GCR Gestione Corretta dei Rifiuti PR

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Aldo Caffagnini porta d'esempio la vicenda dell'isola ecologica a Vittoria Apuana nel Comune di Forte dei Marmi. -

Parma, 21 luglio 2015 -

Forte dei Marmi, Versilia, ha da anni un efficace sistema di raccolta differenziata porta a porta.
Vengono recuperate a domicilio le frazioni di plastica, vetro, carta-cartone, tetrapack e indifferenziato.
A Vittoria Apuana insisteva però fino all'estate scorsa un'isola ecologica open air, che altro non era che una serie di cassonetti interrati con bocche esterne suddivise per tipologia di rifiuto.
I cosiddetti cassonetti intelligenti, quelli che a Parma l'opposizione indica come soluzione ottimale alla gestione dei rifiuti domestici.
Il top del top, secondo i fenomeni locali.
L'isola ecologica di Vittoria Apuana è stata immortalata innumerevoli volte letteralmente "sommersa" di rifiuti di ogni genere, che residenti e vacanzieri solerti collocavano alla rinfusa, in enormi cumuli maleodoranti.
I cassonetti intelligenti...
Talmente tali che quest'anno l'amministrazione ha preso una drastica decisione: chiudere l'isola.
Con tanto di avviso che indica nella maleducazione il casus belli che ha portato allo stop.
L'isola che non c'è più è ora transennata ma non mancano regali tardivi dei vacanzieri disattenti.
La soluzione dei rifiuti è nella nostra mani, nelle dieci dita che con poche e semplici manovre consentono di differenziare ciò di cui non abbiamo più bisogno avviandolo nella corretta corsia che porta al riciclo.
Ci sono ancora difetti, ma sono a monte.
Se si permette ancora di produrre materiali non riciclabili o di difficile gestione qualcosa rimarrà sempre.
Se non si ribalta il pensiero comprendendo che i rifiuti hanno ancora un valore economico non indifferente, li considereremo ancora ciò che non sono, scarti da gettar via.
O da bruciare.
Con conseguenze pesanti sul benessere nostro e dei nostri figli.

Aldo Caffagnini

Lunedì, 08 Giugno 2015 15:12

Inceneritore di Parma, no rifiuti da fuori

La nota stampa di Aldo Caffagnini sullo striscione di protesta apparso in piazzale santa Croce. Un no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia. -

Parma, 8 giugno 2015 -

In piazzale Santa Croce è apparso domenica mattina un enorme striscione con un breve quanto eloquente slogan a caratteri cubitali: "No rifiuti da fuori".
E' il no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto è il no alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia.
E' la prima risposta di una città che ha raggiunto importantissimi traguardi nelle raccolta differenziata (70% in pochi mesi) e non vuole gettare alle ortiche lo sforzo di tutti coloro che si impegnano a gestire correttamente i propri scarti, ogni giorno.
"No rifiuti da fuori" deve diventare la risposta corale alla richiesta di Iren di trasformare l'inceneritore di Ugozzolo in una ingorda bocca ingoiatutto, facendo diventare Parma una pattumiera dell'Italia intera.
"No rifiuti da fuori" era scritto nei patti, è stato ribadito in molteplici e ufficiali incontri e convegni dalla Provincia di Parma, presidente Bernazzoli, assessore Castellani, e dalla stessa multiutility, per bocca del suo presidente, che aveva tranquillizzato i parmigiani sulle intenzioni del gestore e sulla vigilanza che l'ente non avrebbe mai mancato di mantenere.
L'inceneritore è stato tarato, secondo le rassicurazioni degli addetti ai lavori, per le esigenze del territorio e non si comprende quindi questo improvviso cambio delle carte in tavola.
Nessuno ha costretto Iren a costruire il camino che svetta a pochi chilometri dal centro città.
Nessuno le aveva imposto di costruire un forno di due linee invece che una sola.
Il problema rifiuti ci era stato presentato come una emergenza assoluta e immediata.
Ora l'emergenza consiste nella scarsità degli stessi.
Delle due l'una: o ci avevano preso in giro prima, o chi ha progettato questo percorso era un incapace che non sapeva (o non voleva) vedere aldilà del proprio naso.
E' bastato applicare al capoluogo di provincia il sistema porta a porta per mandare in crisi il sistema di smaltimento con l'inceneritore.
Sono bastati pochi mesi per far emergere l'errore progettuale che mina ora il futuro del forno.
A Ugozzolo da più di un mese l'impianto funziona sotto il 50% per mancanza di materia prima.
Il sistema porta a porta intercetta gli stessi materiali appetiti dalla fornace: carta, plastica, legno.
Ovvio che i due sistemi siano apertamente in concorrenza e la vittoria dell'uno comporti la sconfitta certa dell'altro.

Aldo Caffagnini

La nota stampa di Aldo Caffagnini sulla richiesta di Iren di incrementare la capacità di trattamento dell'inceneritore di Ugozzolo. "Gli accordi sottoscritti? Carta straccia da bruciare nel forno." -

Parma, 25 maggio 2015 -

"Il dado è tratto e porta la data del 20 maggio 2015.
Giorno in cui Iren ha depositato istanza presso la Provincia di Parma per incrementare la capacità di trattamento dell'inceneritore di Ugozzolo da 130 a 195 mila tonnellate annue, approfittando dell'aiutino del decreto del governo.
Ciò significa che nelle intenzioni del gestore i rifiuti potranno giungere in città da ben oltre i confini provinciali, praticamente da tutta Italia.
La domanda presentata di fatto straccia tutti gli accordi che hanno accompagnato la complessa gestazione del camino della discordia.
Iren fece domanda nel 2006 per un impianto con taglia doppia rispetto alle necessità del territorio (50 mila tonnellate di residuo da raccolta dei rifiuti urbani), progettandone uno da 130 mila tonnellate, a 4 km da piazza Duomo.
La politica sosteneva questa scelta e l'ondivago ruolo pubblico/privato di Amps/Enia fece il resto: in una certa misura il gestore seguì le indicazioni del territorio, che magnificava l'inceneritore come ottava meraviglia del mondo.
A 10 anni dal piano provinciale rifiuti ci troviamo con un impianto costato ben oltre 200 milioni di euro, che probabilmente lavora in perdita fin dal suo avvio.
Ci troviamo con un territorio che, applicando la raccolta differenziata, non ha nemmeno più bisogno di un impianto di trattamento a caldo perché i rifiuti conferiti sono drasticamente diminuiti a favore dell'enorme incremento dei materiali riciclati e di un calo importante della produzione.
Di fronte a questi numeri il gestore ha semplicemente usato la calcolatrice, sfruttando lo Sblocca Italia come grimaldello.
Lo Stronca Italia è una specie di buco nero che accoglie pratiche altrimenti irricevibili.
Tra le sue pieghe la norma che consente di "ottimizzare" tutti gli impianti di incenerimento già esistenti e attivi, in modo da saturarli e renderli economicamente vantaggiosi per chi li gestisce.
Con tanti saluti per i territori virtuosi che si stanno impegnando, con ottimi risultati, per una gestione dei proprio rifiuti attenta e rispettosa della salute dei cittadini e dell'ambiente in cui vivono.
Ma a Parma i patti sono/erano estremamente chiari.
Sbandierati da tutti i responsabili istituzionali e aziendali.
Ricordiamo l'allora presidente della provincia Bernazzoli, l'assessore all'ambiente Castellani, il presidente di Amps Allodi, i sindaci di Parma Ubaldi e Vignali.
Lunghe file di parole per tranquillizzare i cittadini sulla bontà delle intenzioni del presente e del futuro, in modo da far digerire l'amaro boccone di un nuovo forno dopo l'esperienza estremamente negativia dell'impianto del Cornocchio.
Mai rifiuti da fuori provincia. Mai!
Oggi scopriamo che a Ugozzolo si intende bruciare perfino i pneumatici esausti, e cdr, combustibile da rifiuti, sostanze chimiche, rifiuti infetti, fanghi di ogni tipo e provenienza, addirittura scorie e polveri di altri inceneritori.
Pura e lucida follia.
Davanti a questa trappola coscientemente allestita occorre mobilitarsi.
Non stiamo parlando di camino sì, camino no, di confronto di filosofie.
Stiamo per affrontare una rivoluzione.
Parma candidata a diventare pattumiera d'Italia.
Si era avvertito ripetutamente di questo rischio, Gcr in testa.
Cassandre inascoltate.
Oggi non ci sono recinti ideologici.
Si tratta di scegliere da che parte stare.
E lo devono fare tutti: a cominciare dai cittadini e dalle associazioni, per passare ai partiti, ai sindacati di categoria, ai consorzi di prodotto, a tutte le forze economiche di Parma.
Questa volta scendere in piazza significa esprimere il futuro che vogliamo.
Schiavi di un camino o padroni del proprio destino?
E' un referendum, su di noi."

(fonte: Aldo Caffagnini)

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