I primi sette mesi della campagna di commercializzazione 2015/16 sono stati caratterizzati dalla rivalutazione delle quotazioni all'origine del mais, dopo un biennio di prezzi in costante flessione. A livello mondiale, infatti, i fondamentali di mercato sono stati caratterizzati nel 2013 e 2014 da raccolti record e scorte in netto aumento; nello scorso anno invece si è registrata una lieve contrazione di entrambe le variabili.
In particolare, il prezzo medio nazionale del mais è sceso a 170,84 euro/t a gennaio 2016, stabile rispetto al mese precedente e in aumento del 15% circa rispetto alla quotazione di 148,57 euro/t di gennaio 2015.
Riguardo alla soia, l'andamento del mercato tra luglio 2015 e gennaio 2016 è risultato più altalenante, pur mantenendo una tendenza flessiva rispetto alla precedente annata. A gennaio 2016 la quotazione si è attestata a 344,96 euro/t, evidenziando un timido aumento su base congiunturale (+ 0,3%), ma rimanendo su livelli più bassi rispetto a gennaio 2015 (-3,5%). Allineato al mercato della materia prima è il prezzo delle farine di soia, sceso a 331,03 euro/t a gennaio 2016 (-1,8% sul mese precedente e -19,3% su gennaio 2015). In effetti, un crollo dei listini della soia si è osservato durante la scorsa estate quando sono cominciate a pervenire indicazioni sui raccolti 2015 che si sono mantenuti sui livelli record del 2014; anche la dinamica dei consumi è risultata in aumento, con volumi che nel 2015 hanno raggiunto quelli dell'offerta.
L'offerta mondiale di mais nel 2015 si è attestata a 969 milioni di tonnellate, segnando un lieve arretramento (-5%), dopo il record del 2014. La dinamica territoriale ha evidenziato una flessione dei raccolti negli USA ed anche nella Ue, Ucraina e Argentina. I consumi di mais, anch'essi in flessione, si sono posizionati su livelli più elevati dell'offerta determinando una lieve contrazione delle scorte. I raccolti di soia nello scorso anno sono rimasti sostanzialmente stabili a 321 milioni di tonnellate, evidenziando un calo degno di nota soltanto in Argentina.
I raccolti nazionali di mais nel 2015 si sono attestati a poco più di 7 milioni di tonnellate (-24% sul 2014), in conseguenza del calo delle superfici, penalizzate dalle quotazioni all'origine della granella poco attraenti, e dei rendimenti ad ettaro. Ad avvantaggiarsi della flessione del mais è stata in gran parte la soia le cui superfici hanno sfiorato i 309 mila ettari anche se l'esito produttivo non è stato altrettanto soddisfacente in ragione della flessione delle rese.
Il dato ancora parziale del 2015, mostra un miglioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di mais e soia, in conseguenza della sensibile contrazione sia dei volumi importati sia dei valori unitari all'import. In particolare, la dinamica tendenziale osservata nei primi undici mesi del 2015 per il mais evidenzia per il periodo gennaio-novembre 2015 una contrazione annua del 23% circa in volume e del 28% in valore. Analogamente, ma con tassi di variazione più marcati, sono risultati in flessione le importazioni nazionali di soia.
Durante gli ultimi mesi dell'attuale campagna di commercializzazione proseguirà verosimilmente senza evidenti tensioni dei prezzi. E' da osservare, invece, per la prossima annata 2016/17 le rilevanze emerse dall'aggiornamento IGC (25 febbraio 2016) che prospetta una crescita dell'1% circa delle superfici mondiali, che si attesterebbero a 180 milioni di ettari circa. La dinamica territoriale evidenzia una forte contrazione degli ettari in Ucraina (+11% a 4,5 milioni di ettari) in conseguenza dei minori investimenti a frumento invernale; in controtendenza l'Argentina dove le superfici dovrebbero raggiungere 5 milioni di ettari (+22%).
Per quanto riguarda l'Italia, inoltre, l'Istat ha recentemente diffuso le "Intenzioni di semina" delle principali colture erbacee nel 2015/16 evidenziando una ulteriore contrazione del 3,9% annuo delle superfici investite a mais e del 3,2% per la soia.
(Fonte ismea - marzo 2016 )