Giovedì, 22 Agosto 2013 15:32

Un sottosuolo in ebollizione o solo suggestione? In evidenza

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Fango liquefatto Fango liquefatto dal sito INGV


di Lamberto Colla--
Parma 22 agosto 2013 - -

Sciame sismico, fratture del suolo e sisma sul Conero


Tutto iniziò con la fuoriuscita del fango liquido dal suolo in occasione del terremoto dello scorso anno che colpì l'Emilia.
Un fenomeno che, pur destando molta preoccupazione nei testimoni, venne quasi ignorato dai media convenzionali per i primi giorni e poi poco eco, comunque, nei periodi a seguire. Forse fu' preoccupazione inutile perchè frutto di suggestione conseguente alla gravità del sisma e dalle "bufale" che in quei giorni correvano in rete.

Fatto sta che dal terreno sono usciti metri cubi di liquido fangoso provocando allarme ma anche danni dove questo fenomeno si manifestò in prossimità di edifici.

Sempre in zona emiliana, in queste ore invece, ha destato altrettanta preoccupazione l'apertura di vistose crepe nei terreni che hanno, ovviamente, obbligato a sopralluoghi gli esperti di fenomeni tellurici e geologi. "Nulla di preoccupante" dichiara a BlogEko.it Fedora Quattrocchi, la ricercatrice dell'Ingv che si occupa sul campo dei "transienti sismo geochimici ed ambientali" (i fenomeni che possono precedere i precedere i forti terremoti)

In realtà si tratta di più crepe e non di una sola; non dovrebbero essere dovute necessariamente solo alla siccità; in ogni caso non sono nulla di preoccupante è la conclusione dell'esperta - perché le modeste quantità di flusso di anidride carbonica e metano che ne fuoriescono sono tutto sommato nella norma per la zona.
Anche in questo caso, i timori e le preoccupazioni manifestate dalla popolazione, potrebbe essere un eccesso di sensibilità dovuta allo sciame sismico che sta interessando l'emilia, la lunigiana e garfagnana e le più importanti scosse telluriche che hanno investito lo scorso luglio e poi ancora stamane la regione del Conero con il distacco di un puntone di roccia. Anche in questo caso nulla di preoccupante perché era già nota la pericolosità del luogo anche in assenza di sisma.
Allora non preoccupiamoci ma la debolezza dell'uomo contro la forza della natura non può non mettere apprensione, soprattutto, quando i fenomeni sono così frequenti, "strani" o meglio ignorati dalla maggior parte delle persone e distribuiti in un'area così estesa tra est e ovest del centro nord d' Italia.
Forse varrebbe la pena, oltre alle rassicurazioni di rito, che la popolazione venisse più approfonditamente informata su questi casi.
La forza sta della conoscenza mentre nell'ignoranza alberga la paura.

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