Roma 26 maggio 2016 - Le vendite al dettaglio per i prodotti alimentari aumentano su base annua in tutte le forme distributive dai discount (+4,6%) alle piccole botteghe (+2,8%), ma anche negli ipermercati (+1,9%) e supermercati (+3,5%).
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati sul commercio al dettaglio dell'Istat relativi a marzo 2016 rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
L'alimentare - sottolinea la Coldiretti - cresce complessivamente ad un tasso del 3,7% su base annua anche se la variazione congiunturale è negativa dell'1,2%. L'aumento della spesa alimentare su base annua è un segnale positivo poiché si tratta - precisa la Coldiretti - la seconda voce del budget familiare dopo l'abitazione.
L'auspicio è che ora gli aumenti di spesa nella distribuzione alimentare si trasferiscano anche al settore agricolo che - continua la Coldiretti – si trova in piena deflazione con i compensi riconosciti per molti prodotti che non coprono neanche i costi di produzione, dal latte alla carne fino alla frutta e verdura.
I prezzi nelle campagne italiane - conclude la Coldiretti - sono crollati dal -24 % per il grano duro al - 57% per i peperoni ma si riducono le quotazioni del 34% per il latte, del 48% per i pomodori e del 54% per le arance ad aprile rispetto allo scorso anno.
(Fonte coldiretti 26 maggio 2016)
Un clima di permanente campagna elettorale. E i risultati si vedono. Cereali e dintorni, poche variazioni, attesa per le notizie sul meteo estivo. Gran rimbalzo del Latte Spot. Grana Padano contro la pressione alta. Al via in Emilia Romagna il "Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro". Mais & Soia: stime della nuova stagione maggio 2016. Pastificio Andalini, 60 e non dimostrarli.
SOMMARIO Anno 15 - n° 20 22 maggio 2016 (in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Un clima di permanente campagna elettorale. E i risultati si vedono
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Poche variazioni, attesa per le notizie sul meteo estivo. FEDIT: alla fine paga sempre pantalone.
4.1 Lattiero Caseario Gran rimbalzo del Latte Spot.
5.1 vino e riconoscimenti Decanter, a Piacenza la Medaglia di bronzo.
5.2 salute e benessere
6.1 consorzio agrario Bologna La scomparsa di Filiberto Fantoni
6.2 concorsi Cirio Alta Cucina e Yoga protagonisti al concorso internazionale "Scappi"
7.1 consorzi agrari e fedit FEDIT: alla fine paga sempre pantalone
7.2 Crisi latte Latte, Calzolari (Alleanza Cooperative): Sosteniamo proposta di Martina per regolare l'offerta
8.1 agro-finanziamenti Al via in Emilia Romagna il "Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro"
9.1 cereali Cereali e dintorni. Momento di riflessione.
10.1 mais e soia Mais & Soia: stime della nuova stagione maggio 2016
11.1 imprese di successo Pastificio Andalini, 60 e non dimostrarli
12.1 Economia e politica Pizzarotti non è condannato!
13.1promozioni "vino" e partners
14.1promozioni "birra" e partners
Per ora solo promesse, che quando è andata bene si sono trasformate in costi e poi in tasse per tutti, ma senza essere seguite da concreti risultati economici e sociali. Cari politici, scendete tutti quanti dai vostri pulpiti elettorali, salvo quelli in corsa per le prossime amministrative, e realizzate un patto trasversale di stabilità e di progresso.
di Lamberto Colla Parma, 22 maggio 2016.
Promesse, promesse, promesse. Il dibattito politico nazionale prosegue sulla linea del contrasto tra le promesse della maggioranza di governo con l'opposizione che trova ogni, più o meno valida, argomentazione per smontare e disinnescare gli annunci del Governo.
Intanto, in questo clima da campagna elettorale permanente, l'Italia non decolla anzi, per certi versi arretra o, per dirla alla Renzi, "non cresce come prima" riferendosi ai dati, non certo incoraggianti dell'occupazione.
Affermazione vera solo in parte poiché i dati relativi al saldo tra cessazione di rapporti lavorativo e nuove assunzioni a tempo indeterminato del primo trimestre 2016 (51.087) sono inferiori del 77% rispetto il 2015 quando erano in vigore le agevolazioni ma addirittura inferiore anche al 2014 (87.034).
Ciò sta a dimostrare come il sistema economico italiano abbia necessità di unità lavorative ma viva l'indisponibilità di liquidità e di redditività in grado di sostenere l'occupazione. Una conferma ulteriore che, per fare riprendere il Paese, occorre una spinta decisa; l'effetto delle misure palliative è definitivamente svanito.
L'ultima, in ordine di tempo, campagna propagandistica ha riguardato la concessione di flessibilità da parte della Commissione Ue all'Italia. 13,5 miliardi di euro (0,8% del PIL) che il Governo potrà giocarsi per interventi straordinari.
Una apertura, che se verrà mal sfruttata, costerà cara ai cittadini.
Mai si è vista l'UE essere benevola con l'Italia, piuttosto si è sempre osservato come l'orientamento fosse di fare aumentare l'imposizione fiscale (cosa che è puntualmente avvenuto) per drenare la ricchezza degli italiani operosi e risparmiosi. L'UE non era riuscita a imporre la famigerata "Troika" per le barriere alzate da Berlusconi ed oggi potrebbe ritentarci con questa elemosina valida solo per l'anno in corso.
Quindi, di fatto una concessione "tampone" che difficilmente consentirà una programmazione efficace, inutile a avviare un volano economico permanente e auto-rigenerante.
Certamente invece farà bene a Matteo Renzi, che potrà meglio dedicarsi alla campagna pro referendum costituzionale di ottobre con il quale, a detta sua, ci si gioca il suo futuro politico.
Ma quello che più preoccupa è lo scenario che si prospetta per il 2017, quando la flessibilità decadrà e dovremo pagare il conto, anche per gli anni a seguire, (circa tre miliardi) del patto scellerato sottoscritto in questi giorni. Già a partire dal 2017, saremo chiamati a fare uno sforzo extra, ovvero una correzione dei conti pubblici che si tradurrà in più tasse o in tagli secchi alla spesa statale (e quindi ai servizi, visto che la spending review sugli sprechi non si riesce proprio a fare).
Un ulteriore richiamo UE a intraprendere un percorso virtuoso nel segno del rigore spianato in "Loden Style" dal Governo Monti, proseguito con Letta e trasformato in "young & freak style" di Renzi.
Ma la sostanza non cambia.
Nessuno di questi ultimi tre Premier è stato il frutto di scelta popolare e nessuno di questi è riuscito a imporre una linea di rigore all'interno dell'onerosissimo apparato burocratico andando invece sempre e costantemente a pescare nelle tasche dei contribuenti.
Le azioni di Governo per risanare i conti pubblici invece sono una costante in quanto inefficienza.
Il debito Pubblico continua a crescere nonostante il mare di "lacrime e sangue" versato dai cittadini in questi anni di "rigore" (per molti ma non per tutti).
Gli ultimi dati rilevati indicano che si è raggiunto il nuovo record d'indebitamento: 2.228 miliardi a marzo 2016, mentre a gennaio era stimato in 2.195 e a dicembre scorso 2.169.
Una crescita del debito che incuriosisce. Una riprova che è proprio la "macchina pubblica" che non funziona posto che la quota degli interessi passivi dovrebbe essere praticamente nulla.
In pratica, le azioni di Governo fin qui realizzate hanno prodotto un bassissimo impatto economico in termini di PIL, ma persistenti in quanto indebitamento.
Di fatto, quello che avrebbe dovuto risultare un investimento da parte del Governo si è trasforma in costo.
E così dobbiamo rilevare che il Jobs Act è costato ben 75.000€ per lavoratore ma non ha generato né maggiore occupazione (per cui fu necessario varare il pacchetto di agevolazioni) e nemmeno quella flessibilità lavorativa auspicata.
I consumi, come è ovvio che sia, stagnano e l'ultimo indicatore dell'inflazione segna negativo per il 2016 (-0,2%).
In buona sostanza, il debito pubblico continua a salire, il PIL non cresce come dovrebbe e la prospettiva di maggiori tasse è una sagoma sempre più nitida all'orizzonte con le clausole di salvaguardia (aumento dell'Iva fino al 25,5%) che diventano sempre più un traguardo concreto.
Ed allora via con le nuove promesse, lo smantellamento di Equitalia (entro il 2018) e conferma del Bonus Bebé (160€/mese) che sarà esteso, con maggiorazione, al secondo figlio (240€/mese).
Stando alla storia questi due prossimi interventi si trasformeranno in ulteriori costi.
Misure che non potranno generare una significativa ripresa economica per cui si dovrà correre per trovare nuove coperture da aggiungere ai 3 Miliardi richiesti dalla UE per la flessibilità concessa nelle scorse ore a Roma.
Un circuito vizioso e non virtuoso che continua a condannare l'Italia al fallimento.
Eppure, in questa europa opaca e in difficoltà, qualche esempio di ripresa c'è, e senza citare l'sola di Sua Maestà la Regina Elisabetta che partecipa all'UE a suo comodo, la Spagna sta raccogliendo i frutti del cambiamento di mentalità con un PIL che cresce del 3,5% (intero 2015) e passi che è in aumento anche il suo debito pubblico, che ha raggiunto per la prima volta negli ultimi 100 anni il 100% del PIL (ricordiamo che l'Italia è a 133%), ma consentendo di promuovere i consumi sfruttando la riduzione dei prezzi.
Guardando ai risultati della Spagna si può e si deve ancora sperare, ma serve coesione parlamentare e il coraggio di prendere decisioni forti, potenzialmente impopolari almeno nel breve periodo, e condivise.
Ed è proprio il breve periodo che spaventa ogni politico, poiché il risultato deve essere ottenuto nel breve per poterlo giocare sul turno elettorale.
Ecco quindi che un programma serio a medio periodo, capace di rilanciare l'Italia, non lo vedremo mai, a meno di un nuovo Piano Marshall, augurandoci però che non si creino le condizioni perché ciò possa accedere.
Per ora, promesse e promesse, che si trasformeranno in spesa e poi in tasse per tutti.
Cari politici, scendete tutti quanti dai vostri pulpiti elettorali, salvo quelli in corsa per le prossime amministrative, e realizzate un patto trasversale di stabilità e di progresso.
Tanto commissariati siamo e commissariati resteremo per un bel po', ma almeno resteremo nei minori danni e costruiremo il futuro con un "Piano Marshall interno", frutto di una PAX trasversale tra i partiti, tanto utile quanto onorevole.
Basta promesse e andate a lavorare per il futuro dei vostri cittadini!
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Roma, 18 maggio 2016. "Sosteniamo l'impegno del ministro Martina e la proposta italiana per contrastare le difficoltà che sta vivendo il settore lattiero-caseario.
Le azioni da attuare nell'immediato come la regolazione dell'offerta, intervenendo direttamente per limitare il surplus produttivo lattiero che si sta verificando, e la costruzione di strumenti a medio periodo come l'Ocm latte, con un budget dedicato e una strategia pluriennale che aiuti il settore a organizzarsi meglio, sono leve strategiche per sostenere gli allevatori. La cooperazione, che rappresenta il 70% della produzione di latte nazionale, non farà mancare il proprio contributo nel tradurre in azioni concrete le misure che si vanno delineando. Per questo nei prossimi giorni incontreremo il ministro nell'ambito dei lavori del nostro coordinamento di settore". Così il coordinatore del settore lattiero-caseario dell'Alleanza delle Cooperative, Giampiero Calzolari, ha commentato quanto emerso ieri nel corso del Consiglio agricoltura europeo in merito ai nuovi interventi a sostegno del settore.
(Fonte Alleanza Cooperative)
Il nostro problema è una campagna elettorale permanente e il diffuso hobby di gettare fango sugli avversari politici. Ogni occasione è buona per distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali.
di Lamberto Colla Parma, 16 maggio 2016 – Da alcuni giorni non si fa cha parlare di Pizzarotti, delle sue schermaglie con il direttivo del M5S per la mancata divulgazione dell'avviso di garanzia pervenuto al Sindaco di Parma in merito a alcune nomine riguardo al Teatro Regio.
I notiziari, nessuno escluso, hanno montato servizi sulla questione e molti autorevoli opinionisti si sono sentiti in dovere di dire la loro.
Che la notizia, soprattutto in questo clima elettorale, fosse ghiotta non v'é dubbio ma il troppo stroppia e ormai si è caduti nel ridicolo.
Ma a preoccupare è il peso di cui si è arricchito il fatto nella sua essenza originaria, gravato da problemi etici piuttosto che da problemi connessi a regolamenti interni al M5S, appaiono più connessi alla demagogia che alla democrazia.
(in galleria immagini tutti i messaggi pubblicati da Federico Pizzarotti sul profilo facebook)
Ma questi sono problemi loro, quello che invece dovrebbe riguardare la vita civile sono la salvaguardia della reputazione delle persone, coinvolte in procedimento giudiziari e il leale dibattito politico di cui il nostro Paese non sembra conoscere il vero significato.
Al contrario appare sempre più evidente la ricerca di strumentalizzazione politica di qualsiasi fatto, nell'interesse esclusivo del proprio partito o movimento, da utilizzare in questa nostra permanente campagna elettorale.
L'importanza che è stata concessa a un semplice avviso di garanzia ne è ancora una volta la più triste delle conferme. Val la pena di ricordare che l'informazione di garanzia (volgarmente chiamato "avviso di garanzia") è un provvedimento di tutela e rispetto verso l'indagato e non, come ormai è entrato nel pensiero comune, un giudizio di colpevolezza passato in giudicato in tutti i gradi di giudizio. Checché se ne dica, il fatto di essere posti sotto indagine, per l'opinione pubblica equivale a sentenza di colpevolezza.
Una colpa tutta da confermare che però accompagna la persona, minandola nella sua vita quotidiana, sino al giudizio finale quando, il più delle volte, viene riconosciuto non colpevole. Sembra proprio che la prematura morte di Enzo Tortora non abbia insegnato nulla.
Il sospetto feroce è che tutto ciò sia scientificamente orchestrato e, in mancanza di argomenti forti, vedi ISIS o Ebola e virus Zika (una pandemia di cui improvvisamente non si è più saputo nulla) piuttosto che la meningite, si voglia distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi reali della nazione.
I miseri dati che gli uffici di analisi e di statistica hanno rilevato in questi giorni ne sono la conferma e purtroppo sconfessano ogni parola ottimistica che quotidianamente gli esponenti governativi ci sciorinano.
390 sono le imprese che quotidianamente chiudono in Italia. Dall'inizio della crisi si è perduto il 35% del PIL e il 59% degli investimenti.
I suicidi per causa della crisi non si contano più, almeno da parte dell'ISTAT che dal 2012 ha deciso di interrompere la divulgazione dei dati, e per avere un dato attendibile occorre ricorrere alle elaborazioni dell'Osservatorio dei suicidi che ha stimato in 628 i casi di suicidio legati alla crisi economica registrati in Italia da gennaio 2012 a dicembre 2015, 384 invece i tentati suicidi nello stesso arco temporale.
Un tasso di disoccupazione dell'11,4% a quale va aggiunto un 12% relativo a lavoratori scoraggiati che hanno abbandonato il lavoro. Sofferenze bancarie stimate al 18% e una pressione fiscale sulle pensioni dell'ordine del 30% superiori alla media europea. Un debito pubblico in continua ascesa e i concreto rischio di dovere aumentare ulteriormente le aliquote dell'IVA.
Sarebbe perciò opportuno che la politica si riappropriasse del proprio ruolo e i partiti si accordassero per delle scelte comuni per portare in sicurezza gli italiani, invece di gettare fango sugli avversari politici.
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(in galleria immagini i messaggini di Pizzarotti e l'informazione di garanzia pubblicati sul profilo facebook del Sindaco di Parma)
Il debito di 15 milioni verrà pagato in 5 anni tramite un piano di riscossione di crediti e la vendita di immobili per 9,2 milioni.
Parma, Residenza Municipale -
"Se non avessimo salvato dal fallimento il Centro Agroalimentare, il mercato ortofrutticolo a Parma non esisterebbe più": con queste parole l'assessore alle partecipate Marco Ferretti ha commentato l'annuncio che il Tribunale ha omologato il piano di ristrutturazione del debito di CAL.
"Il riconoscimento ufficiale del Tribunale di Parma della conformità del piano di ristrutturazione di Cal – ha precisato lo stesso Ferretti – segna un altro passo in avanti importante per il risanamento del Gruppo Parma, un ulteriore e importante traguardo per il Comune dopo analoghi interventi su STU Stazione, STU Authority, STT Holding e Società Alfa, e permette di guardare al futuro con maggiore serenità. Grazie all'impegno profuso dall'Amministrazione si è raggiunto un obiettivo, non scontato, che tutela il futuro della società, partecipata dal Comune con il 53,6% del capitale, di cui fanno parte altri 14 soci, fra i quali la Regione Emilia Romagna, che ha un pacchetto societario pari all'11%".
I problemi di gestione del CAL sono peraltro analoghi a quelli che si riscontrano in altre città vicine, come Reggio Emilia e Piacenza.
A Parma, l'attuazione del piano di ristrutturazione messo in atto dai vertici della società ha consentito di mettere i conti in sicurezza e di razionalizzare i costi: tramite bando, nel settembre scorso, sono stati assegnati gli spazi in concessione per dieci anni a 11 società che operano nel settore dell'ortofrutta, insieme ad una cooperativa sociale di Parma. Le maggiori difficoltà sono nate dalla gestione della logistica e degli immobili, che esulano dall'attività istituzionale della società e che hanno portato ad accumulare un debito pari a 15 milioni.
"Il piano approvato dal Tribunale – ha spiegato il presidente Marco Core – prevede la riscossione del credito di 2,5 milioni dalle società Alfa e STT , oltre alla vendita in 5 anni di immobili non strumentali per l'attività mercatale, oggi affittati, per i quali è prevista un'entrata pari a 9,2 milioni di euro. Il piano – ha spiegato ancora Core – è stato chiuso in dicembre davanti al notaio con i maggiori creditori, fra i quali gli istituti di credito Cariparma e Intesa Sanpaolo. Si è cosi dato il via al piano di risanamento, che ha consentito di equilibrare la situazione finanziaria e patrimoniale della società CAL. Presto – ha precisato ancora il presidente - faremo il bando per la cessione degli immobili e poi ci concentreremo per ricercare di sviluppare il mercato di Parma, anche con progetti innovativi ".
"In questo modo – ha concluso l'assessore Ferretti - dopo il piano di risanamento della Holding STT e la messa in sicurezza dei conti di Parma Infrastrutture Spa, prende avvio il percorso volto a garantire un futuro certo anche al Centro Agroalimentare, che, grazie all'approvazione del piano di risanamento del debito, riuscirà a garantire il pagamento di tutti i creditori, tra cui diverse coop sociali del territorio. L'omologa di Cal rappresenta un punto di partenza per un nuovo Centro Agroalimentare".
(Fonte Comune di Parma 18 aprile 2016)
Marco Pedroni, Presidente Coop Italia, a fianco di Maurizio Martina Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali all'Ipercoop di Mantova con i fornitori e gli allevatori delle filiere Coop della zona.
Roma 18 aprile 2016 - Marco Pedroni Presidente Coop Italia: "Di fronte alle difficoltà del settore acuite dall'eccesso di offerta di queste settimane, diamo un ulteriore sostegno alla valorizzazione di questa importante filiera con azioni di promozione straordinaria sull'intera linea di latte fresco e microfiltrato a marchio Coop che partono oggi e proseguiranno fino a metà maggio. Nel complesso prevediamo un aumento degli acquisti di Coop di circa 10.000 quintali di latte. Coop riconosce ai produttori un prezzo alla stalla generoso e superiore ai prezzi correnti di mercato.
Il tutto a vantaggio di un comparto in difficoltà, ma anche con lo scopo di sensibilizzare i soci e i consumatori al consumo di un prodotto buono, sicuro e italiano, consigliabile per tanti regimi alimentari".
Maurizio Martina Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali- "Ringrazio Coop per aver dato una risposta concreta e operativa in una fase delicata per il settore lattiero italiano. L'aumento degli acquisti è un segnale fondamentale per i nostri allevatori, così come è importante che i consumatori possano individuare con facilità i prodotti grazie al logo "100% latte italiano". Il Governo va avanti nelle politiche di sostegno al settore, dopo aver ottenuto la moratoria per 30 mesi dei debiti degli allevatori e aver ridotto la pressione tributaria del 25%. Non ci fermiamo e chiediamo anche all'Europa di dare risposte strutturali a una crisi che è europea".
Il latte fresco e microfiltrato a marchio Coop è tutto italiano ed è su questo che Coop farà ricadere importanti azioni concrete a vantaggio di un comparto - quello lattiero caseario - in difficoltà, ma anche con lo scopo di sensibilizzare soci e consumatori. E' l'operazione con cui la prima insegna della grande distribuzione in Italia (12,3 miliardi di fatturato, oltre 1.100 punti vendita nel nostro Paese) partecipa attivamente alla campagna di comunicazione e valorizzazione del latte Made in Italy varata appena una settimana fa da tutta la grande distribuzione. L'operazione rientra tra gli strumenti di attuazione dell'Accordo di filiera siglato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dalle organizzazioni agricole, dall'industria e dalla grande distribuzione a novembre.
Ed è questa l'operazione presentata lunedì 18 aprile a Mantova presso l'Ipercoop La Favorita da Coop a fianco del Ministro Maurizio Martina e davanti a una platea composta di soci Coop e di produttori di latte delle province di Mantova, Cremona e Brescia.
Si tratta di due operazioni in sequenza temporale; uno "Scegli Tu" in aprile su prodotti a marchio Coop con il latte al centro e una promozione straordinaria a maggio con uno sconto importante che va a premiare l'intera linea del latte Coop: un latte che proviene tutto da allevamenti italiani, con la filiera tracciata (sono 38 allevamenti e 10 mangimifici ad essere coinvolti), Ogm-free, sottoposto a controlli rigorosi e a un sistema di garanzie certificato. Ordinariamente Coop commercializza nella sua rete vendita 80.000 tonnellate di latte fresco ogni anno, di cui circa il 50% a proprio marchio.
Mangimi privi di OGM, senza proteine e grassi animali, assieme agli altri alimenti prodotti dagli stessi allevatori (fieno, insilato di mais, ecc..), contribuiscono a produrre un latte crudo dalle caratteristiche microbiologiche di ottima qualità. Per queste peculiarità Coop riconosce un premio ai produttori che supera il 20% del valore del mercato del latte crudo.
(Fonte ufficio stampa COOP - Roma, 18 aprile 2016
Anno bisesto, anno funesto. I nodi stanno venendo al pettine. Dalla Corte dei Conti e dall'OCSE segnali poco incoraggianti per l'Italia e l'Europa. Il tasso di povertà stimato da Actionaid è altamente preoccupante.
di Lamberto Colla Parma, 21 febbraio 2016.
Nemmeno il tempo di "gongolarsi" dei trionfalistici dati resi noti dall'INPS sullo stato occupazionale del 2015 che a raffica, nelle 48 ore successive, la Corte dei Conti e l'OCSE piazzano un "uno due" da tramortire un peso massimo.
Invece niente, il domatore di leoni al Governo italico, non solo non fa una piega, ma si diletta a ammaestrare i suoi "canguri" nel tentativo di fare passare, interamente e senza danni, la proposta DDL della collega Cirinnà riguardo alle unioni civili e la questione controversa della "Stepchild adoption". Una questione sicuramente importante quella dell'utero in affitto che rischia però di fare abortire il Governo e lo stesso partito di maggioranza relativa, dove la componente cattolica si scontra con quella laica e, c'è da augurarselo, con la individuale posizione etica di ciascun deputato.
Così, mentre in Parlamento ci si azzuffa per la "stepchild adoption - utero in affitto" al punto che la Cirinnà ha seriamente minacciato di abbandonare la politica causa il tradimento dei pentastellati, minaccia prontamente ritirate per dovere di responsabilità, passa sotto sordina che l'OCSE ha ridotto la stima di crescita dell'UE di quasi mezzo punto percentuale e ovviamente anche la stima dell'Italia di altrettanto.
Uno 0,4% di PIL che verrà meno e che cagionerà molti dolori agli italiani che pagano le tasse e i consumatori che rilasciano il 22% su quasi ogni prodotto che acquistano e che potrebbe passare entro breve sino al 25,5% nel caso di mancato raggiungimento di determinato equilibrio tra PIL e debito pubblico. Un inasprimento delle aliquote scongiurato negli ultimi due anni in forza di una maggiore flessibilità concessa dall'UE e dai dati di PIL che, matematicamente parlando, avevano temporaneamente disinnescato la bomba.
I primi segnali che il Governo fosse in pre-allarme erano già pervenuti a più riprese negli ultimi giorni, dalla proposta del "taglio delle pensioni di reversibilità" alla proposta della "tassa sull'ascensore". Nessun segnale pervenuto sulla riduzione dei vitalizi dei parlamentari e dell'esercito dei consiglieri regionali o di alienazione degli ENTI Inutili e via dicendo.
Niente di tutto ciò!
E allora ecco che a innescare nuovamente l'ordigno ci ha pensato la Corte dei Conti richiamando pesantemente il Governo reo di non avere realizzato una politica di contenimento delle spese minimamente sufficiente. Il presidente della Corte, in occasione della apertura dell'anno giudiziario, è stato categorico: Squitieri infatti "è dell'avviso che il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di revisione della spesa siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".
Una tirata di orecchie non indifferente che spiana definitivamente la strada all'aumento dell'aliquota iva e un ulteriore inasprimento della pressione fiscale.
Nessuno ha voluto metter mano alla "Spending Review" (contenimento delle spese dell'apparato statale) ed oggi la macchina Italia è troppo onerosa, un tenore di vita che il padrone (cittadino) non può più permettersi.
A dare la misura dello stato di decadimento della "proprietà" ci ha pensato, proprio nelle stesse ore dell'OCSE e della Corte dei Conti, l'organizzazione Actionaid, stimando in ben 4 milioni di cittadini ricadenti nella classificazione di "povertà assoluta" e di ben 17 milioni che spingono alla porta della povertà.
L'incremento delle tasse potrà solo alimentare questi due raggruppamenti e sottrarre risorse anche al sistema di volontariato e assistenza così ben diffuso nei cuori degli italiani e ancora di salvezza per molti, immigrati compresi.
Temo che così procedendo, sia a livello internazionale e ancor peggio a livello domestico, il 2016 sarà l'anno della resa dei conti.
Anno bisesto, anno funesto...
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Latte, Mercuri (alleanza cooperative): Eccesso di produzione e mercato al ribasso. A gennaio -10% di domanda interna. Aperto tavolo di confronto della cooperazione.
Roma - "Il mercato del latte è in piena défaillance. Perché non ce la fa ad assorbire l'eccesso di produzione del 5%, determinato dalla fine delle quote latte, e perché contemporaneamente ha subito gli shock dell'embargo russo, la diminuzione dell'export verso la Cina e la caduta dei consumi nazionali che a gennaio ha fatto registrare un -10%. Per questo a fine mese la cooperazione italiana – che rappresenta il 70% della materia prima nazionale - aprirà un confronto per reagire al cedimento del settore".
Lo ha detto il presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane agroalimentari, Giorgio Mercuri, che ha aggiunto: "A soffrire di più sono le aziende ben strutturate, che negli anni hanno fatto investimenti importanti e che ora faticano a sostenere quei costi; per questo occorre invertire la tendenza e individuare nuovi strumenti che portino alla riduzione delle produzioni e che possano agevolare il superamento di questo momento di fortissimo squilibrio tra domanda e offerta. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere le imprese, per cui sarebbe opportuno prevedere anche misure in grado di legare il prezzo del latte al valore del mercato dei formaggi Dop e garantire così una giusta remunerazione, come peraltro espressamente previsto dal regolamento comunitario sulla regolamentazione dell'offerta di tali prodotti".
Mercuri ha poi annunciato che la cooperazione ha aperto un confronto all'interno dei propri organi per arrivare entro pochi giorni alla definizione di alcune proposte concrete: "È in agenda – ha detto - un incontro del coordinamento settoriale dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, per definire le strategie finanziarie e le misure strutturali oltre che per dare risposte concrete al comparto". Un confronto interno che nasce anche in seguito a quanto espresso dal presidente di AOP Latte Italia (associazione delle organizzazioni di produttori), Carlo Mizzi, dopo l'ultimo Cda della realtà cooperativa che vale il 10% della produzione nazionale e rappresenta 1000 soci.
Con 27.550 allevamenti (pari al 68% del totale in Italia) e circa 700 imprese cooperative che raccolgono il 70% della materia prima nazionale (quasi 7 milioni di tonnellate di latte), la cooperazione contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di circa 7 miliardi di euro (export all'11%), che corrisponde al 45% del fatturato complessivo della filiera. Un valore, quest'ultimo, che esprime il 19% del fatturato globale della cooperazione agroalimentare.
(Alleanza Cooperative 19 febbraio 2019)
La montagna non può salvarsi da sola. Le molteplici iniziative della amministrazione comunale di Berceto per il rilancio turistico e il mantenimento del patrimonio locale. Il salto di qualità, da luogo di villeggiatura a località turistica.
di Lamberto Colla Parma 14 gennaio 2016 -
Come ormai consuetudine, l'eclettico Sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, riesce a incassare il plauso anche di Michele Brambilla, da pochi mesi alla guida della Gazzetta di Parma, in occasione della presentazione della miriade di progetti messi in campo dall'amministrazione bercetese per rilanciare la località sul piano turistico e non solo come luogo di villeggiatura "quando a Parma ci sono 40 gradi" ha sottolineato il Sindaco.
"Oggi ho visto lo spirito giusto, la voglia di costruire un futuro per la gente che vive qui" è la chiosa del direttore del quotidiano locale commentando l'impegnativo piano di lavoro proposto dal sindaco peraltro sostenuto da molti e qualificanti interventi.
Effettivamente di carne al fuoco Lucchi ne ha gettata. Dalla volontà di creare degli organismi consortili per la gestione del territorio e per la gestione dell'energia, ovviamente da rinnovabili, dal progetto di spostamento e riqualificazione delle aree di servizio di Tugo est e Ovest più a ridosso del casello autostradale di Berceto trasformandole, come lo sono spesso quelle francesi, in punti di promozione dei prodotti tipici locali, dal promuovere innovativi servizi di assistenza alla comunità degli anziani al recupero delle case cantoniere e delle 50 abitazioni abbandonate a rischio di crollo, dal progetto di creare un albergo diffuso al consolidamento di un progetto di valorizzazione turistica del comune che è porta strategica del Parco Nazionale Tosco Emiliano con l'obiettivo di fare rientrare anche Berceto nel riconoscimento UNESCO di Riserva di Biosfera e la contestuale valorizzazione della Via Francigena.
"Bisogna avere progetti ambiziosi" sottolinea Luigi Lucchi che conclude chiedendo il contributo e la partecipazione di tutti per portare a termine le idee proposte "perché la montagna non può salvarsi da sola".
E' stata la volta quindi di Giovanni Gelmini a intervenire illustrando in dettaglio il "progetto fragilità" destinato alla comunità anziana, basti pensare che Berceto ha un tasso del 20% di ultrasettantacinquenni, mentre Fausto Giovannelli - presidente del Parco Nazionale Tosco Emiliano - ha sottolineato l'importanza di Berceto e delle sue infrastrutture nel progetto di valorizzazione del Parco e del contributo che potrà derivare dalla combinazione dei riconoscimenti Unesco.
L'intervento di Giulio Gravaghi - commissione ANCI nazionale e Consulente di numerosi Comuni nel processo di riforma del servizio distribuzione gas - entra nel merito del progetto di riforma delle Reti di distribuzione del gas, del valore complessivo di 25 miliardi, che se andrà in porto "scipperà le reti del gas ai comuni" con grave danno economico per gli stessi.
Infine Rossi, UIL Emilia, si compiace con il progetto di Lucchi, invitando però il Sindaco a creare massa critica attraverso alleanze con i comuni limitrofi per meglio rafforzare le richieste da indirizzare alla Regione Emilia Romagna.
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