Contrazione dei prezzi per il latte spot. I derivati continuano la costante discesa dei prezzi. Nei formaggi leggero calo del Parmigiano Reggiano 24 mesi. 

 
di Virgilio e Jacopo Parma 30 luglio 2019 - 
 
LATTE SPOT – Aggiornamenti di segno negativo per il latte spot. Il crudo spot nazionale registra un calo a 46,91 e 47,94 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero cala di altri -3,6% punti tra 41,24 e 42,27 €/100 al litro; il latte scremato pastorizzato spot estero invece arriva a -4,3 % tra 22,25 e 23,29 €/100 al litro.
 
BURRO E PANNA – Non si arresta la contenuta decrescita dei listini per il burro; zangolato parmigiano in calo rispetto alla settimana scorsa, mentre al contrario stop per costo dello zangolato reggiano. Novità invece per panna e crema: dopo la salita della settimana scorsa e un periodo di stabilità, si registra un crollo netto con meno cinque punti percentuali sul listino e di -4,5% per la seconda. Capitolo margarina: il nuovo aggiornamento mensile non segnala alcuna variazione.
 
Borsa di Milano 29 luglio 2019: 
BURRO CEE: 3,40 €/Kg  (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,65 €/Kg.  (-1,4%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,80 €/Kg.  (-2,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,60 €/Kg. (-3,0%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,64 €/Kg. (-3,5%)
MARGARINA luglio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)
 
Borsa di Verona 29 luglio 2019: (-5,26%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,70  –  1,90 €/Kg.
 
Borsa di Parma 26 luglio 2019 (-3,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 30 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 29 luglio 2019 – Le stagionature del Grana Padano rimangono a prezzo fisso.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 26 luglio 2019 – Medesimi prezzi della settimana precedente per Il Parmigiano Reggiano.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,75 - 13,25 €/Kg. (- 0,4%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)
 

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Agricoltura. Produrre energia "verde" da scarti agricoli. La Regione ci crede e investe 6,8 milioni. L'assessore Caselli: "Un'occasione di crescita per il settore, nella direzione di un'agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico"

Saranno finanziati impianti per produrre energie rinnovabili da sottoprodotti o scarti agricoli oltre a impianti eolici, solari ed idroelettrici. Domande entro il 29 novembre
Bologna – Nuove opportunità di crescita per le aziende agricole e benefici per l’ambiente con l’energia verde generata da risorse naturali come acqua, sole, aria o dai sottoprodotti e scarti delle produzioni agricole e agroalimentari.
E’ l’occasione offerta alle imprese agricole dell’Emilia-Romagna con il bando regionale, il secondo previsto dal Psr 2014-2020, che mette a disposizione oltre 6,8 milioni di euro.
Obiettivo del bando è diversificare le attività agricole, con un’attenzione forte all’agricoltura sostenibile e alla riduzione del consumo di combustibili fossili: i finanziamenti andranno infatti a beneficio di aziende agricole che si impegnano a realizzare impianti per la produzione, la distribuzione e la vendita di energia e/o calore.  


Per quanto riguarda le bioenergie, non potranno essere utilizzate colture dedicate ma solo scarti e sottoprodotti agricoli in un’ottica di economica circolare.
“Con questo bando abbiamo messo a disposizione nuove risorse per diversificare le attività delle imprese agricole attraverso la produzione e la vendita di energia pulita e rinnovabile - ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli -. Vogliamo dare anche ad altre aziende dell’Emilia-Romagna l’opportunità di integrare il proprio reddito aziendale così come è avvenuto nel 2016 con il primo di questi  bandi che ha reso possibile l’attivazione di  56 interventi a fronte di circa 4,2 milioni di euro di contributi concessi.  Un’occasione di crescita per gli agricoltori che va nella direzione di un’agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico”.
 
Cosa prevede il bando 


Tra i diversi interventi è previsto il finanziamento di caldaie alimentate a biomassa legnosa, sotto forma di cippato o pellets; impianti per produzione di biogas dai quali ricavare energia termica e elettrica o biometano; impianti che sfruttano altre fonti di energia rinnovabile come quella eolica, solare, idro-elettrica.
Inoltre, è possibile realizzare impianti per ricavare pellets e combustibili da materiale vegetale proveniente da scarti e sottoprodotti agricoli e forestali, piccole reti per la distribuzione dell'energia e impianti “intelligenti” per lo stoccaggio dell’energia al servizio delle centrali o dei microimpianti realizzati. Sono esclusi dal finanziamento gli impianti fotovoltaici realizzati a terra.

Indipendentemente dal tipo di produzione, gli impianti dovranno avere potenze pari ad un massimo di 1 Mega watt elettrico o 3 Mega watt termici. Dovranno inoltre essere dimensionati per produrre energia elettrica o calorica in quantità superiore ai consumi aziendali così da poter essere venduta o ceduta a terzi.

La materia prima che alimenterà le strutture, dovrà provenire dall’azienda stessa o da altre del territorio unite da un accordo di filiera, entro una distanza massima di 70 chilometri.

Le imprese possono presentare progetti di spesa a partire da 20mila euro e senza limiti: il contributo massimo sarà comunque calcolato nel rispetto del regime “de minimis”  e non potrà quindi superare i 200mila euro.

Il contributo sarà in conto capitale modulabile tra il 20 e il 50%  della spesa ammessa, nel rispetto dei limiti di cumulabilità con altri incentivi pubblici per le energia da fonti alternative.  E’ possibile chiedere un anticipo del 50% dell’importo assegnato
Nelle graduatorie sono previsti punteggi aggiuntivi, a parità di requisiti, per le aziende agricole di montagna e per i giovani agricoltori che abbiano usufruito nei precedenti cinque anni di un contributo per l’avvio di una nuova azienda.


Le domande, che devono essere presentate entro il 29 novembre, vanno presentate utilizzando il sistema Informativo Agrea (sIAG), secondo le procedure indicate da Agrea. Tutte le informazioni e moduli sono online sul portale regionale Agricoltura e pesca./Eli.Co.

 

Editoriale:  - Carola sarà ascoltata in Parlamento UE e invece multati i nostri 3 valorosi parlamentari.- Lattiero caseari. Burro in flessione, burro e panna nuovo crollo del prezzo. - Cereali e dintorni. Aperto un nuovo spiraglio sui dazi USA-Cina -Corsi per manutentori impianti pomodoro - Alert, sicurezza alimentare -


SOMMARIO Anno 18 - n° 30 28 luglio 2019
1.1 editoriale
Carola sarà ascoltata in Parlamento UE e invece multati i nostri 3 valorosi parlamentari.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro in flessione, burro e panna nuovo crollo del prezzo..
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Aperto un nuovo spiraglio sui dazi USA-Cina
4.1 cereali e dintorni Poche novità sul fronte cereali..
5.1 pomodoro Corsi per manutentori impianti pomodoro
5.2 sicurezza alimentare Avviso per i celiaci
5.3 sicurezza alimentare Alert, sicurezza alimentare
6.1 sicurezza alimentare Rischio Listeria
6.2 pomodoro Campagna del pomodoro, Steriltom avvia i motori: prima in Italia
7.1 economia Distretti emiliani, export in crescita
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

 

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In contemporanea, partiti i lavori anche a Italtom (Ferrara). L’azienda piacentina stima di trasformare 220mila tonnellate di oro rosso. Squeri: «Avvio in ritardo a causa delle semine tardive dovute al maltempo di maggio»

Piacenza, 23 lug. 2019 - E’ cominciata la campagna del pomodoro 2019 e l’Emilia Romagna è subito in pole position. I primi stabilimenti in Italia dove sta affluendo l’oro rosso sono quelli di Steriltom (Piacenza) e di Italtom (Argenta di Ferrara). Al Nord, la OI del pomodoro da industria ha pianificato la produzione di circa 2,5 milioni di tonnellate. «La campagna è partita in ritardo di una settimana - ha affermato Dario Squeri, Ad di Steriltom - rispetto agli anni scorsi. La colpa è del maltempo che ha obbligato gli agricoltori a semine tardive».

Steriltom è leader in Europa per la produzione di polpa e prevede di lavorare 220mila tonnellate di pomodoro. Nello stabilimento Italtom di Argenta (Ferrara), che è controllato dalle due aziende piacentine Steriltom ed Emiliana Conserve, la produzione stimata è di 100mila tonnellate.

L’azienda piacentina esporta in tutto il mondo il 70% del pomodoro trasformato, anche bio, nei settori horeca e food service. L’85% del pomodoro lavorato, poi, è prodotto in un raggio di 25 km dall’azienda.
«Molto importante è la collaborazione con l’intera filiera agricola - ha concluso Squeri - sulla sostenibilità ambientale e per il rispetto di una produzione etica».

Qualche piccola novità sul fronte del latte spot estero, mentre burro, crema e panna hanno una ricaduta dei listini. Formaggi sempre allo stesso prezzo. Aggiornamento mensile margarina senza novità. 

 
di Virgilio e Jacopo Parma 23 luglio 2019 - 
 
LATTE SPOT – Settimana di variazioni per alcune tipologie di latte. Il crudo spot nazionale rimane a 47,43 e 48,46 €/100 al litro, mentre il latte intero pastorizzato spot estero perde -2,3% e scende tra 42,79 e 43,82 €/100 al litro. In discesa anche il prezzo del latte scremato pastorizzato spot estero, a .4,2% tra 23,29 e 24,32 €/100 al litro.
 
BURRO E PANNA – Generale e leggera discesa dei prezzi dei diversi tipi di burro; lo zangolato parmigiano unico invariato, mentre scivola il costo dello zangolato reggiano. Novità invece per panna e crema: dopo la salita della settimana scorsa e un periodo di stabilità, si registra un crollo netto con meno cinque punti percentuali sul listino e di -4,5% per la seconda. Capitolo margarina: il nuovo aggiornamento mensile non segnala alcuna variazione.
 
Borsa di Milano 22 luglio 2019: 
BURRO CEE: 3,45 €/Kg  (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,70 €/Kg.  (-1,3%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,85 €/Kg.  (-2,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,65 €/Kg. (-2,9%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,70 €/Kg. (-4,5%)
MARGARINA luglio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)
 
Borsa di Verona 22 luglio 2019: (-5,00%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,80  –  2,00 €/Kg.
 
Borsa di Parma 19 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30  €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 23 luglio 2019 (-3,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 22 luglio 2019 – I prezzi delle varie stagionature del Grana Padano tornano di nuovo invariati.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 19 luglio 2019 – Medesimi prezzi della settimana precedente per Il Parmigiano Reggiano.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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Salone Monumentale di Palazzo Gotico – Piazza Cavalli – Piacenza -  Venerdi' 26 luglio 2019 - 

La riserva MAB UNESCO POGRANDE, una opportunità da cogliere


ORE 9,30 – Registrazione dei partecipanti


ORE 10 – SESSIONE ISTITUZIONALE -


PATRIZIA BARBIERI - Sindaco di Piacenza –

Rappresentanti delle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto


Interventi:

MEUCCIO BERSELLI – Segretario Generale Autorità Distrettuale del Fiume Po –

IVANO PAVESI – Vice/Sindaco di Guastalla (RE) – in rappresentanza dei Comuni promotori

LORENZO FRATTINI – Presidente Legambiente Emilia Romagna –

PIERLUIGI VIAROLI – Docente Università di Parma – Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale

Conclusioni:

GUIDO GUIDESI – Sottosegretario alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Coordina: Andrea Gavazzoli, giornalista


ORE 11,30 – SESSIONE TECNICA -

INSEDIAMENTO ASSEMBLEA PLENARIA DEI SINDACI DELLA NUOVA RISERVA MAB POGRANDE

Coordina: Christian Farioli, Autorità Distrettuale del Fiume Po


ORE 13 – LIGHT LUNCH

 

Lunedì, 22 Luglio 2019 15:17

Il Lambrusco sfida lo Champagne

Forse non batte ancora lo Champagne, soprattutto nella reputazione, ma sulla qualità se la gioca perlomeno alla pari. Il Lambrusco è stato l’inatteso protagonista all’edizione 2019 dei “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”, i campionati mondiali delle “bollicine”. Nei giorni scorsi a Londra sono stati resi noti i risultati. Con sette medaglie d’oro e sette d’argento, il vino simbolo del nostro territorio ha contribuito al bottino dell’Italia (71 ori e 92 argenti), che ha battuto per la prima volta la Francia (ferma a 61 ori e 49 argenti).

Tra i vini premiati con la medaglia d’oro ci sono il Lambrusco Salamino di S. Croce dop “Tradizione”, prodotto dalla Cantina di S. Croce di Carpi, e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro dop "Vini del Re" della Cantina Settecani di Castelvetro. «Sfatiamo un luogo comune secondo il quale il Lambrusco è solo un vino da sagra paesana, non adatto a palati raffinati», commenta il presidente della Cantina di S. Croce Francesco Schiavo. «Non è un caso che la medaglia d’oro arrivi dopo i premi ottenuti all’ultimo Vinitaly e al recente concorso enologico internazionale "Città del Vino"», aggiunge il responsabile commerciale della Cantina Settecani Fabrizio Amorotti. Per il giornalista inglese Tom Stevenson, ideatore dei “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”, il numero di Lambruschi entrati nella competizione è una delle novità più significative dell’edizione 2019.

 

Editoriale:  - Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato - Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità. - Cereali e dintorni. “Weather Market” - Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio - Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Prince -
SOMMARIO Anno 18 - n° 29 21 luglio 2019


1.1 editoriale
Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato”
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. “Weather Market”.
5.1 bonifica Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio
5.2 turismo ambientale Anche il BMW club di Como e Varese in visita al Molato
5.3 pomodoro Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Princes
6.1 ambiente sostenibilità Sostenibilità in ufficio: come ottenerla?
7.1 bracconaggio PO “Boom del biologico sul territorio reggiano”
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

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Al via la campagna 2019: l'impegno di Princes per il futuro del pomodoro pugliese tra innovazione, legalità e trasparenza.

- L'Azienda incontra i propri partner agricoli: anche quest'anno saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodoro.
- La collaborazione con l'Università di Foggia, Sevi: "Princes dà fiducia ai nostri neolaureati"
- Il messaggio dell'Arcivescovo Pelvi contro lo sfruttamento nelle campagne: "Il pomodoro è un dono di Dio"

Foggia, 18 luglio 2019 – Alla vigilia nuova campagna del pomodoro, Princes Industrie Alimentari, società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, ha invitato i propri partner agricoli a un momento di confronto reciproco sui temi che vedono direttamente impegnata l'azienda: innovazione, legalità e trasparenza lungo tutta la filiera.

"Riteniamo sia molto importante incontrare periodicamente tutti i nostri partner e confrontarci in maniera diretta e trasparente con loro. Princes lavora costantemente per rafforzare la propria presenza nel Sud Italia e per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine per tutta la filiera del pomodoro - commenta Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato di Princes Industrie Alimentari - Siamo convinti che ciò sia possibile solo attraverso il rispetto della legalità, l'innovazione e una politica di piena collaborazione con la parte agricola, che permetta di guardare al futuro puntando alla crescita del settore e allo sviluppo del territorio."

Azienda di rilievo per l'economia della Capitanata, Princes Industrie Alimentari assume ogni anno durante la campagna circa 1000 operai, che vanno ad aggiungersi ai circa 500 lavoratori fissi.
Si prevede, inoltre, che da fine luglio fino alla fine di settembre saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodori.

"Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti in questi ultimi anni, ma continuiamo a guardare avanti per raggiungere sempre nuovi traguardi – sottolinea Laviola – dal 2012 ad oggi sono stati investiti circa 60 milioni di euro in innovazione, sicurezza degli impianti ed adeguamento della capacità produttiva".

Con l'occasione, Princes ha presentato i nuovi uffici, risultato di un ampliamento dello stabilimento di Foggia come testimonianza della volontà del Gruppo ad investire nel Sud Italia e contribuire allo sviluppo del territorio.

Princes ha illustrato inoltre le soluzioni innovative messe a disposizione della parte agricola. Fondamentale sarà per quest'anno l'accesso a nuove tecnologie digitali, presentato da Princes, per proiettare l'intera filiera del pomodoro pugliese nel panorama competitivo internazionale e migliorare la qualità del prodotto.

Grazie alla collaborazione con l'Università di Foggia, ad esempio, il gruppo ha implementato una serie di sistemi per contrastare i parassiti del pomodoro e ridurre drasticamente i trattamenti con fitofarmaci. L'85% della produzione 2018 di Princes è stata totalmente priva di residui chimici, ed il restante 15% con valori ampiamente al di sotto degli standard fissati dalla legge.

"Sono estremamente compiaciuto del fatto che Princes abbia avviato una serie di collaborazioni con il nostro Dipartimento per partecipare a progetti in corso e per farsi promotrice, anche con risorse finanziarie dedicate, di altri progetti con il duplice obiettivo di investire sulla formazione di giovani laureati e dottori di ricerca, valorizzare con spirito innovativo ciò che oggi viene ritenuto scarto dell'industria attraverso un approccio di economia circolare – fa sapere Agostino Sevi, direttore del dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Foggia - Questo potrebbe avere importanti ricadute non solo per il Dipartimento SAFE (Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente) e la Princes, ma anche e soprattutto per il territorio". Il Professore ha poi sottolineato l'importanza di dare una prima possibilità lavorativa ai giovani laureati, investendo su di loro: "L'azienda ha ospitato presso la sua sede 9 studenti tra agronomi tecnologi ed ingegneri tutti provenienti dal Dipartimento SAFE, che hanno condotto per sei mesi uno stage retribuito post-lauream, per loro estremamente formativo, dando così prova di fiducia nella nostra Università e soprattutto nei nostri progetti formativi." – conclude il Direttore Sevi. Princes ha anche attivamente partecipato al Salone del lavoro e della creatività ed in quella sede ha stipulato 77 contratti con giovani laureati dell'Università di Foggia.

A inizio anno, Princes e Coldiretti hanno siglato un rivoluzionario Accordo Nazionale di Filiera che garantisce produzioni eccellenti e sostenibilità economica ambientale e sociale. Infatti, grazie all'accordo, i coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto "equo", basato sugli effettivi costi sostenuti e su una equa pianificazione degli investimenti. Un impegno che Princes ha assunto già da tempo con tutti i propri partner agricoli. Nel contesto dell'Accordo, PIA e Coldiretti svilupperanno inoltre un'innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali.

Princes riconosce l'eccellenza del territorio della Capitanata lavorando esclusivamente pomodoro pugliese coltivato da fornitori che hanno ottenuto le più alte certificazioni internazionali in tema di lavoro etico - "Global G.A.P. GRASP" o "SA8000". Questi standard garantiscono l'adozione delle migliori pratiche del settore agricolo e a livello sociale, in termini di salute, sicurezza e welfare, contratti, salari e libertà di rappresentanza per i lavoratori. L'azienda è concretamente impegnata a migliorare le condizioni lavorative di coloro che potrebbero finire nella rete di chi sfrutta la manodopera a basso costo, compreso il caporalato.

A tal proposito è toccante il messaggio augurale inviato dall'Arcivescovo di Foggia, Mons. Vincenzo Pelvi: "Inizia la campagna del pomodoro 2019 e desidero ringraziare il Signore per il dono della terra e per le donne e gli uomini che si impegnano a coltivarla. Il mio pensiero augurale di ammirazione e congratulazione va a Princes Industrie Alimentari, azienda orientata allo sviluppo di un'agricoltura più sostenibile e un'alimentazione più responsabile, unitamente ad una efficace politica contro il caporalato, attraverso il progetto "Lavoro senza frontiere". Sua eccellenza ha paragonato il pomodoro alla carezza di Dio: "Il pomodoro invita a riflettere sulla nostra esistenza, perché alimento semplice e utile, che non va privatizzato ma offerto a tutti coloro che possono accedere al suo uso. Anche il pomodoro è carezza di Dio per tutti, nessuno escluso. Ne deriva che un vero approccio ecologico incorpora un riferimento alla giusta distribuzione dei beni della creazione e ai diritti fondamentali della persona. Prospettiva ambientale e prospettiva sociale risultano in relazione di complementarietà. Il mio auspicio è che Princes e i vari partener agricoli contribuiscano insieme e sempre più concretamente perché il nostro meraviglioso territorio possa fruire di questa risorsa naturale che allieta le tavole delle famiglie".

Princes Industrie Alimentari
Princes Industrie Alimentari (PIA) è una società italiana leader in Europa nella lavorazione del pomodoro, costituita nel 2012 e con sede a Foggia. PIA impiega oltre 500 lavoratori durante tutto l'anno; il personale coinvolto nelle attività supera le 1600 unità al culmine della campagna del pomodoro. PIA fa parte del gruppo internazionale Princes, leader europeo nel settore del food&beverage. In Princes lavorano 7.000 persone distribuite in 14 siti produttivi distribuiti principalmente in Europa.

 

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Giovedì, 18 Luglio 2019 16:24

"Boom del biologico sul territorio reggiano"

Erika Iori (Cia Reggio): "Negli ultimi 5 anni l'incremento di aziende è stato superiore al 60%". L'analisi del presidente Cervi

Più forte dei cambiamenti climatici, della crisi e della burocrazia. È l'agricoltura biologica 'made in Reggio', un settore in continua espansione che fa segnare un boom di aziende e superfici coltivate.

"Non siamo dinnanzi a una moda passeggera ma a una solida realtà che ha forti radici nella nostra tradizione agricola ed è destinata ad avere una decisa crescita negli anni a venire", sottolinea Cervi (presidente Cia di Reggio). E poi presenta i numeri. Le aziende agricole bio di Cia sfiorano le trecento unità. La parte del leone la fa la montagna con oltre 132 imprese, seguita da Reggio (84), Val d'Enza (65), e Bassa (18). Negli ultimi cinque anni l'incremento di aziende ha superato il 60% sul territorio reggiano, mentre quello di ettari arriva al +65%.
Erika Iori, responsabile del settore per Cia Reggio, entra quindi nel dettaglio: "La parte preponderante dell'agricoltura bio è rappresentata dai seminativi (80%). Al secondo posto vengono prati e pascoli (12%), poi la vite (3%) e la frutta (3%). Ma l'ascesa del biologico sta contagiando anche il settore zootecnico. Basti pensare che a Ventasso un'azienda Cia vende carni fresche e produce ragù da chianine. Mentre in città assistiamo a una decisa crescita di apicoltori".

"Ormai il biologico rappresenta una fetta importante del comparto dell'agroalimentare e i margini di espansione sono davvero notevoli - aggiunge Cervi -. Ma deve essere evitato l'errore di metterlo in contrapposizione con l'agricoltura integrata e sostenibile e con il contributo che essa porta alla sicurezza alimentare: si tratta di due realtà che devono camminare di pari passo nel reciproco rispetto".
Una cosa è certa: la scelta 'biologica' è etica ma anche di mercato. "Sta mutando molto velocemente la mentalità dei consumatori - sottolinea Iori -. Basti pensare che otto cittadini su dieci hanno comprato bio nell'ultimo anno. Oltre il 40% di loro è 'frequent user' e compra bio ogni settimana. Per ragioni salutistiche, per caratteristiche di sicurezza e qualità, perché il biologico viene ritenuto più rispettoso dell'ambiente. E a questa domanda crescente assistiamo in prima linea. La nostra associazione è di frequente contattata da reggiani che chiedono indirizzi di aziende della loro zona dove comprare bio. Addirittura, nei giorni scorsi, un'associazione di neomamme ha voluto una lista completa di imprese di tutto il territorio reggiano...".

Per gli imprenditori bio non mancano però le difficoltà. Tra tutte spiccano la burocrazia – gli adempimenti sono stati semplificati ma si deve fare di più – e il meteo. "Il settore agricolo è quello che, più di tutti, subisce gli effetti dei cambiamenti climatici e il biologico in particolare – conclude il presidente -: avendo limitate possibilità d'intervento con trattamenti, le colture sono infatti più esposte alle bizze della stagione. E, negli ultimi mesi, ne abbiamo viste davvero troppe".

Cia sarà protagonista alla 31esima edizione di Sana - il Salone internazionale del biologico e del naturale, che si terrà a Bologna dal 6 al 9 settembre – con lo stand D68 nel Padiglione 29. Nei 24 mq di area espositiva, in linea con l'obiettivo 'plastic free' dell'edizione 2019 del Sana e con le buone pratiche dell'economia circolare, Cia opta per allestimenti in cartone e materiali ecocompatibili. Spazio anche all'innovazione con l'utilizzo della Realtà Aumentata: speciali totem ecofriendly a forma di alberi proietteranno immagini virtuali per veicolare i messaggi degli Agricoltori Italiani, in particolare i contenuti della Carta dei Valori del Biologico Italiano.

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Settimana di generale fissità dei prezzi nei listini del latte, burro e panna. Ancora in aumento la panna.

di Virgilio e Jacopo Parma 16 luglio 2019 -

LATTE SPOT – Settimana di stop al rincaro dei prezzi per le quote del latte dopo diverse settimane in salita. Il latte crudo spot nazionale si ferma tra 47,43 e 48,46 €/100 al litro, così come il latte intero pastorizzato spot estero, tra 43,82 e 44,85 €/100 al litro. Stessa battuta d'arresto anche per il prezzo del latte scremato pastorizzato spot estero, a +6,7% tra 24,32 e 25,36 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – L'unica novità è l'aumento di un punto percentuale nel prezzo della panna. Per il resto, dopo settimane di calo dei prezzi, si fermano anche i prezzi per le diverse tipologie del burro e della crema. Stop anche per lo zangolato parmigiano e reggiano.

Borsa di Milano 15 luglio 2019:
BURRO CEE: 3,50 €/Kg (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,75 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,90 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,70 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (=)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 15 luglio 2019: (+2,56%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,95 – 2,05 €/Kg.

Borsa di Parma 12 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 16 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 - 1,30 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 15 luglio 2019 – Nel nuovo aggiornamento risulta un lievissimo rincaro del prezzo per lo stagionato 20 mesi.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (+0,3%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 12 luglio 2019 – Prezzi uguali alla settimana scorsa per Il Parmigiano Reggiano.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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Domenica, 14 Luglio 2019 07:56

Il professor Duane J Seppi a Felino

Il docente americano in visita nel parmense alla scoperta del Prosciutto di Parma e del Salame di Felino

È arrivato dalla Pennsylvania, per la precisione da Pittsburgh, il professor Duane J Seppi, docente di finanza computazionale – detta anche ingegneria finanziaria - disciplina che studia i modelli matematici dei mercati finanziari - alla Tepper School of Business della Carnegie Mellon University.

Insieme dalla moglie, Christine Craig Seppi, presidente dell'International Dislexia Association della Pennsylvania, ha iniziato il suo tour in Italia proprio da Parma, in particolare da Felino, dove ha potuto conoscere da vicino alcune eccellenze gastronomiche e storiche del nostro territorio.

Accompagnato dall'Assessore al Bilancio, alle Pari Opportunità e alla Comunicazione del Comune di Felino Claudio Valla e dal segretario della Consulta di Poggio, Cevola e Sant'Ilario Baganza Nicola Comparato, ha visitato il prosciuttificio Tre Stelle, grazie alla disponibilità di Alessandro Utini - vice presidente del salumificio - che assieme ad alcuni collaboratori, ha illustrato le fasi di lavorazione del Prosciutto di Parma: la rifilatura iniziale, la salatura e il riposo in cella frigorifera, la lavatura e asciugatura, per proseguire con prestagionatura e sugnatura, fino ad arrivare alla stagionatura e al sondaggio, che permette, dopo l'accertamento di idoneità, la fase di marchiatura, dove viene impresso a fuoco il caratteristico marchio con la corona ducale a cinque punte.

Il tour è proseguito con la visita al borgo medievale del Castello di Torrechiara e una una tappa culinaria al Pane e Salame di Felino per assaggiare i salumi e i piatti della tradizione parmigiana.
Nel pomeriggio la delegazione è arrivata al Castello di Felino per la visita al Museo del Salame, ospitato nelle vecchie cucine e dispense dell'antico maniero, che conserva intatti gli ambienti dell'epoca, che risalgono al IX secolo.

Il percorso all'interno del museo, suddiviso in cinque sezioni, è iniziato con la storia del salame e il legame con il territorio di Felino, primo centro di produzione salumiera di tutta la provincia di Parma, per poi arrivare agli strumenti di norcineria e di produzione casalinga dell'insaccato, passando dall'impiego gastronomico del salame anche attraverso documenti storici che ne attestano la produzione e il consumo locale.

In un'altra area del museo, dedicata al processo di lavorazione della carne, si è ripercorsa la produzione del salame dalle origini ai giorni nostri, infine si è visto come è avvenuta la commercializzazione, iniziata nel Settecento, per finire con le curiosità e gli aneddoti sul prodotto culinario.

Ai coniugi Seppi, entusiasti del tour gastronomico esperienziale, è stato omaggiato un salame di Felino come ricordo della giornata trascorsa sul territorio.

La loro permanenza in Italia durerà due settimane e toccherà altre città come Venezia e Verona.

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Francesca Caggiati (articolo e foto)

Editoriale: - Forse Trump non è un "Orco".- Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento. - Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0 - Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense -

SOMMARIO Anno 18 - n° 28 14 luglio 2019
1.1 editoriale
Forse Trump non è un "Orco".
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato a guida "meteo".
5.1 maltempo Sospesa l'erogazione dal Brugneto
5.2 cerealicoltura Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0
6.1 ambiente acque Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense
7.1 bracconaggio PO Bracconaggio nel Po, individuati 166 punti di imbarco lungo tutta asta.,
8.1promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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Il consorzio avvia un nuovo progetto di pubbliche relazioni per accompagnare la crescita. Mercoledì 10 luglio il Consorzio ha incontrato venti giornalisti canadesi al ristorante Après Wine Bar di Toronto. La stampa ha scoperto le attività del Consorzio per poi effettuare una degustazione guidata e assaporare un menu incentrato sul Parmigiano Reggiano Dop.

Reggio Emilia, 12 giugno 2019 –

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano punta sul Canada dopo che nel 2018 l'export ha visto una crescita del + 18% rispetto al 2017. Con 2.723 tonnellate importate l'anno passato, il Paese nordamericano entra nella lista dei cinque maggiori importatori mondiali di Parmigiano Reggiano per volume di prodotto.

Per accompagnare la crescita in questo mercato emergente di fondamentale importanza, il Consorzio ha avviato lo scorso giugno un progetto di Pubbliche Relazioni per aiutare il consumatore canadese, attraverso attività con la stampa e i mezzi di informazione, a distinguere il Parmigiano Reggiano Dop dal generico "parmesan" e per educarlo all'uso e alla corretta conservazione del Re dei Formaggi.

Il punto di partenza di questo nuovo progetto di Pubbliche Relazioni è stato l'incontro con i media canadesi che si è tenuto mercoledì 10 luglio al ristorante Après Wine Bar nell'esclusivo quartiere Queen West di Toronto, recentemente nominato da Vogue come il secondo quartiere più trendy del mondo.

L'evento ha visto la partecipazione di venti giornalisti canadesi e si è aperto con una degustazione guidata di tre stagionature di Parmigiano Reggiano. A seguire, lo chef-patron Jeff Kang e il suo team hanno creato un menu incentrato sul Parmigiano Reggiano. Ogni portata è stata inoltre accompagnata da un vino capace di mettere in risalto le qualità della Dop.

Parametri rispettati e indagini approfondite su oltre 50 campionamenti consegnano un quadro positivo della risorsa irrigua nel comprensorio consortile. Rispetto allo scorso anno migliorate anche le acque dei canali Galasso e Naviglio Navigabile.

Parma –

La qualità delle acque irrigue del Parmense che scorrono all’interno della rete artificiale dei canali di bonifica è migliorata ulteriormente rispetto allo scorso anno: è quanto emerge dal Report annuale redatto dai ricercatori tecnico-scientifici del Consorzio della Bonifica Parmense.

L’ente consortile – che nella sostanza si preoccupa, per competenza specifica, del trasporto della risorsa idrica e non strettamente della sua qualità – monitora periodicamente lo stato dei flussi irrigui (indispensabili per la produzione della gran parte delle tipicità agroalimentari della nostra provincia) grazie al laboratorio tecnico itinerante Bonifica Lab, struttura itinerante che consente di asserire che le acque irrigue dei canali consortili superano l’esame qualità, dimostrandosi idonee agli usi per l’agricoltura.

Rilevanti e significativi alcuni dei dati emersi dalle relazioni conclusive – redatte dall’ingegnere ambientale consortile Elisa Trombi e dall’esperto consulente in materie ambientali Riccardo Franchini sulla qualità irrigua della risorsa esaminata: le sostanze prioritarie fosfati e fitofarmaci e la sommatoria complessiva delle sostanze rilevate si mantengono inferiori ai valori limite della cosiddetta classe 1, utile per l’impiego irriguo, ovvero la migliore delle classi della tabella A Giardini, universalmente riconosciuta come modello di riferimento per il settore agricolo. Il dato rappresenta l’ultimo anello di una catena di risultati di idoneità confermata già negli ultimi anni in cui l’uso irriguo dell’acqua nel comprensorio è sempre stato ben al di sotto della soglia standard considerata

Importante miglioramento quello nelle aree che presentano alcune criticità, come quelle relative ai canali che attraversano la zona urbana di Parma, in particolare quelle provenienti dal Naviglio Navigabile e dal Canale Galasso: in questi due casi all’azoto e al fosforo si sommano cloruri e salinità elevata, ma pur sempre rientrando nei limiti di utilizzo. Da evidenziare anche l’assenza di sostanze tossiche, compresi pesticidi e fitofarmaci, in concentrazioni significative e per questo motivo le acque dei canali possono essere utilizzate senza particolari problemi perché non sussiste particolare rischio igienico-sanitario che possa incidere sulla salubrità delle numerose produzioni.

Nell’ottica di un perpetuo e continuo miglioramento è da segnalare l’inizio di un percorso di collaborazione condivisa con le aziende conserviere della Provincia di Parma volto a sensibilizzare verso l’importanza del recupero delle acque reflue e la salvaguardia dell’ecosistema: un protocollo di intesa firmato dai Consorzi di bonifica di Parma e Piacenza, OI Pomodoro e da Industria del Nord Italia nel settembre 2018. E la sinergia con Arpae Parma per il trasferimento dei dati ambientali dei loro controlli sulla qualità delle acque dei depuratori comunali.

Proprio in questi giorni è in corso la campagna di rilevazione 2019 con il mezzo mobile di Bonifica Lab che, come nell’anno precedente, prevede di monitorare più di 50 punti stazione distribuiti sul territorio irriguo gestito dal Consorzio, in particolare di pianura commentano Franchini e Trombi – . I primi risultati sono confrontabili con il 2018 e restituiscono un già un primo quadro positivo, stante la forte siccità di inizio anno che aveva favorito la concentrazione di sostanze nell’acqua”.

 

Per la prima volta dall'uscita dello studio dell'Osservatorio Smart AgriFood sul digitale nell'agroalimentare italiano, escono anche i dati sulle regioni del Nord Italia: Lombardia al top per innovazione.

Nel cerealicolo il 73% delle aziende lombarde presenti nel campione adotta soluzioni di agricoltura 4.0, mentre in Emilia Romagna spicca la zootecnia (75%). Veneto e Piemonte sopra la media nazionale per soluzioni digitali nel vitivinicolo (47% e 35%)

Cremona, 10 luglio 2019 – Titolo di studio a indirizzo agrario conseguito dall'imprenditore e appartenenza al settore cerealicolo. Ecco "l'identikit" delle realtà dell'agroalimentare italiano più portate all'adozione di soluzioni di agricoltura 4.0. A completare il quadro, un dato inatteso: l'età dell'imprenditore sembra incidere poco sulla decisione di abbracciare l'innovazione tecnologica.

L'istantanea del rapporto tra agricoltura e nuove tecnologie fa riferimento al Nord Italia, nello specifico a Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. I dati regionali, inediti, scaturiscono dalla ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano* e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell'Università degli Studi di Brescia. L'indagine su innovazione digitale e agroalimentare italiano, presentata in febbraio, ha rivelato un vero e proprio "boom" dell'agricoltura 4.0, per un valore di mercato compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro nel 2018.

Il campione di riferimento utilizzato come base per l'indagine conta 903 risposte da altrettante aziende agricole. Di queste, 71 sono lombarde, 141 piemontesi, 104 emiliane e 89 venete.

TITOLO DI STUDIO – La ricerca evidenzia che "non sembra che l'età possa essere rilevante al fine di determinare l'adozione o meno di tecnologie di agricoltura 4.0". Più significativo è il titolo di studio dell'imprenditore: "Sembra che un titolo di studio a indirizzo agrario sia associato a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0. Non sembra invece essere rilevante il titolo di studio di per sé. Questa dinamica sembra riflettersi anche nelle singole regioni (salvo che per il Veneto)".

- In Lombardia gli imprenditori agricoli che adottano soluzioni 4.0 hanno una laurea nel 57% dei casi e, nel 64% dei casi, hanno una laurea ad indirizzo agrario.

- In Piemonte gli imprenditori agricoli laureati che puntano sull'innovazione digitale sono il 42% e il dato sale al 56% in relazione alle lauree ad indirizzo agrario.

- In Emilia Romagna i laureati che operano in campo agricolo puntando all'innovazione rappresentano il 50%, mentre gli imprenditori 4.0 con laurea ad indirizzo agrario sono l'80%.

- In Veneto gli imprenditori laureati impegnati nell'agricoltura 4.0 sono il 47%, mentre i laureati con indirizzo agrario rappresentano solo il 29%.

DIMENSIONI AZIENDALI – Di rilievo, per l'adozione di soluzioni 4.0, è la dimensione aziendale: "maggiore è la dimensione dell'azienda agricola e maggiore è la probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0". "Nel caso della Lombardia – rivela la ricerca – tutte le classi di dimensione sono caratterizzate da una maggiore incidenza, rispetto al campione generale, di aziende agricole che hanno scelto di adottare soluzioni di agricoltura 4.0. Incidono in particolare le grandissime superfici e le micro aziende. Nel caso del Piemonte e dell'Emilia Romagna sono invece le sole aziende più grandi quelle caratterizzate da percentuali di adottanti più alte. Nel caso del Veneto sono le aziende di medie dimensioni quelle che hanno un incremento maggiore sulle percentuali di adottanti".

SETTORI – Il cerealicolo è il comparto con le più alte percentuali di aziende che abbracciano l'agricoltura 4.0: 73% in Lombardia, 72% in Piemonte, 67% in Emilia Romagna, 65% in Veneto.

Spicca anche il settore zootecnico, con percentuali più alte rispetto al campione generale nel caso di Lombardia (64%) e Piemonte (54%).

Nell'adozione di soluzioni digitali 4.0 per il vitivinicolo, Veneto e Piemonte (rispettivamente, 47% e 35%) sono caratterizzati da percentuali più alte rispetto al campione generale, mentre l'Emilia Romagna è sotto la media (21%).

Nell'orticolo sono Emilia Romagna (80%) e Lombardia (67%) a trainare, mentre il Veneto si ferma al 40%, poco sotto il dato generale (47%).

CONCLUSIONI – Nel complesso, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono in linea con le percentuali di aziende agricole che hanno adottato soluzioni di agricoltura 4.0 nel campione generale (55% il dato italiano). Risalta il caso della Lombardia (68% nell'adozione di soluzioni improntate all'innovazione), che si discosta nettamente dal resto d'Italia. A seguire, Piemonte (62%), Emilia Romagna (55%). Di poco sotto la media generale è il Veneto (51%).

E mentre dimensioni aziendali, titolo di studio a indirizzo agrario e appartenenza al cerealicolo come settore prevalente "sembrano sempre essere associati a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0 – conclude la ricerca –, dall'altro non possiamo trarre delle conclusioni di carattere generale dall'analisi delle altre variabili, che potrebbero trovare un significato maggiore più a livello regionale che a livello nazionale, dove le specificità di ciascuna regione sono necessariamente smorzate".

*La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo dell'economia, del management e dell'industrial engineering che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La Scuola ha ricevuto, nel 2007, il prestigioso accreditamento EQUIS. Nel 2009 è entrata per la prima volta nel ranking del Financial Times delle migliori Business School europee. Nel 2013 ha ottenuto il prestigioso accreditamento internazionale da AMBA. Dal 2015, la Scuola è membro di AACSB International. La Scuola è presente inoltre nei QS World University Rankings. Nel 2017, la School of Management è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS. La Scuola è membro PRME, Cladea e QTEM.

Sabato 13 grazie all’organizzazione del Consorzio Agrario dell’Emilia e dell’ideatore Sergio Bassan saranno oltre 200 i mezzi della multinazionale per le dimostrazioni in campo. Premiato anche il trattore che arriverà da più lontano.

 

7 Deere Day – The Return – si presenta alla vigilia come un evento unico e spettacolare, destinato a richiamare migliaia di appassionati ed addetti ai lavori a Jolanda di Savoia (FE) , sabato prossimo 13 Luglio a partire dalle 9 del mattino, presso il suggestivo allestimento ospitato da Bonifiche Ferraresi. Al centro della giornata una serie di appuntamenti da non perdere all’insegna dell’innovazione e delle più recenti ed avanzate applicazioni tecnologiche alla meccanizzazione in campo a supporto delle imprese agricole del territorio.

Grazie all’organizzazione del Consorzio Agrario dell’Emilia e del rivenditore veneto Giorgio Bassan, collaudato organizzatore delle edizioni precedenti della manifestazione, saranno oltre 200 i mezzi John Deere in campo, unitamente ad una catena di altre attrazioni uniche per gli affezionati ed estimatori della grande gamma della multinazionale leader del comparto. Alle 9,30 si inizierà con la presentazione del ricco programma della giornata con una sorta di breve convegno sull’agricoltura 4.0 e sulla rilevanza della tecnologia più avvenieristica per il lavoro e rese dell’impresa agricola: intervistati dal giornalista Andrea Gavazzoli interverranno Marzio Devalle di John Deere Italia, di Sergio Bassan (Bassan srl), di Antonio Ferro presidente del Consorzio Agrario dell’Emilia  e di Francesco Pugliese di Bonifiche Ferraresi. Subito dopo andrà in scena la sfilata della nutrita pattuglia dei mezzi John Deere con dimostrazioni in campo e dalle 14, grazie agli esperti a disposizione in loco, gli agricoltori potranno avere informazioni utili e mirate. 7 Deere Day proporrà anche 5mila mq espositivi dedicati ai maggiori brand del settore e chi raggiungerà la manifestazione ferrarese alla guida del suo mezzo Deere parteciperà alla gara che premierà il Driver che arriverà da più lontano.

Vi aspetto a questa entusiasmante manifestazione – ha commentato il presidente del CAE Antonio Ferro – dove saranno di casa innovazione e tecnologia, ovvero il cuore dell’evento che ha l’ambizione non certo celata di portare in campo l’agricoltura del domani e farla conoscere a tutti gli imprenditori agricoli“. 

“Torna il grande festival del 7 Deere Day con un programma ricco di novità a partire proprio dal concept stesso di questa edizione – ha commentato Sergio Bassan -  che per la prima volta sbarca in Emilia Romagna: la forza delle donne e dei giovani in agricoltura. Sono loro infatti i portavoce della passione e dedizione per questo mondo strordinario”. Giovani che proprio all’evento ferrarese saranno protagoniste in virtù della presenza e dell’esibizione di tre giovanissime. ma già esperte ed apprezzate drivers di mezzi John Deere : Camilla Guarato, Elena Riva e Ilaria Mason.

 

Latte spot sempre in segno positivo, mentre si arrestano la crema e il burro. Panna di nuovo su, mentre i formaggi sono sempre stabili.

di Virgilio e Jacopo Parma 9 luglio 2019 -

LATTE SPOT – Il crudo spot nazionale mantiene trend di crescita tra 47,43 e 48,46 €/100 al litro, così come il latte intero pastorizzato spot estero, tra 43,82 e 44,85 €/100 al litro. Torna invece in salita il prezzo del latte scremato pastorizzato spot estero, a +6,7% tra 24,32 e 25,36 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Dopo settimane di calo dei prezzi per le diverse tipologie del burro, il prezzo sul mercato per i prossimi sette giorni rimane invariato; stessa fissità il prezzo della crema. Cala ancora lo zangolato parmigiano. Si alza invece il costo della panna.

Borsa di Milano 8 luglio 2019:
BURRO CEE: 3,50 €/Kg (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,75 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,90 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,70 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (=)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 9 luglio 2019: (+1,56%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,90 – 2,00 €/Kg.

Borsa di Parma 5 luglio 2019 (- 3,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 9 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 - 1,30 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 8 luglio 2019 – Nessuna novità nel listino del Grana Padano.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 28 giugno 2019 – Il Parmigiano Reggiano rimane anche questa settimana con i medesimi prezzi.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019 -
Editoriale: - La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità! - Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo. - Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile - Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte - Qualità, EIMA alla pari di Hannover -

SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019
1.1 editoriale
La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile.
7.1 vino e degustazioni Aperitivi formativi al "Marcello Experience Parma"
7.2 rifiuti speciali Rifiuti speciali: facciamo chiarezza. Definizioni, informazioni e dati
8.2 aceto balsamico Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte
9.1 eventi Villaggio Coldiretti: Il Consorzio Parmigiano Reggiano è partner dell'evento che si terrà a Milano dal 5 al 7 Luglio
9.2 sicurezza alimentare Il Ministero richiama tranci surgelati di Verdesca, rischio contaminazione chimica
10.1 meccanizzazione Qualità, EIMA alla pari di Hannover
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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Venerdì, 05 Luglio 2019 10:09

Qualità, EIMA alla pari di Hannover

Alessandro Malavolti (FederUnacoma): "Mi interessa Bologna, non Parigi".

di Virgilio Parma 5 luglio 2019 - All'assemblea annuale di FederUnacoma (27 giugno 2019) , non poteva mancare l'argomento dei attualità ovvero la "Querelle EIMA - SIMA" .

Riconfermato all'unanimità alla presidenza anche per il prossimo biennio, Alessandro Malavolti ha invitato a pensare alla prossima edizione bolognese di EIMA, forte dei dati che la vedono primeggiare a livello continentale, in termini di qualità, confrontandosi con la sola Hannover.

Dall'alto di questa classifica, come riporta il sito Meccagri.it "È evidente, dunque, che la partita Bologna non la gioca con Parigi, ma semmai con Hannover. Riscontri molto incoraggianti sono venuti però anche su questo fronte, dove la rassegna italiana risulta sostanzialmente affiancata a quella tedesca su quasi tutti i parametri qualitativi."

E' giunta l'ora di concentrarsi su Bologna.

"Quanto alla posizione di FederUnacoma - prosegue l'articolo "Meccagri", nella querelle Parigi/Bologna è tutto chiaro: la Federazione non discute il merito, ma il metodo perché, come ha fatto notare Malavolti, Sima ha scelto la strada della non concertazione, svilendo così anche il ruolo del Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole nel quale sono rappresentate tutte le associazioni nazionali di settore (vedi link).
In ogni caso, annunciando la partenza dei lavori per l'edizione di Eima International 2020, il presidente dei costruttori di macchine agricole di FederUnacoma ha chiuso la questione: «A questo punto dobbiamo guardare avanti e lavorare confrontandoci con Hannover, concentrandoci sulle novità tecniche, sugli spazi espositivi. Nell'ambito delle fiere b2b, Eima in Italia è seconda solo al Salone del Mobile: non mi interessa Parigi, mi interessa Bologna»".

A fare di Eima una manifestazione che piace, come ampiamente esposto in occasione dell'assemblea, c'è anche la percentuale di operatori fedeli pari al 94,3 per cento, una quota straordinariamente alta nel panorama fieristico, e all'interno di questo segmento ben l'86,2 per cento è costituito da "apostoli", vale a dire da operatori desiderosi di farsi promotori della manifestazione.

 

 

Il Consorzio sarà presente con il proprio stand all'ingresso di piazza Castello, posizione 90. Saranno tre giorni alla scoperta della Dop con percorsi educativi, giochi interattivi e una caseificio dal quale comprare il Parmigiano Reggiano direttamente dalle mani del produttore

Reggio Emilia, 2 luglio 2019 – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano sarà partner di Villaggio Coldiretti, la grande fattoria urbana che sorgerà a Milano dal 5 al 7 luglio 2019 tra piazza del Cannone e piazza Castello. Un'area di 200mila metri quadri che accoglierà decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutta Italia per far conoscere il lavoro, le produzioni e le ricette della tradizione Made in Italy.

Il Consorzio sarà presente a Villaggio Coldiretti con uno stand situato all'ingresso di piazza Castello – posizione 90. Lo spazio ospiterà per tutta la durata della manifestazione un caseificio presso il quale sarà possibile degustare diverse stagionature di Parmigiano Reggiano e acquistare il formaggio direttamente dalle mani del produttore.

Nello stand sarà inoltre presente un percorso educativo che, tramite pannelli illustrati, racconterà a foodies e curiosi il mondo del Re dei Formaggi: dalle caratteristiche di ciascuna biodiversità all'alimentazione delle bovine, passando per le peculiarità delle diverse stagionature. Alla fine del percorso, visitatori, appassionati e famiglie avranno la possibilità di mettere a prova le proprie conoscenze, e quelle appena acquisite, con un gioco interattivo.

"Anche quest'anno saremo presenti a Villaggio Coldiretti, la vetrina ideale per il Parmigiano Reggiano – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – la cui filiera produttiva coinvolge 50mila persone e 2.820 allevamenti per 1,92 milioni di tonnellate di latte prodotto, pari al 15,9% della produzione nazionale. Il Consorzio è entusiasta di partecipare all'evento per mettere in mostra le caratteristiche uniche del Parmigiano Reggiano: un formaggio prodotto oggi come nove secoli fa, con gli stessi ingredienti (latte, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e da sempre senza additivi e conservanti".

L'ingresso a Villaggio Coldiretti è libero. Per info: www.villaggio.coldiretti.it 

 

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Da sempre quello che mangiamo rispecchia chi siamo e cosa la nostra società vuole regalare ai posteri. Siamo il frutto di una continua sedimentazione culturale che nata dalla storia dei conflitti e dalle lotte fra i Comuni ha portato alla costruzione del nostro Paese come lo vediamo oggi, salvando alcune eccellenze locali che oggi sono il vanto della nostra gastronomia invidiata in tutto il Mondo.

da L'Equilibrista 30 giugno 2019 - Come sappiamo IGP significa Indicazione Geografica Protetta ed indica un marchio di origine che viene attribuito dall'Unione Europea e a quei prodotti agricoli ed alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o un'altra caratteristica dipendono dall'origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione, avviene in un'area geografica determinata.
Parlando di aceto balsamico IGP , almeno il 20% minimo deve essere composto da mosto cotto concentrato proveniente da uve Trebbiano, Fortana, Lambrusco, Montuni, Ancellotta ai quali viene sommato almeno il 10% di aceto invecchiato di 10 anni.

Pochi mesi fa una gestione complessa dell'informazione ha alzato un vero e proprio polverone creando non pochi problemi attorno ad un prodotto che fa parte della nostra catena alimentare e che ha tradizione e storicità e che ad oggi vanta innumerevoli tentativi di plagio e falsificazione. Si tratta dell'aceto balsamico IGP appunto. Il nodo infatti sembra proprio essere l'uso del mosto cotto ed i cosiddetti mosti concentrati che vengono prodotti in Emilia Romagna ma che troviamo anche in Puglia ed altre zone d'Italia. Quelle della Puglia ad esempio, sono uve ricche di zuccheri, soprattutto se le intendiamo come uva da tavola e quindi con un'alta concentrazione che fa si che le uve abbiano peso specifico maggiore, conferendo una resa finale più elevata tanto da poter far confondere anche gli addetti ai lavori più esperti. Queste figure devono approvvigionarsi di materia prima da destinare alla produzione di aceto balsamico di Modena IGP e le uve da tavola ad esempio, dovrebbero essere perfette per essere raccolte ed usate per il consumo ma certamente no per la produzione dell'IGP che invece richiede solo uve da mosto.

Se l'uva da tavola si vendesse al posto dell'uva da mosto, la resa sarebbe maggiore con costi minori creando un vantaggio notevole ma l'uva da tavola non può essere usata nel disciplinare perché non controllata dalla cantina e senza quindi certificazione. L'uva da mosto arriva nelle zone di produzione già sotto forma di mosto pronto per essere lavorato e quindi se ci fossero errori in questa fase si andrebbe a generare un vero circolo vizioso difficilmente imputabile e quindi altamente pericoloso e complesso.

Il prodotto arrivato dalle uve da mosto andrebbe sistemato nelle barrique per l'affinamento o imbottigliato nella zona di origine come dice l'IGP e quindi l'origine a questo punto non sarebbe così affidabile e quindi se non definibile con certezza, farebbe perdere qualità e tracciabilità ad un mosto non più idoneo per la produzione.

L'ente certificatore CSQA, a conoscenza delle possibili incongruenze, sa bene che una volta raccolta l'uva urge una comunicazione che assicuri tempistiche di comunicazione delle vendemmie fatte nei tempi minimi, ma stavolta parrebbe fossero state ritardate creando discrepanze temporali sui controlli all'origine. Errori che forse, parrebbe dalle indagini ancora in corso, avrebbero portato ad avere un mosto con uva non conforme e quindi materia prima che non risponde al disciplinare di produzione tanto da consentire l'uso di uve che non risultino fra quelle indicate perché solo uve da tavola.

Per questo, sia Carabinieri che NAS, hanno controllato gli stoccaggi dei mosti e confrontato i ddt di carico arrivando a capire che le indicazioni in entrata erano di fatto diverse da quello che veniva venduto ai trasformatori come DeNigris , Dodi ed Acetum che si dimostrano locati nelle zone ammesse per la miscelazione e l'affinamento, i quali giustamente si sono trovati nella posizione di essere parte lesa perché i documenti in entrata sembrano regolarmente riportanti tipologie e quantità corrette.

Dobbiamo rilevare ad onor del vero che a prima vista, diventa difficile distinguere uve da tavola con uve da mosto e che in questi anni di alto turnover e utilizzo di manodopera a basso costo anche per le attività cruciali quali la scelta della materia prima, può essersi creato un ulteriore errore che se sommato ai già rilevati, ha portato all'errore sistemico. La sola controprova dei documenti sequestrate dalle autorità competenti riesce a dimostrare l'incongruenza ma non può nulla sul dolo delle parti che in questo caso devono ammettere solo la loro estraneità ai fatti senza per altro poter fare riferimento a null'altro al momento.

Dal punto di vista documentale sono quindi emerse discrepanze produttive perché le quantità in uscita sono diverse da quelle in entrata e fino qui abbiamo delle certezze, ma va ancora definito se per caso non fosse stata una strategia pianificata ad hoc per poter rivendere uva da tavola invenduta magari. Infatti se all'insaputa dei già citati Gruppi Acetum, Dodi e De Nigris, le fatture avessero fatto riferimento a medesimi prezzi ma applicati a diverse quantità, allora questo avrebbe permesso di far valorizzare al massimo un'uva che apparentemente avrebbe avuto un decimo del suo valore attraverso questo sistema anche se i gruppi hanno dichiarato che i prezzi sul mercato in uscita sarebbero rimasti tali quindi confermando la loro estraneità ai fatti.

Dunque parti lese perché il prezzo di acquisto non era nettamente più basso rispetto alla richiesta di mercato, tanto da avere richiamato l'attenzione e fatto scattare l'allarme da parte degli organi competenti che sono ritornati ai 3 produttori perché in parte tracciati nei volumi di vendita e perché avrebbero dovuto gestire una quantità pari a circa 8 milioni di litri, ovvero il 10% della produzione annuale di tutta la filiera, scontando un danno enorme, sia di immagine che di reale approvvigionamento.

E pensare che era dal 2008 che si parlava di questo problema, perché già da una diretta dalla Puglia su canali nazionali, un produttore illustrando il suo campo e la vendemmia all'intervistatore, mostrava fiero un carico di uva che passava alle sue spalle e confermando che l'uva in oggetto fosse da tavola e non da mosto creando non poche perplessità e confusione da parte del giornalista che aveva rivelato un certo imbarazzo vedendo come l'intervistato non avesse parole per giustificare la cosa che ormai era di dominio pubblico perché in diretta.

L'aceto di vino poi, che compone l'aceto balsamico di Modena, proveniente da regioni italiane come Sicilia, Campania o dalle altre regioni italiane, crea un precedente che andrà tenuto sotto osservazione soprattutto perché il disciplinare non indica alcuna restrizione anche sulle uve dall'estero, tanto da ammetterne l'arrivo anche dalla Cina, dai paesi dell'est o da qualsiasi altro luogo dove si coltivi la vigna ad esempio. Le uve quindi non hanno più origine territoriale mentre prima delle recenti approvazioni, le uve almeno per il mosto cotto, dovevano provenire dall'Emilia Romagna assicurando volumi minimi ma controlli più circoscritti.

L'Aceto di vino prevede che le uve possano provenire da tutto il mondo perché non ci sono controlli all'inizio della filiera ma solo una volta che questi entrano in Azienda e pronti per essere imbottigliati, pertanto il mantenimento di una armonia del gusto evitando che acidità e densità siano replicate artificialmente farà si che il ruolo delle amministrazioni e dei consorzi sarà sempre più cruciale.

Rimanere attenti e critici serve alle nostre comunità per migliorarsi continuamente evitando di cadere nell'ovvietà e dando colpe indistintamente ma riconoscendo che gli errori possono capitare a tutti soprattutto quando si cerca di lavorare nel massimo rispetto delle regole e quando si è leader di produzione in una regione che è il fiore all'occhiello dell'eccellenza italiana nel panorama enogastronomico mondiale.

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Latte spot crescita leggera ma continua, stessa situazione inversa per il burro è più "contenuto". Formaggi con prezzi di nuovo fissi.

di Virgilio e Jacopo Parma 2 luglio 2019 -

LATTE SPOT – Prezzi sempre in aumento ma con margine ridotto per il crudo spot nazionale, tra 46,40 e 47,43 €/100 al litro, e per il latte intero pastorizzato spot estero, tra 42,79 e 43,82 €/100 al litro. Il latte scremato pastorizzato spot estero subisce una battuta di arresto tra 22,77 e 23,81 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – In modo inverso al latte spot, sempre contenuta ma costante il calo dei prezzi per le diverse tipologie del burro, così come per gli zangolati parmigiano e reggiano. Si stabilizzano la crema e la panna.

Borsa di Milano 1 luglio 2019:
BURRO CEE: 3,50 €/Kg (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,75 €/Kg. (-1,3%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,90 €/Kg. (-2,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,70 €/Kg. (-2,9%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (=)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 2 luglio 2019: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,87 – 1,97 €/Kg.

Borsa di Parma 28 giugno 2019 (- 3,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,35 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 2 luglio 2019 (-3,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 - 1,30 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 1 luglio 2019 – Listino del Grana Padano invariato in tutte le forme di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 28 giugno 2019 – Il Parmigiano Reggiano immutato nei prezzi.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

@MulinoAlimentar #Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

 

 

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Editoriale: - E' proprio vero che mangiano i bambini? - atte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita. - Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole. -Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!" -

SOMMARIO Anno 18 - n° 26 30 giugno 2019
1.1 editoriale - E' proprio vero che mangiano i bambini?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati instabili e probabili sorprese dagli acreaggi USA.
7.1 vino e agrofarmaci Vino, l'Informatore Agrario: per i vitigni resistenti meno della metà degli agrofarmaci usati sui convenzionali
7.2 sport eventi Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!"
8.2 meccanizzazione e fiere Querelle Eima-Sima: FederUnacoma fa esposto al Cema
9.1 ambiente Consorzio Emilia Centrale, bilancio ok passa all'unanimità l'esame-voto del nuovo Consiglio
9.2 mangimi Emilcap, anno da record di produttività e ricavi per il non OGM
10.1 ambiente Bonifiche, gli interventi in montagna
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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(Verona, 28 giugno 2019). Resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici, la genetica applicata ai nuovi vitigni fa di conseguenza meglio anche sul fronte del minor uso degli agrofarmaci. Per difendere un vitigno resistente, infatti, si impiegano 0,85 kg/ha di rame, 16 kg/ha di zolfo 40 litri di gasolio e zero prodotti sintesi. Meno della metà rispetto al vigneto convenzionale, per il quale sono stati utilizzati 1,6 kg/ha di rame, 32 kg/ha di zolfo, 140 litri di gasolio e 24 kg/ha prodotti sintesi. È quanto emerge dall'indagine riportata nell'ultimo numero disponibile de L'Informatore Agrario realizzata nel Trevigiano su vigneti in areale di collina a medio rischio nel 2018. Una tendenza ecologica, quella dei vitigni resistenti, che in diversi parametri fa 4 volte meglio anche di quelli biologici: 4 kg/ha di rame, 59 kg/ha di zolfo 220 litri di gasolio e zero prodotti sintesi.

I dati riportati dal settimanale si inseriscono nell'ambito di un confronto sulle nuove tecniche di miglioramento genetico tra il presidente della Siga – Società Italiana di Genetica Agraria, Mario Pezzotti e l'europarlamentare Paolo De Castro. Pur trattandosi di una cosa completamente diversa, stando al quadro legislativo europeo attuale, le nuove tecnologie di miglioramento genetico sono considerate alla stregua degli Ogm, e quindi risentono di un assetto normativo che ne impedisce lo sviluppo.

www.informatoreagrario.it 

Edizioni L'Informatore Agrario, è la casa editrice, con sede a Verona, che da 70 anni offre un servizio di informazione e formazione agli imprenditori agricoli. Tre le testate di riferimento: il settimanale dedicato all'agricoltura professionale L'Informatore Agrario, il mensile per l'agricoltura part-time e hobbistica Vita in Campagna e MAD – Macchine Agricole Domani, dedicato al mondo della meccanica agraria, oltre a un ampio catalogo di libri e altri supporti multimediali su temi specializzati.

Si è tenuta il 5 giugno ad Alpen, in Germania, l'Assemblea del Cema, il Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole nel quale sono rappresentate tutte le associazioni nazionali di settore.

By meccagri at Giugno 6, 2019 -- Tema chiave, fra quelli all'ordine del giorno, l'esposto presentato dall'organizzazione dei costruttori italiani FederUnacoma contro l'omologa associazione francese Axema, in riferimento agli eventi fieristici di Eima (Bologna) e Sima (Parigi) rispettivamente promossi della due organizzazioni.

AL PRESIDENTE DEL CEMA LA SENTENZA FINALE
Conclusa l'assemblea, la questione è ora affidata all'iniziativa del presidente del Cema, Antony Van Der Ley, che la Federazione dei costruttori italiani auspica vorrà censurare il comportamento di Axema sia per gli aspetti di metodo (il modo repentino e unilaterale con il quale la decisione è stata presa) sia per quelli di merito (il disagio e il danno economico procurato alle industrie espositrici).

La vicenda prende origine dalla decisione degli organizzatori francesi di cambiare radicalmente il proprio calendario spostando il Sima dalla tradizionale collocazione, nel febbraio degli anni dispari, all'autunno degli anni pari, e fissando la prossima edizione nel novembre 2020 in sovrapposizione con l'Eima.

NESSUN BENESTARE DA PARTE DI FEDERUNACOMA, CHE HA CONDOTTO INVECE UN DURO ATTACCO

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(Alessandro Malavolti)


L'istanza presentata da FederUnacoma presso il Comitato europeo evidenzia le difficoltà organizzative derivanti da questa decisione e il danno per le industrie espositrici, costrette a raddoppiare gli investimenti per essere presenti alle due rassegne, oppure a scegliere una sola delle due rinunciando ad importanti opportunità di business.
FederUnacoma ritiene inoltre che, essendo le due fiere direttamente promosse dalle organizzazioni dei costruttori, la questione del calendario avrebbe dovuto essere, per gli aspetti relativi alla correttezza e alla concorrenza leale, discussa in ambito Cema, e che la condotta degli organizzatori francesi – i quali hanno proceduto in modo unilaterale senza informare le altre associazioni nella sede appropriata – vada contro i principi di collaborazione e di trasparenza che sono vincolanti per le associazioni che aderiscono al comitato.

INSOSTENIBILI LE ARGOMENTAZIONI DEI FRANCESI

In risposta all'istanza FederUnacoma (datata 19 aprile), l'Axema ha presentato una propria memoria (14 maggio) nella quale difende la propria scelta sostenendo che l'ipotesi di un cambio di data, prospettata a dicembre 2018 e gennaio 2019 agli organizzatori di Eima e della fiera tedesca Agritechnica, «non aveva incontrato alcuna opposizione».
Si tratta – ha ribattuto FederUnacoma nel corso dell'Assemblea – di affermazioni prive di ogni fondamento. «Abbiamo contestato questo spostamento in ogni sede, abbiamo aperto il contenzioso formale presso il Cema – ha spiegato il presidente Alessandro Malavolti (nella foto sopra) – e alle prime avvisaglie di un cambio di calendario, molto prima che i saloni francesi rendessero ufficiale la propria decisione, abbiamo persino convocato una conferenza stampa a Parigi all'interno del Sima, nella quale abbiamo avvisato gli organizzatori che qualsiasi ipotesi di sovrapposizione con l'Eima sarebbe stata sleale verso quest'ultima e dannosa per le aziende espositrici e per gli operatori».
A giudizio di FederUnacoma le argomentazioni francesi appaiono insostenibili in riferimento anche ad esternazioni fatte fuori dal contesto Cema.

IL POSIZIONAMENTO DEL SIMA NON È QUELLO CHE SI VUOLE FAR CREDERE

In una recente intervista rilasciata al giornale "Terre-net", ad esempio, la direttrice del Sima Isabelle Alfano (nella foto sotto) ha sostenuto che la decisione francese si giustifica con «la necessità di un'alternanza tra i due più grandi saloni europei, nelle due più potenti agricolture d'Europa, la Germania e la Francia».

Un'affermazione anch'essa infondata – rilevano in FederUnacoma – giacché è noto che l'Eima ha superato di gran lunga il Salone francese in termini di visitatori, di espositori e di contenuti tecnici, e che le due grandi fiere di riferimento sono oggi, senza alcun dubbio, l'Agritechnica di Hannover e l'Eima di Bologna.
Il divario tra la manifestazione di Bologna e quella parigina – precisano gli organizzatori italiani – appare ancora più evidente se si consultano le statistiche ufficiali UFI, l'organismo internazionale che classifica gli eventi fieristici sulla base dei dati certificati e non delle semplici dichiarazioni fornite dagli organizzatori.

 

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(Isabelle Alfano)

 

LE STATISTICHE UFFICIALI CONFERMANO LA NETTA SUPERIORITÀ DELL'EIMA

Secondo le statistiche ufficiali UFI, nelle ultime edizioni il Sima non sarebbe mai andato oltre i 140 mila visitatori, avendone invece dichiarati nei propri comunicati stampa e nelle proprie pubblicazioni oltre 230 mila. Se si considera che nell'ultima edizione (novembre 2018) l'Eima ha superato i 317 mila visitatori ufficialmente certificati, la superiorità rispetto al salone francese risulta schiacciante.
Anche per quanto riguarda il numero delle aziende espositrici lo scarto tra le due manifestazioni è vistoso: nelle ultime edizioni le statistiche UFI riportano una cifra non superiore alle 900 per il salone francese (a fronte dei circa 1.800 dichiarati dagli organizzatori), un numero che è pari alla metà degli espositori presenti ad Eima.

Fonte: FederUnacoma

vedi anche:

Cema come Ponzio Pilato nello scontro tra Sima ed Eima

La sovrapposizione del Sima all'Eima: «un atto ostile e dannoso», a detta di FederUnacoma

Sima: dietro-front dei francesi che fissano la prossima edizione dall'8 al 12 novembre 2020

 

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I Consorzi di bonifica presentano in Regione Emilia Romagna e a UNCEM il report che migliora le performances dell'anno precedente

Bologna – (27 Giugno 2019 ) - I contributi provenienti dalle aree di montagna ai consorzi di bonifica dell'Emilia Romagna associati ad ANBI ER sono impiegati direttamente, in modo proficuo e visibile, nelle aree che maggiormente necessitano di interventi nella quotidiana lotta al dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza complessiva del territorio appenninico nelle diverse province interessate dai lavori. Annualmente, in linea con la legge regionale 7 del 2012 e del successivo accordo con la Regione e l' UNCEM ( 12/2013), l'ANBI ER stila una sintesi capillare analitica delle opere e dei lavori di bonifica realizzati negli ultimi 12 mesi di attività presentando i risultati a tutti i soggetti istituzionali coinvolti e ai portatori di interesse. Nel 2018 i 518 interventi regalano un mosaico di manutenzioni assai colorito che non solo conferma, ma migliora l'operosità , la cura e l'attenzione costante verso le aree montane da parte delle maestranze dei Consorzi di bonifica.

Un quadro complessivo che, aldilà della dimensione strutturale dell'intervento mirato, aggiunge il non sottovalutabile valore dell'omogeneità tra i diversi territori considerati a dimostrazione del tangibile radicamento dell'azione consortile e delle collaborazioni fattive con le amministrazioni locali. Su scala regionale il valore consolidato degli investimenti dei Consorzi di bonifica eseguiti sul territorio nell'anno passato è pari a 73,99% rispetto al totale della contribuenza montana con una generale ricaduta territoriale comprensiva anche degli investimenti di altri enti, ma sempre per mezzo del Consorzio, che si attesta ad un valore particolarmente degno di nota pari al 98,70% sempre se comparato alla contribuenza.

Tra le molteplici statistiche analitiche rese note alcuni maxi-parametri risultano particolarmente significativi ed esemplificativi di quanto realizzato:

La contribuenza nel 2018 sull'intero territorio dell'ambito montano dei Consorzi di bonifica che per il 92% si trova in Emilia Romagna è stata di 18.957.760 di euro che si distribuisce (% rispetto al valore regionale):
Piacenza 8.80%, Parmense 16,77%, Emilia Centrale 15,59%, Burana 7,49%, Renana 19,95%, Romagna Occidentale 16,83%, Romagna 14,58%,
(il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara che fa parte di ANBI ER non ha territorio montano)
Tra le risorse utilizzate nel 2018 in montagna vanno annoverati anche 4.146.676 Euro resi disponibili da altri enti territoriale per mezzo dei Consorzi che hanno progettato , gestito ed eseguito i lavori in loco.

Percentuale tra investimenti del Consorzio in lavori e manutenzioni e contribuenza montana complessiva: Piacenza 74,62%, Parmense 67,09%, Emilia Centrale 75,94%, Burana 75,22%, Renana 75,17%, Romagna Occidentale 72,58%, Romagna 78,9%

Numero interventi eseguiti dai singoli Consorzi in montagna: Piacenza 67 , Parmense 124, Emilia Centrale 88, Burana 30, Renana 53, Romagna Occidentale 46, Romagna 110.

Il presidente dell'ANBI Emilia Romagna Massimiliano Pederzoli ha rimarcato: " la rilevanza dell'azione complessiva e omogenea dei Consorzi di bonifica associati ad ANBI in tutto il comprensorio montano, un'azione multi funzionale che mostra un'attenzione degli enti verso aree che hanno estrema e costante necessità di manutenzione. I Consorzi alla luce delle opere realizzate risultano essere tra le componenti più attive nelle aree appenniniche e maggiormente a contatto con le criticità segnalate anche dalla amministrazioni locali periodicamente oltre che scaturite dai monitoraggi consortili. Il risultato è davvero ottimo e migliorativo rispetto al 2017".

 

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Bilancio approvato unanimemente dai soci che rilanciano sugli investimenti. Picco di ricavi ad oltre 32 milioni di euro per 115.625 tonnellate di mangime lavorato e prodotto a sostegno delle filiere

Parma, 26 Giugno 2019 – Lo stretto legame con le filiere del territorio fiori all'occhiello del Made in Italy e la distintività ricercata delle sue produzioni Non OGM a garanzia di una maggiore salubrità hanno assicurato ad Emilcap, società di mangimi ideata dai Consorzi agrari dell'Emilia, Parma e Terrepadane con sede nella città ducale, un anno di primati: il 2018 ha infatti segnato il picco produttivo dalla sua fondazione, il settimo consuntivo consecutivo con segno "più" contraddistinto dai più alti ricavi di sempre.

Facendo leva sull'avanzata ricerca scientifica applicata al comparto e sulle innovazioni tecnologiche avanzate introdotte (come per esempio il moderno impianto di termofioccatura per altro entrato in funzione solo nella seconda parte dell'anno passato) lo staff tecnico di Emilcap ha saputo cavalcare l'onda lunga del positivo andamento dei mercati delle produzioni zootecniche ed in particolare il tangibile e redditizio incremento del valore del Parmigiano Reggiano, core business dell'impresa.

Nel corso dell'assemblea dei soci – in cui, all'unanimità, il bilancio ed il piano di investimenti strategici hanno ottenuto il plauso collettivo dei presenti – il Presidente di Emilcap Gabriele Cristofori, insieme all'Amministratore Delegato Stefano Villa, hanno snocciolato i dati più significativi della stagione: ricavi per 32,084 milioni di euro con un + 3,36% di incremento rispetto al 2018 e una produzione di 115.625 tonnellate lavorate negli impianti di strada dei Mercati a Parma totalmente di mangime Non OGM prodotte e immesse sul mercato: un mercato che vede la diretta commercializzazione dei quantitativi ai numerosi soci e non all'indirizzo di terzi; un dato, questo, che incrementa ancora di più il valore di quanto fatto nei dodici mesi trascorsi.

Tra gli altri, un elemento positivo che si aggiunge al quadro colorito del 2018 è rappresentato anche dalla progressiva crescita del comparto mangimistico biologico salito a 5.035 tonnellate prodotte per oltre 2,350 milioni di valore. Particolare interesse suscitano i servizi mirati che Emilcap sta fornendo attraverso la sua rete di esperti alle stalle del comprensorio in cui opera: un'attività di consulenza mirata volta a fare crescere l'efficienza, le rese e il benessere animale in modo quasi "sartoriale" nelle nostre stalle al fine di ottenere al contempo un prodotto più salubre e di potenziato valore qualitativo e commerciale.

Prezzi sempre in crescita dei latte spot, così come il ribasso del burro è più "contenuto". Novità da crema e panna. Il Grana Padano registra conferma dei prezzi.

di Virgilio e Jacopo Parma 25 giugno 2019 -

LATTE SPOT – Altra settimana di prezzi in ascesa. Il crudo spot nazionale cresce di altri +3,5 punti percentuali tra 45,36 e 46,40 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero sale di +5,1% tra 41,76 e 42,79 €/100 al litro, invece il latte scremato pastorizzato spot estero registra un + 9,8% sul prezzo, tra 22,77 e 23,81 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Decrescita più contenuta rispetto all'ultimo mese per quanto riguarda le diverse tipologie del burro, tranne per lo zangolato parmigiano. Novità invece per la crema (impennata di +3,5%) dopo un mese fissità e la panna, di nuovo in salita. L'aggiornamento mensile della margarina risulta infine invariato.

Borsa di Milano 24 giugno 2019:
BURRO CEE: 3,55 €/Kg (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,80 €/Kg. (-1,3%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,95 €/Kg. (-2,5%)
BURRO ZANGOLATO: 1,75 €/Kg. (-2,8%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (+3,5%)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 25 giugno 2019: (+2,67%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,87 – 1,97 €/Kg.

Borsa di Parma 21 giugno 2019 (- 6,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,40 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 25 giugno 2019 (-3,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,35 - 1,35 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 24 giugno 2019 – Dopo la settimana con qualche leggero cambiamento, il listino del Grana Padano torna ad essere stabile in tutte le forme di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 21 giugno 2019 – Nessuna variazione percentuale del Parmigiano Reggiano da dieci settimane.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)
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@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

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Editoriale: - . Più popolare di lui, solo George Washington - Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa. - Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea -FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool". - Nuovi Obblighi del Made in Italy-

SOMMARIO Anno 18 - n° 25 23 giugno 2019
1.1 editoriale
Più popolare di lui, solo George Washington
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte sempre più su, il burro non arresta la caduta. Grana: qualche novità
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa.
7.1 sicurezza alimentare Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea
7.2 sport eventi FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool".
8.2 italian sounding Nuovi Obblighi del Made in Italy
9.1 sanità e zanzare Sanità. Stop alle zanzare
10.1 eventi export Il Parmigiano Reggiano vola a New York
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

 

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Il vitigno reggiano presentato – anche attraverso un libro del sommelier Palombella – a Roma. Il presidente Zanni: “Aziende, uomini e istituzioni uniti per promuovere questa eccellenza”.

Reggio Emilia

Un altro, importante passo in avanti nel percorso di promozione e valorizzazione della Spergola, un ottimo e poliedrico vitigno reggiano che sta riscuotendo sempre più successo anche fuori dai confini provinciali. E’ stato compiuto questa mattina a Roma, alla Camera dei deputati, dapprima in sala stampa – dove è stato presentato il libro “Spergola. Un vitigno reggiano: viaggio tra storia, vitigno e territorio” di Gaetano Palombella dell’Associazione italiana sommelier – poi ovviamente al ristorante, dove la Compagnia della Spergola ha promosso la degustazione di un vino che può davvero essere apprezzato in tanti modi: come bianco tranquillo, ma anche in versione frizzante (secco, semisecco, dolce), spumante o passito.

L’iniziativa è stata promossa, in collaborazione con la parlamentare reggiana Antonella Incerti, dalla stessa Compagnia della Spergola, nata su impulso del Comune e di quattro cantine di Scandiano nel 2011 e via via allargatasi arrivando oggi a comprendere altri produttori ed altri 7 Comuni: Albinea, Bibbiano, Casalgrande, Castellarano, Quattro Castella, Viano e Vezzano. Rappresentanti di queste cantine, sindaci di questi comuni – oltre a Matteo Nasciuti di Scandiano e a Giorgio Zanni, primo cittadino di Castellarano e presidente della Provincia di Reggio Emilia, anche quelli di Albinea, Bibbiano, Casalgrande, Quattro Castella e Vezzano - insieme a tanti altri produttori e sommelier erano questa mattina alla Camera dei deputati a testimoniare il lavoro di squadra di aziende e uomini che hanno investito tanto, anche sul piano personale e culturale, e di pubbliche amministrazioni che hanno condiviso questa scommessa territoriale impegnandosi in un circuito di eventi di promozione e valorizzazione della Spergola. Presenti anche i parlamentari reggiani Delrio, Rossi e Castagnetti ed il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella.

La passione e l’impegno delle amministrazioni ed in particolare della Provincia di Reggio Emilia, “che è presente oggi e lo sarà anche domani a fianco di progetti come questo”, è stata sottolineata dal presidente Giorgio Zanni, che ha “ricordato il valore di un territorio ad alta vocazione all'export come il nostro, grazie a tante eccellenze reggiane che vengono esportate nel mondo non solo in settori industriali, ma anche nell’agroalimentare”.

Il presidente Zanni si è quindi rivolto ai produttori ringraziandoli “per la vostra operosità e imprenditorialità, anche femminile e giovanile” e per aver contribuito “con la vostra passione, le vostre idee, con lavoro e investimenti, a fare di Reggio Emilia la seconda provincia italiana per minor tasso di disoccupazione”. “Il cuore, la generosità che state mettendo in questo progetto è uno dei tratti distintivi del nostro territorio che ci ha sempre fatto e continuerà a farci emergere”, ha aggiunto. 

Cuore e generosità testimoniate anche da Gaetano Palombella dell’Associazione italiana sommelier, l’autore – a titolo gratuito – del volume “Spergola. Un vitigno reggiano” che sta riscuotendo ottime vendite anche su Amazon ed il cui ricavato sarà donato al Grade.

La situazione del latte non sembra arrestare la sua crescita mentre, al contrario, il burro prosegue la sua corsa al ribasso. Il Grana Padano in leggero rialzo.

di Virgilio e Jacopo Parma 18 giugno 2019 -

LATTE SPOT – Non si ferma la congiuntura in salita del latte spot. Il crudo spot nazionale cresce tra 43,82 e 44,85 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero aumenta tra 39,69 e 40,72 €/100 al litro, mentre il latte scremato pastorizzato spot estero rincara la dose con + 7,9% sul prezzo, tra 20,70 e 21,74 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Non si arresta la discesa continua da quasi un mese dei derivati del latte. La borsa di Milano registra il segno meno per le diverse tipologie del burro, con maggiore intensità sul pastorizzato e sullo zangolato; la crema cala ancora lentamente. A Verona invariata la panna, ma crollano anche dei prezzi per entrambi gli zangolati reggiano e parmense.

Borsa di Milano 17 giugno 2019:
BURRO CEE: 3,60 €/Kg (-2,7%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,85 €/Kg. (-2,5%)
BURRO PASTORIZZATO: 2,00 €/Kg. (-4,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,80 €/Kg. (-5,3%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,72 €/Kg. (-1,1%)
MARGARINA maggio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 17 giugno 2019: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,82 – 1,92 €/Kg.

Borsa di Parma 14 giugno 2019 (- 6,0%)
BURRO ZANGOLATO: 1,50 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 18 giugno 2019 (-6,2%)
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 17 giugno 2019 – Dopo settimane di fissità, il Grana Padano registra una leggera fluttuazione in aumento dei prezzi dei listini in tutte le forme di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (+0,6%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (+0,6%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (+0,8%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (+0,8%)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 14 giugno 2019 – Al contrario, il Parmigiano Reggiano non subisce alcun cambiamento dei prezzi in tutte le sue classificazioni.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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