I primi sette mesi della campagna di commercializzazione 2015/16 sono stati caratterizzati dalla rivalutazione delle quotazioni all'origine del mais, dopo un biennio di prezzi in costante flessione. A livello mondiale, infatti, i fondamentali di mercato sono stati caratterizzati nel 2013 e 2014 da raccolti record e scorte in netto aumento; nello scorso anno invece si è registrata una lieve contrazione di entrambe le variabili.

In particolare, il prezzo medio nazionale del mais è sceso a 170,84 euro/t a gennaio 2016, stabile rispetto al mese precedente e in aumento del 15% circa rispetto alla quotazione di 148,57 euro/t di gennaio 2015.

Riguardo alla soia, l'andamento del mercato tra luglio 2015 e gennaio 2016 è risultato più altalenante, pur mantenendo una tendenza flessiva rispetto alla precedente annata. A gennaio 2016 la quotazione si è attestata a 344,96 euro/t, evidenziando un timido aumento su base congiunturale (+ 0,3%), ma rimanendo su livelli più bassi rispetto a gennaio 2015 (-3,5%). Allineato al mercato della materia prima è il prezzo delle farine di soia, sceso a 331,03 euro/t a gennaio 2016 (-1,8% sul mese precedente e -19,3% su gennaio 2015). In effetti, un crollo dei listini della soia si è osservato durante la scorsa estate quando sono cominciate a pervenire indicazioni sui raccolti 2015 che si sono mantenuti sui livelli record del 2014; anche la dinamica dei consumi è risultata in aumento, con volumi che nel 2015 hanno raggiunto quelli dell'offerta.

L'offerta mondiale di mais nel 2015 si è attestata a 969 milioni di tonnellate, segnando un lieve arretramento (-5%), dopo il record del 2014. La dinamica territoriale ha evidenziato una flessione dei raccolti negli USA ed anche nella Ue, Ucraina e Argentina. I consumi di mais, anch'essi in flessione, si sono posizionati su livelli più elevati dell'offerta determinando una lieve contrazione delle scorte. I raccolti di soia nello scorso anno sono rimasti sostanzialmente stabili a 321 milioni di tonnellate, evidenziando un calo degno di nota soltanto in Argentina.

I raccolti nazionali di mais nel 2015 si sono attestati a poco più di 7 milioni di tonnellate (-24% sul 2014), in conseguenza del calo delle superfici, penalizzate dalle quotazioni all'origine della granella poco attraenti, e dei rendimenti ad ettaro. Ad avvantaggiarsi della flessione del mais è stata in gran parte la soia le cui superfici hanno sfiorato i 309 mila ettari anche se l'esito produttivo non è stato altrettanto soddisfacente in ragione della flessione delle rese.
Il dato ancora parziale del 2015, mostra un miglioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di mais e soia, in conseguenza della sensibile contrazione sia dei volumi importati sia dei valori unitari all'import. In particolare, la dinamica tendenziale osservata nei primi undici mesi del 2015 per il mais evidenzia per il periodo gennaio-novembre 2015 una contrazione annua del 23% circa in volume e del 28% in valore. Analogamente, ma con tassi di variazione più marcati, sono risultati in flessione le importazioni nazionali di soia.

Durante gli ultimi mesi dell'attuale campagna di commercializzazione proseguirà verosimilmente senza evidenti tensioni dei prezzi. E' da osservare, invece, per la prossima annata 2016/17 le rilevanze emerse dall'aggiornamento IGC (25 febbraio 2016) che prospetta una crescita dell'1% circa delle superfici mondiali, che si attesterebbero a 180 milioni di ettari circa. La dinamica territoriale evidenzia una forte contrazione degli ettari in Ucraina (+11% a 4,5 milioni di ettari) in conseguenza dei minori investimenti a frumento invernale; in controtendenza l'Argentina dove le superfici dovrebbero raggiungere 5 milioni di ettari (+22%).

Per quanto riguarda l'Italia, inoltre, l'Istat ha recentemente diffuso le "Intenzioni di semina" delle principali colture erbacee nel 2015/16 evidenziando una ulteriore contrazione del 3,9% annuo delle superfici investite a mais e del 3,2% per la soia.

(Fonte ismea - marzo 2016 )

Dopo la passata e la polpa di pomodoro, si amplia la gamma di prodotti BIO. Con la nuova gamma di Fagioli Borlotti, Ceci, Lenticchie e Fagioli Cannellini,
Valfrutta – grande marca nazionale - entra nel settore biologico dei vegetali. Buoni, sani e nutrienti, i prodotti biologici sono alimenti sempre più amati dagli italiani.

La qualità e la sicurezza, i sapori intesi e autentici, la sostenibilità e il rispetto per l'ambiente sono aspetti fondamentali del successo dei prodotti biologici che hanno conquistato e continuano a conquistare il consenso crescente dei consumatori.
Da tempo protagonista di scelte ecosostenibili e impegnata a produrre in piena sintonia con la natura, riducendo l'impatto ambientale, Valfrutta porta sulla tavola degli italiani freschezza, bontà e genuinità con la nuova linea di Legumi BIO italiani garantiti, controllati e certificati.
Valfrutta è la prima marca nazionale che ha esteso la propria offerta nel mercato del biologico, prima con le conserve di pomodoro ed ora con i legumi.

Dopo il lancio della Passata vellutata e della Polpa di pomodoro BIO, la gamma di prodotti BIO Valfrutta – ottenuti senza l'impiego di conservanti, additivi, ogm e coloranti – si amplia ora con una gamma di 4 referenze di legumi biologici rigorosamente italiani, ricchi di proteine e importanti nutrienti per la salute di tutta la famiglia.
I Legumi BIO Valfrutta sono un concentrato di benessere che restituisce al palato il piacere degli antichi sapori semplici e veri, per un'alimentazione sana e bilanciata, senza ingredienti o derivati di origine animale (con certificazione VeganOK).

La linea di Legumi BIO Valfrutta comprende
I FAGIOLI BORLOTTI dal sapore ricco e dalla consistenza corposa; da sempre considerati la "carne dei poveri", sono un alimento equilibrato, particolarmente ricco di proteine
I CECI ottimi per preparare piatti bilanciati, dal sapore rustico, ma molto efficace, con un elevato apporto nutrizionale
I FAGIOLI CANNELLINI dalla consistenza tenera e dal sapore delicato, sono un alimento sano, ricco di fibre e proteine
LE LENTICCHIE dal sapore pieno ed intenso sono fonte di fibre e proteine, con un basso contenuto di grassi e zuccheri.

Tutti i prodotti della gamma Legumi BIO Valfrutta sono nel formato da 400 grammi e in confezione cluster 2x400 grammi al prezzo di vendita di 2,79 euro cadauna.
Valfrutta BIO è quindi una scelta consapevole e di valore per dare al consumatore la possibilità di assaporare tutta la naturalità e la freschezza di prodotti coltivati nel rispetto dell'ambiente.
Una scelta che rafforza ulteriormente, anche in questo caso, i valori di marca improntati ad un'etica green dal campo fino allo scaffale, alla naturalità, semplicità, sicurezza e genuinità. Perché nella mission di Valfrutta c'è da sempre il rispetto dell'ambiente, dei suoi frutti e delle persone che lavorano, come sottolinea il noto pay off storico "La Natura di Prima Mano".

E il rispetto dell'ambiente per Valfrutta si traduce anche nell'utilizzo di carta riciclata al 100% per le etichette e il cluster dei prodotti.

(galleria immagini in fondo pagina)

 

Torna l'incubo della "mucca pazza" in Europa o è solo un caso isolato? Perché la BSE dopo un lungo tempo dall'ultima segnalazione è stata scoperta in una mucca, in particolare, in un animale da macello nelle Ardenne.

Tuttavia, le autorità sanitarie avrebbero già chiarito che non ci dovrebbe essere alcun rischio per i consumatori.

Si tratta della prima volta dal 2004 che un caso di BSE (encefalopatia spongiforme bovina) non veniva registrato ufficialmente in un bovino in Francia. L'animale proveniente dal circondario delle Ardenne non presentava segni di malattia clinica, come ha comunicato il Ministero dell'Agricoltura  martedì 22 marzo.

Il quadrupede sarebbe morto a metà di marzo nell'azienda agricola ed il 17 marzo ha subito un test rapido. Dal momento che questo era stato positivo, le autorità hanno immediatamente effettuato le verifiche opportune. La conferma della o non presenza della BSE dovrebbe avvenire negli otto-dieci giorni. Un campione è stato inviato in Gran Bretagna dove sarà analizzato dal laboratorio di riferimento in Europa su questa malattia. In attesa, come misura preventiva, all'allevatore è stata notificata un'ordinanza prefettizia con cui si comunica che la mandria composta da 400 animali è stata posta "sotto sorveglianza" vietando la circolazione degli animali in questione di fuori dell'azienda.

La BSE (in inglese Bovine Spongiform Encephalopathy), o encefalopatia spongiforme bovina è una malattia neurologica cronica, degenerativa e irreversibile che colpisce i bovini causata da un prione, una proteina patogena conosciuta anche come "agente infettivo non convenzionale".Il morbo è diventato noto all'opinione pubblica come morbo della mucca pazza (in inglese MCD, mad cow disease). La BSE fa parte di un gruppo di malattie denominate encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE) che colpiscono diverse specie animali, compreso l'uomo. L'infezione da animale ad animale è ritenuta improbabile. Per motivi precauzionali la BSE atipica è stata trattata come se fosse la versione classica e prese appropriate misure in applicazione della normativa dell'UE che prescrive queste procedure precauzionali. In generale, nel contesto della protezione dei consumatori nella macellazione di bovini vengono rimossi materiali a rischio come il cervello e il midollo spinale che vengono distrutti professionalmente. Negli ultimi otto anni a tutti gli animali macellati inoltre vengono eseguiti i test rapidi per la BSE. L'epidemia è stato rilevata per la prima volta in Gran Bretagna nel 1986. Causa principale della trasmissione della BSE classica è, secondo lo stato attuale delle conoscenze, l'alimentazione di carne contaminata ed ossa.

In Francia, l'infezione potrebbe essere dovuto al sostituto del latte secondo il Ministero. Siccome ci muoviamo in una dimensione europea quando si tratta di alimentazione ed in particolare del commercio di carni, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è necessario che le autorità europee monitorino attentamente in casi del genere l'evolversi della situazione, mentre alle autorità sanitarie italiane spetta il difficile compito di verificare puntualmente che lo stock di carne da cui proviene il bovino contagiato non venga commercializzato anche nel Nostro Paese, ciò anche a tutela e protezione dei consumatori e per non destare facili allarmismi.
(22 marzo 2016)

Una improvvisa volatilità dei prezzi ha segnato le ore prima di Pasqua. ma per comprendere se questa sarà la tendenza, occorre aspettare il martedì 29 e poi l'USDA del 31/3.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 25 marzo 2016 -
Nonostante i fondamentali siano rimasti immutati, il mercato sale con forza.
Questa improvvisa volatilità al rialzo era stato avvertito nei giorni precedenti ma in chiusura di settimana si è maggiormente intensificato senza alcuna apparente giustificazione. Forse è da imputare a qualche illazione sulle prossime stime Usda del 31/3 relative alle intenzioni di semina.

A riprova ecco le chiusure del c.b.o.t.:
Semi : maggio 910,40 (+5,2) luglio 917,60 (+5,4)
Farina : maggio 275,30 (+4,4) luglio 277,80 (+4,2)
Corn : maggio 370,00 (+1,4) luglio 374,40 (+1,2)
Grano : maggio 463,00 (+0,25) luglio 470,60 (-0,25)

Prezzi in sensibile aumento ma per comprendere se questa sarà la tendenza, occorre aspettare il martedì 29 e poi l'USDA del 31/3.

Il mercato delle bioenergie annaspa ancora alla ricerca di amidacei a buon prezzo. Pastoni di mais a 90 euro alla tonnellata e trinciati a 36/38 euro alla tonnellata.

Indicatori internazionali


l'Indice dei noli è salito ancora a 401 punti, il petrolio ruota sui 40$ e il cambio a 1,1159.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Pomodoro protagonista nel made in Italy. Nel 2015 export record per 1,5 miliardi di euro. Valori in costante crescita da 5 anni.

La filiera italiana del pomodoro da industria - nonostante la forte competizione internazionale e le tensioni sul fronte interno - si conferma componente molto importante del made in Italy. A dimostrarlo è un'analisi del commercio estero italiano dei derivati del pomodoro a cura dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia, l'organizzazione interprofessionale che raggruppa i soggetti economici della filiera del pomodoro prodotto e trasformato nel Nord Italia.

"Il nostro studio elaborato su dati Istat relativi al 2015 – dichiara l'OI, al termine dell'ultimo comitato di coordinamento – dimostra non solo che l'Italia riesce a soddisfare largamente e da tempo la domanda nazionale di derivati del pomodoro, ma registra anche una crescita costante, evidente dal 2011 ad oggi, dei valori dell'export e del saldo commerciale. Non a caso proprio con le conserve di pomodoro e i pelati del 2015 le vendite sui mercati esteri hanno raggiunto il livello record di 1 miliardo e 536 milioni di euro, a fronte di importazioni che equivalgono a circa un decimo, ossia solo 157 milioni di euro. Il dato trova conferma, ovviamente, nell'analisi delle quantità visto che le esportazioni di conserve di pomodoro e pelati nel 2015 sono state pari a 1.883 migliaia di tonnellate a fronte di importazioni per 180mila tonnellate, anche in questo caso meno di un decimo delle esportazioni. Delle importazioni – aggiunge l'OI – la Cina ha rappresentato meno del 40%, ossia solo 67mila tonnellate, una quota davvero ridotta. L'OI, peraltro, ha sempre sostenuto la necessità di comunicare con chiarezza ai consumatori l'origine della materia prima. Questi dati sono la dimostrazione di un settore del pomodoro da industria italiano che, nonostante la forte e crescente competizione che si registra sui mercati internazionali, soprattutto da parte della Spagna, dimostra di essere ancora protagonista sui mercati mondiali. Il nostro Paese resta pur sempre il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria".

Pomodoro export-15

Non riesce a decollare il mercato dei cereali e nemmeno riesce semplice comprendere le tendenze a lungo periodo ma nemmeno nel breve. Consumi sempre ridotti e cruscami sempre alle stelle.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 24 marzo 2016 -
Veramente poco da segnalare, se non che a inizio settimana sembrava che i mercati decollassero, complici i fondi di investimento, mentre poi è virato al segno negativo diffuso sulla maggior parte dei prodotti.

Il mercato sembra non trovare una via precisa, e le giustificazioni correnti circa i dati che diffonderà l'Usda del 31/3 sulle intenzioni di semina, lasciano a desiderare.
l'Indice dei noli nel frattempo è salito a 398 punti, il petrolio a 41,03 dollari al barile e il cambio gira a 1,1194 quindi si è ridimensionato dopo le scintile  dei giorni scorsi seppure sia ancora a valori stellari.

Gli unici sussulti, sul mercato interno, giungono dai cruscami di grano che hanno raggiunto prezzi considerevoli, 150/160 euro, e dai cereali più tenuti specie il mais. Il prezzo del mais è calmierato dal mais al porto, mentre sospinto vero l'alto dalla carenza di arrivi via camion dall'estero.
Il mercato delle bioenergie annaspa alla ricerca di amidacei a buon prezzo ma solo pochi sanno districarsi nel mercato sempre più asfittico, si cerca mais avariato per l'Europa.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è salito ancora a 398 punti, il petrolio ha ruota sui 41,03$ e il cambio a 1,1194.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop che vanta la più elevata produzione in montagna: buoni riscontri economici e di adesioni al "Progetto Qualita'" Del Consorzio.

Reggio Emilia, 24 marzo 2016

Si sta facendo strada tra i caseifici di montagna - ma anche in termini di riscontri commerciali ed economici - il nuovo "Progetto qualità" messo a punto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e dedicato in modo specifico al formaggio prodotto nelle aree appenniniche di montagna.
In queste aree si concentra una produzione che si attesta oltre le 700.000 forme su un totale di 3.300.000, ed è una cifra che evidenzia che il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop che vanta la più elevata produzione in montagna, per un valore al consumo superiore ai 380 milioni di euro e 3,5 milioni di quintali di latte destinati alla trasformazione.
"Proprio grazie a questi valori - sottolinea il direttore dell'Ente di tutela, Riccardo Deserti - le zone appenniniche delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte del bolognese hanno mantenuto un sistema agroalimentare dinamico e in grado di garantire reddito a 1.200 allevatori e attività a 102 caseifici che assicurano migliaia di posti di lavoro in aree tra le più svantaggiate proprio in termini di economia e occupazione". "Questo sistema, tuttavia, sopporta condizioni di fragilità e costi produttivi superiori, che mettono a rischio la filiera di montagna al confronto della nuova concorrenza globale".
"Proprio per assicurare possibilità di tenuta e di ulteriore sviluppo a questo sistema - spiega Deserti - dopo aver ottenuto dalla UE (regolamento comunitario 1151) la possibilità di utilizzare la denominazione "prodotto di montagna", il Consorzio ha definito lo scorso anno "Progetto qualità", che mira a selezionare le migliori forme di Parmigiano Reggiano prodotte dai caseifici certificati e proporle al consumatore puntando ad ottenere un riscontro di valore e, quindi, di reddito, andando così a colmare quel gap sui costi che oggi è a svantaggio di questa produzione".
"Il Progetto - prosegue il direttore del Consorzio - ha assunto una rilevanza ulteriore dopo la liberalizzazione delle quote comunitarie e la crisi del latte sia a livello nazionale che internazionale, che espone proprio le produzioni di montagna al rischio di essere "spazzate via" da una concorrenza che, sui prodotti generici, è sicuramente avvantaggiata da costi di produzione decisamente più contenuti".
La risposta dei caseifici non si è fatta attendere. A marzo 2016 hanno aderito al "Progetto qualità" varato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per il prodotto di montagna già 14 caseifici, e ben 100.000 forme di "prodotto di montagna" sono già state prodotte nel 2015 e saranno disponibili per la commercializzazione e stagionate almeno 24 mesi nel 2017.
"Un risultato - sottolinea Deserti - decisamente importante, anche perchè l'adesione al progetto comporta importanti impegni da parte dei produttori, che si traducono proprio in quel valore aggiunto che viene assicurato ai consumatori e che può generare una maggiore redditività al prodotto di montagna".
Per ottenere la certificazione il latte trasformato deve provenire esclusivamente dagli allevamenti della montagna, le bovine debbono essere alimentate prevalentemente con erba e fieno (vale anche qui il divieto assoluto dell'uso di insilati e additivi) che per oltre il 60% debbono avere un'origine locale (la parte rimanente può comunque essere acquisita esclusivamente in altre aree del comprensorio del Parmigiano Reggiano), e al ventiquattresimo mese di stagionatura (cioè un anno dopo la prima espertizzazione con la quale si classifica ufficialmente il prodotto come "Parmigiano Reggiano") il formaggio è oggetto di una ulteriore selezione qualitativa che include anche un panel di assaggio che ne verifica l'identità sensoriale".
"L'adesione dei caseifici - sottolinea Deserti - è un chiaro indice della volontà di investire su questa differenziazione e valorizzazione, rispetto alla quale vi sono anche i primi riscontri commerciali ed economici. Alcune primarie catene distributive hanno già manifestato un interesso specifico per la vendita di questa produzione certificata di montagna, e il prodotto che già rientra nel percorso di certificazione del "Progetto qualità" del Consorzio nell'ultimo mese ha ricevuto un riconoscimento di 40 centesimi in più al kg rispetto alle quotazioni ordinarie, apportando un incremento di circa 3 centesimi in più sul valore di un quintale di latte".
"Si tratta - conclude Deserti - di una spinta in più sul reddito dei produttori che già indistintamente si sono visti riconoscere un nuovo valore dall'attribuzione delle quote latte da destinare a Parmigiano Reggiano dopo la cessazione del regime e che ora, in queste aree svantaggiate, possono avvalersi di una nuova opportunità rispetto ai problemi che scontano coloro che mantengono viva tanta parte dell'economia dell'Appennino tra Parma e Bologna".
Sul sito www.parmigianoreggiano.it  è presente la pagina Progetto Qualità - Prodotto di Montagna, in cui vengono fornite le informazioni sul progetto e l'elenco aggiornato dei caseifici certificati.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Mercoledì, 23 Marzo 2016 08:31

Latte sempre più in rosso.

Continua il crollo del valore del latte spot. Si arresta la caduta del burro ma il Grana Padano cede 5 centesimi, forse di riflesso al problema aflatossine. Si arresta la risalita del "parmigiano".

di Virgilio Parma 23 marzo 2016

LATTE SPOT Ormai la strada della crisi del latte non ha ritorno salvo qualche intervento d'emergenza che venga messo a disposizione degli allevatori. L'ipotesi di un nuovo piano di battimento, si racconta di circa 3.500 euro per animale abbattuto, potrà mettere in sicurezza qualche azienda che avrà l'opportunità di "pensionarsi" con il minor danno ma non sarà certo la miglior soluzione per il settore lattiero nazionale già di per sé deficitario del prezioso prodotto alimentare. Ancora una settimana di passione si deve registrare per il latte spot. Nello specifico il latte crudo spot nazionale cede il 5,46% atterrando, nella settimana che precede la Pasqua tra 25,26 e 27,32 €/100 litri di latte. Non è di molto inferiore il cedimento dell'intero pastorizzato estero che scende sotto i 23 € (tra 22,68 e 23,71€/100 litri latte) lasciando sul campo il 4,26%.

BURRO E PANNA Settimana di tregua per il burro che vede confermati tutti i listini milanesi. unica eccezione il calo, peraltro prevedibile dello zangolato parmense (0,85€/kg). I listini delle creme a uso alimentare hanno registrato la tenuta della milanese e il cedimento della panna alla borsa di Verona.

Borsa di Milano 21 marzo: (=)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)

Borsa Verona 21 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,12-1,17 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 18 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 22 marzo 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.

GRANA PADANO Parrebbe finito il periodo di stasi dei listini del Grana Padano. Un cedimento di 5 centesimi alla borsa di Milano, forse da mettere in relazione all'emersione del problema "Aflatossine", che certamente non farà bene a tutto il comparto caseario. In particolare  il 9 mesi di stagionatura si colloca tra 6,45 e 6,55€/kg mentre il 15 mesi e oltre tra 7,20 e 7,85 €/Kg.

PARMIGIANO REGGIANO Non arretra ma si arresta il prezzo del Parmigiano Reggiano. Dopo la lunga e poderosa cavalcata, avviata lo scorso ottobre, alla borsa di Parma i listini non hanno subito variazioni rispetto l'ottava precedente, nonostante una buona vivacità del mercato. Nello specifico il 12 mesi è stato confermato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg

 

(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

 

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Trivellazioni offshore, per non decidere nulla. Cereali, le stime cocereal. latte segna una tregua ma derivati sempre più giù. Bonifica Emilia centrale, arriva il commissario. Alai, lascia il consorzio in anticipo. Salute, allerta latte dalla Romania. TTIP e Parmesan. Crisi Suinicoltura. Mais e Soia, USDA rivede al basso gli stock. Ismea, scendono i prezzi agricoli.

SOMMARIO Anno 15 - n° 11 20 marzo 2016 (Scaricabile in pdf da allegati)

1.1 editoriale Trivellazioni offshore. Un referendum per non decidere nulla.
3.1 cereali Cereali. Le stime del cocereal
4.1 Lattiero Caseario Latte in tregua ma derivati sempre più giù
5.1 bonifica RE Bonifica Emilia Centrale: Commissario è occasione di chiarezza
5.2 aflatossine Aflatossine Latte, Fava: convocato il Tavolo a Mantova il 23 marzo
6.1 CFPR - nomine Parmigiano Reggiano. Alai lascia la presidenza del consorzio.,
6.2 salute alert Allerta Ministero Salute per latte da Romania.
7.1 TTIP Parmesan USA, i consumatori ingannati dal "parmesan"
7.2 Suini e crisi Crisi carne suina. Prezzo all'origine sceso del 20% al di sotto del costo di produzione..
8.1 vinitaly Vinitaly, 50 anni di storia italiana
10.1 mais e soia Mais e Soia: marzo 2016 - USDA rivede al ribasso le scorte del Brasile
11.1 agromercati Ismea, nuovo affondo dei prezzi agricoli a febbraio
12.1 promozioni "vino" e partners

Agrinsieme Reggio Emilia: massima collaborazione, si arrivi alle prossime elezioni con garanzia di piena legalità e correttezza.

Reggio Emilia 18 marzo 2016 - "Ci auguriamo che siano ristabilite condizioni di chiarezza all'interno e intorno ad un Ente che in queste settimane è stato segnato da tensioni e da prese di posizione che in modo manifesto rivelano intolleranza rispetto alle regole della democrazia".

E' il commento di Agrinsieme Reggio Emilia (il coordinamento costituito da Cia, Confagricoltura, Copagri, Confcooperative e Legacoop) a fronte della nomina del Commissario da parte della Regione Emilia-Romagna per il Consorzio di bonifica Emilia Centrale. Si tratta di un funzionario della Regione (Franco Zambelli) di elevata professionalità ed esperto del settore, che potrà garantire la piena funzionalità del consorzio, con il contributo della Consulta, sempre nominata dalla Regione, in rappresentanza dei consorziati. Auguriamo quindi buon lavoro ad Antonio Senza, Daniele Elefanti, Alberto Lasagni, Tiziano Pattacini, Anna Maria Campeol, Stefano Cavatorti, Nerino Gallerani. "La piena funzionalità è la nostra prima preoccupazione nei confronti delle migliaia di consorziati", ribadisce Agrinsieme "da parte nostra infatti erano stati indicati, a differenza della controparte, i nominativi dei rappresentanti nella Consulta come richiesto dalla Regione: ancora un esempio di disponibilità a collaborare e non a pretendere".

"L'affidamento a Vito Zincani – aggiunge Agrinsieme -, già Capo della Procura della Repubblica di Modena, del compito di far chiarezza sul risultato elettorale scaturito dalle urne chiuse lo scorso 13 dicembre, ci appare significativo della gravità di quanto alcuni nostri rappresentanti avevano fin dall'inizio denunciato con il primo ricorso. Questa ulteriore verifica ci auguriamo rappresenti l'occasione di far uscire la verità rispetto alle irregolarità riscontrate nel voto e metta in chiaro le responsabilità dei comportamenti non corretti".

"Rispetto alle provocazioni tentate nei giorni scorsi da chi si è autonominato rappresentante di una parte del mondo agricolo e che protrae senza soluzione di continuità a sua volta un regime di commissariamento di un'organizzazione in cui la democrazia interna è stata sospesa, evidentemente in favore di interessi estranei rispetto ai suoi associati, teniamo ad affermare che da parte nostra non c'è alcuna paura della verità, dato che proprio nostri esponenti hanno presentato i primi reclami, non abbiamo cercato di chiudere la partita con accordi sottobanco, non abbiamo cercato di portare dalla nostra eletti della lista concorrente, non temiamo i ricorsi alla magistratura, che non sono necessariamente un'esclusiva di una parte".

"Lascia perplessi – aggiunge Agrinsieme – che di fronte a centinaia di casi di irregolarità emerse nei controlli di un organismo che non era di parte ed in cui la nostra controparte era rappresentata ai massimi livelli, questa chiuda gli occhi e parli di meri errori materiali, dimostrando uno strano senso della legalità e della correttezza. A maggior ragione quindi, è bene che la giustizia faccia il suo corso".
"Nell'augurare buon lavoro ai nominati nel Consorzio – conclude Agrinsieme Reggio – ci aspettiamo che si arrivi a nuove elezioni con le massime garanzie di piena legalità e correttezza".
(Fonte Agrinsieme Reggio Emilia)

L'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, convocherà a Mantova il Tavolo latte per affrontare tre temi: il ritiro del prodotto alla stalla, la gestione dell'emergenza aflatossine e le misure del Programma di sviluppo rurale (Psr) destinate all'agroindustria.

Milano 18 marzo 2016 (Lnews - Milano)
"Ho invitato a partecipare le organizzazioni sindacali di rappresentanza, il mondo cooperativo, Assolatte e l'Aop Latte Italia per affrontare tre questioni che ritengo essere molto urgenti - ha annunciato Fava -. Non affronterò, però, il tema del prezzo, che è su un tavolo nazionale al ministero delle Politiche agricole, con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi".

Ad impensierire l'assessore lombardo è l'incognita del ritiro del latte nelle stalle. "Una preoccupazione - afferma Fava - condivisa col collega del Veneto, Giuseppe Pan, perché è molto forte il timore che nei prossimi giorni a molti allevatori venga sospeso il ritiro di latte; per questo ho deciso di riunire tutti gli operatori per capire se ci sono rischi concreti in questo senso e come si possono affrontare".

Altro tema che sarà affrontato è quello delle aflatossine."Regione Lombardia ha predisposto un piano di controllo straordinario, per garantire la stragrande maggioranza dei produttori corretti e allo stesso tempo i consumatori. Al Tavolo illustrerò agli addetti ai lavori tutte le azioni che verranno messe in campo". In agenda anche le misure per l'agroindustria nell'ambito del Psr. "Ricevo da più parti sollecitazioni per l'apertura dei bandi relativi alle misure per l'agroindustria nel comparto lattiero caseario - ricorda Fava - e al Tavolo ripeterò quanto già affermato in passato e cioè che non intendo, durante la mia gestione, concedere soldi pubblici a soggetti che poi lavorano latte straniero".

Al tavolo l'assessore Fava spiegherà con quali modalità intenderà aprire le misure e la tempistica, "che potrebbe essere molto rapida come potrebbe non esserlo altrettanto, a seconda delle risposte che avrò dal mondo dell'industria".
(Lombardia Notizie)

Domenica, 20 Marzo 2016 09:45

USA, i consumatori ingannati dal "parmesan"

De Castro: la loro tutela in ambito TTIP è interesse comune in Europa e Stati Uniti. Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato oggi nella sede del Parlamento Europeo.

Reggio Emilia, 15 marzo 2016 - "Questa ricerca non lascia dubbi: oltre i due terzi dei consumatori americani sono indotti in inganno, ed è proprio sul comune terreno della tutela del consumatore che è allora necessario si orientino gli impegni delle delegazioni europea e statunitense in ambito TTIP, perché se sul versante produttivo si possono scontare interessi diversi e contrapposti, la difesa del consumatore, invece, è sicuramente un oggetto di lavoro comune".

Paolo De Castro, parlamentare europeo e relatore per il TTIP (il negoziato aperto tra Usa e UE che trova nella tutela delle Dop uno dei temi più scottanti) al Parlamento Europeo, si è espresso così a Bruxelles nell'ambito della presentazione della ricerca (curata da Aicod) dalla quale emerge con chiarezza che per la stragrande maggioranza dei consumatori americani il "parmesan"caratterizzato nelle confezioni da elementi di "italian sounding" è di sicura provenienza italiana, anche quando, in realtà, non ha nulla a che vedere né con il nostro Paese né con il vero Parmigiano Reggiano.

Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato oggi nella sede del Parlamento Europeo, parlando di un fenomeno che interessa 100.000 tonnellate di prodotto americano (piùdi 10 volte il volume delle importazioni di Parmigiano Reggiano originale dall'Italia) e costituisce –ha detto il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti –"un pesante pregiudizio rispetto all'aumento delle esportazioni ed un intollerabile inganno a carico di consumatori che, al contrario, stanno sensibilmente aumentando la richiesta di prodotti originali e di alta qualità". Oltre 130 tra parlamentari europei, esponenti del mondo delle Dop e rappresentanti Usa hanno partecipato al confronto, dal quale è emerso un fronte compatto del sistema europeo delle indicazioni geografiche a sostegno della proposta lanciata dal Consorzio finalizzata ad un maggiore coinvolgimento dei consumatori nel dibattito sugli accordi TTIP.

Esplicito, al proposito, Paolo De Castro: "con un saldo attivo di 6 miliardi di euro nell'agroalimentare, l'Europa ha interessi rilevantissimi, e proprio per questo va rilanciata un'azione autorevole nell'ambito dei negoziati con gli Usa, per realizzare un'alleanza fondamentale con i consumatori americani, ai quali l'accordo deve offrire garanzie e informazioni corrette sui prodotti per evitare gli inganni di cui sono oggi vittime".
"Proprio il portare l'attenzione sui consumatori –ha aggiunto De Castro –rappresenta un terreno di dialogo di reciproco interesse sul quale realizzare un accordo che ci consenta di compiere un passo in avanti importante sul rispetto e sulla tutela delle Indicazioni Geografiche, perché senza questo risultato centrale è evidente, come più volte ha ricordato la Commissaria Cecilia Malstrom, che non sarà possibile alcuna intesa".

Nella sede del Parlamento Europeo, tra l'altro, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ha ricordato che già il formaggio made in Usa e denominato "parmesan" è considerato "italiano"dal 38% dei consumatori americani. "La situazione –ha puntualizzato Deserti –si aggrava poi decisamente quando le confezioni sono caratterizzate da elementi di "italian sounding"(ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane): in tal caso, infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
(Fonte CFPR)

Agrinsieme denuncia una situazione diventata insostenibile nel disinteresse generale. Alla stalla negli ultimi cinque mesi i listini sono in caduta libera.

Reggioe Emilia - I ripetuti ribassi registrati nella CUN (Commissiona Unica Nazionale che rileva i prezzi) di queste ultime settimane hanno portato il prezzo della carne suina ben al di sotto dei costi di produzione, nonostante la consistente diminuzione del patrimonio suinicolo nazionale di questi anni. Nella nostra provincia si registrano attualmente 500 allevamenti e 280 mila capi, quando pochi decenni fa si superavano i 700 mila capi.

Negli ultimi 5 mesi la flessione media è stata intorno al 20% sia per le scrofe che per i suini da macello. Questa caduta delle quotazioni sta inesorabilmente sottraendo gli ultimi barlumi di vitalità a un comparto già da tempo provato. La denuncia è di Agrinsieme -il coordinamento che raggruppa Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari-. Il lavoro, la professionalità, l'esperienza, gli investimenti e soprattutto la passione di una vita stanno andando in fumo.

Il comparto suinicolo -sottolinea Agrinsieme- è al collasso: soffre la mancanza di un programma strategico di rilancio della filiera e una forte concorrenza internazionale aggravata dall'embargo e dalle barriere doganali imposte da molti Paesi. Il protrarsi dell'embargo russo, per esempio, ha effettivamente stravolto il sistema suinicolo, non solo nazionale. Anche le misure di stoccaggio privato delle carni varate dalla Ue per sostenere il settore sono risultate inefficaci a fronte di una crisi strutturale del sistema. Inoltre si deve considerare che si prefigurano pesanti ripercussioni negative nella prossima primavera, quando i quantitativi stoccati dovranno essere reimmessi sul mercato.
Questa emergenza -secondo Agrinsieme- deve essere nuovamente posta con forza all'attenzione del Governo, coinvolgendo il Mipaaf, il Mise e il Ministero della Salute, per quanto di competenza.

"E' fondamentale definire con le amministrazioni e la filiera un Piano di supporto al settore -sostiene il coordinatore provinciale di Agrinsieme, Antenore Cervi- che attivi azioni concrete e tempestive per la valorizzazione della carne di maiale e dei prodotti trasformati, la promozione della nostra salumeria a denominazione di origine sul mercato internazionale, il supporto al credito, la riduzione della pressione fiscale. Insomma, serve un piano strategico, ma anche misure immediate di sostegno: nessuna strategia può nascere sui cocci del sistema degli allevamenti".

 

Evoluzione dei prezzi all'origine dei suini

 

                                                Set 2015        Feb 2016         Diff. %

Scrofe €/Kg                            0,55                 0,43                 -21,8%

Suini da macello €/Kg            1,46                 1,2                   -17,8%

 

                                                                                                                                                           



(evoluzione prezzi all'origine: vedo galleria immagini)

(uff. Stampa Cia Reggio Emilia)

Domenica, 20 Marzo 2016 09:00

Vinitaly, 50 anni di storia italiana

Dal 1967, cinquant'anni di storia del vino italiano. Da Binitaly la "RoadMap" per il futuro del vino. La 50a edizione del salone internazionale di Veronafiere dedicato ai vini e ai distillati (10-13 aprile) è stata illustrata questa mattina a Roma, insieme alle 42 aziende che hanno partecipato a tutti i 50 Vinitaly. Presenti Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, Maurizio Martina, ministro alle Politiche agricole, Domenico Zonin, presidente dell'Unione Italiana Vini, Sandro Boscaini, presidente di Federvini, Giovanni Sacchi, direttore coordinamento Promozione Made In Italy ICE-Agenzia e Flavio Tosi, sindaco di Verona.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella inaugurerà la 50^ edizione domenica 10 aprile. Il Premier Matteo Renzi in visita lunedì 11.

Roma, 16 marzo 2016 – Cinquant'anni ed è già nel futuro. Oltre al record storico con più di 4.100 espositori e oltre 100mila metri quadrati espositivi netti – numeri che ne fanno la prima fiera mondiale sul settore vitivinicolo – Vinitaly lancia oggi da Roma, in occasione della presentazione della 50a edizione (Verona, 10 al 13 aprile), la "road map" per affermare la propria leadership anche nei prossimi decenni.

Nel 2015 l'export vinicolo italiano ha superato i 5,4 miliardi di euro, in crescita del 5,4% sul 2014. Si tratta di un nuovo traguardo per il comparto, da mantenere e consolidare in vista dell'obiettivo dei 7,5 miliardi di euro di esportazioni nel 2020, come indicato dal Premier Renzi in occasione di Vinitaly 2014. «Per raggiungere questo risultato,– ha spiegato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –, è necessario che tutti gli attori agiscano in una logica di rete. La stessa che Veronafiere ha costruito negli anni a servizio del business internazionale e che ha portato il Governo italiano a riconoscere in Vinitaly una piattaforma b2b strategica per il comparto vinicolo nazionale, attraverso il suo inserimento nel Piano di promozione straordinaria del made in Italy». Giunto alla cinquantesima edizione, Vinitaly rappresenta infatti un evento che si è affermato come uno dei brand fieristici più conosciuti a livello internazionale e racconta 50 anni di storia dell'Italia, che proprio attraverso il vino ha saputo farsi conoscere e apprezzare nel mondo.

«Per questo è un grande onore ricevere quest'anno la visita del presidente della Repubblica Mattarella, all'inaugurazione ufficiale della manifestazione, e altrettanto gradita ed importante sarà quella del presidente del Consiglio Renzi nei giorni della rassegna – ha continuato il Danese – . Siamo consci della nostra grande responsabilità e per questo siamo già impegnati a costruire i prossimi 50 anni a partire da oggi».

Un impegno che inizia già da questa edizione di Vinitaly, con molte importanti novità: dalla netta divisione tra attività b2b e iniziative b2c, all'accelerazione sull'internazionalizzazione dei visitatori esteri, al miglioramento di infrastrutture e servizi in quartiere per migliorarne la fruibilità da parte di aziende e operatori.
«Per il 2016 Veronafiere ha investito 8 milioni di euro per aumentare il già alto tasso di internazionalità di Vinitaly – ha spiegato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, con 55mila operatori stranieri da 141 nazioni presenti nel 2015, pari al 37% del totale. Quest'anno avremo 1.000 buyer selezionati in più dall'estero, grazie al potenziamento dell'incoming, in particolare da Paesi target quali Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Polonia, Usa e Canada, Russia, Giappone e Cina. Un'attività che ci vede collaborare attraverso azioni congiunte con i ministeri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico e con ICE-Agenzia. Sarà una edizione di Vinitaly 3.0 anche grazie alla attività che farà il Mipaaf e che prevede la presenza anche di Jack Ma di Alibaba.»

Alla conferenza stampa di presentazione a Roma, è intervenuto il Maurizio Martina, ministro alle Politiche agricole: «Sono contento di poter vivere il 50° di Vinitaly – ha detto –. Dobbiamo riconoscere che questa esperienza è stata straordinaria per tutta l'Italia. Vinitaly è la piazza di riferimento per raccontare la potenza dell'esperienza vitivinicola italiana. Noi ora celebriamo questi 50 anni non solo guardando al passato di questa bella storia, ma soprattutto pensando al futuro. C'è una grande sfida, come coniugare la nostra eccellenza enologica con la grande frontiera del digitale, e su quest'asse vogliamo contribuire a fornire degli strumenti nuovi ai giovani delle nostre imprese vitivinicole per essere sempre più presenti nel mondo. Il tema di Vinitaly – ha proseguito il ministro Martina – è anche un po' essere palestra fondamentale di lavoro per tanti giovani che hanno desiderio di fare impresa in questo settore. Veniamo da una grande esperienza di collaborazione con Veronafiere ad Expo, dove abbiamo realizzato il Padiglione del Vino, ora dobbiamo andare avanti consapevoli che la partita per l'internazionalizzazione e l'aumento di numeri dell'export è la grande chiave per la riorganizzazione e il successo del settore. Verona è sempre stata la vetrina per eccellenza di questo mondo e l'investimento che il Governo ha fatto negli ultimi due anni su Vinitaly come chiave per l'intero Paese è chiaro e inequivocabile».

Un ruolo guida sottolineato, quest'anno, anche dal Forum dei ministri dell'agricoltura dei principali Paesi europei produttori di vino, convocato proprio dal ministro Martina a Vinitaly.
L'edizione 2016 vedrà anche la partecipazione di più espositori internazionali, sia nel padiglione Vininternational dove sono presenti i più importanti Paesi produttori come Spagna, Georgia, Azerbaijan, Australia, Serbia, Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Cina, Portogallo e Argentina, sia nei saloni Vinitalybio e Vivit.
Inoltre, per professionalizzare ulteriormente le presenze in fiera, da quest'anno vengono introdotti nuovi e più stringenti sistemi di registrazione in ingresso, mentre ai wine lover vengono offerti quattro giorni di degustazioni ed eventi dedicati in città nel fuori salone Vinitaly and the City, dall'8 all'11 aprile.
«Da quest'anno, con Vinitaly and the City, Verona, terza meta turistica in Italia, consentirà di vivere la città, prima e durante i giorni di fiera, con moltissimi eventi collegati. È un plus straordinario che soltanto il nostro centro storico può offrire» ha dichiarato Flavio Tosi, sindaco di Verona.
«Il traguardo delle cinquanta edizioni di Vinitaly – ha detto Domenico Zonin, presidente di Uiv – offre l'occasione per rilanciare verso un orizzonte di sistema, ad iniziare dal Ministero e dalle Regioni, ai quali sollecitiamo l'approvazione rapida del nuovo decreto dell'OCM promozione, in grado di supportare con efficacia le aziende nelle loro azioni promozionali nei Paesi terzi e di sostenere, così, il nostro export. Per arrivare a tutti gli altri soggetti, istituzionali e non, impegnati nel mondo del vino, cercando una nuova sintesi strategica all'interno della quale il Vinitaly rappresenta un punto di riferimento sui temi della promozione e internazionalizzazione. In un orizzonte di sistema – ha continuano Zonin –, l'Unione Italiana Vini vuole essere protagonista con due progetti di integrazione: l'Osservatorio del Vino, che vorrà condividere un percorso insieme al Vinitaly proponendosi come punto di riferimento istituzionale e per le aziende del settore, in grado di fornire statistiche, analisi di mercato e di filiera univoci, garantendo sicurezza e affidabilità del dato economico, e UNIVIR 2020, che punta a riorganizzare il sistema della ricerca e dell'innovazione in vitivinicoltura».

«Già hub di servizi – ha aggiunto Mantovani –, ora Vinitaly guarda con grande interesse allo sviluppo di un efficace Osservatorio del Vino, condividendo gli obiettivi che hanno ispirato l'iniziativa assunta in tale direzione da Unione Italiana Vini. Con le associazioni di categoria, i consorzi di tutela, la cooperazione, i territori del vino, ma soprattutto con i nostri clienti più esigenti che sono le aziende vinicole e i buyer nazionali e internazionali, vogliamo quindi dare vita ad una piattaforma multifunzione che possa fornire un solido supporto per un ulteriore balzo in avanti del vino italiano nel mercato mondiale».

«Vinitaly – ha commentato Sandro Boscaini, presidente di Federvini –, oggi è accreditato a livello internazionale come strumento e supporto della produzione e dell'alta qualità del vino in Italia e nel mondo. Al tempo stesso è riuscito a crescere grazie all'importanza e all'impegno del settore nel suo insieme in un'ottica sinergica di grande armonia. Per questo il modello Vinitaly va ancora alimentato e può essere il giusto canale per mostrare in tutti i mercati la forza della nostra produzione, l'immagine di alta qualità, la sinergia del vino, dei distillati, degli altri derivati e dei prodotti collaterali, in una parola di un made in Italy vincente».

Nell'internazionalizzazione del vino italiano, importante è il ruolo di ICE-Agenzia: «Il Progetto di Potenziamento delle Fiere Italiane, fortemente voluto e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico – ha spiegato Giovanni Sacchi, direttore coordinamento Promozione Made In Italy ICE-Agenzia – offre a ICE-Agenzia la possibilità di contribuire in modo ancora più incisivo e determinante al successo internazionale di Vinitaly, mettendo in campo azioni di supporto ad alto valore aggiunto e un'attività di collaborazione senza precedenti. Tra queste, il coinvolgimento di 36 Uffici ICE esteri che sono stati mobilitati per l'invito di 300 operatori provenienti da 40 paesi».

«Sono più di 4mila le ragioni per prendere parte al 50° Vinitaly – ha detto Gianni Bruno, area manager wine&food di Veronafiere –, tante quante le aziende che ogni anno partecipano al salone. Insieme a Vinitaly, come sempre, sono in programma le manifestazioni specializzate Sol&Agrifood ed Enolitech, in una sinergia che valorizza, in chiave business, l'appuntamento fieristico a livello internazionale, l'unico in grado di fornire una panoramica completa a livello di filiera. Siamo intervenuti anche sulla logistica del quartiere con l'ampliamento di 1.500 metri quadrati del padiglione 10 e il rafforzamento della copertura wi-fi, in grado di garantire ora il 30% di connessioni in più».
Oltre a portare buyer da tutto il mondo in fiera, Vinitaly da un quarto di secolo è presente durante l'anno nei più importanti mercati internazionali con iniziative educazionali, di networking e commerciali di supporto al business delle aziende, grazie all'attività di Vinitaly International, che rappresenta il suo braccio operativo all'estero.

«Il presidio e l'esplorazione di mercati esteri è sempre più vitale per il nostro vino – ha ribadito Stevie Kim, managing director di Vinitaly International –. Negli anni abbiamo fatto da ponte tra il nostro Paese e il resto del mondo, favorendo la comunicazione e la collaborazione tra i produttori di vino italiano e i rappresentanti dei principali mercati, in particolare Cina, Usa e Russia. Alle tappe di Vinitaly International abbiamo affiancato sul territorio nazionale wine2wine, pensato come piattaforma di incontro e formazione per i diversi operatori della filiera, e VinitalyWineClub per l'e-commerce. Tre iniziative diverse, ma perfettamente integrate e complementari al ruolo di supporto alle aziende di Vinitaly nella promozione globale del prodotto vitivinicolo».

A queste si è aggiunta la Vinitaly International Academy, perché anche quando il mercato puntava sui vitigni internazionali, Vinitaly ha creduto nella forza espressiva del Vigneto Italia fatto di oltre 500 varietà autoctone, contribuendo a promuoverla su tutti i mercati. «La più grande biodiversità al mondo, però, va anche spiegata, per non ingenerare confusione in un importatore o in un consumatore straniero. In questo senso il business non può prescindere dalla cultura del prodotto e proprio per questo dal 2014 è nata VIA -Vinitaly International Academy. Ad oggi – ha affermato Ian D'Agata direttore scientifico di VIA – abbiamo certificato, attraverso i nostri corsi, tre esperti e 29 ambasciatori del vino italiano, che contribuiranno a creare attorno a Vinitaly una vera community globale», che aiuterà a promuovere la conoscenza del vino italiano nel mondo.
Se Vinitaly guarda avanti, non dimentica però la sua storia. Ad Angelo Betti, che nel 1967 ebbe l'intuizione di lanciare Vinitaly, Veronafiere intitola da quest'anno il Premio Benemeriti della Vitivinicoltura, che dal 1973 viene assegnato ai grandi interpreti del mondo enologico italiano. Alle 48 aziende che dalla prima edizione accompagnano Vinitaly, durante la conferenza stampa di Roma è stato consegnato un diploma per "50 Vinitaly insieme" (sotto l'elenco completo).

UN PREMIO ALLE AZIENDE PER CINQUANTA VINITALY INSIEME
Agricoltori del Chianti Geografico Eugenio Collavini Viticoltori
Aldegheri F.lli Tedeschi
Allegrini - Poggio al Tesoro - San Polo Famiglia Cecchi
Antica Azienda Agricola Vitivinicola Leone de Castris Fraccaroli
Azienda Agricola Poggi Giorgio Giorgio Lungarotti
Barbi Guerrieri Rizzardi
Bersano Vini Spa Marchesi di Barolo
Bertani Domains Srl Marchesi Frescobaldi
Bortolomiol Spa Masi Agricola S.p.a.
Braida di Giacomo Bologna Srl Montresor Giacomo
Candido Francesco Spa Pasqua Vigneti e Cantine Spa
Cantina Bolla Ruffino
Cantina Colli del Soligo Ruggeri & C. Srl
Cantina di Castelnuovo del Garda Terre del Barolo
Cantina di Soave Umani Ronchi
Cantina Montelliana e dei Colli Asolani Villadoria
Casa Vinicola Sartori Vini Fabiano Verona
Castelli del Grevepesa Vini La Delizia
Cavit Sc Zardetto Spumanti
Chiarli – Modena Zenato Azienda Vitivinicola
Donelli Vini Spa Zonin 1821
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I NUMERI DELL'OSSERVATORIO DEL VINO
I dati del settore vitivinicolo italiano forniti dall'Osservatorio del Vino, promosso dall'Unione Italiana Vini con partner istituzionali di primario livello (ISMEA, CREA, e altri) sotto l'egida del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Aziende vitivinicole italiane: circa 310 mila,21% sul totale imprese agricole
Occupati: 1milione e 250mila addetti in tutta la filiera
Produzione 2015: 47milioni hl di vino (+12% rispetto al 2014)
Ettari vitati: 637.634 (4% della SAU, Superficie Agricola Utilizzata) – di cui 334mila (52%) docg e doc
e 156mila (24%) a Igt
Le denominazioni di origine: 73 docg, 332doc e 118igt
Valore totale della produzione all'origine (anno 2014): 3,9 miliardi di euro (1,9 docg e doc - 0,8 igt -
1,2 vini da tavola)
Fatturato complessivo delle aziende vinicole (anno 2014): 12,4 miliardi (pari al 9,4% del fatturato
dell'industria agroalimentare e al 7,2% del fatturato agricolo)
Export totale anno 2015 (con variazioni sul 2014):
- 5,4 miliardi di euro (+5,4%) nuovo record
- 20,1 milioni di ettolitri (-1,8%)
- valore medio unitario: +7,3%

Mais e Soia: marzo 2016 - USDA rivede al ribasso le scorte del Brasile. La produzione globale di Mais per la stagione 2015-2016 è invariata. La produzione globale di semi di Soia per la stagione 2015-2016 è stimata a 320.21 Mio t,

MAIS: Dati previsionali per 2016-17 - (Grafici in Galleria immagini)

 La produzione globale di Mais per la stagione 2015-2016 è invariata (969.64 Mio t) rispetto alle stime formulate a Febbraio.
 La produzione di Mais è stimata inferiore per Sud Africa (-0.5 Mio t) e Filippine (-0.3 Mio t), per la diminuzione delle rese dei terreni legata alla siccità. La produzione di Mais è prevista in aumento in Indonesia (+0.3 Mio t), con un incremento delle aree coltivate vista la riduzione delle piantagioni di riso.
 Sono confermate le previsioni negli Stati Uniti per produzione, impiego interno e stock. L'utilizzo industriale di Mais è stimato leggermente inferiore a Febbraio, riflettendo una riduzione delle quantità di Mais usate per la produzione di etanolo (- 0.23 Mio t).
 L'export di mais è previsto in aumento per Indonesia e Sud Africa, per la quale sono stimati maggiori scambi con i paesi limitrofi, dove la siccità ha inciso negativamente sulla produzione.
 Gli stock finali globali di Mais sono previsti in leggera diminuzione (206.97 Mio t), riflettendo minori scorte in Brasile, a causa dell'aumento dell'export nell'ultimo periodo.

SOJA: Dati previsionali per 2016-17
 La produzione globale di semi di Soia per la stagione 2015-2016 è stimata a 320.21 Mio t, in leggera diminuzione rispetto alle previsioni di Gennaio (-0.3 Mio t).
 La produzione di semi di Soia negli USA è prevista a 106.93 Mio t, leggermente inferiore rispetto alle stime del mese scorso, a causa di una revisione relativa alla produzione del Sud Carolina. Le proiezioni per l'import e l'export della Soia sono invariate, mentre gli stock finali vengono stimati a 12.51 Mio t, +0.28 Mio t rispetto al mese scorso, a causa della riduzione della trasformazione in farina e olio.
 Per il Brasile si prevede un aumento dell'export di semi di Soia (da 57 a 58 Mio t), mentre per la Cina si prevede un aumento della domanda, riflettendo le notevoli importazioni registrate fino ad oggi. Le maggiori importazioni cinesi sono parzialmente bilanciate da riduzioni per Unione Europea, Pakistan e Messico.
 Gli stock finali di semi di Soia sono previsti a 78.87 Mio t (-1.55 Mio t), a causa di minori scorte in Brasile ed Argentina.

(Fonte CLAL)

Meno 2,8% su gennaio, meno 10,9 % su base annua. Tendenza deflativa meno accentuata secondo l'indice "core" (-5,5% annuo). Ancora ribassi in campagna, per il quinto mese consecutivo.

Roma -  Lo segnala l'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi agricoli che si porta a febbraio a 105 (base 2010=100), registrando una flessione del 2,8% rispetto a gennaio e del 10,9% su febbraio 2015.
La dinamica negativa è confermata dall'andamento prezzi al consumo dei beni alimentari e bevande, inclusi gli alcolici, rilevati dall'Istat e che hanno riportato una variazione dello -0,1% rispetto a gennaio e del -0,3% su base annua.

In particolare, è determinante nella flessione dei prezzi al consumo la voce dei beni alimentari non lavorati, che a febbraio ha mostrato una variazione dei prezzi al consumo pari al -1,2% rispetto allo stesso mese del 2015.
L'Indice "core", elaborato dall'Ismea escludendo gli ortofrutticoli - componente più volatile dell'indice - al fine di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, è sceso invece a quota 110,4 (2010=100), registrando una dinamica deflativa più contenuta rispetto a quella segnalata dall' indice generale (rispettivamente -1,2% la variazione congiunturale e -5,5 la tendenza annua).

Più nel dettaglio, tra le colture vegetali, le elaborazioni Ismea segnalano una congiuntura negativa (-3,6% rispetto a gennaio) e una flessione più marcata su base annua (-17%). Il calo tendenziale riflette soprattutto la flessione dei prezzi di frutta e ortaggi (rispettivamente pari a -18,8% e -22% su base annua), e il calo dei listini olivicoli (-29,5%), che risultano tuttavia in leggera crescita su base mensile ( +1,1%)
Negativa, seppure in misura più contenuta, la variazione annua dei prezzi dei cereali, dei semi oleosi e dei vini (rispettivamente -9,4%, -9,8% e -2,6%), a fronte del segno più registrato dalle coltivazioni industriali (+10,5% su febbraio 2015).
Anche per quanto riguarda il comparto zootecnico la congiuntura si rivela nuovamente sfavorevole (-1,8% rispetto a gennaio) e la tendenza resta deflativa (-3,1%), con cali diffusi tra il bestiame vivo (-2,5% in media su base annua), uova (-22,3% sempre rispetto a febbraio 2015) e lattiero caseari (-1,5%).
(Fonte ismea Roma, 16 marzo 2016)

Con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, Giuseppe Alai si è dimesso dalla presidenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano. L'azione dell'ente prosegue nel segno della continuita' programmatica

Reggio Emilia, 17 marzo 2016

Con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, Giuseppe Alai si è dimesso dalla presidenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Il Consiglio di amministrazione dell'Ente di tutela procederà nelle prossime settimane alla nomina del successore. Le deleghe di Alai, nel frattempo, vengono assunte dal vicepresidente vicario Adolfo Filippini, modenese, 56 anni.
Alai, 59 anni, venne chiamato alla presidenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano nel 2006; fu poi riconfermato nell'incarico nel 2009 e nel 2013, iniziando il terzo mandato che avrebbe dovuto concludersi nell'aprile 2017.
"Dopo questi intensi anni alla guida del Consorzio – ha detto Alai lasciando l'incarico – considero esauriti gli impegni primari che avevo assunto e che in tutto questo tempo ho pienamente condiviso con il Consiglio di Amministrazione e sulla base delle indicazioni dell'Assemblea dei consorziati". "Per questo – ha aggiunto Alai – ritengo opportuno e doveroso lasciare serenamente questo incarico in una stagione lontana da qualsiasi eventuale tensione legata al rinnovo delle cariche e in una fase di evidente ripresa del mercato".
Il Consiglio di amministrazione odierno ha affrontato importanti argomenti per il futuro della filiera del Parmigiano Reggiano, con interventi particolarmente urgenti anche alla luce degli scenari nazionali e internazionali della filiera latte.
A questo fine è stata convocata per il 6 aprile 2016 l'Assemblea ordinaria dei Consorziati che, oltre all'approvazione del Bilancio 2015 del Consorzio, sarà chiamata ad esprimere il parere sulla proposta di rinnovo del Piano regolazione offerta per il triennio 2017-19, che nelle scorse settimane ha trovato condivisione nelle riunioni zonali con la base dei caseifici soci.
"La definizione del Piano regolazione offerta basato sulla conferma delle quote agli allevatori – ha dichiarato Filippini – rappresenta una scelta di grande distintività della filiera del Parmigiano Reggiano rispetto alla filiera del latte bovino in Italia ed in Europa, ed è a partire da questo pilastro che il Consorzio potrà rilanciare nei prossimi mesi l'azione per affrontare le difficoltà del mercato e soprattutto cogliere le opportunità presenti per il formaggio Dop con la più elevata reputazione a livello mondiale".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano)

Mercoledì, 16 Marzo 2016 08:39

Cereali. Le stime del cocereal

Produzioni europee previste generalmente in positivo. La campagna della soia in sud america sta procedendo positivamente. I Fondi, in serata di lunedi, hanno sensibilmente ridotto il loro gap soprattutto su grano e corn.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 16 marzo 2016 -
Il mercato sembra mantenersi in una fase di stagnazione e la conferma che non esistano preoccupazioni di natura quantitativa viene anche dall'associazione dei cerealisti europei.

Le stime del COCEREAL riguardo le produzioni 2016/17.

Il grano tenero è stato stimato a 145.335.000 di tonnellate contro 150.338.000 della campagna passata. Il calo è dovuto ad una stima di resa/ettaro più bassa dell'anno prima tenuto conto che era stata eccezionale. La superficie della Francia è stata incrementata, sia pure di poco (+ 1,1%) mentre si è ridotta in Ungheria e Romania. L'Italia è stata data in aumento del + 5,5 %.

La produzione del grano duro è prevista su 8.429.000 tonnellate contro 7.722.000 dello scorso anno. La superficie totale è stata aumentata del + 8,50 % ('Italia + 4,6 %).

La produzione del mais è stata stimata in 63.168.000 di tonnellate contro 58.522.000. La maggior produzione è dovuta ad una stima di rese/ettaro migliori rispetto la precedente campagna, tenuto conto delle rese disastrose dello scorso anno. Solo le aree italiane sono date in diminuzione (di circa l'8%) mentre sono date in aumento quelle dell'Ungheria (+ 7%) della Romania (+2 %) e della Francia (+ circa il 2%).

La produzione dell'orzo è data a 58.860.000 tonnellate contro 61.118.000

La produzione del seme di soia dell'Italia è data a 1.156.000 di tonnellata contro 1.120.000. La superficie aumenterebbe a 340.000 contro 320.000 ettari (+ 6,2 %). Ungheria/Romania/Croazia passerebbero a una produzione di 579.000 tonnellate contro 409.000.

La produzione di seme di girasole incrementerebbe a 8.327.000 di tonnellate contro 7.818.000 La produzione di colza passerebbe a 21.555.000 di tonnellate a fronte di 21.803.000 dello scorso anno

Indicatori internazionali - 15 marzo 2016 -
l'Indice dei noli è salito ancora a 393 punti, il petrolio ha ruota sui 37$ e il cambio a 1,1098.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Continua la scalata del Parmigiano Reggiano nonostante la crescita produttiva. Il burro zangolato di Reggio Emilia scende ben al di sotto del valore della margarina.

di Virgilio, Parma 16 marzo 2016

LATTE SPOT Settimana di tregua per il latte spot. Nel complesso il calo realizzato nel corso di questo primo trimestre è del 14,31% per il crudo nazionale e addirittura del 21% per il pastorizzato spot estero.
In specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale è quotato tra 26,81 e 28,87 €/100 litri di latte, l'intero spot pastorizzato tra 23,71 e 24,74€/100 litri di latte mentre lo scremato pastorizzato estero si attesta nell'intervallo 10,35 - 11,39 €/ 100 litri di latte.

BURRO E PANNA Rallenta ma pur sempre rimane in fase discendente il burro. 3 centesimi persi alla piazza milanese. Continua la fase discendente dei derivati del latte talmente evidente che il lo zangolato alle borse di Parma e Reggio si colloca ben al di sotto del prezzo della Margarina (0,95 - 1,1€/kg.)

Borsa di Milano 14 marzo: (-)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)

Borsa Verona 14 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 11 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,88 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 15 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.

GRANA PADANO Ancora stabile il Grana Padano. Listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Continua la scalata del prezzo del Parmigiano Reggiano, nonostante l'incremento produttivo, e nonostante il crollo del burro zangolato di derivazione del medesimo latte.
Guadagnati perciò altri 5 centesimi per entrambe le stagionature. Nello specifico il 12 mesi è quotato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg centesimi sia per sul 12 mesi di stagionatura sia per il 24 mesi di invecchiamento. 

 

(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

 

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Pandino si riscopre capitale dei formaggi italiani. Nell'affascinante castello visconteo sarà incoronato da esperti e dal pubblico il formaggio più gustoso del nostro Paese. In gara anche caseifici del reggiano.

Reggio Emilia, 15 Marzo 2016

Una rassegna che coniuga arte culinaria, biodiversità e tradizione, ma anche una sfida tra produttori italiani per l'esaltazione delle diverse abilità. Nel caso specifico si parla di casari e della loro maestria nella preparazione di uno dei protagonisti più amati delle tavole italiane: il formaggio.
Nella suggestiva cornice del Castello Bernabò Visconti di Pandino, il prossimo 20 marzo, si svolgerà ancora una volta "CaseoArt", il concorso nazionale organizzato da "Asso Casearia Pandino", l'Associazione dei diplomati della scuola casearia della stessa località cremonese, giunto quest'anno alla sua settima edizione.
Addentrarsi nelle bellezze della storica roccaforte di Pandino, sarà un po' come percorrere un'autentica autostrada dei sapori: i circa 300 formaggi in gara, suddivisi in 28 categorie che comprendono quelli più conosciuti (alcuni con tanto di marchio Dop in bella mostra come Grana Padano, Taleggio, Bitto, Bagos, ecc) e altri sperimentali, saranno infatti espressione delle diverse regioni italiane.
Un percorso alla scoperta delle diverse peculiarità territoriali e produttive, vero patrimonio in grado di determinare un prodotto unico e di qualità, che saranno appunto valorizzate nell'ambito di CaseoArt, concorso che culminerà nell'assegnazione del "Trofeo San Lucio" al formaggio ritenuto eccellente sul piano tattile, visivo e gustativo, ed al suo tecnico-casaro produttore.
Nella giornata di sabato 19 avverrà, in occasione di un momento a porte chiuse, la prima selezione dei prodotti in gara, affidata all'esperienza dei tecnici caseari e dei rappresentanti Maestri Assaggiatori dell'ONAF, l'Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi.

A partecipare alla competizione e contendersi il Trofeo per formaggio migliore anche 4 caseifici della provincia di Reggio: AZIENDA AGRICOLA IL CANTONE di GUASTALLA, LATTERIA SOCIALE NUOVA di BIBBIANO, CAS. SCALABRINI di BIBBIANO, LATT. SOC. CAVOLA di CAVOLA DI TOANO.

Domenica 20, invece, è previsto il momento clou della kermesse rivolto al grande pubblico con la proclamazione del vincitore (che sarà poi premiato il prossimo 1° maggio) da parte di una giuria qualificata, che comprenderà pure alcuni noti giornalisti. Un gruppo di esperti che per l'occasione si avvarrà anche del prezioso contributo dei visitatori i quali, da attenti consumatori, domenica avranno la possibilità di assaggiare, in una sala del castello visconteo, i formaggi in gara, valutandone in un'apposita scheda l'aspetto, le sensazioni tattili ed il gusto.
Sempre nella giornata di domenica, all'interno del castello di Pandino, sarà inoltre possibile visitare una mostra di formaggi Dop del territorio, custoditi all'interno di particolari teche, mentre i più piccoli potranno essere condotti lungo un affascinante percorso sensoriale, che, attraverso suoni e significative immagini, declinerà in maniera creativa ed emozionale le diverse fasi che caratterizzano il processo produttivo caseario: la terra, il foraggio, la mungitura, il burro ed il formaggio.
L'idea da cui nasce "CaseoArt" è quella di valorizzare il comparto lattiero-caseario che sta continuando a far registrare risultati più che positivi con esportazioni che, nei primi sette mesi del 2015, si sono attestate sul +8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. (Fonte Coldiretti).

Cereali, un fine settimana al cardiopalma. Latte, dalla stalle alle stalle. Vino, torna a crescere la vendita nei supemercati. Aifa, ritira lotti di Procalin e Mucosalin. Cresce l'export di qualità.

SOMMARIO Anno 15 - n° 10 13 marzo 2016 (Scaricabile in pdf da Allegati")
1.1 editoriale ISTAT, più lavoro nel 2015. Solo una boccata d'ossigeno?
3.1 cereali Cereali. Segnali ripresa
4.1 cereali Cereali. Giornata al cardiopalma dopo l'intervento di Draghi
5.1 Lattiero Caseario Latte, dalle stalle alle stalle!
6.1 Vino e mercati Torna a crescere il vino venduto nei supermercati
7.1 salute omeopatia AIFA, ritirati lotti prodotti omeopatici "PROCALIN" e "MUCOSALIN".
7.2 export L'export di qualità cresce e apre a nuovi mercati
9.1 mercati Rapporto "AgrOsserva" sul IV trimestre 2015
11.1 vino I vini dell'Emilia Romagna volano al Prowein di Düsseldorf.
12.1 turismo L'Emilia Romagna a Children's Tour
13.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 10 13mar16-COP

Borse prima euforiche poi depresse. L'ultimo ritocco degli interessi ha smorzato le aspettative positive inizialmente così interpretate dal discorso di Mario Draghi. La presa di coscienza che questi tassi resteranno per un periodo abbastanza lungo ha fatto precipitare gli indici borsistici di giovedi scorso.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 12 marzo 2016 -

La settimana che si è appena conclusa può essere segmentata in due tronconi. La prima metà quasi completamente alla mercé degli automatismi dei "robot telematici" dei Fondi alla ricerca delle ricoperture. Il mercato reale sembrava stabilizzato a fronte dei dati rassicuranti dell'USDA; previsioni di semina coerenti e raccolti in linea con le previsioni, Stock di riporto alti. Con le dichiarazioni di Draghi del 10 marzo invece si è assistito a risveglio schizofrenico dei vari mercati. Sull'emozione iniziale di proposte così spinte del n° 1 della BCE le borse si sono prima ringalluzzite e poi, quasi a interpretare una reale difficoltà dell'Economia UE, depresse chiudendo con il segno negativo. Forse l'idea che quello annunciato fosse stato l'ultimo taglio agli interessi, non è piaciuto agli operatori. Così da un +4% (bancari soprattutto) di certi momenti si è arrivati alla chiusura con -0,5% (18.118,23 punti) e le Borse europee, che avevano toccato punte al rialzo del 2-3%, hanno perso l'1%. Solo venerdi sera le borse hanno dimostrato di apprezzare la misura di Draghi e chiudono con un convincente +5%.

Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. I cereali sempre difesi che dovrebbe confermare di avere raggiunto il punto più basso fatta eccezione dei cereali a paglia che invece potrebbero cedere ancora un po' per effetto dell'estero.

Bioenergetico. Il settore manifesta le solite preoccupazioni sulla prossima campagna dove le semine a mais saranno ulteriormente ridotte (istat ipotizza un calo del -8%) a favore di riso e proteoleaginose.

Indicatori internazionali del 10 marzo 2016
l'Indice dei noli è risalito a 384 punti, il petrolio ha recuperato ancora 38,5$ e il cambio rafforza il dollaro a 1,11537.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Aumentano anche i prezzi medi, mentre la pressione promozionale rimane invariata – Le prime anticipazioni dell'IRI per Vinitaly 2016 – Tra i vini più venduti d'Italia crescono Nero d'Avola, Vermentino e Trebbiano – Tra i vini emergenti spuntano Passerina, Valpolicella Ripasso e Nebbiolo – Bene gli spumanti ed il vino biologico

Verona, 9 marzo 2016 – Dopo anni di stasi, si registra una crescita più decisa delle vendite di vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione (Gdo), sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly (a Verona dal 10 al 13 aprile), l'istituto di ricerca IRI ha elaborato, in esclusiva per Veronafiere, i dati sull'andamento di mercato nel 2015.

Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d'origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%.

"Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all'anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell'1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri".

Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila.

"A poco più di un mese dal via del 50° Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere –. Da sottolineare il continuo aumento delle vendite a valore, segno che il consumatore è più maturo: ricerca e sceglie la qualità. Si tratta di una strada che con Vinitaly abbiamo sempre sostenuto e promosso a livello commerciale e culturale, nelle nostre iniziative e negli incontri b2b tra Gdo, aziende e buyer".

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore.
Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d'Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell'8,5% e del Trebbiano (+5,6%).

Tra i vini "emergenti", cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro.

Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese, che costano mediamente 7,69 euro il primo e 5,91 euro il secondo, a conferma che le crescite si leggono anche su vini importanti in termini di prezzo e di complessità.

(Tabella CLASSIFICA VINI in galleria immagini)

Domenica, 13 Marzo 2016 08:44

Rapporto "AgrOsserva" sul IV trimestre 2015

Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell'agroalimentare italiano. Valore aggiunto, occupazione, export, redditività: l'agricoltura corre di più.

Roma, 8 marzo 2016 - Performance migliori del settore rispetto alla media - Rallenta la contrazione del tessuto produttivo agricolo - Alta la partecipazione delle donne: nel I semestre 2015, 4 imprese agricole su 10 sono nate su iniziativa femminile.

L'ultimo scorcio del 2015, oramai alle spalle, ha in parte disatteso le previsioni sull'evoluzione economica mondiale formulate dai più autorevoli organismi internazionali. La ripresa messa in evidenza dai dati macroeconomici non è stata quella attesa, in ragione del rallentamento delle economie emergenti solo parzialmente bilanciato dalla migliore performance delle economie avanzate.

Grazie anche al calmieramento dei prezzi dei mezzi correnti di produzione, soprattutto dei prodotti energetici per il corso deflativo del greggio, nel 2015 migliora la redditività del settore agricolo nazionale, in misura più evidente rispetto agli altri 28 Paesi dell'Ue.

Ma le performance del settore non si limitano all'incremento della redditività. Lo segnala il Rapporto AgrOsserva realizzato da Ismea e Unioncamere, che evidenzia altri importanti segnali positivi: la cartina tornasole è chiaramente individuabile nella progressiva riduzione del trend negativo delle nuove imprese registrate, in un contesto in cui export, valore aggiunto e occupazione aumentano in maniera superiore alla media del sistema economico nazionale.
Si parte dal valore aggiunto (PIL) dell'agricoltura: il 2015 si è chiuso con una crescita complessiva del 3,8%, grazie soprattutto al contributo del IV trimestre che ha fatto registrare un incremento dell'8,4% su base tendenziale. L'andamento del Pil agricolo in media d'anno si rivela pertanto più intenso di quello messo a segno contestualmente dal settore industriale (+0,9% sul livello del 2014) e dal PIL nazionale (+0,8%).

Con un più 4,1% di nuovi occupati nel terzo trimestre 2015, l'agricoltura si rivela poi tra i settori più dinamici dell'economia (+1,1% l'incremento dell'occupazione complessiva nello stesso periodo in Italia) e nell'anno di Expo - vetrina internazionale del food & beverage made in Italy - le esportazioni dell'agroalimentare hanno raggiunto quota 36,8 miliardi di euro, con una crescita (+7,3%) molto più evidente di quella messa segna dall'export totale nazionale (+3,7%). Una dinamica positiva che, sottolinea Ismea, in controtendenza rispetto agli ultimi anni ha visto un contributo maggiore della componente agricola (+11,2%) rispetto a quella industriale (+6,5%).
Il saldo dello stock delle imprese agroalimentari, cioè la variazione annuale delle imprese registrate nel IV trimestre di ogni anno, segna un "meno" 6.464 imprese nel 2015 rispetto al 2014. Ma l'apparenza può ingannare. Bisogna considerare che nel IV trimestre 2014 erano state ben 18.344 le aziende registrate in meno rispetto allo stesso periodo del 2013, e nel 2013 ben 31.996. Sotto questa luce, sembra che l'"emorragia" si stia fermando. Il settore alimentare, poi, produce un segno "+" di 891 unità rispetto al 2014. Al 31 dicembre 2015, le imprese registrate del settore agroalimentare sono 816.587 (746.585 quelle agricole, 70.002 quelle alimentari). Il peso del settore sull'economia è del 13,5% (12,3% agricoltura, 1,3% industria alimentare).

L'indagine effettuata da Unioncamere sulle "Vere Nuove imprese" (eliminando quindi le attività derivanti da cambiamenti di forma giuridica, localizzazione, scorpori o nuove acquisizioni) mette in luce un settore primario in espansione. Sul totale delle vere nuove imprese nei primi sei mesi del 2015, quelle agricole rappresentano circa il 9%, un valore in crescita rispetto al 6,3% del 2014. Considerevole la quota femminile fra i neoimprenditori: 4 imprese su 10 sono nate, nel I semestre 2015, per iniziativa delle donne, valore di molto superiore alla media del totale vere nuove imprese (28,8%).

Tornando al reddito agricolo per addetto nel 2015, l'indicatore dell'Eurostat si attesta nel 2015 per l'Italia a 144,8 (2010=100) risultando superiore all'Indice medio dell'Ue28, pari a 108. Nel confronto con l'anno precedente, l'Italia registra un aumento di 8,7 punti percentuali. Di contro, la media dei Paesi Europei registra un andamento negativo su base annua, con una flessione di 3,8 punti percentuali rispetto al 2014.

Sul fronte dei consumi alimentari delle famiglie, i dati Ismea-Nielsen indicano una tendenza annua positiva nel segmento dei confezionati, bevande incluse (+2%), mentre arrancano i prodotti a peso variabile (-3%), a causa soprattutto, delle dinamiche discendenti di carni, salumi e formaggi. Nel suo insieme, la spesa di prodotti alimentari, registra un aumento dello 0,3% rispetto al 2014.

Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi agricoli, l'indice elaborato dall'Ismea evidenzia un incremento annuale dei listini agricoli dell'1,5%, sintesi del +9,9% delle colture vegetali in parte controbilanciato dal -6,7% dei listini zootecnici. Calano nello stesso periodo i costi degli input produttivi (-3,5%).

L'accesso al credito rimane una questione delicata per l'intero sistema produttivo nazionale e per il comparto agroalimentare. I dati della Banca d'Italia sugli stock di prestiti bancari messi a disposizione delle imprese, attestano a fine 2015 un livello inferiore dell'1,7% rispetto a fine 2014. In termini assoluti, in un solo anno il tessuto produttivo del nostro Paese ha dovuto rinunciare a 15 miliardi di euro di finanziamenti esterni bancari. Per il settore agricolo, che intercetta il 5% degli stock dei prestiti bancari complessivi, il livello ha registrato solo una flessione dello 0,1% su base annua; mentre per l'agroindustria, che copre una quota del 3,5% dell'ammontare complessivo, si registra una lieve crescita dello 0,3%.

(In allegato i file Ismea - rapporto e infografiche)

(ismea Roma, 8 marzo 2016)

Molte le aziende reggiane e modenesi. Dopo il grande successo delle scorse edizioni, anche in questo 2016 Enoteca Regionale parteciperà alla più importante fiera enologica tedesca e una delle principali a livello internazionale.

Una quarantina fra Consorzi e Aziende presenti e rappresentate Le trasferte internazionali di Enoteca Regionale Emilia Romagna proseguono.
Dal 13 al 15 marzo, infatti, Enoteca sarà a Düsseldorf per presentare i vini dell'Emilia Romagna alla fiera Prowein assieme a una quarantina fra Consorzi e Aziende presenti con un proprio spazio o nel banco d'assaggio.

Giunta alla 22a edizione, Prowein è la più importante fiera enologica tedesca e una delle principali a livello internazionale. E' aperta esclusivamente al trade ed ha assistito negli ultimi anni a una costante crescita di espositori e visitatori. Nel 2015 ha registrato 52.000 visitatori e 5.970 espositori provenienti da 50 Paesi, interessati perlopiù ai vini italiani, tedeschi, spagnoli, francesi e austriaci.
La Germania, secondo i dati 2014 dell'export italiano, si posiziona al secondo posto tra i principali mercati d'importazione di vino italiano, dopo gli Stati Uniti, con un valore di 975.015 mln di euro ed una quota del 19.1%.

Enoteca Regionale Emilia Romagna sarà al Prowein al Padiglione 15 stand 15D71-15E71-15E61

Le seguenti aziende saranno presenti con una propria area all'intero dello stand di Enoteca Regionale:

CANTINA VALTIDONE (Borgonovo Valtidone, Piacenza), CANTINE CECI (Torrile, Parma), CANTINE RIUNITE & CIV (Campegine, Reggio Emilia), DONELLI VINI (Gattatico, Reggio Emilia), CANTINA DI CARPI E SORBARA (Carpi, Modena), GRUPPO CEVICO (Lugo, Ravenna), PODERI DAL NESPOLI (Civitella di Romagna, Forlì-Cesena), TENUTA MARA (San Clemente, Rimini).
Parteciperanno anche il CONSORZIO TUTELA DEL LAMBRUSCO DI MODENA e il CONSORZIO TUTELA E PROMOZIONE DEI VINI DOP REGGIANO E COLLI DI SCANDIANO E DI CANOSSA con le aziende socie di Enoteca Regionale VENTURINI BALDINI (Roncolo Quattro Castella, Reggio Emilia), CASALI VITICULTORI (Pratissolo di Scandiano, Reggio Emilia), TENUTA DI ALJANO (Jano di Scandiano, Reggio Emilia), VINI CASOLARI (Rami di Ravarino, Modena), CANTINA DELLA VOLTA (Bomporto, Modena), AZ. AGR. PEZZUOLI (Maranello, Modena), CANTINA SETTECANI (Castelvetro di Modena, Modena), CLETO CHIARLI (Modena).
Sarà presente anche il CONSORZIO VINI DI ROMAGNA con le aziende socie di Enoteca Regionale Emilia Romagna: AZ. AGR. GIOVANNA MADONIA (Bertinoro, Forlì-Cesena), CELLI (Bertinoro, Forlì-Cesena), CONDE' (Fiumana di Predappio, Forlì-Cesena), CANTINE BRASCHI (Mercato Saraceno, Forlì-Cesena), TENUTA LA VIOLA (Bertinoro, Forlì-Cesena), AZ. AGR. TRERE' (Faenza, Ravenna).

Al banco d'assaggio istituzionale dell'Enoteca Regionale Emilia Romagna sarà invece possibile degustare i vini delle aziende

TORRE FORNELLO (Ziano Piacentino, Piacenza), TENUTA VILLA TAVERNAGO (Pianello di Valtidone, Piacenza), F.LLI BONELLI (Rivergaro, Piacenza), TENUTA SANTA GIUSTINA (Pianello di Valtidone, Piacenza), CANTINE CECI (Torrile, Parma), CANTINA PUIANELLO E COVIOLO (Quattro Castella, Reggio Emilia), AZ. VITIV. GAGGIOLI (Zola Predosa, Bologna), AZ. AGR. MERLOTTA (Imola, Bologna), MORINI LUIGI (Imola, Bologna), NOELIA RICCI PANDOLFA (Fiumana di Predappio, Forlì-Cesena), TENUTA LA VIOLA (Bertinoro, Forlì-Cesena), AZ. GUARINI MATTEUCCI (San Tomé, Forlì-Cesena), SAN PATRIGNANO (Coriano, Rimini).

Inoltre, sempre durante la fiera Prowein, domenica 13 marzo, il Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, Il Consorzio Tutela e Promozione dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa e il Consorzio Vini di Romagna parteciperanno a un seminario organizzato da Falstaff magazine, autorevole rivista enogastronomica diffusa in Svizzera, Austria e in Germania.

Durante il seminario, che si terrà al Padiglione 13 stand C124, saranno presentati e degustati il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro nelle varie tipologie, il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Reggiano, il Romagna Doc Sangiovese e Romagna Albana DOCG nelle diverse tipologie.

Presentati al Mipaaf i dati del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per DOP e IGP. Verifiche effettuate in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca. I Consorzi di Tutela fanno sistema per far crescere e tutelare le produzioni certificate, uno dei settori trainanti del Sistema Italia, in due anni oltre 1.250 punti vendita monitorati per 6.500 controlli su oltre 30.000 referenze stimate.

Parma, 11 marzo 2016

L'export dell'agroalimentare di qualità cresce ed apre a nuovi mercati, rendendo di fatto necessario un intervento compatto a difesa delle produzioni certificate che rappresentano l'eccellenza del Made in Italy a tavola. Se ne è parlato ieri mattina a Roma, nella Sala Cavour del Mipaaf, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per DOP e IGP. Moderati dal Direttore di Qualivita Mauro Rosati, alla presenza di esponenti del mondo consortile afferenti ad AICIG e dei Consorzi partecipanti al progetto sono intervenuti oltre al Presidente dell'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP avvocato Federico Desimoni, che ha illustrato il progetto in qualità di coordinatore e il Direttore del Consorzio Grana Padano DOP Stefano Berni, oltre al Dirigente dell'ICQRF Oreste Gerini e il Capo Dipartimento delle Politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca del Mipaaf Luca Bianchi al quale sono state affidate le conclusioni dell'incontro.

Nel corso dell'anno 2015 sono stati effettuati in Europa circa 800 verifiche da un minimo di 4.000 ad una stima di oltre 20.000 controlli sulle Denominazioni Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca.

"Solo facendo sistema in questo modo - ha aggiunto il Presidente di AICIG, Giuseppe Liberatore- ovvero sviluppando strategie trasversali e collettive si possono tutelare i prodotti di bandiera, anche e soprattutto fuori dai confini nazionali, dove il mercato cresce e si apre a nuove realtà. E a fare sistema dovranno essere non solo le aziende, ma tutti i diversi mondi produttivi attraverso i Consorzi e i soggetti istituzionali aventi tale scopo e, in primis, il Mipaaf, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile".

Se il comparto agroalimentare vuole raggiungere l'obiettivo di 50 miliardi di esportazioni indicato dal Ministro Martina - ha premesso il Direttore del Consorzio Grana Padano DOP Stefano Berni - si rende necessario trovare nuove modalità di promozione e stabilizzazione della crescita del settore nel suo complesso. Una crescita che si deve accompagnare di pari passo con una accurata conoscenza del mercato, attività di formazione, di monitoraggio e tutela, per evitare che il "settore" delle imitazioni si avvantaggi del trend positivo".

Quello presentato questa mattina nella Sala Cavour del Mipaaf è un monitoraggio congiunto dei cinque prodotti DOP e IGP tra i più rappresentativi dell'agroalimentare italiano ovvero Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP. A presentarne i risultati, a nome di tutti i Consorzi, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni, il quale ha sottolineato come "Il sistema che abbiamo ideato e' reso possibile dal sostegno economico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che da sempre è fortemente favorevole ad attività collettive e coordinate tra diversi Consorzi di Tutela, e trova la sua naturale conclusione negli interventi di tutela ex officio che, in modo sempre più efficace e puntuale, l'Ispettorato Controllo Qualità e Repressioni delle Frodi attiva in tutta Europa. Il progetto prevede una presenza e un'azione diretta sui mercati, che permette la rilevazione di molte informazioni relative ai prodotti originali e genuini, a quelli imitazioni ed evocativi, o addirittura in merito a casi di contraffazioni vere e proprie. Inoltre, anche attraverso l'ausilio di rilievi fotografici specifici, aiuta a costruire un quadro realistico circa il fenomeno dell'Italian sounding, sia dal punto di vista economico che di comunicazione commerciale. Un lavoro che permette di conoscere meglio e presidiare il mercato reale ed incidere su di esso, non solo con azioni repressive, ma pure sviluppando dinamiche positive di maggior conoscenza dei prodotti e di collaborazione con il mondo della distribuzione. Questa è una prima versione del progetto, ma come gruppo di consorzi abbiamo già messo a fuoco alcuni aspetti che nei prossimi anni arricchiranno le nostre azioni, pensiamo soprattutto al mondo dell'e-commerce, a quello della ristorazione, dell' ho.re.ca. e dei prodotti trasformati".

Nel 2016 sono state pianificate verifiche su 5 Denominazioni: Aceto Balsamico di Modena, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma in Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera su circa 450 punti vendita da visitare per un totale di minimo 2500 controlli fino ad una stima di oltre 10.000 referenze.

Sono intervenuti altresì il Direttore generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari - ICQRF, Oreste Gerini sul tema dell'attività ex officio dell'ispettorato, e il Capodipartimento delle Politiche competitive della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, Luca Bianchi sull'attività del Mipaaf a sostegno delle DOP e IGP, il quale - nel portare le conclusioni dell'incontro - ha sottolineato che "quello presentato questa mattina è un progetto importante ma soprattutto rappresenta una best practice di azione a tutela del prodotto e del consumatore. Anche gli orientamenti del Ministero riguardo i fondi del nuovo decreto saranno orientati a valorizzare progetti in cui più Consorzi svolgano azioni di tutela coordinate anche a livello internazionale. Il tema delle aggregazioni dei Consorzi sarà infatti molto valorizzato perché facendo sistema si potranno raggiungere obiettivi più concreti".

"Il progetto di monitoraggio collettivo presentato ieri – dichiara Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano – è un importante passo per fare sistema. Oltre a dare continuità a questa nuova modalità operativa, ora occorre agire anche a livello comunitario. Infatti, con il "pacchetto qualità" abbiamo ottenuto la protezione ex-officio come principio giuridico, e occorre adesso lavorare per far sì che in tutti gli Stati membri le Autorità nazionali assicurino concreta ed efficace azione di tutela per i tanti casi che il sistema delle filiere Dop/Igp è attualmente in grado di rintracciare e notificare grazie al monitoraggio puntuale dei mercati".

(Fonte: Ufficio Stampa AICIG - Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche)

Mercoledì, 09 Marzo 2016 08:36

Latte, dalle stalle alle stalle!

C'è chi urla di avere sconfitto le multinazionali, ma intanto il latte spot continua la corsa verso baratro. Non c'é fine al peggio. Intanto il burro cede altri 7 centesimi e il pregiato burro parmense vale quanto la margarina (0,95€/kg). Al contrario, vola il Parmigiano.

di Virgilio Parma 9 marzo 2016

LATTE SPOT Crisi nera per il latte che prosegue la sua corsa verso il baratro. Alla borsa di Verona il latte crudo spot nazionale scende tra 26,81 e 28,87 €/100 litri di latte, l'intero spot pastorizzato tra 23,71 e 24,74€/100 litri di latte mentre lo scremato pastorizzato estero perde l'8,70% e scende nell'intervallo 10,35 - 11,39 €/ 100 litri di latte. E qualcuno ha il coraggio di gridare di avere sconfitto le "multinazionali"?

BURRO E PANNA Perdono 7 centesimi anche le referenze di Burro quotate a Milano. Cede anche lo zangolato di Parma che scende sotto la soglia dell'euro al chilo (0,95€). Ma Reggio Emilia anticipa la tendenza settimanale con un nuovo cedimento di altri 7 centesimi fissando il prezzo a 0,88 €/kg e il suo valore si colloca ben al di sotto alla margarina (0,95€/kg)
Borsa di Milano 07 marzo: (-)
BURRO CEE: 2,33€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,48€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,48€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,28€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)

Borsa Verona 07 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 04 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,95 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 08 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,88 - 0,88€/kg.

GRANA PADANO Ancora nessuna variazione sul fronte del Grana Padano. Listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO L'asta record andata in onda a Suzzara (MN) la scorsa settimana ha galvanizzato ancor più il mercato del Parmigiano Reggiano che recupera altri 5 centesimi sia per sul 12 mesi di stagionatura sia per il 24 mesi di invecchiamento. Nello specifico, a Parma, il più fresco è quotato 8,30-8,70€/Kg e tra 9,25 e 9,75€/kg. il 24 mesi.

(In galleria immagini i grafici CLAL

 

 

(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

 

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Martedì, 08 Marzo 2016 08:39

Cereali. Segnali ripresa

I fondi di investimento e assicurativi si sono mossi, senza un particolare e specifico ordine, in ricopertura molto probabilmente seguendo "ordini automatizzati di sicurezza" invece di una reazione alle spinte rialziste dei mercati.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 7 marzo 2016 -
Venerdì 4 / 3 / 2016
Semi: marzo 870,40 (+14,2) maggio 878,40 (+14,6) luglio 884,40 (+14,2)
Farina: marzo 267,70 (+5,7) maggio 270,90 (+6) luglio 273,20 (+5,8)
Olio: marzo 30,73 (+0,32) maggio 30,96 (+0,35) luglio 31,19 (+0,34)
Corn: marzo 354,40 (+0,6) maggio 358,20 (+1,6) luglio 363,40 (+2,2)
Grano: marzo 454,40 (+1,4) maggio 460,60 (+1) luglio 466,60 (+1)

Le cifre ufficiali dei fondi (all'1/3), comparse dopo le chiusure, hanno dimostrato peraltro come siano forti le posizioni scoperte: il "corto" del seme è di ben - 81.458 contratti, quello della farina è a - 48.719, il "corto" del corn a - 203.837 forte anche il "corto" del grano -107.477

Il mercato domestico La situazione generale del mercato interno permane invariata. Tutte le filiere lamentano uno stato di difficoltà. Ora anche dalla Francia e dall'Est europa arrivano segnali di resistenza e questo potrebbe portare a una possibile ripresa delle quotazioni.
Bioenergetico. Il settore manifesta le solite preoccupazioni sulla prossima campagna dove le semine a mais saranno ulteriormente ridotte a favore di riso e proteoleaginose.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli prosegue la sua lenta risalita a 349 punti, il petrolio è ancora in recupero a 37$/barile e il cambio ruota attorno a 1,09552

Cereali-7mar16

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Cereali, i primi segnali di recupero. Crisi profonda nel comparto lattiero. Dove va il parmigiano reggiano? Quality awards, vince la Cirio. Vinitaly, i calici da tutto il mondo. Prezzi agricoli in discesa ancora in gennaio. Andrea Bonati confermato ai vertici di Confcooperative Parma.

SOMMARIO Anno 15 - n° 09 06 marzo 2016 (in allegato il file pdf scaricabile)
1.1 editoriale Sempre meglio di niente...
3.1 cereali Cereali. I primi segnali di recupero
4.1 cereali Cereali. La sorpresa USDA
5.1 Lattiero Caseario Crisi profonda nel comparto lattiero.
6.1 parmigiano reggiano Dove va il Parmigiano?
7.1 Quality awards Quality Award 2016: vincono i pelati, le passate e le polpe pomodoro Cirio
7.2 vinitaly Calici dal mondo al 50esimo vinitaly
8.1 mercati Ismea, prezzi agricoli ancora in calo a gennaio

9.2 nomine Andrea Bonati confermato alla presidenza di Confcooperative Parma

10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 9 6mar16 COP

Domenica, 06 Marzo 2016 08:32

Cereali. I primi segnali di recupero

Petrolio e noli in fase di recupero trascinano anche i mercati che segnano dati positivi. Positivi i dati delle produzioni di semi e corn in Brasile. Confermate le buone previsioni del sud america.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 03 marzo 2016 -
Positivi segnali di recupero nonostante le notizie sui raccolti in Sud America siano ottimistici. Infatti l'agenzia Informa, stima la produzione del seme in Brasile a 101,3 milioni di tonnellate rispetto alla precedente previsione di 100,5 (l'USDA è a 100). Quella dell'Argentina è a 59 contro 60 (l'USDA è a 58,5). La produzione del corn dal Brasile è data a 82,5 contro 81,6 (l'USDA è a 84). Quella dell'Argentina a 27 contro 26 (l'USDA è a 27).
Con questi dati, almeno teoricamente, i prezzi avrebbero dovuto segnare negativo. A aumentare il tasso di incertezza si aggiunga che la Cina forse avrà bisogno di maggiore disponibilità di soya (si stima 1,5 milioni di tonnellate) e potrebbe invece immettere sul mercato le sue scorte di cereali.

Con Petrolio in recupero, noli in recupero lo scorso giovedi anche i mercati hanno dato segni positivi.
Mercoledì 3 / 3 / 2016
Semi : marzo 854,20 (+3,4) maggio 861,40 (+3,4)
Farina : marzo 261,20 (+3,1) maggio 264,50 (+3) Olio : marzo 30,17 (-0,15) maggio 30,37 (-0,17)
Corn : marzo 354,40 (+0,6) maggio 356,20 (+0,4)
Grano marzo 442,60 (+0,6) maggio 450,20 (+4,2) luglio 456,20 (+3,6) dicembre 481,20 (+3,6) )

Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti. I cruscami hanno iniziato una fisiologica risalita così come i sottoprodotti e i proteici risentono dell'aiuto del cambio.
Bioenergetico. Il settore manifesta le solite preoccupazioni sulla prossima campagna dove le semine a mais saranno ulteriormente ridotte (istat ipotizza un calo del -8%) a favore di riso e proteoleaginose.

Indicatori internazionali 3 marzo 2016
l'Indice dei noli è risalito a 332 punti, il petrolio ha recuperato un altri 2$ a 35$ e il cambio si abbassa a 1,08639 avendo toccato anche 1,083.



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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Domenica, 06 Marzo 2016 10:28

Dove va il Parmigiano?

In un comparto lattiero caseario che sta attraversando uno stato di crisi fortemente preoccupante, il Parmigiano Reggiano prosegue la sua corsa al rialzo trascinando però un aumento della produzione che potrebbe, il condizionale è d'obbligo, compromettere la durata del periodo di positività se la domanda non fosse in grado di assorbire la maggior disponibilità di prodotto.

di Virgilio Parma, 05 marzo 2016 – (grafici in galleria immagini)
Il comparto lattiero caseario non sta certamente attraversando uno delle suoi più floridi periodi.
La prima campagna lattiera (aprile 2015- marzo 2016) oefana dal "pendizio" delle quote latte è stata contraddistinta dal crollo del valore del latte e dei suoi derivati.
Una caduta libera che ha contribuito a consolidare la crisi delle due principali DOP, Grana Padano e Parmigiano Reggiano in particolare.
Questo almeno sino a ottobre scorso quando, sorprendendo un po' tutti gli operatori ormai scoraggiati, i mercati delle due eccellenze si sono lievemente distaccati dalla curva flessiva invertendo la tendenza negativa.

Mentre il Parmigiano Reggiano non ha più interrotto il costante percorso di risalita, il Padano si è mosso molto più modestamente.
Dove andrà a finire il prezzo del Parmigiano Reggiano è difficile da prevedere, tant'è che tutte le volte che qualcuno ha tentato delle previsioni si è infranto contro la dura legge del mercato.

In questi giorni due sono gli elementi che fanno pensare e che teoricamente sarebbero in conflitto soprattutto per un prodotto assoggettato a domanda pressoché rigida:
1. le quotazioni rialziste;
2. l'incremento produttivo.

E' dei giorni scorsi la notizia (26 febbraio) che i grandi player del comparto si sono dati battaglia nell'aggiudicarsi i 19 lotti in cui erano suddivise le 40mila forme andate all'asta a seguito della procedura concordataria dei Magazzini Emiliani e della Bergamaschi di Suzzara.
Alla fine dalla vendita all'incanto si è realizzato un ricavo sensibilmente più alto delle previsioni portando all'incasso ben 22 milioni di euro che potranno soddisfare il ristoro dei crediti delle aziende in concordato. Presenti direttamente all'asta erano infatti i rappresentanti dei Big del settore, della Boni spa di Parma, della Zanetti Spa di Bergamo, della Mulino Alimentare spa anch'essa di Parma seppure la proprietà del reggiano Claudio Guidetti, la Parma Reggio Spa di Reggio e Modena, la Nuova Castelli di Reggio e la Colla Spa di Piacenza. Nessuno ha voluto sottrarsi allo scontro per assicurarsi una quota del prezioso prodotto.

Proprio la massiccia presenza dei grandi commercianti, che hanno battuto prezzi con punte anche superiori ai 10 euro (media 9€/Kg.), lascia intendere che la curva discendente non si dovrebbe innescare troppo presto.

Se questo episodio, che vede tutti i grandi operatori disponibili a mantenere elevato il prezzo, non vi fosse stato sarebbe invece il caso di cominciare a allarmarsi per l'incremento produttivo che il risveglio del mercato ha stimolato. Già dai primi segnali di ripresa - come può evincersi dal grafico CLAL in galleria immagini - dello scorso mese di ottobre, gli allevatori hanno ricominciato a incrementare sensibilmente la produzione.

+2,7%, +3,3%, 5,2% e +5,7% la scala di crescita da ottobre a dicembre 2015 per giungere a gennaio 2016 (ultimi dati ufficiali) mese nel quale si sono registrate 297.493 forme di Parmigiano Reggiano, quasi 16.000 più del gennaio 2015 e quasi 40.000 in più rispetto al novembre 2014.
Un'euforia che potrebbe essere pagata a caro prezzo se il mercato domestico non dovesse riprendersi e soprattutto se i Big Player non riuscissero a incrementare le esportazioni.

Su quest'ultimo fronte i segnali sono positivi, dal Canada alla Cina il Parmigiano è nei sogni di tanti consumatori e sarebbe sufficiente erodere una piccola quota di mercato al "Parmigiano Fake" (solo negli USA sono 100.000 le tonnellate di prodotto prodotti venduti con il termine "parmesan" e in confezioni che palesemente richiamano l'Italia) per annullare ogni timore di una prossima pesante crisi.

 

La gamma dei "rossi" CIRIO premiata nella categoria del pomodoro italiano secondo i risultati dei test condotti direttamente con i consumatori.

Milano, 4 marzo 2016 – "Sono prodotti veramente buoni": è stato questo il giudizio positivo che i consumatori hanno espresso per i Pelati, la Passata Rustica e la Passata Verace, la Polpa Più e la Polpa Finissima di pomodoro CIRIO, una gamma di prodotti che si è aggiudicata il Premio Quality Award 2016.

Il riconoscimento italiano viene attribuito ai prodotti alimentari (Food & Beverage) attraverso test sensoriali condotti da laboratori indipendenti specializzati con il coinvolgimento diretto di un ampio campione di consumatori. La valutazione dei prodotti è effettuata tramite un blind test che omettendo la marca prevede un giudizio su alcune componenti del prodotto, quali l'etichetta degli ingredienti, il gradimento globale, il sapore, l'aspetto, la consistenza e l'odore. Il Premio Quality Award viene assegnato a quei prodotti alimentari che hanno soddisfatto ampiamente i 200 consumatori in target a garanzia di una scelta rassicurante in termini di materia prima, gradimento e gusto.

Il costante impegno lungo l'intera filiera Cirio, dal miglioramento produttivo in campagna all'innovazione di prodotto, danno sempre i loro frutti ed i prodotti oggi premiati ne sono la miglior conferma: la Passata Rustica, inventata da Cirio, originale e polposa come fatta in casa, è ideale per preparare i migliori sughi della tradizione italiana. Grazie all'inconfondibile consistenza e corposità, mantiene il caratteristico sapore del miglior pomodoro fresco e una perfetta aderenza alla pasta. È di alta qualità, perché preparata con l'esclusivo setaccio a trama larga che rende il prodotto più polposo delle passate classiche.

La Passata Verace ha la consistenza vellutata e un sapore naturalmente dolce. Cremosa ed omogenea, si adatta ad ogni tipo di ricetta, grazie all'alta qualità del pomodoro Cirio, e porta in tavola tutta la ricchezza del gusto autentico.
I Pelati Cirio, belli, grandi e calibrati, sono il simbolo della cucina italiana e della tradizione Cirio. Coltivati e lavorati con passione nella zona italiana d'eccellenza, sono immersi in una ricca salsa di pomodoro. Corposi, di colore rosso vivo e maturi al punto giusto, hanno il sapore pieno e tutta la polposità del pomodoro fresco.

La Polpa Più è la prima polpa fine con corposi pezzi di pomodoro; ricca e versatile in cucina, ha un sapore intenso perché ai pomodori tagliati a cubetti viene aggiunta una salsa densa e gustosa. La consistenza è equilibrata tra polpa fine e cubettata. Una bontà dal gusto intenso che rende ancora più facile, pratica e veloce la preparazione di ottimi primi perché aderisce perfettamente alla pasta.

La Polpa Finissima è una polpa extra fine, cremosa, che racchiude tutto il gusto e la freschezza del miglior pomodoro italiano. Preparata con Polpa di pomodoro in pezzi finissimi, ha una consistenza densa ed omogenea ed è perfetta per accompagnare la pasta all'uovo o per lunghe cotture.

Nel 2016 tutti i prodotti premiati dai consumatori e contraddistinti sul pack dal logo Quality Award entreranno a far parte di un vero e proprio "consorzio della qualità" e all'interno dei punti vendita si delineerà una sorta di fil rouge di tali prodotti che potranno fregiarsi del logo del premio in esclusiva nella loro categoria merceologica.

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