La nota stampa di Aldo Caffagnini sullo striscione di protesta apparso in piazzale santa Croce. Un no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia. -
Parma, 8 giugno 2015 -
In piazzale Santa Croce è apparso domenica mattina un enorme striscione con un breve quanto eloquente slogan a caratteri cubitali: "No rifiuti da fuori".
E' il no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto è il no alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia.
E' la prima risposta di una città che ha raggiunto importantissimi traguardi nelle raccolta differenziata (70% in pochi mesi) e non vuole gettare alle ortiche lo sforzo di tutti coloro che si impegnano a gestire correttamente i propri scarti, ogni giorno.
"No rifiuti da fuori" deve diventare la risposta corale alla richiesta di Iren di trasformare l'inceneritore di Ugozzolo in una ingorda bocca ingoiatutto, facendo diventare Parma una pattumiera dell'Italia intera.
"No rifiuti da fuori" era scritto nei patti, è stato ribadito in molteplici e ufficiali incontri e convegni dalla Provincia di Parma, presidente Bernazzoli, assessore Castellani, e dalla stessa multiutility, per bocca del suo presidente, che aveva tranquillizzato i parmigiani sulle intenzioni del gestore e sulla vigilanza che l'ente non avrebbe mai mancato di mantenere.
L'inceneritore è stato tarato, secondo le rassicurazioni degli addetti ai lavori, per le esigenze del territorio e non si comprende quindi questo improvviso cambio delle carte in tavola.
Nessuno ha costretto Iren a costruire il camino che svetta a pochi chilometri dal centro città.
Nessuno le aveva imposto di costruire un forno di due linee invece che una sola.
Il problema rifiuti ci era stato presentato come una emergenza assoluta e immediata.
Ora l'emergenza consiste nella scarsità degli stessi.
Delle due l'una: o ci avevano preso in giro prima, o chi ha progettato questo percorso era un incapace che non sapeva (o non voleva) vedere aldilà del proprio naso.
E' bastato applicare al capoluogo di provincia il sistema porta a porta per mandare in crisi il sistema di smaltimento con l'inceneritore.
Sono bastati pochi mesi per far emergere l'errore progettuale che mina ora il futuro del forno.
A Ugozzolo da più di un mese l'impianto funziona sotto il 50% per mancanza di materia prima.
Il sistema porta a porta intercetta gli stessi materiali appetiti dalla fornace: carta, plastica, legno.
Ovvio che i due sistemi siano apertamente in concorrenza e la vittoria dell'uno comporti la sconfitta certa dell'altro.
Aldo Caffagnini