Sarà uno dei momenti fondamentali per ripercorrere le tappe del "Rinascimento" del vino italiano degli ultimi 50 anni.
Verona – Ci sono uomini cui tanti devono molto e Giacomo Tachis è uno di questi. Uomo raro, intelligente, colto, umile, ironico, ha scritto le pagine fondamentali dell'enologia e della vitivinicoltura italiane moderne.
Interprete acuto delle potenzialità del territorio, ha creato vini straordinari, capaci di far scoprire e valorizzare anche regioni enologiche meno conosciute.
A lui ed ai suoi vini, che hanno fatto la storia degli ultimi 50 del vino italiano, Vinitaly dedicherà la più importante degustazione della 50ª edizione (10-13 aprile 2016).
«Il racconto di ciò che ha creato lo faranno quei produttori che hanno avuto l'intuizione, il privilegio e l'onore di lavorare al suo fianco – ha dichiarato Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere –. Giacomo Tachis ha rappresentato il Rinascimento dei vini italiani e resterà per sempre nella Storia dell'enologia italiana e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto».
(VeronaFiere 8 febbraio 2016)
Francesco Zambonini sostituisce Giorgio Davoli in pensione da fine 2015. in passato anche direttore della CIA di Reggio Emilia, oltre ad essere stato per due mandati Sindaco del Comune di Ramiseto.
Reggio Emilia -10 febbraio 2016 - Completato nei giorni scorsi il riassetto della CIA reggiana, con una serie di movimenti del personale originati dall'andata in pensione a fine 2015 del responsabile della Zona Reggio Giorgio Davoli. Il nuovo responsabile è Francesco Zambonini, com'è stato comunicato nei giorni scorsi alla Direzione zonale.
Questi lascia l'ufficio contrattuale provinciale, incarico che viene assunto da Augusto Pistelli, che a sua volta ha lasciato la responsabilità della Zona di Guastalla a Monia Rondini.
Con Zambonini (che mantiene la responsabilità dell'ufficio tecnico e resta referente per la caccia) è stato scelto - dal Direttore e dalla Giunta provinciale - per la zona centrale dell'organizzazione un elemento di provata esperienza: è stato infatti in passato anche direttore della CIA di Reggio Emilia, oltre ad essere stato per due mandati Sindaco del Comune di Ramiseto.
La Zona di Reggio richiedeva un intervento di questa portata, dato che negli ultimi mesi ha subito un profondo rinnovamento nell'area imprese: oltre a Davoli vi è stato infatti un altro pensionamento (Cinzia Soncini), e due funzionarie sono attualmente in maternità.
La Zona – di cui è presidente l'imprenditore viticolo Lorenzo Catellani – comprende oltre al comune di Reggio anche Albinea, Cadelbosco Sopra, Casalgrande, Castellarano, Castelnovo Sotto e Scandiano.
Vino – Tornano a crescere anche i Bianchi grazie a Stati Uniti e Canada. Calo in Europa. 2015 super per le esportazioni della Toscana che ora tenta il sorpasso del Piemonte. Il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze il Buy Wine con circa 250 buyer da 36 Paesi.
Firenze, 8 febbraio 2016 – Il 2015, per il vino toscano, potrebbe passare alla storia come l'anno del grande sorpasso sul Piemonte per quanto riguarda l'export. Nei primi 9 mesi dello scorso anno, infatti, il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 21.9% (media nazionale 5.4%), superando i 646.4 milioni di euro in valore. Trend che, se confermato anche per l'ultimo trimestre dell'anno, porterebbe l'export toscano alla cifra record di 923.4 milioni di euro.
A dirlo Toscana Promozione nel corso della conferenza stampa di presentazione di Buy Wine, l'evento che coinvolgerà 200 produttori toscani e circa 250 buyer internazionali provenienti da 36 Paesi, in programma il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze. Ad un passo da quello che è stato l'export del Piemonte nel 2014 che però sta perdendo quote, facendo registrare, da gennaio a settembre 2015, un calo di circa il 4% nelle esportazioni. Quello appena concluso è il sesto anno consecutivo di crescita per l'expo dei vini toscani che, per la prima volta nella storia, si avvicinano al miliardo di euro. Una cifra che oggi riesce a superare solo il Veneto, da tempo leader di questa particolare classifica.
Dal 2003 ad oggi il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 102.4% in valore, facendo registrare solo due risultati negativi, in concomitanza della crisi economico finanziaria del 2008-2009. Una breve parentesi che, in realtà, ha fatto da preludio ad una delle stagioni più felici per l'export toscano che dal 2009 al 2015 è cresciuto del 81%. Come se non bastasse, peraltro, il risultato del 2015 supera del 89% quello del 2005, ossia della miglior annata per l'export dei vini toscani prima della crisi. Una performance che aumenta il peso toscano sul totale delle esportazioni nazionali passando dal 14.8% del 2014 al 16.7% del 2015. Dato, quest'ultimo, che consolida il terzo posto della Toscana in Italia dopo Veneto e Piemonte, con buone possibilità di conquistare, però, la seconda piazza.
Il successo dell'enologia toscana nel mondo è trainato, in primo luogo, dai vini DOP (Rossi e Bianchi) che rappresentano il 64.6% dell'export regionale di vini in valore e che nei primi 9 mesi del 2014 (gennaio-settembre) hanno fatto registrare un incremento nelle esportazioni del +9%, attestandosi ampiamente sopra quota 416 milioni di euro a cui corrisponde però un calo del -5.6% in quantità. Un andamento, quello dell'export toscano, determinato dall'aumento dei prezzi alla produzione delle Dop. Come risulta dall'ultimo rapporto Ismea, infatti, in un 2015 caratterizzato da un aumento medio dell'8% a livello nazionale, alcune delle principali denominazioni toscane fanno registrare invece un incremento a due cifre. E' il caso del Brunello di Montalcino (+14.9%), del Chianti Classico (+36,9%) e del Nobile di Montepulciano (+24.5%). In calo, invece, i prezzi alla produzione delle Dop Chianti (-5.4%), Chianti Colli Senesi (-1.8%) e Vernaccia di San Gimignano (-4.4%).
Le Aree di mercato principali per il vino toscano a denominazione d'origine sono America settentrionale (188,2 milioni) ed Europa (186.0 milioni di euro) con incrementi, rispettivamente, del 15.8% e del +5.6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Rossi DOP: la Toscana conferma il suo primato in Italia - Con oltre 400 milioni di euro di vini rossi a Denominazione d'Origine Protetta (DOP) venduti nel mondo nel primi nove mesi del 2015, la Toscana conferma la sua leadership a livello nazionale che la vede primeggiare ampiamente su Veneto e Piemonte.
Rispetto allo stesso periodo del 2014, le esportazioni in valore dei rossi toscani DOP sono cresciute del +8.8%. Un aumento percentuale determinato in primo luogo dall'ampliarsi del portafoglio "clienti" dell'enologia toscana e dall'incremento dei prezzi alla produzione attestatosi, per quanto riguarda le principali denominazioni regionali, al +13.6%. Guardando i dati relativi ai primi tre trimestri del 2015, infatti, salta all'occhio come dopo un 2014 che aveva visto una sostanziale stabilità sulle piazze storiche, queste stesse aree abbiano fatto registrare nel 2015 una rinnovata vitalità. In particolare sono da rilevare la ottime performance dei Rossi DOP toscani nel Regno Unito (+25.8%) e nel Benelux: Paesi Bassi (+13.4%), Belgio (+13.5%) e Lussemburgo (+ 35.8%). Sempre per quanto riguarda l'Europa, i Rossi toscani crescono nei paesi del nord, in primis Danimarca (+19.5%) e Svezia (+18.4%), buone anche le performance in Germania (4.4%) e Francia (10.4%). Nei paesi dell'Est europeo solo la Russia fa registrare un trend negativo (-45.4%), mentre crescono in maniera interessante paesi come la Repubblica Ceca (+8.8%). Bene il Nord America con le esportazioni in Canada che salgono del +15.8% e quelle negli States che fanno registrare un +14.1%. Per quanto riguarda i BRICS frenata brusca oltre che per la Russia, anche per il Brasile (-28.4%), mentre tornana la Cina (+32.4%). A questo andamento sulle piazze maggiori corrispondono poi dei piccoli ma significativi exploit su alcuni mercati che ancora non fanno grandi numeri, ma che hanno certamente grandi margini di crescita. E' il caso dell'India (+120%) e del Sud Africa (+140.8%), ma anche della Nuova Zelanda (+19.0%), di Israele (+32.1%) e degli Emirati Arabi Uniti (+11.5%). Ma ecco la TOP 10 dei paesi di sbocco dei vini rossi toscani DOP nel 2015 dove sono da rilevare il ritorno della Cina (9°) e la "scalata" del Regno Unito che passa dal 5° al 4° posto.
Bianchi DOP: esportazioni in crescita grazie a usa e canada – Dopo due anni di segno negativo torna a crescere anche l'export dei Bianchi DOP che fanno registrare, nei primi 9 mesi del 2015, un incremento del 14.9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014, con una leggera flessione delle esportazioni in quantità: -1%. Un aumento, quello delle esportazioni in valore dei Bianchi toscani, dovuto in primo luogo all'incredibile exploit sui mercati nordamericani che vede gli Stati Uniti tornare ad essere il primo mercato di destinazione con circa 4.4 milioni di vini esportati nel Paese (+124.0%) e il Canada che segna un +68.7%. Percentuali che recuperano ampiamente quel -35.8% che aveva caratterizzato le vendite di Bianchi nell'America settentrionale nel 2014. Ottima la performance del Brasile con un +188% e delle piazze asiatiche con la Cina che segna un +55%, seguita da Hong Kong (13.1%) e Giappone (+9.2%). In difficoltà, invece, il commercio estero con i paesi Europei che lo scorso anno, aveva contribuito a mitigare le perdite nelle esportazioni grazie ad un +21.9%. Nei primi nove mesi del 2015, crollano tutti i principali clienti, fatta eccezione per la Danimarca (+36.8%), il Belgio (+31.9%) e il Regno Unito (+20%). Calano inoltre le esportazioni in Spagna (-89.6%), Francia (-85.4%), Svizzera (-33.1%.) e Germania (-10.7%). Un andamento, quello del commercio estero dei Bianchi toscani, che trasforma radicalmente la TOP 10 dei mercati di sbocco rispetto al 2014.
[Fonte: elaborazione Toscana Promozione su dati Istat gen-sett 2015]
Caselli: l'Emilia-Romagna rafforza il suo primato italiano ed europeo. Salgono a 43 le Dop e Igp regionali. Un valore alla produzione di oltre 2,5 miliardi di euro,il 40% del dato nazionale, il 15% di quello europeo. Il marchio della nuova IGP.
Bologna - "Un ulteriore importante riconoscimento che ci rende orgogliosi, con il quale la nostra regione rafforza il suo primato italiano ed europeo. È un risultato che nasce da una grande agricoltura e dal saper fare dei nostri produttori e che rafforza la reputazione dell'agroalimentare emiliano-romagnolo nel mondo." Così l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli ha commentato la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea della Igp Cappellacci di zucca ferraresi.
Il paniere delle Dop e Igp emiliano-romagnole sale dunque a 43, su un totale Ue di 1.267 e italiano di 280, per un valore alla produzione di oltre 2,5 miliardi di euro, pari al 40% del dato nazionale e al 15% di quello europeo. I primi quattro prodotti per valore economico sono: Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto Balsamico Igp e Mortadella Bologna Igp.
I Cappellacci di zucca sono una pasta fresca ripiena. La ricetta tradizionale prevede la preparazione della sfoglia con farina di grano tenero, duro e uova e un ripieno costituto da polpa di zucca gialla "violina", con l'aggiunta di formaggio grattugiato, pangrattato, noce moscata e zucchero. Non è consentito l'uso di coloranti e conservanti. La zona di produzione è rappresentato dall'intera provincia di Ferrara.
La nuova Igp, con la quale l'Emilia-Romagna si conferma "regina del gusto" in Italia e in Europa, segue a breve distanza di tempo altre due indicazioni d'origine ferraresi: il Pampepato (o Pampapato) di Ferrara e la Salama da sugo. Anche in questo caso l'importante traguardo è stato raggiunto grazie all'impegno delle aziende produttrici e all'azione di sostegno e coordinamento della Camera di commercio di Ferrara.
Il Regolamento con cui è stata registrata la nuova Igp, pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale Ue, è il n.164 del 28 gennaio 2016.
Il marchio della nuova Igp
I mercati d'origine languono, anche l'USDA non ha dato scosse al mercato che sembra in "catalessi". Continuano le influenze delle varie tempeste finanziarie. Il petrolio ha rotto quota di resistenza 27$.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 12 febbraio 2016 -
I prezzi della farina di soya sono il riflesso della situazione attuale: 290 e 300 il caricabile, di 44 e proteica, il marzo giugno 286/295, luglio dicembre 290/299, gennaio dicembre 2017 297/305 ma non si avverte la pressione d'acquisto da parte degli operatori. Da quando la Cina ha rallentato sembra che anche in altre nazioni sia calato l'interesse sulle merci.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi mentre sta guadagnando spazio la psicosi siccità il che comporta, per i mesi futuri, sensibili segnali di tensione sul fronte maidicolo. Orzo e grano in flessione indipendentemente dalla qualità. Una certa pressione a vendere proviene sia dalla Francia sia dai paesi dell'est europa che, con l'avvicinarsi della nuova stagione, devono cercare di svuotare i silos.
Bioenergetico. Nel settore delle Bioenergie si stanno facendo largo sottoprodotti industriali sia solidi che liquidi che però spesso si scontrano con le varie casistiche di interpretazione del prodotto. A medio termine è quasi certo che si dovranno affrontare dei momenti di seria difficoltà per il reperimento dei prodotti a base amidacea e non è escluso che gli operatori si debbano orientare verso prodotti sani leali e mercantili.
Se non ci fosse il mais sul porto e merce proveniente dall'estero via gomma e ferrovia, con gran probabilità le scorte di nazionale sarebbero insufficienti per il completamento del ciclo di stagione. Esistono invece sacche di prodotto invenduto, in mano ai produttori primari, causa l'insoddisfazione del prezzo. Altrettanto vale per il seme di soya nazionale.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 290 punti, il petrolio è tornato ben sotto i 30$ a 26,95 dollari al barile e il cambio si è fortemente risalito verso 1,13277
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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E come testimonial della storica marca italiana che quest'anno festeggia 160 anni è stato scelto Antonio Carluccio, celebrity chef di origine italiana, fondatore della omonima catena di ristoranti italiani, molto apprezzato dal pubblico inglese.
San Lazzaro di Savena (BO), 9 febbraio 2016 – Quella tra gli inglesi e la passata Cirio è ormai una vera e propria passione. La storica marca di pomodori italiani di proprietà del consorzio cooperativo Conserve Italia e che proprio quest'anno compie 160 anni di vita, è sempre più consumata ed apprezzata dagli anglosassoni. Lo dimostrano in primo luogo i numeri della crescita delle vendite Cirio nella distribuzione moderna che, confermando il boom dello scorso anno, hanno registrato a fine anno una crescita dell'8.2% (dati Iri, confronto dicembre 2015-dicembre 2014). "Il valore censito al consumo - sottolineano i due Managing Directors della sede inglese di Conserve Italia, Cesare Concilio e Diego Pariotti – è superiore ai 13 milioni di euro. E se lo scorso anno la quota di mercato di Cirio nella distribuzione inglese era pari al 5,7% (dati Iri), quest'anno ha toccato quota 9,2% con punte oltre il 10% su alcuni segmenti specifici come le passate. Insieme alla grande distribuzione – evidenziano ancora Concilio e Pariotti – portiamo avanti da anni la penetrazione nel comparto del foodservice e un lavoro capillare di distribuzione nel canale dettaglio o etnico, che portano ad un risultato complessivo aziendale che quest'anno è schizzato al +20%".
Il pomodoro Cirio inoltre è ormai conosciuto e recensito anche da blogger e chef molto seguiti nel Regno Unito: è molto frequente vederlo in programmi TV nelle mani di Jamie Oliver, o Nigella Lawson, o Marry Perry, celebrity chefs ben noti anche in Italia. In particolare, in un'indagine indipendente apparsa in questi giorni sul sito del The Guardian, eseguita da Kerstin Rodgers in collaborazione con lo chef Joe Hurd e lo scrittore Dino Joannides, Cirio è risultato il prodotto più apprezzato tra quelli a distribuzione nazionale, superando anche la leader di mercato Napolina.
Il successo e la notorietà crescente acquisita da Cirio è riconducibile, oltre a politiche commerciali mirate, anche alle azioni di marketing avviate da cinque anni nel Regno Unito. Sandra Sangiuolo, Responsabile Marketing Export del gruppo conserviero, spiega: "Ha premiato la consistenza nel tempo delle attività e un marketing mix che ben combina mezzi off e on line: da campagne stampa sui maggiori magazine e newspapers (Times, The Guardian, Daily mail), a campagne web su siti ad alto traffico, associate ad accattivanti concorsi. Molto seguite sono state anche le attività sui social e operazioni di visibilità con note bloggers locali".
"Da non sottovalutare poi – spiega Sangiuolo - il contributo alla notorietà di massa conseguita da Cirio grazie all'accordo con Antonio Carluccio, un celebrity chef di origine italiana, fondatore della omonima catena di ristoranti italiani (oltre 100 in tutta la Gran Bretagna), assai benvoluto e rispettato dal pubblico inglese, anche dai più giovani, che è stato felice di fornire il suo prezioso endorsement al nostro storico brand. Con lui sono in atto una serie di iniziative creative e di forte notiziabilità: da campagne web, radio e stampa, a concorsi e ricettari, sino ad eventi speciali, che nel 2016 troveranno massima espressione in coincidenza delle celebrazioni per l'anniversario del 160° del brand".
Reggio Emilia - Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal regolamento e dagli accordi interprofessionali tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo "a riferimento" del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/9-31/12/2014 nella misura di:
€ 44,35 il q.le, IVA compresa e franco stalla
Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (08/02/2016)
Cresce leggermente solo il "Parmigiano" mentre rimane al palo da quattro settimane il Grana Padano. Prosegue la caduta del burro e della panna. Leggera flessione per il latte scremato estero mentre il latte crudo spot nazionale mantiene le quotazioni della precedente ottava.
di Virgilio, Parma 10 febbraio 2016
LATTE SPOT Latte in altalena. Settimana di pausa per il latte crudo spot nazionale che conferma i valori della quinta settimana (30,93-32,99€/100 litri di latte) così come pure lo scremato di provenienza estera (12,94 - 13,97€/100 litri latte) mentre in leggerissima flessione il pastorizzato estero che pur registrando pari quotazione nel minimo valore cede alcuni centesimi sulla punta massima (25,78 - 27,32€/100 litri di latte).
BURRO E PANNA Non si arresta invece la decrescita del burro. Altri 5 centesimi perduti a Milano. addirittura 10 i centesimi persi sul campo dallo zangolato parmense replicato ieri da Reggio Emilia con ulteriori 5 centesimi. In flessione anche la panna e la crema a uso alimentare trattate a milano e a Verona.
Borsa di Milano 8 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,70€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,70€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,50€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,30€/Kg.
Borsa Verona 8 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,30-1,35 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 05 febbraio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 9 febbraio 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 - 1,10€/kg.
GRANA PADANO Freno a mano tirato per il Grana Padano che da 4 settimane mantiene invariati i listini milanesi.
Confermati perciò i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Al contrario del cugino "Padano" il "Parmigiano", seppure limitatamente al 12 mesi di stagionatura, continua la scalata conquistando altri 5 centesimi. Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi è stato confermato tra 8,05 e 8,40€/Kg. e il 24 mesi tra 9,15 e 9,50€/Kg
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
Lunedì 22 febbraio, presso il Labirinto della Masone a Fontanellato (Parma), si terrà la Parmigiano Reggiano Identity, dove il mondo della ristorazione e della gastronomia di qualità potrà conoscere direttamente i produttori di Parmigiano Reggiano e compiere un viaggio nel variegato mondo del Re dei formaggi.
Reggio Emilia, 9 febbraio 2016
Un originale momento di incontro e conoscenza diretta tra chi produce il Parmigiano Reggiano e chi ne fa uso in cucina: sarà questo la Parmigiano Reggiano Identity, organizzata dal Consorzio di tutela; un'iniziativa, alla prima edizione, che si terrà il 22 febbraio prossimo, dalle 10,30 alle 18.00, presso il Labirinto della Masone, di Franco Maria Ricci a Fontanellato (Parma). Un evento concepito per permettere ai professionisti della ristorazione (cuochi, ristoratori, pizzaioli, enotecari) e della distribuzione di qualità (gastronomie, delicatessen, gourmandises) di incontrare i produttori, conoscere le diverse realtà dei caseifici, per scegliere in modo più consapevole il Parmigiano Reggiano più adatto alle proprie esigenze e a quelle del proprio locale e di ogni specifica attività.
La giornata metterà in contatto circa 25 produttori – rappresentativi dei vari territori della zona di origine e delle differenti declinazioni produttive del Parmigiano Reggiano, delle sue biodiversità, delle diverse razze bovine – con numerosi utilizzatori qualificati, che potranno così conoscere approfonditamente le varie tipologie di prodotto; i produttori stessi faranno assaggiare i propri formaggi di diverse stagionature, si faranno conoscere da chi professionalmente utilizza il Parmigiano Reggiano, per instaurare rapporti e collaborazioni commerciali dirette, offrendo agli utilizzatori finali la possibilità di evidenziare nei punti vendita le diverse tipologie di Parmigiano Reggiano e i nomi dei produttori.
"La realtà del Parmigiano Reggiano è in continua evoluzione – spiega Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano – con una forte presenza di caseifici che a fianco del marchio collettivo Parmigiano Reggiano DOP comunicano sempre più la loro marca aziendale, proponendosi per le specifiche distintività. Ovviamente, tutti sono tenuti a rispettare il disciplinare di base, che consente di sviluppare una forte identità di prodotto, basata sul legame con la zona di produzione, sull'alimentazione delle bovine con i foraggi della zona di origine, sugli ingredienti (latte crudo, caglio di vitello, sale, senza alcun additivo) che lo rendono un prodotto totalmente naturale, caratterizzato da una tipica struttura della pasta e un profilo aromatico complesso, che cambiano durante la stagionatura. Tuttavia, per il Parmigiano Reggiano si afferma nel mercato sempre più la domanda di prodotti specifici e distintivi: di montagna e collina, di vacche brune, di vacche rosse, di vacche bianche, prodotto seguendo le procedure dell'agricoltura biologica o con la certificazione kosher. Ecco, con la Parmigiano Reggiano Identity vogliamo offrire la possibilità di conoscere tutte queste diverse declinazioni e queste particolarità al mondo dei professionisti che utilizza il nostro formaggio, affinché possano scegliere il Parmigiano Reggiano più adatto alle proprie esigenze. Inoltre c'è un valore aggiunto impagabile; quello di entrare in contatto direttamente con il produttore. Infatti, ogni caseificio e ogni famiglia di produttori, con la loro storia e le loro particolarità, sono un'espressione a sé che merita di essere conosciuta e apprezzata".
La giornata inizia con la presentazione dell'evento alle 10,30, seguita dall'apertura dei banchi d'assaggio. Alle 11,00 è offerta la possibilità di una visita guidata al Labirinto della Masone (il più grande d'Europa, con i suoi tre chilometri di dedalo tra il bambù). Alle 14,00 un incontro di approfondimento su "Come scegliere, proporre e raccontare il Parmigiano Reggiano alla clientela", seguito alle 16,30 dalla presentazione di "Gamma Mito", la nuova linea di prodotti freschi ottenuti dalla lavorazione del latte dei caseifici del Parmigiano Reggiano con le varie possibilità gastronomiche. L'ingresso è gratuito ed occorre registrarsi sul sito www.pridentity.parmigianoreggiano.it
(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Prezzi tendenzialmente stabili nonostante la tempesta finanziaria globale e la siccità che allarma gli operatori. In attesa dei dati USDA il mercato ha dato segnali di nervosismo seppure in termini quantitativi non sembrano sussistere problematiche.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 10 febbraio 2016 -
Dopo l'ennesimo lunedi nero delle borse (ad es. Tokyo -5,40% e Ftse MIB sotto i 17.000) e l'altalena del prezzo del greggio che dopo una impennata oltre i 32$ è tornato, nella giornata di lunedi sotto quota 30$/barile, i cereali seppure siano presenti in cospicua quantità a livello globale e i prezzi ai minimi da molte settimane, mettono in fibrillazione gli analisti che non escludono qualche rimbalzo. Problemi legati alla quantità si sono delineati in Sud Africa e nel sud della Spagna ma non si esclude una scarna campagna nazionale condizionata dalla siccità.
I prezzi della farina di soya sono il riflesso della situazione attuale: 297 e 306 il caricabile, l'aprile giugno 295/304, luglio dicembre 294/303, gennaio dicembre 2017 300/309.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi mentre sta guadagnando spazio la psicosi siccità il che comporta, per i mesi futuri, sensibili segnali di tensione sul fronte maidicolo. Orzo e grano stabili se non addirittura in leggera diminuzione a fronte di ordini massicci.I sottoprodotti proteici seguono l'andamento della farina di soya e perciò rimangono su livelli elevati.
Bioenergetico. Il settore sta metabolizzando che il futuro sarà complesso soprattutto riguardo il reperimento di amidacei. taluni operatori hanno cominciato a cercare alternative (cereali scondizionati, sansa, residui industriali vari), mentre altri addirittura stanno pensando di utilizzare mais normale 103. Pastoni e trinciati stanno riprendendo quota.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 293 punti, il petrolio è tornato sotto i 30$ a 29,90 dollari al barile e il cambio si è ridisteso verso 1,1197
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Cereali volatili. Scivolone dei derivati del latte. Quanto vale una "Cicca frusta"? Zucchero: S.Quirico rimarrà chiuso. Esselunga, accordo per la domenica lavorativa. Additivi sotto accusa. il Parmigiano Reggiano tra tutela in USA e i minibond. L'uso dei droni.
(in allegato é scaricabile il formato pdf)
SOMMARIO Anno 15 - n° 05 07 febbraio 2016
1.1 editoriale Una cicca frusta!
3.1 cereali Cereali, mercato disturbato da fattori esterni
4.1 cereali Cereali, mercati volatili
5.1 Lattiero Caseario Scivolone dei derivati del latte.
6.1 prezzo del latte Latte: c'è l'accordo per un sistema di indicizzazione condiviso
6.2 zucchero Zucchero: Confermata la sospensione della campagna nello stabilimento di S. Quirico (PR)
7.1 lavoro Esselunga: siglato l'accordo sperimentale sul lavoro domenicale
8.1 imprese Ital-frutta diversifica: ceci e fagioli insieme a pomodoro e pere
8.2 nuove tecnologie Droni sugli oliveti italiani
8.3 rifiuti Ambiente: siglato accordo tra Regione e Iren
9.1 salute sicurezza Additivi sotto accusa per le malattie autoimmuni
9.2 consumi Ismea, consumi alimentari: la ripresa c'è ma è debole
9.3 intimidazioni mafiose Cia solidarietà e sostegno al Sindaco di Reggio Emilia
10.1 Tutela in USA Alai a Linea verde
11.1 finanza Minibond per il parmigiano
12.1 promozioni "vino" e partners
Il mercato continua ad essere disturbato dalle varie tempeste finanziarie e dall'altalenante valutazione del petrolio. Un mercato relativamente volatile prevalentemente disturbato da fattori esterni posto che non si ravvisano condizioni di scarsità di prodotto nemmeno per il prossimo futuro.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 4 febbraio 2016 -
Un nuovo storno di prodotto da parte della Cina lo scorso mercoledi ha dato intonazione negativa al mercato che già di suo scontava il rialzo dell'Euro conseguente all'arretramento del dollaro. Turbamenti che hanno prodotti i seguenti risultati:
Mercoledì 3 febbraio 2016
Semi : marzo 876,60 (-9,4) maggio 879,60 (-9)
Farina : marzo 270,10 (-4,5) maggio 272,00 (-4,5)
Olio : marzo 30,98 (+0,19) maggio 31,20 (+0,20)
Corn : marzo 371,00 (-1,4) maggio 376,00 (-1,4)
Grano marzo 480,00 (+4,6) maggio 483,60 (+3,6) luglio 488,20 (+3,0) dicembre 510,00 (2,6)
La considerazione che ne deriva è ancora la medesima da alcuni mesi: non c'è spazio per ulteriori e significativi arretramenti di prezzi.
Intanto la farina soya per il 2017 ha registrato valori per la tra il 315 e 320€/ton per a proteica.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi mentre sta guadagnando spazio la psicosi siccità il che comporta, per i mesi futuri, sensibili segnali di tensione sul fronte maidicolo. Sul prodotto pronto i commenti vengono da soli osservando la rilevazione prezzi sulla piazza di Milano del giorno 02 febbraio dove, su 143 voci quotate, i segni "più" erano solo 9, molti gli invariati, e i segni "meno" erano ben 78.
Bioenergetico. Il settore dovrà affrontare dei momenti di seria difficoltà per il reperimento dei prodotti a base amidacea, specialmente per chi non ha diete alternative. Gli operatori sono alla ricerca di alternative di qualsiasi genere, da cereali scondizionati a cruscami, residui industriali vari e intanto i trinciati e i pastoni stanno riprendendo quota.
Indicatori internazionali - 3 febbraio 2016 -
l'Indice dei noli è sceso a 303 punti, il petrolio è risalito a 32,56 dollari al barile dopo un "viaggetto" breve sotto i 30$ e il cambio si è irrigidito verso 1,10986
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Latte: accordo su sistema di indicizzazione del prezzo e firmato decreto per ripartizione dei 25 milioni di euro Ue agli allevatori. Il meccanismo di indicizzazione del prezzo del latte.
Roma - Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolta a Roma la prima riunione del Comitato consultivo previsto dall'accordo di filiera per il sostegno al comparto lattiero caseario siglato al Ministero a novembre. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dell'industria, delle cooperative e della grande distribuzione.
È stato definito il sistema base di indicizzazione del prezzo del latte, attraverso un meccanismo oggettivo che tiene conto dei costi di produzione e dell'andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato interno ed estero. L'industria lattiera ha confermato l'impegno a definire un modello di contratto standard e di promuovere tra i propri associati l'utilizzo degli indici elaborati sul sistema base nei contratti che verranno stipulati per l'acquisto di latte.
Per quanto riguarda i 25 milioni di euro previsti per il settore zootecnico dall'intervento straordinario europeo, il Ministro Maurizio Martina ha firmato il decreto per la ripartizione degli aiuti diretti alle imprese di allevamento per il latte prodotto e commercializzato nei mesi di dicembre 2015, gennaio e febbraio 2016. L'impatto stimato della misura è di 1 centesimo per litro di latte venduto alla stalla. Il decreto è stato già trasmesso ad Agea per l'erogazione dei contributi a circa 36 mila allevatori.
Al tavolo la Grande distribuzione ha presentato un programma delle attività di promozione straordinaria dei prodotti lattiero caseari italiani, che sarà caratterizzata dall'utilizzo di un marchio che consenta di individuare in maniera chiara e omogenea i prodotti lattiero caseari di origine 100% italiana sugli scaffali.
"Continuiamo a lavorare concretamente - ha detto il Ministro Maurizio Martina - per sostenere tutto il sistema lattiero caseario italiano. Dopo l'accordo di novembre, siamo passati alla fase operativa, mantenendo gli impegni presi per interventi strutturali, a partire dalla definizione del meccanismo di indicizzazione del prezzo. Un punto centrale, atteso da anni, per tutelare meglio il reddito dei nostri allevatori, tenendo in considerazione parametri reali come i costi di produzione. La collaborazione tra le componenti della filiera va avanti e può diventare un fattore determinante per la ripresa del settore. Ora sarà importante applicare le decisioni prese e rispettare la durata minima dei contratti che deve essere di almeno un anno. Sul fronte degli aiuti europei, ho firmato il decreto di ripartizione dei 25 milioni di euro che Agea provvederà a erogare già dalle prossime giornate. C'è tanto da fare, ma stiamo gettando le basi per rendere più competitivo questo comparto strategico. Al primo posto viene la giusta remunerazione del lavoro dei nostri allevatori".
IL MECCANISMO DI INDICIZZAZIONE DEL PREZZO DEL LATTE
Il sistema base elaborato da Ismea prende in considerazione 4 gruppi di riferimento selezionati:
1- prodotti a medio-bassa stagionatura (Provolone Val Padana fresco e maturo, Mozzarella, Gorgonzola, Italico)
2- prodotti a elevata stagionatura (Parmigiano Reggiano e Grana Padano in vari gradi di stagionatura)
3- prodotti esteri (Latte scremato in polvere Francia, Oceania e Germania, Edamer Germania, Latte intero in polvere Germania)
4- input di produzione (mais, farina di soia, sorgo, crusche, farinacci).
All'interno delle 4 componenti sono stati scelti i primi 5 prodotti con il coefficiente più alto, per un totale di 20 prodotti. L'ampiezza dei panieri e la loro articolazione rappresenta un elemento importante in termini di stabilità dell'indicatore in quanto evita che fluttuazioni impreviste o indotte di singoli componenti possano determinare variazioni consistenti. Il sistema individuato è:
- oggettivo, in quanto elaborato attraverso l'applicazione di tecniche statistiche che escludono ogni criterio di soggettività nella scelta dei parametri di ponderazione e dei prodotti che compongono i singoli componenti;
- affidabile, perché costruito attraverso l'individuazione di fonti non influenzabili dalle parti in causa; con un aggiornamento dei dati immediato (il mese successivo a quello di riferimento) e continuativo;
- articolato, in modo da comprendere tutte le variabili in grado di influire su costi di produzione del latte e i suoi derivati e sufficientemente complesso da non subire "shock" da parte di fluttuazioni repentine e improvvise di prezzi puntuali.
- neutrale, in quanto elaborato e implementato da una parte terza al sistema di contrattazione;
- trasparente, in termini di disponibilità dei dati di partenza, delle elaborazioni e dell'indice stesso.
(Mipaaf - Ufficio Stampa Roma, 28 gennaio 2016)
Parla la presidente Diana Bortoli, prima donna alla guida di una cooperativa ortofrutticola. E' componente del cda di Conserve Italia, Apo-Conerpo e Opera.
Modena, febbraio 2016 - Specializzata nella raccolta e commercializzazione di pomodoro, pere, cocomeri e meloni, da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco.
Lo annuncia la presidente di Ital-frutta Diana Bortoli, eletta da pochi mesi alla guida della cooperativa sanfeliciana, che associa 240 aziende agricole distribuite nella Bassa Modenese. Scelta dai soci per sostituire Francesco Budri, che ha gestito la delicata fase post terremoto, Diana Bortoli ha 55 anni e abita a Medolla, dove conduce insieme al marito un'azienda che produce pere, seminatevi e uva. È la prima donna chiamata a guidare una cooperativa ortofrutticola modenese. Socia di Ital-frutta da una decina d'anni, siede nel consiglio di amministrazione dal settembre 2012. Fa parte anche dei cda di Conserve Italia, Apo-Conerpo e Opera, la cooperativa nata il 29 maggio 2015 e che rappresenta la più importante realtà italiana specializzata nella pera; inoltre il 15 gennaio è stata eletta nel nuovo consiglio provinciale (il "parlamentino interno") di Confcooperative Modena.
«Concentreremo gli sforzi sul miglioramento dell'efficienza interna della cooperativa e rafforzeremo la collaborazione con le altre cooperative, enti e consorzi dell'ortofrutta, perché il nostro settore ha bisogno di aggregare l'offerta dei prodotti – dichiara la presidente di Ital-frutta – L'anno scorso abbiamo lavorato 370 mila quintali di pomodoro destinato all'industria, 115 mila quintali di pere, 40 mila di meloni e cocomeri. Quest'anno vogliamo aumentare la quota di ortive, soprattutto ceci e fagioli borlotti, allo scopo di garantire ulteriore reddito ai nostri 240 soci». Pesantemente colpita dal terremoto del 2012, la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro per la ricostruzione degli immobili e l'acquisto di nuove attrezzature, impianti e macchinari.
(Confcooperative Modena 1 febbraio 2016)
Dalla indicazione sul tipo e intensità di potatura alla gestione fitosanitaria dell'oliveto. L'impiego dei droni sul controllo e sulla programmazione del lavoro in campagna e nello specifico nell'olivicoltura.
Il settore olivicolo appare spesso molto restio all'introduzione di novità e nuove tecnologie, ma rappresenta anche un'avanguardia di nuovi modelli agricoli che guardano a qualità e sostenibilità ambientale. È il caso dell'utilizzo dei droni, ovvero quei piccoli velivoli radiocomandati che possono eseguire dall'alto misure e analisi anche molto sofisticate, aiutando l'olivicoltore nel lavoro di tutti i giorni.
Una ricerca dell'Università di Pisa ha dimostrato che le misure effettuate dal cielo sono più accurate di quelle realizzabili da terra, con un investimento di tempo, energie e soldi, decisamente inferiore. Grazie ai rilievi dei droni, in aziende di grandi dimensioni, oppure in areali complessi come quelli collinari e montani italiani, è possibile dare indicazioni sufficientemente precise non solo sul tipo e intensità di potatura da effettuare, ma anche sulla gestione fitosanitaria dell'oliveto, stabilendo, per esempio, i volumi da irrorare in funzione della superficie fogliare in grado di intercettare il prodotto. Un salto nel futuro, verso l'olivicoltura di precisione, che vuole un distribuzione sempre più attenta e mirata dei presidi fitosanitari, per limitare l'impatto sull'ambiente e sulla salute dei consumatori. [Fonte: Teatro Naturale per Sol&Agrifood]
La Cia reggiana contro le minacce mafiose a Luca Vecchi. Non solo mafia degli affari. Istituzioni e cittadini chiamati a intensificare la vigilanza.
Reggio Emilia 3 febbraio 2016 - CIA – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia esprime la propria solidarietà ed il proprio sostegno al Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, oggetto di tentativi di intimidazione mafiosa, rivoltigli tramite una lettera.
"La città ed il territorio reggiano – afferma il presidente provinciale Antenore Cervi – non possono tollerare minacce più o meno esplicite a cittadini ed istituzioni, né l'insediamento delle cosche nel proprio territorio. Se qualcuno ha mai pensato che da noi si muovesse solamente una 'mafia degli affari' da questo come da tanti 'misteriosi' incendi e danneggiamenti si svela il volto criminale di questi soggetti".
"Istituzioni e cittadini tutti – conclude – sono chiamati ad intensificare vigilanza e rifiuto rispetto a queste organizzazioni, che nella nostra provincia non devono poter trovare terreno fertile per i loro intrighi".
Con i Minibond la società 4 Madonne Caseificio dell'Emilia potrà dotare la cooperativa "delle risorse adeguate per il consolidamento della struttura e la valorizzazione del Parmigiano Reggiano".
di Virgilio, Parma, 07 febbraio 2016 -
In questi ultimi otto anni di crisi economica e finanziaria il finanziamento alle imprese, soprattutto piccole e medie, ha incontrato ostacoli sempre più ardui da superare in tutta europa ma in Italia in modo ancor più pesante.
E' evidente che, a livello nazionale, un peso notevole nella sua amplificazione è ascrivibile a quella che storicamente è stata la strategia di finanziamento delle imprese italiane, fortemente dipendente dal credito bancario e tendenzialmente chiusa a investitori esterni. Con il crescere della debolezza del sistema bancario, gioco forza, il credito alle imprese si è sempre più assottigliato.
Il Governo, a partire dal 2012 con il Decreto Sviluppo e poi nel 2013 con il decreto Destinazione Italia ha cercato di favorire l'accesso al credito delle imprese non quotate in borsa, fra cui le PMI, direttamente al mercato dei capitali introducendo importanti incentivi fiscali al consolidamento patrimoniale.
L'idea quindi, per dirla in modo volgare, è di incentivare parte del risparmio nazionale di lungo periodo verso l'impiego produttivo nell'economia reale.
Questo, almeno nelle intenzioni dei legislatori, avrebbe potuto consentire a chiunque risparmiatore di scommettere sull'impresa della porta accanto.
Le PMI possono ora scegliere di finanziarsi con un nuovo strumento che consente di emettere dei titoli di debito, i cosiddetti Minibond, a favore di investitori qualificati. Questa particolare forma di finanziamento consente alle imprese di diversificare la fonte dei loro finanziamenti e ridurre la dipendenza dal sistema bancario.
Ed oggi i minibond fanno il loro ingresso anche nel settore mondo del Parmigiano Reggiano.
Come spiega Sole24Ore, è arrivato il primo Minibond garantito dalle forme del celebre formaggio emiliano.
A emettere il titolo è la società 4 Madonne Caseificio dell'Emilia. Un caseificio tecnologicamente all'avanguardia sin dalle sue origini e che oggi è arrivato alla consistente produzione di 75.000 forme all'anno il che, bene o male, rappresenta poco più del 2% della intera produzione comprensoriale del prezioso formaggio.
Quindi una realtà solida e di valore che, attraverso questa operazione potrà dotare la cooperativa " delle risorse adeguate per il consolidamento della struttura e la valorizzazione del Parmigiano Reggiano, oggi prodotto e per il quale si sono ottenuti diversi riconoscimenti", come ha sottolineato Andrea Nascimbeni, presidente del Caseificio 4Madonne, nell'articolo del Sole24Ore.
Il bond scadrà nel 2022 e il rimborso dei titoli è previsto in cinque tranche annuali.
Gli istituti finanziari che hanno dato vita al progetto (la Pairstech Capital Management e la Frame capital Uk) rimborseranno il capitale in cinque tranche annuali nella misura del 20% del valore nominale con inizio da gennaio 2018 e estinzione totale del prestito il 27 gennaio 2022.
Intervista al presidente del Consorzio domenica sul Trattato commerciale TTIP tra Usa e Ue in cui è a rischio il riconoscimento delle indicazioni geografiche. Giuseppe Alai riporterà gli esiti di una recente ricerca promossa dal Consorzio di tutela secondo la quale per il 66% dei consumatori statunitensi il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia.
Reggio Emilia, 5 febbraio 2016
"La condizione indispensabile per giungere ad un accordo nel trattato commerciale TTIP con gli Stati Uniti è che tale intesa sgombri il campo da ogni confusione che oggi investe i consumatori americani sul riconoscimento del Parmigiano Reggiano e dei prodotti DOP europei". Così sosterrà Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, nell'ambito della trasmissione Linea Verde, che andrà in onda domenica 7 febbraio alle 12.20 su Rai Uno, in cui sarà intervistato da Patrizio Roversi, conduttore della trasmissione.
Il tema della puntata sarà appunto il TTIP, il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, intavolato per giungere a un accordo bilaterale tra Usa e Unione Europea per stabilire regole comuni di libero scambio. Un tema particolarmente caldo e di grande attualità, sul quale si stanno confrontando le delegazioni americana ed europea, soprattutto in merito alle regole produttive dei prodotti agroalimentari e al riconoscimento delle denominazioni di origine europee e italiane che hanno un preciso richiamo al territorio di origine. Nomi che spesso vengono contraffatti sul mercato americano con denominazioni simili se non del tutto uguali a quelle originali, portando così a generare confusione presso gli acquirenti e i consumatori d'oltreoceano.
Al proposito il presidente Giuseppe Alai riporterà gli esiti di una recente ricerca promossa dal Consorzio di tutela secondo la quale per il 66% dei consumatori statunitensi il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia.
Non solo. "La ricerca - conclude Alai - dimostra che la situazione è apparsa ancora più grave di fronte alla confezione caratterizzata da elementi di "italian sounding", ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane. In tal caso, infatti, gli acquirenti americani sono convinti di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
La prossima puntata di Linea Verde vedrà dunque come protagonisti allevatori di bovini e casari, fino ad coinvolgere il presidente della Commissione Sviluppo Rurale del Parlamento Ue, Paolo De Castro, per capire meglio il futuro alimentare del vecchio continente. E proprio le riprese che riguardano le produzioni lattiero casearie coinvolgeranno il caseificio Sant'Angelo della famiglia Caretti, in San Giovanni in Persiceto, vicino a Bologna.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Prosegue la corsa al ribasso del burro e delle panne. Latte spot anch'esso in crisi con l'unica eccezione dello scremato estero che da tre settimane sta risalendo la china. Stazionari i listini delle due principali DOP.
di Virgilio, Parma 3 febbraio 2016 -
LATTE SPOT Nuovo scivolone per il latte spot. A Verona, mentre è in piena fase di recupero per la terza settimana consecutiva il latte scremato pastorizzato spot di provenienza estera, che registra un +8,33% (12,94 - 13,97€/100 litri latte), il latte crudo spot nazionale, dopo due settimane di pausa, cede il -3,70% (30,93-32,99€/100 litri di latte) e il latte intero pastorizzato spot estero retrocede nell'intervallo tra 25,78 - 27,84€/100 litri di latte (-3,13%).
BURRO E PANNA Prosegue, in modo sempre più marcato, la corsa al ribasso del Burro. 5 centesimi perduti nuovamente alla borsa milanese per le 4 categorie interessate. Cede anche la crema a uso alimentare (-2,94%). Non è da meno la tendenza della borsa scaligera che registra un -1,45% per la panna a uso alimentare confermando una tendenza ribassista avviata sin dall'alba del nuovo anno. 5 centesimi in meno anche la quotazione del burro zangolato da creme fresche di Parma.
Borsa di Milano 1 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,60€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,32€/Kg.
Borsa Verona 1 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,33-1,38 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 29 gennaio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 26 gennaio 2016
BURRO ZANGOLATO: 1,20 - 1,20€/kg.
GRANA PADANO Nessuna variazione di prezzi viene registrata dalla borsa merci milanese riguardo al "Grana Padano". L'ultimo aumento è dello scorso 11 gennaio, dopo tre settimane di costante crescita registrate a cavallo d'annate. Confermati perciò i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Battuta d'arresto invece per il Parmigiano Reggiano per entrambe le tipologie. Un primo segnale di rallentamento della poderosa spinta verso l'alto già si era avvertito la settimana precedente con la conferma del 24 mesi di stagionatura.
Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi è stato confermato tra 8,00 e 8,35€/Kg. e il 24 mesi tra 9,15 e 9,50€/Kg
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
Caselli: il nostro impegno per dare prospettive a un settore strategico. Il prodotto sarà conferito allo stabilimento Coprob di Minerbio. Sostegno della Regione ai progetti Eridania per la produzione di bioplastica e acido Levulinico
Bologna - "La Regione conferma il proprio impegno per dare prospettive alla bieticoltura emiliano-romagnola, un settore strategico a livello sociale ed economico, fondamentale per garantire una filiera italiana alla nostra industria dolciaria, ma importante anche per le ricadute agronomico-ambientali". Lo ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli al termine della riunione convocata a Bologna dopo l'annunciata decisione di Eridania di sospendere la campagna bieticolo-saccarifera 2016 nello stabilimento di San Quirico (Pr), a causa del cattivo andamento di prezzi e superfici. Le ricadute occupazionali saranno al centro di un incontro in programma a Roma il prossimo 4 febbraio tra azienda e sindacati.
Alla riunione di ieiri hanno partecipato tra gli altri Nicola Bernardi, sindaco di Trecasali (il Comune nel Parmense presso cui si trova lo stabilimento di San Quirico), Daniele Bragaglia, amministratore delegato di Eridania e Gabriele Lanfredi, vicepresidente della Confederazione generale bieticoltori italiani.
Caselli ha assicurato l'attenzione della Regione per la prossima trattativa sugli aiuti accoppiati e per la positiva conclusione dell'annosa vicenda sugli aiuti di stato ancora non erogati al comparto. "Voglio inoltre garantire il sostegno, da parte mia e degli assessori alle attività produttive Palma Costi e al lavoro e ricerca Patrizio Bianchi, ai progetti annunciati da Eridania per la produzione di bioplastiche e di acido Levulinico – ha sottolineato Caselli - due iniziative di rilevanza strategica nazionale, che avranno il loro riferimento territoriale proprio nello stabilimento di San Quirico."
L'ad di Eridania Bragaglia ha confermato l'intenzione del Gruppo di avviare nello stabilimento di San Quirico il primo impianto al mondo per la produzione di bioplastica ricavata da glicerolo, sottoprodotto del bio-diesel. A questo si affiancherà un impianto per la produzione di acido Levulinico una molecola chiave per la chimica verde del futuro, a basso impatto ambientale. Il progetto che prevede un investimento complessivo di 80 milioni di euro vede la partecipazione di Bio-on spa e di S.E.C.I spa, holding del gruppo Maccaferri.
I bieticoltori lanciano il progetto Energy beet per la produzione di biogas da barbabietola Sospensione dell'attività nel 2016 e impegno a valutare una possibile ripresa nel 2017 sulla base dell' andamento dei prezzi. Nel confermare questa linea di azione, Bragaglia ha spiegato che nella campagna in corso la quasi totalità del prodotto coltivato in Emilia-Romagna sarà conferito, in base ad uno specifico accordo, nello stabilimento Coprob di Minerbio (Bo).
Le bietole che non andranno nel Bolognese, saranno utilizzate nell'ambito del progetto Energy beet lanciato dalla CGBI per la produzione di biogas da bietola. Lanfredi, dopo aver auspicato una ripersa dell'attività nello stabilimento di San Quirico nel 2017, ha spiegato che il progetto Energy beet potrà in prospettiva consentire la semina di 10/15 mila ettari, un'estensione pari a quella necessaria per il funzionamento di uno zuccherificio, ma già dal 2016 permetterà di assorbire anche quell'esigua parte della produzione emiliano-romagnola che non confluirà a Minerbio.
Simona Caselli - Assessore Agricoltura Emilia Romagna
L'allarme siccità lanciato anche dall'ANBI Emilia Romagna per le falde acquifere quasi all'asciutto. Il Mais sta entrando in tensione. In attesa delle notizie sui dazi Russi sul frumento.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 2 febbraio 2016 -
Per dar prova della volatilità dei mercati è sufficiente confrontare le ultime due chiusure di fine settimana scorsa:
Venerdì 29 / 1 / 2016
Semi: marzo 882,20 (+14,4) maggio 884,40 (+14) giovedi aveva fatto -15,20 Farina : marzo 272,40 (+5,5) maggio 274,40 (+5,4) -5,60 Olio : marzo 30,88 (+0,19) maggio 31,09 (+0,19) -0,18 Corn : marzo 372,00 (+6,4) maggio 376,60 (+6,2) -3,60 Grano marzo 479,20 (+7) maggio 485,00 (+7) -4,20 luglio 494,40 (+6,4) dicembre 512,60 (+6)
Giovedì 28 / 1 / 2016
Semi : marzo 867,60 (-15,2) maggio 870,40 (-14,6) Farina : marzo 266,90 (-5,6) maggio 269,00 (-5,5) Olio : marzo 30,69 (- 0,18) maggio 30,90 (-0,17) Corn : marzo 365,40 (-3,6) maggio 370,40 (-4) Grano marzo 472,20 (-4,2) maggio 478,00 (-4,2) luglio 484,00 (-4,0) dicembre 506,60 (-3,6)
Giovedì il principale elemento scatenante fu uno storno da parte della Cina di 395.000 tonnellate di semi mentre venerdì la fare impennare i valori è stata la notizia di danni derivanti dal rischio siccità in Argentina. Più probabile invece potrebbe essere stato determinato dai soliti movimenti dei fondi e i ridotti margini di operatività verso il basso avendo i principali mercati, come si suol dire, toccato il fondo.
Nelle prossime ore dovrebbero circolare le notizie inerenti i dazi sul frumento dalla Russia e questo potrebbe risultare il nuovo fattore stimolante del mercato cerealicolo.
Il mercato domestico non sta manifestando particolari segnali in una o in opposta direzione mentre continua a rafforzarsi il timore di una pesante siccità con conseguente tensione sul mais. Preoccupazione che viene confermata dall'allarme lanciato dall'associazione delle bonifiche (ANBI) che rileva come le falde acquifere siano praticamente asciutte.
Bioenergetico. Mais per biodigestori sempre molto ricercato. in ogni angolo del globo. Alcuni stanno tornando a cercare manioca e tapioca di cui non ci si ricordava quasi più dell'esistenza. I cruscami sono sui minimi ciononostante non sono sufficientemente appetiti.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 317 punti, il petrolio è risalito oltre la soglia dei 30€ fissandosi a 32,85 dollari al barile e il cambio staziona a 1,08460
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco. Parla la presidente Diana Bortoli, prima donna alla guida di una cooperativa ortofrutticola.
Modena, 1 febbraio 2016
Specializzata nella raccolta e commercializzazione di pomodoro, pere, cocomeri e meloni, da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco. Lo annuncia la presidente di Ital-frutta Diana Bortoli, eletta da pochi mesi alla guida della cooperativa sanfeliciana, che associa 240 aziende agricole distribuite nella Bassa Modenese. Scelta dai soci per sostituire Francesco Budri, che ha gestito la delicata fase post terremoto, Diana Bortoli ha 55 anni e abita a Medolla, dove conduce insieme al marito un'azienda che produce pere, seminatevi e uva. È la prima donna chiamata a guidare una cooperativa ortofrutticola modenese. Socia di Ital-frutta da una decina d'anni, siede nel consiglio di amministrazione dal settembre 2012. Fa parte anche dei cda di Conserve Italia, Apo-Conerpo e Opera, la cooperativa nata il 29 maggio 2015 e che rappresenta la più importante realtà italiana specializzata nella pera; inoltre il 15 gennaio è stata eletta nel nuovo consiglio provinciale (il "parlamentino interno") di Confcooperative Modena.
«Concentreremo gli sforzi sul miglioramento dell'efficienza interna della cooperativa e rafforzeremo la collaborazione con le altre cooperative, enti e consorzi dell'ortofrutta, perché il nostro settore ha bisogno di aggregare l'offerta dei prodotti – dichiara la presidente di Italf-rutta – L'anno scorso abbiamo lavorato 370 mila quintali di pomodoro destinato all'industria, 115 mila quintali di pere, 40 mila di meloni e cocomeri. Quest'anno vogliamo aumentare la quota di ortive, soprattutto ceci e fagioli borlotti, allo scopo di garantire ulteriore reddito ai nostri 240 soci». Pesantemente colpita dal terremoto del 2012, la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro per la ricostruzione degli immobili e l'acquisto di nuove attrezzature, impianti e macchinari.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
A Reggio Emilia summit tra tutti i livelli istituzionali e i produttori per azione comune a tutela Lambrusco. L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno.
Reggio Emilia - Si è tenuto questa mattina presso la cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) alla presenza di oltre 450 persone l'incontro "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare" L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano ha visto la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Sono intervenuti inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.
L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come ha affermato in apertura il sindaco Alessio Mammi "parlare di Lambrusco è parlare di Emilia, di questo territorio. Parliamo di una realtà che ha saputo fare squadra, conquistare fette significative di mercato ed essere non solo passato, ma soprattutto presente e futuro dell'agroalimentare italiano" un futuro che come ha spiegato il presidente Frascari "faremo di tutto per impedire che venga cancellato. I numeri, d'altra parte, parlano più di qualsiasi parola: il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente, solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori, con un valore complessivo della produzione di 570 milioni di euro con proiezione all'aumento in termini superiori all'1% l'anno".
Ma non è solo questione di numeri, spiega Leana Pignedoli "Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di conquista di qualità, di organizzazione. ... Avere qui tutti i livelli istituzionali dai comuni all'Europa insieme ai produttori è una occasione unica per riflettere e affermare con forza che la distintività è un valore enorme in un mondo sempre più omologato. Per questo, il nostro, non è un atteggiamento chiuso da "difesa del campanile a prescindere", Ma la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".
Un mondo cui si arriverà sempre di più se è solo se, illustra il sindaco di Bomporto Borghi "l'Emilia Romagna si attiverà per lavorare tutti insieme. Ci serve un elemento di trazione forte e io ritengo possa essere un distretto regionale del Lambrusco di alta qualità".
"La regione è pronta a raccogliere ancora una volta la sfida Lambrusco - ha incalzato l'assessore regionale Simona Caselli - abbiamo una norma che sino ad oggi ha lavorato bene e va difesa. La regione ci si è messa con forza. E la prossima settimana l'assemblea legislativa voterà un documento in questa direzione che spero abbia il più largo consenso politico, anche delle opposizioni, perché stiamo difendendo la nostra cultura, la nostra identità".
A concludere l'incontro gli interlocutori italiani con l'Europa: il ministro Maurizio Martina e l'eurodeputato Paolo De Castro.
"Siamo di fronte - spiega Martina - a un tentativo di modifica di un norma che sono ad oggi ci ha dato la possibilità di valorizzare le nostre qualità. Ora non basta tutelare, dobbiamo rilanciare con il lavoro di squadra, quel lavoro di squadra che i produttori di Lambrusco dimostrano sempre più di saper fare. Sono un vero e proprio modello in Italia. Io credo ci siano tutte le condizioni perché battaglia si vinca. Non siamo soli in questo. Francia, Germania e Austria la pensano come noi. Non ci basta però una rassicurazione di Hogan, ora vogliamo i fatti".
Dello stesso avviso De Castro "è importantissimo dimostrarci ora più che mai uniti davanti all'Europa: i temi come questo toccano solo 5/6 Stati su 28. Le Tutele europee che abbiamo costruito è rafforzato per noi importantissime vanno mantenute, ma non basta, nel frattempo dobbiamo innovarci: esse valgono nell'Unione europea e basta. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci serve sempre più garanzia di alta qualità e logistica. È su questi temi che dobbiamo lavorare parallelamente alla non liberalizzazione dei vitigni. Lambrusco è identità, cultura, storia... Ma anche export, vendite, posti di lavoro. Per questo, organizziamoci".
Hanno partecipato all'incontro, tra gli altri, il Prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto, l'eurodeputata Cecile Kyenge, i senatori Stefano Vaccari (Pd) e Maria Mussini (ex M5S oggi gruppo Misto), il deputato Giuseppe Romanini (Pd), il vicepresidente dell'assemblea regionale Andrea Rossi, i presidenti dei consorzi del Lambrusco di province attigue, associazioni di categoria e produttori.
(Scorrere - galleria immagini)
Strategia del terrore, allarme Zika? L'eredità di Expo, l'Emilia Romagna programma il sistema del futuro prossimo. Mais e soia, le previsioni 2016. La forestale entra nella Benemerita. Nuovo calo dei mercati agricoli secondo i dati Ismea. "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave.
SOMMARIO Anno 15 - n° 04 31 gennaio 2016
1.1 editoriale Strategia del terrore. Allarme Zika?
3.1 cereali Cereali, piccole oscillazioni ma nessuna variazione di rilievo
4.1 Lattiero Caseario Cresce ancora il "Parmigiano"
5.1 L'eredità di Expo L'eredità di Expo. Tracciato il futuro dell'agroalimentare emiliano romagnolo
6.1 export agroalimentare Germania: Il Parmigiano Reggiano punta sulla ristorazione di qualità con gli Chef di JRE
6.2 UE e Lambrusco Vino. A Scandiano si parla di Lambrusco
8.1 imprese Mulino Alimentare di Parma testimone di eccellenza internazionale
9.1 mais e soia Previsioni in riduzione in Sud Africa e USA.
10.1 ambiente e sicurezza Nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare.
10.2 ecoreati La "Forestale" entra nella Benemerita.
11.1 siccita' ANBI Emilia Romagna: "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave
12.1 agromercati Ismea, nuovo calo dei prezzi agricoli a dicembre.
13.1 promozioni "vino" e partners
Prosegue senza sosta, in ogni angolo del globo, la ricerca di mais per biodigestori. Alla costanza di stabilità dei cereali autunno vernini si contrappone la lieve tendenza positiva per il mais. Nella precedente settimana registrati incrementi di 1-2 euro a tonnellata.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 29 gennaio 2016 -
I mercati internazionali continuano ad essere stabili anche se, a metà settimana, hanno dato segnali positivi sui proteici ma negativi sui cereali.
Il calo di prezzo internazionale non poteva rimanere senza conseguenze per il frumento tenero nazionale che nella scorsa settimana il "panificabile" ha infatti perso 3 euro/t sia a Milano (prezzo medio 186 euro/t) sia a Bologna (180 euro/t). I frumenti di qualità superiore hanno invece perso 2 euro/t, i frumenti esteri tra 2 e 4 euro/t.
I mercati a termine esteri hanno ancora dimostrato di mantenersi stabili con il future di marzo (Matif) che lo scorso 22 gennaio ha chiuso a 164,25 euro/t.
Il mais, nella scorsa settimana, ha registrato anche 1-2 euro a tonnellata di incremento (174,5/ton a Milano e 173/ton a Bologna). A Parigi il mais per marzo ha chiuso venerdì scorso (22/1) a 156 euro/t, con un recupero di 3,50 euro/t rispetto al minimo stagionale di lunedì precedente.
Bioenergetico. Mais per biodigestori sempre molto ricercato. in ogni angolo del globo. Alcuni stanno tornando a cercare manioca e tapioca di cui non ci si ricordava quasi più dell'esistenza. I cruscami sono sui minimi e alcuni contratti sono stati sottoscritti sul febbraio-giugno a 130-132 euro arrivo seppure pochi siano i venditori.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 337 punti, il petrolio è risalito oltre la soglia dei 30€ fissandosi a 31,90 dollari al barile e il cambio staziona a 1,09102 $/barile
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Anche una società di Parma invitata dalla Regione a raccontare la sua esperienza di internazionalizzazione.
Di redazione Parma 26 gennaio 2016 - Un riconoscimento di pregio quello riservato a Mulino Alimentare di Parma, società dedita al confezionamento e commercializzazione di Parmigiano Reggiano, invitata dalla Regione a relazionare sulla sua esperienza di internazionalizzazione. Un percorso avviato da diversi anni che, sotto la guida attenta del CEO Claudio Guidetti, l'ha portata a consolidare oltre confine ben il 70% del fatturato.
L'occasione è stata il maxi convegno, organizzato dalla Regione Emilia Romagna lo scorso lunedi, incentrato sul tema "L'eredita di Expo per l'agricoltura dell'Emilia Romagna" e come poter capitalizzare gli investimenti e le esperienze della sei mesi milanese.
Un evento dove sono stati chiamati a raccolta alcune imprese e associazioni no-profit che si sono distinte nel processo di esportazione di prodotti e competenze.
Nel mondo il made in Emilia-Romagna è sinonimo di qualità dei prodotti, attenzione all'ambiente, sicurezza alimentare, distintività. Con una filiera agroalimentare che da sola vale circa il 20% del totale nazionale, l'Emilia-Romagna è prima in Europa per prodotti Dop e Igp (42 ).
Un ruolo importante per fare conoscere il re dei formaggi in Canada e nord-america l'ha avuto, senza ombra di dubbio, anche il Mulino Alimentare grazie a un programma di marketing promozionale che ha raggiunto l'apice con la conquista, nel 2014, del Guinness World Record di taglio contemporaneo di ben 1.300 forme di Parmigiano grazie alla collaborazione instaurata con l'assoluto leader della distribuzione canadese.
"Per esportare non è sufficiente conoscere la lingua, ha sottolineato Claudio Guidetti, ma occorre conoscere pienamente la mentalità del luogo ed è perciò che il lavoro ha preso corpo incontrando preliminarmente una grande catena distributiva confrontandoci con loro cercando quelle occasioni di incontro che consentissero un reciproco beneficio." Mulino Alimentare era approdato in Canada dopo una consolidata esperienza nel vecchio continente riversando perciò oltre oceano già un buon fardello di competenze internazionali.
"Il nostro obiettivo, ha proseguito Guidetti, è di accorciare la filiera eliminando tutte quelle fasi di intermediazione che non hanno più ragion d'essere ma al contempo intensificando dei processi di parternariato esclusivo con i caseifici del territorio con i quali condividere i vantaggi economici acquisiti. Forse però non tutti sanno che, per relazionarsi con le GDO, occorre possedere particolari certificazioni difficilmente riscontrabili nei caseifici e che queste devono essere mantenute e rinnovate attraverso un approccio sistematico alla qualità. E' un attimo essere esclusi dal circuito a causa di una semplice ma indispensabile formalità".
Al Presidente della Regione Stefano Bonaccini il compito di fare gli onori di casa e introdurre gli elementi che tracceranno le prossime politiche agroalimentari mentre l'Assessore all'Agricoltura Simona Caselli e la collega alle Attività Produttive Palma Costi l'onere di entrare nel dettaglio delle politiche di sviluppo dell'agroalimentare per rafforzare il "Modello" operativo così ben collaudato e con riconosciuto successo durante l'Expo2015.
Al convegno hanno dato il loro contributo anche il presidente Unioncamere dell'Emilia Romagna Maurizio Torregiani, l'europarlamentare Paolo De Castro anticipando la tavola rotonda, moderata dal direttore di Ervet Roberto Righetti, che ha visto alternarsi sul palco alcune rappresentanze delle eccellenze emiliano romagnole:
- Giovanni Beccari, Cefa
- Gianpiero Calzolari, Granarolo
- Lucio Cavazzoni, Alce Nero
- Maurizio Gardini, Conserve Italia
- Claudio Guidetti, Mulino Alimentare
- Stanislao G. Fabbrino, Romagna Coop Food
- Sara Roversi, Future Food Intitute
- Luigi Scordamiglia, Inalca
Al segretario generale del Padiglione Italia, Fabrizio Grillo, il compito di trarre le conclusioni del convegno.
(Galleria immagini in fondo pagine)
Mais e Soia: gennaio 2016 - Minori produzioni di Mais e Soia previste in Sud Africa e USA. Le scorte finali globali di semi di Soia sono stimate a 79.28 Mio t, inferiori rispetto alle stime di Dicembre ma a livelli record rispetto agli anni precedenti.
MAIS: Dati previsionali per 2016-17
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è prevista a 967.93 Mio t, -5.9 Mio t rispetto alle stime formulate a Dicembre, riflettendo la riduzione della produzione in Sud Africa e negli Stati Uniti, parzialmente bilanciata da maggiori raccolti in Ucraina.
La produzione di Mais in Sud Africa è prevista a 8 Mio t, -4 Mio t rispetto alle stime del mese scorso, a causa del caldo e della siccità prolungati.
Negli Stati Uniti si prevede una produzione di 345.49 Mio t, con un aumento delle aree coltivate ma una diminuzione della resa dei terreni, stimata a 168.4 bushel/acro (10.69 tons/ettaro).
Le esportazioni statunitensi si confermano in riduzione (-2.9%) per la concorrenza del Sud America. Il Mais utilizzato nella produzione di Etanolo è invariato, mentre si stima un minor impiego nella produzione di dolcificanti.
Gli stock finali globali sono inferiori rispetto alle previsioni del mese scorso, ma si mantengono a livelli record (208.94 Mio t). Metà sono collocati in Cina.
SOJA: Dati previsionali per 2016-17
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista a 319.01 Mio t, -1.1 Mio t rispetto alle previsioni di Dicembre, con riduzioni dei raccolti negli Stati Uniti e in Sud Africa.
La produzione statunitense è prevista a 106.95 Mio t (-1.3% rispetto alle stime del mese scorso), a causa di minori superfici e del calo della resa dei terreni (48 bushel/acro = 3.27 tons/ettaro), ma che rimane record.
Con la minore offerta, anche le esportazioni USA sono stimate in diminuzione, compensate da un aumento delle esportazioni in Canada.
La produzione in Cina è prevista in aumento di 0.5 Mio t a 12 Mio t.
Le scorte finali globali di semi di Soia sono stimate a 79.28 Mio t, inferiori
rispetto alle stime di Dicembre ma a livelli record rispetto agli anni precedenti.
(In fondo pagina la galleria immagini con i grafici CLAL)
L'ultimo mese dell'anno conferma l'intonazione negativa dei mercati agricoli palesatasi a partire dall'autunno. Lo segnala l'Ismea sulla base dell'Indice dei prezzi agricoli all'origine, che si è portato nel mese di osservazione a 111,7 (2010=100) facendo registrare una flessione del 2% su novembre e del 2,5% su dicembre di un anno fa.
Roma - A dicembre, i prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - sulla scorta dei dati divulgati dall'Istat - in flessione dello 0,4% su base mensile e in aumento dell'1,1% su base annua, ossia rispetto al livello di dicembre dell'anno scorso, in lieve decelerazione rispetto al più 1,6% di novembre.
L'Indice "core" dell'Ismea - calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - a dicembre si colloca a 111,0 (2010=100) a conferma di una dinamica mensile negativa (-1,8%), sebbene lievemente più attenuata rispetto a quanto evidenziato dall'indice complessivo. Il confronto su base annua segnala invece una tendenza deflativa più marcata di quella indicata dall'indice complessivo (-5,6% sul livello di dicembre 2014).
Nel comparto vegetale che fa segnare nel suo complesso un meno 2,6% sul mese precedente, pesano le significative flessioni degli ortaggi (-7,8%) condizionati dall'eccesso di offerta che le temperature insolitamente miti hanno riversato sui mercati. Continuano ad arretrare anche i prezzi degli olii di oliva (-5,5%) in un contesto non favorevole neanche per i semi di soia (-0,9%) e per i cereali (-2,1%), che scontano i ribassi registrati sui mercati internazionali. Per i vini, le rilevazioni Ismea indicano una brusca battuta di arresto (-1,8%) dell'abbrivio positivo della nuova campagna. Frutta e colture industriali, con un incremento rispettivamente del 3,2% e del 3%, sono invece le uniche due voci in controtendenza rispetto all'andamento complessivamente negativo del comparto.
L'insieme della zootecnia chiude dicembre senza particolari novità rispetto all'andamento dell'intero 2015. La flessione dell'1,7% su base mensile riflette un'ulteriore discesa dei listini del bestiame vivo (-3,9%), solo in parte controbilanciata da una timida progressione dei lattiero caseari (0,5%). Tra gli animali vivi si segnalano ancora una volta riduzioni significative a carico dei suini (-6,9%), avicoli (-5,2%) e conigli (-11,4%) a fronte della lieve ripresa che ha interessato i bovini (0,3%) e degli incrementi più significativi per gli ovi-caprini (+4,5%). Flettono lievemente su base mensile anche le uova (-0,2%).
Su base annua, l'indice elaborato dall'Ismea arretra del 2,5%, con flessioni più marcate per l'aggregato zootecnico (-3,5%) e più attenuate per il comparto delle coltivazioni vegetali (-1,7%). In quest'ultimo ambito produttivo, flettono, rispetto a dicembre 2014, i prezzi degli olii di oliva (-22,6%), dei cereali (-9,3%) e, in misura inferiore, della frutta (-3,5%) e dei vini (-1,6%). Solo per gli ortaggi, le coltivazione industriali e i semi di soia il confronto annuale risulta positivo, con un più rispettivamente del 14,8%, del 5,9%, e dello 0,3%.
Nell'aggregato zootecnico, la dinamica tendenziale fa registrare una riduzione del 3,2% per il bestiame vivo, del 2,3% per i lattiero caseari, e del 15,9% per le uova.
In media d'anno, in linea con le variazioni acquisite divulgate con i dati di novembre, i prezzi agricoli del 2015 relativi alla prima fase di scambio risultano complessivamente in aumento dell'1,5% rispetto al livello del 2014, mentre sulla scorta dell'Indice core la tendenza si conferma deflativa (-3,7%).
(Ismea 22 gennaio 2016)
"Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare": Sabato 30 gennaio alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano. La liberalizzazione del nome del vitigno sarebbe un grave errore, ne parliamo con il Ministro Martina, l'assessore Caselli, l'eurodeputato De Castro e la senatrice Pignedoli.
Reggio Emilia, 28 gennaio 2016
- in allegato in fondo al testo l'invito scaricabile -
Sabato 30 gennaio alle ore 9.30 si terrà alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) l'iniziativa "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare". L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano vedrà la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Interverranno inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.
L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come afferma il sindaco Alessio Mammi "il Lambrusco è un prodotto da secoli legato indissolubilmente al nostro territorio e il vino italiano più esportato nel mondo, con 400 milioni di bottiglie all'anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Mi auguro che l'Ue faccia un passo indietro. Parlarne direttamente con tutti i livelli istituzionali che si occupano della questione è un'occasione per noi irripetibile".
"Questi Vini - continua Leana Pignedoli -sono strettamente legati alla terra Emilia, non è una mera difesa, è una battaglia perché l'Europa scelga le distintività come fattore competitivo dell'agroalimentare valorizzando le peculiarità. Pensare di lanciare sfide sulla genericità e l'omologazione sarebbe miope e perdente. Lunedì il Ministro Martina ha incontrato il commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan proprio su questi temi, e quella di sabato ad Arceto sarà un'ottima occasione per avere un resoconto in diretta dell'incontro e delle azioni che seguiranno".
"A favore della tutela del nostro prodotto - conclude Davide Frascari - si sono schierate con noi Francia e Germania che sono paesi che dal punto di vista enologico hanno un peso che ci fa ben sperare. Voglio ricordare che il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente: solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori. Avere accanto tutti i livelli istituzionali impegnati sul tema è per noi importantissimo e confrontarci con il ministro Martina, De Castro, Caselli e Pignedoli lo sarà ancor più".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Scandiano)
Sembrerebbe conclusa invece la fase discendente dei latte spot mentre prosegue la lenta e inesorabile fase discendente del burro. Stazionario il Grana Padano così come il Parmigiano di 24 mesi mentre il più fresco guadagna altri 5 centesimi.
di Virgilio Parma 27 gennaio 2016 -
LATTE SPOT Sembrerebbe conclusa la fase discendente dei listini del Latte spot. Da due settimane consecutive non si avvertono ulteriori segnali di cedimento mentre si sono registrate leggere tendenze al rialzo riguardo al latte scremato pastorizzato di provenienza estera (+4,35%), comunque ben lontano dal recuperare la consistenza perduta di fine 2015. Nello specifico il late crudo spot nazionale si conferma tra 31,96 e 34,02€/100 litri e l'intero pastorizzato spot estero tra 26,81 e 28,87 €/100 litri. Lo scremato pastorizzato estero ha segnato tra 11,90 e 12,94€/100 litri.
BURRO E PANNA Prosegue la tendenza al ribasso del burro con altri 5 centesimi ceduti sulla piazza di Milano e su Reggio Emilia. Tiene invece lo zangolato quotato a Parma che si distanzia di 10 centesimi dall'analogo prodotto della vicina Reggio Emilia. In flessione anche la crema a uso alimentare che contamina anche la panna veronese.
Borsa di Milano 25 gennaio: (-)
BURRO CEE: 2,65€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,80€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,80€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,60€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,36€/Kg.
Borsa Verona 25 gennaio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,35-1,40 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 22 gennaio 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 26 gennaio (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,20 - 1,20€/kg.
GRANA PADANO Listini fermi per il Grana Padano che vede confermai i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura. Il mese di gennaio va a chiudersi quindi in positivo con la media mese del più giovane (9 mesi) calcolata a 6,55€ che corrisponde a un +1,16% sulla media mese precedente mentre il 15 mesi, con una media mensile di 7,58€ guadagna l'1% sul mese precedente e il 3,18% rispetto alla media 2015.
PARMIGIANO REGGIANO Rallenta la spinta a risalire del Parmigiano Reggiano. Ancora 5 centesimi guadagnati dal 12 mesi mentre il 24 mesi di stagionatura ha preso un momento di pausa. nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 8,00 e 8,35€/Kg. e il 24 mesi confermato tra 9,15 e 9,50€/Kg.
Un futuro di innovazione e internazionalizzazione per l'agroalimentare emiliano romagnolo. Dell'eredità di Expo se ne è discusso a Bologna lunedì scorso, su sollecitazione della Regione, per fare il punto sull'esperienza milanese chiamando a raccolta testimonianze di eccellenza nel campo delle imprese e delle organizzazioni no-profit. Imperativo sarà fare sistema e cooperare.
di Redazione -
Parma 26 gennaio 2016 -
E' stato da tutti riconosciuto che la Regione Emilia Romagna sia stata una delle più attive durante i sei mesi dell'Expo Universale di Milano conclusasi lo scorso 30 ottobre.
Un'attività impegnativa che non poteva esaurirsi con l'EXPO milanese ma che deve protrarsi e consolidarsi nel tempo capitalizzando l'investimento del semestre milanese. A Milano l'Emilia-Romagna e il suo sistema agroalimentare sono stati tra i protagonisti.
Un primo momento di riflessione sul lavoro svolto e sui programmi futuri è stato appunto il maxi convegno dal titolo "L'eredità di EXPO per l'agricoltura dell'Emilia Romagna" organizzato lo scorso lunedì 25 gennaio.
Il convegno bolognese, che ha chiamato a raccolta il mondo dell'agricoltura e dell'agroalimentare emiliano-romagnolo, è servito per fare il punto su progetti e strategie. Con un obiettivo: valorizzare al meglio l'esperienza dell'Esposizione milanese, per sostenere la propensione all'export e all'innovazione del sistema produttivo emiliano-romagnolo.
"Teniamo questo convegno - ha sottolineato Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, introducendo i lavori - a un anno esatto dalla partenza della legislatura. Era infatti il 26 gennaio 2015 quando nominammo gli assessori, e la prima cosa che ci suggerirono era di non investire in Expo2015 e invece ci abbiamo creduto e è risultato un successo in quantità e in qualità".
L'agricoltura ha un ruolo importante nel sistema economico emiliano romagnolo e è intenzione dell'amministrazione regionale continuare a investire per un futuro di innovazione e internazionalizzazione. "A partire dall'agroalimentare, che è la seconda voce del nostro export. A fine 2016 - promette Bonaccini - saranno già emessi bandi per circa 1 miliardo di euro (dei complessivi 2,5 miliardi di fondi europei a disposizione da qui al 2020), perché vogliamo agire con velocità, per superare definitivamente la crisi e creare posti di lavoro, a partire dall'agricoltura, un settore il cui valore aggiunto nel 2015 è cresciuto del 3%".
L'impegno dell'Emilia Romagna è stato sottolineato anche dal ministro delle Politiche agricole e forestali Maurizio Martina in un intervento video. Tra i temi su cui il Governo è impegnato – ha spiegato il Martina– l'internazionalizzazione, forte di un export che nel 2015 ha superato i 36 miliardi di euro, il ricambio generazionale in agricoltura e la questione organizzativa con la nascita del Ministero dell' agroalimentare. "Credo che la collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Governo sia cruciale – ha detto Martina - e ci sono le condizioni per attuarla".
Nel mondo il made in Emilia-Romagna è sinonimo di qualità dei prodotti, attenzione all'ambiente, sicurezza alimentare, distintività. Con una filiera agroalimentare che da sola vale circa il 20% del totale nazionale, l'Emilia-Romagna è prima in Europa per prodotti Dop e Igp (42 con il recente ingresso del Pampepato ferrarese). Le prime quattro indicazioni geografiche emiliano-romagnole (Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto balsamico Igp e Mortadella Bologna Igp) rappresentano oltre il 40% del valore complessivo nazionale. Elevata la propensione all'export con un valore di 5,5 miliardi di euro.
L'impegno della Regione
"A fronte di una domanda interna sostanzialmente stabile, la nostra prospettiva è sui mercati esteri e qui il potenziale è enorme - ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli nella sua relazione introduttiva – a fronte di un buon andamento dell'export complessivo, sono però ancora tante le aziende che non vanno all'estero. Al mondo produttivo chiediamo di condividere una strategia comune, perché se ci muoviamo come sistema, all'interno di una prospettiva nazionale, saremo più forti." Caselli ha sottolineato l'impegno della Regione, sia intensificando l'attività di "diplomazia agroalimentare" e le relazioni istituzionali; che spingendo forte sull'innovazione, un settore per il quale sono a disposizione, da qui al 2020, 50 milioni di euro grazie al Psr. Destinatari i Goi, ovvero i Gruppi operativi per l'innovazione, inedite alleanza tra mondo della ricerca e aziende agricole. Oltre12,6 milioni di euro sono già stati stanziati e il termine per presentare le domande scade il 31 marzo.
Tra i settori su cui Caselli ha rivendicato l'impegno della Regione il sostegno all'identità del territorio e dei suoi prodotti e dunque "il presidio della reputazione che è ciò che ci precede quando affrontiamo un nuovo Paese".
Per quanto riguarda il sostegno più diretto all'export, oltre alle risorse del Psr per la promozione sui mercati europei e le nuove strategie di commercializzazione, anche con un approccio di filiera, ci sono per il 2016 17 milioni di euro destinati all'internazionalizzazione, anche del settore agroalimentare. Come ha spiegato l'assessore regionale alle attività produttive Palma Costi verranno finanziati bandi di promozione dell'export, sia sui mercati europei che extraeuropei, anche per piccole e medie imprese non esportatrici oltre che consorzi export e partecipazioni fieristiche. "C'è un bacino di 20 mila imprese che solo occasionalmente esportano", ha spiegato Costi ed è lì che deve concentrarsi l'azione della Regione.
Il supporto della Regione passa anche attraverso la fornitura di servizi, quale quelli di Ervet (scouting, analisi Paese, ricerca finanziamenti e progettazione interventi) e del servizio Fitosanitario per il superamento di quelle barriere non economiche che rappresentano uno dei principali ostacoli per la penetrazione dei prodotti agroalimentari sui mercati extraeuropei.
Dall'Europa è in arrivo il "Pacchetto promozione" che metterà a disposizione 200 milioni di euro all'anno. Lo ha ricordato l'europarlamentare Paolo de Castro, che ha sottolineato la necessità di un maggior impegno come sistema Paese sul fronte degli accordi internazionali, a partire dalla tutela delle indicazioni geografiche nel TTP, il trattato di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea.
Tra le attività di sostegno all'export, su cui si è soffermato il presidente di Unioncamere Maurizio Torreggiani, il programma Deliziando in collaborazione con la Regione. Usa, Canada, Cina, Hong Kong, oltre all'Europa le aree verso cui si concentrerà nel 2016 l'attività di incoming, formazione e promozione, oltre alle missioni e alla partecipazione a fiere internazionali di settore a New York e a Parigi. Nel 2015 l'attività di Deliziando ha coinvolto 128 aziende, 46 buyer esteri e si è tradotta in 534 incontri b2b.
Dall'esperienza di Expo si è consacrata la consapevolezza che l'Emilia Romagna, in quanto sistema, è un modello efficace e esportabile. E se di successo si può parlare, relativamente alla partecipazione alla rassegna milanese, questo lo si deve al fatto che si è lavorato uniti, amministrazioni e imprese tutti focalizzati su obiettivi comuni e condivisi.
Ecco quindi che il convegno è stata anche l'occasione per promuovere un confronto diretto con il mondo delle imprese e del no profit chiamate a testimoniare le loro esperienze sui mercati esteri e a proporre idee.
Ad aprire le relazioni della tavola rotonda è Maurizio Gardini (Conserve Italia) il quale ribadisce come Expo sia stato un efficace strumento di amplificazione dei risultati della rinnovata politica aziendale di Marca che ha registrato crescite a due cifre "abbiamo fatto il bilancio migliore della nostra storia". Gardini avverte che oltre a fare squadra, per l'internazionalizzazione, le imprese devono essere attrezzate anche finanziariamente. "All'estero non ci stanno certamente aspettando a braccia aperte" conclude Gardini "dobbiamo meglio comunicare i nostri prodotti. E' frustrante per i nostri produttori avere i migliori disciplinari produttivi al mondo e che questo non sia riconosciuto all'estero."
Luigi Scordamiglia (presidente Inalca e vice presidente Assocarni) conferma come Expo sia stata una opportunità unica per il nostro Paese consacrando il modello italiano come modello di riferimento mondiale.
Siamo ricercati, ribadisce il presidente Inalca società presente in 70 paesi, per l'efficienza e sostenibilità delle nostre filiere, ma occorre presentarsi uniti perché, per quanto grandi non lo si è mai a sufficienza quando si parla di internazionalizzazione. Come fare? Occorre fare sistema e il suggerimento è che, anche in forza del nuovo ruolo (presidente della conferenza delle regioni) assegnato al Presidente della Regione Bonaccini, occorre che "questa regione assuma il ruolo fondamentale di coordinamento" per la capacità che ha avuto nello stimolare l'internazionalizzazione.
Sara Roversi. Future Food Institute progetto non-profit nato all'interno di youcangroup, network internazionale di attori del mondo del food capaci di generare un impatto positivo, a livello economico, culturale e sociale, investendo sull'innovazione, la condivisione di best practices globali ed il mentoring di startupper e giovani imprenditori del settore. Al centro di tutto? C'è lo "spirito imprenditoriale", un concetto da favorire attraverso l'educazione dei giovani a tutti i livelli, per far crescere una generazione responsabile ed appassionata.
Nel girovagare per il mondo in cerca di "contaminazione" Sara Roversi racconta di essersi resa conto che in Emilia Romagna c'è molta innovazione e, dopo avere intercettato un appassionato e talentuoso agronomo pugliese nella Silicon Valley, l'avrebbe convinto a partecipare alla nuova impresa: la "Future Farm" impresa agricola di 60 ettari in quel di Lugo.
Gianpiero Calzolari (Granarolo) "Expo è stato un esempio di come si presidiano gli argomenti e si imposta il futuro". In quanto cooperativa per Granarolo expo è stata una ottima occasione per valorizzare il bene dei soci e "raccontare al mondo che siamo una realtà credibile". Per Calzolari il tema forte è l'aggregazione perché essere interessanti è importante ma occorre essere competitivi per affrontare l'internazionalizzazione. Una affermazione che proviene dal vertice di una azienda che ha già rapporti in 52 paesi e che sta iniziando a presidiare direttamente il Paese produttore di latte per eccellenza, la Nuova Zelanda.
Stanislao Fabbrino (Romagna Coop Food) porta l'interessante esperienza di una rete di imprese creata appositamente per l'esportazione. Insieme le sei realtà imprenditoriali (Cevico, Coin, Deco, Fruttagel, Molino Spadoni, Borgo Buono/Terre Emerse) realizzano un fatturato aggregato di 850 milioni, occupano 2.500 dipendenti in 13 stabilimenti. L'export, secondo Fabbrino, va progettato e le sei aziende aderenti alla rete di imprese, hanno preliminarmente fatto un attenta analisi dei prodotti da esportare, perché "non tutto si può esportare all'estero". Ma per un approccio all'internazionalizzazione occorrono risorse e qui, è il suggerimento di Stanislao Fabbrino, la Regione può giocare un ruolo importante.
Giovanni Beccari (Cefa). CEFA è Organizzazione Non Governativa che da oltre 40 anni opera in Africa per vincere la fame e nel 2000 - ha raccontato Giovanni Beccari - abbiamo raccolto una richiesta di aiuto della Tanzania per affrontare il problema della malnutrizione." La risposta è stato un progetto di produzione del latte, coinvolgendo il territorio emiliano romagnolo e la Granarolo. Un successo che è stato premiato con il riconoscimento di "miglior modello di sviluppo sostenibile per le comunità rurali." Ed ora l'organizzazione non governativa ha lanciato una nuova iniziativa in Mozambico che vede confermata la collaborazione di Granarolo con l'obiettivo di rafforzare la filiera lattiera nel distretto di Breira avvalendosi del sostegno della Regione Emilia Romagna. "Continuiamo a nutrire il Pianeta" è la chiosa di Giovanni Beccari.
Claudio Guidetti (Mulino Alimentare) Per l'amministratore di Mulino Alimentare, società specializzata nel confezionamento e commercializzazione del Parmigiano Reggiano e non solo, il radicamento sul territorio è un valore imprescindibile al punto tale che hanno avviato un processo di parternariato in esclusiva con una importante realtà casearia reggiana. Obiettivo quindi accorciare la filiera con beneficio sia per il consumatore finale sia per la parte produttiva. Un percorso che ha trovato uno sbocco immediato con la più importante catena distributiva canadese con la quale è stato avviato un processo di sensibilizzazione e divulgazione culturale del prodotto sfociato nella conquista del World Guinnes di taglio delle forme di Parmigiano Reggiano in simultanea (1.300 forme). "In mezz'ora - commenta Guidetti - abbiamo realizzato il sold out di tutto il parmigiano disponibile". Alla Regione quindi cosa chiedere, è la domanda retorica del presidente di Mulino Alimentare, "un sostegno per fare sistema" perché certi processi di internazionalizzazione possano avere una più rapida ed efficace realizzazione.
Lucio Cavazzoni (Alce Nero) Ricollegandosi alla necessità di operare prioritariamente sulla cultura dei paesi oggetto di esportazione espresso da Guidetti, Lucio Cavazzoni sottolinea come l'allargamento del mercato del biologico sia il tipico esempio di una affermazione prima della cultura poi del prodotto. "Il Biologico - sottolinea Cavazzoni - sta crescendo a due cifre anche nei paesi dove i consumi alimentari decrescono". Ma bisogna pensare avanti e collegare l'alimentazione alla salute. "infatti, continua Cavazzoni, se la vita media si è allungata sino a 83 anni, la salute invece - intesa come una reiterata ospedalizzazione - si è ridotta a 64 anni". Quindi la prossima frontiera sarà CIBO per la SALUTE ma anche una nuova modalità di cooperazione. "Oggi la sfida è fare cooperazione tra diversi, capaci di lavorare sullo stesso piano, quindi il tema non è solo esportiamo ma come lo facciamo.".
"Quella di Expo è stata una sfida vinta – ha detto il segretario generale di Padiglione Italia Fabrizio Grillo chiudendo i lavori – ora bisogna insistere puntando su ricerca, tecnologia, educazione e valorizzazione delle tradizioni alimentari del nostro Paese".
Partnership strategica sul primo mercato per export (quasi 8.000 tonnellate) con l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", punto di riferimento per i consumatori tedeschi. L'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza". -
Reggio Emilia, 26 gennaio 2016 -
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano rafforza decisamente le proprie azioni sulla ristorazione di qualità tedesca.
Dopo alcuni anni di proficua collaborazione, infatti, l'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza" con la sezione dell'Associazione "Jeunes Restaurenteurs" presente in Germania, Paese che si colloca ai vertici delle esportazioni di Parmigiano Reggiano, con un volume che si attesta attorno alle 8.000 tonnellate e un trend di crescita che dal 2012 ad oggi ha consentito di incrementare i flussi per quasi 1.000 tonnellate.
"La partnership con la sezione tedesca dell'Associazione - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - rientra nell'ambito delle azioni sempre più intense e specifiche che abbiamo rivolto al mondo della ristorazione di qualità e alle associazioni che, in Italia e nel mondo, rappresentano cuochi e chef".
"L'alleanza con la JRE in Germania - spiega Alai - nasce poi, in specifico, dal fatto che in Germania i locali in cui operano gli chef dell'Associazione costituiscono punti di riferimento particolarmente considerati dai consumatori, che apprezzano anche il particolare dinamismo dell'organizzazione, la completezza delle sue guide (diffuse in 100.000 copie) e le sue importanti attività di formazione, che si sviluppano anche attraverso quella "Eliteklasse" che, in Germania, rappresenta l'unica scuola destinata a quanti rappresentano l'élite in fatto di ristorazione".
Un giovane chef di jRE nel corso di un evento realizzato in collaborazionen con il Parmigiano Reggiano
"La formalizzazione di questa partnership - sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rende innanzitutto più organico e stabile il lavoro di collaborazione iniziato in questi anni con l'Associazione Jeune Restaurenteurs, ma ci consentirà di sviluppare nuove e rilevanti iniziative finalizzate a far conoscere di più e meglio le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, che sono innanzitutto legate all'assoluta naturalità del prodotto, ad un legame profondo con un territorio specifico e alle differenze che si determinano in funzione della durata della stagionatura".
"In tal senso - prosegue Deserti - sono previsti appuntamenti di formazione per i membri dell'Associazione, che vanno organicamente ad integrare una collaborazione che nel 2015 già ci ha visto fianco a fianco, ad esempio, in degustazioni nei ristoranti di diversi membri di JRE, in seminari tenuti nella "Eliteklasse" e in una "full immersion" nel mondo del Parmigiano Reggiano che per una settimana ha impegnato 25 chef dell'Associazione operanti nelle principali città tedesche".
Per l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", conosciuta in tutto il mondo, la Germania rappresenta una vera e propria roccaforte, così come per il Parmigiano Reggiano lo è quel mercato tedesco che in termini di esportazioni precede la Francia e gli Stati Uniti, dove pure i consumi continuano a crescere a due cifre.
(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmigiano Reggiano)