avvenuto in Francia e Regno Unito, di vietare la vendita di auto e moto alimentate con derivati dei gas fossili, benzina e gasolio.
La risoluzione, approvata senza voti contrari, oltre a mettere al bando la commercializzazione dei mezzi a partire dal 2040, prevede l'introduzione del bollo progressivo in funzione della quantità di inquinanti emessi nell'ambiente, tariffe di parcheggio differenziate secondo lo stesso criterio, una spinta verso il trasporto pubblico locale e una maggiore diffusione di veicoli elettrici e piste ciclabili.
Le commissioni del Senato puntano a rafforzare il trasporto pubblico locale attraverso incentivi che stimolino il rinnovamento dei mezzi (obiettivo abbassare a 7 anni la media di vetustà dei bus).
Sul fronte aziendale invece viene proposta la proroga del super ammortamento al 140% anche sui veicoli a basse emissioni fino al 31 dicembre del prossimo anno e per tutti il bonus fiscale del 65%, sull'acquisto di veicoli a basse emissioni.
Seppure l'iniziativa dei senatori sia da considerarsi ammirevole, essa pone comunque molti interrogativi.
Sul fronte delle infrastrutture, rete di colonnine nei centri urbani è inconsistente e praticamente assente sulla rete autostradale, sul piano occupazionale, sul piano del consumo elettrico e infine sullo smaltimento delle batterie esauste.
Questioni che, nonostante i 23 anni di tempo rimanenti, dovranno essere affrontate nell'immediatezza con un approccio pragmatico e scientificamente ineccepibile, affinché non si rischi una fallimento economico e sociale pur di soddisfare la spinta demagogica, così viva nel nostro paese ma di cui non è esente l'intero sistema politico e economico occidentale.