Domenica, 07 Febbraio 2016 09:13

Minibond per il "Parmigiano"

Con i Minibond la società 4 Madonne Caseificio dell'Emilia potrà dotare la cooperativa "delle risorse adeguate per il consolidamento della struttura e la valorizzazione del Parmigiano Reggiano".

di Virgilio, Parma, 07 febbraio 2016 -
In questi ultimi otto anni di crisi economica e finanziaria il finanziamento alle imprese, soprattutto piccole e medie, ha incontrato ostacoli sempre più ardui da superare in tutta europa ma in Italia in modo ancor più pesante.

E' evidente che, a livello nazionale, un peso notevole nella sua amplificazione è ascrivibile a quella che storicamente è stata la strategia di finanziamento delle imprese italiane, fortemente dipendente dal credito bancario e tendenzialmente chiusa a investitori esterni. Con il crescere della debolezza del sistema bancario, gioco forza, il credito alle imprese si è sempre più assottigliato.

Il Governo, a partire dal 2012 con il Decreto Sviluppo e poi nel 2013 con il decreto Destinazione Italia ha cercato di favorire l'accesso al credito delle imprese non quotate in borsa, fra cui le PMI, direttamente al mercato dei capitali introducendo importanti incentivi fiscali al consolidamento patrimoniale.

L'idea quindi, per dirla in modo volgare, è di incentivare parte del risparmio nazionale di lungo periodo verso l'impiego produttivo nell'economia reale.
Questo, almeno nelle intenzioni dei legislatori, avrebbe potuto consentire a chiunque risparmiatore di scommettere sull'impresa della porta accanto.

Le PMI possono ora scegliere di finanziarsi con un nuovo strumento che consente di emettere dei titoli di debito, i cosiddetti Minibond, a favore di investitori qualificati. Questa particolare forma di finanziamento consente alle imprese di diversificare la fonte dei loro finanziamenti e ridurre la dipendenza dal sistema bancario.
Ed oggi i minibond fanno il loro ingresso anche nel settore mondo del Parmigiano Reggiano.

Come spiega Sole24Ore, è arrivato il primo Minibond garantito dalle forme del celebre formaggio emiliano.
A emettere il titolo è la società 4 Madonne Caseificio dell'Emilia. Un caseificio tecnologicamente all'avanguardia sin dalle sue origini e che oggi è arrivato alla consistente produzione di 75.000 forme all'anno il che, bene o male, rappresenta poco più del 2% della intera produzione comprensoriale del prezioso formaggio.
Quindi una realtà solida e di valore che, attraverso questa operazione potrà dotare la cooperativa " delle risorse adeguate per il consolidamento della struttura e la valorizzazione del Parmigiano Reggiano, oggi prodotto e per il quale si sono ottenuti diversi riconoscimenti", come ha sottolineato Andrea Nascimbeni, presidente del Caseificio 4Madonne, nell'articolo del Sole24Ore.

Il bond scadrà nel 2022 e il rimborso dei titoli è previsto in cinque tranche annuali.

Gli istituti finanziari che hanno dato vita al progetto (la Pairstech Capital Management e la Frame capital Uk) rimborseranno il capitale in cinque tranche annuali nella misura del 20% del valore nominale con inizio da gennaio 2018 e estinzione totale del prestito il 27 gennaio 2022.

 

Intervista al presidente del Consorzio domenica sul Trattato commerciale TTIP tra Usa e Ue in cui è a rischio il riconoscimento delle indicazioni geografiche. Giuseppe Alai riporterà gli esiti di una recente ricerca promossa dal Consorzio di tutela secondo la quale per il 66% dei consumatori statunitensi il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia.

Reggio Emilia, 5 febbraio 2016

"La condizione indispensabile per giungere ad un accordo nel trattato commerciale TTIP con gli Stati Uniti è che tale intesa sgombri il campo da ogni confusione che oggi investe i consumatori americani sul riconoscimento del Parmigiano Reggiano e dei prodotti DOP europei". Così sosterrà Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, nell'ambito della trasmissione Linea Verde, che andrà in onda domenica 7 febbraio alle 12.20 su Rai Uno, in cui sarà intervistato da Patrizio Roversi, conduttore della trasmissione.
Il tema della puntata sarà appunto il TTIP, il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, intavolato per giungere a un accordo bilaterale tra Usa e Unione Europea per stabilire regole comuni di libero scambio. Un tema particolarmente caldo e di grande attualità, sul quale si stanno confrontando le delegazioni americana ed europea, soprattutto in merito alle regole produttive dei prodotti agroalimentari e al riconoscimento delle denominazioni di origine europee e italiane che hanno un preciso richiamo al territorio di origine. Nomi che spesso vengono contraffatti sul mercato americano con denominazioni simili se non del tutto uguali a quelle originali, portando così a generare confusione presso gli acquirenti e i consumatori d'oltreoceano.
Al proposito il presidente Giuseppe Alai riporterà gli esiti di una recente ricerca promossa dal Consorzio di tutela secondo la quale per il 66% dei consumatori statunitensi il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia.
Non solo. "La ricerca - conclude Alai - dimostra che la situazione è apparsa ancora più grave di fronte alla confezione caratterizzata da elementi di "italian sounding", ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane. In tal caso, infatti, gli acquirenti americani sono convinti di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
La prossima puntata di Linea Verde vedrà dunque come protagonisti allevatori di bovini e casari, fino ad coinvolgere il presidente della Commissione Sviluppo Rurale del Parlamento Ue, Paolo De Castro, per capire meglio il futuro alimentare del vecchio continente. E proprio le riprese che riguardano le produzioni lattiero casearie coinvolgeranno il caseificio Sant'Angelo della famiglia Caretti, in San Giovanni in Persiceto, vicino a Bologna.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Mercoledì, 03 Febbraio 2016 08:39

Scivolone dei derivati del latte.

Prosegue la corsa al ribasso del burro e delle panne. Latte spot anch'esso in crisi con l'unica eccezione dello scremato estero che da tre settimane sta risalendo la china. Stazionari i listini delle due principali DOP.

di Virgilio, Parma 3 febbraio 2016 -

LATTE SPOT Nuovo scivolone per il latte spot. A Verona, mentre è in piena fase di recupero per la terza settimana consecutiva il latte scremato pastorizzato spot di provenienza estera, che registra un +8,33% (12,94 - 13,97€/100 litri latte), il latte crudo spot nazionale, dopo due settimane di pausa, cede il -3,70% (30,93-32,99€/100 litri di latte) e il latte intero pastorizzato spot estero retrocede nell'intervallo tra 25,78 - 27,84€/100 litri di latte (-3,13%).

BURRO E PANNA Prosegue, in modo sempre più marcato, la corsa al ribasso del Burro. 5 centesimi perduti nuovamente alla borsa milanese per le 4 categorie interessate. Cede anche la crema a uso alimentare (-2,94%). Non è da meno la tendenza della borsa scaligera che registra un -1,45% per la panna a uso alimentare confermando una tendenza ribassista avviata sin dall'alba del nuovo anno. 5 centesimi in meno anche la quotazione del burro zangolato da creme fresche di Parma.

Borsa di Milano 1 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,60€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,32€/Kg.

Borsa Verona 1 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,33-1,38 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 29 gennaio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 26 gennaio 2016
BURRO ZANGOLATO: 1,20 - 1,20€/kg.

Burro 3feb16

GRANA PADANO Nessuna variazione di prezzi viene registrata dalla borsa merci milanese riguardo al "Grana Padano". L'ultimo aumento è dello scorso 11 gennaio, dopo tre settimane di costante crescita registrate a cavallo d'annate. Confermati perciò i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Battuta d'arresto invece per il Parmigiano Reggiano per entrambe le tipologie. Un primo segnale di rallentamento della poderosa spinta verso l'alto già si era avvertito la settimana precedente con la conferma del 24 mesi di stagionatura.
Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi è stato confermato tra 8,00 e 8,35€/Kg. e il 24 mesi tra 9,15 e 9,50€/Kg

(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

 

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Caselli: il nostro impegno per dare prospettive a un settore strategico. Il prodotto sarà conferito allo stabilimento Coprob di Minerbio. Sostegno della Regione ai progetti Eridania per la produzione di bioplastica e acido Levulinico

Bologna - "La Regione conferma il proprio impegno per dare prospettive alla bieticoltura emiliano-romagnola, un settore strategico a livello sociale ed economico, fondamentale per garantire una filiera italiana alla nostra industria dolciaria, ma importante anche per le ricadute agronomico-ambientali". Lo ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli al termine della riunione convocata a Bologna dopo l'annunciata decisione di Eridania di sospendere la campagna bieticolo-saccarifera 2016 nello stabilimento di San Quirico (Pr), a causa del cattivo andamento di prezzi e superfici. Le ricadute occupazionali saranno al centro di un incontro in programma a Roma il prossimo 4 febbraio tra azienda e sindacati.

Alla riunione di ieiri hanno partecipato tra gli altri Nicola Bernardi, sindaco di Trecasali (il Comune nel Parmense presso cui si trova lo stabilimento di San Quirico), Daniele Bragaglia, amministratore delegato di Eridania e Gabriele Lanfredi, vicepresidente della Confederazione generale bieticoltori italiani.

Caselli ha assicurato l'attenzione della Regione per la prossima trattativa sugli aiuti accoppiati e per la positiva conclusione dell'annosa vicenda sugli aiuti di stato ancora non erogati al comparto. "Voglio inoltre garantire il sostegno, da parte mia e degli assessori alle attività produttive Palma Costi e al lavoro e ricerca Patrizio Bianchi, ai progetti annunciati da Eridania per la produzione di bioplastiche e di acido Levulinico – ha sottolineato Caselli - due iniziative di rilevanza strategica nazionale, che avranno il loro riferimento territoriale proprio nello stabilimento di San Quirico."

L'ad di Eridania Bragaglia ha confermato l'intenzione del Gruppo di avviare nello stabilimento di San Quirico il primo impianto al mondo per la produzione di bioplastica ricavata da glicerolo, sottoprodotto del bio-diesel. A questo si affiancherà un impianto per la produzione di acido Levulinico una molecola chiave per la chimica verde del futuro, a basso impatto ambientale. Il progetto che prevede un investimento complessivo di 80 milioni di euro vede la partecipazione di Bio-on spa e di S.E.C.I spa, holding del gruppo Maccaferri.

I bieticoltori lanciano il progetto Energy beet per la produzione di biogas da barbabietola
Sospensione dell'attività nel 2016 e impegno a valutare una possibile ripresa nel 2017 sulla base dell' andamento dei prezzi. Nel confermare questa linea di azione, Bragaglia ha spiegato che nella campagna in corso la quasi totalità del prodotto coltivato in Emilia-Romagna sarà conferito, in base ad uno specifico accordo, nello stabilimento Coprob di Minerbio (Bo).

Le bietole che non andranno nel Bolognese, saranno utilizzate nell'ambito del progetto Energy beet lanciato dalla CGBI per la produzione di biogas da bietola. Lanfredi, dopo aver auspicato una ripersa dell'attività nello stabilimento di San Quirico nel 2017, ha spiegato che il progetto Energy beet potrà in prospettiva consentire la semina di 10/15 mila ettari, un'estensione pari a quella necessaria per il funzionamento di uno zuccherificio, ma già dal 2016 permetterà di assorbire anche quell'esigua parte della produzione emiliano-romagnola che non confluirà a Minerbio.

Simona Caselli - Assessore Agricoltura Emilia Romagna

Simona Caselli - Assessore Agricoltura Emilia Romagna

Martedì, 02 Febbraio 2016 08:37

Cereali, mercati volatili

L'allarme siccità lanciato anche dall'ANBI Emilia Romagna per le falde acquifere quasi all'asciutto. Il Mais sta entrando in tensione. In attesa delle notizie sui dazi Russi sul frumento.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 2 febbraio 2016 -
Per dar prova della volatilità dei mercati è sufficiente confrontare le ultime due chiusure di fine settimana scorsa:
Venerdì 29 / 1 / 2016
Semi: marzo 882,20 (+14,4) maggio 884,40 (+14) giovedi aveva fatto -15,20 Farina : marzo 272,40 (+5,5) maggio 274,40 (+5,4) -5,60 Olio : marzo 30,88 (+0,19) maggio 31,09 (+0,19) -0,18 Corn : marzo 372,00 (+6,4) maggio 376,60 (+6,2) -3,60 Grano marzo 479,20 (+7) maggio 485,00 (+7) -4,20 luglio 494,40 (+6,4) dicembre 512,60 (+6)

Giovedì 28 / 1 / 2016
Semi : marzo 867,60 (-15,2) maggio 870,40 (-14,6) Farina : marzo 266,90 (-5,6) maggio 269,00 (-5,5) Olio : marzo 30,69 (- 0,18) maggio 30,90 (-0,17) Corn : marzo 365,40 (-3,6) maggio 370,40 (-4) Grano marzo 472,20 (-4,2) maggio 478,00 (-4,2) luglio 484,00 (-4,0) dicembre 506,60 (-3,6)
Giovedì il principale elemento scatenante fu uno storno da parte della Cina di 395.000 tonnellate di semi mentre venerdì la fare impennare i valori è stata la notizia di danni derivanti dal rischio siccità in Argentina. Più probabile invece potrebbe essere stato determinato dai soliti movimenti dei fondi e i ridotti margini di operatività verso il basso avendo i principali mercati, come si suol dire, toccato il fondo.

Nelle prossime ore dovrebbero circolare le notizie inerenti i dazi sul frumento dalla Russia e questo potrebbe risultare il nuovo fattore stimolante del mercato cerealicolo.
Il mercato domestico non sta manifestando particolari segnali in una o in opposta direzione mentre continua a rafforzarsi il timore di una pesante siccità con conseguente tensione sul mais. Preoccupazione che viene confermata dall'allarme lanciato dall'associazione delle bonifiche (ANBI) che rileva come le falde acquifere siano praticamente asciutte.

Bioenergetico. Mais per biodigestori sempre molto ricercato. in ogni angolo del globo. Alcuni stanno tornando a cercare manioca e tapioca di cui non ci si ricordava quasi più dell'esistenza. I cruscami sono sui minimi ciononostante non sono sufficientemente appetiti.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 317 punti, il petrolio è risalito oltre la soglia dei 30€ fissandosi a 32,85 dollari al barile e il cambio staziona a 1,08460

MP-1feb16



 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco. Parla la presidente Diana Bortoli, prima donna alla guida di una cooperativa ortofrutticola. 

Modena, 1 febbraio 2016

Specializzata nella raccolta e commercializzazione di pomodoro, pere, cocomeri e meloni, da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco. Lo annuncia la presidente di Ital-frutta Diana Bortoli, eletta da pochi mesi alla guida della cooperativa sanfeliciana, che associa 240 aziende agricole distribuite nella Bassa Modenese. Scelta dai soci per sostituire Francesco Budri, che ha gestito la delicata fase post terremoto, Diana Bortoli ha 55 anni e abita a Medolla, dove conduce insieme al marito un'azienda che produce pere, seminatevi e uva. È la prima donna chiamata a guidare una cooperativa ortofrutticola modenese. Socia di Ital-frutta da una decina d'anni, siede nel consiglio di amministrazione dal settembre 2012. Fa parte anche dei cda di Conserve Italia, Apo-Conerpo e Opera, la cooperativa nata il 29 maggio 2015 e che rappresenta la più importante realtà italiana specializzata nella pera; inoltre il 15 gennaio è stata eletta nel nuovo consiglio provinciale (il "parlamentino interno") di Confcooperative Modena.

DIANA BORTOLI 1rid

«Concentreremo gli sforzi sul miglioramento dell'efficienza interna della cooperativa e rafforzeremo la collaborazione con le altre cooperative, enti e consorzi dell'ortofrutta, perché il nostro settore ha bisogno di aggregare l'offerta dei prodotti – dichiara la presidente di Italf-rutta – L'anno scorso abbiamo lavorato 370 mila quintali di pomodoro destinato all'industria, 115 mila quintali di pere, 40 mila di meloni e cocomeri. Quest'anno vogliamo aumentare la quota di ortive, soprattutto ceci e fagioli borlotti, allo scopo di garantire ulteriore reddito ai nostri 240 soci». Pesantemente colpita dal terremoto del 2012, la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro per la ricostruzione degli immobili e l'acquisto di nuove attrezzature, impianti e macchinari.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

A Reggio Emilia summit tra tutti i livelli istituzionali e i produttori per azione comune a tutela Lambrusco. L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. 

Reggio Emilia - Si è tenuto questa mattina presso la cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) alla presenza di oltre 450 persone l'incontro "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare" L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano ha visto la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Sono intervenuti inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.

L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come ha affermato in apertura il sindaco Alessio Mammi "parlare di Lambrusco è parlare di Emilia, di questo territorio. Parliamo di una realtà che ha saputo fare squadra, conquistare fette significative di mercato ed essere non solo passato, ma soprattutto presente e futuro dell'agroalimentare italiano" un futuro che come ha spiegato il presidente Frascari "faremo di tutto per impedire che venga cancellato. I numeri, d'altra parte, parlano più di qualsiasi parola: il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente, solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori, con un valore complessivo della produzione di 570 milioni di euro con proiezione all'aumento in termini superiori all'1% l'anno".

Ma non è solo questione di numeri, spiega Leana Pignedoli "Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di conquista di qualità, di organizzazione. ... Avere qui tutti i livelli istituzionali dai comuni all'Europa insieme ai produttori è una occasione unica per riflettere e affermare con forza che la distintività è un valore enorme in un mondo sempre più omologato. Per questo, il nostro, non è un atteggiamento chiuso da "difesa del campanile a prescindere", Ma la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".

Un mondo cui si arriverà sempre di più se è solo se, illustra il sindaco di Bomporto Borghi "l'Emilia Romagna si attiverà per lavorare tutti insieme. Ci serve un elemento di trazione forte e io ritengo possa essere un distretto regionale del Lambrusco di alta qualità".

"La regione è pronta a raccogliere ancora una volta la sfida Lambrusco - ha incalzato l'assessore regionale Simona Caselli - abbiamo una norma che sino ad oggi ha lavorato bene e va difesa. La regione ci si è messa con forza. E la prossima settimana l'assemblea legislativa voterà un documento in questa direzione che spero abbia il più largo consenso politico, anche delle opposizioni, perché stiamo difendendo la nostra cultura, la nostra identità".

A concludere l'incontro gli interlocutori italiani con l'Europa: il ministro Maurizio Martina e l'eurodeputato Paolo De Castro.
"Siamo di fronte - spiega Martina - a un tentativo di modifica di un norma che sono ad oggi ci ha dato la possibilità di valorizzare le nostre qualità. Ora non basta tutelare, dobbiamo rilanciare con il lavoro di squadra, quel lavoro di squadra che i produttori di Lambrusco dimostrano sempre più di saper fare. Sono un vero e proprio modello in Italia. Io credo ci siano tutte le condizioni perché battaglia si vinca. Non siamo soli in questo. Francia, Germania e Austria la pensano come noi. Non ci basta però una rassicurazione di Hogan, ora vogliamo i fatti".

Dello stesso avviso De Castro "è importantissimo dimostrarci ora più che mai uniti davanti all'Europa: i temi come questo toccano solo 5/6 Stati su 28. Le Tutele europee che abbiamo costruito è rafforzato per noi importantissime vanno mantenute, ma non basta, nel frattempo dobbiamo innovarci: esse valgono nell'Unione europea e basta. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci serve sempre più garanzia di alta qualità e logistica. È su questi temi che dobbiamo lavorare parallelamente alla non liberalizzazione dei vitigni. Lambrusco è identità, cultura, storia... Ma anche export, vendite, posti di lavoro. Per questo, organizziamoci".

Hanno partecipato all'incontro, tra gli altri, il Prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto, l'eurodeputata Cecile Kyenge, i senatori Stefano Vaccari (Pd) e Maria Mussini (ex M5S oggi gruppo Misto), il deputato Giuseppe Romanini (Pd), il vicepresidente dell'assemblea regionale Andrea Rossi, i presidenti dei consorzi del Lambrusco di province attigue, associazioni di categoria e produttori.

(Scorrere - galleria immagini)

Strategia del terrore, allarme Zika? L'eredità di Expo, l'Emilia Romagna programma il sistema del futuro prossimo. Mais e soia, le previsioni 2016. La forestale entra nella Benemerita. Nuovo calo dei mercati agricoli secondo i dati Ismea. "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave.

SOMMARIO Anno 15 - n° 04 31 gennaio 2016
1.1 editoriale Strategia del terrore. Allarme Zika?
3.1 cereali Cereali, piccole oscillazioni ma nessuna variazione di rilievo
4.1 Lattiero Caseario Cresce ancora il "Parmigiano"
5.1 L'eredità di Expo L'eredità di Expo. Tracciato il futuro dell'agroalimentare emiliano romagnolo
6.1 export agroalimentare Germania: Il Parmigiano Reggiano punta sulla ristorazione di qualità con gli Chef di JRE
6.2 UE e Lambrusco Vino. A Scandiano si parla di Lambrusco
8.1 imprese Mulino Alimentare di Parma testimone di eccellenza internazionale
9.1 mais e soia Previsioni in riduzione in Sud Africa e USA.
10.1 ambiente e sicurezza Nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare.
10.2 ecoreati La "Forestale" entra nella Benemerita.
11.1 siccita' ANBI Emilia Romagna: "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave
12.1 agromercati Ismea, nuovo calo dei prezzi agricoli a dicembre.
13.1 promozioni "vino" e partners

 

Prosegue senza sosta, in ogni angolo del globo, la ricerca di mais per biodigestori. Alla costanza di stabilità dei cereali autunno vernini si contrappone la lieve tendenza positiva per il mais. Nella precedente settimana registrati incrementi di 1-2 euro a tonnellata.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 29 gennaio 2016 -
I mercati internazionali continuano ad essere stabili anche se, a metà settimana, hanno dato segnali positivi sui proteici ma negativi sui cereali.
Il calo di prezzo internazionale non poteva rimanere senza conseguenze per il frumento tenero nazionale che nella scorsa settimana il "panificabile" ha infatti perso 3 euro/t sia a Milano (prezzo medio 186 euro/t) sia a Bologna (180 euro/t). I frumenti di qualità superiore hanno invece perso 2 euro/t, i frumenti esteri tra 2 e 4 euro/t.
I mercati a termine esteri hanno ancora dimostrato di mantenersi stabili con il future di marzo (Matif) che lo scorso 22 gennaio ha chiuso a 164,25 euro/t.

Il mais, nella scorsa settimana, ha registrato anche 1-2 euro a tonnellata di incremento (174,5/ton a Milano e 173/ton a Bologna). A Parigi il mais per marzo ha chiuso venerdì scorso (22/1) a 156 euro/t, con un recupero di 3,50 euro/t rispetto al minimo stagionale di lunedì precedente.

Bioenergetico. Mais per biodigestori sempre molto ricercato. in ogni angolo del globo. Alcuni stanno tornando a cercare manioca e tapioca di cui non ci si ricordava quasi più dell'esistenza. I cruscami sono sui minimi e alcuni contratti sono stati sottoscritti sul febbraio-giugno a 130-132 euro arrivo seppure pochi siano i venditori.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 337 punti, il petrolio è risalito oltre la soglia dei 30€ fissandosi a 31,90 dollari al barile e il cambio staziona a 1,09102 $/barile 


MP 28gen16

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Anche una società di Parma invitata dalla Regione a raccontare la sua esperienza di internazionalizzazione.

Di redazione Parma 26 gennaio 2016 - Un riconoscimento di pregio quello riservato a Mulino Alimentare di Parma, società dedita al confezionamento e commercializzazione di Parmigiano Reggiano, invitata dalla Regione a relazionare sulla sua esperienza di internazionalizzazione. Un percorso avviato da diversi anni che, sotto la guida attenta del CEO Claudio Guidetti, l'ha portata a consolidare oltre confine ben il 70% del fatturato.

L'occasione è stata il maxi convegno, organizzato dalla Regione Emilia Romagna lo scorso lunedi, incentrato sul tema "L'eredita di Expo per l'agricoltura dell'Emilia Romagna" e come poter capitalizzare gli investimenti e le esperienze della sei mesi milanese.
Un evento dove sono stati chiamati a raccolta alcune imprese e associazioni no-profit che si sono distinte nel processo di esportazione di prodotti e competenze.

Nel mondo il made in Emilia-Romagna è sinonimo di qualità dei prodotti, attenzione all'ambiente, sicurezza alimentare, distintività. Con una filiera agroalimentare che da sola vale circa il 20% del totale nazionale, l'Emilia-Romagna è prima in Europa per prodotti Dop e Igp (42 ).

Un ruolo importante per fare conoscere il re dei formaggi in Canada e nord-america l'ha avuto, senza ombra di dubbio, anche il Mulino Alimentare grazie a un programma di marketing promozionale che ha raggiunto l'apice con la conquista, nel 2014, del Guinness World Record di taglio contemporaneo di ben 1.300 forme di Parmigiano grazie alla collaborazione instaurata con l'assoluto leader della distribuzione canadese.

"Per esportare non è sufficiente conoscere la lingua, ha sottolineato Claudio Guidetti, ma occorre conoscere pienamente la mentalità del luogo ed è perciò che il lavoro ha preso corpo incontrando preliminarmente una grande catena distributiva confrontandoci con loro cercando quelle occasioni di incontro che consentissero un reciproco beneficio." Mulino Alimentare era approdato in Canada dopo una consolidata esperienza nel vecchio continente riversando perciò oltre oceano già un buon fardello di competenze internazionali.

"Il nostro obiettivo, ha proseguito Guidetti, è di accorciare la filiera eliminando tutte quelle fasi di intermediazione che non hanno più ragion d'essere ma al contempo intensificando dei processi di parternariato esclusivo con i caseifici del territorio con i quali condividere i vantaggi economici acquisiti. Forse però non tutti sanno che, per relazionarsi con le GDO, occorre possedere particolari certificazioni difficilmente riscontrabili nei caseifici e che queste devono essere mantenute e rinnovate attraverso un approccio sistematico alla qualità. E' un attimo essere esclusi dal circuito a causa di una semplice ma indispensabile formalità".

Al Presidente della Regione Stefano Bonaccini il compito di fare gli onori di casa e introdurre gli elementi che tracceranno le prossime politiche agroalimentari mentre l'Assessore all'Agricoltura Simona Caselli e la collega alle Attività Produttive Palma Costi l'onere di entrare nel dettaglio delle politiche di sviluppo dell'agroalimentare per rafforzare il "Modello" operativo così ben collaudato e con riconosciuto successo durante l'Expo2015.

Caselli simona relaziona

Al convegno hanno dato il loro contributo anche il presidente Unioncamere dell'Emilia Romagna Maurizio Torregiani, l'europarlamentare Paolo De Castro anticipando la tavola rotonda, moderata dal direttore di Ervet Roberto Righetti, che ha visto alternarsi sul palco alcune rappresentanze delle eccellenze emiliano romagnole:
- Giovanni Beccari, Cefa
- Gianpiero Calzolari, Granarolo
- Lucio Cavazzoni, Alce Nero
- Maurizio Gardini, Conserve Italia
- Claudio Guidetti, Mulino Alimentare
- Stanislao G. Fabbrino, Romagna Coop Food
- Sara Roversi, Future Food Intitute
- Luigi Scordamiglia, Inalca

Al segretario generale del Padiglione Italia, Fabrizio Grillo, il compito di trarre le conclusioni del convegno.

 

Pubblico rid RER

(Galleria immagini in fondo pagine)

 

Mais e Soia: gennaio 2016 - Minori produzioni di Mais e Soia previste in Sud Africa e USA. Le scorte finali globali di semi di Soia sono stimate a 79.28 Mio t, inferiori 
rispetto alle stime di Dicembre ma a livelli record rispetto agli anni precedenti.

MAIS: Dati previsionali per 2016-17
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è prevista a 967.93 Mio t, -5.9 Mio t rispetto alle stime formulate a Dicembre, riflettendo la riduzione della produzione in Sud Africa e negli Stati Uniti, parzialmente bilanciata da maggiori raccolti in Ucraina.
 La produzione di Mais in Sud Africa è prevista a 8 Mio t, -4 Mio t rispetto alle stime del mese scorso, a causa del caldo e della siccità prolungati.
 Negli Stati Uniti si prevede una produzione di 345.49 Mio t, con un aumento delle aree coltivate ma una diminuzione della resa dei terreni, stimata a 168.4 bushel/acro (10.69 tons/ettaro).
 Le esportazioni statunitensi si confermano in riduzione (-2.9%) per la concorrenza del Sud America. Il Mais utilizzato nella produzione di Etanolo è invariato, mentre si stima un minor impiego nella produzione di dolcificanti.
 Gli stock finali globali sono inferiori rispetto alle previsioni del mese scorso, ma si mantengono a livelli record (208.94 Mio t). Metà sono collocati in Cina.

SOJA: Dati previsionali per 2016-17
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista a 319.01 Mio t, -1.1 Mio t rispetto alle previsioni di Dicembre, con riduzioni dei raccolti negli Stati Uniti e in Sud Africa.
 La produzione statunitense è prevista a 106.95 Mio t (-1.3% rispetto alle stime del mese scorso), a causa di minori superfici e del calo della resa dei terreni (48 bushel/acro = 3.27 tons/ettaro), ma che rimane record.
 Con la minore offerta, anche le esportazioni USA sono stimate in diminuzione, compensate da un aumento delle esportazioni in Canada.
 La produzione in Cina è prevista in aumento di 0.5 Mio t a 12 Mio t.
 Le scorte finali globali di semi di Soia sono stimate a 79.28 Mio t, inferiori 
rispetto alle stime di Dicembre ma a livelli record rispetto agli anni precedenti.

(In fondo pagina la galleria immagini con i grafici CLAL)

L'ultimo mese dell'anno conferma l'intonazione negativa dei mercati agricoli palesatasi a partire dall'autunno. Lo segnala l'Ismea sulla base dell'Indice dei prezzi agricoli all'origine, che si è portato nel mese di osservazione a 111,7 (2010=100) facendo registrare una flessione del 2% su novembre e del 2,5% su dicembre di un anno fa.

Roma - A dicembre, i prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - sulla scorta dei dati divulgati dall'Istat - in flessione dello 0,4% su base mensile e in aumento dell'1,1% su base annua, ossia rispetto al livello di dicembre dell'anno scorso, in lieve decelerazione rispetto al più 1,6% di novembre.

L'Indice "core" dell'Ismea - calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - a dicembre si colloca a 111,0 (2010=100) a conferma di una dinamica mensile negativa (-1,8%), sebbene lievemente più attenuata rispetto a quanto evidenziato dall'indice complessivo. Il confronto su base annua segnala invece una tendenza deflativa più marcata di quella indicata dall'indice complessivo (-5,6% sul livello di dicembre 2014).

Nel comparto vegetale che fa segnare nel suo complesso un meno 2,6% sul mese precedente, pesano le significative flessioni degli ortaggi (-7,8%) condizionati dall'eccesso di offerta che le temperature insolitamente miti hanno riversato sui mercati. Continuano ad arretrare anche i prezzi degli olii di oliva (-5,5%) in un contesto non favorevole neanche per i semi di soia (-0,9%) e per i cereali (-2,1%), che scontano i ribassi registrati sui mercati internazionali. Per i vini, le rilevazioni Ismea indicano una brusca battuta di arresto (-1,8%) dell'abbrivio positivo della nuova campagna. Frutta e colture industriali, con un incremento rispettivamente del 3,2% e del 3%, sono invece le uniche due voci in controtendenza rispetto all'andamento complessivamente negativo del comparto.

L'insieme della zootecnia chiude dicembre senza particolari novità rispetto all'andamento dell'intero 2015. La flessione dell'1,7% su base mensile riflette un'ulteriore discesa dei listini del bestiame vivo (-3,9%), solo in parte controbilanciata da una timida progressione dei lattiero caseari (0,5%). Tra gli animali vivi si segnalano ancora una volta riduzioni significative a carico dei suini (-6,9%), avicoli (-5,2%) e conigli (-11,4%) a fronte della lieve ripresa che ha interessato i bovini (0,3%) e degli incrementi più significativi per gli ovi-caprini (+4,5%). Flettono lievemente su base mensile anche le uova (-0,2%).
Su base annua, l'indice elaborato dall'Ismea arretra del 2,5%, con flessioni più marcate per l'aggregato zootecnico (-3,5%) e più attenuate per il comparto delle coltivazioni vegetali (-1,7%). In quest'ultimo ambito produttivo, flettono, rispetto a dicembre 2014, i prezzi degli olii di oliva (-22,6%), dei cereali (-9,3%) e, in misura inferiore, della frutta (-3,5%) e dei vini (-1,6%). Solo per gli ortaggi, le coltivazione industriali e i semi di soia il confronto annuale risulta positivo, con un più rispettivamente del 14,8%, del 5,9%, e dello 0,3%.

Nell'aggregato zootecnico, la dinamica tendenziale fa registrare una riduzione del 3,2% per il bestiame vivo, del 2,3% per i lattiero caseari, e del 15,9% per le uova.
In media d'anno, in linea con le variazioni acquisite divulgate con i dati di novembre, i prezzi agricoli del 2015 relativi alla prima fase di scambio risultano complessivamente in aumento dell'1,5% rispetto al livello del 2014, mentre sulla scorta dell'Indice core la tendenza si conferma deflativa (-3,7%).
(Ismea 22 gennaio 2016)

"Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare": Sabato 30 gennaio alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano. La liberalizzazione del nome del vitigno sarebbe un grave errore, ne parliamo con il Ministro Martina, l'assessore Caselli, l'eurodeputato De Castro e la senatrice Pignedoli. 

Reggio Emilia, 28 gennaio 2016 

- in allegato in fondo al testo l'invito scaricabile -

Sabato 30 gennaio alle ore 9.30 si terrà alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) l'iniziativa "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare". L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano vedrà la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Interverranno inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.

L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come afferma il sindaco Alessio Mammi "il Lambrusco è un prodotto da secoli legato indissolubilmente al nostro territorio e il vino italiano più esportato nel mondo, con 400 milioni di bottiglie all'anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Mi auguro che l'Ue faccia un passo indietro. Parlarne direttamente con tutti i livelli istituzionali che si occupano della questione è un'occasione per noi irripetibile".

"Questi Vini - continua Leana Pignedoli -sono strettamente legati alla terra Emilia, non è una mera difesa, è una battaglia perché l'Europa scelga le distintività come fattore competitivo dell'agroalimentare valorizzando le peculiarità. Pensare di lanciare sfide sulla genericità e l'omologazione sarebbe miope e perdente. Lunedì il Ministro Martina ha incontrato il commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan proprio su questi temi, e quella di sabato ad Arceto sarà un'ottima occasione per avere un resoconto in diretta dell'incontro e delle azioni che seguiranno".

"A favore della tutela del nostro prodotto - conclude Davide Frascari - si sono schierate con noi Francia e Germania che sono paesi che dal punto di vista enologico hanno un peso che ci fa ben sperare. Voglio ricordare che il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente: solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori. Avere accanto tutti i livelli istituzionali impegnati sul tema è per noi importantissimo e confrontarci con il ministro Martina, De Castro, Caselli e Pignedoli lo sarà ancor più".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Scandiano)

Mercoledì, 27 Gennaio 2016 08:40

Cresce ancora il "Parmigiano"

Sembrerebbe conclusa invece la fase discendente dei latte spot mentre prosegue la lenta e inesorabile fase discendente del burro. Stazionario il Grana Padano così come il Parmigiano di 24 mesi mentre il più fresco guadagna altri 5 centesimi.

di Virgilio Parma 27 gennaio 2016 -

LATTE SPOT Sembrerebbe conclusa la fase discendente dei listini del Latte spot. Da due settimane consecutive non si avvertono ulteriori segnali di cedimento mentre si sono registrate leggere tendenze al rialzo riguardo al latte scremato pastorizzato di provenienza estera (+4,35%), comunque ben lontano dal recuperare la consistenza perduta di fine 2015. Nello specifico il late crudo spot nazionale si conferma tra 31,96 e 34,02€/100 litri e l'intero pastorizzato spot estero tra 26,81 e 28,87 €/100 litri. Lo scremato pastorizzato estero ha segnato tra 11,90 e 12,94€/100 litri.

BURRO E PANNA Prosegue la tendenza al ribasso del burro con altri 5 centesimi ceduti sulla piazza di Milano e su Reggio Emilia. Tiene invece lo zangolato quotato a Parma che si distanzia di 10 centesimi dall'analogo prodotto della vicina Reggio Emilia. In flessione anche la crema a uso alimentare che contamina anche la panna veronese.

Borsa di Milano 25 gennaio: (-)
BURRO CEE: 2,65€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,80€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,80€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,60€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,36€/Kg.

Borsa Verona 25 gennaio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,35-1,40 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 22 gennaio 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 26 gennaio (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,20 - 1,20€/kg.

GRANA PADANO Listini fermi per il Grana Padano che vede confermai i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura. Il mese di gennaio va a chiudersi quindi in positivo con la media mese del più giovane (9 mesi) calcolata a 6,55€ che corrisponde a un +1,16% sulla media mese precedente mentre il 15 mesi, con una media mensile di 7,58€ guadagna l'1% sul mese precedente e il 3,18% rispetto alla media 2015.

PARMIGIANO REGGIANO Rallenta la spinta a risalire del Parmigiano Reggiano. Ancora 5 centesimi guadagnati dal 12 mesi mentre il 24 mesi di stagionatura ha preso un momento di pausa. nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 8,00 e 8,35€/Kg. e il 24 mesi confermato tra 9,15 e 9,50€/Kg.

 

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Un futuro di innovazione e internazionalizzazione per l'agroalimentare emiliano romagnolo. Dell'eredità di Expo se ne è discusso a Bologna lunedì scorso, su sollecitazione della Regione, per fare il punto sull'esperienza milanese chiamando a raccolta testimonianze di eccellenza nel campo delle imprese e delle organizzazioni no-profit. Imperativo sarà fare sistema e cooperare.

di Redazione -

Parma 26 gennaio 2016 -

E' stato da tutti riconosciuto che la Regione Emilia Romagna sia stata una delle più attive durante i sei mesi dell'Expo Universale di Milano conclusasi lo scorso 30 ottobre.

Un'attività impegnativa che non poteva esaurirsi con l'EXPO milanese ma che deve protrarsi e consolidarsi nel tempo capitalizzando l'investimento del semestre milanese. A Milano l'Emilia-Romagna e il suo sistema agroalimentare sono stati tra i protagonisti.

Un primo momento di riflessione sul lavoro svolto e sui programmi futuri è stato appunto il maxi convegno dal titolo "L'eredità di EXPO per l'agricoltura dell'Emilia Romagna" organizzato lo scorso lunedì 25 gennaio.

Il convegno bolognese, che ha chiamato a raccolta il mondo dell'agricoltura e dell'agroalimentare emiliano-romagnolo, è servito per fare il punto su progetti e strategie. Con un obiettivo: valorizzare al meglio l'esperienza dell'Esposizione milanese, per sostenere la propensione all'export e all'innovazione del sistema produttivo emiliano-romagnolo.

"Teniamo questo convegno - ha sottolineato Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, introducendo i lavori - a un anno esatto dalla partenza della legislatura. Era infatti il 26 gennaio 2015 quando nominammo gli assessori, e la prima cosa che ci suggerirono era di non investire in Expo2015 e invece ci abbiamo creduto e è risultato un successo in quantità e in qualità".

L'agricoltura ha un ruolo importante nel sistema economico emiliano romagnolo e è intenzione dell'amministrazione regionale continuare a investire per un futuro di innovazione e internazionalizzazione. "A partire dall'agroalimentare, che è la seconda voce del nostro export. A fine 2016 - promette Bonaccini - saranno già emessi bandi per circa 1 miliardo di euro (dei complessivi 2,5 miliardi di fondi europei a disposizione da qui al 2020), perché vogliamo agire con velocità, per superare definitivamente la crisi e creare posti di lavoro, a partire dall'agricoltura, un settore il cui valore aggiunto nel 2015 è cresciuto del 3%".

L'impegno dell'Emilia Romagna è stato sottolineato anche dal ministro delle Politiche agricole e forestali Maurizio Martina in un intervento video. Tra i temi su cui il Governo è impegnato – ha spiegato il Martina– l'internazionalizzazione, forte di un export che nel 2015 ha superato i 36 miliardi di euro, il ricambio generazionale in agricoltura e la questione organizzativa con la nascita del Ministero dell' agroalimentare. "Credo che la collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Governo sia cruciale – ha detto Martina - e ci sono le condizioni per attuarla".

Nel mondo il made in Emilia-Romagna è sinonimo di qualità dei prodotti, attenzione all'ambiente, sicurezza alimentare, distintività. Con una filiera agroalimentare che da sola vale circa il 20% del totale nazionale, l'Emilia-Romagna è prima in Europa per prodotti Dop e Igp (42 con il recente ingresso del Pampepato ferrarese). Le prime quattro indicazioni geografiche emiliano-romagnole (Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto balsamico Igp e Mortadella Bologna Igp) rappresentano oltre il 40% del valore complessivo nazionale. Elevata la propensione all'export con un valore di 5,5 miliardi di euro.

L'impegno della Regione

"A fronte di una domanda interna sostanzialmente stabile, la nostra prospettiva è sui mercati esteri e qui il potenziale è enorme - ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli nella sua relazione introduttiva – a fronte di un buon andamento dell'export complessivo, sono però ancora tante le aziende che non vanno all'estero. Al mondo produttivo chiediamo di condividere una strategia comune, perché se ci muoviamo come sistema, all'interno di una prospettiva nazionale, saremo più forti." Caselli ha sottolineato l'impegno della Regione, sia intensificando l'attività di "diplomazia agroalimentare" e le relazioni istituzionali; che spingendo forte sull'innovazione, un settore per il quale sono a disposizione, da qui al 2020, 50 milioni di euro grazie al Psr. Destinatari i Goi, ovvero i Gruppi operativi per l'innovazione, inedite alleanza tra mondo della ricerca e aziende agricole. Oltre12,6 milioni di euro sono già stati stanziati e il termine per presentare le domande scade il 31 marzo.

Tra i settori su cui Caselli ha rivendicato l'impegno della Regione il sostegno all'identità del territorio e dei suoi prodotti e dunque "il presidio della reputazione che è ciò che ci precede quando affrontiamo un nuovo Paese".

Per quanto riguarda il sostegno più diretto all'export, oltre alle risorse del Psr per la promozione sui mercati europei e le nuove strategie di commercializzazione, anche con un approccio di filiera, ci sono per il 2016 17 milioni di euro destinati all'internazionalizzazione, anche del settore agroalimentare. Come ha spiegato l'assessore regionale alle attività produttive Palma Costi verranno finanziati bandi di promozione dell'export, sia sui mercati europei che extraeuropei, anche per piccole e medie imprese non esportatrici oltre che consorzi export e partecipazioni fieristiche. "C'è un bacino di 20 mila imprese che solo occasionalmente esportano", ha spiegato Costi ed è lì che deve concentrarsi l'azione della Regione.

Il supporto della Regione passa anche attraverso la fornitura di servizi, quale quelli di Ervet (scouting, analisi Paese, ricerca finanziamenti e progettazione interventi) e del servizio Fitosanitario per il superamento di quelle barriere non economiche che rappresentano uno dei principali ostacoli per la penetrazione dei prodotti agroalimentari sui mercati extraeuropei.

Dall'Europa è in arrivo il "Pacchetto promozione" che metterà a disposizione 200 milioni di euro all'anno. Lo ha ricordato l'europarlamentare Paolo de Castro, che ha sottolineato la necessità di un maggior impegno come sistema Paese sul fronte degli accordi internazionali, a partire dalla tutela delle indicazioni geografiche nel TTP, il trattato di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea.

Tra le attività di sostegno all'export, su cui si è soffermato il presidente di Unioncamere Maurizio Torreggiani, il programma Deliziando in collaborazione con la Regione. Usa, Canada, Cina, Hong Kong, oltre all'Europa le aree verso cui si concentrerà nel 2016 l'attività di incoming, formazione e promozione, oltre alle missioni e alla partecipazione a fiere internazionali di settore a New York e a Parigi. Nel 2015 l'attività di Deliziando ha coinvolto 128 aziende, 46 buyer esteri e si è tradotta in 534 incontri b2b.

Dall'esperienza di Expo si è consacrata la consapevolezza che l'Emilia Romagna, in quanto sistema, è un modello efficace e esportabile. E se di successo si può parlare, relativamente alla partecipazione alla rassegna milanese, questo lo si deve al fatto che si è lavorato uniti, amministrazioni e imprese tutti focalizzati su obiettivi comuni e condivisi.

Ecco quindi che il convegno è stata anche l'occasione per promuovere un confronto diretto con il mondo delle imprese e del no profit chiamate a testimoniare le loro esperienze sui mercati esteri e a proporre idee.

Ad aprire le relazioni della tavola rotonda è Maurizio Gardini (Conserve Italia) il quale ribadisce come Expo sia stato un efficace strumento di amplificazione dei risultati della rinnovata politica aziendale di Marca che ha registrato crescite a due cifre "abbiamo fatto il bilancio migliore della nostra storia". Gardini avverte che oltre a fare squadra, per l'internazionalizzazione, le imprese devono essere attrezzate anche finanziariamente. "All'estero non ci stanno certamente aspettando a braccia aperte" conclude Gardini "dobbiamo meglio comunicare i nostri prodotti. E' frustrante per i nostri produttori avere i migliori disciplinari produttivi al mondo e che questo non sia riconosciuto all'estero."

Luigi Scordamiglia (presidente Inalca e vice presidente Assocarni) conferma come Expo sia stata una opportunità unica per il nostro Paese consacrando il modello italiano come modello di riferimento mondiale.

Siamo ricercati, ribadisce il presidente Inalca società presente in 70 paesi, per l'efficienza e sostenibilità delle nostre filiere, ma occorre presentarsi uniti perché, per quanto grandi non lo si è mai a sufficienza quando si parla di internazionalizzazione. Come fare? Occorre fare sistema e il suggerimento è che, anche in forza del nuovo ruolo (presidente della conferenza delle regioni) assegnato al Presidente della Regione Bonaccini, occorre che "questa regione assuma il ruolo fondamentale di coordinamento" per la capacità che ha avuto nello stimolare l'internazionalizzazione.

Sara Roversi.  Future Food Institute progetto non-profit nato all'interno di youcangroup, network internazionale di attori del mondo del food capaci di generare un impatto positivo, a livello economico, culturale e sociale, investendo sull'innovazione, la condivisione di best practices globali ed il mentoring di startupper e giovani imprenditori del settore. Al centro di tutto? C'è lo "spirito imprenditoriale", un concetto da favorire attraverso l'educazione dei giovani a tutti i livelli, per far crescere una generazione responsabile ed appassionata.

Nel girovagare per il mondo in cerca di "contaminazione" Sara Roversi racconta di essersi resa conto che in Emilia Romagna c'è molta innovazione e, dopo avere intercettato un appassionato e talentuoso agronomo pugliese nella Silicon Valley, l'avrebbe convinto a partecipare alla nuova impresa: la "Future Farm" impresa agricola di 60 ettari in quel di Lugo.

Gianpiero Calzolari (Granarolo) "Expo è stato un esempio di come si presidiano gli argomenti e si imposta il futuro". In quanto cooperativa per Granarolo expo è stata una ottima occasione per valorizzare il bene dei soci e "raccontare al mondo che siamo una realtà credibile". Per Calzolari il tema forte è l'aggregazione perché essere interessanti è importante ma occorre essere competitivi per affrontare l'internazionalizzazione. Una affermazione che proviene dal vertice di una azienda che ha già rapporti in 52 paesi e che sta iniziando a presidiare direttamente il Paese produttore di latte per eccellenza, la Nuova Zelanda.

Stanislao Fabbrino (Romagna Coop Food) porta l'interessante esperienza di una rete di imprese creata appositamente per l'esportazione. Insieme le sei realtà imprenditoriali (Cevico, Coin, Deco, Fruttagel, Molino Spadoni, Borgo Buono/Terre Emerse) realizzano un fatturato aggregato di 850 milioni, occupano 2.500 dipendenti in 13 stabilimenti. L'export, secondo Fabbrino, va progettato e le sei aziende aderenti alla rete di imprese, hanno preliminarmente fatto un attenta analisi dei prodotti da esportare, perché "non tutto si può esportare all'estero". Ma per un approccio all'internazionalizzazione occorrono risorse e qui, è il suggerimento di Stanislao Fabbrino, la Regione può giocare un ruolo importante.

Giovanni Beccari (Cefa). CEFA è Organizzazione Non Governativa che da oltre 40 anni opera in Africa per vincere la fame e nel 2000 - ha raccontato Giovanni Beccari - abbiamo raccolto una richiesta di aiuto della Tanzania per affrontare il problema della malnutrizione." La risposta è stato un progetto di produzione del latte, coinvolgendo il territorio emiliano romagnolo e la Granarolo. Un successo che è stato premiato con il riconoscimento di "miglior modello di sviluppo sostenibile per le comunità rurali." Ed ora l'organizzazione non governativa ha lanciato una nuova iniziativa in Mozambico che vede confermata la collaborazione di Granarolo con l'obiettivo di rafforzare la filiera lattiera nel distretto di Breira avvalendosi del sostegno della Regione Emilia Romagna. "Continuiamo a nutrire il Pianeta" è la chiosa di Giovanni Beccari.

Claudio Guidetti (Mulino Alimentare) Per l'amministratore di Mulino Alimentare, società specializzata nel confezionamento e commercializzazione del Parmigiano Reggiano e non solo, il radicamento sul territorio è un valore imprescindibile al punto tale che hanno avviato un processo di parternariato in esclusiva con una importante realtà casearia reggiana. Obiettivo quindi accorciare la filiera con beneficio sia per il consumatore finale sia per la parte produttiva. Un percorso che ha trovato uno sbocco immediato con la più importante catena distributiva canadese con la quale è stato avviato un processo di sensibilizzazione e divulgazione culturale del prodotto sfociato nella conquista del World Guinnes di taglio delle forme di Parmigiano Reggiano in simultanea (1.300 forme). "In mezz'ora - commenta Guidetti - abbiamo realizzato il sold out di tutto il parmigiano disponibile". Alla Regione quindi cosa chiedere, è la domanda retorica del presidente di Mulino Alimentare, "un sostegno per fare sistema" perché certi processi di internazionalizzazione possano avere una più rapida ed efficace realizzazione.

Lucio Cavazzoni (Alce Nero) Ricollegandosi alla necessità di operare prioritariamente sulla cultura dei paesi oggetto di esportazione espresso da Guidetti, Lucio Cavazzoni sottolinea come l'allargamento del mercato del biologico sia il tipico esempio di una affermazione prima della cultura poi del prodotto. "Il Biologico - sottolinea Cavazzoni - sta crescendo a due cifre anche nei paesi dove i consumi alimentari decrescono". Ma bisogna pensare avanti e collegare l'alimentazione alla salute. "infatti, continua Cavazzoni, se la vita media si è allungata sino a 83 anni, la salute invece - intesa come una reiterata ospedalizzazione - si è ridotta a 64 anni". Quindi la prossima frontiera sarà CIBO per la SALUTE ma anche una nuova modalità di cooperazione. "Oggi la sfida è fare cooperazione tra diversi, capaci di lavorare sullo stesso piano, quindi il tema non è solo esportiamo ma come lo facciamo.".

"Quella di Expo è stata una sfida vinta – ha detto il segretario generale di Padiglione Italia Fabrizio Grillo chiudendo i lavori – ora bisogna insistere puntando su ricerca, tecnologia, educazione e valorizzazione delle tradizioni alimentari del nostro Paese".

Partnership strategica sul primo mercato per export (quasi 8.000 tonnellate) con l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", punto di riferimento per i consumatori tedeschi. L'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza". -

Reggio Emilia, 26 gennaio 2016 -

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano rafforza decisamente le proprie azioni sulla ristorazione di qualità tedesca.
Dopo alcuni anni di proficua collaborazione, infatti, l'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza" con la sezione dell'Associazione "Jeunes Restaurenteurs" presente in Germania, Paese che si colloca ai vertici delle esportazioni di Parmigiano Reggiano, con un volume che si attesta attorno alle 8.000 tonnellate e un trend di crescita che dal 2012 ad oggi ha consentito di incrementare i flussi per quasi 1.000 tonnellate.

"La partnership con la sezione tedesca dell'Associazione - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - rientra nell'ambito delle azioni sempre più intense e specifiche che abbiamo rivolto al mondo della ristorazione di qualità e alle associazioni che, in Italia e nel mondo, rappresentano cuochi e chef".
"L'alleanza con la JRE in Germania - spiega Alai - nasce poi, in specifico, dal fatto che in Germania i locali in cui operano gli chef dell'Associazione costituiscono punti di riferimento particolarmente considerati dai consumatori, che apprezzano anche il particolare dinamismo dell'organizzazione, la completezza delle sue guide (diffuse in 100.000 copie) e le sue importanti attività di formazione, che si sviluppano anche attraverso quella "Eliteklasse" che, in Germania, rappresenta l'unica scuola destinata a quanti rappresentano l'élite in fatto di ristorazione".

Un giovane chef di jRE nel corso di un evento realizzato in collaborazionen con il Parmigiano Reggiano rid

Un giovane chef di jRE nel corso di un evento realizzato in collaborazionen con il Parmigiano Reggiano

"La formalizzazione di questa partnership - sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rende innanzitutto più organico e stabile il lavoro di collaborazione iniziato in questi anni con l'Associazione Jeune Restaurenteurs, ma ci consentirà di sviluppare nuove e rilevanti iniziative finalizzate a far conoscere di più e meglio le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, che sono innanzitutto legate all'assoluta naturalità del prodotto, ad un legame profondo con un territorio specifico e alle differenze che si determinano in funzione della durata della stagionatura".
"In tal senso - prosegue Deserti - sono previsti appuntamenti di formazione per i membri dell'Associazione, che vanno organicamente ad integrare una collaborazione che nel 2015 già ci ha visto fianco a fianco, ad esempio, in degustazioni nei ristoranti di diversi membri di JRE, in seminari tenuti nella "Eliteklasse" e in una "full immersion" nel mondo del Parmigiano Reggiano che per una settimana ha impegnato 25 chef dell'Associazione operanti nelle principali città tedesche".
Per l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", conosciuta in tutto il mondo, la Germania rappresenta una vera e propria roccaforte, così come per il Parmigiano Reggiano lo è quel mercato tedesco che in termini di esportazioni precede la Francia e gli Stati Uniti, dove pure i consumi continuano a crescere a due cifre.

(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Risparmio privato sotto attacco. Cereali resistono alla tempesta finanziaria. Inarrestabile Parmigiano Reggiano. A Bologna si parla del dopo EXPO. Bonifiche, Tonello non ci sta... Minori produzioni di mais. NAS, nel 2015 risultati irregolari quasi 1 su 3 dei prodotti oggetto di ispezione.

SOMMARIO Anno 15 - n° 03 24 gennaio 2016 (Allegato il file in pdf da scaricare)
1.1 editoriale Risparmio privato sotto attacco.
3.1 cereali Cereali, le commodities resistono alla tempesta
4.1 cereali Cereali, stabili nonostante la tempesta finanziaria.
5.1 Lattiero Caseario Inarrestabile Parmigiano Reggiano
6.1 eventi L'eredità di Expo per il futuro dell'agricoltura regionale
6.2 eventi Lambrusco nel mondo
7.1 Bonifiche Bonifiche, Tonello: "La lista guidata da Franceschini è la vera danneggiata"
7.2 export agroalimentare Agroalimentare motore dell'export
8.1 nomine Emilia Romagna. I nuovi direttori generali
9.1 imprese Conserve Italia Food Service in primo piano al RHEX 2016
10.1 MAIS e Soia Minori produzioni di Mais e Soia previste in Sud Africa e USA.
11.1 sicurezza consumatori NAS, nel 2015 risultati irregolari quasi 1 su 3 dei prodotti oggetto di ispezione.
12.1 promozioni "vino" e partners

Cibus3 24gen2016

La tempesta finanziaria, che sta colpendo tutti i Paesi, non sembra, per il momento, interessare più di tanto il mercato delle commodities a dimostrazione dei bassi livelli raggiunti dalle quotazioni.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 22 gennaio 2016 -
Semi: marzo 874,00 (-9,4) maggio 874,60 (-8,2)
Farina: marzo 269,80 (-1,5) maggio 272,30 (-1,5)
Corn: marzo 368,60 (+1) maggio 373,20 (+1,2)
Grano: marzo 471,40 (-3) maggio 475,60 (-3,2) luglio 481,20 (-3,6) dicembre 503,40 (-3,6)

Nei giorni precedenti va segnalato che, sul 2017, sono stati stipulati accordi per farina di soya proteica per un anno a 320 euro e per la normale 310/312.
Il petrolio è a livelli del 2003 e all'epoca la farina di soya valeva - nel mese di gennaio media min/max sulla piazza di Milano - 236,25, il mais contratto 103, 133,50 il frumento panificabile 133,80. Valori non certo ipotizzabili oggi e, forse, neanche auspicabili in considerazione dei lievitati costi di produzione, imposte e quant'altro riferibile a norme, tutele, fisco, ambiente e cambi.

Mercato nazionale
Ancora nessun segnale di vivacità è da riportare sul mercato domestico salvo che da ieri il mercato del mais 103 di base e quello di qualità estero si sono eguagliati nei valori sul mese di febbraio. Intanto la rincorsa alle coperture di mais sui mesi da febbraio a giugno 2016 segnala della merce francese, arrivo sul Piemonte, a 185 arrivo. Pesare la psicosi circa la "possibile mancanza idrica per il periodo estivo" e, se non nevicherà, il dramma potrà investire anche altri cereali e colture.

Al momento sia il grano che l'orzo sono in fase calante in considerazione dell'approssimarsi della nuova campagna e i silos ancora carichi, specie nei paesi esteri, cosa questa che frena la possibile ma non improbabile ripresa del mais, meteo permettendo.

Bioenergetico. Mais per biodigestori cercasi!

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 358 punti, il petrolio quota circa 27,70 dollari al barile e il cambio gira a 1,09122



 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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L'incontro si terrà lunedì 25 gennaio nella Sala "XX maggio 2012" della sede regionale "Terza Torre" di Viale della fiera n. 8 a Bologna. Bologna 11 gennaio 2016 -

di Redazione, Parma 19 gennaio 2016 - "L'Eredità di Expo per l'agricoltura dell'Emilia-Romagna – Un futuro di innovazione e internazionalizzazione" sarà l'occasione per presentare i risultati conseguiti con la partecipazione regionale a Expo Milano 2015 e illustrare, con relazioni e testimonianze degli operatori, le iniziative di sviluppo verso i nuovi mercati.

L'occasione di Expo e l'intenso lavoro di relazione con i tanti paesi presenti, una vera diplomazia agroalimentare, che ha permesso di incontrare capi di governo, ministri e responsabili delle attività commerciali, rende ora più agevole il contatto e la cooperazione con molti Paesi. Assieme all'innovazione è l'internazionalizzazione dei mercati la spinta propulsiva della futura agricoltura regionale, l'incontro in programma vuole presentare e discutere le prime proposte.
Nella mattinata del 25 gennaio, ai saluti del Presidente Bonaccini e l'intervento introduttivo dell'assessore Caselli, seguiranno le relazioni dedicate ai diversi strumenti di internazionalizzazione già operativi a livello: regionale, nazionale e comunitario. Dopo l'intervento dell'assessore Costi, spazio per un breve video di testimonianze da Expo Milano 2015 e tavola rotonda con la partecipazione di alcune grandi imprese emiliano-romagnole che già sviluppano azioni sui principali mercati internazionali.

Se il made in Italy gode di grande reputazione, nel campo del cibo e della gastronomia il made in Emilia-Romagna ha una forza ancora maggiore. Dall'eredità di Expo occorre ora valorizzare tutti insieme, in primo luogo con l'incontro del 25 gennaio, le relazioni avviate, il nostro "saper fare", l'innovazione e la ricerca, per costruire un futuro di nuove opportunità, crescita e lavoro.

La partecipazione all'incontro è gratuita, ma per una migliore organizzazione è gradita la preiscrizione on-line.

Il Programma:
9,15 accredito dei partecipanti
9,30 Apertura dei lavori - Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna
9,45 Relazione introduttiva - Simona Caselli, Assessore Agricoltra Regione Emilia Romagna

10,00 Opportunità e strumenti per l'internazionalizzazione:
- Maurizio Torregiani, presidente Unioncamere Emilia Romagna
- Paolo de Castro, Europarlamentare
- Alessandra Spinelli, Financial Instruments International Aid Officer - Commissione Europea
- Fabrizio Grillo, Segretario Generale di Padiglione Italia
11,00 L'azione regionale per le imprese - Palma Costi, Assessore attività produttive Regione Emilia Romagna
11,15 testimonianze video di protagonisti dell'EXPO

11,30 Tavola Rotonda con imprese emiliano romagnole: Esperienze in corso e prospettive per il futuro
- Giovanni Beccari, Cefa
- Gianpiero Calzolari, Granarolo
- Lucio Cavazzoni, Alce Nero
- Maurizio Gardini, Conserve Italia
- Claudio Guidetti, Mulino Alimentare
- Tommaso Lo Russo, Romagna Coop Food

- Sara Roversi, Future Food Intitute
- Luigi Scordamiglia, Inalca

12,30 Conclusioni - Andrea Oliverio, (in attesa di conferma) Vice Ministro dell'Agroalimentare

Moderatore: Roberto Righetti, direttore Ervet

RER dopo expo

Domenica, 24 Gennaio 2016 08:46

Lambrusco nel mondo

Lambrusco nel Mondo - Ad Arceto di Scandiano (RE) il prossimo 30 gennaio, alla presenza, tra gli altri, del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro, i sindaci Alessio Mammi (Scandiano) e Alberto Borghi (Bomporto).

L'incontro è stato promosso anche alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno.

Lambrusco nel Mondo

Domenica, 24 Gennaio 2016 08:33

Agroalimentare motore dell'export

Istat, Martina: agroalimentare motore dell'export e della ripresa economica del Paese. "Possiamo e vogliamo raggiungere l'obiettivo di 50 miliardi di euro di export entro il 2020".

Roma, "Nell'anno di Expo l'agroalimentare si conferma un motore centrale della ripresa dell'economia italiana. A novembre l'export di questo settore ha superato quota 33,7 miliardi di euro con un aumento rispetto allo scorso anno di oltre 6 punti percentuali. I 50mila incontri b2b fatti dalle nostre imprese, le visite dei buyer internazionali nei nostri distretti produttivi, sono un'eredità concreta dell'esposizione universale di cui stiamo misurando oggi gli effetti positivi. Soltanto durante il semestre espositivo abbiamo venduto prodotti agroalimentari italiani per oltre 18,5 miliardi di euro, con un netto incremento rispetto agli scorsi anni e nonostante l'embargo russo.
Il Governo ha messo il settore al centro delle scelte di politica economica, con una legge di stabilità davvero a trazione agricola. Abbiamo tagliato di oltre il 25% le tasse per le imprese agricole, puntiamo su semplificazione, sostenibilità e innovazione. Diamo credito alle imprese anche grazie all'accordo firmato con Banca Intesa per un linea di investimento da 6 miliardi di euro in tre anni.
Dopo un 2015 molto positivo, possiamo e vogliamo raggiungere l'obiettivo di 50 miliardi di euro di export entro il 2020 perché l'agroalimentare italiano ha ancora un potenziale importante da sfruttare al meglio".

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina commenta i dati Istat sul commercio estero relativi ai primi 11 mesi del 2015.
(Fonte MIPAAF Roma, 18/01/2016)

Mais e Soia: gennaio 2016 - Minori produzioni di Mais e Soia previste in Sud Africa e USA. Le scorte finali globali di semi di Soia sono stimate a 79.28 Mio t, inferiori 
rispetto alle stime di Dicembre ma a livelli record rispetto agli anni precedenti.

MAIS: Dati previsionali per 2016-17
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è prevista a 967.93 Mio t, -5.9 Mio t rispetto alle stime formulate a Dicembre, riflettendo la riduzione della produzione in Sud Africa e negli Stati Uniti, parzialmente bilanciata da maggiori raccolti in Ucraina.
 La produzione di Mais in Sud Africa è prevista a 8 Mio t, -4 Mio t rispetto alle stime del mese scorso, a causa del caldo e della siccità prolungati.
 Negli Stati Uniti si prevede una produzione di 345.49 Mio t, con un aumento delle aree coltivate ma una diminuzione della resa dei terreni, stimata a 168.4 bushel/acro (10.69 tons/ettaro).
 Le esportazioni statunitensi si confermano in riduzione (-2.9%) per la concorrenza del Sud America. Il Mais utilizzato nella produzione di Etanolo è invariato, mentre si stima un minor impiego nella produzione di dolcificanti.
 Gli stock finali globali sono inferiori rispetto alle previsioni del mese scorso, ma si mantengono a livelli record (208.94 Mio t). Metà sono collocati in Cina.

SOJA: Dati previsionali per 2016-17
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista a 319.01 Mio t, -1.1 Mio t rispetto alle previsioni di Dicembre, con riduzioni dei raccolti negli Stati Uniti e in Sud Africa.
 La produzione statunitense è prevista a 106.95 Mio t (-1.3% rispetto alle stime del mese scorso), a causa di minori superfici e del calo della resa dei terreni (48 bushel/acro = 3.27 tons/ettaro), ma che rimane record.
 Con la minore offerta, anche le esportazioni USA sono stimate in diminuzione, compensate da un aumento delle esportazioni in Canada.
 La produzione in Cina è prevista in aumento di 0.5 Mio t a 12 Mio t.
 Le scorte finali globali di semi di Soia sono stimate a 79.28 Mio t, inferiori 
rispetto alle stime di Dicembre ma a livelli record rispetto agli anni precedenti.

(In fondo pagina la galleria immagini con i grafici CLAL)

Conserve Italia FoodService si conferma grande protagonista alla 4a edizione di "RHEX– RiminiHorecaExpo". A RiminiFiere dal 23 al 27 gennaio insieme al Sigep. Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef protagonisti di degustazioni e numerosi show cooking.

Bologna, 22 gennaio 2016 –

Conserve Italia FoodService si conferma grande protagonista alla 4a edizione di "RHEX– RiminiHorecaExpo" che dal 23 al 27 gennaio 2016 riunisce a Rimini il mondo della ristorazione professionale nel più completo appuntamento sulle tendenze e i consumi del "fuori casa", e che si svolge in contemporanea alla 37ma edizione di Sigep.
Nell'area espositiva di Conserve Italia (stand C021-Pad. D7) verranno illustrate con degustazioni e show cooking le ultime novità dedicate ai professionisti dell'Horeca, a conferma del suo carattere innovativo e sempre propositivo.
Cirio Alta Cucina, marchio sinonimo del miglior made in Italy alimentare in tutto il mondo e che quest'anno celebra il 160° anniversario della fondazione, partecipa all'appuntamento presentando l'ultima grande novità, Cuor di Pelato.
Dedicata agli amanti del pomodoro lungo per eccellenza, Cuor di Pelato Cirio Alta Cucina è l'esclusiva polpa già pronta, dalla consistenza densa e cremosa, che racchiude tutta la fresca e dolce bontà tipica del vero pomodoro pelato 100% italiano, selezionato e lavorato con estrema cura. Eccellente come il pelato e pratico come la polpa, Cuor di Pelato assicura una resa impeccabile in ogni preparazione ed un notevole risparmio di tempo.
Fiore all'occhiello di Valfrutta Granchef – marca da sempre protagonista della ristorazione e linea top del FoodService Conserve Italia – è la gamma di vegetali Cotti a Vapore, ottenuta attraverso un processo delicato e tecnologicamente avanzato, in grado di preservarne tutto il gusto autentico, il colore naturale ed il profumo intenso. Buoni, genuini e subito pronti senza bisogno di scolarli, i Cotti a Vapore offrono una qualità incomparabile e benefici ineguagliabili per la massima riuscita in cucina. Al Rhex i Cotti a Vapore presentano l'ultima novità della gamma, i Fagioli Red Kidney, dal caratteristico colore rosso intenso, il gusto dolce ed una consistenza tenera e compatta.
I prodotti di Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef saranno utilizzati anche per l'evento Food Factor Cost (Pad. D7) "Il costo del menu: come costruirlo, come comunicarlo, i grandi chef si confrontano", con la partecipazione di stelle di prima grandezza della cucina italiana, organizzato da Rimini Fiera in collaborazione con La Madia Travelfood.
Inoltre la gamma di Cirio Alta Cucina sarà al fianco di NIP food (Sigep - stand 141 – PAD. D3) nell'ambito di numerosi eventi in programma, tra cui il primo World Pizza Contest and Innovative Cuisine, un campionato che nelle giornate del 25 e 26 gennaio vedrà concorrenti pizzaioli provenienti da tutta Italia cimentarsi in vari contest, come Pizza Classica e Gourmet, Pizza Kamut, DietPizza e Pizza Senza Glutine, Vegan Pizza e il Campionato Italiano Nuovi Pizzaioli, anche questo con tematica vegan.

(Fonte: ufficio stampa Conserve Italia)

Mercoledì, 20 Gennaio 2016 08:40

Inarrestabile Parmigiano Reggiano

Momento di pausa per i derivati del latte dopo i lungo periodo di cedimenti che hanno contraddistinto la chiusura del vecchio anno e la riapertura del 2016. Quasi tutti i listini del burro confermati con l'unica eccezione della panna di centrifuga scaligera che cede leggermente.

di Virgilio, Parma 20 gennaio 2016 -

LATTE SPOT Settimana di respiro per il latte spot. Listini veronesi stabili con un leggero recupero per per il latte scremato spot estero che guadagna il 4,55% raggiungendo quota 11,39€/100 litri di latte relativamente al valore minimo pur restando fermo a 12,42€/100 litri il prezzo massimo. Conferme quindi per il latte crudo spot nazionale (31,96-34,02 €/100 litri) e per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (26,81-28,87 €/100 litri latte).

BURRO E PANNA Adeguamenti, peraltro prevedibili, dei listini relativamente allo zangolato contrattato alla borsa parmense rimasta chiusa per tre settimane consecutive. Analogamente all'andamento del latte spot, i listini di burro sono rimasti invariati dopo alcune settimane di cedimenti. Da rilevare una leggera flessione negativa per la panna centrifuga a uso alimentare trattata a Verona

Borsa di Milano 18 gennaio: (=)
BURRO CEE: 2,70€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,85€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,85€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,65€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,38€/Kg.

Borsa Verona 18 gennaio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,37-1,42 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 15 gennaio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 12 gennaio
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25€/kg.

GRANA PADANO Nessuna variazione riscontrata nei listini del Grana Padano.
Nello specifico 6,50 - 6,60€/kg è la quotazione confermata alla borsa milanese relativamente al 9 mesi di stagionatura e 7,25-7,90 per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.
nel complesso si è registrato un incremento di valore del 1% rispetto il mese precedente e del 3,18% rispetto la media del 2015.

PARMIGIANO REGGIANO Prosegue senza sosta la risalita del Parmigiano Reggiano. 7,95 - 8,30 (+1,56%) la nuova quotazione del 12 mesi di stagionatura registrata a Parma e tra 9,15 e 9,50 €/kg (+1,36%) l'intervallo di prezzo all'ingrosso quotato per il 24 mesi. per dare un termine di paragone, il 12 mesi di stagionatura, con una media di 8,13€/kg, ha recuperato il +2,63% sul mese precedente e il +8,15% sull'analogo periodo del 2015.

(in galleria immagini i grafici di CLAL)

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

Nessuna particolare e sensibile variazione riguardo i prezzi delle materie prime nonostante la furiosa tempesta finanziaria. Non vi è traccia di mais a destinazione bioenergetica e il petrolio continua a toccare record storici verso il basso. Addirittura alcuni esperti si spingono a prevedere una caduta del petrolio sino a 10 euro al barile.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 19 gennaio 2016 -
Lunedi mercati chiusi negli Stati Uniti per la giornata dedicata a Martin Luther King. Una pausa che giunge in un momento delicato delle borse internazionali concedendo una respiro di sollievo ai mercati.

Le chiusure di venerdi sera 15/1/2016:
Semi marzo 879,00 (-3,2) maggio 878,60 (-4,2)
Farina marzo 270,70 (-3,5) maggio 273,60 (-3,4) Olio marzo 29,65 (-0,10) maggio 29,86 (-0,10)
Corn marzo 363,20 (+5,2) maggio 367,40 (+4,6)
Grano marzo 473,60 (+5) maggio 478,40 (+4,2) luglio 484,40 (+4) dicembre 506,60 (+4)

Colpisce che la tempesta finanziaria, che sta sconquassando i mercati finanziari di tutto il mondo, incida ben poco sul mondo delle merci, segno che i prezzi sono praticamente al minimo e il confronto tra i prezzi di venerdi scorso con quelli di tre mesi si evince che le differenze sono veramente minime.
Altro discorso riguarda i noli e il cambio. Quindi noli molto più bassi rispetto a tre mesi fa il 14/10 l'indice era di 804 punti e il cambio girava a 1,1409.

Mercato nazionale
Unica nota degna di attenzione è che venerdì nel pomeriggio è partita la rincorsa alle coperture di mais sui mesi da aprile a giugno e qualcuno si è spinto sino a agosto 2016. Le posizioni dei venditori e dei compratori, al momento, sono ancora molto distanti. I primi vorrebbero spendere sui 180/183 euro arrivo i secondi pur non esponendosi vorrebbero tra gli 8 i 10 euro in più. A determinare l'incertezza pesa molto, sul mercato Europeo, il timore della siccità e la "possibile mancanza idrica per il periodo estivo".

Non c'è traccia di Mais per biodigestori.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 373 punti, il petrolio quota circa 28,90 dollari al barile e il cambio gira a 1,08877.

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Cereali, dopo i dati USDA verso la stabilità. Latte e derivati sempre più giù. Accordo MIPAAF e Gruppo Intesa San Paolo per le filiere agroalimentari. Bonifica Emilia Centrale verso il commissariamento? Indagine Ismea sul settore bovino. Montagna e nuove idee per Berceto (PR) ma non solo. Cambio al vertice di confcooperative di Modena.

(allegato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 15 - n° 02 17 gennaio 2016
1.1 editoriale Lo sfregio di Colonia e il rischio d'imbarbarimento
2.1 cereali Cereali, verso la stabilità nonostante le incertezze geopolitiche.
3.1 cereali Cereali, ondata di rialzi a seguito dei dati USDA
4.1 Lattiero Caseario Latte e derivati sempre più giù.
5.1 imprese Conserve Italia, cresce il business nelle marche private
5.2 Contributi Filiere Mipaaf e Gruppo Intesa San Paolo insieme per lo sviluppo dell'agricoltura.
6.1 montagna "Ricchi di boschi poveri" ma tanta creatività
6.2 bonifica Bonifica emilia centrale, verso il commissariamento?
7.1 vino Nuovo record di vino italiano negli USA
7.2 nomine Modena, cambio al vertice di confcooperative
8.1 zootecnia Crisi zootecnica. L'indagine Ismea sulla redditività degli allevamenti.
9.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 2 2016 COP

La deficienza di materiale per il settore bioenergetico potrebbe fungere da scintilla per infiammare alcuni mercati o l'occasione produttiva per alcuni segmenti della mangimistica con riflessi rialzisti su prodotti cosiddetti "poveri".

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 16 gennaio 2016 -
L'effetto USDA sembra essere sfumato. Dopo l'impennata dei prezzi è finalmente sopraggiunta la calma e i primi, per quanto contenuti cali. Il seme è stato supportato dai dati delle importazioni della Cina nel mese di dicembre, 9,12 milioni di tonnellate, portando i dati del 2015 a 81,70 milioni di tonnellate solo per quel paese.
Il mercato è in attesa della mossa attende dei Fondi e soprattutto che rientrino in gioco in modo continuativo. Una situazione Geopolitica sempre più complicata indubbiamente condiziona le scelte dei fondi e gli areali d'investimento.
Da segnalare che i premi relativi alla farina di soya proteica si sono stabilizzati sui 44-45 dollari sia per il 2015 che 2016.

Mercato nazionale
Sul fronte domestico l'unica nota degna di attenzione è il fatto che i produttori e detentori di cereali esteri iniziano a vendere in Italia nonostante i minori prezzi ma la nuova campagna si avvicina e nuovi cereali arriveranno il mercato. Nei primi 4 giorni della settimana ad esempio il mais estero, via camion, ha perso dai 3 ai 5 euro alla tonnellata, il reso Lombardia per febbraio è stato contrattato a 180,00 per tonnellata. Continua, quasi incredibilmente, a tenere il mais riferimento contratto 103, (sino a 20 ppb di afla B1) con valori da 165 a 170 euro partenza. Anche orzo e grano stanno cedendo sulla spinta estera.

Il settore delle bioenergie è letteralmente in crisi causa la mancanza di mais per uso bionergetico ormai stimabile a zero verso fine marzo (si eseguono solo i contratti già stipulati) quindi è in costante aumento la ricerca di amidacei ed energetici per fronteggiare le scarse rese dei trinciati.

Indicatori internazionali (15 Gennaio 2016)
l'Indice dei noli è disceso ancora a 383 punti, il petrolio prosegue la discesa sino a 30,5 $/barile e il cambio gira attorno a 1,08811.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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La produzione di succhi di frutta e bevande, confetture e marmellate, derivati del pomodoro e vegetali per le principali catene distributive si conferma strategica per il grande gruppo conserviero.

Bologna - È un appuntamento irrinunciabile per il gruppo cooperativo Conserve Italia – leader europeo dell'ortofrutta trasformata con 12 stabilimenti, oltre 550.000 tonnellate di prodotti lavorati da più di 3.300 addetti ed un fatturato che supera 1 miliardo di euro – quello che si rinnova in questi giorni con Marca 2016 (BolognaFiere, 13-14 gennaio), il grande Salone internazionale sui prodotti a marca del distributore.

Per la manifestazione fieristica – che coinvolge il mondo industriale e distributivo, con molti eventi B2B tra espositori e buyer anche esteri, ed un ricco programma di workshop, convegni e tavole rotonde – si preannuncia un'edizione da record per la presenza di 21 grandi insegne della Distribuzione Moderna Organizzata (4 in più rispetto all'edizione 2015) e 528 aziende produttrici (+9,8%), su una superficie espositiva di 26 mila mq (+11,5%) per un totale di 3 padiglioni.

Presente fin dalla prima edizione, Conserve Italia si riconferma protagonista della rassegna bolognese con un'area espositiva rinnovata e ampliata (Pad. 25 – Stand B53-C54), dove sarà presente con i suoi prodotti – tutti di fascia alta e garantiti al 100% da un presidio costante e altamente qualificato nell'ambito del Controllo Qualità – realizzati per le principali catene distributive italiane e straniere e che offrono un elevato livello di "servizio" inteso come continuo miglioramento nei processi di selezione delle materie prime, produttivi e logistici derivanti dall'esperienza sviluppata sui marchi industriali del gruppo (Valfrutta, Cirio, Yoga e Derby Blue).

"È ovviamente sui marchi industriali – afferma Andrea Colombo, direttore commerciale retail e private label di Conserve Italia – che si concentrano i principali sforzi di ricerca e sviluppo per creare quell'innovazione di prodotto che in un mercato di 'commodity' possa realmente colpire l'interesse del consumatore; e chiaramente i benefici di tali ricerche ricadono anche sulle marche private per aiutare i distributori a sviluppare prodotti differenzianti e premianti a loro marchio, garantendo un prodotto di filiera più performante rispetto a quello degli altri competitors presenti sul mercato".

Ed è proprio grazie a questo approccio, unito ad un ferreo e costante controllo dei costi, che scaturisce il forte trend positivo registrato da Conserve Italia nel settore delle marche private, che ha permesso quasi di raddoppiare il fatturato nel corso degli ultimi 10 anni.

"Conserve Italia – conclude Colombo – esprime gli interessi della filiera agroalimentare italiana e punta quindi a individuare sempre nuovi mercati di sbocco per le produzioni dei soci. Ed è proprio in questa direzione che va il progetto di sviluppare nuove linee di prodotto 'premium' per i retailers nelle categorie dei derivati del pomodoro, delle confetture e dei succhi di frutta. In generale, la produzione a marchio privato è determinante per Conserve Italia e mantiene un ruolo di primaria importanza sia per l'assorbimento delle materie prime conferite dai soci che per l'ottimizzazione delle linee produttive, ma ancor più per consolidare quel rapporto di partnership che automaticamente si instaura con il distributore e che diventa uno dei fattori chiave per lo sviluppo commerciale dell'azienda".

(Bologna 11 gennaio 2016)

Accordo di collaborazione tra Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Gruppo Bancario che stanzia un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni e individua con il MIPAAF un nuovo pacchetto di strumenti finanziari per le imprese e le filiere produttive agroalimentari.

Roma, 13 gennaio 2016 - L'insieme di iniziative che Intesa Sanpaolo e MIPAAF hanno messo a punto per sostenere crescita, innovazione, internazionalizzazione, formazione e ricambio generazionale potranno generare:
70.000 nuovi posti di lavoro
10 miliardi di potenziali nuovi investimenti
E' stato siglato oggi a Roma un accordo triennale di collaborazione tra il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) e il Gruppo Intesa Sanpaolo a sostegno dell'agricoltura e delle filiere agroalimentari.

L'obiettivo è offrire nuove opportunità di crescita e di impiego lavorativo a un settore strategico per l'economia italiana che – grazie anche al successo di Expo Milano 2015 – può ambire a un ulteriore sviluppo.

Al fine di facilitare l'accesso al credito da parte delle imprese appartenenti al settore agricolo e agroalimentare, Intesa Sanpaolo ha reso disponibile un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni destinato prioritariamente alla realizzazione di:

a. Investimenti per la valorizzazione e lo sviluppo delle filiere produttive italiane anche con l'obiettivo di agevolare processi di internazionalizzazione;
b. Investimenti destinati a favorire il ricambio generazionale nel settore, la digitalizzazione e l'e-commerce;
c. Investimenti per la ricerca, la sperimentazione, l'innovazione tecnologica e la valorizzazione dei prodotti.

Le iniziative messe a punto da Intesa Sanpaolo e MIPAAF potranno potenzialmente generare 70.000 nuovi posti di lavoro e 10 miliardi di nuovi investimenti.
Un primo ambito su cui si concentrerà l'attenzione saranno le imprese della filiera zootecnica e lattiero-casearia.

L'accordo si propone inoltre di facilitare l'utilizzo dei fondi comunitari previsti dai PSR (Piani di Sviluppo Rurale) per il periodo 2014-2020. A tale scopo il Gruppo Intesa Sanpaolo promuoverà una serie di interventi finanziari, consulenziali in collaborazione con i principali interlocutori del territorio, affinché le imprese agricole e agroalimentari possano cogliere opportunità di investimento e accedere più facilmente ai fondi strutturali anche attraverso prodotti finanziari specifici promossi dalla Banca.

(Allegato in pdf il comunicato stampa)

Domenica, 17 Gennaio 2016 09:24

Nuovo record di vino italiano negli USA

Vinitaly International a San Francisco, New York e Miami. Con 1,3 miliardi di dollari di vini esportati nel 2015 (oltre 1,4 miliardi di euro), l'Italia rafforza la sua leadership sul mercato americano. Da questo risultato riparte l'attività di Vininitaly International negli Stati Uniti, nell'ambito del Piano speciale Usa finanziato da Mise e Ice per la promozione dei vini e dei prodotti agroalimentari all'estero. Fitto il programma di Executive Wine Seminars della Vintaly International Academy – VIA, per approfondire la conoscenza del vino italiano nel mercato Usa.

Verona, 13 gennaio 2016 – Trainata da un export che nel 2015 ha visto l'enologia italiana mettere a segno un nuovo record con 5,4 miliardi di euro stimati dei quali 1,4 negli Usa, riparte il 17 gennaio l'attività all'estero di Vinitaly International ( www.vinitalyinternational.com ), con tappe a San Francisco (17-19 gennaio) al Winter Fancy Food, a New York (7-9 febbraio) e a Miami (10 febbraio). Si tornerà a New York a maggio, dopo Canada e Cina a febbraio e marzo, e poi a giugno sarà la volta di Chicago al Fmi Connect (20-23 giugno) e di nuovo di New York con la partecipazione al Summer Fancy Food (26-28 giugno).

La focalizzazione sul mercato statunitense è frutto di una scelta strategica di lungo periodo impostata da Veronafiere, che ha portato Vinitaly International a diventare braccio operativo del Mise – Ministero dello sviluppo economico e Ice – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane nel Piano Speciale Usa per la promozione dei beni di consumo e dei prodotti enoagroalimentari, lanciato nel 2015.

«Il consumo di vino negli Usa continua a crescere - afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -, ma si tratta di un mercato con due facce, come emerso durante i numerosi workshop che gli abbiamo dedicato durante wine2wine, il forum del vino svoltosi nel dicembre scorso: per certi versi è maturo e questo lo vediamo dalla curiosità espressa dai consumatori per vini meno famosi espressione di territori ancora sconosciuti; d'altro canto, però, ci sono Stati dove solo ora si inizia a consumare vino. Con Vinitaly International siamo negli Stati Uniti dal 2002 e continuiamo a potenziare la nostra attività di anno in anno, proprio per aprire sempre nuovi spazi commerciali per le cantine italiane e per attrarre buyer americani a Vinitaly, dove già rappresentano il 15% delle presenze estere».

La prossima attività di Vinitaly International negli Usa prevede la realizzazione di Executive Wine Seminar della Vinitaly International Academy – VIA, tenuti dal direttore scientifico Ian D'Agata.

A San Francisco tre saranno i seminari avanzati su Grignolino, le subzone del Chianti e l'Etna, mentre uno base realizzato in collaborazione con Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sarà dedicato ai vini artigianali. Questi vini saranno disponibili in un wine bar appositamente allestito per la degustazione da parte dei buyer e pubblico.

A New York sarà ancora la volta del Grignolino e dei vini artigianali, ma si parlerà anche di tendenze di consumo di vino nei ristoranti italiani e di come queste potrebbero riproporsi negli Usa.
A Miami, oltre che di Grignolino e di vini artigianali, un terzo Executive Wine Seminar VIA sarà dedicato al Carmignano.

Su www.vinitalyinternational.com/calendar il programma dettagliato delle tappe di Vinitaly International.

Domenica, 17 Gennaio 2016 09:07

Modena, cambio al vertice di Confcooperative

42 anni, è imprenditore agricolo e vicepresidente Cantina Carpi Sorbara. Carlo Piccinini nuovo presidente di Confcooperative Modena. Piccinini succede a Gaetano De Vinco e diventa il nono presidente nella storia di Confcooperative Modena

Modena 15 gennaio 2016 - È l'imprenditore agricolo Carlo Piccinini il nuovo presidente di Confcooperative Modena. 42 anni, laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna, Piccinini è attualmente vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara e presidente regionale di Fedagri (l'organismo che rappresenta le cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative Emilia-Romagna).

Il nuovo presidente è stato eletto oggi dai delegati che hanno partecipato all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, svoltasi a Baggiovara. Piccinini succede a Gaetano De Vinco e diventa il nono presidente nella storia di Confcooperative Modena, che rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro. «Il nostro compito è accompagnare le cooperative dentro l'economia moderna e verso il futuro tutelando il pluralismo imprenditoriale – ha dichiarato Piccinini - Noi cooperatori siamo portatori di un sogno di democrazia economica, di equa ridistribuzione della ricchezza e del valore aggiunto di cui dobbiamo essere consapevoli. In un momento di crisi economica e morale, abbiamo la responsabilità di proporre una nuova visione di società economica in cui le persone siano al centro, mentre i capitali e le organizzazioni economiche sono al servizio di un progetto di costruzione di società più giusta e a misura d'uomo. Faccio un piccolo esempio: basta con gli appalti al massimo ribasso, che penalizzano la dignità dei lavoratori». Il neo presidente di Confcooperative Modena ha sottolineato che la cooperazione non è un centro di potere, collaterale o servile alla politica, tantomeno assimilabile alla massoneria. «Dobbiamo avere più autenticità nelle nostre cooperative, tenendo sempre alta la guardia per evitare che i pochi che non rispettano le regole macchino tutta la cooperazione. In questa prospettiva si inserisce il percorso verso dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, il soggetto unitario costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop. Non sarà una fusione a freddo, ma una nuova rappresentanza in grado – ha concluso Piccinini - di far crescere il peso della cooperazione sana a vantaggio dei cooperatori e, quindi, dell'intero Paese».

Gaetano De Vinco lascia la guida di Confcooperative Modena 
«Spazio a una nuova generazione di cooperatori»
«Intendo favorire l'ingresso di una nuova generazione di cooperatori. Una scelta ispirata alla logica del bene comune e che vuole testimoniare con i fatti quanto scriviamo nei nostri documenti e statuti». Con queste parole il presidente uscente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco ha motivato la sua decisione di lasciare la guida della centrale cooperativa di Palazzo Europa. Eletto la prima volta il 13 dicembre 2003 e riconfermato nel 2008 e 2012, De Vinco è stato presidente per dodici anni: dall'anno della sua ricostituzione (1948), solo Ermanno Gorrieri (15 anni) e Dario Mengozzi (18 anni) hanno guidato Confcooperative Modena per periodi più lunghi. Nella relazione con cui ha aperto il congresso, il presidente uscente ha ricordato che oggi Confcooperative Modena rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro. «Dopo aver reagito alla crisi in modo coerente con la loro natura di imprese di persone, cioè sacrificando gli utili per salvaguardare l'occupazione, – ha sottolineato De Vinco - ora le nostre cooperative sono pronte a fare quello che hanno sempre fatto: creare lavoro per i loro soci e distribuire benessere alle comunità locali». Welfare e sanità per le famiglie, energia per produrre e produzioni per l'energia, cura dell'ambiente e nuovo ruolo sociale per chi lavora i campi, promozione del territorio e nuovi servizi per le aree più marginali. Sono questi, oltre ai settori in cui sono tradizionalmente presenti, gli ambiti che le cooperative modenesi intendono sviluppare per restituire un ruolo all'economia reale, limitare i danni di una finanza invadente, combattere la corruzione e la contraffazione, difendere la legalità «Al centro di queste battaglie ci sono i soci, il cui ruolo va tutelato favorendo una partecipazione autentica e un controllo effettivo della governance delle cooperative. Sono certo – ha concluso De Vinco - che la nuova dirigenza saprà riscattare la reputazione della cooperazione e favorire un nuovo sviluppo imprenditoriale delle cooperative, senza le scorciatoie scelte da qualcuno e che, come abbiamo visto, non hanno portato buoni frutti».

Ismea. Indagine sulla redditività degli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia. In quasi tutte le aziende del campione i prezzi di vendita non riescono a coprire i costi.

Roma - Ancora costi spesso superiori ai prezzi di vendita, con gli aiuti che svolgono un ruolo importante nel sostegno del reddito degli allevatori. È lo scenario che emerge da un'indagine Ismea - CRPA sugli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia, condotta nell'ambito dell'Osservatorio economico della zootecnia da carne finanziato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali e istituito presso l'Ismea.

L'indagine analizza i risultati della rilevazione dei costi e dei ricavi di un campione di 30 aziende specializzate nel segmento del vitellone da ingrasso (razza Piemontese, Garonnese, Charolais, Limousine e incroci) e distribuite in Veneto e Piemonte.

Il costo medio sostenuto dagli allevamenti che hanno partecipato all'indagine - calcolato in riferimento all'esercizio 2014 - è compreso tra il minimo di 253,62 €/100 kg di peso vivo prodotto nel caso del campione di aziende localizzate in Veneto ed il massimo di 263,37 €/100 kg del campione di allevamenti di vitelloni Garonnesi.

Per quanto riguarda il dettaglio delle singole voci di costo, quella relativa all'alimentazione del bestiame appare meno legata alla dimensione dell'allevamento, ma piuttosto dipendente dal livello di efficienza alimentare, espresso dal rapporto tra accrescimento giornaliero e unità foraggiere somministrate. Accanto agli indici che esprimono la produttività raggiunta dall'allevamento in fase di accrescimento, i prezzi di mangimi e concentrati risultano variabili altrettanto rilevanti nel determinare il livello dei costi alimentari.

In quasi tutte le aziende del campione, sottolinea l'Ismea, i prezzi di vendita del bestiame non riescono a coprire tutti i costi.
Per tutti i gruppi, il premio specifico non è stato sufficiente ai fini di un totale recupero del costo dei vitelloni. Solo includendo l'intero ammontare dei pagamenti diretti, comprensivo del pagamento unico disaccoppiato, risulta un utile netto positivo nella misura pari rispettivamente all'1 e al 5% dei costo medio per quanto riguarda le due classi di dimensione in cui sono stati suddivisi gli allevamenti del Nord Est. Negli allevamenti di capi Blonde d'Aquitaine i ricavi della vendita dei capi e le erogazioni PAC hanno consentito invece la copertura di tutti i costi, con margini di profitto ancora negativo per le aziende di più piccole (97%) rispetto a quelle di dimensione più elevata (103%).

(fonte ismea 11 gennaio 2016  - in allegato pdf l'indagine completa)

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