Chiara Lungarotti "Top Woman in Italian Wine" per la rivista "The Drinks Business".
Torgiano, 3 giugno 2014. Chiara Lungarotti è la prima donna del vino italiano nella classifica "TOP 10 WOMEN IN ITALIAN WINE", stilata da Tom Bruce Gardyne e pubblicata oggi sul sito della rivista londinese The Drinks Business, che quotidianamente raggiunge più di 20mila operatori del drink trade internazionale. Il magazine ha tracciato un profilo biografico delle dieci protagoniste raccontandone non solo il percorso formativo e professionale ma anche il loro costante impegno nella promozione e valorizzazione del territorio.
Insieme all'umbra Chiara Lungarotti, che si è distinta per aver mantenuto le radici produttive dell'omonima cantina a Torgiano e a Montefalco: Silvia Franco (Nino Franco Spumanti – Veneto); Francesca Planeta (Planeta - Sicilia); Daria Garofoli (Casa Vinicola Gioacchino Garofoli -Marche); Gaia Gaja (Gaja - Piemonte); Joseì Rallo (Donnafugata - Sicilia); Elena Martusciello (Il Grotta del Sole – Campania); Sabrina Tedeschi (Az. Agricola Fratelli Tedeschi - Veneto); Cristina Mariani May (Castello Banfi - Toscana) e Marilisa Allegrini (Allegrini Estates – Veneto).
Seminario internazionale per approfondire le implicazioni per la valutazione del rischio di una tecnica emergente di modificazione genetica.
Di redazione - Parma 2 giugno 2014 -
Oltre 100 scienziati di quattro continenti si riuniranno infatti a Bruxelles il 4-5 giugno per prendere parte al seminario scientifico organizzato dall'EFSA sull'RNAi (interferenza genetica mediata da acido ribonucleico) nelle piante GM (geneticamente modificate).L'acido ribonucleico (RNA) funge da messaggero nell'organismo trasportando le informazioni genetiche a quella parte della cellula che sintetizza le proteine, i costituenti essenziali della vita. L'RNAi è un processo naturale che blocca o interferisce con tale attività negli animali e nelle piante. Alla fine degli anni '90 gli scienziati scoprirono come utilizzare tale meccanismo per controllare il flusso delle informazioni genetiche.
L'EFSA ha organizzato questo seminario internazionale con l'intento di precorrere i tempi e valutare se tale tecnica abbia dei riflessi sul suo attuale approccio di valutazione del rischio.
Elisabeth Waigmann, responsabile dell'Unità GMO dell'EFSA, ha chiarito: "E' possibile che la tecnica RNAi comporti effetti indesiderati sulla pianta GM stessa o su altre specie. Condividendo le nostre conoscenze sulla RNAi, vorremmo cercare di capire come prevedere se tali effetti siano plausibili e quali potrebbero essere. In un secondo tempo ciò potrà fornire le basi per perfezionare l'attuale metodologia di valutazione del rischio da OGM, onde poter rilevare eventuali effetti indesiderati ".
La base d'accordo. Viene stabilita l'Italia come Regione Unica. Ampliata la "Black list" e rafforzamento per giovani e zootecnia.
- di Virgilio
Parma 2 Giugno 2014 ----
Lo scorso 27 maggio il Ministro Maurizio Martina, ha incontrato gli assessori regionali all'agricoltura per definire l'attuazione della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2014-2020.
A comunicarlo è lo stesso Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali a conclusione dei lavori. Nonostante la riduzione delle risorse rispetto alla precedente programmazione 2007-2013 l'intesa è stata raggiunta partendo dal testo base del Ministero, integrando le modifiche unitarie proposte dalle Regioni salvaguardando i principi di equità e territoriali pur rafforzando gli ambiti strategici dell'agricoltura nazionale.
52 i miliardi a disposizione nei prossimi 7 anni che saranno così ripartiti:
27 mld per i pagamenti diretti (totalmente finanziati dalla UE)
21 mld per lo Sviluppo Rurale (50% Ue e 50 % Stato)
4 mld per OCM (organizzazione Comune di Mercato)
Le Principali Misure
Aiuti accoppiati – è stata fissata una quota all'11%, pari a oltre 426 milioni di euro, lasciando il 4% delle risorse al pagamento di base. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, seminativi, piano proteico e grano duro, olivicoltura.
Lavoro giovanile – è prevista la maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, assicurando il livello massimo di plafond disponibile che ammonta a circa 80 milioni di euro all'anno.
Pagamenti diretti – Viene applicata una riduzione del 50% sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro. Il taglio sarà effettuato dopo aver escluso i costi relativi alla manodopera, salari e stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l'esercizio dell'attività agricola.
Agricoltore attivo – Viene ampliata la "black list" e definite le condizioni della figura IAP, CD e partita IVA.
Convergenza - Viene stabilito di considerare l'Italia come Regione unica.
Aree svantaggiate e di montagna – In queste aree vengono considerati agricoltori attivi tutti coloro che percepiscono aiuti diretti annui per un ammontare massimo di 5.000 euro. Nelle altre zone la soglia è fissata a 1.250 euro. Vengono introdotti anche un premio differenziato per il latte di montagna, benefici dal processo di convergenza e dall'inserimento dei pascoli nel sistema dei pagamenti diretti.
Rilancio di un piano proteico nazionale, capace di favorire la diversificazione produttiva verso produzioni maggiormente rispettose dell'ambiente e, parallelamente, di ausilio alla zootecnia nazionale (piano d'azione per soia ogm free italiana).
Sostegno al settore olivicolo, per i suoi vantaggi indiscussi in tema di preservazione del paesaggio e del territorio.
Sostegno all'agricoltura praticata in zone interne e montane, grazie anche a un maggior livello di premio per ettaro.
Il "Duca di Ferro" delle Cantine Casabella si è aggiudicato il Premio Mediterraneo Packaging, ritirato nella splendida cornice del castello normanno di Castellamare del Golfo, a Trapani, sabato 31 maggio 2014.
Piacenza, 4 giugno 2014 - di Paola Tanzi -
La prima edizione del premio, organizzato dalle riviste enogastronomiche "OlioVinoePeperoncino" ed "EG News", che ha visto in gara circa 150 tra aziende vitivinicole e olivicole del bacino del Mediterraneo, tra cui Francia, Slovenia, Israele, ha premiato la cantina di Castell'Arquato che del packaging, l'"abbigliaggio", della bottiglia ha fatto una presenza forte, soprattutto nella linea di pregio della "Mont'Arquato". Ad essere premiato grazie ai voti giunti dalla prima commissione dell'Istituto Alberghiero di Ferrara e dalla commissione giornalistica siciliana, la punta di diamante della cantina, il "Duca", che proprio quest'anno si presenta con una veste grafica innovativa che celebra i cento anni di Casabella.
«Siamo molto soddisfatti di questo traguardo- ha spiegato la responsabile amministrativa dell'azienda, Orietta Schiavi, che ha ritirato il premio- perché premia i nostri sforzi. L'idea del packaging per Casabella è l'unione tra consumatore e produttore: l'etichetta, la bottiglia, e quanto sono parte di essa, sono il veicolo di coinvolgimento. La nostra etichetta quest'anno racconta una storia: quella dei cento anni di una cantina che ha fatto di innovazione e tradizione un motto, guardando con un occhio di riguardo all'eleganza, alla potenza ed all'esclusività che solo un vino di ottimo livello può offrire». A premiare la casa piacentina l'editore ferrarese Francesco Turri di OlioVinoePeperoncino, che con Piero Rotolo, di Eg News, ha organizzato questa prima edizione del Premio Mediterraneo Packaging. Il riconoscimento giunge a Castell'Arquato dopo il grande traguardo della 48.esima rassegna di Verona dove, sempre il "Duca di Ferro" si è aggiudicato il pregevole premio di "Denominazione di Origine", riconoscendo un successo internazionale avviato da anni.
Prosegue la tendenza al ribasso del Parmigiano Reggiano. Consistente rimbalzo del Latte Spot estero (Germania e Austria). Invariati i listini del Grana Padano.
Parma - 04 giugno 2014
Torna a salire la quotazione del Latte spot. Per la seconda settimana consecutiva la borsa veronese ha registrato un segno positivo. Ancora un incremento, del +1,35%, dopo il +1,37% della precedente settimana, tale da portare il listino del latte crudo spot nazionale a 39,18€/100 litri (Minimo. 38,15€/100 litri). Una tendenza moderatamente positiva soprattutto se messa in relazione al rimbalzo registrato dal latte estero, proveniente da Germania e Austria, che ha realizzato un +15,63% con un recupero netto di listino di oltre 5 euro sulla precedente ottava (37,63 - 38,66€/10 litri latte).
Invariati invece i listini del Burro mentre è in recupero la Crema di latte che torna ai valori di Pasqua. Scendendo nel particolare, il Burro CEE è fermo a 3,20€/kg, lo Zangolato di creme fresche trattato a Parma è stazionario a 1,95€/kg. In rialzo invece per la crema di latte a uso alimentare (40% m.g.) quotata a Milano a 1,72€/kg (+2,38%). A Verona, la panna di centrifuga, con un recupero di 2,99% colloca la forbice tra prezzo minimo e massimo compresa tra 1,70 e 1,75€/kg.
Sul fronte dei Formaggi prosegue, con costanza, la discesa del Parmigiano Reggiano non accompagnata, almeno in questa 22esima settimana, dal Grana Padano. Il Grana Padano DOP ha infatti mantenuto invariati tutti i listini nelle piazze prese a riferimento, ovvero Milano e Mantova, mentre il Parmigiano Reggiano ha confermato una tendenza ribassista che ormai lo accompagna da diverse settimane. Piccole perdite di valore che nel caso del 24 mesi ha condotto a registrare una riduzione del prezzo medio, rispetto l'anno precedente, del 7,20% e del 3,16% relativamente al 12 mesi di stagionatura.
Entrando in dettaglio il "parmigiano", quotato alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma, ha fissato i listini tra 8,15 e 8,50€/kg (-1,77%) del 12 mesi e tra 9,45 e 9,80€/kg (-1,03%) relativamente al 24 mesi di stagionatura.
Il "Padano" invece a Milano ha confermato i listini tra 6,90 e 7,00€/kg e tra 7,50 e 8,15€/kg rispettivamente per il 9 e per il 15 mesi di stagionatura.
Rabboni: siamo la prima regione per export, con una quota del 16% del dato nazionale. Ma dobbiamo crescere ancora facendo gioco di squadra a livello nazionale
Parma, 3 giugno 2014 -
Cresce l'export dei prodotti agroalimentari emiliano-romagnoli che nel 2013 hanno raggiunto un valore complessivo di 5 miliardi 471 milioni, mettendo a segno rispetto all'anno precedente un + 5,4% , a fronte di un aumento, su scala nazionale del 4,9%. Un dato tanto più importante se confrontato con il calo dei consumi interni in atto da alcuni anni. Il dato è stato fornito oggi a Bologna in occasione della presentazione del Rapporto agroalimentare dell'Emilia-Romagna, promosso da Regione e Unioncamere, che fotografa l'andamento dell'agricoltura e dell'industria alimentare regionale. "Siamo la prima regione per export agroalimentare in Italia, con una percentuale del 16%, dato che ci pone davanti anche alla Lombardia – ha spiegato oggi l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – ma vogliamo crescere ancora, perché siamo la terra della Food Valley, abbiamo la più alta quota di prodotti Dop e Igp e grandi marchi famosi nel mondo".
Per Rabboni la ricetta per competere sui mercati sta in un rafforzato gioco di squadra a livello nazionale. "Dobbiamo muoverci in sintonia con i recenti provvedimenti assunti dal Governo, per contrastare le barriere non tariffarie e per garantire anche fuori dall'Europa la tutela dalle contraffazioni delle nostre più importanti Dop Igp. Per questo è indispensabile che anche l'accordo di libero scambio che si sta predisponendo tra Ue e Usa sia sulla falsariga di quello con il Canada che introdotto anche in quel Paese il riconoscimento dei prodotti a denominazione d'origine europei" - ha sottolineato l'Assessore, ricordando l'accordo in corso con lo Stato del Delaware per l'esportazione di Pere Abate e delle altre Dop e Igp dell'Emilia-Romagna.
Tra i recenti provvedimenti del Governo richiamati da Rabboni anche la decisione per il prossimo anno di triplicare i fondi per la commercializzazione e promozione delle Dop e Igp in Usa e Canada attraverso la grande distribuzione organizzata.
Proprio per concorrere al gioco di squadra nazionale l'assessore ha indicato la necessità che Regione e Unioncamere "indirizzino su Canada, Stati Uniti e Cina le proprie iniziative di accompagnamento all'estero delle piccole imprese agroalimentari, integrando tale azione con la formazione di reti di impresa e aggregazioni commerciali che possano agire autonomamente".
Dal canto suo la Regione aiuterà le imprese agroalimentari dell'Emilia-Romagna ad andare sui mercati esteri, sia grazie alle risorse dell'Ocm vino (circa 9 milioni di euro all'anno per la promozione extra Ue), sia attraverso le risorse del nuovo Psr espressamente destinate alla promozione e alle reti di impresa per la commercializzazione sui paesi esteri.
Molto potrà venire anche da Expo 2015. In vista di questo importante appuntamento già ora si sta lavorando a una serie di eventi commerciali incardinati sulle fiere Cibus, Cibus Tech e Sana oltre a un bando che finanzierà iniziative di incoming di buyer stranieri.
Anche per Maurizio Torreggiani presidente di Uniocamere, "il primato dell'Emilia-Romagna nell' export di prodotti agroalimentari va considerato un punto di partenza. Sta a noi, come sistema territoriale, lavorare d'iniziativa per aumentare il numero delle imprese esportatrici aiutandole a cogliere le opportunità. Le Camere di commercio sono impegnate a sostenere il riposizionamento delle aziende nello scenario internazionale, agendo in sinergia con i principali soggetti, a cominciare dalla Regione. Raccogliere la sfida di Expo 2015 significa puntare a ottenere ricadute permanenti sullo sviluppo del territorio regionale".
Proprio sull'internazionalizzazione dei mercati ha centrato l'attenzione il Rapporto 2013, con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Giovanni Anania, professore di politica economica esperto in commercio e relazioni internazionali dell'Università della Calabria, John Pastor, direttore dell'International Trade and Development dello Stato del Delaware (Usa), Helmuth Senfter consigliere di Grandi salumifici italianie Li Shaofeng, primo segretario dell'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia.
L'andamento delle esportazioni
Le esportazioni agroalimentari emiliano-romagnole crescono e crescono di più delle importazioni (+5,4% contro +1,8%), con effetti positivi sul saldo commerciale che tra 2012 e 2013 migliora di 164 milioni di euro. Disaggregando il dato complessivo, tra le voci più significative dell'export emiliano-romagnolo vi sono i salumi con un valore di 608 milioni di euro e un aumento sul 2012 del 9%, i formaggi e i prodotti lattiero-caseari con 604 milioni e un +6% , pasta e derivati dai cereali (600 milioni, +3,6%), il vino (392 milioni, +9,8%). Tra i prodotti agricoli regina incontrastata è la frutta fresca ( che rappresenta da sola il 55,9% delle esportazioni agricole regionali ) con un valore di 469 milioni di euro, ma una flessione rispetto al 2013 del 3,4%.
L' annata agraria 2013
Per quanto riguarda l'annata agraria 2013, il Rapporto, curato dal professor Roberto Fanfani dell'Università di Bologna, ha evidenziato, confermando le prime anticipazioni, una riduzione del 3 % della produzione lorda vendibile. Un arretramento dovuto essenzialmente al forte maltempo primaverile, con diffusi fenomeni di dissesto specialmente nelle aree appenniniche, e la tromba d'aria che a maggio ha colpito le province di Bologna e di Modena. Tale flessione tuttavia non ha impedito all'agricoltura emiliano-romagnola di confermare un valore di 4,35 miliardi di euro di Plv, consolidando i buoni risultati degli ultimi anni. In aumento, dell'1,5% netto il valore aggiunto, ma a causa dell'aumento dei costi fissi, la redditività delle aziende scende dell'1,3%.
In allegato: la plv per provincia
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 22 02 Giugno 14
(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)
SOMMARIO Anno 13 - n° 22 02 Giugno 14
1.1 editoriale
UE, alla vigilia del semestre italiano
2.1 cereali
Test rapido per la ricerca di micotossine nei cereali
3.1 export eventi
Le aziende alimentari a THAIFEX di Bangkok
4.1 Emilia Romagna
NO all'uso di OGM
4.2 Parmigiano reggiano
Reggio Emilia, determinato il "prezzo a Riferimento"
5.1 ambiente
Come stanno cambiando i "ghiacciai" in Italia
7.1 lattiero caseario
"Latte, prezzi instabili
8.1 latte
Quote Latte. Niente "multe"
9.1 Lotta Integrata
Emilia Romagna. Deroghe territoriali 2014.
"Smart Strip" è stato sviluppato da Tecna grazie a un finanziamento della Regione FVG.
28 maggio 2014 – Mettendo a frutto il contributo della Legge 47 del Friuli Venezia Giulia, dopo tre anni di ricerche e di test, Tecna, società dell'AREA Science Park specializzata nella diagnostica alimentare, ha realizzato un kit di analisi rapido in grado di rivoluzionare il modo con cui verificare la presenza di micotossine nei cereali. Per i produttori, in Italia e nel resto del mondo, arginare il problema è di grande importanza per salvaguardare la salute dei consumatori e prevenire o ridurre danni economici.
"Smart Strip DON", il kit che Tecna sta per lanciare sul mercato, è in grado di effettuare in modo rapido e accurato l'analisi quantitativa del deossinivalenolo nel frumento, nel mais e nel grano duro. Il test è basato su tecnologia lateral flow. Questa tecnologia è in uso da molti anni in diagnostica clinica, si pensi al comunissimo test di gravidanza, ed ora è stata sviluppata al punto da essere affidabile anche nel campo alimentare. Chiunque è in grado di farne uso, senza passare dal laboratorio: con Smart Strip DON è sufficiente far gocciolare l'estratto di cereale sulla strip e attendere che il liquido muova verso lo spazio di reazione. Dopo pochi minuti una prima linea colorata conferma la validità del test mentre una seconda evidenzia la concentrazione di micotossina nel campione. Grazie a un apposito lettore portatile si va infine a misurare l'intensità del colore sviluppato, ottenendo in modo preciso e attendibile il dato in concentrazione.
"La Regione Friuli Venezia Giulia è stata nostro sponsor nel lavoro che ci ha condotto a questo risultato - sottolinea Maurizio Paleologo, presidente di Tecna -. Accade spesso che finanziamenti pubblici vengano spesi per ricerche senza ricadute, ma questa volta abbiamo dimostrato come le cose possano andare diversamente. Sono dell'idea che, start-up escluse, la Regione nell'assegnazione dei punteggi debba tener conto dei risultati già ottenuti dalle imprese che si candidano ai finanziamenti. La grande maggioranza delle domande per la Legge 47 arrivano da aziende che usufruiscono dei fondi da molti anni, ma non mi risulta ci siano controlli a posteriori sulle reali ricadute produttive ed economiche. Se si introducessero stabilmente meccanismi di valutazione anche su cosa accade a progetti conclusi l'efficienza del sistema aumenterebbe in modo esponenziale".
I risultati si ottengono in soli 10 minuti ma per un'analisi ancora più rapida è possibile pre-acquisire con lo smartphone un risultato qualitativo a soli 3 minuti dall'inizio del test e sapere quindi subito se il cereale contiene più o meno di 0,5 ppm di deossinivalenolo. Una marcia in più per accelerare l'accettazione di una merce da parte di centri di stoccaggio ma anche uno strumento di controllo molto utile a molini, mangimifici, essiccatoi.
Emilia Romagna. "No all'uso di OGM e più controlli": SI bipartisan a due risoluzioni.
Bologna 27 maggio 2014 -
No all'uso di Ogm sul territorio nazionale e avanti con i provvedimenti nazionali ed europei che garantiscono controlli a tutela dei consumatori e misure per evitare la contaminazione involontaria delle colture tradizionali o biologiche. È quanto ribadiscono due atti d'indirizzo approvati a larga maggioranza dall'Assemblea legislativa regionale (astenuto il Pdl).
Nella prima risoluzione - presentata da Liana Barbati (Idv) ed emendata su proposta della stessa Barbati e di Marco Monari e Tiziano Alessandrini del Pd - si ribadisce la posizione contraria della Regione Emilia-Romagna all'utilizzo di Organismi geneticamente modificati nel nostro Paese e si pone l'accento sul tema dei controlli impegnando la Giunta regionale ad attivarsi affinché il ministero delle Politiche agricole implementi il piano nazionale di vigilanza sulle sementi Ogm in modo che riprendano i controlli sulla totalità dei lotti di sementi di mais. Si invita poi il Governo ad attivarsi in sede europea perché sia "tempestivamente" approvata la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio Ue che modifica la direttiva 2001/18/Ce per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio.
Nel secondo documento approvato - una risoluzione presentata da Giuseppe Paruolo e da altri 7 consiglieri del Pd, oltre a Matteo Riva del gruppo Misto) - si impegna l'esecutivo regionale a ribadire la propria indisponibilità a ospitare sul territorio dell'Emilia-Romagna colture Ogm in assenza di misure che garantiscano la salvaguardia delle colture tradizionali e biologiche. Inoltre, si sollecita la Giunta a richiedere al Governo di rivedere il decreto interministeriale del luglio 2013 che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato della varietà MON810 sul territorio italiano fino all'adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178/2002, e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Nel documento approvato si chiede che nel regolamento vengano inserite le necessarie previsioni sanzionatorie e si riapra un periodo di vigenza di ulteriori 18 mesi.
Governo e Parlamento, inoltre, ribadisce anche questa seconda risoluzione, dovranno attivarsi in sede europea per una rapida conclusione della revisione della normativa comunitaria che dovrà consentire agli Stati membri di vietare gli Ogm non solo per motivi di salute e ambientali, ma anche in coerenza con le diverse tipologie di agricoltura e i diversi valori ambientali e territoriali presenti e adottati nei singoli Stati europei.
Sempre in tema di divieto degli Ogm e di vigilanza, l'Aula ha respinto due risoluzioni presentate della Lega nord, firmate una da Stefano Cavalli e l'altra da tutti i componenti del gruppo, con in testa il presidente del Gruppo, Mauro Manfredini.
(Regione Emilia Romagna - is -)
Per il quarto anno consecutivo l'Italia ha rispettato la quota di produzione assegnata dalla Unione Europea. Nessuna "multa" (prelievo supplementare) quindi per gli allevatori italiani.
di virgilio - Parma - 29 maggio 2014 -
Quota latte rispettata anche nella campagna 2013/2014 .
Trent'anni di regime "quote latte" stanno finalmente per concludersi e nel 2015 tutto cambierà. Un periodo che ha visto l'Italia del latte in conflitto quasi perenne dove tutti erano contro tutti. Ed ora c'è da augurarsi che, almeno l'ultimo lustro" si completi con l'indennità totale da multe e che quest'ultimo anno di applicazione serva a progettare un futuro equo e prosperoso per questo importante comparto economico nazionale.
Finalmente è giunta l'ufficialità da parte di AGEA. Per il quarto anno consecutivo l'Italia ha rispettato i volumi produttivi assegnati dall'UE. Secondo l'agenzia i dati relativi alla campagna lattiero casearia conclusasi lo scorso marzo confermano che la produzione di latte si è attestata a 10,759 milioni di tonnellate (rettificata in base al contenuto di grasso) a fronte delle 10,923 milioni di tonnellate di quota nazionale. Rispetto alla precedente campagna si è registrata, inoltre, una flessione dello 0,7%, imputabile a tre delle principali regioni produttive, ovvero Veneto, Lazio e Puglia. Pressoché stazionaria, invece, la produzione di latte in Lombardia che - come noto - concentra oltre il 40% delle consegne nazionali .
"Adesso che la comunicazione con i dati di fine campagna ha posto fine all'obbligo di versare il prelievo relativo al mese di marzo - ha dichiarato Cesare Baldrighi a Agrapress - chiediamo che l'amministrazione pubblica si attivi tempestivamente per restituire quanto versato nei mesi precedenti". "inizieremo da subito a lavorare attivamente perche' la prossima campagna, che sara' l'ultima con il regime delle quote, non sia gravata da procedure burocratiche lunghe e dispendiose."
La pagina contiene l'elenco aggiornato delle deroghe territoriali ammesse alle norme tecniche di difesa fitosanitaria e diserbo contenute nei Disciplinari di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna redatti in conformità ai Regolamenti CE 1698/2005, 1234/2007 e alle leggi regionali 28/98 e 28/99.
Bologna 29 Maggio 2014 ----
Deroghe territoriali ai disciplinari di produzione integrata anno 2014.
- deroga del 28 maggio 2014 -
Prot. N° 0221743 Bologna, 28 maggio 2014
Oggetto: (Reg. n. 1234/2007/UE, Reg. n. 1698/2006, LL. RR. 28/98 e 28/99) - Deroga territoriale per l'esecuzione di un intervento nematocida con 1,3 dicloropropene su terreni destinati alla coltivazione di carota.
A seguito della richiesta pervenuta in data 22 maggio u.s., con la presente si concede una deroga, valida per l'intero territorio della regione Emilia-Romagna, per l'esecuzione di un intervento nematocida con 1,3 dicloropropene su terreni destinati alla coltivazione della carota.
L'intervento risulta necessario per la forte presenza di nematodi e i consistenti danni che si sono manifestati sulla coltura della carota nel corso del 2013. Tali danni sono stati accertati nel corso di appositi sopralluoghi condotti da funzionari di codesto Servizio e dai tecnici impegnati nei programmi di produzione integrata.
La deroga viene concessa in considerazione della recente autorizzazione eccezionale per l'impiego dell'1,3 dicloropropene che prevede che il prodotto possa essere utilizzato solo tra il primo giugno 2014 e il 28 settembre 2014. Si raccomanda una particolare attenzione nel rispetto delle limitazioni previste dalle etichette.
Reggio Emilia, determinato il "Prezzo a Riferimento"
Stabilito il prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia 2013 - I° quadrimestre
Reggio Emilia, 29 maggio 2014.
Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo "a riferimento" del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/1 – 30/04/2013 nella misura di:
- € 52,60 il q.le, IVA compresa e franco stalla
- Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione
(Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
In calo il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Ripresa per il Latte Spot.
Parma - 28 maggio 2014
La 21esima settimana si è caratterizzata per una ripresa della quotazioni del latte spot alla quale si è contrapposto il cedimento dei listini del burro e delle due principali produzioni DOP, vale a dire, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. La panna di centrifuga a uso alimentare ha invece manifestato una tendenza opposta al burro guadagnando sulla piazza veronese l'1,82% (1,65 e 1,70€/kg i prezzi minimo e massimo).
Il latte spot, come anticipato, ha recuperato oltre 50 centesimi collocando la forbice tra il prezzo minimo e massimo tra 37,63 e 38,66€/100 kg latte. Un recupero confermato anche nella 22esima settimana appena inaugurata (+1,35% Verona 26/5) che ha visto raggiungere la quotazione massima di 39,18€/100 kg. Un andamento analogo è stato osservato anche sul listino del latte estero proveniente da Austria e Germania (+ 1,59%). A questo primo e contenuto rimbalzo del latte di provenienza estera ne è seguito uno di notevoli dimensioni lo scorso 26 maggio alla borsa veronese. Un +15,63%, corrispondenti a oltre 5 euro, che hanno portato il prezzo a 38,66€/100 litri contro i 33,51 della settimana precedente.
Segnali di forte instabilità del latte che si ripercuotono anche sulle materie grasse. Il Burro, infatti, cede 5 centesimi su tutte le piazze prese a riferimento. Nello specifico il Burro CEE cala a quota 3,20€/kg e, sempre alla borsa milanese, il pastorizzato si colloca a 2,55 e a 2,35 €/kg lo zangolato per la burrificazione. A 2,00€/kg è stato quotato lo zangolato in quel di Parma con una perdita del 2,44%. Il segno (+) invece è stato registrato per la Panna di centrifuga contrattata a Verona che ha chiuso a 1,70 €/kg. nella settimana in esame. Un ulteriore incremento nella 22esima di 2,99% ha riposizionato il prezzo a 1,75€/kg.
Prosegue la discesa sia del Grana Padano sia del Parmigiano Reggiano.
Leggermente più contenuta la perdita del "Grana" che lascia 5 centesimi su tutte le piazze e relativamente a tutte le stagionature. Il Parmigiano invece perde mediamente 10 centesimi alla piazza di riferimento consortile di Parma e 5 centesimi invece a Milano e a Reggio Emilia.
- Perché questa volatilità dei prezzi -
Della volatilità dei prezzi del latte nazionale e internazionale se ne discuterà il prossimo 30 giugno al 4° Dairy Forum di Clal, a Bardolino (Vr). Il convegno realizzato da CLAL in collaborazione con VeronaFiere sarà possibile seguirlo in diretta streaming dalla Home page del sito CLAL.
Giovedì 29 maggio alle 16,30 presso sala riunioni Coldiretti Parma presso Piazza Antonio Salandra 19/A - Parma -
Parma, 27 maggio 2014 -
Il percorso di educazione alimentare "Prodotti a regola d'arte. Dalla nostra terra i capolavori del gusto", promosso da Coldiretti nell'ambito del progetto Educazione alla Campagna Amica, e patrocinato dall'Ufficio scolastico dell'Emilia Romagna, vedrà il suo coronamento il 29 Maggio 2014 (alle ore 16,30 presso la Sala riunioni di Coldiretti Parma in Piazza Antonio Salandra 19/A) con la cerimonia di premiazione delle scuole che si sono distinte per i migliori elaborati realizzati nel corso dell'anno scolastico 2013/2014 e con la mostra di tutti i lavori presentati dagli alunni che hanno partecipato al concorso.
All'incontro interverranno il Direttore Provinciale di Coldiretti Parma Alessandro Corsini, la Responsabile provinciale di Donne Impresa Coldiretti Monica Azzoni e il Prof. Adriano Monica Referente educazione alla salute dell'Ufficio Scolastico territoriale di Parma.
"L'incontro, rivolto ad insegnanti e referenti per l'educazione alimentare - commenta il Direttore di Coldiretti Parma Alessandro Corsini- sarà anche l'occasione per un ulteriore approfondimento e confronto sui temi di una sana alimentazione e corretti stili di vita. Coinvolgerà anche i genitori interessati a visitare l'esposizione delle "opere d'arte" realizzate, durante l'anno scolastico, dai ragazzi che si sono impegnati, sia in forma teorica che pratica, in un percorso di conoscenza ed esplorazione dei prodotti territoriali, in particolare quelli a marchio Dop, Igp e tradizionali. Siamo orgogliosi - conclude Corsini – di portare a compimento con successo anche quest'anno un'esperienza, consolidata ormai da tempo con il mondo della scuola, che riveste una valenza importante nella mission di Coldiretti, impegnata nella valorizzazione del Made in Italy e delle eccellenze alimentari territoriali e nell'accompagnare la società e le nuove generazioni, a partire già dalla tenera età, in un percorso informativo e formativo per acquisire corretti stili alimentari".
Dopo la consegna dei premi seguirà una degustazione di prodotti delle aziende agricole del circuito Campagna Amica.
(Fonte: ufficio stampa Coldiretti Parma)
Successo di "Area Italiana" organizzata da Cibus, Anuga - Koelnmesse Italia e Federalimentare -
Parma, 26 maggio 2014 –
La promozione dell'alimentare italiano all'estero, porta nell'"Area Italiana" a Thaifex 50 aziende alimentari aprendo la via al mercato asiatico.
Dopo il grande successo della 17°edizione di Cibus, conclusasi lo scorso 8 maggio, Fiere di Parma ha organizzato la partecipazione di 50 aziende alimentari italiane alla fiera internazionale "Thaifex – World of Food" di Bangkok, Thailandia, considerata la porta di ingresso dei prodotti alimentari per i mercati del Sud Est Asiatico.
L'iniziativa, che rientra nella strategia di marketing e promozione dell'alimentare italiano all'estero che Cibus ha sviluppato negli ultimi 5 anni, serve anche a preparare l'attività di relazioni e scambi che si dispiegherà ad Expo 2015 nel padiglione dedicato alla industria alimentare, gestito da Federalimentare e Fiere di Parma.
"Area Italiana" a Thaifex è stata organizzata da Cibus, Anuga - Koelnmesse Italia e Federalimentare con il supporto dell'Ice. In un area di 1000 mq sono stati allestiti gli stand di 50 aziende italiane, tra cui: Inalca, Sterilgarda, Grissin Bon, Noberasco, Zanetti, Bakery, Bresaole Pini, Ambrosi, Ariola Vigne, Faled Distillerie, Molino Grassi.
Il bilancio di Thaifex è stato positivo ed ha fatto registrare una crescita del 2,3%, nonostante le tensioni politiche che si sono verificate recentemente nel Paese: 1.463 espositori e 28mila operatori e buyer, provenienti, oltre che dalla Thailandia, da tutto il Sud Est Asiatico: Malesia, Singapore, Taiwan, Australia, Filippine, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Indonesia e Vietnam.
"Questa è la seconda volta che partecipiamo a Thaifex – ha spiegato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – e il progetto di Area Italiana si è confermato vincente. Le aziende italiane ci hanno seguito per esplorare le potenzialità del mercato Asean, il mercato comune del Sud Est asiatico, che dovrebbe diventare completamente operativo nel 2015. In questa area il food made in Italy viene considerato un punto di riferimento importante sia per il canale Horeca che per il canale retail".
(Fonte: ufficio stampa Cibus)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 21 26 Maggio 14
SOMMARIO Anno 13 - n° 21 26 Maggio 14
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1.1 editoriale
USA-UE. Le relazioni pericolose
2.1 agrosserva
Presentato "AgrOsserva"sul I trimestre del 2014
3.1 focus
Ismea: nuove imprese agricole
3.2 focus
Ismea: l'accesso al credito delle imprese agricole
3.3 focus
Ismea: le dinamiche dell'agricoltura e dell'industria agroalimentare
4.1 nuove tecnologie
Crossmedialità, il futuro della comunicazione del vino
5.1 lattiero caseario
"Padano" stazionario mentre "Parmigiano" scende ancora.
6.1 riconoscimenti UE
Presto il riconoscimento europeo per la "Piadina Romagnola IGP
7.1 sicurezza alimentare
La crisi fa aumentare il rischio di frodi alimentari
L'Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell'agroalimentare italiano
Roma, 15 maggio 2014 – Archiviato un 2013 che, seppure complesso, ha confermato una maggiore tenuta dell'agroalimentare rispetto agli altri settori, questo primo squarcio d'annata appare ancora condizionato dalla diminuita capacità di spesa delle famiglie che ha portato a un'ulteriore contrazione dei consumi alimentari (meno 1% in volume su base annua, meno 2,3% la spesa, secondo i dati Ismea/GFK-Eurisko relativi ai primi due mesi del 2014).
Al pari di quanto evidenziato nel 2013, la riduzione della spesa in alimenti e bevande superiore a quella dei quantitativi acquistati è segno evidente delle strategie di risparmio messe in atto, in chiave anticrisi, dalla famiglie e delle maggiori pressioni promozionali presso i punti di vendita della GDO, che comportano sacrifici anche per le imprese agricole e per le industrie.
In attesa di apprezzare gli esiti delle misure di sostegno dei redditi, al momento sono solo i settori del manifatturiero più export oriented a manifestare una discreta vivacità, cogliendo gli stimoli di crescita dei mercati internazionali.
L'export si conferma infatti come l'unica valvola di sfogo per l'offerta nazionale, anche se la crescita delle esportazioni dell'agroalimentare italiano sta registrando una progressiva decelerazione: da tassi a due cifre del 2010 si è passati a un incremento inferiore al 5% nel 2013 sino a registrare, in apertura del 2014, una leggera flessione (-0,6% a gennaio 2014 su base annua).
Tuttavia, il miglioramento della fiducia presso le imprese e i consumatori potrebbe offrire qualche possibilità di schiarita nei mesi a venire, anche in previsione di un graduale ma progressivo recupero del Pil. Alla virata positiva del prodotto interno lordo nell'ultimo trimestre del 2013, dopo ben nove trimestri consecutivi di riduzione, hanno contributo, infatti, sia il settore agricolo, che ha registrato un incremento del valore aggiunto dello 0,8%, sia, nell'industria, la componente alimentare (+2,7%), a fronte di un'ulteriore contrazione delle costruzioni e di una stabilità dei servizi.
Sono queste alcune delle dinamiche illustrate nel Rapporto AgrOsserva a cura di Ismea e UnionCamere relative al I trimestre 2014 e presentate in apertura della Tavola rotonda a cui hanno preso parte anche Mario Guidi Presidente di Confagricoltura e coordinatore di Agrinsieme e Annibale Pancrazio Vicepresidente Federalimentare. I focus tematici di questo terzo numero di AgrOsserva sono dedicati al fenomeno delle start up in agricoltura e alla dinamica del credito alle aziende agricole.
(Comunicato stampa Ismea 15 maggio 2014)
(Ismea, 15 maggio 2014)
8° Simposio mondiale Master of Wine. Alegre (GOOGLE): "Internet non è meglio ma partner della carta stampata". Al MIT si sta studiando uno schermo che al tatto darà le stesse sensazioni del giornale stampato.
di Virgilio - Parma, 19 maggio 2014. -
Le nuove tecnologie, sempre più alla portata di tutti e applicate a ogni settore della società, stanno mutando radicalmente e in breve tempo i comportamenti e le regole in tutti i settori. Ne sa qualcosa il settore editoriale e in particolare la carta stampata che ancora non si è riuscita a adeguare ai nuovi scenari imposti da internet e dalle rinnovate esigenze dei consumatori, compresi quelli dell'informazione (lettori). L'avvento di internet e i modificati consumi hanno generato una terremoto nel comparto dell'editoria. Secondo i dati di FIEG (federazione italiana editori di giornali) in 7 anni sono state perdute 1,7 milioni di copie mentre o lettori dei siti web delle medesime testate sono cresciuti da 2,7 a 3,7 milioni.
E sempre maggiori saranno le interazioni tra "mondo digitale" e "prodotti reali" soprattutto quando si tratta di comunicazione. Crossmedialità e interazione tra carta stampata e internet sono le chiavi del futuro della comunicazione democratica del vino.
Di questo ne è convinto Daniel Alegre, presidente worldwide Partnership & Business di Google, intervenuto nella giornata di apertura dell'8° Simposio mondiale dei Masters of Wine, tenuto a Firenze dal 15 al 18 maggio. grazie alla collaborazione con l'Istituto del vino italiano Grandi Marchi Il futuro, secondo Alegre, è caratterizzato da grandi innovazioni: "Come quella del Mit che sta studiando uno schermo digitale che al tocco dà le stesse sensazioni del giornale stampato, la differenza la farà la facilità dei pagamenti on line".
Internet e carta stampata non sono competitors ma "soci che si complementano". Tra gli strumenti più innovativi che il web offre, secondo Alegre, ci sono gli hangout che permettono di costruire "una relazione personale tra produttore e consumatore in qualunque parte del mondo, trasformando una transazione commerciale in una relazione duratura, ma anche il cellulare con le sue applicazioni 'location based' che permettono di mescolare e di incrociare i dati". "Strumenti questi che in passato costavano all'azienda centinaia di migliaia di dollari e che oggi - ha proseguito il presidente Alegre - permettono un rapporto uno a molti, sono innovativi e accessibili a chiunque".
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Sponsor italiani 8° Simposio IMW, Firenze 15-18 maggio 2014: Agriventure; Consorzio Brunello; Consorzio Chianti Classico; IEM, International Exhibition Management; Toscana Promozione; Trentodoc; Sanpellegrino.
Costituiscono l'Istituto del Vino Italiano Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca' del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
www.istitutograndimarchi.it
"Agrosserva", l'osservatorio Ismea Unioncamere, relativamente al primo trimestre 2014, rileva che lo stock di imprese agricole si è ridotto del 1,7%. Nel complesso le aziende neonate si concentrano al sud con una quota del 67%. Fanalino di coda il Nord Est con il solo 6,4%..
Ismea, 15 maggio 2014.
I dati degli ultimi anni sulla nati-mortalità imprenditoriale - si legge nel comunicato Ismea del 15 maggio - sembrano suggerire che le crisi incidano in modo differenziato sui flussi di entrata e di uscita dal sistema imprenditoriale. Come a voler indicare che la voglia d'impresa è difficile da scoraggiare, mentre la resistenza di chi è già sul mercato viene più facilmente messa alla prova dal prolungato peggioramento del ciclo economico. Il tessuto imprenditoriale agricolo italiano ha infatti continuato a rigenerarsi attraverso flussi continui di nuove iscrizioni e non solo in risposta ad esigenze di auto-impiego, dietro le quali è possibile riconoscere, spesso come protagonisti, anche tanti giovani e donne.
Se da un lato lo stock di imprese agricole al primo trimestre 2014 si è ridotto dell'1,7% su base trimestrale - cui corrisponde una fuoriuscita di quasi 13 mila aziende - e del 4,1% rispetto ai primi tre mesi del 2013 (con un saldo negativo di oltre 32 mila imprese), dall'altro gli ultimi dati disponibili del sistema camerale, relativi alla seconda metà del 2013, rivelano la nascita di 4.324 nuove realtà produttive nel settore primario, pari al 6,3% delle nuove iniziative imprenditoriali complessivamente avviate nel Paese. Si tratta di una quota importante, sebbene in calo rispetto allo stesso periodo del 2012, quando si attestava al 9,2%. Come è emerso dalla precedente rilevazione, le imprese neo-nate si concentrano soprattutto nell'area del Sud e delle Isole, dove si concentra oltre il 67% delle vere nuove imprese agricole, seguita a distanza dal Centro (17,4%) e, con incidenze decisamente minori, dal Nord-Ovest (8,9%) e dal Nord-Est (6,4%).
Le nuove imprese nascono soprattutto di piccole dimensioni e con forma giuridica semplificata, mentre in relazione all'identikit dei neo-imprenditori, gli uomini continuano a prevalere di netto sulle donne. Sono quasi cinque su sette i neo-capitani d'impresa di sesso maschile (il 70,4% del totale), in lieve crescita, peraltro, rispetto al primo semestre del 2013 (erano il 67%). È interessante rilevare, invece, come sia aumentato l'apporto dei giovani: supera, infatti, il 25% (quasi otto punti percentuali in più) l'incidenza degli under 30 sul totale dei nuovi imprenditori, a cui si aggiunge un ulteriore 10,3% nella fascia 31-35 anni. Il maggior numero di iniziative (il 64,6%) va ad ogni modo attribuito agli ultra 35enni. Guadagnano terreno anche gli stranieri. Nello specifico, se nel primo semestre del 2013 l'apporto degli immigrati extra-comunitari (0,9%) e di quello dei comunitari (0,5%) non superava per ciascuno il punto percentuale, nel secondo semestre dell'anno si attestano, rispettivamente, all'1,9% e al 3,9%.
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)
Nel 2013 solo il 18,3% delle imprese agricole del Panel Ismea (728 aziende) ha chiesto l'intervento delle banche e a quasi tutte è stato erogato (14,5%).
Ismea, 15 maggio 2014.
Nella cornice che caratterizza l'evoluzione del credito agrario, dove la contrazione delle erogazioni risulta coerente con la flessione degli operatori e più evidente per i finanziamenti di medio e lungo termine, rispetto a quelli di breve periodo, l'Ismea ha condotto a fine 2013 un focus qualitativo sull'accesso al credito attraverso delle interviste dirette somministrate a 728 imprese agricole che costituiscono il Panel Ismea.
I risultati di tale indagine confermano che il ricorso al finanziamento bancario di fatto non è una pratica molto diffusa in agricoltura, ma che le imprese agricole che decidono di recarsi in banca a chiedere un prestito, riescono solitamente ad ottenerlo. Di converso, tra le imprese che non si accostano ai servizi offerti dal sistema creditizio rimane diffusa l'opinione, o il pregiudizio, dell'onerosità - in termini di costi, di tempi e di burocrazia – dell'accesso al credito. Convinzioni, che in qualche modo determinano atteggiamenti di chiusura, ostacolando i rapporti con il sistema bancario. Più da vicino, in base ai risultati dell'indagine dell'Ismea, nel corso del 2013 solo il 18,3% delle imprese agricole del Panel si è recato in banca per chiedere un nuovo finanziamento. La quasi totalità di queste imprese lo ha ottenuto (il 14,5%); il 3,2% se lo è visto negare, e una quota residuale (lo 0,5%) lo ha rifiutato ritenendo troppo onerose le condizioni poste dalla banca. A livello territoriale, rispetto al dato medio nazionale appena illustrato, si contraddistinguono in positivo le imprese agricole del Nord-Est con una quota di richieste di finanziamento andate a buon fine, nel corso del 2013, pari al 16,8%. A livello settoriale, invece, si distinguono il segmento dell'uva da vino, quello della zootecnia da carne e il comparto delle legnose, al cui interno, in ordine, il 22%, il 20% e il 18% delle imprese, nel medesimo periodo, ha richiesto ed ottenuto un credito bancario. Al contrario, nel segmento dell'olio di oliva solo il 10% delle imprese si è recato presso uno sportello bancario al fine di chiedere un finanziamento, senza peraltro portare a buon fine la pratica, il 7% perché ha ottenuto un diniego espresso, l'altro 3% perché lo ha rifiutato a seguito delle condizioni "onerose".
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)
Per il Food & Beverage il 2014 è partito in salita. -1,1% la produzione industriale registrata da Ismea nel periodo gennaio - marzo. Per il settore primario rimane la criticità del divario tra costi di produzione e prezzi corrisposti. Il primo trimestre sembra registrare una maggiore divaricazione.
Ismea, 15 maggio 2014. -
Industria Alimentare
Se nel 2013 l'industria alimentare era riuscita a smarcarsi dal trend pesantemente negativo dell'intero settore industriale, chiudendo l'anno con una leggera flessione produttiva (-0,7% rispetto al 2012) a fronte del -2,9% subito dal manifatturiero nel suo complesso, nel primo trimestre dell'anno in corso i ruoli sembrano invertirsi. In base alle elaborazioni Ismea dei dati Istat mensili (indici destagionalizzati della produzione industriale) il periodo gennaio-marzo 2014 ha fatto segnare per il food & beverage una flessione della produzione dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% su un anno fa. In controtendenza, invece, l'industria manifatturiera nel suo complesso, che ha registrato una crescita congiunturale dello 0,7% e tendenziale dell'1,8%.
Nonostante l'arretramento produttivo e una generale insoddisfazione delle industrie alimentari circa l'andamento attuale del mercato, il clima di fiducia del settore - che Ismea monitora a cadenza trimestrale rilevando i giudizi presso un Panel di 1.200 operatori - ha mostrato un netto miglioramento nei primi tre mesi del 2014. Dopo oltre due anni di sentiment negativo, l'indice di fiducia delle aziende ha assunto nel primo trimestre di quest'anno un valore positivo, pari a 1,6 (in un campo di variazione compreso tra -100 e +100), maturando una crescita di 6 punti rispetto al valore del trimestre precedente e di ben 17 punti sui primi tre mesi del 2013. Ad incidere positivamente sugli umori dell'industria sono le aspettative per il prossimo futuro, che si rivelano in deciso recupero, tanto da profilare un certo ottimismo, seppure con la dovuta cautela, sugli sviluppi congiunturali che riserverà il 2014.
Agricoltura
Per l'agricoltura italiana il fronte di maggiore criticità rimane il divario tra i prezzi corrisposti agli agricoltori i costi da loro sostenuti. Mentre nel 2013, specie nella prima parte dell'anno, grazie alla spinta inflattiva dei prezzi all'origine e alla contestuale attenuazione dei rialzi dei prezzi degli input produttivi, il settore aveva beneficiato di un momentaneo miglioramento della ragione di scambio, le indicazioni fin qui raccolte sull'anno in corso sembrano delineare una nuova divaricazione della forbice prezzi-costi. L'indice Ismea dei prezzi alla produzione in agricoltura ha fatto registrare nel primo trimestre dell'anno una flessione di quasi 5 punti percentuali su base annua a fronte di una sostanziale stabilità nel confronto congiuntuale. Sul versante dei costi, invece, le rilevazioni dell'istituto indicano una lieve tensione al rialzo, con un peggioramento della ragione di scambio specie nel confronto annuo (-3,9%).
Ciononostante, analogamente a quanto rilevato per l'industria alimentare, anche le aziende agricole guardano al futuro con maggiore ottimismo. L'Indice di fiducia dell'agricoltura elaborato dall'Ismea, sulla base dell'indagine continuativa condotta su un panel di 750 imprese, registra infatti un miglioramento sia a livello trimestrale che annuale, sebbene risulti ancora attestato su un valore complessivamente negativo. Sono in particolare i giudizi sugli affari futuri dell'azienda a spingere in alto il clima di fiducia, in un contesto percepito più favorevole dalle aziende del settore vitivinicolo, delle fruttifere e della zootecnia da carne e meno favorevole per i seminativi, la zootecnia da latte e l'olivicoltura.
Anche la dinamica degli occupati in agricoltura, nonostante si riveli per l'intero 2013 peggiore rispetto all'andamento complessivo dell'occupazione nazionale (-4,2% l'entità della fuoriuscita di manodopera agricola vs il -2,1% dell'economia complessiva), cela nella lettura trimestrale dei dati un qualche elemento di positività. Dalla seconda metà del 2013 si registra infatti un recupero progressivo del numero di lavoratori indipendenti che, richiama le nuove iniziative imprenditoriali che stanno rinnovando il tessuto produttivo in agricoltura.
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)
Sulla Gazzetta europea il documento che prelude al riconoscimento definitivo. Rabboni: una bella notizia per un prodotto che parla in tutto il mondo della nostra regione.
di virgilio - Parma - 22 maggio 2014
Il già ricco carnet di prodotti tipici emiliano romagnoli riconosciuti dall'Unione Europea si arricchisce ancora.
La Piadina Romagnola ha infatti imboccato la strada definitiva per essere riconosciuta IGP (indicazione Geografica Protetta). A divulgarne la notizia è lo stesso ufficio informazione della Regione Emilia Romagna. La procedura prevede ancora un periodo di tre mesi d'attesa per la raccolta delle osservazioni prima della definitiva registrazione dell'indicazione geografica d'origine. La storia della piadina romagnola ha origini antichissime risalente addirittura al periodo degli Etruschi i quali usavano preparare una pastella con i cereali, che veniva poi cotta con una forma tonda.
Un prodotto già notissimo in tutto il mondo che ben si associa con i tanti atri prodotti della cucina emiliano romagnola accompagnandoli in talune circostanze o addirittura promuovendoli in altre. Dal prosciutto, e salumi in genere, al formaggio prediligendo lo squacquerone ovviamente la Piada, nelle sue diverse declinazioni, riesce sempre a dare soddisfazione ai palati e a trasmettere la contagiosa solarità della romagna.
"Una bella notizia per un prodotto che in tutto il mondo parla di questa regione e delle sue tradizioni enogastronomiche. L'Igp per la piadina romagnola porterà a 40 il numero delle specialità del nostro territorio tutelate nella loro unicità dall'Europa. E' un primato nazionale ed è il riconoscimento di un'agroalimentare straordinariamente ricco di storia, di tradizione, biodiversità e tipicità, che ha saputo conciliare modernità e identità. Tra non molto, fuori dalla Romagna nessuno potrà più usurpare il nome di questo prodotto unico e irripetibile". Così l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni commenta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue del "documento unico" per il riconoscimento della Igp Piadina romagnola - Piada romagnola.
Dove e come si produce la "Piada Romagnola"
La zona di lavorazione e confezionamento della Piadina Romagnola - Piada Romagnola comprende la Romagna storica e più precisamente l'intero territorio delle Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna e di alcuni Comuni della Provincia di Bologna. In base al disciplinare gli ingredienti base dell'impasto sono farina, grassi, sale ed eventualmente lievito. È vietata l'aggiunta di conservanti, aromi e altri additivi.
Le varianti
Il prodotto può essere presentato nella variante, più sottile e larga, "alla Riminese". La commercializzazione può avvenire in involucri di carta alimentare o tessuto per il prodotto destinato all'immediata somministrazione, oppure in buste alimentari perfettamente sigillate per il consumo differito. Nel caso di adozione di un processo produttivo che comprenda la realizzazione manuale di almeno tre fasi e in assenza di confezionamento chiuso, potrà essere utilizzata la dicitura "lavorazione manuale tradizionale"
(Fonte Regione Emilia Romagna 22 maggio 2014)
Secondo il più recente sondaggio condotto da Coldiretti/Ixé, la stragrande maggioranza degli italiani non si sente tutelata dalle leggi dell'UE in materia di sicurezza alimentare.
- di Virgilio
Parma 21 Maggio 2014 ----
Due Italiani su tre ritengono che la crisi economica abbia fatto aumentare i rischi alimentari. E' quanto emerge dall'indagine condotta da Coldiretti/Ixe' i cui dati sono stati presentati esposizione "Con trucchi ed inganni l'Unione Europea apparecchia le tavole degli italiani" al maxi raduno con diecimila agricoltori dalle diverse regioni a MICO - Fiera Milano Congressi. Una quota consistente dei detentori di questo convincimento, il 24%, attribuisce la responsabilità alla diffusione dei cibi low cost, il 21 per cento all'apertura delle frontiere a paesi comunitari e il 20 per cento alle diffusione delle frodi dovuta alla necessità della malavita di trovare nuove aree di business.
Una analisi che fotografa bene la realtà dei fatti poiché in Italia dall'inizio della crisi sono più che triplicate le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffatte o falsificate, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013.
A peggiorare la credibilità dell'Unione Europea hanno certamente contribuito - sostiene la Coldiretti - gli episodi di truffe ed inganni che si sono moltiplicati nel tempo della crisi, dallo scandalo della carne di cavallo agli inganni a danno di prodotti simbolo del Made in Italy, con il concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, l'olio di oliva proveniente dalla Spagna o i prosciutti provenienti dalla Germania "spacciati" per Made in Italy per l'impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti.
Non tutti pero' - continua la Coldiretti - la pensano così con il 31 per cento che ritiene invece che l'Ue non abbia modificato nulla ed il 25 per cento che addirittura abbia migliorato l'alimentazione degli italiani mentre un residuo 9 per cento non risponde. Proprio sulla base delle scelte discutibili che sono state spesso fatte, dall'indagine Coldiretti/Ixe' si evidenza anche che il 52 per cento degli italiani ritiene che l'Ue non dovrebbe legiferare e decidere sui cibi che gli italiani consumano, mentre il 42 per cento ritiene il contrario e il 6 per cento non risponde.
Sta di fatto che il diffuso sentimento di insicurezza alimentare non è solo determinato da una "percezione soggettiva" ma anche il risultato di riscontri oggettivi. Nel corso del 2013, infatti come rileva l'indagine Coldiretti /Ixé, sono aumentati del 14 per cento gli allarmi alimentari in Italia con ben 514 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi.
Si tratta - conclude la Coldiretti - di un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell'inizio della crisi.
La Cucina Industriale di Albinea ospita la prima lezione di "paneterapia" -
Reggio Emilia, 22 maggio 2014 -
I Panificatori di CNA Alimentare in collaborazione con CNA Impresa Donna organizzano lunedì 26 maggio dalle 17.30 alle 19.30 un incontro di "paneterapia" nella Cucina Industriale di Albinea, presso il Parco Lavezza in Via Caduti della Libertà.
Un'idea nata dalla volontà di riscoprire antichi gesti e tradizioni che rischiano di andare perduti tra take away e fast food. L'eccellenza dei prodotti alimentari della nostra provincia deve tutto agli "artigiani del cibo" che con maestria e sapienza mantengono vivi i valori e i sapori della cucina italiana. Il pane è l'alimento base della nostra tradizione e la sua riscoperta è anche un'ottima opportunità di socializzazione e di condividere un'esperienza stimolante.
"Ringraziamo i nostri panificatori per la loro disponibilità – commentano la Presidente CNA Alimentare Laisa Rinaldi e la Presidente CNA Impresa Donna Paola Ligabue – che renderà possibile apprendere alcuni segreti dell'arte della panificazione e favorire importanti momenti di aggregazione tra gli Associati. Un bel modo per vivere l'Associazione e sfruttare le sinergie tra le diverse professionalità".
Per prenotazioni Rif. Fosca Bonaretti, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel. 0522/356350.
(Fonte: ufficio stampa CNA Reggio Emilia)
In calo anche i derivati del latte. Nota positiva il rimbalzo del latte spot che guadagna 50 centesimi nella 21esima settimana.
di Virgilio - Parma - 21 maggio 2014
Ancora tonalità tendenti allo scuro per il settore lattiero caseario. La ventesima settimana dell'anno non ha espresso un dato tendenziale omogeneo. Da un lato si assiste al calo dei listini del Burro, della Panna e del Latte spot mentre dal fronte caseario alla stazionarietà del Padano si contrappone la tendenza ribassista del Parmigiano Reggiano. Alcune note positive si sono evidenziate all'apertura delle trattative di lunedi scorso, 19 maggio, dove si è assistito a un rimbalzo delle quotazioni del latte spot a Verona. Un recupero di 50 centesimi (+1,37%) che si è accompagnato, sempre sulla medesima piazza, all'1,82% della panna a uso alimentare.
Nello specifico il Parmigiano Reggiano prosegue la sua tendenza al ribasso. Alla borsa di riferimento di Parma sono stati lasciati sul campo perduti 5 centesimi dalla stagionatura 24 mesi e 10 dal12 mesi. Perdite di 10 centesimi rilevate anche a Milano (12 e 24 mesi) e Reggio Emilia (24 mesi). Inerzia invece dal Grana Padano. Le quotazioni dell'ottava precedente sono state confermate sia a Mantova sia a Milano. La 21esima settimana però si apre in calo a Milano con un calo di 5 centesimi registrato su entrambe le stagionature ammesse a listino (9 e 15 mesi).
- I produttori svizzeri contrari alla liberalizzazione del mercato del latte con l'UE -
Si tratterebbe della condanna a morte per numerose aziende, sostiene il consigliere nazionale Jacques Bourgeois (PLR/FR), direttore dell'Unione svizzera dei contadini (USC). A riportarlo il 14 maggio scorso swissinfo.ch riportando l'intervista in esclusiva concessa a Newsnet. La nuova intesa non porterebbe, secondo il direttore dell'unione degli agricoltori, nessun vantaggio al consumo. Un'opinione che si è concretizzata sulla base delle esperienze e dell'evoluzione dei prezzi alla produzione e al consumo. Infatti, i prezzi alla produzione dal 1990, "si sono abbassati del 25% quando i prezzi al consumo sono saliti del 15%. Lo scarto fra produzione e consumo è sempre più alto". Una liberalizzazione, secondo il rappresentane del mondo allevatoriale elvetico, non invertirebbe questa tendenza.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 20 19 Maggio 14
SOMMARIO
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1.1 editoriale
Verso le elezioni con curiosità
2.1 eventi
Master of Wine. Obiettivo raddoppiare il prezzo medio nei prossimi 5 anni
3.1 parmigiano reggiano
Quotazioni parmigiano reggiano verso la stabilità
4.1 eventi
Vinitaly al SIAL Wine World
5.1 lattiero caseario
Latte spot ancora più giù
6.1 mais & soia
Mais & Soia: maggio 2014
7.1 aziende
Terzoni vini, quando la tradizione sposa l'innovazione
9.1 sicurezza alimentare
Non si arresta la corsa alle frodi.
Oscar Farinetti al Simposio MASTERS OF WINE: obiettivo per l'Italia nei prossimi 5 anni è raddoppiare il prezzo medio senza aumentare la qualità.
Firenze, 16 maggio 2014. "L'obiettivo del vino italiano nei prossimi cinque anni è raddoppiare il prezzo medio senza aumentare la quantità". Lo ha detto Oscar Farinetti, intervenendo all'8° Simposio mondiale dei Masters of Wine in corso a Firenze fino al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell'Istituto del Vino Grandi Marchi presieduto da Piero Antinori. Tre le linee guida per l'Italia enologica tracciate dal fondatore di Eataly per raggiungere l'obiettivo: puntare sulla biodiversità e sugli autoctoni, un patrimonio da 1200 vitigni di cui, ad oggi, se ne utilizzano solo 400; migliorare la capacità di narrazione sui mercati internazionali; fare pulizia. Per Farinetti, infatti: "Il futuro del vino italiano sarà 'Vino Libero', l'associazione che intende liberare il vino da troppi concimi e diserbanti, dai troppi solfiti in cantina, dalle analisi sensoriali esagerate, dai prezzi troppo bassi o troppo alti, da un sistema di distribuzione medievale e da troppa burocrazia". A chiusura del suo intervento Oscar Farinetti ha ricordato ai delegati europei presenti al Simposio l'impegno per l'Europa, invitandoli ad andare a votare il prossimo 25 maggio: "In questo momento ci sono istanze separatiste e 'no euro' che possono minacciare la crescita dell'umanità. Per questo vi invito ad andare a votare per l'Europa a prescindere dal vostro orientamento politico". Farinetti, infine, ha apprezzato l'iniziativa del Simposio dei Masters of Wine per la prima volta in Italia definendola "potente e di alto tenore tecnico-scientifico".
Sponsor italiani 8° Simposio IMW, Firenze 15-18 maggio 2014: Agriventure; Consorzio Brunello; Consorzio Chianti Classico; IEM, International Exhibition Management; Toscana Promozione; Trentodoc; Sanpellegrino.
In rialzo a fine 2013, in flessione nei primi 3 mesi 2014. Produzione stabile. L'influenza delle tensioni fortemente ribassiste sul mercato mondiale del latte.
Reggio Emilia, 15 maggio 2014 - La forte tensione che caratterizza il mercato internazionale del latte ha ripercussioni evidenti anche sul Parmigiano Reggiano, ma a differenza del latte spot (segnato da un crollo delle quotazioni, scese di quasi il 50%, anche a seguito del fortissimo aumento della produzione di latte negli ultimi mesi nel centro e nord Europa) e di altri formaggi, per il Parmigiano Reggiano la flessione delle quotazioni (-8% dall'inizio dell'anno ad oggi) dovrebbe ora arrestarsi e, a breve, se non interverranno fenomeni speculativi, è prevedibile una ripresa.
Sono queste le valutazioni emerse dal Comitato Esecutivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano a fronte del drastico calo del prezzo del latte a livello mondiale e della tendenza ad un ulteriore e pesante ribasso.
Dal Consorzio, dunque, preoccupazioni per questa spinta ribassista che ha determinato anche una flessione evidente delle quotazioni del Parmigiano Reggiano (oltre 50 centesimi da febbraio ad oggi dopo il buon rialzo di fine 2013), ma anche una serie di considerazioni specifiche sulle condizioni del settore che lasciano intravvedere la fine di questo negativo ciclo.
"Dall'inizio dell'anno – sottolinea il presidente dell'Ente di tutela, Giuseppe Alai – la produzione è stabile (-0,03%), e anche nel mese di aprile si è attestata allo stesso livello del 2013".
"La tendenza alla riduzione dei quantitativi, peraltro, si è avviata nell'estate 2013 (-0,83% il saldo dell'anno), e si va così gradualmente compensando quella forte crescita avvenuta nel 2011 (+7,1%) e nel 2012 (+2,3%) che – per un formaggio a lunga stagionatura – genera effetti pesanti che si scontano da 12 a 30 mesi dopo il momento della produzione".
"Grazie all'adozione del piano che regolamenta proprio i quantitativi – prosegue il presidente del Consorzio – la produzione si è così stabilizzata da quasi un anno su livelli compatibili con una domanda che sul mercato interno sconta gli effetti della crisi economica sull'acquisto di formaggi duri nella Gdo (compensato in parte, per il Parmigiano Reggiano, dall'aumento delle vendite dirette in caseificio), mentre su quelli esteri continua a registrare sensibili incrementi anche nei primi quattro mesi del 2014".
Da qui, dunque, le valutazioni che spingono il Consorzio a prevedere il raggiungimento di condizioni di equilibrio, dapprima in grado di stabilizzare subito le quotazioni e, poi, favorevoli ad un possibile rialzo.
"Le condizioni oggettive del mercato – conclude Alai – spingono in questa direzione, ed occorrerà vigilare affinché non si insinuino tendenze che rivelerebbero la presenza di fenomeni puramente speculativi lungo la filiera di una Dop che non ha nulla a che vedere con il latte spot".
(Ufficio stampa CFPR)
A Shanghai dal 13 al 15 maggio 2014 - con Vinitaly International Academy e importatori nel nome del vino italiano.
Verona/Shanghai, 12 maggio 2014. Dopo il grande successo di Vinitaly al Fuorisalone di Chengdu (lo scorso marzo), la più grande fiera al mondo dedicata al vino e ai distillati con sede a Verona torna a Shanghai dal 13 al 15 maggio, per la prima volta in collaborazione con Sial Wine World, con due punti fermi che contraddistinguono la propria attività all'estero: sinergia con gli importatori e grande rilievo all'aspetto educational con Vinitaly International Academy.
Gli importatori provenienti da Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen per tre giorni sono impegnati, infatti, in masterclass promosse in collaborazione con i quattro media partner locali che hanno aderito e sostenuto l'iniziativa: Vinehoo, Tastespirit, WineLuxe e Winepress.
Ogni giorno si apre con un Executive Wine Seminar: il 13 e 14 maggio, il tema è "A panorama of Italy's many great and diverse wines", diviso in due parti; mentre il 15 il focus verte su "Brunello di Montalcino: Italy's most classic: ageworthy Sangiovese wines", guidate da Ian D'Agata, direttore scientifico di Vinitaly International Academy e uno dei più grandi esperti di vino italiano nel mondo.
Le masterclass – riservate a media e a operatori del settore – proseguono con un calendario intenso nel corso del quale sono protagoniste alcune delle migliori cantine italiane provenienti da Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto e Puglia. Vini quali Amarone, Barolo, Chianti, Brunello di Montalcino, Primitivo, Nero d'Avola e Prosecco sono tra i protagonisti della rassegna di Shanghai.
Sono molte le aspettative per lo spazio che Vinitaly dedica all'educational insieme agli importatori. «Sono proprio loro insieme a Vinitaly International Academy i nuovi promoter del vino italiano», afferma Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, che prosegue: «Abbiamo mantenuto la parola che avevamo dato alla tavola rotonda con l'ambasciatore Bradanini durante il Fuorisalone di Chengdu. Con questa seconda tappa in meno di due mesi puntiamo a portare il vino italiano davvero protagonista nel mercato cinese. Sono gli stessi operatori cinesi a chiedere sempre di più il nostro vino».
«Sial Wine World a Shanghai è un'altra importante opportunità di promozione a firma Vinitaly. È un 2014 di grande sviluppo con il ritorno in Cina dopo quattro anni, a Chengdu lo scorso marzo, un'edizione da record a Verona di Vinitaly, dove i cinesi sono stabilmente nella top ten dei visitatori esteri e l'annuncio dell'assegnazione a Veronafiere-Vinitaly del Padiglione del Vino per l'Expo 2015 di Milano» sottolinea il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.
Al progetto Vinitaly a Sial Wine World partecipano anche due realtà di primo piano del Made in Italy nel settore Food & Beverage: Fabbri 1905, azienda bolognese che in Cina dal 2010 ad oggi ha raddoppiato ogni anno il fatturato e MioEspresso, leader indiscusso delle capsule di caffè nel Paese del Dragone. Saranno loro i protagonisti del Vinitaly Lounge e dell'aperitivo all'italiana il 13 e il 14 maggio.
CALENDARIO MASTERCLASS
Martedì 13 maggio 2014
10.30 – 11: Inaugurazione
11.00 – 12.30: VIA – "A panorama of Italy's many great and diverse wines, part. I" (Introductory Level)
by Ian D'Agata and Lingzi He
13.30 – 14.15: 100ITA MASTERCLASS "White night: how to surprise ina dinner with Italian white wines" by Alberto Paoletti
15.00 - 15.45: KELIT MASTERCLASS "Italian wines: discovering hidden treasures"
by Matteo Acmé
Mercoledì 14 maggio 2014
9.30 – 11.00 : VIA – "A panorama of Italy's many great and diverse wines, part. II" (Introductory Level)
by Ian D'Agata and Lingzi He
11.45 – 12.30: VM FINE WINES MASTERCLASS "King of Tuscany: Sangiovese"
by Simone Semprini
13.30 – 14.15: EMW MASTERCLASS "2 Islands, 2 Finest Producers from Italy"
by Vanness Tang
15.00 – 15.45: SINODRINK MASTERCLASS "The opportunity and challenge of Italian wine in China" by Edward Liu
Giovedì 15 maggio 2014
9.30 – 11.00: VIA – "Brunello di Montalcino: Italy's most classic: ageworthy Sangiovese wines" (advanced level) by Ian D'Agata and Lingzi He
11.45 – 12.30 VENAS VINUS MASTERCLASS "The new red obsession. This time from Italy" by Griselda Legnaioli
13.30 – 14.15 INSIDER MASTERCLASS "ASTI DOCG 2.0: 100 million bottles sold every year of the most prestigious Italian sweet bubbles" by Angelo Morano
Vinitaly International - International Media Dept.
Mais & Soia: maggio 2014
MAIS: Dati previsionali per 2014-15
La produzione di Mais per la nuova stagione 2014-15 (inizio della stagione: 1° Settembre) è prevista a 979.08 Mio t (stabile rispetto alla stagione 2013-14; +13% rispetto alla stagione 2012-13).
Si prevedono maggiori raccolti in Cina, Argentina, Russia e Messico, mentre in Brasile, Sud Africa, India ed Ucraina la produzione è stimata inferiore rispetto alla stagione 2013-14. In Ucraina si prevede un calo di 4.9 Mio t (-16%) rispetto alla produzione record della stagione in corso: la riduzione della valuta locale mantiene elevati i prezzi degli input e riduce l'utilizzo atteso di fertilizzanti.
Negli Stati Uniti la produzione di Mais per la stagione 2014-15 è attesa in leggero aumento: la minor superficie dedicata alla coltivazione è bilanciata da una maggiore (+6.5 bushels/acro) resa dei terreni a 165.3 bushels/acro (equivalenti a 10.50 tons/ettaro).
L'impiego di Mais per la produzione di etanolo è previsto invariato rispetto alla stagione 2013-14, mentre gli Stock Finali sono stimati in aumento sia a livello USA (+51%), sia a livello mondiale (+8%).
SOJA: Dati previsionali per 2014-15
La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2014-15 (inizio della stagione: 1° Ottobre) è prevista di 299.82 Mio t, in aumento del +6% rispetto alla stagione 2013-14.
Nei principali Paesi Produttori di Soia, Stati Uniti e Brasile, si attendono raccolti record (rispettivamente 98.93 Mio t e 91 Mio t), grazie ad una maggiore resa dei terreni ed all'espansione delle aree coltivabili.
In Argentina, terzo Produttore mondiale di Soia, si stima una produzione invariata, con minori aree ma maggiori rese dei terreni.
In Cina, principale Importatore di semi di Soia, la produzione è prevista in leggera diminuzione, in quanto i Produttori modificano la destinazione delle aree, scegliendo colture più redditizie.
Le Importazioni cinesi sono attese a 72 Mio t, in aumento del +4% rispetto alla stagione 2013-14 e del +20% rispetto alla stagione 2012-13.
Fonte: USDA – FAS Foreign Agricultural Service, May 2014 - WASD
E' la quinta generazione di vitivinicoltori che si tramanda, dal 1860, la passione per innovare. Da due anni, la Società Agricola Terzoni Claudio srl, è vincitrice dei più ambiti riconoscimenti nazionali e internazionali.
Di Lamberto Colla - Bacedasco Alto 18 maggio 2014 -
Accoccolata tra i morbidi colli di Bacedasco, splendido villaggio piacentino che sino a circa 40 anni fa era meta di turismo termale, l'azienda a indirizzo vitivinicolo della famiglia Terzoni, fa strage di premi e riconoscimenti internazionali. L'ultimo, o almeno così pensavo che fosse, è stato quello ricevuto il mese scorso al Vinitaly; il premio "Banca Popolare di Verona" assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.
Un riconoscimento di elevato prestigio nazionale che si va a affiancare ai tanti altri già collezionati dall'azienda. Già perché è di pochi giorni fa la novità che, per il secondo anno consecutivo, il Malvasia passito 2011 "Sensazioni D'inverno" ha ricevuto la medaglia d'oro al Concours Mondial de Bruxelles emergendo tra 8.200 vini selezionati tra 50 Paesi.
"Nella botte piccola sta il buon vino." -
In parte per la giovane età, in parte per l'elevata professionalità, fatto sta che Marco Terzoni sta imprimendo all'azienda di famiglia un impulso innovativo pur mantenendo saldo il legame con la tradizione e il territorio.
Obiettivo: qualità, innovazione e salute.
Esempio principe di questa filosofia è rappresentato dal Gutturnio Riserva Superiore. Un vino barricato 6 mesi in botte di rovere francese, "un legno in grado di rilasciare delle note molto molto particolari e che va sull'idea dell'Amarone - commenta Marco Terzoni - chiamato "Poggio del Vento" ma che non produciamo tutti gli anni. Questa tipologia di vino, quest'anno non è in produzione ad esempio, l'ultima annata è quella del 2007. Infatti, se durante l'affinamento il prodotto non lo reputo idoneo il vino non esce in commercio". La passione della cantina ha portato il 27enne della famiglia Terzoni a indagare nuove frontiere tecnologiche e a sperimentarle in prima persona. Così mostra orgoglioso la pressa pneumatica che lavora in assenza di ossigeno e "inietta all'interno azoto e CO2, illustra Terzoni, che a fine lavorazione viene eliminato." Il processo risulta, come è ovvio, più costoso ma a tutto vantaggio della produttività, della salubrità e della qualità del prodotto finale ben percepita dal consumatore disposto quindi a riconoscerne un prezzo leggermente superiore. "Sia sul ciclo produttivo, sia sul valore di prezzo della bottiglia abbiamo un riconoscimento di valore. Infatti - prosegue il wine maker - con questo tipologia di pressa riesco a ottenere un 5-10% di prodotto in più, di maggiore qualità (minori sedimenti, minore feccia) e, altra cosa, i vini sono più salutari perché abbiamo meno solfiti".
Questo particolare processo di pressatura è dall'azienda applicato a tutti i prodotti bianchi, rossi e passiti. Per il passito, che ricordiamo ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti anche internazionali, dallo scorso anno è stato introdotto un particolare procedimento di pressatura, della durata di circa 8 ore, in grado di estrarre tutti i fattori positivi che fanno grande il "Sensazioni d'Inverno".
La pulsione innovativa è sfociata addirittura nella registrazione di un brevetto a garanzia e protezione di una particolare tecnica di arricchimento aromatico. Il processo brevettato, denominato Crioestrazione aromatica, si distingue per il susseguirsi di fasi di choc termici, in cella frigo. In breve sintesi, l'uva, raccolta in cassette di legno, viene sottoposta, per 10-15 giorni, a quotidiani sbalzi termici compresi tra -2, -4 gradi e +8, +10 gradi. Una tecnica che ha consentito all'Ortrugo fermo "Per Elisa" di distinguersi dalla concorrenza arrivando a conquistare il premio "Douja D'Or" di Asti.
L'ultima, in ordine di tempo, innovazione introdotta in azienda da Marco Terzoni riguarda il controllo da remoto dei processi fermentativi di cantina. "Sono spesso fuori azienda, per effetto della attività di consulenza enologica, e perciò ho necessità di tenere sotto controllo i processi cinetici di fermentazione e di intervenire, se necessario, sui parametri come se fossi in azienda. Per mezzo di questo dispositivo collegato a una centralina di controllo posso, in ogni momento, controllare come sta procedendo la fermentazione e mi consente anche di intervenire, aumentando o abbassando la temperatura o aumentando la quota di ossigeno. La cosa bella è che la fermentazione è continua e sempre perfetta. Paradossalmente ho un più preciso controllo, mentre sono in giro per il mondo, piuttosto che avere una persona fissa in azienda e dedicata agli assaggi". Il sistema, ancora sotto forma di prototipo, sembra stia perfettamente rispondendo alle esigenze per il quale è stato progettato.
Tecnologia quindi e innovazione hanno contribuito a realizzare prodotti di qualità che hanno incontrato il gusto della critica anche internazionale e i premi ottenuti hanno dato il loro supporto a fare avvicinare i buyer stranieri. "Quest'anno, illustra Terzoni, abbiamo partecipato a Cibus per la prima volta e questo ci ha consentito di venire in contatto con importatori giapponesi." Un traguardo importante per una impresa vitivinicola che da relativamente poco tempo ha avviato un radicale processo di trasformazione con uno spiccato orientamento al mercato e alle nuove mode. "Quasi tutte le nuove tendenze hanno una origine statunitense e anche il vino segue questa regola. Ad esempio, già cinque anni fa, negli USA andava di moda il vino Rosé e puntualmente tre anni dopo è tornato prepotentemente di moda anche in Italia. Un vino particolarmente apprezzato dal mondo femminile al quale anche noi abbiamo deciso di dare soddisfazione con "Stille di Vanità". Un vino rosato per il quale abbiamo studiato anche una colorazione più prossima ai gusti femminili con tendenze cromatiche tendenti al violetto invece del solito color salmone. Da quest'anno abbiamo introdotto l'utilizzo della "Giara in terracotta con rivestimento in cera d'api"; un concetto derivato dal Portogallo, adatto a esaltare quelle note speziate, di cannella e pepe rosa, così apprezzate dall'universo femminile".
- Conclusione -
40.000 bottiglie di vino prodotte ogni anno, un'equilibrata gamma di prodotti composta da bianchi, rossi, rosati e passiti. E' questo il frutto della passione a vinificare le uve raccolte nei 7 ettari di vigneto che adornano il centro aziendale a sua volta immerso nei Colli Piacentini. Un distretto suggestivo dove la tradizione si è preservata quasi intatta e l'innovazione tecnologica ha sempre le porte aperte, soprattutto nella casa vinicola della famiglia Terzoni Claudio.
Nonostante il serrato contrasto alle contraffazioni le frodi alimentari sono in aumento con grave danno all'economia, all'immagine nazionale e a volte è a rischio anche la salute.
- di Virgilio
Parma 12 Maggio 2014 ----
Un tema dominante di CIBUS 2014, la manifestazione alimentare di Parma appena conclusa, è stato la necessità di valorizzare l'immenso patrimonio di produzioni tipiche nazionali rafforzando il controllo e il contrasto a livello internazionale delle nostre produzioni. L'Italia Sounding, ovvero prodotti esteri che richiamano nel nome e nella etichettatura tipicità nostrane, è un fenomeno che in termini di valore è stimato oltre il doppio del valore di export nazionale. E se all'interno della UE finalmente si stanno attivando delle protezioni efficaci, non altrettanto si è riusciti a perseguire sull'extra UE. Il recente accordo bilaterale di libero scambio con il Canada prevede uno specifico capitolo al riguardo che verrà preso a riferimento per futuri accordi che si andranno a sottoscrivere con altri paesi. E' stato lo stesso Viceministro all'Economia Carlo Calenda, durante l'inaugurazione di Cibus 2014, a sottolineare l'importanza strategica di questo tipologia di collaborazione internazionale e di accordi. Accordi che però non verranno sottoscritti con quei paesi che "giorno dopo giorno, ha dichiarato il rappresentante del Governo, ministro, incrementano le loro barriere tariffarie. Questo vale per l'India e vale per Mercosur (Mercato Comune dell'America meridionale ndr)."
Ma il peggio viene dall'interno. Non passa giorno che vengano portate alla luce frodi alimentari anche di notevole entità. L'ultima in ordine di tempo riguarda la Mozzarella di bufala campana che ha seguito di poche settimane lo scoop giornalistico di "Report" riguardo la "patata" bolognese.
Da Nord a Sud è tutta la nostra penisola, in perfetta par condicio, a minare il grande comparto agroalimentare italiano. Un danno diretto ai produttori di qualità che con grandi sacrifici affrontano una crisi economica pesantissima e un danno di immagine internazionale che non può che gravare sulla fiducia dei consumatori esteri, unico approdo per bilanciare la caduta dei consumi interni.
Secondo la Coldiretti è l'Emilia Romagna il territorio maggiorente colpito dalle frodi alimentari. Negli ultimi cinque anni, le frodi sui prodotti emiliano-romagnoli, sono più che triplicate, con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterati, contraffatti o falsificati.
Nel 2012 furono ben 20 milioni i chili di prodotti alimentari e bevande sequestrati corrispondenti a un valore economico di 468 milioni di euro. Una cifra notevole che potrebbe essere solo la punta di un iceberg.
Bene stanno facendo le nostre forze dell'ordine e altrettanto bene faranno gli accordi bilaterali di libero scambio ma se non muterà la mentalità di certi "imprenditori" l'intero comparto agroalimentare verrà schiacciato dalla crisi da un lato e dalla spregiudicatezza di pochi a danno di molti operatori onesti e appassionati. Un giacimento che rischia di esaurirsi rapidamente.