Il 2016 si apre con una nuova e più severa flessione dei prezzi agricoli. Lo segnala l'Ismea sulla base dell'Indice dei prezzi agricoli all'origine, che si è portato a gennaio a 108 (2010=100) facendo registrare un decremento del 3,5% su dicembre 2015 e del 7,9% su gennaio di un anno fa.
Roma, 4 marzo 2016
L'Indice "core" dell'Ismea - calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - a gennaio si colloca a 111,7 (2010=100) mostrando al contrario una dinamica mensile lievemente positiva (+0,2%), e una tendenza deflativa più attenuata (-5,5%) rispetto a quella indicata dall'indice complessivo.
Nel comparto vegetale che fa segnare nel suo complesso un meno 6,4% sul mese precedente, pesano ancora una volta le significative flessioni degli ortaggi (-12,6%) accompagnate anche da una caduta delle quotazioni della frutta (-10,2% sempre su dicembre). Più lieve la flessione per i vini (-0,4%), che stentano a riprendere slancio dopo il positivo avvio di campagna e per le coltivazioni industriali (-0,1%). In recupero le quotazioni di oli di oliva (+2,8%) dopo i vistosi ribassi dei mesi precedenti, in un contesto lievemente positivo anche per i semi di soia (+0,3%) e stabile per i cereali.
L'insieme della zootecnia risulta invariato rispetto a dicembre. Mentre recuperano i listini del bestiame vivo (+0,6%) e in misura più attenuata dei lattiero caseari (+0,2%), le uova fresche cedono del 7,4%.
Su base annua, la riduzione complessiva dell'indice (-7,9%) risente di una flessione più marcata per il comparto delle colture vegetali (-12,1%) rispetto all'aggregato zootecnico (-2,4%). Più nel dettaglio, scendono tutte le coltivazioni, con ribassi compresi tra il meno 27,9% degli olii di oliva e il meno 2,6% dei vini. Nella zootecnia guidano i ribassi le uova (20,3%), seguiti dal bestiame vivo (-2,4%) e i lattiero caseari (-0,4%).
(Ismea 4 marzo 2016)
Latte spot e burro in costante perdita. Grana stazionario dall'inizio del 2016 mentre il Parmigiano prosegue la corsa al rialzo avviata lo scorso mese di ottobre
di Virgilio Parma 02 marzo 2016
LATTE SPOT Chiude con una perdita anche il mese di febbraio che cede, complessivamente, circa 2 euro rispetto a gennaio. Nello specifico il latte spot crudo nazionale è sceso, solo nell'ultima settimana, da 29,90-31,96 €/100 litri a 28,87-30,93 €/100 litri di latte (-3,33%), il pastorizzato estero (Germania e Austria) ha ceduto il 2,57% chiudendo il mese tra 24,23 e 25,78 €/100 litri di latte. Infine lo scremato pastorizzato estero ha ceduto il 4,17% posizionando i listini tra 11,39 e 12,42 €/100 litri (-4,17%).
BURRO E PANNA Anche questa ultima settimana il burro ha lasciato 5 centesimi sul campo della crisi del settore. L'unico prodotto che ha mantenuto inalterato il valore, almeno per questa settimana, è la crema a uso alimentare quotata all'ombra della Madonnina.
Borsa di Milano 29 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,40€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,55€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,55€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 29 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 26 febbraio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 1 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,95 - 0,95€/kg.
GRANA PADANO ancora nessuna variazione sul fronte del Grana Padano e listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Sempre in isolata controtendenza l'andamento del Parmigiano Reggiano che guadagna ulteriori 10 centesimi sulla quotazione della precedente ottava seppure limitatamente al 12 mesi di stagionatura. Listini inalterati per il 24 mesi che invece ha confermato la quotazione precedente. Tra 8,25 e 8,65 è il nuovo range di prezzo assegnato al 12 mesi di stagionatura registrato alla borsa merci di Parma che ha visto confermare le quotazioni del 24 mesi comprese tra 9,20 e 9,55 €/Kg,
(In galleria immagini i grafici CLAL)
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
I dati USDA dello scorso fine settimana hanno preso tutti in contropiede. La previsione di minor produzione, determinate dalle minori semine (-6,6%), sono smentite e tutto sembra congelato anche in ragione di un elevato stock di riporto.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 29 febbraio 2016 -
A chiusura della conferenza del 25-26/2, l'USDA ha pubblicato le stime delle produzioni USA e degli stock per la campagna 2016/17 espressi in milioni di tonnellate. (in parentesi produzioni e stock 2015/16)
corn : 351,2 ( 345,5 ) // stock finali : 50,73 ( 45,66)
soia : 103,7 ( 106,90 ) // stock finali : 11,97 ( 10,69 )
grano : 54,42 ( 55,84 ) // stock finali : 26,91 ( 26,28)
"La cifra che ha fatto più scalpore - è il commento di un autorevole operatore - è stata quella degli stock di fine raccolto del grano: si pensava infatti ad un calo, vista la stima della minor area seminata ( - 6,60% ). Il calo invece non c'è stato perché l'USDA ha aumentato la produzione, stimando un aumento delle rese per acro. Poi ha tenuto conto di un forte stock di riporto del raccolto precedente (causato essenzialmente dalle minori esportazioni di questa campagna). Quindi lo stock del 2016/17 non è diminuito. E questo, nonostante l'USDA abbia aumentato i consumi interni e le esportazioni. Anche se l'aumento di queste ultime potrebbe essere discutibile, se il contesto mondiale sarà ancora quello di adesso. Le quotazioni del Chicago sono già basse, ma questo "messaggio" dell'USDA le ha ancora più appesantite" .
Il mercato domestico. Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti. I cereali girano tutti dal 165 al 175 partenza porti. Valori che non possono non condizionare il mercato interno e le prossime semine.
Bioenergetico. Il settore manifesta le solite preoccupazioni sulla prossima campagna dove le semine a mais saranno ulteriormente ridotte a favore di riso e proteoleaginose. I contratti di crusche e sottoprodotti stanno diventando più difficili da concludere e non si esclude che presto si possa assistere a un recupero dei listini. .
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è risalito a 327 punti, il petrolio ha recuperato un altro dollaro a 33$ e il cambio ruota attorno a 1,09211
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Cereali, si stanno scaldando i motori. Lattiero caseari in crisi. Il glifosato, sollecitazione M5S per vietarlo. Alert Sicurezza per la scodella CARS di Coop e per la plastica nei Mars. Le dinamiche e le tendenze del settore lattiero caseario. Prosciutto e Taiwan, a quando?
SOMMARIO Anno 15 - n° 08 28 febbraio 2016
1.1 editoriale Grecia sottomessa e GB a Statuto Speciale
2.1 cereali Cereali, si stanno scaldando i motori
3.1 cereali Cereali, lieve risalita
4.1 Lattiero Caseario Burro, segno negativo su tutti i fronti
5.1 storia agricola Trattori antichi, mon amour!
6.1 glifosato Agricoltura. Prodotti fitosanitari a base di Glifosato. Dal M5S la richiesta di vietarne la produzione e l'uso.
6.2 Alert Sicurezza La Coop ritira la "Scodella Cars"
6.3 alert alimentare Plastica nei Mars, ritirati anche in Italia.
7.1 vino e export Canada loves italian wines
8.1 lambrusco Pignedoli, Pagliari e Vaccari (PD): bene proposta ritiro atto delegato su vino
8.2 lattiero caseario Lattiero caseario: tendenze e dinamiche recenti
10.1 export prosciutto Taiwan ancora vietata al prosciutto nostrano, ma non all'imitazione.
11.1 promozioni "vino" e partners
I mercati d'origine cominciano a manifestare qualche segnale di ripresa. Sul mercato dei cereali il calo del grano condiziona tutto il comparto e i fondi continuano il loro rischioso gioco di mordi e fuggi con operazione di quasi esclusiva ricopertura. Consumi interni ancora molto limitati.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 26 febbraio 2016 -
Ancora molto deboli i segnali di una potenziale ripresa del comparto cerealicolo. Sul mercato dei cereali il calo del grano condiziona tutto il comparto e i fondi continuano il loro rischioso gioco di mordi e fuggi con operazione di quasi esclusiva ricopertura.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti.
Alcuni valori delle farine: proteica caricabile 306 normale 300 a-m-giugno 305 e 297, secondo semestre 305 e 297 il 2017 306 e 314. (prezzi base partenza porto di Ravenna)
Anche le farine di girasole e di colza hanno cominciato a risentire del calo della regina delle farine proteiche.
I cereali girano tutti dal 165 al 175 partenza porti. Una condizione fortemente condizionante il mercato interno e in particolare modo le prossime semine che non potranno reggere tali valori.
Bioenergetico. Nel settore delle Bioenergie la situazione rimane immutata con una maggiore preoccupazione derivante dalla possibilità di una riduzione di aree investite a mais a favore di riso e proteoleaginose. Intanto è ricomparso sul mercato il polverino di sansa d'oliva denocciolato a valori di 95 euro alla tonnellata reso Lombardia e dei fondi di caffè alla rinfusa su valori di circa 100 euro alla tonnellata.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è nuovamente salito a 322 punti, il petrolio ha si è stabilizzato da qualche giorno intorno a 32$ e il cambio si è leggermente rafforzato a favore dell'Euro 1,10344
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Una collezione privata di trattori e macchine agricole da fare impallidire per completezza e fascino. Decine e decine di macchine agricole completamente restaurate e perfettamente funzionanti che raccontano la storia della meccanizzazione agricola nel corso degli ultimi 90 anni.
di Virgilio Parma 28 febbraio 2016 - (Galleria immagini a fondo pagina)
Attraversare il portone che dà accesso alle tre nuovissime rimesse appollaiate sulle dolci colline di Siccomonte, è come attraversare la porta dello Stargate.
Un tuffo nel passato remoto dell'agricoltura, anche se alla fine sono trascorsi solo 90 anni. Decine di trattori d'ogni marca e dimensioni, verdi, grigi, azzurri, arancioni o rossi, una distesa di fiammanti gioielli da ammirare che, alla pari delle auto d'epoca, raccontano con orgoglio il loro trascorso in attività.
C'è la prima trebbia, una Laverda per intenderci, che fa bella mostra della appesa a una parete che sembra guardare dall'alto il mare di trattori posizionati a terra uno accanto all'altro come lo erano gli agricoltori in ogni piazza di un qualsiasi villaggio intenti a raccontarsi le novità e a scambiarsi merci.
C'è la trattrice a vapore con il suo allungato camino e il Mc Cormick del 1930 che bisbiglia con l'Oto Melara che a sua volta lancia un guanto di sfida al Fordson. L'antico Steyer e l'agile e piccola Fiat che fan bella mostra a fianco dei "Bull-Dog" e dei Fergusson ma anche i cingolati nostrani, che hanno portato la modernità sulle ripide pendici, affiancati agli imponenti Caterpillar che smuovevano invece le montagne mentre i primi le dominavano.
Ogni mezzo quindi rappresentava una specialità, ognuno era stato creato dall'ingegneria europea piuttosto che statunitense per assolvere al meglio a quei compiti che, prima di loro, erano assegnati a intere squadre di contadini.
Macchine inesauribili molte delle quali ancora si vedono lavorare nei campi a sfalciare l'erba piuttosto che a trascinare vecchi rimorchi sui quali sono stipati sacchi di fertilizzanti o cassette d'uva.
Sedili in ferro ammortizzati da balestre, grandi volanti e un paio di lunghe leve posizionate sotto lo sterzo, tre grossi pedali e un misero tachimetro era tutto quella di cui disponevano i pionieri della meccanizzazione agricola per governare queste macchine e farle volare tra i campi e il centro aziendale.
Zigzagando tra le decine di macchine agricole, non si ha la sensazione di essere all'interno di un salone museale bensì di una rimessa di attrezzature pronte a prendere il cammino al primo cenno del loro mecenate. Belle e pronte a tornare al servizio di Lamberto Marvasi, l'appassionato collezionista, che proseguendo la passione del padre, ha donato dignità e bellezza a questi straordinari pezzi che hanno contribuito a innalzare l'Italia a una delle più importanti potenze economiche e leader indiscussa in campo agroalimentare. Una sinergia uomo - macchina i cui risultati sono sotto l'occhio di tutti e motivo di invidia da parte delle altre nazioni anche ben più grandi e organizzate del nostro Paese.
Un tesoro, quello celato tra le dolci colline comprese tra Fidenza e Salsomaggiore che, almeno per ora, rimane nella disponibilità del proprietario o al massimo degli ospiti dell'agriturismo "Innsbruck" all'interno del quale la straordinaria collezione è ospitata.
Chissà che un giorno la collezione possa aprirsi al pubblico dei tanti appassionati alle radici della nostra cultura e un compendio didattico alla convenzionale formazione scolastica oltre che un ulteriore punto di interesse turistico locale.
La Risoluzione sottoscritta dai due consiglieri: Bertani e Piccinini (M5S) affinché la Regione si attivi per il divieto di produzione e uso: "Sostanza cancerogena, la Giunta intervenga in tutte le sedi istituzionali per vietarne il commercio"
Bologna 25 febbraio 2016 - L'utilizzo di prodotti fitosanitari a base di glifosato è oggetto di una risoluzione presentata da Andrea Bertani, primo firmatario, e Silvia Piccinini (M5S).
Nel settembre scorso, ricordano i consiglieri, il tavolo delle associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica ha inviato al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al ministro dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare, al ministro della Salute e a tutti i presidenti delle Regioni "la richiesta di un provvedimento urgente per il divieto della produzione, commercializzazione e uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato nel territorio nazionale, nonché la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione che attualmente lo contengano e l'esclusione da qualsiasi contributo, nei Piani di sviluppo rurali (Psr), per le aziende che lo utilizzino".
A tutt'oggi, però, né il Governo né le Regioni "avrebbero dato risposta al riguardo e, dato che il glifosato continua a essere incluso nel Piano d'azione nazionale (Pan) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, tutti i Psr gestiti dalle Regioni sono in procinto premiarne l'utilizzo attraverso il finanziamento, nella misura 10, dell'agricoltura integrata e conservativa". L'uso sostenibile dei fitofarmaci, quindi, "paradossalmente promuoverà l'utilizzo di un prodotto ritenuto cancerogeno per gli animali e potenzialmente cancerogeno per l'uomo".
Bertani e Piccinini, pertanto, chiedono alla Giunta regionale "di impegnarsi in tutte le sedi istituzionali, nel rispetto del principio di precauzione e a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, per sollecitare il Governo a intervenire in ambito europeo al fine di vietare la produzione, la commercializzazione e l'uso di tutti i prodotti a base di glifosato, il cui utilizzo può essere sostituito da buone pratiche agro ecologiche come le coltivazioni biologiche e biodinamiche, e a inserire la ricerca e rilevazione del glifosato nei monitoraggi delle acque, sia ordinari sia straordinari, effettuati da Arpae".
(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(lg)
Mamme attenzione: Coop ritira "Scodella Cars" per bambini della BBS SpA. Rischio contaminazione da melamina. BBS SpA ha deciso cautelativamente di ritirare dal mercato il prodotto
Emilia 25 febbraio 2016 - La notizia è stata diffusa anche come allerta sul sito Coop per avvisare i clienti.
BBS SpA ha deciso cautelativamente di ritirare dal mercato il prodotto Scodella Cars 14 cm ref. 122291 lotto 43529. Nonostante i controlli e le analisi allora effettuati ne permettessero la vendita, è ora emerso che la succitata scodella presenta una migrazione di melamina che non ne permette l'uso. La melamina è impiegata, con la formaldeide per la produzione di materie plastiche e resine melamminiche, utilizzate per prodotti a contatto con gli alimenti, ma anche in molti altri processi produttivi.La melamina è spesso associata ad alcune molecole correlate quali ammelina, ammelide e soprattutto acido cianurico. La FDA ha identificato la causa di morte, di diverse migliaia di cani e gatti, per insufficienza renale, nella ingestione di pet food a base di glutine di frumento, importato dalla Cina (settembre 2006), contenente melamina.Melamina ed ac. cianurico sono stati trovati in mangimi, (USA, Canada ed in altre parti del mondo), destinati ai suini, ai polli ai pesci ed agli animali da affezione, in materie prime ad alto titolo proteico, soia biologica compresa, di provenienza cinese. In Italia (fine 2008) la morte sospetta di due cani viene fatta risalire al consumo di mangimi, nei quali è stata riscontrata melamina in misura apprezzabile. Non sembra, sia stata ad ora identificata l'origine della contaminazione del mangime. Dal gennaio 2008 ad oggi sono state emesse complessivamente, nella UE, per melamina), 58 notifiche ed allerte da parte del RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed); di queste 3 per pet food (una in Italia per crocchette, a base di farina di pesce, per cani, con 13 ppm, nel marzo 2009) e 3 per materie prime. Praticamente per tutte le segnalazioni è evidenziabile l'origine cinese. Lo scorso anno una patologia caratterizzata da blocco renale, che ha interessato oltre 50.000 bambini in Cina, con vari decessi, è stata attribuita alla ingestione di latte in polvere contenente melamina. A parte l'episodio cinese, vi è una esposizione di fondo delle popolazioni alla melamina, legata alla migrazione da contenitori e stoviglie a base di resine melamminiche. Le condizioni di migrazioni maggiori si hanno in presenza di alimenti acidi specie se sottoposti ad alte temperature. L'UE, con la Dir. 2002/70/CE, fissa il limite massimo di migrazione in 30 mg/kg di alimento. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" invita i consumatori che hanno già acquistato tali scodelle del lotto 43529 a restituirle al punto vendita. Sarà riconosciuto loro l'importo speso o la sostituzione con un prodotto analogo.
(25/2/2016 Lecce - Giovanni D'AGATA)
Auchan e Coop hanno ritirato dalla vendita le barrette di cioccolato nei negozi. Anche i chioschi automatici stanno provvedendo a svuotarli dalle barrette incriminate.
Emilia 24 febbraio 2016 Le barrette di cioccolato Mars miniature e Snickers multipack, dopo essere state richiamate in 55 paesi, saranno tolte anche dagli scaffali dei grandi dettaglianti e dai distributori automatici in Italia. Auchan e Coop hanno infatti annunciato che il ritiro solo dai loro negozi riguarda 2.000.000 prodotti. Chi ha già acquistato uno di questi articoli prodotti in Olanda e che potrebbero contenere pezzetti di plastica può riportarlo in negozio e chiedere il rimborso. Pure i chioschi stanno svuotando gli automatici, togliendo le barrette incriminate. Chi ha già acquistato le barrette, che potrebbero potenzialmente contenere pezzetti di plastica, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" può riportarle in negozio e sarà rimborsato.
(Lecce, 24 febbraio 2016 Giovanni D'AGATA)
Oltre 300 i trader iscritti ai seminari via a Vancouver. Pronte a partire per Verona le delegazioni commerciali per il 50esimo Vinitaly. Per la prima volta Vinitaly International fa tappa in Canada al Vancouver International Wine Festival per due giorni di formazione sul vino italiano, sempre più richiesto dal mercato locale. Già selezionate da Vinitaly e Ice delegazioni di buyer canadesi per il 50° Vinitaly a Verona dal 10 al 13 aprile 2016
Verona, 24 febbraio 2016 – Sarà il Canada una delle nazioni target della 50ª edizione di Vinitaly e per la prima volta Vinitaly International fa tappa nel Paese (oggi e domani) al Vancouver International Wine Festival, dove sono stati organizzati tre Executive Wine della Vinitaly International Academy che valorizzano il grande patrimonio enologico italiano.
Coordinate dal direttore scientifico Ian D'Agata e riservate agli operatori specializzati, le iniziative educazionali della VIA in Canada, dedicate rispettivamente ai vini autoctoni bianchi, agli autoctoni rossi e al confronto fra grandi vini del nord e del sud Italia (vedi elenco sotto), vedono la partecipazione di oltre 300 trader e rappresentano l'evento di avvicinamento tra il Paese nordamericano e la cinquantesima edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile prossimi ( www.vinitaly.com).
I buyer provenienti dal Canada rappresentano già il 4% dei 55.000 visitatori esteri arrivati a Verona nel 2015, a conferma di un grande interesse per il vino italiano. Grazie alle attività di incoming realizzate tradizionalmente da Veronafiere, inoltre, ogni anno buyer selezionati partecipano agli incontri b2b di Taste and buy organizzati da Vinitaly con le aziende espositrici.
In aggiunta, quest'anno nell'ambito del Piano Straordinario per la promozione del Made in Italy promosso dal Mise, che di concerto con il Mipaaf ha individuato Vinitaly come fiera di riferimento per il comparto enologico, altre delegazioni commerciali dal Canada sono organizzate da Ice-Italian Trade Agency, attuatore del progetto. Questi buyer, reclutati in collaborazione con Vinitaly International, saranno impegnati in degustazioni guidate dedicate a Regioni e Consorzi di tutela sia presso gli stand istituzionali che nel nuovo spazio tasting di Ice.
Il Canada è un mercato a cui gli espositori di Vinitaly guardano con attenzione, lo hanno dichiarato nella customer satisfaction realizzata a conclusione di Vinitaly 2015. Nel Paese il consumo di vino aumenta a un ritmo accelerato rispetto al resto del mondo, tanto che tra il 2012 e il 2016 è previsto in crescita di oltre il 14%, cioè tre volte più della media globale e con un orientamento verso i prodotti premium.
Salgono anche i vini italiani, con un incremento del 2,5% in quantità per quasi 64,6 milioni di litri e del 9,2% in valore per un totale di oltre 276,2 milioni di euro nei primi 11 mesi del 2015. Tra i vini italiani, aumenta la richiesta di vini biologici e sostenibili e cresce il successo del Prosecco, ma sono Pinot Grigio, Sangiovese, Bardolino, Valpolicella, Barbera e i vini rossi in genere a rappresentare la zoccolo duro delle importazioni dall'Italia; bene anche i super premium come Brunello e Barolo.
VINI PRESENTATI AGLI EXECUTIVE SEMINAR
(programma su www.vinitalyinternational.com/sites/default/files/programma_vini_vancouver_en.pdf)
Italy's Indigenous Whites, con protagonisti Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG, Vespaiolo Breganze DOC, Ribolla Gialla Venezia Giulia IGT, Roero Arneis DOCG, Soave Classico DOC, Lugana Riserva DOC, Vermentino di Sardegna DOC, Pecorino IGP, Malvasia Isonzo DOC, Greco di Tufo DOCG, Moscato d'Asti DOCG e Passito di Pantelleria DOC.
Italy's Autochthonous Reds con focus su Lambrusco di Sorbara DOC, Grignolino d'Asti DOC, Rosato Veneto IGT, Nero D'Avola Terre Siciliane IGT, Pelaverga Colline Saluzzesi DOC, Ciliegiolo Maremma Toscana IGT, Chianti Rufina DOCG, Schioppettino Colli Orientali del Friuli DOC, Negroamaro Salento IGT, Pugnitello Toscana Rosso IGT, Montepulciano d'Abruzzo DOC, Barolo DOCG e Aglianico del Vulture DOC.
Italy's Great Wines: Evolution North to South che propone il confronto tra Trento DOC, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC, Friulano Colli Orientali del Friuli DOC, Lambrusco Sorbara DOC, Cerasuolo di Vittoria Classico DOCG, Chianti Classico DOCG, Rosso del Veronese IGT, Brunello di Montalcino DOCG, Taurasi DOCG, Barolo DOCG e Isola dei Nuraghi IGT.
(Fiere Verona 24/2/2016)
"Quanto poco fa preannunciato da Paolo De Castro in merito alla proposta di ritiro da parte del direttore generale Joost Korte dell'atto delegato sul vino, è una notizia di importanza straordinaria per i produttori di vini fondamentali per la nostra identità e per il nostro export".
Ad affermarlo sono i senatori Pd Leana Pignedoli, Stefano Vaccari e Giorgio Pagliari che proseguono "distretti come quello del Lambrusco hanno un impatto socio economico dirompente, non solo nelle province di Reggio Emilia, Modena e Parma ma anche a livello nazionale. Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di miglioramento di qualità, di organizzazione sia per la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".
"Nell'incontro che si è tenuto poche settimane fa ad Arceto di Scandiano - proseguono i parlamentari emiliani - abbiamo proposto un'azione comune a vari livelli al Ministro Maurizio Martina e a Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale dell'Europarlamento, per sostenere i produttori in questa importante battaglia. Questo primo successo, se confermato, sarebbe un importante volano per dare il via a nuovi progetti per il comparto. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci servono sempre più garanzia di alta qualità, organizzazione, sistemi".
(uff. stampa Gruppo PD Senato Repubblica - 23 febbraio 2016)
Il mercato mondiale dei prodotti lattiero caseari continua ad essere gravato da una situazione di offerta abbondante e il 2016 si è aperto con una conferma della situazione di criticità anche per il contesto nazionale, come già verificatosi per tutto il corso dell'anno precedente.
Nonostante la miniripresa verificatasi a fine anno, il 2015 si è chiuso con una flessione delle quotazioni di latte e derivati mediamente attestata in Italia al 9,3% (rispetto al 2014), come evidenziato dall'andamento dell'indice Ismea dei prezzi all'origine (base 2010), ed è stata determinata dall'andamento calante dei prezzi all'ingrosso dei formaggi duri (-4,6%) e, soprattutto, dei prezzi alla stalla del latte (-13%) mediamente liquidato a 0,356 euro/litro (senza premi e al netto di Iva). Dopo un avvio vivace della campagna di commercializzazione, c'è stato un progressivo rallentamento delle consegne di latte e, nel complesso, i livelli dell'annata solare 2015 risultano sostanzialmente invariati rispetto alla precedente e assestati su circa 11 milioni di tonnellate.
Scendendo nel dettaglio dei derivati, nel 2015 i prezzi dei formaggi grana sono risultati significativamente inferiori rispetto alla media dell'anno precedente: in particolare, considerando le stagionature minori, si è rilevata una variazione negativa del 7,6% per il Reggiano e del 6,2% per il Padano. Dopo una serie ininterrotta di ribassi, in chiusura d'anno si è, tuttavia, registrata una lieve ripresa delle quotazioni che, sospinta dal buon andamento delle esportazioni, si è protratta anche in esordio di 2016. Annata complessivamente deludente anche per altri formaggi tipici, in particolare Asiago e Gorgonzola, e per il burro, che sulla scia delle dinamiche continentali ha perso oltre 26 punti percentuali rispetto ai valori - peraltro già critici - del 2014.
Il mercato comunitario di riferimento
Nonostante la vivacità della domanda sia interna che extra comunitaria, il mercato UE stenta ad assorbire la produzione realizzata; il livello delle scorte accumulate, inoltre, contribuisce a mantenere una forte pressione sui prezzi. In particolare, per le polveri magre il progressivo calo dei listini ha determinato a fine anno un confronto negativo con oltre 30 punti percentuali di distacco rispetto al livello del 2014. Trend calante anche per i formaggi, soprattutto per i prodotti prevalentemente destinati al mercato extra comunitario, come l'edamer che nell'ultimo anno ha perso in media 24 punti percentuali. Grazie a un migliore equilibrio tra offerta e domanda, soprattutto da parte degli Stati Uniti, il mercato europeo del burro è risultato meno appesantito, registrando tra il 2015 e il 2014 una contrazione media di 10 punti percentuali.
Lo scenario comunitario
L'abbondanza di offerta di latte che continua a registrarsi a livello mondiale è imputabile principalmente all'Unione Europea. A partire dal mese di aprile, con la liberalizzazione del mercato, le consegne di latte nell'UE-28 hanno subìto un'accelerazione che, considerando il periodo cumulato tra gennaio e novembre 2015, è risultata pari al +2,2% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Nonostante la sensibile contrazione del prezzo del latte alla stalla (-17% tra il 2015 e il 2014) la produzione è stata particolarmente dinamica in alcuni paesi del nord Europa (Irlanda +13% nel periodo gennaio-novembre 2015, Paesi Bassi +6%, Belgio +6,5%, Regno Unito +2,5%, Polonia +2,3%, Germania +1,8%), mentre è rimasta pressoché invariata in Francia e in Italia.
Il surplus di materia prima è stato prevalentemente indirizzato verso burro e latte scremato in polvere, contando sul buon andamento delle esportazioni extra comunitarie registrato nel corso del 2015 (rispettivamente +12,8% +5,6% nel confronto con il 2014). Nonostante la conferma dell'embargo russo, è aumentata anche la produzione comunitaria di formaggi (+1,2% nei primi undici mesi del 2015), sostenuta dal buon andamento dei consumi in Europa, in Nord America e in alcuni paesi asiatici: l'export di formaggi UE è, infatti, sensibilmente aumentato verso USA (+17% nel 2015) e Giappone (+48%), divenuti i primi due mercati di sbocco dopo la chiusura delle frontiere da parte di Mosca.
Consumi domestici ancora depressi
La domanda nazionale di prodotti lattiero caseari resta ancora depressa. A fronte di una lieve crescita della spesa per l'acquisto di prodotti agroalimentari registrata nel 2015 (+0,3% rispetto al 2014), per latte e derivati si rileva una contrazione del 3,4%, frutto di minori quantità entrate nel carrello delle famiglie italiane e di un prezzo al consumo più basso di quello del 2014.
Si conferma il calo strutturale dei consumi di latte, più evidente per il fresco che per l'uht (rispettivamente -8,5% e 3,2% in volume), con l'unica eccezione del segmento "alta digeribilità".
Tra i formaggi, complessivamente in calo dell'1,9% in volume e del 3,3% in termini di spesa, le maggiori flessioni interessano i duri, in termini di spesa, e i molli, in termini di quantità.
L'unico aggregato a mostrare una dinamica positiva dei consumi è lo yogurt con circa 1 punto percentuale di crescita nell'anno, sia in volume che in valore.
(allegato il pdf ISMEA 1/2016)
(ismea n° 1 /2016)
I ripetuti interventi italiani - da parte del Ministero degli Esteri, del Ministero dello Sviluppo Economico e di quello della Salute - non sono ancora riusciti a smuovere autorità di Taiwan e intanto il campo è libero per l'importazione di prodotti, di dubbia qualità, provenienti da altri paesi asiatici e dall'Oceania comprese le imitazioni dei nostri più noti prodotti nazionali.
di redazione Parma, 28 febbraio 2016.
Ancora una volta sono le epizoozie, presunte in Sardegna, a penalizzare il prosciutto nazionale e quello tipico di Parma in specifico.
L'argomento riguarda diversi mercati esteri dove i nostri prodotti alimentari "Made in Italy" trainano l'export ed incontrano un crescente successo.
È il caso di Taiwan, una delle "tigri" asiatiche che a seguito di uno straordinario sviluppo industriale e tecnologico, è oggi una società – sono 24 milioni gli abitanti del Paese – che registra uno dei più alti redditi pro-capite al mondo e un vasto mercato di consumatori alla ricerca delle migliori qualità ed eccellenze.
Per inquadrare meglio l'importanza di Taiwan, si pensi che l'interscambio annuale dell'Isola con l'Unione Europea ha superato i 40 miliardi di Euro.
Il tema è dibattuto da anni nel Foro economico bilaterale italo-taiwanese; che, nel 2014 e vi è stata in Sardegna una visita ispettiva del Bureau of Animal and Plant Inspection and Quarantine (BAPHIQ) di Taiwan, supportata dal nostro Ministero della Salute e dalla Associazione italiana produttori di carni (ASSICA); e nonostante tale ispezione abbia verificato la totale estraneità dalla Sardegna dei suini emiliani (come anche di quelli friulani da cui deriva il prosciutto San Daniele DOP) dunque del prosciutto di Parma DOP, l'ente taiwanese BAPHIQ non ha ancora dato il "via libera" alla revoca del vigente divieto di importazione a Taiwan del nostro prosciutto crudo.
I ripetuti interventi italiani - da parte del Ministero degli Esteri, del Ministero dello Sviluppo Economico e di quello della Salute - non sono ancora riusciti a smuovere le neghittose autorità di Taiwan competenti in questa specifica materia.
Il problema ha, inoltre, risvolti allo stesso tempo gravi e assurdi perché a Taiwan, da anni, sono importati da altri paesi dell'Asia, Oceania e Americhe, prodotti di spregevole qualità che, imitando i nomi italiani – tra i quali proprio il "prosciutto di Parma" – attirano con l'inganno l'attenzione e l'acquisto dei consumatori locali.
Una vera e propria truffa commerciale che ha due conseguenze molto negative: il danno al prestigio e all'altissima qualità dei nostri prodotti, confusi con vere e proprie schifezze, e il potenziale danno alla salute di chi li consuma.
Mentre risulta che i nostri Ministeri competenti, anche in queste settimane, stiano lavorando per ottenere dalle Autorità di Taiwan la revoca del divieto ancora in essere per il nostro prosciutto, non è noto, in proposito, il ruolo che hanno svolto e svolgono i Consorzi di Tutela per la funzione, non meno importante, di far conoscere agli appropriati interlocutori i procedimenti di allevamento e di lavorazione con tutte le garanzie veterinarie e sanitarie che determinano, al termine della filiera, un prodotto assolutamente sicuro e di imparagonabile squisitezza.
Sabato 27 febbraio in centinaia di punti vendila della catena Whole Foods si apriranno a mano oltre 438 forme. Il Consorzio: "Grande iniziativa per la difesa dei consumatori". Intanto volano le esportazioni negli Usa: +28% nel 2015.
Reggio Emilia, 26 febbraio 2016
"Tutti pazzi per il Parmigiano Reggiano"; così potrebbe anche chiamarsi la Parm Crack, il taglio contemporaneo di oltre 400 forme che avverrà domani, 27 febbraio, nei punti vendita della catena distributiva Whole Foods. Una vera e propria festa, che coinvolgerà il Parmigiano Reggiano in un evento che si svolgerà nei principali Paesi anglosassoni, dove a migliaia i clienti di Whole Foods potranno assistere ad una usanza decisamente comune e frequente nei nostri caseifici: il taglio a mano della forma di Parmigiano Reggiano con i tradizionali coltelli. Una consuetudine che, fatta con i dovuti modi e procedure, aspettando i tempi giusti per consentire la corretta apertura della forma, non sempre è facile osservare nei punti vendita alimentari sparsi per il mondo e lontani dal nostro Paese.
"La catena Whole Foods già da qualche anno organizza in collaborazione con il Consorzio questa apertura spettacolarizzata delle forme – dichiara Riccardo Deserti, direttore del Consorzio – per portare l'attenzione dei propri consumatori e clienti sul tema della qualità degli alimenti. Infatti, la catena Whole Foods, che nel 2015 ha totalizzato un fatturato per 15,4 miliardi di dollari e che nei paesi anglosassoni si colloca come un distributore particolarmente attento alla qualità e alla salubrità dei prodotti, privilegia alimenti che hanno certezza sui metodi produttivi e sull'origine territoriale riconosciuta e certificata, come possono essere i prodotti dop e quelli biologici". E' così che da diversi anni la catena investe particolarmente sulla valorizzazione del formaggio Parmigiano Reggiano, promuovendo viaggi di formazione nella zona di origine per i propri tagliatori, attuando una selezione attenta dei caseifici produttori, ed anche organizzando questa coinvolgente ed entusiasmante manifestazione di apertura contemporanea delle forme; addirittura nel prossimo fine settimana l'apertura delle forme avverrà in 438 punti vendita della catena (418 in USA, 11 in Canada e 9 in Gran Bretagna).
"Campagne come questa a favore della qualità – sottolinea il direttore Deserti – appaiono ancora più importanti all'indomani della scoperta, avvenuta proprio sul mercato Usa, da parte della FDA (Food and Drugs Administartion, ente governativo degli Usa che si occupa della regolamentazione degli alimenti e dei farmaci) del cosiddetto "parmesan americano alla segatura", con cellulosa oltre i limiti consentiti, un prodotto che nulla ha a che fare con il vero Parmigiano Reggiano, che invece è fatto senza alcun additivo e coadiuvante tecnologico". "La denuncia della produzione di questo falso Parmigiano Reggiano è di pochi giorni fa – conclude Deserti – ed ha riportato all'attenzione del grande pubblico quanto sia dannoso lasciare alle pure logiche di mercato la produzione dei prodotti alimentari, senza il rispetto delle più elementari regole di produzione e delle corrette indicazioni sull'origine dei prodotti, lasciando che il consumatore sia ingannato, senza che sia possibile tutelare i prodotti a denominazioni di origine e senza poter contrastare così l'uso improprio di nomi con evocazioni che ingannano il consumatore. In particolare in un mercato come quello Usa in cui è in crescita sia l'attenzione da parte dei consumatori, sia la domanda dei prodotti di alta gamma, come testimonia il +28% di esportazioni di Parmigiano Reggiano nel 2015".
(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmgiano Reggiano)
A Venezia torna "Gusto in scena". Tra le 50 cantine selezionate dalla prestigiosa manifestazione dedicata a gusto e salute anche l'azienda biologica di Traversetolo, chiamata a rappresentare l'anima spumeggiante dell'Emilia.
Parma, 27 febbraio 2016
Operatori e gourmet incontrano i produttori a Gusto in Scena, prestigiosa rassegna nazionale dedicata alla cucina di qualità e salutista patrocinata dal Ministero della Salute, giunta quest'anno alla VIII edizione. L'appuntamento è per domenica 28 e lunedì 29 febbraio, all'interno della Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia, dove trenta eccellenze gastronomiche, cinquanta cantine, chef stellati, maestri pasticcieri e pizzaioli di fama nazionale saranno i protagonisti della due giorni dedicata alla "Cucina del Senza" – senza sale o senza grassi o senza zuccheri aggiunti – che quest'anno punterà i riflettori sulle cotture a bassa temperatura.
A rappresentare l'Emilia Romagna saranno gli spumanti di Malvasia e Sauvignon e la barbera di Vigna Cunial, cantina biologica dei colli di Traversetolo, in provincia di Parma. La manifestazione, che ogni anno richiama in laguna migliaia di operatori, giornalisti e appassionati, si caratterizza per la sua grande attenzione al benessere e la capacità di coniugare nel piatto e nel calice gusto, qualità e salute.
"Mi fa particolare piacere rappresentare l'Emilia a Gusto in Scena – spiega Gian Maria Cunial, titolare della cantina Vigna Cunial – perché è una manifestazione attenta a quegli elementi di salute e benessere che mi hanno spinto a intraprendere la strada della viticoltura biologica e che ritengo debbano essere sempre presenti in un'alimentazione quotidiana dove troppo spesso, purtroppo, prevalgono cibi industriali con ingredienti di cui non conosciamo la provenienza né tanto meno la qualità. Nell'anno in cui Parma è città creativa Unesco per la gastronomia porterò a Venezia vini rappresentativi del nostro territorio che nascono nel massimo rispetto della natura e di chi li sceglierà nel bicchiere".
Dal salone di Venezia i vini biologici di Traversetolo finiranno direttamente in libreria: ad aprile infatti la casa editrice Feltrinelli-Gribaudo pubblicherà il libro "La cucina del Senza" in cui Marcello Coronini, ideatore di Gusto in Scena, e Roberto Perrone, giornalista del Corriere della Sera, racconteranno le regole per realizzare una cucina di qualità e attenta alla salute, abbinando a ricette di chef stellati i vini selezionati per l'edizione 2016 dalla kermesse veneziana.
Nel comparto lattiero caseario solo il Parmigiano Reggiano mostra segnali di vivacità guadagnando terreno settimana dopo settimana. Il Burro e la panna sono in caduta libera e il latte spot alterna settimane di stasi con flessioni negative.
di Virgilio Parma 24 febbraio 2016
LATTE SPOT La settimana che si è appena conclusa ha lasciato invariati i listini del latte spot confermando un tracciato a scale alternando flessioni negative e conferme di valori quasi ogni settimana.
"Il mercato del latte è in piena défaillance - ha commentato il 19 febbraio scorso Giorgio Mercuri (Alleanza Cooperative). Perché non ce la fa ad assorbire l'eccesso di produzione del 5%, determinato dalla fine delle quote latte, e perché contemporaneamente ha subito gli shock dell'embargo russo, la diminuzione dell'export verso la Cina e la caduta dei consumi nazionali che a gennaio ha fatto registrare un -10%."
Il crudo nazionale conferma perciò i listini precedenti (29,90 - 31,96€/100 litri di latte) così come pure il latte intero pastorizzato estero (Germania Austria) con prezzo compreso tra 24,74 - 26,29€ /100 litri di latte mentre ha registrato una sensibile riduzione del 7,69% il latte scremato pastorizzato estero (11,90-12,94/ 100 litri di latte)
BURRO E PANNA Non c'è pace per il burro che continua inesorabilmente a perdere quotazione settimana dopo settimana. Altri 5 centesimi ceduti alla borsa milanese in quest'ultima settimana di febbraio per tutte le tipologie trattate e 6 cent per la crema a uso alimentare (40% mg). 5 centesimi perduti anche a Parma dallo zangolato che toccherà verosimilmente quota 1€/kg il prossimo venerdì seguendo quanto registrato alla borsa merci reggiana nella seduta di ieri mattina..
Borsa di Milano 22 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,45€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,60€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,60€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg.
Borsa Verona 22 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,22-1,27 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 19 febbraio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 23 febbraio 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 - 1,00€/kg.
GRANA PADANO Inalterati da sei settimane consecutive i listini del Grana Padano. Confermati perciò i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO In totale controtendenza il Parmigiano Reggiano che, settimana dopo settimana, guadagna qualche centesimo. Addirittura il 24 mesi di stagionatura, dopo quattro settimane di stasi, ha ripreso quota anch'esso guadagnando 5 centesimi alla pari del 12 mesi.
Nello specifico quindi il 12 mesi si è riposizionato tra 8,15 e 8,55€/Kg. e il 24 mesi si è mosso tra 9,20 e 9,55€/Kg
La scorsa settimana è stata contraddistinta da una serie di ribassi che hanno coinvolto tutti i cereali e i semi di soia, nonostante il rimbalzo d'inizio settimana poi rapidamente rientrato. Consumi interni ancora molto limitati.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 febbraio 2016 -
I mercati d'origine, come anticipato domenica scorsa, iniziano a dare i primi segnali di ripresa con i fondi che hanno iniziato a allungarsi sul corn, sensibile al mercato dell'etanolo.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti.
Alcuni valori delle farine: proteica caricabile 310 €/ton normale 302 giugno 307 e 299, secondo semestre 307 e 299, il 2017 305 e 313. (prezzi base partenza porto di Ravenna).
Sul mercato nazionale, per tutta la scorsa settimana, è proseguita la serie di ribassi equamente distribuita su tutti i cereali a paglia (frumento tenero, frumento duro e orzo) e per i semi di soia. Solo il mais ha dimostrato una maggiore tenuta.
Bioenergetico. Prosegue senza sosta la caccia alle ultime partite di mais con tossine e ai contratti di cruscami che, in relazione alla qualità e posizione geografica, hanno prezzi compresi tra 125 e 135 euro/ton dal pronto a giugno. Si segnala del polverino di sansa d'oliva denocciolato a valori di 95€/ton reso Lombardia.
Indicatori internazionali 22 febbraio 2016
l'Indice dei noli è risalito a 315 punti, il petrolio ha ripreso quota a 32$ e il cambio si è aggiustato a 1,10603
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Al Labirinto della Masone a Fontanellato, si è tenuta la Parmigiano Reggiano Identity, un incontro diretto tra professionisti e produttori di Parmigiano Reggiano per favorire una scelta consapevole e per valorizzare l'artigianalità e le produzioni distintive. Una tappa verso la formazione della Piattaforma gastronomica regionale.
Reggio Emilia, 23 febbraio 2016
"L'incontro che si è tenuto oggi si inserisce nell'impegno assunto dal Consorzio per favorire la promozione dei caseifici e la loro presenza diretta sul mercato, incentivando la riconoscibilità del caseificio e della marca aziendale presso il consumatore finale con le vendite dirette negli spacci e nei negozi gestiti direttamente, le vendite on-line e con altre iniziative che abbiamo in campo, come Caseifici aperti e Caseifici in tour. Con la giornata di oggi ci siamo rivolti al mondo professionale della ristorazione e della gastronomia di qualità, per favorire l'incontro diretto tra i nostri produttori e gli utilizzatori finali. L'obiettivo è far diventare questo un appuntamento fisso, ed anche aperto in una prospettiva internazionale".
Così Giuseppe Alai, presidente del Consorzio, ha aperto l'incontro di presentazione della Parmigiano Reggiano Identity, che ha visto radunati dal Consorzio presso il Labirinto della Masone a Fontanellato di Parma 27 caseifici che si sono presentati con le loro diverse produzioni di Parmigiano Reggiano ai vari professionisti della ristorazione (cuochi, ristoratori, pizzaioli, enotecari) e della distribuzione di qualità (gastronomie, delicatessen, gourmandises). Questi professionisti hanno così potuto incontrare i produttori, conoscere le diverse realtà dei caseifici, per poter scegliere in modo più consapevole il Parmigiano Reggiano più adatto alle esigenze proprie e del proprio locale.
"Il Parmigiano Reggiano è un grande prodotto, con una lunga storia e tradizione, che si è mantenuta ad esempio nell'uso dei foraggi della zona di origine e nell'assenza di additivi nella sua produzione – ha affermato Riccardo Deserti, direttore del Consorzio, che ha coordinato l'organizzazione della giornata – ma ha una grande ricchezza: vi sono diverse declinazioni, particolarità, legate ai diversi ambienti dove lo si produce, pensiamo alla montagna, alla collina e alla pianura, legate alle razze delle vacche, come la pezzata nera, la bruna, la rossa reggiana e la bianca modenese, legate a diverse metodologie e certificazioni, come quelle da agricoltura biologica o kosher o halal. Già ora per il Parmigiano Reggiano si afferma nel mercato sempre più la domanda di questi prodotti specifici e distintivi. E poi, per tutti i caseifici, c'è l'artigiano casaro a fare la differenza. Mettere a disposizione degli operatori professionisti queste particolarità e la possibilità di conoscere i produttori, significa approfondire la conoscenza del prodotto e del nostro mondo da un lato, dall'altro consentire agli operatori della ristorazione e della gastronomia di mettere in risalto presso le loro clientele questa concreta possibilità di unicità. Significa anche percorrere una tappa verso la formazione della Piattaforma gastronomica regionale, il progetto lanciato l'anno scorso col Viaggio verso Expo della Regione Emilia Romagna e realizzato da ChefToChef, di cui il nostro Consorzio è socio fin dall'origine e che di cui abbiamo chiesto un forte coinvolgimento anche nella giornata di oggi".
Era infatti presente all'incontro lo chef Massimo Spigaroli, presidente dell'associazione ChefToChef emiliaromagnacuochi. "Ancora una volta il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie, e nel caso della Parmigiano Reggiano Identity anticipa, i bisogni della ristorazione. Una manifestazione che favorisce l'incontro tra chef e produttori coglie nel segno di rafforzare la necessità di uno chef di poter conoscere e a sua volta raccontare al cliente-ospite l'origine delle materie prime da lui utilizzate e le storie delle persone che le producono. Altrettanto significativa è la presentazione della nuova linea del quinto quarto del latte del Parmigiano Reggiano che, come ChefToChef, abbiamo deciso di adottare. Questi prodotti saranno anche il filo conduttore della prossima edizione di Centomani in programma lunedì 18 aprile".
L'incontro è stato chiuso da Simona Caselli, Assessore all'agricoltura della Regione Emilia Romagna: "Ritengo ottima questa iniziativa di filiera corta – ha dichiarato la Caselli – che favorisce la conoscenza reciproca tra la gastronomia e i produttori di Parmigiano Reggiano. Se tutti a livello mondiale esaltano la gastronomia della nostra regione, il merito è da condividere tra la ristorazione e i produttori di tutte le nostre eccellenze, grazie a una grande agricoltura e ad una capacità di trasformazione di eccellenza. Questa valorizzazione del nostro sistema deve avere l'obiettivo finale di aumentare il reddito dei produttori, per consentire loro di restare sul mercato e proseguire così il mantenimento in vita delle nostre filiere agroalimentari, con le ricadute sul sistema economico e l'equilibrio territoriale".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 15 - n° 07 21 febbraio 2016
Cereali, segnali tenui di ripresa. Il "Parmigiano" di segatura è USA. Il patrimonio di DOP e IGP. il caffè piace e fa bene. italian Sounding. Il consorzio del Parmigiano Raggiano ricorda il senatore Mora.Editoriale, la doccia fredda della Corte dei Conti.
SOMMARIO Anno 15 - n° 07 21 febbraio 2016 (prodotto in allegato scaricabile in formato pdf)
1.1 editoriale La doccia fredda della Corte dei Conti
2.1 formaggio e sicurezza Se il "parmigiano" ha la segatura, allora è statunitense
3.1 cereali Cereali, verso la ripresa?
4.1 Lattiero Caseario Latte e derivati, sempre in crisi.
5.1 DOP e IGP, un patrimonio Dop e IGP, un patrimonio da 13,4 miliardi
6.1 salute e benessere Boom di celiaci e il settore agroalimentare torna al passato
6.2 agricoltura Produzione integrata: l'agricoltura sempre più attenta all'ambiente
6.3 export Export, Alleanza cooperative: agroalimentare sulla strada giusta. recuperare deficit bilancia commerciale (-6 mld)
7.1 gestione allevamenti Allevamenti, la rete rivoluziona la gestione di stalle e imprese del settore
7.1 caffè Il caffè piace e fa bene
7.3 italian sounding Italian Sounds better, in Colombia e Messico spopola il sounding legale
8.1 Lutto Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ricorda il Senatore Giampaolo Mora
8.2 cereali Cereali, tenui segnali rialzisti
9.1 latte Latte, eccesso di produzione e mercato al ribasso. La risposta di Alleanza Cooperative
11.1 promozioni "vino" e partners
Vola a +8% l'export DOP IGP che rappresenta il 21% delle esportazioni italiane di settore. Presentato il tredicesimo rapporto Ismea - Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentari e vitivinicole
È stato presentato a Roma, lo scorso 17 febbraio presso l'Hotel Quirinale, alla presenza dei Presidenti delle Commissioni Agricole di Camera e Senato Luca Sani e Roberto Formigoni, del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dell'europarlamentare Paolo De Castro, il tredicesimo rapporto Ismea – Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentare e vitivinicole Dop, Igp e Stg.
La presentazione del rapporto è stata quest'anno l'occasione per organizzare una giornata nazionale della Qualità Agroalimentare, iniziativa promossa dal Ministero delle Politiche Agricole e realizzata da Ismea, con l'obiettivo di coinvolgere tutti gli stakeholders sui fattori strategici di sviluppo, attraverso l'organizzazione di sette tavoli di lavoro tematici.
PRINCIPALI NUMERI DEL COMPARTO
Una quantità certificata pari a 1,47 milioni di tonnellate di prodotti Food e 23 milioni di ettolitri per il comparto Wine.
Complessivamente il valore alla produzione Food e Wine raggiunge i 13,4 miliardi di euro, per una crescita del +4% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell'industria agroalimentare; il valore delle esportazioni è di 7,1 miliardi di euro, un incremento di oltre il +8% su base annua, per un peso del 21% sul totale dell'export agroalimentare italiano (anno produzione 2014).
L'Italia rimane leader mondiale per numero certificazioni, con 805 prodotti iscritti nel registro UE, di cui 282 Food e 523 Wine (dati al 10.02.2016).
Un sistema che garantisce qualità, sicurezza e trasparenza anche attraverso i 219 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 124 per i prodotti agroalimentari certificati e 95 per i vini DOP e IGP.
NUOVE REGISTRAZIONI - EUROPA
Continua a crescere il numero delle Indicazioni Geografiche nel mondo: nel corso del 2015 sono stati registrati 62 nuovi prodotti, di cui due Extra Europei, segnando un incremento per il comparto Food del +4,9% rispetto al 2014. Sul podio per maggior numero di prodotti registrati, si trova l'Italia al primo posto (+9 IG), seguita dalla "new entry" Croazia (+8 IG) e dal Portogallo (+8 IG). A questi dati si aggiungono le nuove registrazioni dal 1 gennaio al 10 febbraio 2016: una DOP e 7 IGP, per un totale di 1.319 IG Food nel mondo (1.300 UE + 19 Extra UE), che si affiancano alle 1.579 denominazioni Wine.
NUOVE REGISTRAZIONI – ITALIA
Oltre a detenere il primato per numero di nuove registrazioni nel corso del 2015 con 9 prodotti, l'Italia si conferma il Paese con maggior numero di prodotti DOP, IGP, STG al mondo: al 10 febbraio 2016 si contano nel nostro Paese 805 prodotti certificati, 282 Food e 523 Wine, suddivisi in 569 DOP, 234 IGP e 2 STG. Dietro di noi seguono Francia (658), Spagna (318), Grecia (250) e Portogallo (173). Approfondendo l'analisi a livello territoriale, le regioni con maggior numero di certificazioni sono il Veneto e la Toscana con 90 prodotti, il Piemonte con 81, la Lombardia con 77 e l'Emilia Romagna con 73.
DATI PRODUTTIVI ED ECONOMICI SISTEMA IG (FOOD E WINE)
Il valore complessivo alla produzione del sistema IG ammonta a 13,4 miliardi di euro, in crescita del +4% rispetto al 2013, e rappresenta una quota pari al 10% del fatturato totale dell'industria alimentare. In termini di export, il sistema IG raggiunge i 7,1 miliardi di euro, in forte crescita sull'anno precedente (+8,2%): costituisce un traino fondamentale per il made in Italy nel mondo, contribuendo per il 21% all'ammontare complessivo delle esportazioni agroalimentari nazionali.
IMPATTO ECONOMICO TERRITORIALE PER PROVINCIA ITALIANA DEL SISTEMA IG
L'analisi della distribuzione dei prodotti DOP IGP sul territorio nazionale offre un'informazione preziosa: non esiste un solo comune italiano "senza prodotti certificati". Gli areali di produzione delle denominazioni nel loro complesso coinvolgono capillarmente tutto il Paese, con zone ad alta presenza di filiere agroalimentari di qualità ed altre con intensità minore. Ciò ha suggerito un'analisi sul valore economico legato alle filiere DOP IGP per relativo areale di produzione, per restituire un'immagine dell'impatto del sistema IG sui territori d'Italia. Per il comparto Food, ad esempio, la provincia di Parma risulta il distretto con il maggior ritorno in termini economici, grazie al discreto numero di filiere DOP IGP (12) che insistono nei comuni del territorio, ma soprattutto all'entità del valore economico ad esse collegato (basti pensare a prodotti come il Parmigiano Reggiano DOP e Prosciutto di Parma DOP). Per il comparto Wine la stessa operazione restituisce un'Italia con "gradazioni di impatto" diverse sui territori: la provincia con maggior ritorno economico è quella di Verona, in cui si contano 24 denominazioni DOP IGP, con la presenza di prodotti dal grande peso in valore (su tutte il Prosecco DOP e il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP).
DATI PRODUTTIVI ED ECONOMICI FOOD
Nel comparto Food nel 2014 è stata certificata una quantità pari a 1,47 milioni di tonnellate (+12,6% sul 2013), che ha permesso di raggiungere un valore alla produzione complessivo di 6,4 miliardi di euro per una crescita del +2,5% rispetto al 2013 (+4,2% l'incremento del valore al consumo). L'export, che copre una quota prossima al 40% della produzione, mostra risultati eccellenti nel 2014: con 2,8 miliardi di euro, le esportazioni crescono del +13% rispetto al 2013, con una dinamica quasi doppia rispetto al già rilevante risultato dell'agroalimentare totale (+7,7%).
Dati produttivi ed economici Wine
La produzione di vini di qualità in Italia è strutturalmente in crescita. Nel 2014 hanno ottenuto la certificazione DOP 13,4 milioni di ettolitri (+7% su base annua). Una lieve battuta d'arresto si è avuta nel comparto delle IGP, attestate a 9,5 milioni di ettolitri di cui quasi 1 milione è stato esportato all'estero sfuso. La quantità certificata complessiva di quasi 23 milioni di ettolitri, vale 7 miliardi di euro alla produzione, per un +5% su base annua. Le esportazioni di vino DOP IGP hanno raggiunto un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro (+4%): negli ultimi cinque anni il valore all'export ha avuto incrementi complessivi di oltre il +30% sia nel segmento delle DOP che delle IGP.
COMUNICAZIONE
Circa 30 milioni di euro investiti in comunicazione (secondo quanto dichiarato dai Consorzi di tutela rispondenti all'indagine), destinati soprattutto a pubblicità in televisione (52%), partecipazione a fiere (11%) e carta stampata (11%). I Consorzi dei Formaggi sono quelli che investono di più in comunicazione. Risorse a parte, l'attività di promozione più presidiata dai Consorzi è la partecipazione a fiere (70% a eventi nazionali, 30% a eventi internazionali). Circa 4 Consorzi su 10 utilizzano Social Network (38%), in oltre la metà dei casi ricorrendo a più di un canale (con Facebook che si conferma lo strumento nettamente più diffuso).
LEGISLAZIONE
Oltre alle nuove IG registrate nel 2015, si contano nel corso dell'anno 12 richieste di registrazione da parte dell'Italia, 66 da parte degli altri Paesi membri UE, 4 da parte di Paesi Extra UE. Nel nostro Paese sono inoltre state effettuate 11 modifiche a disciplinari, avanzate 10 domande di modifica a disciplinari e applicate 2 protezioni transitorie. Il tutto in un contesto che vede riconosciuti dal Mipaaf: 124 Consorzi di tutela agroalimentari, 95 Consorzi di tutela vini e 212 agenti vigilatori.
(Ismea Roma 17 febbraio 2016)
Il numero di celiaci in Italia continua ad aumentare, un incremento di oltre il 15% in due anni, dal 2012 al 2014, secondo i dati del Ministero della salute. Gli italiani affetti da questa patologia autoimmune sono oltre 170 mila, soprattutto concentrati al nord.
Il dato non tiene conto della sensibilità e dell'intolleranza al glutine sviluppata da sempre più ampie fasce della popolazione e che portano disturbi di vario genere, spesso confusi con malattie dell'intestino, come il morbo di Crohn.
Oltre a preoccupare le autorità sanitarie nazionali, il boom dei celiaci ha interessato anche l'industria alimentare e la Grande Distribuzione. Grazie all'innovazione tecnologica sono stati sviluppati processi in grado di separare il glutine e quindi produrre cibi adatti ai celiaci. Un percorso a ritroso dopo che, negli anni 1950, proprio l'industria aveva stimolato il miglioramento genetico dei cereali, ma anche della soia, per l'ottenimento di farine ad alto tenore di questa proteina.
Se l'industria alimentare pensa a come eliminare il glutine in fase di preparazione del cibo, sempre più spesso gli artigiani del cibo italiani guardano al passato per produrre paste, farine e prodotti da forno naturalmente poveri di glutine. Tutto parte da scoperte archeologiche, come quella di un laboratorio del pane in Sardegna, risalente a 1300 anni prima di Cristo, scoperto presso la casa del nuraghe Arrubiu. Anche grazie a queste scoperte è stato possibile accertare che i grani antichi erano molto poveri di glutine. È partita così una corsa alla valorizzazione del nostro germoplasma cerealicolo.
Tra i grani oggi riscoperti vi sono il Senatore Cappelli, ma anche il Saragolla, la Tumminia, il Grano Monococco, il Gentil Rosso, la Verna, il Rieti. Questi grani hanno il vantaggio di avere un più equilibrato rapporto tra amido e proteine, tra cui il glutine. La pasta, il pane e i prodotti da forno ottenuti con tali farine spesso vantano caratteristiche di migliore digeribilità e anche assimilazione dei nutrienti rispetto ai prodotti standard, oltre che sapori, gusti e odori più complessi. Di fronte alla crescente attenzione all'alimentazione, industria e artigiani del gusto prendono strade diverse, la prima affidandosi all'innovazione di processo, i secondi riscoprendo virtù salutistiche che vengono dal passato.
[Fonte: Teatro Naturale per Sol&Agrifood]
Export, Alleanza cooperative: agroalimentare sulla strada giusta. recuperare deficit bilancia commerciale (-6 mld).
Roma "Abbiamo imboccato la strada giusta, con il record (36,85 mld di euro) delle nostre esportazioni agroalimentari nel mondo. Ora, se vogliamo volgere in nostro favore la bilancia commerciale del settore – che è ancora in deficit di quasi 6mld di euro – dobbiamo intensificare le azioni di supporto all'internazionalizzazione, a partire dalle aggregazioni tra imprese e dagli accordi commerciali bilaterali, in particolare con mercati nuovi o emergenti".
Lo ha detto il presidente di Alleanza delle Cooperative – settore Agroalimentare, Giorgio Mercuri, in merito ai dati definitivi sul commercio estero diffusi oggi dall'Istat. "Non è un caso – ha aggiunto Mercuri – che il premier Renzi abbia fissato il traguardo per il settore a 50mld di euro entro il 2020: ad oggi le nostre importazioni agricole e agroalimentari sfiorano i 43mld e, per un Paese con le nostre potenzialità, bilanciare il saldo commerciale dovrebbe rappresentare il minimo consentito".
Secondo Alleanza delle Cooperative, nonostante la crescita, il dettaglio degli indici Istat fissa un disavanzo nella bilancia commerciale sotto la voce agricoltura (agricoltura, silvicoltura e pesca) di 7,1mld di euro con un export dall'Italia che raggiunge i 6,6mld di euro. All'indice alimentari, bevande e tabacco il valore esportato è di 30,2mld di euro, con un attivo 1,2mld di euro grazie alla crescita della domanda nei Paesi terzi.
(Roma 16 febbraio 2016 - Alleanza Cooperative - Nella Foto il Presidente di Alleanza Cooperative Mercuri insieme al Commissario Hogan)
Due strumenti informatici che in breve tempo diventeranno irrinunciabili per chiunque voglia gestire in modo oculato la propria mandria, la salubrità dell'allevamento e l'economicità dell'impresa.
Parma 16-2-2016- In un momento di difficoltà diffusa del settore, la raccolta, la comparazione e la successiva comunicazione mirata -caso per caso- delle strategie migliori per ottimizzare la propria attività, rappresentano oggi un traguardo collettivo per migliorare nei fatti i rendimenti dell' intero comparto.
Così, tutte le informazioni depositate negli archivi storici delle associazioni o nei files degli allevatori, grazie agli innovativi programmi informatici Si@lleva di Ara ER e Farmereport di Emilcap-Consorzio Agrario di Parma, forniranno una statistica complessiva fedele che consentirà per la prima volta di ottenere la garanzia di singole proiezioni sulle stalle di altissima precisione.
Dati comuni che disegneranno i trend e potranno determinare anche le azioni da mettere in campo e le politiche d'intervento più adeguate unendo, in una piattaforma informatica comunicante, la statistica e la scienza. I due programmi, presentati ai numerosi allevatori intervenuti nei giorni scorsi all'incontro organizzato al Consorzio Agrario di Parma con i massimi esponenti regionali e locali e tecnici di Cap, ARA ER ed Emilcap, consentiranno così di fare analisi produttive, sanitarie, genetiche, farmacologiche e finanziarie, mixando la raccolta dello "storico" di ogni impresa, misurazioni individuali, controlli periodici in stalla, gestione dei farmaci più efficaci e tracciabili e una sostanziale semplificazione delle molteplici richieste di adempimento burocratico.
"Il Consorzio Agrario di Parma è dei produttori – ha sottolineato durante l'incontro Giorgio Grenzi presidente CAP insieme a Stefano Villa ad di Emilcap - e gli strumenti innovativi che forniamo potranno garantire un miglioramento concreto della qualità del loro lavoro quotidiano nelle imprese. Queste piattaforme elaborate con ARA ER ed Emilcap sono una vera rivoluzione nel rendere l'allevamento una rete di confronto aperta, con banche-dati oggi diventati imprescindibili".
Soddisfatti del risultato i rappresentanti degli allevatori Claudio Bovo (direttore regionale ARAER) e Alessandro Raffaini (direttore di Parma ARAER) "Innovare e gestire il cambiamento significa individuare reali strumenti per migliorare la vita e il lavoro degli allevatori, queste piattaforme che si intersecano vanno del tutto verso questa direzione e con un rapido processo di informatizzazione assicureranno maggior sviluppo e migliori funzionalità oltre al risparmio economico".
Il caffè è sicuramente tra i piaceri irrinunciabili degli italiani, ma prima di essersi diffusa nel Vecchio Continente, le proprietà del caffè erano ben note in Africa e nel Medio Oriente.
Già intorno al 1450, i mistici sufi dello Yemen sfruttavano le capacità eccitanti del caffè per tenersi svegli durante le veglie religiose notturne. Solo un secolo dopo gli europei descrissero la pianta, tra i primi un italiano, il botanico Prospero Alpini, nel suo libro De Medicina Aegyptiorum del 1591.
Da allora il caffè è diventato parte integrante della nostra cultura. Basti pensare che già verso il 1700 ogni città europea aveva almeno un caffè. Dopo aver effettuato qualche tentativo, l'Italia abbandonò presto le velleità di diventare produttrice di caffè, lasciando la coltivazione a Brasile, Colombia e Indonesia che ancor oggi rappresentano i maggiori produttori mondiali.
Oltre ad apprezzare aromi e profumi, magari di sapienti miscele tra le varie cultivar di caffè, questa bevanda è sempre più benvoluta per le sue virtù salutistiche. Sono molti gli studi clinici che dimostrano che un consumo moderato di caffè riduce il rischio di diabete e di cancro del colon, inoltre protegge dalle malattie gengivali e dentali e sarebbe utile anche per la vista.
La più recente ricerca sulle virtù salutistiche del caffè è dell'Università di Southampton in Inghilterra. I ricercatori inglesi hanno scoperto che il consumo di due tazze di caffè al giorno può prevenire l'insorgenza della cirrosi al fegato, anche del 44%. La cirrosi è la dodicesima causa principale di morte per malattia negli Stati Uniti.
[Fonte: Teatro Naturale per Sol&Agrifood]
Mercuri (Alleanza Cooperative): "Missione positiva con il Commissario Hogan, obiettivo regolamentazione marchi UE"
Roma - Queso Parmigiano, ricotta dell'azienda colombiana 'Dibufala', mozzarella e mascarpone della 'Delizie italiane' di Bogotá. Nei supermarket (foto) di Colombia e Messico spopola la voglia di Italian food, ma per ora si vedono solo 'sosia' perfettamente legali. Complice una diversa regolamentazione e le barriere in entrata dall'Ue, che sui formaggi arrivano fino al 125%.
"Non ci aspettavamo tutta questa evocazione dei prodotti italiani ed europei, a riprova che il sounding nel mondo arriva prima dell'originale – ha detto il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari italiane, Giorgio Mercuri, in missione nei 2 Paesi assieme al Commissario all'Agricoltura, Phil Hogan e a una delegazione di circa 40 imprese europee -. Significa – ha proseguito - che in questi mercati emergenti c'è tanto da lavorare, a partire dalla protezione dei nostri marchi. Abbiamo riscontrato aperture importanti, come nel caso della Colombia, che si è già messa a disposizione per aprire di più il mercato e facilitare l'esportazione di formaggi e carni".
(Alleanza Cooperative Roma 11 febbraio 2016)
Ancora tenui i segnali di una ripresa dei valori dei cereali. dopo gli accordi OPEC, che peraltro sembra vengano mantenuti, il dollaro si rafforza leggermente così come il petrolio. Fa meno paura la siccità anche se qualche preoccupazione per la prossima campagna cerealicola rimane.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 19 febbraio 2016 -
I mercati d'origine non mostrano ancora evidenti segnali di ripresa seppure qualche scossa in tal senso sia stata registrata nella settimana appena conclusa.
Stando a Agrimoney i fondi sono ancora troppo corti in merce e il mercato così basso prelude a loro possibili fulminee ricoperture. Dopo l'accordo tra USA e Arabia Saudita, a lasciare inalterata la produzione e la verifica che pure l'Iran mantiene fede agli impegni presi con l'OPEC, il petrolio ha cominciato a riprendere quota superando i 33€/barile e la valuta statunitense si è leggermente rafforzata rispetto all'euro.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi domestici nonostante le pressioni a vendere provenienti dalla Francia e dai paesi dell'EST che cominciano a temere di non svuotare i magazzini prima dell'inizio della nuova campagna cerealicola. Alla borsa di Brescia sono stati realizzati contratti di 165€/ton per l'orzo e di 175 per il mai con garanzie.
Sta rientrando la psicosi da siccità pur rimanendo qualche timore sul prossimo raccolto estivo.
Bioenergetico. Il settore bioenergetico è ancora alle prese con la affannosa ricerca delle ultime partite di mais tossico e i contratti di cruscami ruotano tra i 125 e i 135 €/ton a giugno sulla base della qualità.
Indicatori internazionali (18 febbraio 2016)
l'Indice dei noli è leggera crescita a 307 punti, il petrolio è risalito 33,71$ dopo l'accordo tra USA e Arabia Saudita di mantenere la produzione e il cambio si è abbassato a 1,10849
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Latte, Mercuri (alleanza cooperative): Eccesso di produzione e mercato al ribasso. A gennaio -10% di domanda interna. Aperto tavolo di confronto della cooperazione.
Roma - "Il mercato del latte è in piena défaillance. Perché non ce la fa ad assorbire l'eccesso di produzione del 5%, determinato dalla fine delle quote latte, e perché contemporaneamente ha subito gli shock dell'embargo russo, la diminuzione dell'export verso la Cina e la caduta dei consumi nazionali che a gennaio ha fatto registrare un -10%. Per questo a fine mese la cooperazione italiana – che rappresenta il 70% della materia prima nazionale - aprirà un confronto per reagire al cedimento del settore".
Lo ha detto il presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane agroalimentari, Giorgio Mercuri, che ha aggiunto: "A soffrire di più sono le aziende ben strutturate, che negli anni hanno fatto investimenti importanti e che ora faticano a sostenere quei costi; per questo occorre invertire la tendenza e individuare nuovi strumenti che portino alla riduzione delle produzioni e che possano agevolare il superamento di questo momento di fortissimo squilibrio tra domanda e offerta. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere le imprese, per cui sarebbe opportuno prevedere anche misure in grado di legare il prezzo del latte al valore del mercato dei formaggi Dop e garantire così una giusta remunerazione, come peraltro espressamente previsto dal regolamento comunitario sulla regolamentazione dell'offerta di tali prodotti".
Mercuri ha poi annunciato che la cooperazione ha aperto un confronto all'interno dei propri organi per arrivare entro pochi giorni alla definizione di alcune proposte concrete: "È in agenda – ha detto - un incontro del coordinamento settoriale dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, per definire le strategie finanziarie e le misure strutturali oltre che per dare risposte concrete al comparto". Un confronto interno che nasce anche in seguito a quanto espresso dal presidente di AOP Latte Italia (associazione delle organizzazioni di produttori), Carlo Mizzi, dopo l'ultimo Cda della realtà cooperativa che vale il 10% della produzione nazionale e rappresenta 1000 soci.
Con 27.550 allevamenti (pari al 68% del totale in Italia) e circa 700 imprese cooperative che raccolgono il 70% della materia prima nazionale (quasi 7 milioni di tonnellate di latte), la cooperazione contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di circa 7 miliardi di euro (export all'11%), che corrisponde al 45% del fatturato complessivo della filiera. Un valore, quest'ultimo, che esprime il 19% del fatturato globale della cooperazione agroalimentare.
(Alleanza Cooperative 19 febbraio 2019)
Scoperta segatura di legno in una confezione di formaggio duro grattugiato made in Usa. Il Consorzio di tutela chiede nuovamente la rimozione delle norme che consentono la circolazione di prodotti di imitazione e caratterizzati da elementi di "italian sounding".
Reggio Emilia, 19 febbraio 2016 -
"La scoperta di segatura di legno in una confezione di formaggio duro grattugiato made in Usa e venduto come "parmesan" conferma che i consumatori statunitensi continuano ad essere esposti a rischi di frodi e contraffazioni che vanno assolutamente rimossi nell'ambito dei negoziati TTIP tra Unione Europea e Usa, consentendo di eliminare anche i danni che continuano a riversarsi sui produttori di Parmigiano Reggiano a causa di imitazioni e richiami alla denominazione originale che generano confusione e sospetti tra i consumatori d'oltre oceano".
Così il Consorzio del Parmigiano Reggiano scende in campo all'indomani della scoperta, da parte della FDA (Food and Drugs Administartion, ente governativo degli Usa che si occupa della regolamentazione degli alimenti e dei farmaci) di cellulosa in confezioni di formaggio duro statunitense grattugiato, scoperta evidenziata in un servizio giornalistico dell'agenzia Bloomberg dei giorni scorsi che ha portato il caso all'attenzione dei media e dei consumatori sulla presenza eccessiva di cellulosa – definita "segatura di legno" – oltre i limiti della normativa consentita negli Stati Uniti.
"Una situazione – spiega il Consorzio – che in alcun modo si può verificare con il ricorso ad autentico Parmigiano Reggiano, perché l'uso della denominazione comporta proprio l'uso esclusivo del nostro formaggio e l'assenza di qualsiasi additivo e coadiuvante". "Se il prodotto reperibile negli Usa è accompagnato dal marchio "fetta e forma" – prosegue il Consorzio – questo significa, oltretutto, che è stato importato dall'Italia già confezionato e controllato, escludendo così qualsiasi ipotesi di manipolazione". D'altra parte, sottolinea il Consorzio, nel mercato americano è molto diffusa la pratica di grattugiare i formaggi a livello di singoli punti vendita o da ditte specializzate locali. Anche in questo caso emerge un grande differenza tra formaggi di imitazione ed il vero Parmigiano Reggiano. Quest'ultimo, infatti, essendo l'unico formaggio che raggiunge stagionature di 24 mesi ed oltre, una volta grattugiato non richiede l'uso di coadiuvanti – quali la segatura di legno o cellulosa – per evitare la formazione di grumi. Viceversa, i formaggi duri di imitazione, essendo molto meno stagionati e più umidi, necessitano quasi obbligatoriamente di coadiuvanti e antiagglomeranti per evitare grumi nel formaggio.
"Il vero problema – secondo l'Ente di tutela – è rappresentato dai prodotti che circolano liberamente negli Stati Uniti e sono caratterizzati non solo da denominazioni ambigue, ma anche da elementi grafici che sulle confezioni si richiamano direttamente al nostro Paese (il tricolore è il più usato, ma speso vi sono richiami a monumenti e opere d'arte), inducendo i consumatori a ritenere che il prodotto provenga dall'Italia".
"I dati delle nostre più recenti ricerche – prosegue il Consorzio – ci dicono quanto alta sia la probabilità che i consumatori vengano ingannati: di fronte a confezioni caratterizzate da elementi di "italian sounding", infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
"La vicenda della cellulosa nelle confezioni di formaggio americano proposto come "parmesan" – conclude l'Ente di tutela – dimostra da una parte che la sicurezza, anche negli Usa, risiede solo nell'acquisto di autentico Parmigiano Reggiano e, dall'altra, ripropone l'urgenza di nuove norme di tutela che negli Stati Uniti consentano una reale difesa degli interessi dei consumatori e, contemporaneamente, la tutela di quella dei produttori italiani, danneggiati dalla libera circolazione di prodotti di imitazione ed evocativi della nostra denominazione che ammontano a 100.000 tonnellate".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Le dichiarazioni di Draghi riportano fiducia sui mercati e i fondi, a corto di merci, potrebbero innescare un aumento dei valori dei mercati all'origine.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 17 febbraio 2016 -
I mercati d'origine languono ancora, seppure qualche scossa rialzista sembra profilarsi all'orizzonte sul Chicago Board. Infatti, secondo Agrimoney i fondi sono troppo corti in merce e il mercato così basso prelude a loro possibili fulminee ricoperture. Inoltre il petrolio ha ripreso fiato e l'ipotesi di nuove iniezioni di liquidità da parte della BCE ha riportato in equilibrio il cambio €/$.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi. Orzo e grano in flessione indipendentemente dalla qualità.
Bioenergetico. Il settore sta metabolizzando che il futuro sarà complesso soprattutto riguardo il reperimento di amidacei. Aperta la caccia alle ultime partite di mais con tossine. Taluni operatori hanno cominciato a cercare alternative (cereali scondizionati, sansa, residui industriali vari).
Indicatori internazionali 15 febbraio
l'Indice dei noli è rimasto quasi inalterato a 295 punti, il petrolio è risalito 30,70$ e il cambio si è aggiustato a 1,11626
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Continua la caduta libera del latte e dei derivati mentre unico prodotto in controtendenza rimane il Parmigiano Reggiano, seppure limitatamente al prodotto fresco.
di Virgilio Parma 17 febbraio 2016
LATTE SPOT Prosegue la fase discendente del latte spot. Cede il crudo nazionale che rompe il muro dei 30 € (29,90 - 31,96€/100 litri di latte) -3,23%. Dopo 4 settimane di rovinosa discesa il latte scremato di provenienza francese si è preso un momento di pausa confermando i listini tra 22,68 e 24,74€/100 litri.
BURRO E PANNA Discesa libera per il burro. Ancora 5 centesimi lasciati sul campo dai listini milanesi. Limitata a 4 centesimi la perdita della Crema a uso alimentare. Il Burro zangolato crolla anche nel parmense con un obiettivo di altri 5 centesimi in meno, come la borsa di Reggio di ieri ha anticipato. Nemmeno la panna quotata alla borsa scaligera ha resistito all'onda d'urto della crisi persistente dei derivati del latte.
Borsa di Milano 15 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,50€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,65€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,65€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,45€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,26€/Kg.
Borsa Verona 15 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,25-1,30 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 12 febbraio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 16 febbraio 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 - 1,05€/kg.
GRANA PADANO Quinta settimana di stasi per i listini del Grana Padano registrati alla borsa merci milanese. Confermati perciò i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Unico prodotto in controtendenza rimane il Parmigiano Reggiano che, alla borsa merci comprensoriale di Parma, guadagna quasi l'1% (0,91%) limitatamente al 12 mesi di stagionatura. Invariati invece i listini del 24 mesi di invecchiamento. Nello specifico quindi il 12 mesi si è riposizionato tra 8,10 e 8,50€/Kg. mentre il 24 mesi è fermo tra 9,15 e 9,50€/Kg
(In galleria immagini tutti i grafici)
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
Reggio Emilia - Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal regolamento e dagli accordi interprofessionali tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo "a riferimento" del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/9-31/12/2014 nella misura di:
€ 44,35 il q.le, IVA compresa e franco stalla
Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (08/02/2016)
Cereali, mercati in catalessi. latte, ancora crisi. Vino, cresce del 22% l'export dei vini toscani. Nuove IGP, tocca ai cappellacci ferraresi. Cirio cresce nel Regno Unito. Editoriale: Epidemia si o epidemia no, Zika contro meningite.
SOMMARIO Anno 15 - n° 06 14 febbraio 2016
1.1 editoriale Epidemia Si, Epidemia No. Zika contro meningite
3.1 cereali Cereali, in balia dei flutti finanziari
4.1 Lattiero Caseario Ancora stato di crisi per il latte e i suoi derivati.
5.1 prezzo del latte Prezzo "a riferimento" del latte industriale. III quadrimestre 2014
5.2 eventi vino Il 50° Vinitaly dedica a Giacomo Tachis una degustazione storica dei suoi vini
5.2 nomine E' Francesco Zambonini il nuovo responsabile della Zona CIA di Reggio Emilia
6.1 vino L'export dei vini toscani cresce del +22%
7.1 energia e cooperazione Power Energia, cresce ancora la base sociale
7.2 nuove IGP IGP ai Cappellacci di zucca ferraresi
8.1Cereali Cereali, mercati in "catalessi"
9.1 eventi Le varie identità del Parmigiano Reggiano
9.2 export Export, non si arresta il boom dei prodotti Cirio in Regno Unito. +20%
10.1 eventi L'agricoltura Urbana sposa la creatività e diventa arte
11.1 promozioni "vino" e partners