Redazione

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Incendio su bus della linea 9 in via XXIV Maggio: i primi rilievi.

Parma, 1° agosto 2018 -

Momenti di paura questa mattina in via XXIV Maggio. A bordo di un bus della linea 9 si è sviluppato un incendio improvviso. Il mezzo in oggetto era un "bus in servizio da 9 anni, alimentato a metano, regolarmente manutenuto e revisionato" - informa la Tep.

Al primo sentore di odore di bruciato, l'autista ha arrestato il mezzo, consentendo ai passeggeri di scendere in sicurezza, senza concitazione e senza che alcuno dei trasportati si trovasse mai in condizione di pericolo. Nessuno ha riportato ferite.
Risultano invece danni materiali, oltre che al mezzo, alle insegne del negozio presso il quale il bus ha arrestato la sua corsa, per effetto dell'irradiazione del calore.

L'incendio sembra essersi sviluppato presso la marmitta catalitica, nella parte posteriore del mezzo vicino al tetto. L'impianto a metano, revisionato ogni anno a norma di legge e sostituito completamente nel 2016, è rimasto integro, così come non risultano danneggiati il motore e la struttura dell'abitacolo, aggrediti dal fuoco solo in un secondo momento.

In attesa di poter approfondire i rilievi sulla vettura, sarà convocata una commissione ufficiale d'inchiesta cui prenderanno parte, oltre ai tecnici TEP, i rappresentanti di Comune e Provincia e della Motorizzazione Civile. I membri della commissione analizzeranno le relazioni prodotte dall'azienda, dai Vigili del Fuoco, dalla Polizia municipale, eventuali immagini dei sistemi di videosorveglianza e tutte le testimonianze utili a chiarire l'accaduto.

Mercoledì, 01 Agosto 2018 14:56

Minaccia di morte la moglie davanti ai figli

Personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all'Ordinanza di convalida di arresto e contestuale applicazione di misure cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare, emessa dal Tribunale di Modena, nei confronti di un cittadino albanese di 46 anni che nei giorni scorsi si è reso responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia.

Durante un'accesa lite, alla presenza dei due figli minori, l'uomo aveva aggredito la moglie, aveva lanciato oggetti per aria e, impugnando un coltello da cucina, l'aveva minacciata di morte. Il figlio più grande, frappostosi tra i due genitori a difesa della madre, aveva ricevuto un forte schiaffo al volto, refertato dal Pronto Soccorso con prognosi di 4 giorni per trauma facciale da percosse.

All'indagato è stato altresì prescritto di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla coniuge.

Mercoledì, 01 Agosto 2018 10:29

Perché Vismara Si, Ferrarini No?

Si è conclusa ieri la riunione per la richiesta della cassa integrazione straordinaria da parte della Ferrarini, di cui fa parte anche l'azienda Vismara.

Di Nicola Comparato Felino 1 agosto 2018 - Solo pochi giorni fa era stata accolta la richiesta di concordato preventivo in bianco con nomina del commissario che provvederà al pagamento degli stipendi, arretrati compresi, dei lavoratori.

Incredibilmente si è trovato un accordo solo in Lombardia relativamente Vismara.
I lavoratori lombardi "godranno" di un anno di cassa integrazione con causale di "evento improvviso e imprevisto" . Riceveranno anche un acconto sullo stipendio corrente ma non sugli arretrati.

Diverso il discorso nella sede Ferrarini di Reggio, ma soprattutto per lo stabilimento Ferrarini di San Michele Cavana in provincia di Parma. Per i dipendenti emiliani quindi nessuna cassa integrazione straordinaria chiesta per "crisi aziendale", si opterà per un "contratto di solidarietà".

Alla domanda: "Perche' Vismara si e noi no ?!", la risposta potrebbe essere racchiusa nelle diverse condizioni lavorative e nella difficoltà, per gli stabilimenti di Parma e Reggio Emilia, di dimostrare i requisiti necessari.

Per ora i lavoratori possono solo aspettare l'incontro del tre agosto a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico nella speranza che da quella riunione possa scaturire qualcosa di buono anche per gli emiliani.

Ormai gli operai della Ferrarini sono stanchi di aspettare. Le banche, le finanziarie, le bollette non aspettano.

Gli operai di San Michele Cavana si sentono traditi dall'azienda che non è stata sincera verso di loro. Più di una volta ai lavoratori era stato detto di stare tranquilli e che lo stipendio sarebbe arrivato "a breve" , ma poi i soldi non sono mai arrivati, salvo il giorno in cui venne proclamato lo stato d'agitazione con sciopero e corteo al seguito. Quel giorno i soldi arrivarono subito.

Sarà stata una coincidenza? O la magia del Natale in anticipo di qualche mese? Nel frattempo ... è il pensiero dei dipendenti "Aspettiamo!"