Editoriale: - Se l'Emilia Romagna è la locomotiva d'Italia..., - Rimbalzo del latte spot e crescita per il Parmigiano - Perché Vismara Si, Ferrarini No? - Cereali e dintorni. Il Grano regna sovrano -
SOMMARIO Anno 17 - n° 31 5 agosto 2018
1.1 editoriale
Se l'Emilia Romagna è la locomotiva d'Italia...
2.1 lattiero caseario Rimbalzo del latte spot e crescita per il Parmigiano.
3.1 formaggi e formazione ONAF, una passione che rispecchia tradizione e storia italiana
4.1 bonifiche e territorio La commissione Agricoltura della Camera a "Acqua Campus",
4.2 pratiche sleali Il Consorzio Parmigiano Reggiano a favore di regole più chiare
5.1 salute e benessere Tasso mortalità per epatite Virale. Italia al primo posto UE
5.2 crisi aziendale Crisi Ferrarini, per ora è cassa integrazione solo per Vismara.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il Grano regna sovrano
7.1 agroalimentare e crisi Perché Vismara Si, Ferrarini No?
7.2 parmigiano reggiano Piani di regolazione dell'offerta: azzerati i contenziosi nel Consorzio del Parmigiano Reggiano
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati ancora tesi.
9.1 eventi piacenza A Rivergaro pittura en plein air e un incontro pubblico sul progetto della traversa di Sant'Agata
10.1 IREN e investimenti Gruppo IREN: investimenti in forte crescita
11.1 crisi ferrarini Crisi Ferrarini, contratto di solidarietà dal 8 agosto per le aziende emiliane
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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Vertenza Ferrarini. Vertice a Roma, autorizzati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori del Gruppo emiliano. Ora i piani industriali. Il sottosegretario Manghi: "Subito una soluzione che tuteli continuità produttiva, livelli occupazionali e radicamento territoriale"
Annunciati al Ministero la cassa integrazione per la Vismara e contratti di solidarietà per la Ferrarini, 150 giorni alla proprietà per elaborare insieme ai commissari nominati dal Tribunale di Reggio i piani concordatari. Prossimo incontro nella capitale il 26 settembre
Bologna 3 agosto 2018 – Cassa integrazione per i lavoratori della Vismara e contratto di solidarietà per quelli della Ferrarini. E 150 giorni di tempo alla proprietà per elaborare insieme ai commissari nominati dal Tribunale di Reggio i piani industriali da sottoporre alle parti sociali e alle istituzioni già nelle prossime settimane.
Sono le novità emerse oggi nella sede del ministero dello Sviluppo economico, a Roma, al tavolo per la crisi del Gruppo Ferrarini, storica azienda reggiana dell'agroalimentare con 800 dipendenti e sedi in diverse località emiliane e lombarde.
La Regione era presente con il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, per un confronto che ha visto insieme l'azienda, con la presidente Lisa Ferrarini assistita da Unindustria Reggio Emilia e Unindustria Parma, i due commissari nominati dal Tribunale di Reggio Emilia per i concordati Ferrarini e Vismara, Cgil Cisl e Uil nazionali e territoriali, il Comune di Reggio Emilia col vice sindaco Matteo Sassi, il sindaco di Lesignano de Bagni (Pr), Giorgio Cavatorta, e rappresentanti della Regione Lombardia.
Il Tribunale, è stato riferito, ha autorizzato la firma per gli ammortizzatori sociali, la Cigs per Vismara e il contratto di solidarietà per Ferrarini, accordo che per i lavoratori di Reggio e Parma sarà firmato martedì 7 agosto. Inoltre, i commissari hanno informato che lo stesso Tribunale ha accordato 150 giorni di tempo per presentare i due piani concordatari.
La Regione Emilia Romagna ha nuovamente ribadito "la necessità di trovare una soluzione in grado di tutelare la continuità produttiva e il radicamento territoriale del Gruppo- afferma Manghi- viste le enormi ricadute dirette sugli occupati e su tutto l'indotto di un settore fortemente caratterizzato e diffuso sul territorio emiliano".
Allo stesso tempo, il sottosegretario sottolinea "l'urgenza, pur a fronte di una situazione di crisi finanziaria complessa, di procedere rapidamente alla definizione di piani concordatari distinti ma complementari a garanzia dell'unitarietà del Gruppo, per tutelare la presenza dei prodotti sul mercato e quindi i livelli produttivi e, in particolare, quelli occupazionali".
La proprietà, con la presidente Ferrarini, ha confermato la volontà di trovare "la migliore soluzione possibile per garantire continuità e radicamento territoriale" e ha annunciato che cercherà soluzioni possibili per far fronte ai mancati pagamenti.
Il Ministero ha preso l'impegno di riconvocare le parti per il 26 settembre, per monitorare la costruzione dei piani concordatari.
L'istituto di credito cooperativo ha cinque filiali tra Modena e provincia - Emil Banca ha ceduto 145 milioni di euro di posizioni a sofferenza, relative a crediti sia chirografari sia ipotecari.
Grazie a questi interventi, realizzati in collaborazione con la società IC Satellite (advisory indipendente che presta servizi di consulenza strategica agli istituti di credito), il rapporto sofferenze lorde/impieghi vivi di Emil Banca è sceso al 2,61% (contro una media nazionale del 9,1% a fine 2017), mentre il rapporto sofferenze nette/ impieghi è sceso allo 0.71%, a fronte di una media nazionale (sempre al 31 dicembre 2017) del 3.50%.
«Questi interventi rendono la nostra banca più solida e ci permettono di essere più efficaci nel rispondere alle esigenze del nostro territorio di riferimento – afferma il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia - Inoltre abbiamo dimostrato come la nostra struttura sia in grado di portate a buon fine importanti operazioni di natura straordinaria come questa. E non è finita qui. Visto che la nostra redditività ce lo permette, abbiamo l'intenzione – annuncia Ravaglia - di migliorare ancora la nostra posizione con un ulteriore intervento: assieme a Iccrea parteciperemo a un'altra operazione di cessione Npl (non performing loans, in italiano prestiti non performanti) con la garanzia dello Stato attraverso l'adesione alla Gacs (il nuovo strumento per smaltire i crediti in sofferenza) di gruppo».
«L'operazione appena conclusa con successo - aggiunge il presidente di Emil Banca Giulio Magagni - permette alla nostra banca di presentarsi al nascente gruppo bancario Iccrea come un soggetto di primo piano che contribuirà con la forza dei suoi numeri a garantire solidità anche a tutto il sistema».
Emil Banca, che ha cinque filiali tra Modena e provincia (è presente anche a Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, Parma e nel Mantovano), è oggi una delle principali banche di credito cooperativo italiane. Nei primi sei mesi dell'anno ha erogato alle imprese 183 milioni di euro di nuovi finanziamenti, con un incremento del 58% sullo stesso periodo dello scorso anno.
Si è conclusa ieri la riunione per la richiesta della cassa integrazione straordinaria da parte della Ferrarini, di cui fa parte anche l'azienda Vismara.
Di Nicola Comparato Felino 1 agosto 2018 - Solo pochi giorni fa era stata accolta la richiesta di concordato preventivo in bianco con nomina del commissario che provvederà al pagamento degli stipendi, arretrati compresi, dei lavoratori.
Incredibilmente si è trovato un accordo solo in Lombardia relativamente Vismara.
I lavoratori lombardi "godranno" di un anno di cassa integrazione con causale di "evento improvviso e imprevisto" . Riceveranno anche un acconto sullo stipendio corrente ma non sugli arretrati.
Diverso il discorso nella sede Ferrarini di Reggio, ma soprattutto per lo stabilimento Ferrarini di San Michele Cavana in provincia di Parma. Per i dipendenti emiliani quindi nessuna cassa integrazione straordinaria chiesta per "crisi aziendale", si opterà per un "contratto di solidarietà".
Alla domanda: "Perche' Vismara si e noi no ?!", la risposta potrebbe essere racchiusa nelle diverse condizioni lavorative e nella difficoltà, per gli stabilimenti di Parma e Reggio Emilia, di dimostrare i requisiti necessari.
Per ora i lavoratori possono solo aspettare l'incontro del tre agosto a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico nella speranza che da quella riunione possa scaturire qualcosa di buono anche per gli emiliani.
Ormai gli operai della Ferrarini sono stanchi di aspettare. Le banche, le finanziarie, le bollette non aspettano.
Gli operai di San Michele Cavana si sentono traditi dall'azienda che non è stata sincera verso di loro. Più di una volta ai lavoratori era stato detto di stare tranquilli e che lo stipendio sarebbe arrivato "a breve" , ma poi i soldi non sono mai arrivati, salvo il giorno in cui venne proclamato lo stato d'agitazione con sciopero e corteo al seguito. Quel giorno i soldi arrivarono subito.
Sarà stata una coincidenza? O la magia del Natale in anticipo di qualche mese? Nel frattempo ... è il pensiero dei dipendenti "Aspettiamo!"
Dall'incontro in Regione Lombardia sono uscite novità rilevanti per i dipendenti della Vismara spa di Casatenovo. Cassa integrazione per 1 anno e un piano di pagamenti per gli arretrati.
di Virgilio Parma 31 luglio 2018 - In attesa dell'incontro del 3 agosto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, i lavoratori del Gruppo Ferrarini, sono in attesa degli stipendi arretrati e della Cassa integrazione straordinaria che avrebbe dovuto essere attuata dal 1 agosto.
A quanto si è saputo, al momento è stata accolta la richiesta solo in Lombardia per i 230 lavoratori di Vismara che, secondo quanto riferito da Casteonline.it '"'Ci è stato assicurato che un primo acconto sarà versato entro la fine della settimana e un secondo all'inizio di quella successiva'' ci ha spiegato Massimo Sala di Flai Cgil che sta seguendo la complessa vicenda insieme al collega della Fai Cisl Enzo Mesagna. ''Una boccata d'ossigeno per i lavoratori che arriverà nel giro di pochi giorni''.
E' stato poi raggiunto un accordo per un anno di cassa integrazione straordinaria. L'ammortizzatore sociale, ritenuto dalle parti funzionale alla piena ripresa dell'attività dell'azienda, interesserà tutti i 230 dipendenti del salumificio casatese ''a rotazione'', attraverso verifiche settimanali."
In attesa del piano di rilancio con la ristrutturazione del debito, che ricordiamo ammonta a 250 milioni su un fatturato di 300, il gruppo alimentare emiliano, a seguito dell'accettazione da parte del Tribunale di Reggio Emilia del concordato preventivo con riserva, al fine di non interrompere la produzione e rischiare oltremodo delle quote di mercato, aveva richiesto l'accesso alla Cassa Integrazione Straordinaria per tutti i circa 800 dipendenti del Gruppo.
Al termine del secondo trimestre 2018 si dimezza il calo delle imprese attive in regione (-1.730 unità, -0,4 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Diminuiscono le imprese del commercio (-1.054), dell'agricoltura (-973) e delle costruzioni (-628), come nelle attività manifatturiere e immobiliari. Segnali positivi dai servizi alle imprese e attività di direzione aziendale e consulenza gestionale. Accelera decisamente la crescita delle società di capitale (+2.778), mentre rallenta la discesa di società di persone (-1.950) e ditte individuali (-2.499).
In calo, seppur ridotto, il numero delle imprese registrate e delle imprese attive. E' questa in estrema sintesi la dinamica che emerge dalla lettura dei dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese nel secondo trimestre 2018, diffusi da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 455.850 a fine giugno, quindi 1.638 (-0,6 per cento) in meno rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. È un dato nell'ordine di grandezza che ha caratterizzato il secondo trimestre dal 2013 al 2016, ancora ampiamente superiore ai saldi prevalenti nel periodo precedente la crisi.
Nel trimestre considerato, le iscrizioni (6.506) sono lievemente aumentate, ma restando prossime al minimo degli ultimi venti anni, segnato nel 2017, mentre le cessazioni (4.912) sono diminuite avvicinando nuovamente i minimi dello stesso trimestre del 2014.
Al contrario, in Italia, la base imprenditoriale si è ampliata lievemente (+0,1 per cento).
Le imprese attive rendono la misura dell'effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine giugno in Emilia-Romagna erano 404.404, ovvero 1.730 in meno (-0,4 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2017. Si è quindi dimezzata l'ampiezza della flessione tendenziale, che è la più piccola degli ultimi sette anni.
A livello nazionale le imprese attive sono risultate in lievissimo aumento (+0,1 per cento).
I settori di attività economica. A livello di macro settori, la base imprenditoriale regionale dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continuano a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta sostanzialmente invariata. In dettaglio, la riduzione delle imprese attive è stata più rilevante nell'insieme del commercio (-1.054 unità, -1,1 per cento), nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-973 unità, -1,7 per cento) e nelle costruzioni (-628 unità, -0,9 per cento). Segno rosso anche per l'industria manifatturiera, che riduce però la perdita a 275 unità, -0,6 per cento).
Più dinamici attività professionali, servizi alle imprese e turismo.
Segnali positivi vengono infatti solo dagli altri settori dei servizi, in primo luogo dall'aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+417 unità, +3,5 per cento), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+311 unità, +2,0 per cento) e dai servizi di informazione e comunicazione (+194 unità, +2,2 per cento).
Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+5,2 per cento) e dell'istruzione (+3,5 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata.
La forma giuridica. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall'andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.499 unità (-1,1 per cento) e dalla riduzione, più contenuta, ma più rapida, delle società di persone (1.950 unità (-2,5 per cento).
Queste ultime risentono in negativo dell'attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece il forte aumento tendenziale delle società di capitale (+2.776 unità, +3,2 per cento), raddoppiato allo stesso trimestre dello scorso anno.
Entro 4 mesi la società dovrà formulare proposta concordataria in continuità aziendale del piano di ristrutturazione del debito e il prossimo step sarà l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico in programma per il prossimo 3 agosto.
di Virgilio Reggio Emilia, 28 Luglio 2018 –
Il Tribunale di Reggio Emilia ha accolto la richiesta di Concordato con riserva o in Bianco presentata a sorpresa dalla Ferrarini SPA lo scorso lunedi.
L'azienda ha ora 120 giorni di tempo per presentare una proposta di ristrutturazione del debito. Il concordato preventivo non coinvolgerebbe l'azienda agricola, recentemente scorporata dal gruppo, mentre invece vi ricadrebbe lo stabilimento Vismara di Lecco.
Come riferito da Reggio Sera, la sezione fallimentare del tribunale di Reggio ha nominato come commissario giudiziale il commercialista Bruno Bartoli, giudice delegato Niccolò Stanziani Maserati.
La crisi di liquidità dell'azienda, dovuta a un carico debitorio di 250 milioni su 300 di fatturato, ha di fatto messo la società nella impossibilità di assolvere ai propri doveri e a farne le spese sono anche i circa 800 dipendenti ai quali sono venuti a mancare, in diversa misura, parte degli stipendi.
Una situazione che in parte verrà tamponata con l'attivazione della cassa integrazione straordinaria, chiesta in queste ore, e che partirà dal prossimo primo agosto per i dipendenti di Parma e di Reggio Emilia.
Ora si resta in attesa del prossimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico in programma per il prossimo 3 agosto e, ovviamente, la presentazione della proposta concordataria in continuità aziendale del piano di ristrutturazione del debito, che vedrà la luce entro 4 mesi.
di LGC Parma 23 luglio 2018 - Svolta a sorpresa nella crisi che vede coinvolta la Ferrarini Spa che potrebbe segnare un cambiamento radicale rispetto alle attese. Parrebbe infatti che i fratelli Ferrarini abbiano intenzione di chiedere un concordato preventivo con riserva (indiscrezioni indicano che sia già stato depositato in tribunale) facendo perciò decadere le ipotesi di cessione di parte o della maggioranza del pacchetto azionario.
A darne notizia è stata Telereggio e Reggionline.com sottolinenado come anche i sindacati siano stati "spiazzati" da questa decisione che sarebbe stata riferita a una sessantina di dipendenti durante una riunione lampo a Rivoltella.
Resta confermato l'incontro di mercoledi tra i sindacati e tutti di dipendenti della sede di Reggio alle 18 al teatro di Rivalta mentre a Langhirano è fissato per le 14.15 nella sede dell' azienda. Il 2 Agosto infine è previsto l'incontro a Roma con il Ministero dello sviluppo economico.
Cristiano Manuele Segretario del PSI Parma: "Gli operai dell'azienda Ferrarini non saranno lasciati soli" .
di Virgilio Parma, 21 Luglio 2018 – Sino ad ora solo soluzioni tampone quelle messe in campo dalla proprietà.
La crisi del gruppo "Ferrarini", attivo nell'agricoltura, nel formaggio e nei salumi (tra i marchi anche il Vismara), coinvolge circa 800 dipendenti in tutta Italia dei quali 80 nella provincia di Parma.
Ormai la tensione è elevata e lo stato di agitazione, che ha portato le bandiere del sindacato a sventolare sui cancelli delle aziende (Bandiere CGIL sui cancelli di San Michele Cavana di Lesignano Bagni), non rientrerà sino a quando non arriveranno notizie più rassicuranti.
Per il 12 luglio scorso era stata organizzata una manifestazione poi annullata per l'arrivo di una parte degli arretrati ma ancora non vi sono certezze sui tempi del rientro totale.
Una situazione che ha messo in allarme anche i sindacati reggiani che in precedenza non avevano mai avuto la necessità di intervenire per i rapporti diretti che interessavano maestranze e proprietà.
Ma ora i 250 milioni di indebitamento a fronte dei 300 milioni di ricavi stanno pesando, e non poco, sulla liquidità aziendale e conseguentemente sulla regolarità degli stipendi di un migliaio di famiglie, senza considerare l'indotto.
Le speranze dei lavoratori ora sono concentrate sul Tavolo di Crisi governativo che vedrà fronteggiarsi, a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico il prossimo due agosto, i vertici aziendali e e le rappresentanze dei lavoratori e i sindacati si riserveranno ogni azione utile a tutela dei propri assistiti.
Da tempo il PSI Parma vigila sulla situazione e il segretario del partito , Cristiano Manuele, è più volte intervenuto sulla vicenda a sostegno dei lavoratori anche per via epistolare.
"Gli operai dell'azienda Ferrarini - ha commentato Cristiano Manuele - non saranno lasciati soli. Io come segretario del PSI Parma darò tutto il mio sostegno ai dipendenti. La cosa sta diventando pesante, non si può giocare con la vita delle persone. Noi Socialisti siamo totalmente dalla parte dei lavoratori e faremo tutto il possibile per aiutarli."
Nel frattempo la proprietà ha lasciato intendere, come riportato da varia stampa reggiana, di essere alla ricerca di partner strategici e non esclusivamente finanziari, come dimostrato dal rifiuto all'interessamento manifestato da due fondi italiani, QuattroR e Italmobiliare, che sarebbero stati pronti a scommettere 100 milioni di euro.
Insomma Lisa Ferrarini sarebbe intenzionata a mantenere il controllo dell'azienda e della carica istituzionale (Vice Presidente) di Confindustria.
"Cereali penalizzati dal meteo (-20%), ed i mercati non danno una mano ai produttori". Considerazioni di fine campagna di Valeria Villani, coordinatrice provinciale dei giovani di Agia-Cia di RE ed impegnata nel settore cerealicolo.
Reggio Emilia 13 luglio 2018 - La campagna di raccolta dei cereali a semina autunnale, conclusa in gran parte della provincia di Reggio con esclusione della montagna, che tuttavia rappresenta meno del 5% della superficie investita: "E' stata penalizzata dall'andamento meteo spesso piovoso, ed i mercati nonostante un notevole calo delle quantità prodotte, non stanno dando una mano ai produttori; le quotazioni infatti sono in linea con l'annata scorsa".
Sono le considerazioni di fine campagna di Valeria Villani, coordinatrice dei giovani di Agia-Cia di Reggio Emilia ed impegnata con la famiglia in un'importante azienda cerealicola con sede a Gualtieri.
"Dal punto di vista delle quantità prodotte – segnala – c'è un calo generalizzato intorno al 20% rispetto allo scorso anno, quando già la siccità aveva comportato un calo del 3%. Per quanto riguarda il tenero, possiamo stimare rese sui 57/q.li per ettaro, contro gli 80 dell'anno prima. Per quanto riguarda gli utilizzi, abbiamo molto proteico che ha tenuto ottimamente, pur con il calo in quantità, c'è carenza invece di misto rosso, nei grani da seme molto risulta declassato, da inviare quindi alla macinazione, con perdita delle relative premialità".
"Sul piano della qualità abbiamo registrato grosse differenze, nei rossi ad esempio la forbice qualitativa va da peso specifico 70 fino ad 84. Problemi maggiori di qualità si registrano nel grano duro, dove tra l'altro il declassamento ad uso zootecnico si scontra col fatto che tale uso è limitato al pollame".
"Come considerazione generale – aggiunge Valeria – possiamo dire che chi ha fatto meglio ha seguito bene le necessarie pratiche agronomiche, con risultati quali/quantitativi discreti".
"I prezzi – è la considerazione finale – sono in linea con lo scorso anno, ma non consentono ancora il pareggio dei costi (per il tenero siamo sui 17/18 € per q.le, mentre si dovrebbe arrivare almeno a 20). Ad influenzare i risultati economici della campagna saranno ora i prezzi internazionali, in particolare l'andamento della campagna dei nostri vicini: Austria e Germania".
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